Dopo averci deliziato, a governo fresco di nomina, con la copertina di un ministro Fontana in tenuta da crociato (magari!), L’Espresso titola ora con i rubli per Salvini: «L’incontro segreto del ministro a Mosca. E la trattativa tra gli uomini di Putin e i suoi per finanziare la Lega. Obiettivo: far vincere i sovranisti alle elezioni europee».
Ancora una volta, quindi, è tutta colpa di Putin o, come si suol dire oggi in gergo internettaro: #hastatoPutin.
Virus del computer: #hastatoPutin.
Picco di radioattività nell’aria: #hastatoPutin.
Hacker contro Fifa, CIO e agenzie antidoping: #hastatoPutin.
Traditori russi avvelenati in Inghilterra: #hastatoPutin.
Troll degli M5S contro il PD: #hastatoPutin.
Musica rap di stato: #hastatoPutin.
Infiltrazioni nella rete elettrica degli USA: #hastatoPutin.
Gilet Gialli: #hasatoPutin.
Possiamo continuare per ore.
Solo una settimana fa, l’hashtag era stato strillato istericamente dalla centrale di Bruxelles, nella solenne sede istituzionale, da un europarlamentare belga in preda a una crisi di nervi. Il gran signore della lobby tecnocratica dei “democratici e liberali per l’Europa” (tris meraviglia), tale Verhofstadt, si era scagliato contro il presidente Conte, appellato “burattino” per transfert irrefrenabile e “succube del Cremlino” per automatismo compulsivo.
A ruota, per tentare di delegittimare l’avversario politico via Putin, arriva in edicola il settimanale di De Benedetti. Come interpretare la manovra mediatica? Potrebbe trattarsi di una operazione-nostalgia in memoriam di quando i rubli – quelli veri, quelli sovietici – arrivavano dal PCUS al PCI attraverso San Marino e tutto il sistema delle coop e dintorni che nessuno si è mai filato più di tanto (ma basterebbe leggersi il libro del defunto Valerio Riva, Oro da Mosca).
Oppure ci troviamo di fronte al realizzarsi nella metastoria di quello che Igor’ Šafarevič definiva come la guerra de La setta Mondialista contro la Russia, cioè della millenaria russofobia che si abbatte addosso al bicontinente caro al cuore della Madonna di Fatima?
Più prosaicamente, potrebbe darsi invece sia la semplice riprova del fatto che la sinistra, l’establishment, i giornali, i giudici, il deep state tutto, stanno raschiando il fondo del barile e quindi, esaurita persino la fantasia, rimettono in scena nei vari teatrini in giro per il mondo sempre la stessa storiella – in Francia con Marine Le Pen, in USA con Trump – sperando che qualcuno ci caschi ancora.
In America le repliche vanno avanti oramai da un triennio e ogni mese portano qualcuno in galera: ieri un collaboratore di Trump, oggi una sventola russa che occhieggia i repubblicani…Tintinnio di manette, gogne pubbliche, sospetti striscianti, articoli al vetriolo, tutto rimbalza sui media scatenati tranne il cosiddetto scandalo Uranium One, cioè la vendita della grande compagnia di estrazione dell’uranio canadese all’agenzia atomica russa Rosatom, intorno alla quale, secondo alcuni repubblicani statunitensi, sarebbero girate tangenti da 145 milioni di dollari. Uno si può chiedere il perché del misterioso silenzio e poi scopre che l’affare coinvolge Hillary Clinton e la Clinton Foundation, e si dà la sua risposta. Steve Bannon ne ha tratto un film, e anche un libro: Clinton Cash.
L’Espresso, però, non ne ha mai parlato. È da scusare, #hastataHillary suona mica bene.
Tuttavia, c’è qualcosa che gli antiputini nostrani dovrebbero imparare dai loro colleghi (antiputini) ucraini, i quali hanno capito che a forza di parlare di lui e delle sue manovre da puparo dell’intero scacchiere mondiale, lo si rende, nella mente dei più, un mito: uno bravo, pressoché invincibile. Di sicuro, uno statista vero.
Con il risultato che qualcuno, e neanche pochi, ne auspicherebbero la candidatura extraterritoriale e scommetterebbero pure in una sua vittoria in terra straniera. Ricordiamo quel che sul presidente russo diceva, il giorno del suo 64°compleanno, il ponte di Manhattan.
Del resto il fenomeno surreale del #hastatoPutin ha sperimentato derive inverosimili, anzi fantascientifiche, che non potevano non generare un sempre più imponente effetto paradosso. Nell’agosto 2016, si sparge in occidente – in Italia la riprende fedelmente il corrispondente da Mosca del Corriere della Sera Fabrizio Dragosei – la storia per cui Putin sarebbe in possesso di un nuovo dispositivo chiamato “nooscopio” che, si dice, potrebbe attingere alla coscienza globale per «rilevare e registrare i cambiamenti nella biosfera e nell’attività umana». Putin onnisciente. Putin Darth Vader.
