ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 18 febbraio 2018

Come si fa a cambiare la morale della Chiesa

L'ORA DEL RICATTO



Cambiare la morale cattolica: è l’ora del ricatto. Hanno scoperto il segreto: "chiunque si metta a far la vittima di professione può ottenere qualunque cosa chieda" non è una tecnica particolarmente originale ma funziona sempre 
di Francesco Lamendola  


Non è una tecnica particolarmente originale, ma è una tecnica che funziona praticamente sempre: quella che fa leva sul ricatto morale e che pone l’interlocutore in una situazione di pressione psicologica, facendolo sentire responsabile di eventuali disastri, crimini, disperazioni e suicidi, se non si decide ad approvare, almeno in via di possibilità pratica, ossia come deroga al principio normativo, a ciò che, in perfetta coscienza, non si sente assolutamente di approvare; a ciò che, nel caso del clero cattolico, non è in suo potere approvare.

Senza alcuna vergogna

CHIESA: CAMBIO DI PARADIGMA



Cambio di paradigma nella Chiesa? "L'anatema di San Paolo" nessuno, nemmeno il papa, ha la facoltà di effettuare un cambio di paradigma nella Chiesa, né liturgico, pastorale o disciplinare, né tanto meno teologico e dottrinale 
di Francesco Lamendola  


A proposito di Amoris laetitia, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha detto che l'esortazione è scaturita da un nuovo paradigma che papa Francesco sta portando avanti con sapienza, con prudenza e anche con pazienza. A parte la fastidiosa piaggeria di questi sostantivi, nessuno dei quali è sincero e nessuno dei quali rispecchia minimamente la verità, perché chiunque può vedere, ogni giorno, come l'azione di Bergoglio sia generatrice di confusione, imprudente e precipitosa, oltre che incurante e sprezzante dei sentimenti di milioni di cattolici, il cardinale ha fatto, nella sua foga d'incensare il falso papa, un clamoroso autogol, laddove ha parlato di cambio di paradigma. I casi sono due: o non sa cosa sia un cambio di paradigma, nel linguaggio filosofico e scientifico, a partire dalla pubblicazione del libro di Thomas Khun La struttura delle rivoluzioni scientifiche, nel 1962; oppure, se lo sa, non ha provato alcuna vergogna a dire una cosa gravemente eretica.

Non si aspettavano una resistenza culturale


Papa Francesco e i blog. Un rapporto difficile


Recentemente il Corriere della Sera ha lanciato un titolo sulla sua edizione online, che recitava: Papa Francesco, «I blog che mi chiamano eretico? Conosco chi li scrive e non li leggo».

All'interno Bergoglio dice: «Non posso negare che ce ne siano, di resistenze. Le vedo e le conosco. Ci sono le resistenze dottrinali. Per salute mentale io non leggo i siti internet di questa cosiddetta “resistenza”. So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo, semplicemente per mia salute mentale. Se c’è qualcosa di molto serio, me ne informano perché lo sappia. È un dispiacere, ma bisogna andare avanti. Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile; ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico».

Da queste frasi evinciamo alcune informazioni:

Una lunga storia

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Crisi della Chiesa: I "punti di rottura" del Concilio Vaticano II con la Tradizione della Chiesa - Sinossi


 Crisi della Chiesa: I “punti di rottura” del Concilio Vaticano II con la Tradizione della Chiesa – Sinossi.

Pubblico qui, modificato in diversi punti e ampliato, il § 1.1 della ‘Introduzione’ a: P. Pasqualucci, “UNAM SANCTAM. Studio sulle deviazioni dottrinali nella Chiesa Cattolica del XXI  secolo”, Solfanelli, Chieti, 2013, pp. 437; pp. 10-18.
I “punti di rottura”da me elencati sono 26, senza pretesa di completezza.  I primi 12 si ricavano da mons. Brunero Gherardini: “Concilio Ecumenico Vaticano II.  Un discorso da fare” (2009) e da: “Quod et tradidi vobis – La tradizione vita e giovinezza della Chiesa”(2010).  Si trovano già parzialmente anticipati nel fondamentale testo di Romano Amerio, “IOTA UNUM. Studio delle variazioni della Chiesa cattolica nel secolo XX”, 19862.  Senza dimenticare, ovviamente, il contributo essenziale  del primo acuto e preciso critico del Concilio, già durante lo stesso Concilio: mons. Marcel Lefebvre, “J’accuse le concile!”(1976); “Ils l’ont découronné (1986). Né le ulteriori, approfondite analisi critiche raccolte negli Atti dei Convegni di “sì sì no no” e del “Courrier de Rome”, organizzati dalla FSSPX; né gli importanti contributi  di Don J.M. Gleize FSSPX, del quale voglio ricordare qui, tradotto in italiano:  “Vaticano II Un dibattito aperto. Questioni disputate sul XXI Concilio Ecumenico, Editrice Ichthys, 2013.  La critica seria e documentata al Vaticano II ha ormai una lunga storia.     

