Arcivescovo Viganò: “L’abominio dei riti idolatri è entrato nel santuario di Dio”.
L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò sollecita la riconsacrazione della Basilica di San Pietro, alla luce di quelle che egli chiama “le terribili profanazioni idolatriche” che sono state commesse nelle sue pareti attraverso la venerazione della statua di Pachamama.
Un’intervista esclusiva di mons. Carlo Maria Viganò rilasciata a Diane Montagna e pubblicata su Lifesitenews. Eccola nella mia traduzione.
LifeSiteNews: Eccellenza, come caratterizzerebbe l’arco narrativo del sinodo? C’è un’immagine che la riassume in modo appropriato?
Arcivescovo Viganò: La barca della Chiesa è in preda a una tempesta impetuosa. Per placare la tempesta, quei Successori degli Apostoli che hanno cercato di lasciare Gesù sulla riva, e che non percepiscono più la sua presenza, hanno cominciato ad invocare la Pachamama!
Gesù profetizzò: “Quando vedrete il sacrilegio dissacrante….. ci sarà una grande tribolazione, come non è stato dagli inizi del mondo fino ad oggi, no, e mai sarà” (Mt 24,15;21).
L’abominio dei riti idolatri è entrato nel santuario di Dio e ha dato origine ad una nuova forma di apostasia, i cui semi, attivi da tempo, stanno crescendo con rinnovato vigore ed efficacia. Il processo di mutazione interna della fede, in atto nella Chiesa cattolica da diversi decenni, ha visto con questo Sinodo una drammatica accelerazione verso la fondazione di un nuovo credo, riassunto in un nuovo tipo di culto [cultus]. In nome dell’inculturazione, elementi pagani infestano il culto divino per trasformarlo in un culto idolatrico.
Qual è, secondo lei, la parte più preoccupante o problematica del documento finale del Sinodo amazzonico?
La strategia dell’intera operazione del Sinodo amazzonico è l’inganno, l’arma preferita dal diavolo: dire mezze verità per raggiungere un fine perverso. Mancanza di sacerdoti: dicono quindi che è necessario aprirsi a sacerdoti sposati e a un diaconato femminile per distruggere il celibato, prima in Amazzonia e poi in tutta la Chiesa. In quale continente vi è stata la prima evangelizzazione della Chiesa cattolica mai realizzata da sacerdoti sposati? Le missioni in Africa, Asia e America Latina sono state svolte principalmente dalla Chiesa latina, e solo in minima parte dalle Chiese orientali con clero sposato.
Il documento finale di questa assemblea vergognosamente manipolata, il cui ordine del giorno e i cui risultati sono stati pianificati da tempo, è un attacco frontale contro l’edificio divino della Chiesa, attaccando la santità del sacerdozio cattolico, e spingendo per l’abolizione del celibato ecclesiastico e del diaconato femminile.
Cosa ha rivelato la saga di Pachamama? E cosa si dovrebbe fare in risposta?
Ad Abu Dhabi, papa Francesco ha dichiarato per iscritto che Dio “vuole” tutte le religioni. Nonostante la correzione fraterna offertagli di persona e per iscritto dal vescovo Athanasius Schneider, papa Francesco ha ordinato che la sua dichiarazione eretica sia insegnata nelle università pontificie e che sia creata una speciale Commissione per diffondere questo grave errore dottrinale.
Coerentemente con questa dottrina aberrante, non sorprende che anche il paganesimo e l’idolatria debbano essere inclusi tra le religioni volute da Dio. Il Papa ce lo ha dimostrato e lo ha realizzato personalmente, profanando i giardini vaticani e la Chiesa di Santa Maria in Traspontina, e dissacrando la Basilica di San Pietro e la Messa di chiusura del Sinodo, ponendo sull’altare della Confessione quella “pianta” idolatrica che è strettamente connessa con la Pachamama.
Secondo la tradizione della Chiesa, la Chiesa di Santa Maria in Traspontina e la Basilica di San Pietro devono essere riconsacrate alla luce delle terribili profanazioni idolatriche che in esse sono state commesse.
La saga di Pachamama ha rivelato una palese e gravissima violazione del Primo Comandamento, così come la deriva verso l’idolatria in una “Chiesa dal volto amazzonico”. Quel rito, che ha avuto luogo nel cuore del cristianesimo e al quale Bergoglio ha partecipato, assume il valore di rito iniziatico della nuova religione. La venerazione della Pachamama è il frutto velenoso dell'”inculturazione” a tutti i costi, e un’espressione fanatica della “Teologia indiana”. Il Sinodo ha offerto un trampolino di lancio per questa nuova chiesa sincretistica neopagana, dedicata al culto della Madre Terra, al mito naturalistico del “buon selvaggio” e al rifiuto del modello e dello stile di vita occidentale delle società avanzate.
L’idolatria sigilla l’apostasia. È il frutto della negazione della vera fede. Nasce dalla sfiducia in Dio e degenera in protesta e ribellione. P. Serafino Lanzetta ha detto recentemente:
Adorare un idolo è adorare se stessi al posto di Dio….. è adorare l’anti dio che ci seduce e ci separa da Dio, cioè il diavolo, come si vede chiaramente dalle parole di Gesù al tentatore nel deserto (cfr Mt 4,8-10). L’uomo non può che adorare, ma deve scegliere chi adorare. Nel tollerare la presenza di idoli – la Pachamama nel nostro contesto attuale – accanto alla fede, si dice che la religione è essenzialmente ciò che soddisfa i desideri dell’uomo. Gli idoli sono sempre allettanti perché si adora ciò che si vuole e, soprattutto, non si devono sopportare molti mal di testa morali. Al contrario, gli idoli sono in gran parte la sublimazione di tutti gli istinti umani. Il vero mal di testa, però, arriva quando la corruzione morale si diffonde e infesta la Chiesa. Un “abbandono di Dio” per l’impurità, per diventare prostitute di altri dei, scambiando la verità di Dio con la menzogna, adorando e servendo le creature al posto del Creatore (cfr Rm 1,24-25). Sembra che San Paolo ci parli oggi. La radice di questa triste e tragica storia è il crollo dogmatico e morale.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte agli atti idolatri di cui siamo stati testimoni e che ci hanno lasciato senza parole. Questi attacchi contro la santità della nostra Madre Chiesa ci chiedono una giusta e generosa riparazione. È urgente riscoprire il senso della preghiera, della riparazione e della penitenza, del digiuno, dei “piccoli sacrifici, dei piccoli fiori” e soprattutto dell’adorazione silenziosa e prolungata davanti al Santissimo Sacramento.
Preghiamo il Signore affinché torniamo a parlare al cuore della sua amata Sposa, riportandola a Lui stesso nella grazia del suo primo e irrevocabile amore, dopo aver commesso l’errore di abbandonarsi al mondo e alla sua prostituzione.
Cosa ci ha mostrato il Sinodo amazzonico sulla natura della “sinodalità”?
La Chiesa non è una democrazia. Il Sinodo dei Vescovi, da quando Paolo VI lo ha istituito con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo del 15 settembre 1965, ha sempre affrontato i problemi riguardanti la Chiesa universale, e ha concesso il diritto di partecipare ai vescovi che rappresentano tutte le Conferenze episcopali nel mondo. Il Sinodo per l’Amazzonia non ha rispettato questo criterio.
La Chiesa in Amazzonia ha certamente grandi problemi propri, che quindi devono essere affrontati a livello locale. Per risolverli sarebbe stato sufficiente che i vescovi latinoamericani avessero seguito le raccomandazioni che papa Benedetto XVI ha fatto loro in occasione della sua visita ad Aparecida nel 2007. Non lo hanno fatto. Infatti, per decenni molti di loro hanno permesso, se non incoraggiato, agli aderenti alla teologia della liberazione e ad ideologie di origine prevalentemente germanica, con i gesuiti in prima linea, di continuare a rifiutare di proclamare Cristo come unico Salvatore.
