ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 28 dicembre 2019

Tempo di Natale, tempo di presepi?

Quei presepi così umani. Troppo umani


Cari amici di Duc in altum, avrete certamente visto il presepe con Giuseppe che culla Gesù Bambino e la Madonna che si riposa. Immagine che naturalmente ha raccolto il plauso generale da parte del mondo secolarizzato ed “è piaciuta tanto a papa Francesco”, secondo quanto ci hanno fatto prontamente sapere i giornali mainstream. Tutto bene, dunque? Non proprio, come spiega l’intervento di Giovanna Riccobaldi che volentieri vi propongo. 
A.M.V.

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Tempo di Natale, tempo di presepi ma anche tempo di riflessioni sulle immagini che li rappresentano.
In tanti ci rendiamo conto che la nostra Chiesa, oggi, non riesce più a comprendere il significato dei simboli,  i “sacri segni” come li chiamava Romano Guardini. La sua vita, la liturgia,  tutto il suo essere sono proprio un insieme di segni, ma il loro significato è stato dimenticato, come un tesoro perduto, un guscio che ha perso il suo contenuto dolce, succoso e nutriente.
Tuttavia la forza visiva della fede, il suo potenziale immaginario, permane comunque, anche se nascosto, e quando qualcuno riesce a spiegare il senso profondo di movimenti, abiti, gesti, decorazioni, materiali, allora ci si apre un mondo, quello del soprannaturale, che può rendersi presente solo attraverso di essi.
Perché l’uomo ha bisogno di vedere, toccare, capire attraverso le immagini, che sono più immediate di lunghi discorsi, e ci proiettano direttamente dentro quello che rappresentano.
Si può dire che l’oggetto, compreso in questo modo, viene a prendere vita in modo sorprendente. Ci diventa contemporaneo.
È per questo che è importante fare attenzione, specialmente nella società in cui viviamo, a come vengono adoperati, direi assemblati, quei simboli che fanno parte del patrimonio della fede cristiana.
Ho visto l’immagine di un presepe composto da Maria addormentata, in secondo piano, mentre Giuseppe si prende cura del Bambino. Ho letto che questo strano modo di intendere la Natività è stato lodato da molti, anche nei Sacri palazzi, e ne sono rimasta sgomenta.
I commenti che ho letto erano tutti accomunati dalla commozione davanti all’umanità che traspare da questa particolare raffigurazione.
Dall’umanità, appunto.
Perché, dal punto di vista naturale, emozionale, la cosa logicamente ci tocca: la situazione è perfettamente sovrapponibile a quella di una qualunque coppia di genitori alle prese con un neonato, e così l’empatia finisce con l’identificare le due famiglie, quella di Betlemme e quella di un qualsiasi rione della nostra città.
Ma questo modo di raffigurare Maria, Giuseppe e Gesù è fuorviante. Perché la verità non è questa.
Giuseppe e Maria sono immersi nell’epifania carnale di Dio che si fa bambino, un bambino speciale e unico, nel quale natura divina e natura umana coesistono.
Maria non è stanca e accasciata come una donna qualunque dopo il parto, perché  il parto di Maria non è un parto umano. Maria è vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù, come simboleggiano (ancora i santi segni…) le tre stelle che, nelle icone, si trovano sul suo manto.
Giuseppe è sì un uomo, ma non è un padre qualunque, perché ebbe da Dio il dono della continenza perfetta, che gli permise di vivere castamente insieme a Maria.
La Sacra famiglia non è una famiglia qualunque, ma è l’immagine, viva e reale, della bellezza del vincolo umano e divino non sfiorato dal peccato e che il Signore è venuto a ripristinare.
Ripeto, la raffigurazione del presepe che ha fatto il giro dei media è altamente fuorviante, annulla la presenza del divino facendolo scadere a livello dell’ordinario, e cancella dagli occhi di chi lo guarda la trascendenza, che invece dovrebbe manifestare.
Anche questo è un modo di cancellare la vita soprannaturale e l’incursione dell’Altro Mondo nel nostro. Ci si è serviti – consciamente o inconsciamente – anche del presepe per non farci alzare gli occhi verso il cielo, ma per mantenere lo sguardo fisso a terra.
Ecco dunque come le immagini, anche le più sante, possono venire usate per accomodare tutto alla visione del mondo e, potremmo dire, alla sua mancanza di speranza.
È importante capire come, piano piano, in modo soft, veniamo privati di quanto c’è di più bello nella nostra fede.
In Gesù
Giovanna Riccobaldi

