ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 4 settembre 2018

Soffia il vento, infuria la bufera..

Avviso di tempesta sul Vaticano


https://comedonchisciotte.org/controinformazione/wp-content/uploads/converted_files/16032/16032-thumb.jpg (immagine aggiunta)
Ogni lucida analisi, fondandosi sulla sola ricerca della verità, trattenendosi dal cedere all’emozione o alla passione, non può che giungere alla seguente conclusione: il Vaticano sta vivendo un periodo davvero micidiale. Le incomprensioni, i dubbi, le contraddizioni, le divisioni si moltiplicano nel seno del mondo cattolico, avendo come particolare causa la posizione del papa. Facciamo qualche esempio.

Le ripetitive asserzioni di Francesco, concernenti l’islam, che non avrebbe nulla a che vedere col terrorismo, diventano per molti un vero problema, o addirittura uno scandalo. La persecuzione o la morte di numerosi cristiani, dalla Nigeria all’India, dal Sudan al Pakistan, dal Medio Oriente alle Maldive, dall’Europa occidentale all’Indonesia, dall’Australia all’America Latina, ci mostra quanto l’islam abbia a che vedere col terrorismo, e come abbia concretamente dichiarato una guerra mondiale contro i cristiani. Le negazioni del papa sono ormai per molti, irricevibili.
Le dichiarazioni ambigue di Francesco sull’omosessualità, a riguardo di questo stato, non convengono più al grande mondo: gli omosessuali le trovano troppo timorose, e i cattolici fedeli alla dottrina tradizionale della Chiesa, su questo tema di estrema gravità, le trovano incomprensibili. Numerosi cattolici si chiedono: ma l’omosessualità, rimane, sì o no, un grave disordine, come dice esplicitamente il Catechismo della Chiesa cattolica? Se le lobby LGBT non devono più essere condannate, ma devono essere accolte, il Vaticano ce lo dica chiaramente, e che il Catechismo venga di conseguenza modificato. Oggigiorno la nebbia che avvolge questa questione turba, divide e scandalizza una parte importante del mondo cattolico.
La recente modifica del Catechismo della Chiesa cattolica, relativa alla pena di morte, è scioccante, tanto per la forma che per la questione di fondo. Essa è stata introdotta nel mezzo dell’estate, senza alcuna concertazione, con una decisione autoritaria di Francesco. Pazienza per la forma, ma per quanto riguarda la questione di fondo, il testo redatto dopo anni di riflessione da Giovanni Paolo II, notevolmente particolareggiato e misurato, viene rimpiazzato brutalmente da un testo in cui la scrittura lascia a desiderare, mostrando una patente contraddizione con il testo d’origine. Tutto ciò significa, dunque, che San Giovanni Paolo II si era sbagliato su quel soggetto, perché le condizioni generali prese in considerazione per l’elaborazione del testo non sono in realtà cambiate. Notiamo tuttavia che numerosi commentatori hanno sottolineato che se il testo iniziale doveva essere modificato, sarebbe stato più realistico indurirlo, piuttosto che abrogarlo. Siccome la modificazione introdotta di nascosto dal papa non è il frutto di qualche discussione, il necessario dibattito su tale argomento non avrà luogo. Ad ogni modo, questa piccola notizia del Catechismo può avere conseguenze molto gravi per tutto questo secolo, come hanno sottolineato un certo numero di dignitari politici e religiosi di tutto il mondo. Ancora una volta il dubbio, l’incomprensione e la divisione sono all’opera. (Il fatto è che, nella dichiarazione fatta questa mattina, 3 settembre, da Santa Marta – e diffusa dai vari media -, il papa attribuisce ad altri la colpa delle divisioni, con epiteti molto forti. Ndt).
C’è poi il recente affare McCarrick, il nome del più solforoso cardinale di Washington, molto vicino al papa, che mette direttamente in causa quest’ultimo. Le linee di difesa dei suoi sostenitori, sono a dir poco catastrofiche, perché basate sia sull’inesattezza, che sulla menzogna. Si sono visti in modo particolare dei cattolici, considerati come degli intellettuali deboli, indicare, papale papale, che gli accusatori del papa, in modo particolare il nunzio apostolico al centro delle rivelazioni sulle drammatiche sregolatezze sessuali di McCarrick, non sono bianche come la neve; i cattolici conservatori utilizzano la questione per destabilizzare il papa; mentre quest’ultimo agisce con prudenza e intelligenza, e che gli si deve essere grati, eccetera. Questo modo di agire, basato sul solo valore di giudizio soggettivo, come sulla menzogna pura e semplice, consiste nello scansare, per delle ragioni bassamente ideologiche, l’implacabile realtà. Tutto ciò e altamente problematico, venendo dal centro del cattolicesimo, che dovrebbe dunque avere per solo obbiettivo la ricerca della Verità, qualunque essa sia e a qualsiasi prezzo. Ciò detto, Francesco si trova nel cuore di un uragano devastante per lui, essendo che la sua comunicazione su questo argomento non può più essere contestabile. in effetti, la sua risposta al rapporto del nunzio Viganò è stata la seguente: “Ho letto questa mattina questo comunicato, ora fatevi voi il vostro giudizio. Io non dirò una sola parola a questo riguardo”. Una tale risposta va in senso contrario a tutta la comunicazione pontificia sulla trasparenza e l’esigenza di verità, lasciando gli osservatori, così come i credenti, perplessi o costernati.
Il cardinale Müller, il più rilevante prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, messo in guardia dal papa nel 2017, faceva sapere in un recente incontro, che il rischio di uno scisma nella Chiesa stava diventando preoccupante. È vero che le posizioni di Francesco su numerosi argomenti diventavano indecifrabili.
Possa la Chiesa cattolica, composta di tanti preti e laici santi, ma che appare ormai come l’ultimo baluardo contro le forze della distruzione della Creazione, conservare o ritrovare una chiarezza di dottrina e di pratica, tanto disastrata in questo momento!
François Billot de Lochner
Dal sito francese di Liberté politique
Traduzione di Claudio Forti
Articolo redatto da François Billot de Lochner  – 31 agosto 2018

