Se l’ateo Dawkins rimpiange il cristianesimo
Il cristianesimo sta sparendo, ma non c’è da festeggiare, perché sta per essere sostituito da qualcosa di peggio: l’Islam.
Parola di Richard Dawkins, il super-ateo biologo evoluzionista, acerrimo nemico delle religioni, il quale invita tutti coloro che si rallegrano degli spasmi finali della religione cristiana a non festeggiare, perché in realtà il posto del cristianesimo, dice, sta per essere preso da una religione, quella islamica, che non solo è molto meno benigna, ma è «la più malvagia del mondo».
Dawkins, membro onorario della National Secular Society, vicepresidente della British Humanist Association e autore del best-seller The God Delusion (L’illusione di Dio), ha fatto le sue affermazioni commentando un articolo del Guardian su recenti sondaggi secondo i quali il 70 per cento degli abitanti del Regno Unito di età compresa tra i 16 e i 29 anni non si identifica con nessuna religione, il 59 per cento di loro non frequenta mai servizi religiosi e quasi i due terzi non pregano mai.
La ricerca, pubblicata dal docente di teologia e sociologia Stephen Bullivant della St. Mary’s University di Londra, trova riscontro in altri paesi europei. Svezia, Paesi Bassi e Repubblica Ceca mostrano percentuali ancora più elevate di giovani che non aderiscono ad alcuna religione, ma le cose non sono molto diverse in Francia, Belgio e Ungheria, dove coloro che sentono di non appartenere ad alcuna religione superano il 60 per cento, mentre la percentuale è superiore al 50 per cento, nella stessa fascia d’età, in Finlandia, Danimarca, Norvegia e Spagna.
«Il cristianesimo come consuetudine, come norma, è sparito, e probabilmente se n’è andato per sempre, o per lo meno per i prossimi cent’anni», afferma Bullivant. «Le identità culturali e religiose culturali non sono più trasmesse dai genitori ai bambini. Semplicemente sono lavate via».
Se si tiene conto del tasso di natalità dei musulmani, notevolmente più alto di quello degli atei e dei cristiani, è facile prevedere come andranno le cose in Europa nel prossimo futuro ,ed è a questo proposito che un’inattesa difesa del cristianesimo arriva da Dawkins, il quale, nonostante in passato abbia ripetutamente sostenuto che i governi hanno il dovere di «proteggere» i bambini dall’essere indottrinati da qualsiasi religione nella quale i loro genitori sono cresciuti, ora afferma che, tutto sommato, il cristianesimo europeo ha funzionato «da baluardo contro qualcosa di peggio».
Da che cosa nasce la preoccupazione di Dawkins? Semplice. «Per quanto ne so – spiega – non ci sono cristiani che fanno esplodere edifici, né sono a conoscenza di kamikaze cristiani. E non conosco alcuna grande confessione cristiana che creda che la pena per l’apostasia debba essere la morte».
Questa non è certamente la prima volta che Dawkins esprime valutazioni del genere sull’Islam. Come scrive Lifesitenews (https://www.lifesitenews.com/news/richard-dawkins-benign-christianity-is-about-to-be-replaced-by-something-wo), lo scorso luglio la KPFA Radio di Berkeley, in California, annullò un’intervista con lo scrittore, già programmata, dopo aver ricevuto denunce circa alcuni commenti di Dawkins sulla religione islamica. Al che l’ateo Dawkins, facendo propria una domanda che certamente non è solo sua ma anche di tanti cristiani, chiese: «Perché va bene criticare il cristianesimo ma non l’Islam?».
Già, perché?
Aldo Maria Valli
BIBI E ERDOGAN ATTACCANO LA SIRIA. SI SONO COORDINATI?
Voltafaccia anti-Mosca?
Nel frattempo – come ha sottolineato l’esperto militare russo Yuri Liamin, “ la Turchia sta ora minacciando di avviare una nuova operazione militare contro i curdi siriani. Questa operazione potrebbe portare a un reale controllo turco su una parte significativa della Siria settentrionale. È improbabile che tale sviluppo piaccia alle autorità siriane e al suo alleato iraniano “. Ebbene: queste operazioni turche sono già in corso, anche se con esitazioni perché le forze urche non hanno mostrato grande capacità, anzi subito perdite, contro i curdi. “Circa 35 carri armati turchi ed armamenti pesanti portati su autocarri hanno traversato il posto di frontiera di Jarablus la sera” del 21 dicembre, annunciava l’Osservatorio su Diritti Umani in Siria (il discusso centro di Londra).
E a questo punto non ci si può esimere dal sospettare che Erdogan si muove in coordinamento con Israele – e la complicità di Trump – in una offensiva indipendente ma congiunta, allo scopo di smembrare la Siria e di incamerare il Nord siriano alla Turchia. Nel calcolo che le forze siriane e i suoi allleati, Hezbollah e l’Iran, siano vicine all’esaurimento.