“Attenzione ai falsi profeti, che vengono da voi in veste di pecore, ma che interiormente sono lupi famelici” (Mt 7,15). La situazione in parte della Chiesa in Amazzonia è stata un fallimento, anche a causa dei nunzi apostolici in Brasile, come l’attuale segretario generale del Sinodo dei vescovi, che hanno proposto candidati all’episcopato come quelli che abbiamo visto al Sinodo amazzonico. Col tenere un Sinodo a Roma, invece di tenere un Sinodo locale, e invitando vescovi scelti tra i più ciechi a guidare altri ciechi, c’è stato un tentativo di esportare e diffondere la malattia nella Chiesa universale?
Papa Francesco usa la “sinodalità” in modo molto contraddittorio e minimamente sinodale! La “sinodalità” è uno dei “mantra” dell’attuale pontificato, la soluzione magica a tutti i problemi che riguardano la vita della Chiesa. La tanto acclamata “conversione sinodale” ha soppiantato la conversione a Cristo. Proprio per questo la “sinodalità” non è la soluzione, ma il problema.
Inoltre, Papa Francesco sembra concepire la sinodalità come una strada a senso unico: gli attori, i contenuti e i risultati sono pianificati e diretti in modo mirato e inequivocabile. Di conseguenza, l’istituzione sinodale viene seriamente delegittimata e l’adesione dei fedeli ad essa viene compromessa.
Si ha anche l’impressione che la sinodalità venga colta e usata come strumento per liberarsi dalla Tradizione e da ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Come può esistere una vera sinodalità dove manca l’assoluta fedeltà alla dottrina?
Parlando all’Angelus dell’assemblea appena conclusa, Francesco ha detto: “Abbiamo camminato guardandoci negli occhi e ascoltandoci a vicenda con sincerità, senza nascondere le difficoltà”. Queste parole parlano di una sinodalità esercitata dal basso, non da Cristo Signore né dall’ascolto della sua eterna Verità. Esse riflettono una sinodalità sociologica e mondana al servizio di un progetto puramente umano e ideologico.
Lei ha qualche riflessione [da fare] su come l’apparato mediatico vaticano ha gestito il Sinodo? I critici dicono che ha perso ogni credibilità.
Durante il Sinodo abbiamo assistito a una gestione della comunicazione di tipo sovietico, con l’imposizione di una “versione ufficiale” che non ha quasi mai coinciso con la realtà. Quando l’evidenza di menzogne o ambiguità è stata portata alla luce da tanti coraggiosi giornalisti, hanno negato o denunciato una cospirazione.
Si sono stracciate le vesti, al punto di presentare una denuncia ufficiale, per il fatto che la dea madre Pachamama era stata gettata nel melmoso Tevere! Poi ci sono stati i soliti epiteti: cattolici conservatori e fanatici, retrogradi che non credono nel dialogo, persone che ignorano la storia della Chiesa, secondo un editoriale pubblicato su Vatican News, completo di una citazione del cardinale San John-Henry Newman, che era favorevole alle statue. Eppure la citazione di Newman, secondo cui gli elementi di origine pagana sono santificati dalla loro adozione nella Chiesa, testimonia non solo la malafede di chi l’ha usata, ma anche un effetto contrario a lui.
La citazione di Newman evidenzia infatti la sostanziale differenza tra la saggia pratica della Chiesa di Cristo e i metodi dell’apostasia modernista. Infatti, la Chiesa romana, che distrusse la tirannia degli idoli demoniaci (si pensi alla demolizione dei templi di Apollo di San Benedetto o della quercia sacra di San Bonifacio) e fondò il regno di Cristo, adotta forme di antica religione pagana e le battezza. I nuovi modernisti, invece, che credono che Dio vuole positivamente la diversità delle religioni, si arrendono felicemente al sincretismo e all’idolatria.
Che cosa è stato messo a rischio o minacciato dal Sinodo amazzonico, in particolare per la Chiesa e la sua fede?
Il Sinodo amazzonico è parte di un processo che mira niente di meno che a cambiare la Chiesa. Il pontificato di Papa Francesco è costellato di atti sensazionali volti a minare dottrine, pratiche e strutture che finora sono state considerate consustanziali con la Chiesa cattolica. Egli stesso ha definito questo processo come un “cambio di paradigma”, cioè una chiara rottura con la Chiesa che lo ha preceduto.
Con il Sinodo amazzonico è emersa all’orizzonte l’utopia di una nuova chiesa tribalista ed ecologista. È il vecchio progetto di quel progressismo latinoamericano che era già stato affrontato da Giovanni Paolo II e poi dal cardinale Ratzinger – ma mai veramente sradicato – e che ora viene promosso dai vertici della gerarchia cattolica. Lo scopo di questo Sinodo è di avanzare verso la consacrazione definitiva della teologia della liberazione nella sua versione “verde” e “tribale”.
Con questo Sinodo, come in altre occasioni, la Chiesa cattolica appare allineata alle strategie che dominano la scena globalista e sono sostenute da forze potenti e dalla finanza. Queste strategie sono radicalmente anti-umane e intrinsecamente anti-cristiane. L’agenda include anche la promozione dell’aborto, dell’ideologia di genere e dell’omosessualità, e dogmatizza la teoria del riscaldamento globale antropogenico.
Per tutti noi cattolici, il paesaggio della Santa Chiesa diventa sempre più scuro di giorno in giorno. L’offensiva progressista in corso fa presagire una vera e propria rivoluzione, non solo nel modo in cui la Chiesa è intesa, ma anche nelle immagini apocalittiche che dà a tutto l’ordine mondiale. Con profonda tristezza, vediamo l’attuale pontificato segnato da fatti insoliti, comportamenti sconcertanti e dichiarazioni che contraddicono la dottrina tradizionale, e che seminano nelle anime un dubbio generale su cosa sia la Chiesa cattolica e quali siano i suoi veri e immutabili principi. Ci sembra di essere nella morsa di un caos religioso di proporzioni gigantesche. Se questo piano satanico avrà successo, i cattolici che vi aderiscono cambieranno di fatto la religione, e l’immenso gregge di Nostro Signore Gesù Cristo sarà ridotto a una minoranza. Questa minoranza avrà probabilmente molto da soffrire. Ma sarà sostenuta dalla promessa di Nostro Signore che le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa, e con Lui vincerà nel Trionfo del Cuore Immacolato di Maria promesso dalla Madonna a Fatima.
Cosa pensa che gli organizzatori del Sinodo abbiano realizzato dal loro punto di vista? Quali progressi hanno fatto nella loro agenda?
Gli organizzatori e i protagonisti del Sinodo hanno certamente raggiunto uno dei loro obiettivi: rendere la Chiesa più amazzonica e l’Amazzonia meno cattolica. Il paradigma amazzonico non è dunque la fine del processo di trasformazione a cui mira la “rivoluzione-pastorale” promossa dall’attuale magistero pontificio. Serve da passerella per traghettare ciò che resta dell’edificio cattolico verso un’indistinta Religione universale.
Il paradigma amazzonico, con la sua venerazione panteistica della Madre Terra e l’interconnessione utopica tra tutti gli elementi della natura, dovrebbe consentire (secondo le speculazioni teologiche sviluppate nelle regioni germaniche) il superamento della religione cattolica tradizionale attraverso un Pantheon mondiale e senza Stato. Il recente Sinodo ha avuto successo nel senso di creare una chiesa amazzonica costituita da un insieme di credenze, culto, pratiche pagano-sacramentali, liturgie inculturate in comunione con la natura, e molti sacerdoti indiani sposati, in vista dell’ordinazione femminile. È un passo aberrante e veramente significativo nell’agenda di una “Chiesa In uscita” che è impegnata nel processo della Grande Sostituzione del cattolicesimo con un’altra religione, quella che glorifica l’uomo al posto di Dio.