Mai come oggi




Don Barsotti ci spiega come mai la Chiesa non ha mai parlato come oggi, ma mai come oggi la sua parola è stata così priva di efficacia


Selezionato dagli scritti di don Divo Barsotti
La Chiesa da decenni parla di pace e non la può assicurare, non parla più dell’inferno e l’umanità vi affonda senza orgoglio. Non si parla del peccato, non si denuncia l’errore. A che cosa si riduce il magistero? Mai la Chiesa ha parlato tanto come in questi ultimi anni, mai la sua parola è stata così priva di efficacia. “Nel mio nome scacceranno i demoni …”. Com’è possibile scacciarli se non si crede più alla loro presenza? E i demoni hanno invaso la terra. La televisione, la droga, l’aborto, la menzogna e soprattutto la negazione di Dio: le tenebre sono discese sopra la terra. […].

“Color che son sospesi”

Il caso del convento di San Marco: i retroscena (seconda parte)




(di Tommaso Monfeli) Nello scorso numero di “Corrispondenza Romana” abbiamo raccontato le travagliate vicende che hanno portato il Convento domenicano di San Marco a Firenze sull’orlo della chiusura, ricordando le due risoluzioni del Capitolo Provinciale del 2013 e 2017 e le reazioni (quasi tutte contrarie alla soppressione) che hanno suscitato nell’opinione pubblica.

Prima di volgere lo sguardo al presente, dobbiamo precisare che la proprietà dei locali abitati dai frati è della Diocesi e non dello Stato; questo dato non è affatto indifferente, come vedremo in chiusura dell’articolo. Ritorniamo alla narrazione ed al cardinal Betori, protagonista di un intervento che, nel 2015, aveva scongiurato la chiusura del Convento; purtroppo, di fronte alla nuova risoluzione del 2017, egli sembra avere un atteggiamento più passivo ed attendere la decisione del Generale domenicano, che è sì il decisore ultimo da un punto di vista giuridico, ma pur sempre decisore su una realtà che è collocata nell’Arcidiocesi fiorentina.

Via Trucis

LA BONINO ANCORA IN UN LUOGO SACRO
Il tour di Emma fa tappa nella Basilica dei napoletani



Napoli è spesso all’inizio e alla fine di tante cose: degli amori, delle guerre, dell’ignoranza, della cultura, delle rivoluzioni, della resistenza. Anche per questo l’occasione di ieri, che ha visto intervenire Emma Bonino presso l’Ipogeo della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio, ha destato nei napoletani più accorti una certa preoccupazione.

sabato 17 febbraio 2018

La nostra perseveranza nella vera fede vinca il male

Santa Madre, deh, voi fate…

che noi si fugga da questa falsa Chiesa
fucina di peccati!





Ottienici la grazia, o Santa Masdre di Dio, di poter fuggire questa falsa Chiesa che è ormai diventata una fucina di peccato;a imitazione di Lot, ottienici di poterci mettere in salvo e di avere la forza di abbandonare al loro destino coloro che guardano a questa fonte di perdizione che è diventata quella che un tempo era la Chiesa di Cristo;fa', o Vergine Santissima, che la nostra resistenza e la nostra perseveranza nella vera fede vinca il male che si insinua nel Corpo Mistico del tuo Divino Figlio.
Ogni giorno che passa, un nuovo male sorge in questa falsa Chiesa che si fa chiamare ancora Chiesa cattolica e noi siamo costretti a denunciarlo per non farci complici di esso e dei falsi cattolici travestiti da preti.

Guarda caso








L'IMPERO DELLA SOZZURA


Stato liberale asservito alle logiche delle lobby Lgbt. Rotto il patto padri/figli: da dove viene "l’impero della sozzura" che ci è stato imposto e nel quale siamo costretti, per legge, a razzolare, come tanti maiali nel brago? 
di Francesco Lamendola  

 

