TENSIONE CONTINUA
Le suore commissariate denunceranno il Vaticano
Dopo la rimozione della superiora e il commissariamento dell’ordine, ritenuto troppo tradizionalista, le Piccole Sorelle di Maria ‘ribelli’ hanno annunciato tramite il loro avvocato l'intenzione di intraprendere un'azione legale contro le autorità ecclesiastiche per molestie morali e diffamazione. È probabile che questa triste vicenda finirà davanti a un tribunale francese.
Una denuncia contro il Vaticano. È quanto ha annunciato l'Associazione di sostegno delle Piccole Sorelle di Maria, l'Istituto di vita consacrata alle prese dal 2016 con un “braccio di ferro” con il vescovo di Laval, poi arrivato fino a Roma.
A seguito di una visita canonica ordinata da monsignor Thierry Scherrer, l'ordine era finito sotto osservazione per presunti problemi di amministrazione menzionati in una relazione contestata dalle suore. Nel 2017 la questione è passata sul tavolo della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica che ha decretato la sospensione del governo centrale della congregazione, accompagnando il provvedimento con la nomina di tre commissari. Mentre, in base al primo rapporto redatto dai visitatori inviati da monsignor Scherrer e che parlava di "autoritarismo deviante", la superiora generale, madre Marie de Saint Michel, è stata rimossa tra le proteste delle sue consorelle.
Da allora gli angoli di questa storia non si sono smussati: la Congregazione romana ha accusato le religiose francesi di "rifiuto ostinato dell'obbedienza" per non aver aperto le porte della loro casa ai commissari inviati. Le riserve delle Piccole Sorelle di Maria si sono concentrate in particolare sul nome di suor Geneviève Médevielle, la principale commissaria designata dal Vaticano per la missione. Di quest'ultima, docente onoraria di teologia morale all'Institut Catholique di Parigi, gli ambienti laici vicini all'ordine non hanno mancato di sottolineare criticamente l'orientamento progressista e l'abitudine a non indossare l'abito religioso, elementi giudicati estranei allo stile di vita e al carisma delle Piccole Sorelle di Maria.
Nelle lettere inviate a Roma, le suore e l'associazione a loro sostegno non hanno fatto mistero di credere che alla base dell'indagine ci sia la volontà di riformare la congregazione adeguandola a quella che i sostenitori hanno chiamato in una lettera una "presunta modernità". Una convinzione nata dalla prima relazione, quella del 2016, in cui si manifestavano accuse di "immobilismo", "mancanza di apertura" e si auspicava l'adozione della "nuova teologia della vita consacrata". Le autorità vaticane, però, hanno contestato quest'interpretazione della vicenda, ribadendo che le cause del 'commissariamento' sono da attribuirsi alle "gravi difficoltà in materia di governo e di vita interna dell’Istituto".
Dal canto suo, la Congregazione per gli istituti di vita consacrata ha ricordato che già nel 2000 c'era stata una prima indagine all'interno dell'ordine, dopo che sei suore avevano lasciato a seguito della conferma come superiora di madre Marie de Saint Michel. I provvedimenti di Roma sono stati impugnati dalle Piccole Sorelle di Maria fino all'appello al Tribunale Supremo della Segnatura Apostolica che, però, non ha accolto le loro rimostranze.
Le tensioni si sono protratte con l'organizzazione di un nuovo capitolo canonicamente non riconosciuto da Roma e che ha 'premiato' ancora una volta la superiora 'indigesta' al vescovo di Laval. A questa mossa, il Vaticano ha risposto con un ultimatum: o accettare il 'commissariamento', o la riduzione allo stato laicale. Non accettando il diktat, lo scorso ottobre 29 religiose su 39 hanno chiesto di essere sollevate dai loro voti. Le autorità hanno accettato la richiesta di dimissioni, concedendo loro un periodo di sospensione di sei mesi, durante il quale, ci ha tenuto a far sapere in un comunicato suor Médevielle, sono stati predisposti mezzi finanziari e un punto d'appoggio temporanei per favorire il loro reinserimento nella vita civile.
Nelle ultime settimane, però, i gruppi di laici in loro sostegno hanno manifestato la loro preoccupazione per la sorte delle religiose una volta finito questo periodo di supporto iniziale, paventando che esse posano ritrovarsi senza un tetto sulla testa. Nel frattempo, madre Marie de Saint Michel ha spiegato che la decisione delle 29 religiose non è stata facile, ma che "non si poteva andare contro la coscienza" e che le sorelle 'ribelli' continueranno "a far parte della Chiesa" mantenendo "i voti nel cuore". Oggi le suore, perlopiù tra i 60 e i 70 anni, risiedono nel villaggio Lagardelle-sur-Lèze e da lì hanno annunciato nei giorni scorsi - tramite il loro avvocato - l'intenzione di intraprendere un'azione legale contro le autorità ecclesiastiche per molestie morali e diffamazione.
Damien Hervouët, direttore delle case di riposo aiutate per anni dall'ordine nella diocesi di Laval e sulla cui gestione (secondo la loro versione, contestata però dalla commissaria apostolica) si sarebbe consumata la frattura iniziale con il vescovo Scherrer, ha già annunciato a La Depeche di essere pronto a testimoniare in tribunale sulla non veridicità delle accuse mosse contro le Piccole Sorelle di Maria.
Secondo Maître Buchser, l'avvocato incaricato dalle religiose, "non si può pensare che il diritto canonico conferisca tutti i diritti, incluso quello di andare contro la legge civile". È probabile, quindi, che questa triste vicenda vedrà la parola fine soltanto davanti a un tribunale francese.
