Un Francescano dell'Immacolata ti spiega la divina maternità di Maria come [forse] non ti è stata …
Il titolo di Madre di Dio deve essere compreso alla luce della teologia dogmatica cattolica. Anche in questo caso, e soprattutto in questo caso, ogni libero esame è destinato a fallire miseramente nell’errore e nell’eresia. La luce della dogmatica cattolica, poi, non è una prigione, ma è un telescopio che permette di scrutare orizzonti sempre nuovi, a condizione, però, di accettarne i limiti ed i modi, imposti dalle «istruzioni per l’uso».
Sant’Agostino e sant’Anselmo dicevano che la fede suscita il desiderio della conoscenza (fides quaerens intellectum) e, d’altra parte, l’intelligenza è attratta dalla fede come verso ciò che pienamente appaga il desiderio di Verità insito nella sua natura (credo ut intellegam). Così è anche della mente umana di fronte alla luce sprigionata dalla divina Maternità di Maria.
I dottori medievali, maestri insuperati della ricerca teologica, insegnano a procedere gradualmente nello svelamento delle verità connesse ai dogmi della nostra fede. Avanziamo, allora, con un incedere progressivo verso la comprensione più piena che, in questa vita, non raggiunge mai l’evidenza dei misteri nascosti nella divina Maternità di Maria.
Le acquisizioni più ampie e generiche, che sono quelle negative, apriranno la strada a quelle più determinate e positive. In altre parole, prima di dire: «così è la Maternità divina di Maria», si deve delimitare l’ambito della ricerca, individuando, il più precisamente possibile, ciò che la Maternità divina di Maria non è.
La Madre di Dio non è colei che ha dato origine alla divinità. Se così fosse, si andrebbe incontro a due assurdi, uno filosofico e l’altro teologico: Dio, che è l’Eterno, cioè senza principio temporale, avrebbe un principio temporale; Maria, che non è una dea, essendo una semplice creatura, per dare origine alla divinità, dovrebbe essere una dea Lei stessa. Tutte cose che sono, appunto, assurde. La divinizzazione di Maria, ovviamente, va contro la nostra fede nella piena creaturalità di Lei; ma contraddice anche un altro corollario della teologia naturale, condiviso da ebrei ed islamici, secondo cui vi è un unico Dio, mentre se Maria fosse la Dea Madre che genera il Dio Figlio, si ritornerebbe al politeismo della mitologia pagana, giustamente e definitivamente confutato dai Padri, soprattutto da sant’Agostino, nel suo capolavoro De Civitate Dei.
Allora, cosa significa che Maria è la Madre di Dio? Il titolo significa che Maria è la Madre di Cristo, il quale è la seconda Persona Divina della Santissima Trinità. Per essere Madre, si può obiettare tuttavia, Maria deve aver generato il Figlio, mentre la Persona Divina di Cristo non è stata generata da Maria, che è una Madre umana, bensì da un Padre Divino, non nel tempo ma nell’eternità. All’obiezione si risponde con la grande teologia efesino-calcedonese, secondo cui Maria ha generato la natura umana di Cristo, non certo la divinità di Cristo.
Tuttavia, essendo tale natura umana assunta dalla Persona Divina del Verbo, l’atto generativo della Madre termina sia alla natura generata, sia alla Persona Divina cui termina quella stessa natura umana. Ed allora, linguisticamente, si esprime tutto questo con una frase reduplicativa, Maria è la Madre di Dio, non in quanto Dio, ma in quanto si è fatto Uomo. Questa reduplicazione, d’altra parte, non deve diminuire la forza del titolo, quasi a declassarlo al rango delle metafore o delle iperboli: Maria è veramente e propriamente la Madre di Dio, e la condizione di possibilità di questa sua singolare e straordinaria Maternità, è l’Incarnazione del Figlio di Dio nel suo grembo purissimo.