Lei è l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti. Che cosa penserebbe del laicato che inonda di lettere le nunziature vaticane e apostoliche?
“Il regno dei cieli ha subito violenza e gli uomini di violenza lo prendono con la forza”. (Mt 11,12). Come ci invita il professor Roberto De Mattei: “Dobbiamo militarizzare il nostro cuore e trasformarlo in un’Acies Ordinata. La Chiesa non ha paura dei suoi nemici e vince sempre quando i cristiani combattono. I nostri avversari sono uniti dal loro odio per il bene, dobbiamo unirci nell’amore per il bene e la verità. Questa non è una battaglia ordinaria, ma una guerra! È urgente che la resistenza cattolica sia fortemente unita e visibile di fronte al processo di auto-demolizione della Chiesa, anche superando “le tante incomprensioni che spesso dividono il campo del bene e cercando tra queste forze un’unità di scopo e di azione, pur mantenendo le loro diverse identità legittime” (De Mattei).
In queste ore più gravi, i laici sono certamente la punta di diamante della resistenza. Con il loro coraggio, devono appellarsi a noi pastori e incoraggiarci a farsi avanti, con più coraggio e determinazione, per difendere la Sposa di Cristo. L’avvertimento di Santa Caterina da Siena è rivolto a noi pastori: “Aprite gli occhi e guardate la perversità della morte che è venuta nel mondo, e specialmente nel Corpo della Santa Chiesa. Ahimè, che i vostri cuori e le vostre anime esplodano nel vedere tante offese contro Dio! Ahimè, basta silenzio! gridate con centomila lingue. Vedo che, attraverso il silenzio, il mondo è morto, la Sposa di Cristo è pallida”.
C‘è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Diamo l’ultima parola a Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa:
Il Padre ha parlato, mentre l’intera schiera del cielo stava ascoltando, e ha detto:
“Davanti a voi mi lamento di aver dato mia figlia a un uomo che la tormenta terribilmente e le lega i piedi a un palo di legno, a tal punto che il midollo è uscito dai suoi piedi”.
Gli rispose il Figlio: “Padre, l’ho redenta con il mio sangue e l’ho promessa a me stesso, ma ora è stata presa con la forza.
Il Padre esclamò: “Figlio mio, condivido il tuo lamento, la tua parola è mia, le tue opere sono mie. Tu sei in me ed io in te. Sia fatta la tua volontà”.
Poi la Madre parlò, dicendo: “Tu sei il mio Dio e il mio Signore. Il mio corpo portava le membra del tuo Figlio benedetto, che è il tuo vero Figlio e il mio vero Figlio. Non gli ho rifiutato nulla sulla terra. Per le mie preghiere, abbi pietà di tua figlia, la Chiesa!
Il Padre rispose: “Poiché non mi hai rifiutato nulla sulla terra, non voglio rifiutarvi nulla in cielo. Sia fatta la tua volontà”.
Dopo di ciò, gli angeli parlarono, dicendo: “Tu sei il nostro Signore, in te possediamo ogni cosa buona, e non abbiamo bisogno di nient’altro che di te. Quando hai scelto questa Sposa, tutti ci siamo rallegrati; ormai abbiamo motivo di essere tristi, perché è stata consegnata nelle mani del peggiore degli uomini che la offende con insulti e abusi di ogni genere. Abbi pietà di lei secondo la tua grande misericordia, e non c’è nessuno che la consoli e la liberi se non tu, Signore, Dio onnipotente”.
Poi disse agli angeli: “Voi siete miei amici e la fiamma del vostro amore brucia nel mio cuore. Avrò misericordia di mia figlia, mia Chiesa, per amore delle vostre preghiere”. (Rivelazioni, Libro I, capitolo 24).
Di nuovo, lasciamo parlare santa Brigida:
“Sappiate che se un papa concede ai sacerdoti il permesso di contrarre un matrimonio carnale, egli sarà spiritualmente condannato da Dio….. Dio priverebbe completamente quello stesso papa della visione spirituale e dell’udito, nonché delle parole e dei fatti spirituali. Tutta la sua saggezza spirituale si congelerebbe completamente. Poi, dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nell’inferno per essere tormentata per sempre, lì per diventare il cibo dei demoni eternamente e senza fine. Sì, anche se Papa San Gregorio stesso avesse decretato questo, non avrebbe mai ottenuto il perdono di Dio da quella frase, a meno che non l’avesse umilmente revocata prima della morte” (Rivelazioni, Libro VII, 10).
Signore, abbi pietà della tua Chiesa, per amore delle nostre preghiere e afflizioni!
This morning in the Vatican Gardens, Indigenous leaders of the Amazon offered up prayers for the Earth, in a ceremony where Pope Francis consecrated the upcoming Pan-Amazon Synod to St. Francis of Assisi #SinodoAmazonico
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L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò sollecita la riconsacrazione della Basilica di San Pietro, alla luce di quelle che egli chiama “le terribili profanazioni idolatriche” che sono state commesse nelle sue pareti attraverso la venerazione della statua di Pachamama.
Un’intervista esclusiva di mons. Carlo Maria Viganò rilasciata a Diane Montagna e pubblicata su Lifesitenews. Eccola nella mia traduzione.
LifeSiteNews: Eccellenza, come caratterizzerebbe l’arco narrativo del sinodo? C’è un’immagine che la riassume in modo appropriato?
Arcivescovo Viganò: La barca della Chiesa è in preda a una tempesta impetuosa. Per placare la tempesta, quei Successori degli Apostoli che hanno cercato di lasciare Gesù sulla riva, e che non percepiscono più la sua presenza, hanno cominciato ad invocare la Pachamama!
Gesù profetizzò: “Quando vedrete il sacrilegio dissacrante….. ci sarà una grande tribolazione, come non è stato dagli inizi del mondo fino ad oggi, no, e mai sarà” (Mt 24,15;21).
L’abominio dei riti idolatri è entrato nel santuario di Dio e ha dato origine ad una nuova forma di apostasia, i cui semi, attivi da tempo, stanno crescendo con rinnovato vigore ed efficacia. Il processo di mutazione interna della fede, in atto nella Chiesa cattolica da diversi decenni, ha visto con questo Sinodo una drammatica accelerazione verso la fondazione di un nuovo credo, riassunto in un nuovo tipo di culto [cultus]. In nome dell’inculturazione, elementi pagani infestano il culto divino per trasformarlo in un culto idolatrico.
Qual è, secondo lei, la parte più preoccupante o problematica del documento finale del Sinodo amazzonico?
La strategia dell’intera operazione del Sinodo amazzonico è l’inganno, l’arma preferita dal diavolo: dire mezze verità per raggiungere un fine perverso. Mancanza di sacerdoti: dicono quindi che è necessario aprirsi a sacerdoti sposati e a un diaconato femminile per distruggere il celibato, prima in Amazzonia e poi in tutta la Chiesa. In quale continente vi è stata la prima evangelizzazione della Chiesa cattolica mai realizzata da sacerdoti sposati? Le missioni in Africa, Asia e America Latina sono state svolte principalmente dalla Chiesa latina, e solo in minima parte dalle Chiese orientali con clero sposato.