Nico Spuntoni
http://www.lanuovabq.it/it/le-suore-commissariate-denunceranno-il-vaticano
INGHILTERRA
E ora anche le scuse dei vescovi agli Lgbt
Incredibile in Inghilterra: un manifestino contro la teoria Gender viene diffuso come inserto a pagamento in alcune pubblicazioni cattoliche, e di fronte alle critiche il vescovo di Liverpool e altri si scusano pubblicamente. E proprio nei giorni in cui anche la Congregazione per l'Educazione cattolica pubblicava il documento contro la teoria Gender.
Questa notizia sembra incredibile, eppure è veramente accaduto qualche giorno fa. Le diocesi britanniche si sono scusate perché all’interno di alcune pubblicazioni cattoliche era stato inserito un manifestino che criticava la teoria Gender. Ma ci sono state critiche da parte di alcuni giornali, e naturalmente dalle lobbies LGBT, e precipitosamente i vescovi sono corsi a scusarsi.
Ora, l’apparentemente incredibile, ma purtroppo vero in questa Chiesa che sembra aver perso capo e bussola, è che tutto questo è accaduto proprio nei giorni in cui la Congregazione per l’Educazione cattolica pubblicava il documento “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”. Che anche se consiglia il dialogo, comunque mette i puntini sulle “i”. In un’intervista a Vatican News, pur ammantata di delicatezze e prudenze, il Prefetto della Congregazione, Giuseppe Versaldi, dice: “Ci sono argomenti razionali che chiariscono la centralità del corpo come soggettività che comunica l'identità dell'essere. In questa luce si comprende il dato biologico della differenza sessuale tra uomo e donna. La formazione dell'identità si basa sull'alterità e nella famiglia il confronto con la madre e il padre facilita il bambino nell'elaborazione della propria identità-differenza sessuale. Il genere “neutroˮ o “terzo genereˮ, invece, appare come una costruzione fittizia”.
Il manifestino incriminato aveva come titolo: “Teoria del Gender NO!”. Era inserito in giornali cattolici in tutta la Gran Bretagna. La pagina frontale della brochure presentava un gruppo di giovani ragazzi e ragazze che chiedevano. “Sono un ragazzo? Sono una ragazza? O entrambi?”. E sotto era riportato il versetto della Genesi, 1:27, lo stesso che da’ il titolo al documento vaticano: “Maschio e femmina li creò”. Il manifestino era il lancio di un libretto intitolato: “Teoria del gender: Diversity o Totalitarismo dei 21° secolo?” ed era pubblicato da Tradizione, Famiglia e Proprietà, un’organizzazione caritativa con sede in Scozia.
Il manifestino metteva in guardia dall’ideologia Gender, definendola “un’ideologia delirante che sostiene che ciascuno può immaginare di essere un uomo, una donna, o entrambi allo stesso tempo a seconda del puro capriccio”. E avvertiva i genitori di diffidare da “attivisti sofisticati”, che sono “già al lavoro per imporre le loro vedute antricristiane e contro Dio ai ragazzi nella vostra scuola”. Il manifestino è stato inviato a scuole e chiese nell’arcidiocesi di Liverpool come inserto in “Catholic Pic”, la rivista diocesana. Inserire manifestini come avvisi a pagamento fa parte della normale procedura. Naturalmente le lobbies LGBT e i giornali di sinistra hanno attaccato l’iniziativa, e hanno definito un “hate group” gli autori del manifestino “transfobico”.
E qui arriva il bello. Invece di difendere il diritto della diocesi – e dei cattolici – di diffondere quello che è il convincimento della Chiesa, ribadito di fresco dal documento della Congregazione per l’Educazione cattolica, l’arcidiocesi di Liverpool si è precipitata a chiedere all’editore della sua rivista, Mersey Mirror, di scusarsi per aver inserito il manifestino. “Un inserto è stato inavvertitamente piazzato nell’edizione di giugno di Catholic Pic, la rivista dell’arcidiocesi di Liverpool, e in un certo numero di pubblicazioni cattoliche nel Paese” – ha detto un portavoce dell’arcidiocesi. “La procedura normale per questi inserti è di essere mandati in anticipo agli editori per un controllo. In questo caso non è avvenuto. Il contenuto del manifestino non ha l’appoggio dell’arcidiocesi di Liverpool e non avrebbe dovuto apparire”. E continuava: “Alla luce di questo incidente le procedure sono state riviste per assicurare che tutti i futuri inserti siano controllati prima della pubblicazione”. Non solo: il prossimo numero della rivista conterrà delle scuse.
Così sappiamo che l’arcidiocesi di Liverpool (e anche quella di Northampton) non condividono la sostanza del documento della Congregazione per l’Educazione cattolica in tema di Teoria Gender. Un elemento interessante; e forse se a Roma ci fosse una Chiesa centrale qualche spiegazione potrebbe (dovrebbe?) essere richiesta a questi pastori che appaiono così esitanti di fronte al Politically Correct dominante. D’altronde il Catholic Education Service (CES) dell’Inghilterra ha approvato le nuove leggi su Relazioni ed Educazione Sessuale per le scuole, che passano sopra i diritti dei genitori, e presentano come una cosa normale unioni fra persone dello stesso sesso e transgenderismo fin dalle classi dei bambini di quattro anni.
A dispetto delle proteste di molti, il CES ha deciso di applicare le nuove regole in 2300 scuole in Inghilterra e Galles. Non stupisce allora il comportamento conigliesco delle diocesi. In pratica a combattere contro queste forme di imposizione autoritaria sono rimasti pochi cristiani etichettati come “tradizionalisti” e i musulmani. Questi ultimi in maniera estremamente efficace, come recenti episodi a Birmingham (clicca qui) hanno dimostrato. Ex islam lux…
Marco Tosatti
http://www.lanuovabq.it/it/e-ora-anche-le-scuse-dei-vescovi-agli-lgbt
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
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