SUPER EX ILLUSTRA IL PRESEPE BOLOGNESE: ZUPPI, SANTORI E….

 Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Super Ex (Ex di Avvenire, prima che si trasformasse nella Pravdina vescovile, Ex di Movimento per la Vita e di altre avventure, ma non Ex cattolico) ci ha mandato una lunga didascalia della fotografia che mostra il cardinale di Bologna in quota Sant’Egidio, Matteo Zuppi stringendo la mano a Mattia Santori, la Sardina primigenia. Super Ex però attira la nostra attenzione su un altro personaggio del Presepe bolognese…leggete!.
Bisogna riguardarla bene quella foto perché dice tutto su tante cose: 1) sul rapporto perverso tra la chiesa di Bergoglio-Zuppi e la politica; 2) sul rapporto della chiesa di Bergoglio-Zuppi e la bioetica; 3) sulla presunta chiesa dei poveri di Bergoglio-Zuppi, che è in verità chiesa del potere e della mondanità.
Vediamo il 1 punto: un cardinale, che è stato acclamato alla sua elezione dai vertici del Pd, poco prima delle elezioni politiche si fa fotografare al fianco del leader delle sardine, Mattia Santori, e di tale Benito Fusco, servita, che nei suoi post su Facebook esprime a più riprese il suo amore per la sinistra e le sardine. Che sintonia, che corrispondenza d’amorosi sensi! Del tutto analoga alla corrente di simpatia che scorreva tra monsignor Paglia, amico di Zuppi e come lui membro di spicco di sant’Egidio, e Matteo Renzi o Marco Pannella.
Andiamo al punto 2: come noto Bergoglio ha posto monsignor Paglia a capo della Pontificia Accademia della Vita e dell’Istituto Giovanni Paolo II, “regni”, per così dire, della bioetica di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Carlo Caffarra. Paglia ha ricevuto dal suo promotore un compito sporco: liquidare l’insegnamento di cotanti personaggi ed epurare coloro che lo portavano avanti, da monsignor Melina in giù. Per questo, e per alcuni scandali che lo riguardano, si è giocato la berretta cardinalizia, che è andata però al suo compare, sempre di sant’Egidio, Matteo Maria Zuppi.
Così Sant’Egidio-Paglia ha fatto piazza pulita del magistero dei papi e di Caffarra, mentre Sant’Egidio-Zuppi ne ha ereditato la diocesi, radendo al suolo, anche in loco, l’insegnamento del predecessore.
Veniamo al punto 3: consegnare Bologna a Zuppi è stata un’ ottima scelta, dal punto di vista dei demolitori, non solo per il significato storico che assume (Zuppi è il rottamatore di Biffi e Caffarra), ma anche per il bottino che comporta: grazie all’eredità Faac la diocesi di Bologna è sicuramente una delle più ricche, se non la più ricca al mondo. E guarda caso la diocesi più ricca è finita a Sant’Egidio, ad un amico di Paglia, del PD, e dei poveri… Il cerchio si chiude, perché Zuppi è il perfetto emblema, dunque, della chiesa politicizzata e mondana di oggi. Che si fa bella con i pranzi in chiesa, “per i poveri”, a cui partecipano, a parte qualche barbone utile per lo spettacolo autocelebrativo, persone dello spettacolo, della politica, dell’arte… che poveri certo non sono.
Ma vediamo di mettere a fuoco ancora meglio la questione, identificando uno dei personaggi della foto, il già citato Benito Fusco. Si è detto che è oggi un fan delle sardine; aggiungiamo che sulla sua pagina Facebook la politica, e in particolare l’avversione a Salvini, occupa molto ma molto più spazio dei temi religiosi, del tutto secondari e strumentali. Benché egli sia un religioso, nello specifico un servita.
