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domenica 11 agosto 2019

Il predicatore del mondialismo

SECONDO PAPA BERGOGLIO, IL SOVRANISMO “CONDUCE ALLA GUERRA”



In un’intervista pubblicata sul quotidiano La Stampa , Papa Francesco ha attaccato la sovranità degli stati e il sovranismo, un atteggiamento di ” chiusura ” che, nella sua visione, porta ” alla guerra “. Parole che arrivano in piena esplosione della crisi della coalizione sovranista/populista in Italia.
“Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché sentiamo discorsi simili a quelli di Hitler nel 1934. “In un’intervista rilasciata il 9 agosto a La Stampa , il quotidiano di Torino, il pontefice non ha esitato a usare termini forti per difendere il proprio punto di vista, ma senza nominare leader politici o paesi in particolare.

Difficile, tuttavia, non vedere un legame tra questa affermazione e la crisi politica che imperversa in Italia. L’uomo forte del governo italiano, Matteo Salvini, ministro degli interni e leader della Lega, ha fatto saltare in aria l’8 agosto la coalizione al governo in cui era alleato del movimento dei 5 stelle.
Matteo Salvini, che afferma di essere vicino al leader ungherese Viktor Orbán e alla presidente del partito “Rassemblement National”, Marine Le Pen, rivendica la sua appartenenza a un ” fronte sovranista ” il cui scopo è ” contrastare gli oligarchi europei “.
In caso di elezioni anticipate in autunno, Matteo Salvini dovrebbe competere da solo, i sondaggi prevedono una grande vittoria. Un risultato che non sarebbe, con ogni probabilità, gradito alle idee del sovrano pontefice. “Il populismo ci conduce al sovranismo: questo suffisso” ismo “non fa mai del bene ” , ha detto durante la sua intervista. Il Papa Bergoglio è un capo di stato che pronuncia discorsi politici che hanno influenza sulle questioni di un altro stato, hanno commentato vari osservatori.
A questa uscita ha reagito fortemente anche la Marine Le Pen, in Francia, la quale ha giudicato in un tweet questa frase come ” angosciante “. ” Cosa dire dellla deriva del cattolicesimo e del cristianesimo ai suoi occhi ?! Si è chiesta la Le Pen..
Il Papa Bergoglio si è fatto conoscere per le sue vibranti richieste di accoglienza dei migranti, sempre pronunciate in ogni occasione, lo stesso Papa fa regolarmente riferimento al pericolo che, secondo lui, costituisce l’ascesa di partiti populisti anti-immigrazione in Europa.
Papa Bergoglio ha ricevuto ed onorato esponenti della sinistra radical globalista come Eugenio Scalfari, la Emma Bonino, nota abortista collegata con George Soros, e si è profuso in lodi di questi esponenti politici.



Il Papa Bergoglio con la Bonino

Da notare che il Papa Bergoglio, alias Francesco, nella sua intervista, ci ha spiegato quali siano le sue linee di pensiero, chiarendo che i porti devono essere sempre aperti per accogliere i migranti e che occore far ripopolare dai migranti i paesi spopolati del nostro appennino. In patica il capo di uno stato estero detta le linee al governo italiano alla vigilia di una tornata di elezioni politiche.
Lo stesso Bergoglio ha proseguito affermando che il sovranismo non è da considerare come l’autodeterminazione dei popoli che vogliono decidere il proprio presente e futuro nelle radici della propria storia, ma al contrario che qualunque politico voglia adottare questa attitudine deve essere considerato come Hitler, come un nuovo propugnatore del nazismo.
Sono serviti quindi Matteo Salvini, il leader ungherese Viktor Orban, i leader della Polonia, paese cattolico e sovranista, è servita la Marine Le Pen, altrettanto i leader della cattolica Austria e tutti gli altri che non accettano l’apertura cosmopolita e mondialista predicata da Bergoglio.
La domanda che in molti si fanno è quanto sia compatibile con il suo ruolo, per questo Papa, effettuare ingerenze politiche così smaccatamente di parte, quale predicatore del mondialismo e della società aperta.
di Luciano Lago

Carola Rackete: "Il governo tedesco mi ordinò di portare i migranti in Italia"

La presenza dei giornalisti della tv di Stato sulla Sea Watch 3 e i sospetti dell'ex capo dei servizi tedeschi. Ora arriva la conferma della capitana: dietro l'operazione dell'ong un disegno per destabilizzare il nostro governo