In effetti, diciamo noi, il genio di Putin sta anche qui: nel suo potere di demiurgo dei media russi e internazionali. Un ruolo cruciale, per una cifra indiscutibile e spaventosa dell’ora presente, che egli ha riservato a uno dei suoi uomini più fidati, Vladimir Surkov.
Se ne è accorto il documentarista britannico Adam Curtis il quale, evocando quanto succede nei romanzi dei Fratelli Strugackij tanto amati da Surkov (come Stalker) e citando il saggio di Peter Pomerantsev «Putin’s Rasputin», scrive: «Nella Russia contemporanea, a differenza della vecchia URSS o dell’attuale Corea del Nord, il palcoscenico è in costante cambiamento: il paese è una dittatura al mattino, una democrazia a pranzo, un’oligarchia per cena, mentre nel backstage le compagnie petrolifere vengono espropriate, i giornalisti uccisi, miliardi sifonati via. Surkov è al centro dello spettacolo, sponsorizzando gli skinhead nazionalisti per un momento, sostenendo i gruppi per i diritti umani il prossimo. È una strategia di potere basata sul mantenere qualsiasi opposizione che possa essere costantemente confusa, un incessante cambiamento di forma che è inarrestabile perché indefinibile».
Surkov, che proviene dal mondo del teatro d’avanguardia, si è vantato con The Indipendent: «la Russia sta giocando con le menti dell’Occidente», «non sanno come affrontare la propria coscienza cambiata».
Secondo Adam Curtis, lo stesso Trump ha usato una strategia surkoviana per conquistare la presidenza degli Stati Uniti, e ciò – sostiene il regista inglese nel documentario Hypernormalisation – avrebbe indotto Putin a esprimere sui media russi la propria ammirazione per l’omologo americano.
Non ci stupiremmo, quindi, se anche dietro le fonti degli articoli de L’Espresso, ci fosse lo stesso Cremlino. Il tutto a maggior gloria di Putin e, di rimbalzo, anche di Salvini. Di sicuro, l’ossessione russofobica non può non ritorcersi contro chi la manifesta senza vergogna, e a favore di chi si vorrebbe demonizzare per relationem, oggi le forze sovraniste. Dunque, un altro punto a favore della Lega in vista delle prossime europee.
In conclusione, permetteteci di svelarvi l’equazione ignota a giornalisti, magistrati, politici della sinistra occidentale che è ora tramontata più del Sol dell’Avvenire: più lo attaccate, più lui vi confonderà. Vi manipolerà. Vi vincerà.
Cioè, per dirla in sintesi internettara: #hastatoPutin=#lungavitaaVladimiro.
– di Elisabetta Frezza e Roberto dal Bosco
https://www.riscossacristiana.it/la-fantascientifica-macchina-del-hastatoputin-in-pista-per-salvini-di-elisabetta-frezza-e-roberto-dal-bosco/
Un certo Nandino Capovilla, che di mestiere fa il parroco a Marghera e che si compiace di diffondere sue immagini in cui è avvolto da drappi arcobaleno, ha trovato occasione di farsi fotografare, o di auto fotografarsi, con papa Bergoglio. Lo scopo, in tutta evidenza, è di fare propaganda a favore dell’invasione dell’Italia da parte di orde di gente di tutti i colori con larga prevalenza di seguaci di Maometto; nonché di fare politica contro l’attuale governo che cerca di fare in modo di frenare tale invasione.
E subito Bergoglio si presta a fare da sostenitore di questa campagna che è uno dei suoi cavalli di battaglia fin da quando è stato indebitamente eletto ad occupare il Soglio di Pietro.
Una roba trita e ritrita, che un po’ fa sorridere per quanto è ridicolmente idiota, ma che è utile a quelle forze più o meno occulte che si sono prefisse lo scopo di frantumare l’identità e la religione dell’Italia e dell’Europa: tutti mulatti, tutti miscredenti in vista dell’affermazione della nuova religione dell’Anticristo e del nuovo governo mondiale che marcherà tutti col numero della bestia (cfr. Apocalisse 13:16-18).