Il documento finale di questa assemblea vergognosamente manipolata, il cui ordine del giorno e i cui risultati sono stati pianificati da tempo, è un attacco frontale contro l’edificio divino della Chiesa, attaccando la santità del sacerdozio cattolico, e spingendo per l’abolizione del celibato ecclesiastico e del diaconato femminile.
Cosa ha rivelato la saga di Pachamama? E cosa si dovrebbe fare in risposta?
Ad Abu Dhabi, papa Francesco ha dichiarato per iscritto che Dio “vuole” tutte le religioni. Nonostante la correzione fraterna offertagli di persona e per iscritto dal vescovo Athanasius Schneider, papa Francesco ha ordinato che la sua dichiarazione eretica sia insegnata nelle università pontificie e che sia creata una speciale Commissione per diffondere questo grave errore dottrinale.
Coerentemente con questa dottrina aberrante, non sorprende che anche il paganesimo e l’idolatria debbano essere inclusi tra le religioni volute da Dio. Il Papa ce lo ha dimostrato e lo ha realizzato personalmente, profanando i giardini vaticani e la Chiesa di Santa Maria in Traspontina, e dissacrando la Basilica di San Pietro e la Messa di chiusura del Sinodo, ponendo sull’altare della Confessione quella “pianta” idolatrica che è strettamente connessa con la Pachamama.
Secondo la tradizione della Chiesa, la Chiesa di Santa Maria in Traspontina e la Basilica di San Pietro devono essere riconsacrate alla luce delle terribili profanazioni idolatriche che in esse sono state commesse.
La saga di Pachamama ha rivelato una palese e gravissima violazione del Primo Comandamento, così come la deriva verso l’idolatria in una “Chiesa dal volto amazzonico”. Quel rito, che ha avuto luogo nel cuore del cristianesimo e al quale Bergoglio ha partecipato, assume il valore di rito iniziatico della nuova religione. La venerazione della Pachamama è il frutto velenoso dell'”inculturazione” a tutti i costi, e un’espressione fanatica della “Teologia indiana”. Il Sinodo ha offerto un trampolino di lancio per questa nuova chiesa sincretistica neopagana, dedicata al culto della Madre Terra, al mito naturalistico del “buon selvaggio” e al rifiuto del modello e dello stile di vita occidentale delle società avanzate.
L’idolatria sigilla l’apostasia. È il frutto della negazione della vera fede. Nasce dalla sfiducia in Dio e degenera in protesta e ribellione. P. Serafino Lanzetta ha detto recentemente:
Adorare un idolo è adorare se stessi al posto di Dio….. è adorare l’anti dio che ci seduce e ci separa da Dio, cioè il diavolo, come si vede chiaramente dalle parole di Gesù al tentatore nel deserto (cfr Mt 4,8-10). L’uomo non può che adorare, ma deve scegliere chi adorare. Nel tollerare la presenza di idoli – la Pachamama nel nostro contesto attuale – accanto alla fede, si dice che la religione è essenzialmente ciò che soddisfa i desideri dell’uomo. Gli idoli sono sempre allettanti perché si adora ciò che si vuole e, soprattutto, non si devono sopportare molti mal di testa morali. Al contrario, gli idoli sono in gran parte la sublimazione di tutti gli istinti umani. Il vero mal di testa, però, arriva quando la corruzione morale si diffonde e infesta la Chiesa. Un “abbandono di Dio” per l’impurità, per diventare prostitute di altri dei, scambiando la verità di Dio con la menzogna, adorando e servendo le creature al posto del Creatore (cfr Rm 1,24-25). Sembra che San Paolo ci parli oggi. La radice di questa triste e tragica storia è il crollo dogmatico e morale.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte agli atti idolatri di cui siamo stati testimoni e che ci hanno lasciato senza parole. Questi attacchi contro la santità della nostra Madre Chiesa ci chiedono una giusta e generosa riparazione. È urgente riscoprire il senso della preghiera, della riparazione e della penitenza, del digiuno, dei “piccoli sacrifici, dei piccoli fiori” e soprattutto dell’adorazione silenziosa e prolungata davanti al Santissimo Sacramento.
Preghiamo il Signore affinché torniamo a parlare al cuore della sua amata Sposa, riportandola a Lui stesso nella grazia del suo primo e irrevocabile amore, dopo aver commesso l’errore di abbandonarsi al mondo e alla sua prostituzione.
Cosa ci ha mostrato il Sinodo amazzonico sulla natura della “sinodalità”?
La Chiesa non è una democrazia. Il Sinodo dei Vescovi, da quando Paolo VI lo ha istituito con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo del 15 settembre 1965, ha sempre affrontato i problemi riguardanti la Chiesa universale, e ha concesso il diritto di partecipare ai vescovi che rappresentano tutte le Conferenze episcopali nel mondo. Il Sinodo per l’Amazzonia non ha rispettato questo criterio.
La Chiesa in Amazzonia ha certamente grandi problemi propri, che quindi devono essere affrontati a livello locale. Per risolverli sarebbe stato sufficiente che i vescovi latinoamericani avessero seguito le raccomandazioni che papa Benedetto XVI ha fatto loro in occasione della sua visita ad Aparecida nel 2007. Non lo hanno fatto. Infatti, per decenni molti di loro hanno permesso, se non incoraggiato, agli aderenti alla teologia della liberazione e ad ideologie di origine prevalentemente germanica, con i gesuiti in prima linea, di continuare a rifiutare di proclamare Cristo come unico Salvatore.
“Attenzione ai falsi profeti, che vengono da voi in veste di pecore, ma che interiormente sono lupi famelici” (Mt 7,15). La situazione in parte della Chiesa in Amazzonia è stata un fallimento, anche a causa dei nunzi apostolici in Brasile, come l’attuale segretario generale del Sinodo dei vescovi, che hanno proposto candidati all’episcopato come quelli che abbiamo visto al Sinodo amazzonico. Col tenere un Sinodo a Roma, invece di tenere un Sinodo locale, e invitando vescovi scelti tra i più ciechi a guidare altri ciechi, c’è stato un tentativo di esportare e diffondere la malattia nella Chiesa universale?
Papa Francesco usa la “sinodalità” in modo molto contraddittorio e minimamente sinodale! La “sinodalità” è uno dei “mantra” dell’attuale pontificato, la soluzione magica a tutti i problemi che riguardano la vita della Chiesa. La tanto acclamata “conversione sinodale” ha soppiantato la conversione a Cristo. Proprio per questo la “sinodalità” non è la soluzione, ma il problema.
Inoltre, Papa Francesco sembra concepire la sinodalità come una strada a senso unico: gli attori, i contenuti e i risultati sono pianificati e diretti in modo mirato e inequivocabile. Di conseguenza, l’istituzione sinodale viene seriamente delegittimata e l’adesione dei fedeli ad essa viene compromessa.
Si ha anche l’impressione che la sinodalità venga colta e usata come strumento per liberarsi dalla Tradizione e da ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Come può esistere una vera sinodalità dove manca l’assoluta fedeltà alla dottrina?
Parlando all’Angelus dell’assemblea appena conclusa, Francesco ha detto: “Abbiamo camminato guardandoci negli occhi e ascoltandoci a vicenda con sincerità, senza nascondere le difficoltà”. Queste parole parlano di una sinodalità esercitata dal basso, non da Cristo Signore né dall’ascolto della sua eterna Verità. Esse riflettono una sinodalità sociologica e mondana al servizio di un progetto puramente umano e ideologico.
Lei ha qualche riflessione [da fare] su come l’apparato mediatico vaticano ha gestito il Sinodo? I critici dicono che ha perso ogni credibilità.
Durante il Sinodo abbiamo assistito a una gestione della comunicazione di tipo sovietico, con l’imposizione di una “versione ufficiale” che non ha quasi mai coinciso con la realtà. Quando l’evidenza di menzogne o ambiguità è stata portata alla luce da tanti coraggiosi giornalisti, hanno negato o denunciato una cospirazione.