La vera dignità della Madre di Dio San Massimiliano Maria Kolbe, poco prima di essere deportato ad Auschwitz, così scriveva della Santissima Madre di Dio: «L’unione di Maria con Dio mediante l’amore giunge al punto tale che Ella diviene Madre di Dio. Il Padre le affida il proprio Figlio, il Figlio discende nel suo grembo, mentre lo Spirito Santo forma, con il corpo di Lei, il Corpo Santissimo di Gesù». Questa è la descrizione teologica più bella, precisa ed essenziale, che si possa dare della Maternità Divina della Vergine Santissima. Essa rappresenta lo sviluppo della dottrina che sant’Agostino insegnava, con il suo solito stile pugnace, circa millecinquecento anni prima: «Maria per la fede credette, per la fede concepì […]. Vale di più per Maria esser stata discepola di Cristo, anziché Madre di Cristo […]. Cristo verità nella mente di Maria, Cristo carne nel ventre di Maria: vale di più ciò che è nella mente anziché ciò che si porta nel ventre».
Sant’Agostino polemizza con coloro che considerano la Maternità Divina di Maria alla stregua di un fatto puramente corporeo-naturale, oggi si direbbe biologico. Così considerata, la Maternità Divina non può essere un vanto per Maria. Se Dio ha tratto il primo Adamo dal fango della terra (cf Gen 2,7), e può far sorgere figli di Abramo dalle pietre (cf Mt 3,9), significa che, la semplice origine di un corpo umano da un altro, non è una ragione sufficiente per attribuire a questo una qualsiasi dignità in ragione di quello. Le mamme dei Santi non trarrebbero nessun vanto dai loro figli se non fossero sante loro stesse, cosa che non sempre accade (pensiamo, ad esempio, ai cristiani che vengono dal paganesimo o dall’Islam e che, a volte, subi scono il martirio «in famiglia»). Così, il Figlio Divino di Maria, non darebbe nessun onore alla Mamma se non fosse divinizzata Ella stessa, cosa che, al contrario dei casi suddetti, è avvenuta nel modo più mirabile ed inconcepibile per la mente dell’uomo.
San Massimiliano dice, in sostanza, che la dignità della Maternità Divina di Maria è misurata dall’amore sommo che Ella aveva per Dio; ma l’Amore di Dio nell’uomo, dice il beato Scoto, è Grazia. Allora, l’Angelo chiama Maria «piena di Grazia» (Lc 1,28), perché Ella era, è e sempre sarà, piena di un incontenibile, traboccante Amor di Dio.
Dunque, non solo per fede, come dice sant’Agostino, ma soprattutto per Amore, come dice san Massimiliano, Maria è diventata Madre di Dio; una Madre degna di quel Figlio Divino, perché santificata, anzi divinizzata, dall’Amore Divino dello stesso suo Divin Figlio. Per amore, Dio ha creato il mondo, e, per amore, Maria lo ricrea, come Madre di Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose (cf Gv 1,3), ed in cui tutte le cose sono ricapitolate (cf Ef 1,10). Un atto di amore ha cambiato il mondo, ha dato la svolta decisiva al corso della storia. Un atto di amore può cambiare la vita di ogni uomo ed essere il principio del ritorno a Dio, della liberazione dalla malefica palude del peccato e del vizio.
«Questa è l’opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato» (Gv 6,29). Qui il Maestro parla di una fede piena di amore: credere è, per Gesù, amare ciò in cui si crede, ed amare significa obbedire a Colui che si ama. Da questo semplicissimo ed invisibile atto di amore è venuta in Maria la visibilità della più grande opera di Dio, l’Incarnazione del suo Figlio. Dal nostro invisibile amore di Dio, verrà la visibilità della nostra vita cristiana, brillerà nella nostra lucerna la luce di Cristo, affinché siano rischiarati gli occhi di quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte.
Comprendere il primato dell’Amore nel mistero della Madre di Dio, significa comprendere il primato dell’Amore nel mistero di ogni persona umana. L’Amore di Dio, attuale o potenziale, è la misura della dignità della persona umana.