Un voltafaccia di Erdogan contro Putin è ventilato con precisione nell’articolo del meglio informato corrispondente sul nido di vipere siriano, Elijah Magnier: “Andandosene [dalla Siria] Trump tende una trappola alla Russia, alla Turchia e all’Iran in Siria”. Rimando all’articolo integrale tradotto in italiano, ma ne riprendo i passi-chiave:
“Il veloce ritiro americano è previsto e anche ideato per creare, senza dubbio, una iniziale confusione nel triangolo Turchia-Siria-Iraq nei primi mesi. L’ISIS, la Turchia e al-Qaeda potrebbero trarne vantaggio. …“A giudicare da quello che i presidenti Trump e Erdogan si sono detti nell’ultima telefonata, sembra che l’amministrazione americana abbia deciso di lasciare la Siria in mano alla Turchia : non è certo una mossa ingenua. Infatti il Pentagono ha spinto deliberatamente migliaia di combattenti dell’ ISIS nella zona che controlla, verso la sponda del fiume Eufrate, contro l’esercito siriano e i suoi alleati sul fronte di Deir-Ezzour. Questo significa che, in caso di un veloce ritiro americano coordinato con la Turchia, le truppe di Ankara potranno entrare nella provincia curdo-araba di al-Hasaka, cominciando magari da Manbij o Tal Abiad senza incontrare resistenza da parte dell’ISIS perché nella zona non ci sono i suoi militanti.
“In caso di un attacco turco improvviso , le YPG ( Unità di Protezione Popolare) curde dovranno precipitarsi contro le truppe turche cercando di frenare la loro avanzata, in attesa dell’aiuto da parte del governo siriano, […] Un tale scenario porterà alla rottura delle relazioni tra la Turchia, la Russia e la Siria. Mosca ha già avvertito la Turchia di non avanzare verso il nord-est della Siria. Un avanzamento della Turchia o anche dei suoi alleati jihadisti in Siria, concentrati al confine delle province controllate dai curdi, rimetterà in discussione le relazioni tra Mosca e Ankara e tra Mosca e Damasco. Un tale riassetto può soltanto essere evitato se il presidente Erdogan resiste alla tentazione di invadere (il nord-est siriano) e finisce con l’accondiscendere al desiderio russo di discutere il futuro della zona dopo la partenza americana”.
Magnier paventa esplicitamente un “ piano unilaterale della Turchia per entrare in Siria, senza un coordinamento con la Russia”. Erdogan ha espresso proprio questa intenzione, fra l’altro minacciando Parigi di “conseguenze” se non ritira la presenza militare francese presso i gruppi curdi ad est dell’Eufrate – e ribadendo la sua volontà di invadere l’est dell’Eufrate e “spazzar via le forze curde e quelli che le sostengono” – con il proposito vero di occupare per sempre il Nord della Siria. Erdogan insomma persegue sempre ed ancora lo stesso progetto di smembramento in cui fu utile complice di Parigi e Londra, della NATO e di Obama, e per il quale fu creato armato, addestrato (e pagato dai sauditi) l’ISIS, e furono inventate le note accuse della propaganda occidentale.: “Assad gasa il suo stesso popolo”, “usa armi di distruzione di massa” (richiedenti intervento umanitario immediato), Assad massacra l’ennesimo ospedale dei bambini ad Aleppo, la candidatura al Nobel per i Caschi Bianchi così buoni…tutte cose strombazzate dalla tv italiana, come sappiamo.
Silenzio sul rapporto ONU contro i Caschi Bianchi
Sicché ora i TG italiani – come tutti gli altri del resto – hanno taciuto la presentazione del gruppo di studio delle Nazioni Unite, che il 20 dicembre ha intrattenuto i giornalisti per più di un’ora, documentando il vero volto dei “soccorritori” Caschi Bianchi: furto d’organi, saccheggi, collaborazione criminale coi cecchini islamisti, messa in scena dei finti salvataggi….Il tutto corroborato da deposizioni di oltre cento testimoni oculari intervistati sul campo dalla Fondazione Onu. Si va da un capo-infermiere di Aleppo che vede il corpo di un suo vicino, rimandato dalla Turchia dove i Caschi Bianchi l’avevano trasportato per “curarlo” : “Ho sollevato il lenzuolo e ho visto una grossa ferita tagliata dalla gola allo stomaco … l’ho toccato con la mano e ho capito che non c’erano più organi”. Fino al siriano Omar al-Mustafa, un civile, simpatizzante loro perché ostile al regime di Assad: Ho provato a unirmi ai White Helmets, ma mi è stato detto che se non ero di al-Nusra, non potevano assumermi. Praticamente tutte le persone che lavoravano nei vicini centri di White Helmets erano al-Nusra o erano legate a loro”.
Qui la Goracci può informarsi di quel che ha detto il “panel” ONU, dalla tv delle Nazioni Unite:
Indipendentemente da questo rapporto ONU, è stata rivelato che era falsa anche la storia, così commovente, raccontata da Spiegel sul ragazzi nodi 13 anni Mouawiya Syasneh, il quale avrebbe scatenato la rivoluzione in Siria scrivendo sul muro un graffito: “Assad, tu sei il prossimo!”. Il ragazzino lo aveva intervistato e fotografato il celebre e premiatissimo giornalista tedesco Claas Relotius, che oggi ha confessato di aver inventato praticamente tutti suoi splendidi reportages per Spiegel. La prova finale che le fake news sono prodotte dai media mainstream
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