Si sono stracciate le vesti, al punto di presentare una denuncia ufficiale, per il fatto che la dea madre Pachamama era stata gettata nel melmoso Tevere! Poi ci sono stati i soliti epiteti: cattolici conservatori e fanatici, retrogradi che non credono nel dialogo, persone che ignorano la storia della Chiesa, secondo un editoriale pubblicato su Vatican News, completo di una citazione del cardinale San John-Henry Newman, che era favorevole alle statue. Eppure la citazione di Newman, secondo cui gli elementi di origine pagana sono santificati dalla loro adozione nella Chiesa, testimonia non solo la malafede di chi l’ha usata, ma anche un effetto contrario a lui.
La citazione di Newman evidenzia infatti la sostanziale differenza tra la saggia pratica della Chiesa di Cristo e i metodi dell’apostasia modernista. Infatti, la Chiesa romana, che distrusse la tirannia degli idoli demoniaci (si pensi alla demolizione dei templi di Apollo di San Benedetto o della quercia sacra di San Bonifacio) e fondò il regno di Cristo, adotta forme di antica religione pagana e le battezza. I nuovi modernisti, invece, che credono che Dio vuole positivamente la diversità delle religioni, si arrendono felicemente al sincretismo e all’idolatria.
Che cosa è stato messo a rischio o minacciato dal Sinodo amazzonico, in particolare per la Chiesa e la sua fede?
Il Sinodo amazzonico è parte di un processo che mira niente di meno che a cambiare la Chiesa. Il pontificato di Papa Francesco è costellato di atti sensazionali volti a minare dottrine, pratiche e strutture che finora sono state considerate consustanziali con la Chiesa cattolica. Egli stesso ha definito questo processo come un “cambio di paradigma”, cioè una chiara rottura con la Chiesa che lo ha preceduto.
Con il Sinodo amazzonico è emersa all’orizzonte l’utopia di una nuova chiesa tribalista ed ecologista. È il vecchio progetto di quel progressismo latinoamericano che era già stato affrontato da Giovanni Paolo II e poi dal cardinale Ratzinger – ma mai veramente sradicato – e che ora viene promosso dai vertici della gerarchia cattolica. Lo scopo di questo Sinodo è di avanzare verso la consacrazione definitiva della teologia della liberazione nella sua versione “verde” e “tribale”.
Con questo Sinodo, come in altre occasioni, la Chiesa cattolica appare allineata alle strategie che dominano la scena globalista e sono sostenute da forze potenti e dalla finanza. Queste strategie sono radicalmente anti-umane e intrinsecamente anti-cristiane. L’agenda include anche la promozione dell’aborto, dell’ideologia di genere e dell’omosessualità, e dogmatizza la teoria del riscaldamento globale antropogenico.
Per tutti noi cattolici, il paesaggio della Santa Chiesa diventa sempre più scuro di giorno in giorno. L’offensiva progressista in corso fa presagire una vera e propria rivoluzione, non solo nel modo in cui la Chiesa è intesa, ma anche nelle immagini apocalittiche che dà a tutto l’ordine mondiale. Con profonda tristezza, vediamo l’attuale pontificato segnato da fatti insoliti, comportamenti sconcertanti e dichiarazioni che contraddicono la dottrina tradizionale, e che seminano nelle anime un dubbio generale su cosa sia la Chiesa cattolica e quali siano i suoi veri e immutabili principi. Ci sembra di essere nella morsa di un caos religioso di proporzioni gigantesche. Se questo piano satanico avrà successo, i cattolici che vi aderiscono cambieranno di fatto la religione, e l’immenso gregge di Nostro Signore Gesù Cristo sarà ridotto a una minoranza. Questa minoranza avrà probabilmente molto da soffrire. Ma sarà sostenuta dalla promessa di Nostro Signore che le porte dell’inferno non prevarranno contro la Chiesa, e con Lui vincerà nel Trionfo del Cuore Immacolato di Maria promesso dalla Madonna a Fatima.
Cosa pensa che gli organizzatori del Sinodo abbiano realizzato dal loro punto di vista? Quali progressi hanno fatto nella loro agenda?
Gli organizzatori e i protagonisti del Sinodo hanno certamente raggiunto uno dei loro obiettivi: rendere la Chiesa più amazzonica e l’Amazzonia meno cattolica. Il paradigma amazzonico non è dunque la fine del processo di trasformazione a cui mira la “rivoluzione-pastorale” promossa dall’attuale magistero pontificio. Serve da passerella per traghettare ciò che resta dell’edificio cattolico verso un’indistinta Religione universale.
Il paradigma amazzonico, con la sua venerazione panteistica della Madre Terra e l’interconnessione utopica tra tutti gli elementi della natura, dovrebbe consentire (secondo le speculazioni teologiche sviluppate nelle regioni germaniche) il superamento della religione cattolica tradizionale attraverso un Pantheon mondiale e senza Stato. Il recente Sinodo ha avuto successo nel senso di creare una chiesa amazzonica costituita da un insieme di credenze, culto, pratiche pagano-sacramentali, liturgie inculturate in comunione con la natura, e molti sacerdoti indiani sposati, in vista dell’ordinazione femminile. È un passo aberrante e veramente significativo nell’agenda di una “Chiesa In uscita” che è impegnata nel processo della Grande Sostituzione del cattolicesimo con un’altra religione, quella che glorifica l’uomo al posto di Dio.
Lei è l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti. Che cosa penserebbe del laicato che inonda di lettere le nunziature vaticane e apostoliche?
“Il regno dei cieli ha subito violenza e gli uomini di violenza lo prendono con la forza”. (Mt 11,12). Come ci invita il professor Roberto De Mattei: “Dobbiamo militarizzare il nostro cuore e trasformarlo in un’Acies Ordinata. La Chiesa non ha paura dei suoi nemici e vince sempre quando i cristiani combattono. I nostri avversari sono uniti dal loro odio per il bene, dobbiamo unirci nell’amore per il bene e la verità. Questa non è una battaglia ordinaria, ma una guerra! È urgente che la resistenza cattolica sia fortemente unita e visibile di fronte al processo di auto-demolizione della Chiesa, anche superando “le tante incomprensioni che spesso dividono il campo del bene e cercando tra queste forze un’unità di scopo e di azione, pur mantenendo le loro diverse identità legittime” (De Mattei).
In queste ore più gravi, i laici sono certamente la punta di diamante della resistenza. Con il loro coraggio, devono appellarsi a noi pastori e incoraggiarci a farsi avanti, con più coraggio e determinazione, per difendere la Sposa di Cristo. L’avvertimento di Santa Caterina da Siena è rivolto a noi pastori: “Aprite gli occhi e guardate la perversità della morte che è venuta nel mondo, e specialmente nel Corpo della Santa Chiesa. Ahimè, che i vostri cuori e le vostre anime esplodano nel vedere tante offese contro Dio! Ahimè, basta silenzio! gridate con centomila lingue. Vedo che, attraverso il silenzio, il mondo è morto, la Sposa di Cristo è pallida”.