Da dove viene l’impero della sozzura che ci è stato imposto e nel quale siamo costretti, per legge, a razzolare, come tanti maiali nel brago? L’ultima nuova del totalitarismo politcally correct arriva dal Piemonte e la segnala, sul suo sito, l’ottimo Maurizio Blondet: un magistrato ha tolto la figlia a una coppia e l’ha dichiarata adottabile con la motivazione che la sua mamma, avendo 57 anni, è stata giudicata troppo vecchia per allevarla; in compenso, un noto politico italiano, esponente della sinistra radicale e quindi, in teoria, di quella sinistra che dovrebbe stare sempre dalla parte dei più deboli, a 58 anni, può tenersi benissimo il bambino che è andato ad acquistare all’estero, per crescerlo felicemente insieme a suo “marito”.
Crediamo che la ragione principale di tanta decadenza morale stia nella rottura del patto generazionale fra padri e figli. E a rompere il patto, contrariamente a quel che può apparire, sono stati soprattutto i padri. I figli, certo, mediamente parlando, non si sono mostrati all’altezza di prendere la loro vita nelle proprie mani, di costruire quel che dovevano costruire, di occupare degnamente il loro posto nella società, assicurando la necessaria continuità da una generazione all’altra, e tenendo il posto caldo e protetto per i nipoti che verranno. Ma è stata tutta colpa loro? O non è forse vero che i loro padri, cioè quelli che oggi hanno, press’a poco, l’età di quel tale politico italiano che si procura il figlio comprandoselo al fiorente mercato delle donne bisognose, hanno tradito il patto essi per primi, vale a dire che hanno trascurato di svolgere la loro parte, di assumersi il loro ruolo educativo, di trasmettere i giusti valori ai loro figli; che sono stati egoisti, latitanti, e hanno preferito pensare alla palestra, all’estetista, ai viaggi e alle automobili, piuttosto che star vicino ai loro figli piccoli e poi adolescenti, e trasmettere loro, con amore e con autorevolezza, tutto ciò di cui essi avevano bisogno per crescere forti e sicuri di sé, sapendo che la vita  è una battaglia, ma che quella battaglia la si può e la si deve vincere, anzitutto contro le proprie cattive tendenze, conferendole un significato ben più alto che inseguire gli stupidi e nocivi miraggi del consumismo? Eppure la generazione di sessantenni, a suo tempo, quei valori li aveva ricevuti, quasi sempre, dai propri genitori e, ancor più, dai propri nonni; per non parlare delle maestre, dei professori, dei preti, della società nel suo complesso. Fino alla vigilia del boom, e, guarda caso, fino alla vigilia delle due rivoluzioni culturaliquella religiosa del Vaticano II, e quella politica e giovanile del 1968,

Non occorre indagare a lungo..

VI ACCUSO DI "TRADIMENTO"



Vi accuso di spregevole tradimento nei confronti di Gesù Cristo, del gregge che vi è stato affidato e della vostra coscienza ammesso che ne abbiate ancora una.Tutte buone le false religioni? La fede per il credente è la Verità 
di Francesco Lamendola  

 

Cari neopreti, neovescovi e neocardinali della neochiesa massonica e modernista che oggi impazza e sfigura la vera Chiesa di Gesù Cristo, una, santa, cattolica e apostolica: c’è una sola parola che può definire quel che state facendo da parecchi anni in qua, diciamo a partire dal Concilio Vaticano II. Sia che abbiate piena e intera consapevolezza, se avete una certa età, quella del falso papa Bergoglio, o qualche anno in meno; sia che siate più giovani e, pur non avendo mai celebrato, di persona, la santa Messa vetus ordo, né conosciuto personalmente la Chiesa di prima del Concilio, nondimeno siete certo consapevoli, e persino fieri, di aver interpretato la “rottura” e perciò sapete a che cosa avete voltato le spalle e verso cosa state andando, e trascinando con voi il popolo dei fedeli.Questa parola è tradimento. 

La "krisis"

Come essere oggi "minoranza creativa". L'esempio dei cristiani dei primi tre secoli


Caro Magister,
il suo articolo sulla "opzione Benedetto" coglie davvero una questione centrale – "la" questione centrale, direi – del cristianesimo contemporaneo: come vivere da cristiani in un mondo non (più) cristiano.
È stato anche il problema della Chiesa dei primi secoli: come vivere da cristiani in un mondo non (ancora) cristiano.
C’è un fattore, che alla coscienza dei cristiani di allora è stato molto presente e invece oggi si tende a non riconoscere più, mentre è determinante nel modo di affrontarlo: è quello della "krisis", cioè del giudizio che è capace di "mettere in crisi" la cultura mondana, e della "chresis", cioè della capacità di "usare nel modo giusto" ciò che tale cultura possiede ma non sa più usare correttamente.
La cosiddetta "opzione Benedetto" supera il rischio di diventare una autoghettizzazione se – come credo sia nella mente dell'autore – è armata di questa forte "capacità critica", che è il contrario della chiusura, anzi è la vera forma di dialogo col mondo che i cristiani, esplicitamente chiamati da Cristo ad essere lievito, sale e luce del mondo, possono e devono condurre.
Su questo tema della "krisis/chresis" con altri studiosi dei Padri della Chiesa sto lavorando da diversi anni.