Forse chi ha voluto insediare Bergoglio in Vaticano - la mafia di San Gallo, che non è un dipartimento della mafia siculo-americana, ma una delle componenti della moderna gerarchia ecclesiastica neo-modernista e sovversiva – e chi ha favorito tale insediamento – il cardinale Joseph Ratzinger che pretende di farsi chiamare papa dopo aver rinunciato per iscritto a fare il Papa – costoro non immaginavano, forse, che in quattro e quattr’otto l’Argentino venuto dalla fine del mondo si disponesse a operare alacremente per cercare di giungere – temerarietà utopica e menzognera – alla fine della Chiesa di Cristo; e per arrivare a de-italianizzare e de-europeizzare gli Italiani e gli Europei. Diciamo “forse” perché in mezzo a tutti i sostenitori di Bergoglio ce ne sono di quelli che, seguendo le direttive emanate dal diavolo, sapevano e sanno bene cosa facevano e fanno. E’ da quasi un secolo che sono all’opera i demolitori della Barca di Cristo, e in Bergoglio hanno travato il marinaio ammutinato adatto alla bisogna. Ma dovranno fare i conti con Cristo, Lui sì caritatevole, che giudica e non perdona chi si schiera contro di Lui.
Per tornare alla spilla in bella mostra nella mano sinistra di Bergoglio, nella foto colpiscono il sorriso a 64 denti del supposto parroco margherbino – che accidentalmente fa il paio con “magrebino” – e l’espressione sorniona e semigoduta di Bergoglio – che volutamente fa il patrocinante, o il padrino, dell’invasione e degli invasori stranieri e potenzialmente nemici.
E viene subito da pensare che, come accadde per la gita a Lesbo nel 2016, i patrocinati e i protetti di Bergoglio non vengono accolti all’albergo Santa Marta, ma scaricati al governo italiano che usa i soldi degli Italiani consenzienti e soprattutto di quelli dissidenti: accogliere e basta! Che ti piaccia o no. Il tutto col concorso di tanti preti di sinistra, o sinistri, che si compiacciono di spalleggiare l’invasione sempre a spese degli Italiani: metaforicamente e praticamente; e sempre non a loro carico o a carico di Bergoglio, ma imponendo a quartieri e villaggi la presenza indesiderata di gente che viene da noi per prendere gratuitamente e lautamente, magari attraverso gli appositi organismi “assistenziali” che sorgono come i funghi perché lucrano abbondantemente per ogni testa “accolta”… sempre con i soldi di pantalone e sempre a scapito dei “nostri poveri” che, per il semplice fatto di essere “nostri”, improvvisamente non sarebbero più poveri e bisognosi… né Bergoglio li considera al pari dei “piccoli” e dei “poveri” che reclamizza in ogni occasione, sol perché sono colorati e miscredenti e girano col telefonino di ultima generazione e con gli abiti “firmati”… da “poveri migranti bisognosi”.
Chi dissente sarebbe un egoista che non eserciterebbe la carità cristiana.
E’ vero! E non ci vergogniamo a dirlo: noi non siamo disposti ad esercitare la “carità” pelosa che frutta lauti proventi; noi non intendiamo “accogliere” chi viene a casa nostra a portare scompiglio e mescolamento; noi non intendiamo “ben accettare” chi viene portato a casa nostra per favorire la nostra scomparsa come uomini, come nazione e come cultura; noi intendiamo salvaguardare “egoisticamente” la salute fisica, psichica e mentale dei nostri fratelli in Cristo, dei nostri amici e parenti, dei nostri figli; noi, per quanto possibile, vogliamo conservare “egoisticamente” la nostra identità e l’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri nella carne e i nostri padri nella Fede. Noi siamo noi e non i burattini di Bergoglio e gli schiavi del grande moloch che vuole ingoiare duemila anni di civiltà cattolica. Che Dio ci aiuti!
Bergoglio no. Bergoglio ostenta spille perché si aprano i porti a chi è manovrato all’assalto delle nostre case. Bergoglio non serve Cristo, la Sua Chiesa e i Suoi fedeli, Bergoglio serve l’antico Nemico che “come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (I Pietro 5, 8).
«Resistetegli saldi nella fede», esorta il primo Papa; resistete al diavolo e ai suoi manutengoli, soprattutto se travestiti da preti, da vescovi, da cardinali e da papi.
San Pietro
Andrea da Firenze (1365-68) - Particolare de “La Via della Salvezza”
Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Firenze
Bergoglio si fa usare volentieri per favorire l’invasione dell’Italia
E subito Bergoglio si presta a fare da sostenitore di questa campagna che è uno dei suoi cavalli di battaglia fin da quando è stato indebitamente eletto ad occupare il Soglio di Pietro.
Una roba trita e ritrita, che un po’ fa sorridere per quanto è ridicolmente idiota, ma che è utile a quelle forze più o meno occulte che si sono prefisse lo scopo di frantumare l’identità e la religione dell’Italia e dell’Europa: tutti mulatti, tutti miscredenti in vista dell’affermazione della nuova religione dell’Anticristo e del nuovo governo mondiale che marcherà tutti col numero della bestia (cfr. Apocalisse 13:16-18).