Padre Alessandro Maria Apollonio,
frate e sacerdote Francescano dell'Immacolata
signummagnum
https://gloria.tv/article/cTJd3qhcRUhq4cp7poHpZB2TP
Un articolo di Joseph Pronechen, nella mia traduzione.
“Prega per noi, o Santa Madre di Dio. Perché diventiamo degni delle promesse di Cristo”
Il 1° gennaio è molto più di un semplice Capodanno. Il Capodanno è il giorno ottavo di Natale in cui la Chiesa universale celebra la solennità della Santa Madre di Dio. La celebrazione è stata aggiunta nel 1969 durante la riforma del calendario liturgico.
“Questa data del 1° gennaio, che pone la festa di Maria Madre di Dio in relazione al mistero del Natale, è ben scelta e corrisponde alla tradizione più antica”, osserva il Mariologo padre Manfred Hauke.
Come spiega il Direttorio della Pietà Popolare della Santa Sede: “La maternità divina e verginale della Beata Vergine Maria è un singolare evento salvifico: per la Madonna è stata l’anticipo e la causa della sua straordinaria gloria; per noi è fonte di grazia e salvezza perché ‘per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’Autore della vita’”.
Infatti, ogni volta che preghiamo l’Ave Maria, proclamiamo Maria come Madre di Dio: “Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori ora e nell’ora della nostra morte. Amen”.
Ogni volta che usiamo questo meraviglioso titolo mentre preghiamo l’Ave Maria, cantiamo in coro con il terzo Concilio ecumenico di Efeso che si è riunito nel 431 per stabilire una volta per tutte e dichiarare che Maria è veramente “Madre di Dio”. Fu il primo dogma mariano.
Così diceva il mariologo, professore e autore Mark Miravalle: “La prima e più importante verità rivelata su Maria da cui scaturiscono tutti i suoi altri ruoli e tutti gli altri onori è che lei è la Madre di Dio. Questo dogma proclama che la Vergine Maria è vera Madre di Gesù Cristo che è Dio Figlio fatto uomo”.
Lo attesta la Scrittura. La Scrittura ci dice esplicitamente nelle parole dell’Angelo Gabriele a Maria all’Annunciazione. E così anche con le parole di Elisabetta all’Annunciazione, come ci ricorda il Catechismo, aggiungendo: “Per questo la Chiesa confessa che Maria è veramente ‘Madre di Dio’ (Theotokos)”. Più tardi, Paolo in Galati (4,4) proclama: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da una donna….”.
Perché il dogma
Non sarebbe stato necessario proclamare questo dogma in quel terzo concilio ecumenico del 431 se non fosse stato per un attacco del cattivo Nestorio. Non chiamava Maria “Madre di Dio” – “non per un errore mariologico, ma per un errore cristologico (errore che riguarda la vera dottrina di Gesù)”, spiega Miravalle. Nestorio divise Gesù in due persone separate, una umana e una divina.
Quando ad Efeso i padri della Chiesa definirono questo dogma dichiarando la Beata Vergine Maria come Madre di Dio o Theotokos (letteralmente “portatrice di Dio”), essi proteggevano la verità che Gesù è “una sola persona divina con due nature, una natura divina e una natura umana, e che le due nature sono inseparabilmente unite nell’unica e sola persona divina di Gesù. Vediamo allora ad Efeso un caso emblematico della verità che l’autentica dottrina mariana proteggerà e difenderà sempre l’autentica dottrina su Gesù Cristo”.
Il Concilio si è spinto fino a pronunciare e affermare: “Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele (Cristo) in verità è Dio e che per questo motivo la Santa Vergine è la Madre di Dio (Theotokos) in quanto ha dato vita al Verbo di Dio fatto carne….. sia anatema”.
Non molto tempo dopo, il Padre e Dottore della Chiesa San Gregorio Nazianzeno non si fece scrupoli, dicendo: “Se qualcuno non crede che Maria è la Madre di Dio, è separato dalla Divinità. Se qualcuno dovesse affermare che Egli è passato attraverso la Vergine come attraverso un canale, e che non si è formato in lei allo stesso tempo divinamente e umanamente (divinamente, perché senza l’intervento di un uomo; umanamente, perché secondo le leggi della gestazione), egli è simile ad uno che è senza Dio”.