Rigidi & farisei

Niente più preti e chiese chiuse, sogno di un parroco progressista


                           Uno dei cartelli ironici appesi fuori da una chiesa a Bagni di Lucca

C’è un posto, in Italia, dove hanno dovuto chiudere tutte le chiese per mancanza di preti. Si tratta di Bagni di Lucca, in provincia, ovviamente, di Lucca. Ma è l’intera diocesi a soffrire, anche perché i sacerdoti rimanenti cominciano ad essere anziani e certi devono coprire da soli più parrocchie. Non poche tra queste sono distanti tra loro, alcune sono in montagna, così che il prete deve fare la spola. Il che significa che deve avere un’auto sempre in efficienza e una buona salute.

venerdì 16 febbraio 2018

La volontà ostinata

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Padre nostro



Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli… non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male (Mt 6, 9.13).

È il Signore stesso che ci ha insegnato a pregare, sia con la dottrina che con l’esempio. La prima parola della preghiera cristiana per eccellenza, che in prossimità del Battesimo è consegnata ai catecumeni, manifesta la condizione propria del battezzato, l’inaudita figliolanza divina. Il diletto Unigenito, Figlio eterno per natura, ci ha resi figli per partecipazione mediante l’incorporazione a Sé. Nel Vangelo il comportamento stesso del Messia è rivelatore: Egli non prega mai insieme con i discepoli, ma sempre da solo; la Sua relazione con il Padre è assolutamente unica e irripetibile, pur potendo essere comunicata per grazia, motivo per cui insegna loro come rivolgersi a Lui. Tale istruzione proviene proprio da Colui che, facendosi uomo, ci ha dischiuso le insondabili profondità della vita trinitaria al fine di aprircene l’accesso con la fede e i Sacramenti.

La nuova traduzione del Pater noster, che in Francia è già entrata nell’uso liturgico con la prima Domenica di Avvento, è stata presentata come un tentativo di rendere il testo originale in modo più adeguato alla mentalità contemporanea. La vecchia traduzione della penultima domanda – si ripete – non era errata, ma poteva provocare degli equivoci, facendo pensare che Dio stesso sia origine della tentazione. Personalmente posso testimoniare che, da quando la recito, un’idea del genere non mi hai nemmeno sfiorato, come moltissimi cattolici praticanti. Il problema potrebbe sorgere per quanti hanno scarsa familiarità con la fede, ma credo proprio che non si arrovellino per questo genere di questioni. La difficoltà nasce piuttosto per chi prega abitualmente ed è quindi intimamente legato alla lettera di determinate formule, specialmente se provengono direttamente dal Vangelo: continui cambiamenti non aiutano certo a crescere nell’unione con Dio.

Il ribaltamento della Dottrina Cattolica su “La Chiesa”

No santo Padre Francesco! La Chiesa non è “il” popolo


«Dite al Papa che per me, dopo Gesù, non c’è che lui. E che la testa che Dio ci ha dato noi la useremo non solo per metterci un cappello…» (sant’Ambrogio)
Ma insomma: la Chiesa è “popolo di Dio in cammino” si o no? Che cosa di sbagliato sta dicendo il Papa gesuita? La confusione è tanta ed è stata generata proprio dalle false interpretazioni (e da certa ambiguità nel testo) a quel testo conciliare che Papa Francesco suggerisce, ai suoi compagni gesuiti in due dialoghi distinti a loro riservati, tenuti in Cile ed in Perù lo scorso gennaio, qui per il testointegrale.
Precisando bene che noi non siamo “maestri” di nulla, ma solo coloro che cercano di vivere e di trasmettere “quanto abbiamo ricevuto” della sana Dottrina, vogliamo sottolineare questa confusione e delineare i veri contorni. La risposta è “Sì” se parliamo di “un popolo in cammino NELLAChiesa”; ma la risposta è anche “No” se si vuole intendere che “La Chiesa E’ IL popolo in cammino”. La Chiesa è Madre ed è per il popolo che vuole lasciarsi redimere, ma non è il popolo “che salva”.
Purtroppo, questa falsa dottrina sul “popolo in qualità di Chiesa” è eresia Modernista sposata in blocco dall’ala progressista del nuovo gesuitismo fondato negli anni ’70 proprio da Pedro Arrupe e dalla teologia moderna fatta propria dal gesuita Karl Rahner, vedere qui. Tempi in cui il giovane studente Jorge Mario Bergoglio muoveva i suoi primi passi denunciando la Teologia della Liberazione, ma sposando quella del popolo.