C‘è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Diamo l’ultima parola a Santa Brigida di Svezia, compatrona d’Europa:
Il Padre ha parlato, mentre l’intera schiera del cielo stava ascoltando, e ha detto:“Davanti a voi mi lamento di aver dato mia figlia a un uomo che la tormenta terribilmente e le lega i piedi a un palo di legno, a tal punto che il midollo è uscito dai suoi piedi”.Gli rispose il Figlio: “Padre, l’ho redenta con il mio sangue e l’ho promessa a me stesso, ma ora è stata presa con la forza.Il Padre esclamò: “Figlio mio, condivido il tuo lamento, la tua parola è mia, le tue opere sono mie. Tu sei in me ed io in te. Sia fatta la tua volontà”.Poi la Madre parlò, dicendo: “Tu sei il mio Dio e il mio Signore. Il mio corpo portava le membra del tuo Figlio benedetto, che è il tuo vero Figlio e il mio vero Figlio. Non gli ho rifiutato nulla sulla terra. Per le mie preghiere, abbi pietà di tua figlia, la Chiesa!Il Padre rispose: “Poiché non mi hai rifiutato nulla sulla terra, non voglio rifiutarvi nulla in cielo. Sia fatta la tua volontà”.Dopo di ciò, gli angeli parlarono, dicendo: “Tu sei il nostro Signore, in te possediamo ogni cosa buona, e non abbiamo bisogno di nient’altro che di te. Quando hai scelto questa Sposa, tutti ci siamo rallegrati; ormai abbiamo motivo di essere tristi, perché è stata consegnata nelle mani del peggiore degli uomini che la offende con insulti e abusi di ogni genere. Abbi pietà di lei secondo la tua grande misericordia, e non c’è nessuno che la consoli e la liberi se non tu, Signore, Dio onnipotente”.Poi disse agli angeli: “Voi siete miei amici e la fiamma del vostro amore brucia nel mio cuore. Avrò misericordia di mia figlia, mia Chiesa, per amore delle vostre preghiere”. (Rivelazioni, Libro I, capitolo 24).
Di nuovo, lasciamo parlare santa Brigida:
“Sappiate che se un papa concede ai sacerdoti il permesso di contrarre un matrimonio carnale, egli sarà spiritualmente condannato da Dio….. Dio priverebbe completamente quello stesso papa della visione spirituale e dell’udito, nonché delle parole e dei fatti spirituali. Tutta la sua saggezza spirituale si congelerebbe completamente. Poi, dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nell’inferno per essere tormentata per sempre, lì per diventare il cibo dei demoni eternamente e senza fine. Sì, anche se Papa San Gregorio stesso avesse decretato questo, non avrebbe mai ottenuto il perdono di Dio da quella frase, a meno che non l’avesse umilmente revocata prima della morte” (Rivelazioni, Libro VII, 10).
Signore, abbi pietà della tua Chiesa, per amore delle nostre preghiere e afflizioni!
This morning in the Vatican Gardens, Indigenous leaders of the Amazon offered up prayers for the Earth, in a ceremony where Pope Francis consecrated the upcoming Pan-Amazon Synod to St. Francis of Assisi #SinodoAmazonico
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Di Sabino Paciolla
https://www.sabinopaciolla.com/arcivescovo-vigano-labominio-dei-riti-idolatri-e-entrato-nel-santuario-di-dio/
VIGANÒ SUL SINODO: UNA FORMA INEDITA DI APOSTASIA, MUTAZIONE DELLA FEDE.
Cari Stilumcuriali, gli amici di LifeSiteNews ci hanno mandato il testo dell’intervista a Carlo Maria Viganò in tema di Sinodo dell’Amazzonia. Volentieri condividiamo queste riflessioni dell’ex Nunzio negli Stati Uniti, raccolte da Diane Montagna. Buona lettura.
§§§
Eccellenza, come descriverebbe lo sviluppo della narrativa sul sinodo? C’è un’immagine che potrebbe riassumerla?
La navicella della Chiesa in preda ad una tempesta furibonda. Per sedare la tempesta, quei successori degli apostoli che hanno cercato lasciare Gesù a terra non avvedendosi più della Sua presenza si mettono ad invocare la Pachamama!
La profezia di Gesù: “Vedrete l’abominio della desolazione… vi sarà una tribolazione grande, quale mai avvenne dall’inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà” (Mt 24,15.21).
L’abominazione di riti idolatrici ha fatto il suo ingresso nel Santuario di Dio dando luogo a una forma inedita di apostasia, i cui germi, attivi da lungo tempo, si stanno sviluppando con rinnovata efficacia. Il processo di mutazione interna della fede, che serpeggia nella Chiesa Cattolica da alcuni decenni, ha conosciuto con questo Sinodo una drammatica accelerazione verso la fondazione di un nuovo credo, compendiato da un nuovo culto. In nome dell’inculturazione, elementi pagani stanno infestando il Culto divino per trasformarlo in un culto idolatrico.
Quale è, secondo lei, la parte più preoccupante o problematica del documento finale?
La strategia di tutta l’operazione Sinodo per l’Amazzonia è l’inganno, l’arma preferita del demonio: dire mezze verità per ottenere un fine perverso. Scarsità di sacerdoti, perciò bisogna aprire ai sacerdoti sposati, al diaconato delle donne, per distruggere il celibato, prima in Amazzonia e poi in tutta la Chiesa. In quale continente la prima evangelizzazione della Chiesa cattolica è mai stata portata avanti da preti sposati? Le missioni in Africa, Asia, America Latina sono state promosse dalla Chiesa Latina, in minima parte dalle Chiese Orientali dal clero uxorato.
Il documento finale di questa assemblea vergognosamente manipolata, la cui agenda e i cui esiti sono stati capillarmente pianificati da lungo tempo, colpisce frontalmente l’edificio divino della Chiesa, attaccando la santità del sacerdozio cattolico, spingendo all’abolizione del celibato ecclesiastico e al diaconato femminile.
Che cosa ha rivelato la saga della Pachamama? Che cose bisogna fare per rispondere?
Ad Abu Dhabi papa Bergoglio ha sottoscritto che Dio ha voluto tutte le religioni. Nonostante la correzione fraterna offertagli di persona e per iscritto dal Vescovo Atanasio Schneider, papa Bergoglio ha disposto cha la sua dichiarazione eretica fosse insegnata nelle università pontificie e che venisse creata una Commissione apposita per diffondere questo grave errore dottrinale. Coerentemente con questa aberrante dottrina non fa meraviglia che anche il paganesimo, l’idolatria, vada inclusa fra le religioni volute da Dio. Il papa ce lo ha mostrato ed attuato personalmente, profanando i giardini vaticani, la chiesa di Santa Maria in Traspontina, dissacrando la stessa Basilica di San Pietro e la S. Messa di chiusura del Sinodo, collocando sull’altare della Confessione quella “piantina” idolatrica strettamente collegata con la Pachamama.
Secondo la tradizione della Chiesa, la chiesa di Santa Maria in Traspontina e la stessa Basilica di San Pietro devono essere riconsacrate attese le esecrabili profanazioni idolatriche che in esse sono state commesse.
La saga della Pachamama ha rivelato una violazione palese e gravissima del primo comandamento nonché la deriva idolatrica della “chiesa dal volto amazzonico”. Quel rito, avvenuto nel cuore della cristianità, presenziato da Bergoglio, assume la valenza di rito iniziatico della nuova religione. Il culto tributato alla pachamama è il frutto avvelenato di un “inculturazione” a qualsiasi prezzo, ed espressione fanatica dalla “Teologia India”. Il Sinodo ha offerto una rampa di lancio per questa nuova chiesa sincretista, neopagana, dedita al culto della Madre Terra, al mito naturalista del “buon selvaggio”, alla denuncia del modello occidentale e dello stile di vita delle società progredite. L’idolatria suggella l’apostasia: è il frutto del rinnegamento della vera fede; nasce da una sfiducia nei confronti di Dio per degenerare in protesta e ribellione.