Quando, per primo, il sito di contro informazione Journalistenwatch.com aveva svelato i legami tra l'ong Sea Watch (leggi l'approfondimento) e il governo tedesco, non era stato preso sul serio perché considerato troppo vicino all'estrema destra.
Eppure aveva scoperto che a bordo della nave, che ha scaricato in Italia una cinquantina di immigrati clandestini, c'erano anche due giornalisti della tv di Stato Ard che hanno filmato un reportage quasi agiografico sulla comandante Carola Rackete per la rubrica Panorama. E, quando l'ex capo dei servizi segreti tedeschi, Hans-Georg Maaßen, aveva avvalorato questo drammatico retroscena, era stato scansato dai media rivangando i vecchi dissapori con Angela Merkel e, soprattutto, le sue simpatie per Alternative für Deutschland (AfD). Ora, è la stessa capitana ad ammettere che, dietro l'assalto al porto di Lampedusa della Sea Watch 3 (guarda il video), c'era un disegno politico ben preciso.
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"So che quanto sto per dire potrebbe essere strumentalizzato da qualche partito...". A distanza di qualche settimana dal blitz nel porto di Lampedusa, la Rackete vuota il sacco e, in una intervista alla tv tedesca Zdf, ammette che fu il ministero dell'Interno tedesco a chiederle "di far registrare e portare tutti i clandestini a Lampedusa". È il collegamento che mancava per ricostruire l'assalto sferrato dalla Sea Watch al governo italiano che le aveva intimato il divieto di ingresso nelle nostro acque territoriali e di attracco nel porto dell'isola siciliana. Che tra l'organizzazione non governativa e l'esecutivo guidato dalla Merkel ci fossero dei legami lo lasciva presupporre la presenza della troupe della tv di Stato Ard. Il sito Journalistenwatch l'aveva definita "una geniale opera di propaganda" che "probabilmente" aveva "l'intento di provocare un confronto con le autorità italiane a ogni costo".
La presenza dei due giornalisti della Ard aveva spinto Maaßen a ipotizzare un diretto coinvolgimento del governo tedesco nelle operazioni di "salvataggio" della Sea Watch. "Se questa notizia fosse corretta, Panorama non sarebbe una trasmissione occidentale", ha scritto in un tweet che dopo alcune ore era stato inspiegabilmente rimosso. Qualche giorno più tardi l'ex capo dei servizi segreti, intervistato da Roberto Vivaldelli per InsideOver, aveva ammesso che "alcuni Paesi europei sono segretamente soddisfatti della destabilizzazione"che l'emergenza immigrazione porta in Europa. La sua vicinanza con l'AfD aveva spinto i più a non dargli retta, anche è chiaro che, per il ruolo ricoperto fino all'anno scorso, ha ancora buone fonti all'interno della struttura di intelligence tedesca. Forse, davanti all'intervista della Rackete alla Zdf, oggi ripresa dalla Verità, i più inizieranno ad aprire gli occhi. La Rackete ha, infatti, ammesso che sul proprio tavolo non aveva solo l'opzione di portare gli immigrati al porto di Lampedusa. La municipalità di Rothenburg aveva proposto, infatti, di mandare un pullman in Italia per recuperare i clandestini e farli registrare in Germania. "Ma - ha rivelato la capitana - a negare la via terrestre è stato il ministro dell'Interno del nostro Paese", come conferma anche Tpi.
La rivelazione della Rackete non contraddicono affatto la linea adottata dal governo tedesco negli ultimi mesi. Anzi la confermano con forza. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer non ha mai mancato di opporsi alla linea dura adottata da Salvini per contrastare l'immigrazione clandestina. "Matteo, che senso che mettere sempre in atto la stessa procedura se finisce sempre che i migranti scendono a terra?", ha polemizzato nei giorni scorsi quando la Gregoretti era ancora bloccata davanti al porto di Lampedusa. Dopo il recente vertice di Helsinki, i due ministri si rivedranno a settembre per fare il punto sull'emergenza immigrazione. In quell'occasione la Germania ribadirà la propria contrarietà alla chiusura dei porti e presenterà una nuova procedura che metta per iscritto "la necessità del salvataggio in mare". La posizione dei tedeschi è subdola: sanno bene, infatti, che se i migranti sbarcano e vengono registrati in Italia, spetterà al nostro Paese l'espulsione dei clandestini nel proprio Paese di origine e la ricollocazione in quei pochi Stati europei che hanno accettato le quote imposte da Bruxelles. E le recenti rivelazioni sui "dublinanti" rispediti a Roma con voli charter dopo essere stati "storditi e sedati" dimostrano che a Berlino non c'è certo la minima intenzione a collaborare per fermare l'emergenza, ma se possono metterci in difficoltà non si tirano indietro. Anzi, affondano il colpo senza pietà.

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