ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 24 dicembre 2019

La sapienza e la clemenza

Vigilia della natività del Signore

S. Vangelo sec. Matteo (1, 18-21)
Maria, Madre di Gesù, sposata a Giuseppe, prima d'abitare con lui, fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo. Ora Giuseppe, suo marito, essendo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamenteMentre egli stava in questo pensiero, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore, che gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in tua consorte; perché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo. Ella partorirà un Figlio, cui porrai nome Gesù; perché Egli libererà il suo popolo dai suoi peccati.


ANALISI - dagli scritti di P. Marco M. Sales
Era in uso presso gli Ebrei che la novella sposa continuasse ad abitare presso i suoi parenti, e solo più tardi si celebrasse la festa nuziale e venisse introdotta con pompa nella casa dello sposo. Mentre dimorava ancora nella casa paterna, lo sposo poteva liberamente trattare con essa, e per sciogliere il vincolo che li univa era necessario un libello di ripudio. Tale era la condizione di Maria SS. Sposata a Giuseppe, non era ancora stata introdotta solennemente nella casa di lui, quando fu manifesta la sua gravidanza, la quale era opera dello Spirito Santo. Nessuno si meravigliava, essendo ella sposata, eccetto Giuseppe. Egli infatti, zelante nell'osservanza della Legge, non poteva accettare in sposa una donna gravida; ma d'altra parte, non potendo fondatamente dubitare della fedeltà di Lei, non voleva esporla al disonore di darle un libello di ripudio, con conseguenze anche pericolose per la sua vita.
Spesso nell'Antico Testamento Dio aveva manifestata la sua volontà per mezzo degli Angeli. È appunto un Angelo a visitare Giuseppe, chiamandolo figlio di Davide perché in forza del suo matrimonio con Maria egli doveva dare il carattere legale alla discendenza Davidica di Gesù. Gli dice di prendere in sposa Maria, cioè di celebrare solennemente le nozze, e lo assicura che la gravidanza misteriosa è opera dello Spirito Santo.
Gesù” significa “salvezza”. Gesù fu Dio-Salvatore, perché si fece uomo per redimerci dalla schiavitù di Satana. L'Evangelista indica subito il carattere dell'opera messianica di Gesù. Egli non è venuto a liberare il suo popolo dalla servitù dei Romani, come falsamente credevano i Giudei dovesse fare il Messia; ma è venuto per distruggere il peccato e fondare un regno spirituale ed eterno.