Forse chi ha voluto insediare Bergoglio in Vaticano - la mafia di San Gallo, che non è un dipartimento della mafia siculo-americana, ma una delle componenti della moderna gerarchia ecclesiastica neo-modernista e sovversiva – e chi ha favorito tale insediamento – il cardinale Joseph Ratzinger che pretende di farsi chiamare papa dopo aver rinunciato per iscritto a fare il Papa – costoro non immaginavano, forse, che in quattro e quattr’otto l’Argentino venuto dalla fine del mondo si disponesse a operare alacremente per cercare di giungere – temerarietà utopica e menzognera – alla fine della Chiesa di Cristo; e per arrivare a de-italianizzare e de-europeizzare gli Italiani e gli Europei. Diciamo “forse” perché in mezzo a tutti i sostenitori di Bergoglio ce ne sono di quelli che, seguendo le direttive emanate dal diavolo, sapevano e sanno bene cosa facevano e fanno. E’ da quasi un secolo che sono all’opera i demolitori della Barca di Cristo, e in Bergoglio hanno travato il marinaio ammutinato adatto alla bisogna. Ma dovranno fare i conti con Cristo, Lui sì caritatevole, che giudica e non perdona chi si schiera contro di Lui.
Per tornare alla spilla in bella mostra nella mano sinistra di Bergoglio, nella foto colpiscono il sorriso a 64 denti del supposto parroco margherbino – che accidentalmente fa il paio con “magrebino” – e l’espressione sorniona e semigoduta di Bergoglio – che volutamente fa il patrocinante, o il padrino, dell’invasione e degli invasori stranieri e potenzialmente nemici.
E viene subito da pensare che, come accadde per la gita a Lesbo nel 2016, i patrocinati e i protetti di Bergoglio non vengono accolti all’albergo Santa Marta, ma scaricati al governo italiano che usa i soldi degli Italiani consenzienti e soprattutto di quelli dissidenti: accogliere e basta! Che ti piaccia o no. Il tutto col concorso di tanti preti di sinistra, o sinistri, che si compiacciono di spalleggiare l’invasione sempre a spese degli Italiani: metaforicamente e praticamente; e sempre non a loro carico o a carico di Bergoglio, ma imponendo a quartieri e villaggi la presenza indesiderata di gente che viene da noi per prendere gratuitamente e lautamente, magari attraverso gli appositi organismi “assistenziali” che sorgono come i funghi perché lucrano abbondantemente per ogni testa “accolta”… sempre con i soldi di pantalone e sempre a scapito dei “nostri poveri” che, per il semplice fatto di essere “nostri”, improvvisamente non sarebbero più poveri e bisognosi… né Bergoglio li considera al pari dei “piccoli” e dei “poveri” che reclamizza in ogni occasione, sol perché sono colorati e miscredenti e girano col telefonino di ultima generazione e con gli abiti “firmati”… da “poveri migranti bisognosi”.
Chi dissente sarebbe un egoista che non eserciterebbe la carità cristiana.
E’ vero! E non ci vergogniamo a dirlo: noi non siamo disposti ad esercitare la “carità” pelosa che frutta lauti proventi; noi non intendiamo “accogliere” chi viene a casa nostra a portare scompiglio e mescolamento; noi non intendiamo “ben accettare” chi viene portato a casa nostra per favorire la nostra scomparsa come uomini, come nazione e come cultura; noi intendiamo salvaguardare “egoisticamente” la salute fisica, psichica e mentale dei nostri fratelli in Cristo, dei nostri amici e parenti, dei nostri figli; noi, per quanto possibile, vogliamo conservare “egoisticamente” la nostra identità e l’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri nella carne e i nostri padri nella Fede. Noi siamo noi e non i burattini di Bergoglio e gli schiavi del grande moloch che vuole ingoiare duemila anni di civiltà cattolica. Che Dio ci aiuti!
Bergoglio no. Bergoglio ostenta spille perché si aprano i porti a chi è manovrato all’assalto delle nostre case. Bergoglio non serve Cristo, la Sua Chiesa e i Suoi fedeli, Bergoglio serve l’antico Nemico che “come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare” (I Pietro 5, 8).
«Resistetegli saldi nella fede», esorta il primo Papa; resistete al diavolo e ai suoi manutengoli, soprattutto se travestiti da preti, da vescovi, da cardinali e da papi.
San Pietro
Andrea da Firenze (1365-68) - Particolare de “La Via della Salvezza”
Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Firenze
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