Fusco è stato però, anzitutto, un militante di Lotta continua, protagonista del movimento del 1977, poi assessore Psi a Casalecchio di Reno: ha la politica, molto più della religione, nel sangue.
Alcuni anni addietro, in epoca Caffarra, entrò in scontro con la curia di Bologna per aver firmato un appello a favore del padre di Eluana Englaro. Esplicitamente favorevole all’eutanasia, alla “libera scelta”, Fusco è anche noto per essere “da sempre vicino ai gay cattolici e all’area dissidente della Chiesa” , del tutto aperto anche all’aborto e al divorzio (per questo è un fan di Amoris laetitia).
Se sino a pochi anni orsono queste posizioni erano riconosciute per ciò che sono, cioè posizioni incompatibili con la fede cattolica, oggi, con Bergoglio Zuppi, Fusco è in auge, come Santori; come quell’altro sacerdote, Eugenio Melandri – sospeso “a divinis” dopo la candidatura e l’elezione al Parlamento Europeo per Democrazia Proletaria nel 1989 (poi al Parlamento italiano per Rifondazione Comunista) – ed elogiato qualche mese fa da Bergoglio, dopo essere stato incardinato nella diocesi di Bologna da Zuppi, dopo 30 anni di vita politica!
Il 29 ottobre, sulla sua pagina Facebook, Benito Fusco salutava così don Melandri, appena defunto: “grazie, Eugenio..”; il 12 dicembre, padre Fusco, scriveva: “papa Francesco è molto più solo di quanto noi pensiamo … per una bella fetta della curia romana, dall’Opus Dei a CL ai vescovi vari, questo papa fa solo danni alla chiesa …è in atto la congiura di poteri forti, fuori e dentro la chiesa, che vuole bloccare l’opera di questo vescovo di Roma che cerca con sincerità e coraggio, con grande cura e disponibilità pastorale, di riagganciare questo vecchio carrozzone cattolico al Vangelo di Gesù … tocca a noi, a ciascuno/a di noi, difenderlo e sostenerlo contro la congiura di banchieri, di pedofili, di prelati e di porporati che vogliono soffocare ogni soffio di rinnovamento e pervertire il ministero in potere, il servizio in dominio, la sobrietà in sfarzo, la gratuità in profitto .. dico queste cose perché conosciamo le vipere vaticane e le serpi striscianti di politici cortigiani e squallidi, e di molte istituzioni cattoliche che vivono una vita sdraiata con una fede accomodata ..:”. Qualche giorno dopo, il 13 dicembre, gongolante, postava un articolo intitolato: “Papa Francesco, Maria è una vera discepola di Gesù, non una corredentrice”, con un commento, come sempre dolce e delicato, degno della chiesa della “misericordia” bergogliana: “Una triste notizia per quei ‘madonnari’ che oscurano Gesù”.
L’8 dicembre, festa dell’Immacolata, aveva invece postato non un’immagine della Vergine, ma una foto di una manifestazione femminista “contro la violenza patriarcale”, condotta da donne con le mani a pugno chiuso o a forma di vagina…
Il 17 dicembre: “mentre compie gli anni, Francesco regala due cose nuove: la Chiesa chiede “attenzione pastorale” a unioni omosessuali, di più: lo studio della Pontificia Commissione biblica dice: “La relazione erotica omo non va condannata” … Buon compleanno, Francesco..!”.
Ecco chi è Benito Fusco, il servita pro eutanasia/unioni gay ecc., che si fa fotografare in abiti borghesi con il pugno chiuso, oppure a fianco di Mattia Santori e del cardinal Zuppi…

28 Dicembre 2019 Pubblicato da  11 Commenti --

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