Razzismo alla rovescia

LA CHIESA "INTERNAZIONALISTA"


La Chiesa è universale non internazionalista. La favola creata da Soros & Bergoglio sui profughi. "Non è bene dare il pane destinato ai propri figli al primo sconosciuto" sono parole di Gesù non di un razzista o di un fascista 
di Francesco Lamendola  

  

Ci siamo interrogati a lungo su che cosa possa aver prodotto l'imponente fenomeno culturale che è sotto gli occhi di tutti: un vasto settore del clero cattolico che non si sente più italiano, che se ne frega di quel che pensa la maggioranza degli italiani, del loro disagio, della loro legittima e sacrosanta preoccupazione, e che ha occhi, orecchi e soprattutto cuore solo per i cosiddetti migranti, per i falsi profughi, dei quali è pronto a scusare e giustificare ogni atto di delinquenza, ogni comportamento prepotente e incivile, perché, poverini, sono dei disperati che fuggono da guerra e fame, anche se non è vero niente, è una favola creata da Soros & Bergoglio, basta guardarli, tutti maschi giovani e sani come pesci, niente affatto denutriti, niente affatto feriti dalle granate, che hanno lasciato indietro, vigliaccamente, le madri, le le fidanzate, i bambini e i vecchi. Altro che il pius Aeneas, che fuggì da Troia in fiamme portando sulle spalle il vecchio padre, Anchise, e tenendo stretto per mano il figlioletto Ascanio; e che, quando si accorse che la diletta sposa Creusa non era più con loro, tornò indietro, ripercorse le strade già invase dal nemico, rischiò cento vole la vita nel vano tentativo di ritrovarla. 

In^cul^care: dalla teologia alla politica

LE NUOVE DIRETTIVE UNESCO PER CORROMPERE I BAMBINI

L’UNESCO (che è l’agenzia “culturale”” dell’ONU) ha appena pubblicato le direttive globali per i nuovi standard di educazione sessuale da impartire in tutte le scuole ed asili infantili dell’Occidente. Firmata dalla direttrice generale dell’UNESCO, l’ebrea francese Audrey Azoulay, che è stata ministra della “cultura” per Hollande, che l’ha piazzata all’ONU prima della caduta.
Fra le cose curiose del testo, c’è che la direttive della “nuova educazione sessuale” , l’UNESCO dice che s’inserisce nel programma politico dell’ONU per il 2030 sullo “Sviluppo Sostenibile” (sic).

Teobucology

Benedizioni gay, alta tensione tra cardinali


È battaglia nell’area germanofona della Chiesa sulla benedizione alle coppie omosessuali, discussione lanciata dal vicepresidente della Conferenza Episcopale tedesca, mons. Bode, e in qualche misura avallata e condivisa dal presidente della Conferenza il card. Marx. Dopo la pesante condanna del card. Josef Cordes, già prefetto di Cor Unum, c’è stata la condanna di mons. Laun, l’emerito di Salisburgo, le cui dimissioni di prammatica sono state accettate a velocità straordinaria dal Pontefice.
Ma contro di lui si è levata la voce del card. Christoph Schoenborn, di Vienna e degli altri vescovi della conferenza episcopale austriaca, notoriamente progressisti. Laun aveva parlato di azioni contro i comandamenti di Dio, e aveva citato fra gli altri lo sterminio programmato nei campi di concentramento e le organizzazioni di criminalità organizzata. Schoenborn ha dichiarato che “Non è certamente accettabile menzionare il valore delle unioni fra persone dello stesso sesso e la mafia o i campi di concentramento, come sfortunatamente è accaduto.

Ascesa verso Gerusalemme

DOMINE, UT VIDEAM! La cecità spirituale dei Dodici ed il miracolo della guarigione del cieco: una lezione evalgelica per questi tempi di tribolazione



In quel tempo Gesù, presi in disparte i dodici, disse loro: «Ecco noi ascendiamo a Gerusalemme e si adempiranno tutte le cose predette dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo; egli sarà dato nelle mani dei gentili, sarà schernito e flagellato e coperto di sputi. E, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma risorgerà il terzo giorno». E quelli nulla compresero di tutte quelle cose, ed il senso di esse era loro nascosto e non afferravano quanto veniva loro detto. Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco stava seduto lungo la strada a mendicare; e sentendo passare la folla, domandò che cosa mai fosse. Gli dissero che passava Gesù Nazareno. Allora egli gridò: «Gesù figlio di David, abbi pietà di me». E quelli che precedevano gli gridavano di tacere. Ma lui a gridar più forte che mai: «Figlio di David, abbi pietà di me». E Gesù, fermatosi, comandò che gli fosse condotto. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi ch’io ti faccia?» E quello: «Signore - esclamò - che io veda». E Gesù gli disse: «Vedi; la tua fede ti ha salvato». E subito ci vide e gli andava dietro glorificando Dio. E tutto il popolo, visto ciò, diede lode a Dio. 
Lc XVIII, 31-43