COMMENTO
Maria, Madre di Gesù, sposata a Giuseppe, prima d'abitare con lui, fu trovata incinta per virtù dello Spirito Santo...
Nasce dunque Cristo salvezza di tutti, che i profeti dichiarano re delle genti; nasce da una vergine, come Isaia proclama dicendo: Ecco una vergine accoglierà in grembo e partorirà un figlio; lo chiameranno Emmanuele, che tradotto significa Dio con noi. (...) Considerate il miracolo della Madre del Signore: è vergine quando concepisce, è vergine quando partorisce, è vergine dopo il parto! Che verginità gloriosa e che splendida fecondità! Nasce la potenza del mondo e non c'è gemito della partoriente; si svuota il grembo, un infante è raccolto e tuttavia la verginità non è violata. Era giusto, che alla nascita di Dio aumentasse il merito della castità e che non venisse violata l'integrità dall'arrivo di Colui che era venuto a risanare ciò che è corrotto. Era giusto che la pudicizia del corpo non fosse lesa da Chi agli impudichi dona la verginità del battesimo. Il bambino appena nato, dunque, è posto in una mangiatoia ed è questa la prima culla di Dio; non disdegna queste angustie il Re del cielo, il quale aveva abitato nel ventre di una vergine. (…) Maria felicemente si scopre Madre, lei che non si sapeva moglie; si gloria della prole, lei che non conosceva coniuge. Si meraviglia di aver generato un bambino, potendo solo dire di aver accolto lo Spirito Santo, e non si angoscia per aver partorito ancora nubile, poiché ha dalla sua la testimonianza sia della verginità sia della prole. La prole, infatti, indica Dio come Padre; la verginità scusa il sospetto di quanti si stupiscono. La divinità da un lato rende testimonianza alla verginità, dall'altro copre di mistero un fatto naturale. - Sermoni Liturgicisan Massimo di Torino
Giuseppe, suo marito, essendo giusto, e non volendo esporla all'infamia, pensò di rimandarla segretamente. Mentre egli stava in questo pensiero, ecco apparirgli in sogno un Angelo del Signore...
Vengono sottolineate due qualità di Giuseppe, cioè la sapienza e la clemenza. La sapienza, poiché prima di agire, deliberò, cioè non fece nulla senza il giudizio e la deliberazione della ragione. Parimenti, la clemenza o pietà, in quanto non propalò, o promulgò, quanto gli era accaduto, a differenza di molti che vogliono subito mettere in pubblico ciò che hanno nel cuore. E perciò meritò di essere istruito, ossia consolato. Per cui, gli apparve un Angelo del Signore: nulla infatti poteva scusare meglio di colui che conosceva la sua verginità conservata. Per cui si ritiene che l'angelo che fu mandato a Maria, sia lo stesso che fu mandato a Giuseppe. Ma qui si chiede come mai la rivelazione a Giuseppe non fu fatta subito, per non lasciarlo in tale turbamento. Parimenti, perché Maria non gli rivelò l'annuncio a Lei fatto dall'angelo. Riguardo alla prima difficoltà, ciò fu fatto affinché la sua testimonianza fosse più credibile. Il Signore permise che Giuseppe dubitasse della pudicizia di Maria (idem Tommaso della resurrezione di Gesù, ndr) affinché dubitando ricevesse la rivelazione dell'angelo, e ricevendola credesse più fermamente. Riguardo alla seconda difficoltà bisogna dire che, se Maria glielo avesse detto, egli non avrebbe creduto. - Commento al Vangelo secondo MatteoS. Tommaso d'Aquino
Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, in tua consorte; perché quel che è nato in Lei è opera dello Spirito Santo...
Il messaggio dell'Angelo era eccezionalmente straordinario, ma san Giuseppe vi prestò piena fede e vide in esso, con esultanza, il compimento delle antiche promesse. Capì perfettamente che era stato prescelto come custode del Figlio divino di Maria e dell'illibata Verginità di Lei. Le parole di Isaia, citate dall'Evangelista, furono luminosissime nell'anima sua, ed egli obbedì al Signore con piena sottomissione. Con ogni probabilità e verosimiglianza, san Giuseppe celebrò il matrimonio con Maria SS. per obbedienza, avendo anch'egli il fermo proposito di conservarsi vergine. (…) Dal racconto evangelico spira un tale profumo di purezza che non si può supporre in nessun modo che san Giuseppe si sia sposato con un ideale umano. Egli capì di compiere la divina Volontà ed aspettò le disposizioni del Signore, consacrandosi tutto a Lui. - I quattro Vangeli, don Dolindo Ruotolo

07_Dimensione profetica del messaggio delle Tre Fontane: la talare, il drappo nero e la croce spezzata…


La dimensione profetica è notevolmente accentuata nel messaggio delle Tre Fontane. Come in altre apparizioni moderne la Beata Vergine Maria ha rivolto il suo sguardo materno preoccupato e sofferto alla situazione del mondo e della Chiesa indicando realtà future gravi e dolorose, conseguenza implacabile del rifiuto di Dio e della guerra alle sue Leggi e ai suoi Comandamenti di vita. 