La saga della Pachamama ha rivelato una violazione palese e gravissima del primo comandamento nonché la deriva idolatrica della “chiesa dal volto amazzonico”. Quel rito, avvenuto nel cuore della cristianità, presenziato da Bergoglio, assume la valenza di rito iniziatico della nuova religione. Il culto tributato alla pachamama è il frutto avvelenato di un “inculturazione” a qualsiasi prezzo, ed espressione fanatica dalla “Teologia India”. Il Sinodo ha offerto una rampa di lancio per questa nuova chiesa sincretista, neopagana, dedita al culto della Madre Terra, al mito naturalista del “buon selvaggio”, alla denuncia del modello occidentale e dello stile di vita delle società progredite. L’idolatria suggella l’apostasia: è il frutto del rinnegamento della vera fede; nasce da una sfiducia nei confronti di Dio per degenerare in protesta e ribellione.
«Adorare un idolo è adorare se stessi al posto di Dio… è adorare l’anti-dio che seduce e separa da Dio, il diavolo, come si vede chiaramente dalle parole di Gesù al diavolo tentatore nel deserto (cf. Mt 4,8-10).
L’uomo non può non adorare, deve però scegliere chi. Tollerando la presenza degli idoli – le Pachamama nel nostro contesto odierno – accanto alla fede, si dice che in fondo la religione è ciò che appaga i desideri dell’uomo. Gli idoli sono sempre avvincenti perché si adora ciò che si vuole e soprattutto non si hanno troppi grattacapi morali. Anzi, sono per lo più la sublimazione di tutti gli istinti umani. Il vero grattacapo però si ha quando la corruzione morale dilaga e infesta la Chiesa. Un “abbandono di Dio” all’impurità per essersi prostituiti ad altri dei, per aver scambiato la verità di Dio con la menzogna adorando e servendo le creature anziché il Creatore (cf. Rm 1, 24-25). Sembra proprio che San Paolo parli a noi uomini d’oggi. È il collasso dogmatico e morale la radice di questa triste parabola» (citazione da Padre Serafino Lanzetta).
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte agli atti idolatrici a cui abbiamo assistito attoniti. Questi assalti contro la Santità della Chiesa nostra Madre reclamano da parte nostra una giusta e generosa riparazione. Urge riscoprire il senso della preghiera e della penitenza riparatrice, del digiuno, dei “piccoli sacrifici, dei fioretti”, e soprattutto dell’adorazione silenziosa e prolungata davanti al Santissimo Sacramento.
Imploriamo il Signore affinché ritorni a parlare al cuore della sua Sposa Amata, attirandola nuovamente a Sé nella grazia del primo ed irrevocabile amore, dopo aver errato per essersi resa al mondo e alle sue prostituzioni.
Il sinodo, he cosa ci ha dimostrato sulla natura della ‘sinodalità’?
La Chiesa non è una democrazia, ma il Sinodo dei Vescovi, da quando Paolo VI lo istituì con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo il 15 settembre 1965 ha sempre trattato problemi riguardanti la Chiesa universale, con diritto a parteciparvi di vescovi rappresentanti di tutte le Conferenze episcopali del mondo. Il Sinodo per l’Amazzonia non ha rispettato questo criterio.
La Chiesa in Amazzonia ha certamente grossi problemi propri che quindi devono essere affrontati sul piano locale. Per risolverli sarebbe stato sufficiente che i vescovi latino-americani avessero seguito le raccomandazioni che Papa Benedetto XVI fece loro in occasione della sua visita ad Aparecida nel 2007. Non lo hanno fatto. Anzi molti di loro hanno permesso, se non promosso, per decenni che i seguaci della teologia della liberazione e delle ideologie di origine in gran parte germanica, con i gesuiti in prima linea, continuassero a rifiutarsi di annunciare Cristo unico Salvatore.
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci” (Mt. 7, 15). Una situazione fallimentare quella di una parte della Chiesa in Amazzonia, anche per quei nunzi apostolici in Brasile, come l’attuale Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, che hanno proposto candidati all’episcopato come quelli che abbiamo visto nell’attuale Sinodo per l’Amazzonia. Invece di un sinodo locale, con il Sinodo a Roma, invitando vescovi selezionati fra quelli più ciechi per guidare altri ciechi, si è cercato di esportare il contagio alla Chiesa universale?
Papa Francesco fa un uso contraddittorio e assai poco sinodale della sinodalità! “Sinodalità” è uno dei “mantra” dell’attuale pontificato, la soluzione magica a tutti i problemi che attanagliano la vita della Chiesa. La tanto conclamata “conversione sinodale” ha soppiantato la conversione a Cristo. Proprio per questo la sinodalità non è la soluzione bensì il problema.
Inoltre Papa Francesco sembra concepire la sinodalità a senso unico: gli attori, i contenuti e i risultati sono previsti ed orientati in maniera mirata ed univoca. L’istituzione sinodale ne risulta gravemente delegittimata, minando l’adesione credente dei fedeli.
Si ha inoltre l’impressione che lo strumento sinodale venga impugnato e maneggiato per affrancarsi dalla Tradizione e da quanto la Chiesa ha sempre insegnato. Come può esserci sinodalità dove non c’è fedeltà assoluta alla dottrina?
Parlando all’Angelus dell’assise appena conclusasi, Francesco ha affermato: “Abbiamo camminato guardandoci negli occhi e ascoltandoci, con sincerità, senza nascondere le difficoltà”. Queste parole evocano una sinodalità esercitata dal basso, e non a partire da Cristo Signore e dall’ascolto della sua eterna Verità, una sinodalità di natura sociologica e mondana, funzionale a un progetto meramente umano, ideologico.
Quale è la sua opinione sul modo in cui l’organizzazione dei media vaticani ha gestito il sinodo? I critici sostengono che abbia perso del tutto credibilità.
Durante lo svolgimento del Sinodo abbiamo assistito ad una gestione della comunicazione in stile sovietico, con l’imposizione di una “versione ufficiale” che quasi mai coincideva con la realtà. Quando l’evidenza della menzogna o dell’ambiguità è stata messa in luce da tanti coraggiosi giornalisti si è negato o gridato al complotto.
Vesti stracciate, fino alla denuncia, per le dee madri pachamama gettate nel Tevere limaccioso! E i soliti epiteti: cattolici conservatori e fanatici, retrogradi che non credono nel dialogo, gente che ignora la storia stessa della Chiesa, secondo l’editoriale apparso su Vatican News, con tanto di citazione del santo cardinale Newman a favore delle sventurate statuette. Se non che, la citazione newmaniana secondo cui gli elementi di origine pagana sono santificati dalla loro adozione nella Chiesa, non solo testimonia la malafede di chi l’ha fatta ma si ritorce contro lo stesso. Essa infatti pone in evidenza la sostanziale differenza tra la sapiente prassi della Chiesa di Cristo e l’apostasia modernista. La Chiesa Romana infatti istituita per la distruzione della tirannide degli idoli demoniaci (pensiamo all’abbattimento dei templi di Apollo per mano di San Benedetto o della quercia sacra per mano di San Bonifacio) e la instaurazione del regno di Cristo assume le forme dell’antica religione pagana e le battezza. I nuovi modernisti, invece, che credono che Dio vuole positivamente la diversità delle religioni, si consegnano allegramente al sincretismo e all’idolatria.
Che cosa il sinodo ha messo a rischio o minacciato sulla Fede e sulla Chiesa?
Il sinodo per l’Amazzonia si iscrive in un processo che mira niente meno che a cambiare la Chiesa. Il pontificato di papa Francesco è costellato di gesti clamorosi volti a scardinare dottrine, pratiche e strutture finora ritenute consostanziali alla Chiesa Cattolica. Egli stesso ha definito questa linea come un “cambio di paradigma”, cioè una netta cesura con la Chiesa che lo ha preceduto.