“Questa data del 1° gennaio, che pone la festa di Maria Madre di Dio in relazione al mistero del Natale, è ben scelta e corrisponde alla tradizione più antica”, osserva il Mariologo padre Manfred Hauke.
Come spiega il Direttorio della Pietà Popolare della Santa Sede: “La maternità divina e verginale della Beata Vergine Maria è un singolare evento salvifico: per la Madonna è stata l’anticipo e la causa della sua straordinaria gloria; per noi è fonte di grazia e salvezza perché ‘per mezzo di lei abbiamo ricevuto l’Autore della vita’”.
Infatti, ogni volta che preghiamo l’Ave Maria, proclamiamo Maria come Madre di Dio: “Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori ora e nell’ora della nostra morte. Amen”.
Ogni volta che usiamo questo meraviglioso titolo mentre preghiamo l’Ave Maria, cantiamo in coro con il terzo Concilio ecumenico di Efeso che si è riunito nel 431 per stabilire una volta per tutte e dichiarare che Maria è veramente “Madre di Dio”. Fu il primo dogma mariano.
Così diceva il mariologo, professore e autore Mark Miravalle: “La prima e più importante verità rivelata su Maria da cui scaturiscono tutti i suoi altri ruoli e tutti gli altri onori è che lei è la Madre di Dio. Questo dogma proclama che la Vergine Maria è vera Madre di Gesù Cristo che è Dio Figlio fatto uomo”.
Lo attesta la Scrittura. La Scrittura ci dice esplicitamente nelle parole dell’Angelo Gabriele a Maria all’Annunciazione. E così anche con le parole di Elisabetta all’Annunciazione, come ci ricorda il Catechismo, aggiungendo: “Per questo la Chiesa confessa che Maria è veramente ‘Madre di Dio’ (Theotokos)”. Più tardi, Paolo in Galati (4,4) proclama: “Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da una donna….”.
Perché il dogma
Non sarebbe stato necessario proclamare questo dogma in quel terzo concilio ecumenico del 431 se non fosse stato per un attacco del cattivo Nestorio. Non chiamava Maria “Madre di Dio” – “non per un errore mariologico, ma per un errore cristologico (errore che riguarda la vera dottrina di Gesù)”, spiega Miravalle. Nestorio divise Gesù in due persone separate, una umana e una divina.
Quando ad Efeso i padri della Chiesa definirono questo dogma dichiarando la Beata Vergine Maria come Madre di Dio o Theotokos (letteralmente “portatrice di Dio”), essi proteggevano la verità che Gesù è “una sola persona divina con due nature, una natura divina e una natura umana, e che le due nature sono inseparabilmente unite nell’unica e sola persona divina di Gesù. Vediamo allora ad Efeso un caso emblematico della verità che l’autentica dottrina mariana proteggerà e difenderà sempre l’autentica dottrina su Gesù Cristo”.
Il Concilio si è spinto fino a pronunciare e affermare: “Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele (Cristo) in verità è Dio e che per questo motivo la Santa Vergine è la Madre di Dio (Theotokos) in quanto ha dato vita al Verbo di Dio fatto carne….. sia anatema”.
Non molto tempo dopo, il Padre e Dottore della Chiesa San Gregorio Nazianzeno non si fece scrupoli, dicendo: “Se qualcuno non crede che Maria è la Madre di Dio, è separato dalla Divinità. Se qualcuno dovesse affermare che Egli è passato attraverso la Vergine come attraverso un canale, e che non si è formato in lei allo stesso tempo divinamente e umanamente (divinamente, perché senza l’intervento di un uomo; umanamente, perché secondo le leggi della gestazione), egli è simile ad uno che è senza Dio”.