Magistero o privato cittadino? Elementi per comprendere

bergoglio
Dottrina Sociale di Stefano Fontana.
La questione, però, diventa ancora più spinosa quando si prendono in esame non le libere esternazioni del Papa come privato cittadino, ma i suoi documenti ufficiali e specialmente le sue encicliche. Il prof. Woodall non indica solo una questione di metodo ma anche di contenuto. Il metodo di partire dalla situazione influenza infatti anche il contenuto di un’enciclica. Del resto, è Papa Francesco stesso che ci dice di leggere le sue encicliche come un tutt’uno, ma come possiamo farlo se una parte di esse dipende dalle correnti ideologiche del momento e non è magistero?
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Nella Dottrina sociale della Chiesa i Pontefici mettono in gioco il loro ruolo di successori di Pietro e quindi quanto insegnano è vincolante per i fedeli. Ma è tutto vincolante? Il prof. George J. Woodall, che insegna al Regina Apostolorum e all’Angelicum, fa chiarezza sul punto nel suo ultimo manuale di dottrina sociale della Chiesa di cui ho già parlato (vedi qui). Senza mezze parole egli dice: “Occorre distinguere molto bene la dottrina sociale vera e propria dalle semplici opinioni personali di un pontefice sulla portata di certi sviluppi storici e da affermazioni di stampo scientifico-tecnico, due realtà che restano nettamente al di fuori della competenza del Magistero della Chiesa, che si limita a dottrina o insegnamenti de rebus fidei et morum.
Dunque le riflessioni di Giovanni Paolo II sul significato dell’anno 1989, anno del crollo del comunismo e del socialismo reale nell’Europa orientale, non fanno parte della Dottrina sociale della Chiesa, come egli stesso riconobbe. Altrettanto estranee a questa dottrina sono le affermazioni che sembrano constatare una ‘conferma papale’ del riscaldamento climatico, che invece è un fenomeno da verificare in base a studi scientifico-tecnologici seri e che di per sé non è di competenza del Magistero della Chiesa” (p. 20).
Così posta, la questione è di chiarezza cristallina. Però ci si chiede allora perché Papa Francesco esprima così largamente le proprie opinioni su questioni sociali, economiche e politiche contingenti. Perché si dedichi così spesso ad interviste a quotidiani e a settimanali. Perché esprima valutazioni su questioni complesse di ordine storico e profano nel giro di una battuta di poche parole. E ciò che sto dicendo per il Papa si potrebbe dire anche di tanti cardinali e vescovi. Certamente, il Papa non deve parlare solo in forma solenne e si comprende che molti suoi interventi di tipo pastorale sono resi necessari dalle relazioni che gli intrattiene, però forse dovrebbero essere più contenuti per non correre il rischio che il fedele prenda per insegnamento pontificio un giudizio su Trump o una valutazione su Lula. La cosa produce solo confusione.
La questione, però, diventa ancora più spinosa quando si prendono in esame non le libere esternazioni del Papa come privato cittadino, ma i suoi documenti ufficiali e specialmente le sue encicliche. Mentre la risposta ad un giornalista non si presenta come magistero, una enciclica sì. Se prendiamo per esempio la Laudato si’ si nota la presenza di pagine e pagine a descrivere e valutare il fenomeno del cosiddetto “riscaldamento climatico”, con espressioni e modalità largamente dipendenti da alcune correnti di pensiero sociologico e scientifico sull’argomento che, in questo modo, vengono indebitamente avvalorate rispetto ad altre che sono con esse in competizione. Il punto è che a partire da queste ricostruzioni sociologiche il Papa conduce poi delle riflessioni anche di tipo teologico, che però poggiano su un fondamento inadeguato. Non è da pensare che l’esposizione della situazione del riscaldamento globale rimanga a se stante, perché altrimenti sarebbe inutile farla, essa invece si inserisce organicamente nel complesso dell’enciclica e fornisce il “punto di vista” ermeneutico che si incrocia con quello dottrinale, condizionandolo.
Segnalando questo grave problema, il prof. Woodall non indica solo una questione di metodo ma anche di contenuto. Il metodo di partire dalla situazione influenza infatti anche il contenuto di un’enciclica. Del resto, è Papa Francesco stesso che ci dice di leggere le sue encicliche come un tutt’uno, ma come possiamo farlo se una parte di esse dipende dalle correnti ideologiche del momento e non è magistero?
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Non è vero che Papa e Pastori hanno sempre ragione


Da un bellissimo articolo del professore Stefano Fontana, vedi qui, vogliamo offrirvi questa catechesi sulla vera OBBEDIENZA al Papa ed ai Pastori, la quale non è in funzione delle proprie opinioni personali, ma è riferita esclusivamente ALL’OBBEDIENZA AL CRISTO e al Progetto di Dio per gli Uomini a riguardo, appunto, della Redenzione.
Da qui si parla di DOTTRINA e di dottrina sociale della Chiesa alla quale, togliendo la dottrina, resta uno sterile sociale al quale non dobbiamo affatto obbedire, se questa si distaccasse dalla pura dottrina.
Cliccare qui per il video catechetico, mentre a seguire in formato testo, è l’articolo di Fontana: “Osservatorio Internazionale cardinale van Thuân sulla Dottrina Sociale della Chiesa del quale Direttore è il prof. Stefano Fontana; Presidente è l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste – Via Besenghi, 16 – 34143 Trieste”

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