Con il Sinodo amazzonico è spuntata all’orizzonte l’utopia di una nuova chiesa tribalista ed ecologista, vecchio progetto di quel progressismo latino-americano, già fronteggiato da Giovanni Paolo II e dall’allora Cardinale Ratzinger, mai realmente debellato, ed ora promosso dal vertice della gerarchia cattolica. Con questo Sinodo si vuole procedere alla definitiva consacrazione della teologia della liberazione nella sua versione “verde” e “tribale. Con questo Sinodo, come già in altre occasioni, la Chiesa Cattolica appare allineata alle strategie che dominano la scena mondialista, supportate dai poteri forti e dalla grande finanza – strategie radicalmente antiumane ed intrinsecamente anticristiane, la cui agenda comprende altresì la promozione dell’aborto, l’ideologia gender, l’omosessualismo e la teoria del riscaldamento globale antropico assunta come un dogma.
Per tutti noi cattolici il panorama nella Santa Chiesa si sta facendo ogni giorno più oscuro. L’offensiva progressista in atto lascia presagire una vera rivoluzione, non solo quanto al modo di intendere la Chiesa, ma anche quanto ai riflessi apocalittici che emana per tutto l’ordine mondiale. Con profonda tristezza, vediamo l’attuale pontificato contraddistinto da fatti inusitati, comportamenti francamente sconcertanti e dichiarazioni in contrasto con la dottrina tradizionale, che seminano nelle anime un dubbio generalizzato su ciò che è la Chiesa Cattolica, su quali sono i suoi principi veri ed immutabili. Ci sentiamo in preda ad un caos religioso di dimensioni gigantesche. Se questo piano satanico avrà successo, i cattolici che vi aderiranno di fatto cambieranno religione e l’immenso gregge di Nostro Signore Gesù Cristo si ridurrà a una minoranza. Questa minoranza probabilmente avrà molto da soffrire. Ma sarà sostenuta dalla promessa di Nostro Signore che le porte degli inferi non prevarranno contro la Chiesa, e con Lui vincerà nel Trionfo del Cuore Immacolato di Maria promesso dalla Madonna a Fatima.
Che cosa pensa che gli organizzatori del sinodo abbiano ottenuto, dal loro punto di vista? Come è avanzata la loro agenda?
Gli organizzatori e protagonisti del Sinodo hanno certamente raggiunto uno dei loro obbiettivi: rendere la Chiesa più amazzonica e l’Amazzonia meno cattolica. Il paradigma amazzonico, pertanto, non costituisce il termine del processo di trasformazione a cui mira l’azione della così detta pastorale-rivoluzionaria promossa dall’attuale magistero papale. Esso funge da passerella per traghettare quello che resta dell’Edificio Cattolico verso una indistinta Religione Universale. Il paradigma amazzonico, con le sue componenti di venerazione panteistica della Madre Terra e di interconnessione utopica tra tutti gli elementi della natura dovrebbe consentire, secondo le speculazioni teologiche elaborate in area germanica, il superamento della religione cattolica tradizionale verso un Pantheon Mondialista e Apolide. Il recente Sinodo ha operato con successo nel senso della creazione di una chiesa amazzonica, costituita cioè da un insieme di credenze, di culti, di pratiche pagano-sacramentali, di liturgie inculturate in comunione con la Natura, con tanto di clero indio uxorato, in prospettiva anche femminile. Un progresso aberrante davvero significativo nell’agenda della “chiesa in uscita” affaccendata nel Processo della Grande Sostituzione del Cattolicesimo con un’Altra Religione, quella che glorifica l’Uomo al posto di Dio.
Lei è stato Nunzio negli USA. Che osa pensa dell’idea che i laici inondino il Vaticano e la Nunziatura con le loro lettere?
“Il Regno di Dio soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11, 12). Come ci invita il professor De Mattei, “bisogna militarizzare i cuori e trasformarli in una Acies ordinata. La Chiesa non ha paura dei suoi nemici e vince sempre quando i cristiani combattono. I nostri avversari sono uniti dall’odio verso il bene, noi dobbiamo unirci nell’amore al bene e alla verità”.
Questa non è una battaglia ordinaria ma una guerra! É urgente dare compattezza e visibilità alla resistenza cattolica di fronte al processo in corso di autodemolizione della Chiesa, superando anche “le tante incomprensioni che spesso dividono il campo dei buoni e cercare tra queste forze una unità di intenti e di azione, pur mantenendo le diverse legittime identità” (De Mattei).
In quest’ora gravissima, i laici sono certamente la punta di diamante della resistenza. Il loro coraggio deve interpellare noi pastori e spronarci ad uscire allo scoperto, con più coraggio e determinazione, a difesa della Sposa di Cristo. É rivolto proprio a noi Pastori il monito di Santa Caterina da Siena:
“Aprite l’occhio e guardate la perversità della morte che è venuta nel mondo, e singolarmente nel Corpo della Santa Chiesa. Ahimè, scoppi il cuore e l’anima vostra a vedere tante offese di Dio! Ahimè, basta tacere! gridate con centomila lingue. Vedo che, per il tacere, il mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita”.
Vuole aggiungere qualche cosa?
l Padre eterno rivolse le seguenti parole all’intera corte celeste che lo ascolta:
«Davanti a voi mi lamento: Ho dato mia Figlia la Chiesa – a un uomo che l’affligge oltre misura e la tiene miseramente in ceppi».
Suo Figlio gli rispose: «È Colei che ho riscattato con il mio Sangue e che ho sposato con il mio Amore; ma ora mi è stata rapita con la violenza».
Il Padre esclamò: «Figlio mio, condivido il tuo lamento, la tua parola è la mia, le tue opere sono le mie. Sei in me ed io in te in modo inseparabile. Sia fatta la tua volontà».
Poi la Madre di Dio disse: «Sei mio Dio e mio Signore e il mio corpo ha custodito le membra di tuo Figlio. Ora, non ti ho rifiutato nulla sulla terra: abbi dunque pietà di tua Figlia – la Chiesa – per amore delle mie preghiere».
Dio Padre replicò: «Poiché non mi hai rifiutato niente sulla terra, non voglio rifiutarti niente in cielo. Sia fatta la tua volontà».
Poi parlarono gli angeli e dissero: «Sei nostro Dio e nostro Signore, in te riceviamo ogni forma di bene e non abbiamo bisogno che di te. Quando ti scegliesti questa Sposa, ci complimentammo tutti; ma ora siamo giustamente avviliti, in quanto è stata consegnata a un malvagio che l’umilia miseramente e la copre di ingiurie. Per questo abbi misericordia di lei: la sua miseria è immensa, e non c’è nessuno che la consoli e la liberi se non Tu, Signore, Dio onnipotente!»
E disse agli angeli: «Voi siete miei amici e la fiamma del vostro amore brucia nel mio cuore. Avrò misericordia di mia Figlia – la mia Chiesa – per amore delle vostre preghiere». (Rivelazioni, Libro I, 24)
Lasciamo parlare ancora Santa Brigida:
«Scoprii che se un papa si mostrasse incline ad autorizzare il matrimonio dei sacerdoti, trarrebbe un giudizio terribile; Dio lo colpirebbe con cecità e sordità;, non potrebbe dire altro, ne’ fare ne’ gustare dell’ordine soprannaturale; e inoltre, dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nelle profondità dell’inferno, per rimanervi eternamente in preda dei demon., Sì, anche se il Santo Papa Gregorio avesse stabilito questa legge, non avrebbe mai ottenuto misericordia davanti a Dio se non l’avesse umilmente ritirata prima di morire». (Rivelazioni, libro VII, 10)
Signore, abbi misericordia della tua Chiesa, per amore delle nostre preghiere e delle nostre afflizioni!
Marco Tosatti
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