Come dicevo, la dimensione profetica è notevolmente accentuata nel messaggio delle Tre Fontane. Come in altre apparizioni moderne la Beata Vergine Maria ha rivolto il suo sguardo materno preoccupato e sofferto alla situazione del mondo e della Chiesa indicando realtà future gravi e dolorose, conseguenza implacabile del rifiuto di Dio e della guerra alle sue Leggi e ai suoi Comandamenti di vita.
Il messaggio-segreto delle Fontane mette in guardia la Chiesa ed il mondo da quello scatenamento del principe delle tenebre che, proprio nel XX secolo, sarebbe stato eccezionalmente attivo.
Quando si affronta questo tema è quasi diventata tradizione riportare la famosissima visione che ebbe Leone XIII il 13 Ottobre 1884« Il Pontefice ricevette una visione che riguardava il futuro della Chiesa, un periodo di circa cento anni in avanti quando il potere di Satana avrebbe raggiunto il suo culmine. Di questo episodio sono note diverse versioni; in quella più comunemente accettata si dice che Leone XIII avrebbe sentito due voci: una dolce e gentile, l’altra roca e aspra. Gli parve che queste voci provenissero da vicino al tabernacolo. Subito comprese che la voce dolce e gentile era quella di Nostro Signore mentre quella roca e aspra era di Satana. In questo dialogo Satana affermava con orgoglio di poter distruggere la Chiesa, ma per fare questo chiedeva più tempo e più potere.
Nostro Signore acconsentì alla richiesta e gli chiese di quanto tempo e di quanto potere avesse bisogno. Satana rispose che aveva bisogno di 75 o 100 anni e un maggior potere su coloro che si fossero messi al suo servizio. Nostro Signore accordò a Satana il tempo e il potere che chiedeva, dandogli piena libertà di disporne come voleva. Leone XIII rimase così scosso da questa esperienza che scrisse una preghiera in onore di San Michele per la protezione della Chiesa »[1].
Visione profetica, questa, che fa luce sulle “diavolerie” di satana per quella misteriosa ma reale “maggiore libertà” di attaccare il mondo e la Chiesa stessa”
Come i altri messaggi mariani moderni (Fatima, Akita, Amsterdam, ecc.), anche qui, alle
Tre Fontane, le rivelazioni parlano in larga parte di una sofferenza, uno sconvolgimento ed una persecuzione che provengono dall’interno più che dall’esterno della Chiesa.
Tutto ciò è messo in luce attraverso la visione simbolica di una talare abbandonata di un drappo nero (simboli di quella defezione di massa di cui sarebbe stato protagonista il clero del post­concilio) e di una croce spezzata (simbolo della persecuzione e dell’oltraggio recato alla Chiesa di Cristo dai nemici della Chiesa).
Riflette opportunamente il padre A. Tentori: « “La Chiesa sarà perseguitata, spezzata”. Nessuna novità, ma forse la Madonna accennava a un altro tipo di persecuzione: quella che viene non tanto dal di fuori quanto dall’interno, da chi si professa cattolico ma non lo è, da chi all’interno della Chiesa si ribella e pretende di seguire un cammino suo, diverso dagli insegnamenti di Cristo proposti attraverso la Chiesa. E il peggio è che contrabbanda i propri errori come autentico Vangelo, ingannando molte anime, portandole sulla strada della perdizione. Sono questi i persecutori peggiori della Chiesa, che apparentemente rimangono nell’ovile ma come lupi camuffati da pecore possono sbranare più facilmente le anime »[2].
Quella croce spezzata ha un significato profondo. Interessante notare la relazione con intercorrente tra questa profezia e quella di Rue du Bac, quando la Vergine Immacolata preannunciava che la croce sarebbe stata disprezzata. Nell’immagine profetica delle Tre Fontane vi è un crescendo di drammaticità. Quella croce già disprezzata è detto ora che sarà spezzata: si tratta dell’oltraggio e del disprezzo di cui saranno fatti oggetto Cristo e la sua Chiesa che muovono da una ribellione “in progress” dell’uomo contro il suo Creatore e Salvatore.
Sia lecito ora riflettere che, se l’immagine della croce spezzata è associata alla defezione del
clero simboleggiata dal drappo nero e dalla talare, gli oltraggi maggiori, le sofferenze e
persecuzioni più grandi potrebbero essere proprio quelle che provengono dall’interno della Chiesa, quelle che costituivano la preoccupazione maggiore della Vergine della Rivelazione.
La croce, così, sarebbe spezzata principalmente a causa dell’azione demolitrice in
atto dentro la stessa Chiesa del Salvatore. La riflessione ha una sua coerenza e un certo riscontro nei tragici eventi che si susseguirono in maniera clamorosa nel secondo 50ennio del XX e che si andava ad aprire a pochi anni di distanza dalla mariofania romana. Esiste, tra l’altro, un dato impressionante che non può essere dimenticato in relazione alla talare piegata vista da Cornacchiola:
« Negli anni settanta-ottanta circa quarantamila sacerdoti abbandonarono l’abito: una cifra enorme, uno smarrimento che la Chiesa mai aveva vissuto in precedenza e che non può essere spiegato dal punto di vista sociologico ma soltanto dal punto di vista spirituale. Già trent’anni prima alle Tre Fontane, la Madonna aveva mostrato tale crisi con quei segni: il drappo nero e la talare, per indicare il suo dolore a causa dei sacerdoti che si sarebbero spretati e la croce spezzata per sottolineare il rinnegamento di Cristo provocato da questo tradimento di massa »[3].
Solo il papa Paolo VI ha firmato nientemeno che 23.000 dispense per l’abbandono del sacerdozioDopo il suo Pontificato il fenomeno continuò anche se le perdite andarono un po’ a diminuire.
Di questa visione la Vergine della Rivelazione fornì al veggente  una ampia e dettagliata spiegazione così da lui sintetizzata:  «La Vergine mi parla di quello che avviene nel mondo, quello che succede, quello che deve succedere nell’avvenire; come va la Chiesa, come va la vera fede; che gli uomini non crederanno più…, tante cose che si stanno avverando adesso. Ma molte cose si dovranno avverare…».
In particolare quel « non si crederà più » è diventato ormai un dato di fatto, una drammatica evidenza che ha preoccupato, fino all’affanno, gli ultimi Pontefici. Paolo VI, confidandosi con l’amico Jean Guitton, riconosceva: « C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa e ciò che è in questione è la fede. Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non­ cattolico e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia »[4].
Da parte sua il papa Benedetto XVI, all’approssimarsi dell’anno della Fede da lui indetto,
incalzò sul punto della crisi della fede a più riprese: « Benedetto XVI è ritornato più volte sul tema della fede. Nei suoi auguri natalizi alla Curia romana ha detto: Il nocciolo della crisi della Chiesa in Europa è la crisi della fede. Se ad essa non troviamo una risposta, se la fede non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci”. Alla stessa stregua durante il suo viaggio in Germania aveva osservato: “Occorre forse cedere alla pressione della secolarizzazione, diventare moderni mediante un annacquamento della fede? Naturalmente, la fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa che appartiene al presente. Ma non è l’annacquamento della fede che aiuta, bensì solo il viverla interamente nel nostro oggi. Non saranno le tattiche a salvarci, ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo”»[5].
E in conclusione, vorrei ricordare quelle profetiche parole dello stesso Benedetto XVI durante l’omelia del 2 ottobre 2005 in cui, preoccupato, rifletteva giustamente così sulla parabola dei vignaioli omicidi: « Il Signore, nell’Antico come nel Nuovo Testamento, annuncia alla vigna infedele il giudizio (…). La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l’Europa e l’Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell’Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: “Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto” (2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: “Aiutaci a convertirci! Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento! Non permettere che la tua luce in mezzo a noi si spenga! Rafforza tu la nostra fede…” »[6].
Note:
[1] http://profezie3m.altervista.org/ptm_c31e.htm#Papa%20Leone%20XIII« “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”. Il Pontefice dispose che questa preghiera fosse detta alla fine di ogni Messa. Questa disposizione venne seguita fino agli anni ‘60, quando, con la riforma della Messa attuata dal Concilio Vaticano II (1962­65), la preghiera venne definitivamente soppressa dalla liturgia ».
[2] Padre A. M. Tentori, La Bella Signora delle Tre Fontane, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000 p. 97.
[3] Padre L. Fanzaga-S. Gaeta, La Firma di Maria, Sugarco, Milano 2005, p. 119.
[4] J. Guitton, Paolo VI segreto, San Paolo, Milano 1985, p. 21.
[5] Mons. R. Fisichella, La grandezza del CredereVerso l’anno della fede indetto da Benedetto XVI in: L’Osservatore Romano, 1.8.2012.

[6] Benedetto XVI, Omelia 2.10.2005: https://w2.vatican.va/content/benedict xvi/it/homilies/2005/documents/hf_benxvi_hom_20051002_opening-synod-bishops.html.

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