Il Vangelo di domenica scorsa, in cui ricorreva la Quinquagesima, presenta due eventi distinti ma in un certo modo collegati: il richiamo alle profezie della Passione, Morte e Resurrezione del Salvatore da un lato, e dall’altro la miracolosa guarigione del cieco. 

giovedì 15 febbraio 2018

Nel mondo chiuso

IL RIMEDIO

Vaticano, papa Francesco sui blog che lo criticano: "Li conosco, ma non li leggo per la mia salute mentale"




Vaticano, papa Francesco sui blog che lo criticano: "Li conosco, ma non li leggo per la mia salute mentale"















Da cinque anni il pontificato di papa Francesco ha diviso in due anime ben distinte i fedeli cattolici e i teologi: c'è chi lo ama e c'è chi lo odia. Difficile trovare mezze misure, soprattutto nel vasto mondo di commentatori che criticano l'operato di Bergoglio sin dal giorno della sua elezione. Un mondo che ha inevitabilmente scatenato degenerazioni vicine all'insulto, attraverso ad esempio l'uso dei pettegolezzi, che è ciò che più lo ha colpito, come ha lui stesso confessato nei colloqui con i gesuiti del Cile e del Perù riportati su La Civiltà Cattolica e anticipati in estratto dal Corriere della sera.

Sabba suicidario


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Con la sospensione del processo a Marco Cappato si formula una nuova avvincente ipotesi: il suicidio è un diritto garantito dalla Costituzione se la decisione di suicidarsi è stata presa lucidamente e consapevolmente in totale autonomia e libertà. Miracoli del radicalismo, che ruba la morte ai ricchi per darla ai poveri.

Sacrilegi..involontari?


COMUNIONE IN MANO. UN ESPERIMENTO DOCUMENTA LA POSSIBILITÀ DI INFINITI SACRILEGI QUOTIDIANI E INVOLONTARI. PER CHI CREDE ALLA TRANSUSTANZIAZIONE.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, vorrei tornare sul tema della comunione in bocca o in mano con un interessante articolo che ho trovato su Infovaticana, e che propone in maniera molto forte il problema di un involontario sacrilegio. Tutto questo, ovviamente, ha un senso se si pensa che l’ostia divenga realmente corpo di Cristo nella consacrazione; e se lasciamo a discussioni alambiccate e bizantine le tesi fumose di alcuni rozzi e verbosi professorini, influenzati da convinzioni luterane.
Come sappiamo negli ultimi cinquanta anni si è generalizzata la pratica di ricevere la comunione nella mano, per poi consumarla individualmente. In piedi, generalmente; tanto che di recente c’è chi ha lanciato una petizione affinché si torni a usare gli inginocchiatoi per la distribuzione dell’eucarestia.

Ludoterapia linguistica

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La Chiesa e il magico mondo dei giochi linguistici

    «Il matrimonio continua a essere indissolubile, ma non infrangibile». Così ha detto di recente un vescovo abile nel giocare con le parole. Geniale, davvero.
Fa piacere che anche nella Chiesa ci sia chi si diletta con i giochi linguistici, molto utili, fra l’altro, nel curare i disturbi dell’apprendimento.
Un altro bell’esempio arriva dai vescovi dell’Emilia Romagna, che nelle loro preziose «Indicazioni sul capitolo ottavo dell’Amoris laetitia», in particolare nella sezione intitolata «Il discernimento sui rapporti coniugali», dimostrano di essere già piuttosto avanti nell’uso della ludoterapia linguistica.

Quando si vuole negare un miracolo

Atti falsi per smontare il miracolo di Loreto




Quando si vuole negare un miracolo, perché i miracoli non devono esistere, è sufficiente utilizzare testimonianze «suggerite», documenti di dubbia veridicità o persino riconosciuti falsi, dettagli irrilevanti, e fare infine abili congetture.
Così è già stato fatto con i vangeli apocrifi o utilizzando le analisi fatte sui rammendi medioevali della Sindone.

L’ultimo tentativo si riferisce alla traslazione miracolosa della Santa Casa di Loreto che, essendo evento soprannaturale, per renderlo «credibile» si deve spiegare razionalmente.