Santi e Venerabili hanno la loro parola
Un santo – San Giovanni Paolo II nella sua enciclica Redemptoris Mater (Sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa dei Pellegrini) – ci ricorda un altro santo e dottore della Chiesa, Giovanni Crisostomo. Nella preghiera eucaristica di San Giovanni Crisostomo, subito dopo l’epiclesi, la comunità canta in onore della Madre di Dio: “E’ veramente giusto proclamarti beata, o Madre di Dio, che sei benedetta, tutta pura e Madre del nostro Dio. Noi ti magnifichiamo, che sei più onorata dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini. Tu che, senza perdere la verginità, hai dato alla luce la Parola di Dio. Tu che sei veramente la Madre di Dio”.
Nella stessa enciclica, Giovanni Paolo II osservava che “il dogma della maternità divina di Maria era per il Concilio di Efeso ed è per la Chiesa come un sigillo sul dogma dell’Incarnazione, in cui il Verbo assume veramente la natura umana nell’unità della sua persona, senza cancellare quella natura”.
(…)
Come il Catechismo (509) proclama succintamente nelle proverbiali poche parole: “Maria è veramente ‘Madre di Dio’ perché è la madre dell’eterno Figlio di Dio fatto uomo, che è Dio stesso”.
Un santo – San Giovanni Paolo II nella sua enciclica Redemptoris Mater (Sulla Beata Vergine Maria nella vita della Chiesa dei Pellegrini) – ci ricorda un altro santo e dottore della Chiesa, Giovanni Crisostomo. Nella preghiera eucaristica di San Giovanni Crisostomo, subito dopo l’epiclesi, la comunità canta in onore della Madre di Dio: “E’ veramente giusto proclamarti beata, o Madre di Dio, che sei benedetta, tutta pura e Madre del nostro Dio. Noi ti magnifichiamo, che sei più onorata dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini. Tu che, senza perdere la verginità, hai dato alla luce la Parola di Dio. Tu che sei veramente la Madre di Dio”.
Nella stessa enciclica, Giovanni Paolo II osservava che “il dogma della maternità divina di Maria era per il Concilio di Efeso ed è per la Chiesa come un sigillo sul dogma dell’Incarnazione, in cui il Verbo assume veramente la natura umana nell’unità della sua persona, senza cancellare quella natura”.
(…)
Come il Catechismo (509) proclama succintamente nelle proverbiali poche parole: “Maria è veramente ‘Madre di Dio’ perché è la madre dell’eterno Figlio di Dio fatto uomo, che è Dio stesso”.
Madre di Dio e Madre di noi
Non dobbiamo dimenticare che Maria è sia Madre di Dio che nostra madre. Gesù l’ha donata a noi, e noi a lei, dalla croce. L’Arcivescovo Fulton Sheen ha avuto un modo meraviglioso di spiegarlo in Primo amore del mondo: Maria, Madre di Dio:
Se Maria fosse solo la Madre di un altro uomo, allora non potrebbe essere anche la nostra madre, perché i legami della carne sono troppo esclusivi. La carne permette solo una madre….Ma lo Spirito ci permette un’altra madre. Poiché Maria è la Madre di Dio, allora può essere la Madre di tutti coloro che Cristo ha redento.
Ecco solo un piccolo assaggio del sontuoso banchetto di consigli che i santi ci hanno dato nei secoli sul nostro rapporto con Maria Madre di Dio.
“Non abbiate mai paura di amare troppo la Vergine Santissima. Non si può mai amarla più di Gesù”, ci dice, tra gli altri, san Massimiliano Kolbe.
“Non immaginiamo di oscurare la gloria del Figlio con la grande lode che elargiamo alla Madre; perché più è onorata, maggiore è la gloria di suo Figlio. Non c’è dubbio che tutto ciò che diciamo in lode alla Madre dà eguale lode al Figlio“, consiglia il Dottore della Chiesa San Bernardo di Chiaravalle.