Il tempo della prova doveva arrivare, ed è arrivato

MAI PERDERE LA SPERANZA



Non dobbiamo perdere la Speranza e pregare: sapevamo che il tempo della prova doveva arrivare, ed è arrivato. Fra le profezie più note si annovera un grande santo, Giovanni Bosco e "il sogno delle due colonne in mezzo al mare" 
di Francesco Lamendola  

  

Lo stato d’animo di gran lunga più diffuso fra le persone che conosciamo direttamente, e anche fra quelle che ci scrivono o ci telefonano da ogni pare del mondo, si può descrivere come una mescolanza di amarezza, frustrazione, sgomento, tristezza e fiera indignazione. Tutte si sentono colpite al cuore, si sentono ferite sino in fondo all’anima, si sentono tradite e abbandonate da coloro nei quali avevano fiducia: dai politici – verso i quali la fiducia era, ed era sempre stata, relativa – e dal clero, verso il quale la fiducia era sempre stata grande. Mai avrebbero immaginato che sarebbe arrivato il momento cui non solo non li avrebbero più capiti, non li avrebbero più riconosciuti, ma in cui loro, proprio loro, le pecorelle fedeli del gregge, sempre obbedienti e mansuete, e più che mai bisognose di ricevere guida e conforto in questi tempi così difficili e perigliosi, sarebbero state rimproverate con durezza dai loro pastori per il loro rifiuto di cambiare, di aprirsi, di aggiornarsi; in cui sarebbero state criticate, denigrate, insultate, con parole taglienti, dai loro vescovi e dal loro papa, in un crescendo d’irrisione e sarcasmo; in cui i loro sacerdoti le avrebbero snobbate, guardate con disprezzo, accusate di essere delle nostalgiche del passato. 

Dobbiamo rassegnarci ?

TRADITI DA STATO E CHIESA


Prigionieri della nostra civiltà ? e buonismo? siamo disarmati dal nostro umanitarismo, ricattati dai politici di sinistra e dai preti che non credono più al Vangelo ma alla "lotta di classe", traditi da chi dovrebbe difenderci di Francesco Lamendola  

 

Quel che è accaduto nella enclave spagnola di Ceuta, il 17 e il 21 febbraio 2017, e poi di nuovo, l’8 agosto, con il muro alto sei metri, che segna il confine con il Marocco, preso d’assolto, in maniera coordinata, da centinaia e centinaia di migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana, parecchi dei quali sono riusciti a oltrepassarlo, oppure a tagliare e sfondare la rete, e passare, così, nel territorio dell’Unione Europea, tutto ciò potrebbe ripetersi, e in forme sempre meno pacifiche e sempre più allarmanti, nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Si tratta di persone che giungeranno sulle coste dell’Europa letteralmente disperate, non perché siano partite da situazioni disperate, ché, anzi, si tratta per lo più di possidenti terrieri pastori benestanti, gente che può permettersi di pagare migliaia di dollari per il “viaggio della speranza”; ma perché, per affrontare l’impresa, essi hanno venduto tutto, si son tagliati i ponti dietro le spalle e non hanno più nulla da perdere, se non la vita, e perciò sono sorrette da una incredibile, fortissima determinazione nel voler arrivare ad ogni costo. S’illudono che, una volta giunti in Europa, troveranno il Paese di Bengodi; così ha fatto credere loro una certa propaganda, una visione distorta ricavata dalla televisione, e, senza dubbio, una mano occulta, che si leva dalle parti di Dubai, di Riad e degli Emirati Arabi, carica di petrodollari e interessata a spingere quanti più islamici possibile in Europa, per favorirne la conquista incruenta da parte dei seguaci di Maometto. Questa è la verità, e non quella che ci raccontano quotidianamente Boldrini, Galantino, Gentiloni e Bergoglio, nonché la maggioranza dei giornali e delle reti televisive: il 95% dei cosiddetti migranti (un tipico neologismo creato ad hoc, per dare il senso della fatalità, della necessità e della inarrestabilità) sono, per usare un eufemismo, dei migranti economici: gente che non proviene da nessuna guerra, da nessuna carestia o altra calamità naturale, anzi, che avrebbe di che vivere più che dignitosamente, e che, nei rispettivi Paesi, viene considerata appartenente al ceto benestante, ammirata e invidiata.

mercoledì 14 febbraio 2018

Parla, il nemico ascolta

PUTIN, ORA PARLO IO


Non ho mai letto libri su di me so già tutto. Il libro descrive tutte le varie tappe della storia degli ultimi 30 anni circa. Alla morale omosessuale dell’occidente si contrappone la riscoperta delle radici cristiane della Russia 
di Maurizio Blondet  


È una biografia scritta da Hubert Seipel, giornalista di lungo corso. È stato corrispondente dall’estero per Stern e Der Spiegel, prima di dedicarsi alla televisione. È stata sua la prima intervista diffusa in tutto il mondo ad Edward Snowden. Dopo avergli dedicato un documentario trasmesso da ARD, la più importante TV pubblica tedesca, Seipel ha intervistato diverse volte Putin. Il libro è il frutto di anni di interviste, analisi, conversazioni, conoscenza. In Italia è stato pubblicato da Piemme.