Ma non trascurate Maria in questo titolo o in altri titoli, come molti santi hanno ammonito, tra cui il Dottore della Chiesa San Bonaventura, che ha detto: “Chi trascura il servizio della Vergine Santissima morirà nei suoi peccati….. Colui che non ti invoca, o Signora, non arriverà mai in Cielo…. Non solo coloro dai quali Maria volge il suo volto non saranno salvati, ma non ci sarà speranza della loro salvezza…. Nessuno può essere salvato senza la protezione di Maria”.
Ma abbiate coraggio, perché la Madre di Dio è sempre in ascolto e pronta ad aiutarci. Come consiglia il Dottore della Chiesa San Roberto Bellarmino: “Sembra incredibile che un uomo perisca in favore del quale Cristo ha detto a sua madre: ‘Ecco il tuo figlio’, posto che non abbia ascoltato le parole che Cristo gli ha rivolto: ‘Ecco tua madre’”.
E secoli prima, il Padre e Dottore della Chiesa S. Ilario di Poitiers aveva questa saggia linea guida: “Non importa quanto uno sia stato peccatore, se ha devozione a Maria, è impossibile che si perda”.
Quindi ricordate ciò che preghiamo sia nell’Angelus che nel Salve Regina: “Prega per noi, o Santa Madre di Dio. Perché diventiamo degni delle promesse di Cristo”.
Non dobbiamo dimenticare che Maria è sia Madre di Dio che nostra madre. Gesù l’ha donata a noi, e noi a lei, dalla croce. L’Arcivescovo Fulton Sheen ha avuto un modo meraviglioso di spiegarlo in Primo amore del mondo: Maria, Madre di Dio:
Se Maria fosse solo la Madre di un altro uomo, allora non potrebbe essere anche la nostra madre, perché i legami della carne sono troppo esclusivi. La carne permette solo una madre….Ma lo Spirito ci permette un’altra madre. Poiché Maria è la Madre di Dio, allora può essere la Madre di tutti coloro che Cristo ha redento.
Ecco solo un piccolo assaggio del sontuoso banchetto di consigli che i santi ci hanno dato nei secoli sul nostro rapporto con Maria Madre di Dio.
“Non abbiate mai paura di amare troppo la Vergine Santissima. Non si può mai amarla più di Gesù”, ci dice, tra gli altri, san Massimiliano Kolbe.
“Non immaginiamo di oscurare la gloria del Figlio con la grande lode che elargiamo alla Madre; perché più è onorata, maggiore è la gloria di suo Figlio. Non c’è dubbio che tutto ciò che diciamo in lode alla Madre dà eguale lode al Figlio“, consiglia il Dottore della Chiesa San Bernardo di Chiaravalle.
Ma non trascurate Maria in questo titolo o in altri titoli, come molti santi hanno ammonito, tra cui il Dottore della Chiesa San Bonaventura, che ha detto: “Chi trascura il servizio della Vergine Santissima morirà nei suoi peccati….. Colui che non ti invoca, o Signora, non arriverà mai in Cielo…. Non solo coloro dai quali Maria volge il suo volto non saranno salvati, ma non ci sarà speranza della loro salvezza…. Nessuno può essere salvato senza la protezione di Maria”.
Ma abbiate coraggio, perché la Madre di Dio è sempre in ascolto e pronta ad aiutarci. Come consiglia il Dottore della Chiesa San Roberto Bellarmino: “Sembra incredibile che un uomo perisca in favore del quale Cristo ha detto a sua madre: ‘Ecco il tuo figlio’, posto che non abbia ascoltato le parole che Cristo gli ha rivolto: ‘Ecco tua madre’”.
E secoli prima, il Padre e Dottore della Chiesa S. Ilario di Poitiers aveva questa saggia linea guida: “Non importa quanto uno sia stato peccatore, se ha devozione a Maria, è impossibile che si perda”.
Quindi ricordate ciò che preghiamo sia nell’Angelus che nel Salve Regina: “Prega per noi, o Santa Madre di Dio. Perché diventiamo degni delle promesse di Cristo”.
Fonte: National Catholic Register
By Sabino Paciolla|gennaio 1st, 2019
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