Non ho mai letto libri su di me. So già tutto”

Il libro è avvincente. Descrive tutte le varie tappe della storia degli ultimi 30 anni circa. Tragedie dolorose come quella del sommergibile Kursk, per poi proseguire con le varie rivoluzioni colorate, a partire da quella della Georgia per finire con quella Ucraina. Al tema delle rivolte nell’est Der Spiegel dedicò due numeri intitolati “SRL DELLE RIVOLUZIONI”. Risalta il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche americane, e dei privati come Soros, in queste operazioni di sovversione.
Putin, personaggio politico che sa ascoltare, rivela subito una capacità di lettura della storia, della strategia e delle mire geopolitiche dell’occidente sulla Russia. Dopo la caduta del muro di Berlino e il successivo disfacimento dell’URSS ci furono parole di cooperazione tra l’occidente e la Russia. Furono discorsi verbali nei quali gli occidentali affermarono che la Nato non si sarebbe mai allargata ad Est per inglobare nella propria organizzazione i paesi che erano appartenuti al Patto di Varsavia. Tutti questi discorsi avevano ricevuto una credibilità dai leader della Russia di allora, quali Eltsin e Gorbaciov. “Sono stati superficiali e adesso non restano che parole al vento”, dice Putin degli ultimi leader dell’URSS. “Purtroppo i discorsi pubblici non hanno il valore di un accordo scritto”.

“Un’ora del millennio”

FILM DI UNA NEOCHIESA ERETICA


"Un bel tacer non fu mai scritto". La dichiarata predilezione di Bergoglio per il film del regista danese Gabriel Axel "Il pranzo di Babette": una sorta di caricatura dell’Ultima Cena, con un banchetto al cui centro c’è l’uomo 
di Francesco Lamendola  

 

Errare humanum est, perseverare diabolicum, si potrebbe dire, a proposito della dichiarata predilezione di Bergoglio per il film del regista danese Gabriel Axel Il pranzo di Babette, del 1987, tratto, a sua volta, dal racconto omonimo, del 1950, delle celebre scrittrice danese Karen Blixen (celebre per via di un altro film tratto da un altro dei suoi libri, La mia Africa; prima, nessuno s’era accorto che fosse una grande scrittrice, e adesso, nonostante il successo clamoroso del film, è tuttora lecito porsi la domanda se lo sia davvero).
Di quel film Bergoglio ha detto in svariate interviste che è il suo preferito; e subito i media lecchini e adulatori si sono gettati sulla sensazionale notizia, accostandola magna cum reverentia alle altre due grandi passioni del papa argentino, il tango e il pallone (se no, che razza di argentino sarebbe; l’ecumenismo va bene solo in ambito strettamente religioso e in funzione anticattolica). Pensate, si sono affrettati a ripetere tutti quanti, partendo da Famiglia Cristiana e arrivando a La Civiltà Cattolica: il papa adora il film Il pranzo di Babette; straordinario, non è vero? 

La neochiesa del vizio

 TROPPO FACILE TROPPO COMODO



Facendo leva sul vizio la neochiesa vuole cancellare la nozione del peccato ed instaurare "l’impero dei sensi" incassando il sostegno dei media, dei progressisti e riscuotendo l’entusiastica adesione dei "peccatori impenitenti" 
di Francesco Lamendola   


 

La caratteristica essenziale da cui si può riconoscere la falsa chiesa apostatica dalla vera Chiesa di Gesù Cristo è che la prima si muove secondo la direttrice di rendere agli uomini le cose più facili, più comode e più umane, nel senso di più materiali e senza confidare nella grazia soprannaturale, vale a dire senza aver veramente fiducia nella partecipazione dell’uomo alla vita divina, il che è puramente e semplicemente un tradimento nei confronti del cristianesimo. O si crede in Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Redentore, o non ci si crede. Se ci si crede, si domanda a Lui tutto ciò che serve per combattere le tentazioni e per innalzarsi al di sopra del fango in cui siano quotidianamente immersi, come conseguenza del Peccato originale e della concupiscenza, la tendenza al male che abbiamo ereditato dai nostri antichissimi progenitori, dopo che ebbero disobbedito e si furono ribellati al Creatore amorevole. Se non ci si crede, allora si dispera di poter vincere le tentazioni e di potersi tirar fuori dal fango della palude; ed è allora che si concepisce l’idea, apparentemente furba, in realtà miserevole e squallida, di poter mutare lo statuto morale del peccato e dichiararlo non più peccato, ma lecita tendenza, spontaneo bisogno della natura umana; e, in nome del diritto della persona alla propria affermazione e alla propria realizzazione, si pretende che chiunque possa arrivare a un accomodamento con le pratiche peccaminose, magari con la benedizione della (falsa) chiesa, in modo da mettere a tacere, o meglio ancora prevenire, eventuali scrupoli di coscienza.