Papa Francesco benedice una Piazza San Pietro vuota
Di Sabino Paciolla
Benvenuti nell’Italia orwelliana del 2020
– La cruda analisi di ZeroHedge
Da qualche giorno, in Italia, circola un video che mostra un poliziotto armato interrompere bruscamente le celebrazioni della messa in una piccola città del nord della Lombardia, ordinando al sacerdote di sospendere immediatamente e congedare tutti. Il parroco, però, rifiuta e prosegue l’omelia, dicendo al Carabiniere di avere solo 13 fedeli ben distanziati tra loro e che ognuno di loro indossa una mascherina. Al sacerdote, però, è stata fatta una multa di 680 euro, a ogni fedele una di 280 euro: tutti per violazione delle attuali misure del governo contro gli incontri pubblici a causa del Covid-19.
Poco importa se il poliziotto ignorava totalmente il Codice Penale italiano che afferma (art. 405) che chiunque interrompa i riti religiosi all’interno di un’area pubblica o di un edificio pubblico (una chiesa, in questo caso) potrebbe subire una pena detentiva fino a due anni. Poco importa dell’art. 19 della Costituzione italiana che tutela specificamente la libertà di culto e i riti religiosi. L’attuale governo italiano, probabilmente il peggiore della storia italiana recente e remota, ha gettato qualsiasi possibile maschera di decenza e rispetto di leggi fondamentali come la Costituzione italiana che – in teoria – dovrebbe essere al di sopra di qualsiasi altra legge del paese.
Questo episodio è soltanto un’altra scena orwelliana che qualcuno avrebbe considerato impossibile solo poco tempo fa. Gli italiani si stanno rapidamente abituando a scene da incubo che potrebbero benissimo essere la trama di un film horror di bassa lega, come un convoglio dell’esercito che trasporta cadaveri dalle aree più colpite per essere cremati altrove e senza un funerale (e soprattutto senza autopsia) ai droni ed elicotteri in bilico sopra un runner solitario lungo una spiaggia o un parco pubblico, fino ai poliziotti che minacciano multe a chiunque sia stato colto fuori casa “senza motivo”.
Razionalità, logica, decenza e buon senso sono finiti tutti fuori dalla porta in un arco di tempo nessuno avrebbe potuto immaginare solo pochi mesi fa. La principale autorità morale, dalla quale ti aspetteresti almeno la messa in discussione di queste misure folli, ha di fatto abdicato al suo ruolo. In effetti, la chiesa cattolica ha rapidamente adottato misure che nella maggior parte dei casi sono andate oltre quanto richiesto dalle autorità pubbliche, chiudendo chiese, messe e funerali, senza fare domande. E, come nel caso del prete che ha insistito per celebrare la messa, lo ha rapidamente liquidato come un reietto ribelle e inopportuno.
Inoltre, l’attuale governo italiano, alias La Junta, ci ricorda in effetti una giunta militare sudamericana che ha dirottato il potere con un colpo di stato. Chiamatelo come volete questo colpo di stato: pandemia, Covid-19, virus, o qualunque altra cosa. Le libertà civili sono state sospese anche al di là delle semplici necessità mediche e della ragionevolezza, molto peggio di qualsiasi altro paese in Europa. Il governo italiano attuale sembra una replica di un governo fantoccio istituito da potenze straniere, proprio come nel 1943, dopo che l’Italia fu divisa in due governi, uno a sud nella zona occupata dagli Alleati e uno a nord dove gli occupanti erano i tedeschi. Nessuno ha eletto questo governo, i suoi ministri, il premier, i viceministri. Tutti fanno parte di una strana coalizione di ex acerrimi nemici che, dall’oggi al domani, si è trasformata in un gruppo di vecchi amici, solo per condividere il potere.
Il M5S (Movimento 5 stelle) e il PD (Partito Democratico) erano ai già ferri corti prima della formazione di questo nuovo governo, nel 2019, come da trama di una buona commedia all’italiana. Ora, invece, vanno molto d’accordo, non solo politicamente, ma, guarda un po’ che coincidenza, anche geograficamente. Fatta eccezione per alcuni ministri e vice ministri, la maggior parte dei membri di questo governo proviene dall’Italia meridionale, incluso il premier Conte. La stragrande maggioranza di loro non ha precedenti esperienze lavorative di alcun genere se non essere un politico sin dalla tenera età.
Dopo una serie infinita di nuove misure e restrizioni, il più delle volte in contraddizione reciproca, e in aperta violazione delle leggi costituzionali, il governo ha finalmente imposto il lockdown nazionale a metà marzo, quando era davvero troppo tardi, visto che migliaia di persone provenienti da tutta Italia avevano già avuto il tempo di tornare nelle loro città e o nei paesi di provincia partendo dalla zona più colpita del paese: la Lombardia. Il fatto che la pandemia non si sia effettivamente diffusa nell’Italia meridionale – a parte pochi casi isolati – è stata una benedizione, in quanto avremmo potuto assistere a un disastro di proporzioni bibliche dato che il sistema sanitario pubblico nel sud è notoriamente inferiore agli standard della decenza, e comunque incapace ad affrontare un’emergenza di questa portata.
Sfigato, o meglio senza speranza (volendo giocare col suo cognome), l’attuale ministro italiano della salute, Roberto Speranza è un esempio appropriato di come funziona questo governo. Con una laurea in scienze politiche e nessuna esperienza in campo medico, ha nominato un team di (cosiddetti) esperti, a loro volta guidati da un altro esperto che ha affermato di essere un membro dell’OMS, vantando altri traguardi e risultati in ambito medico.
Ma solo pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) si è sentita in dovere di rilasciare una dichiarazione ufficiale in cui licenzia formalmente il dott. Walter Ricciardi, l’espertone del ministro senza speranza, di non essere un membro dell’OMS, avvertendo che le sue opinioni “non dovrebbe essere associate” con quelle dell’OMS. In realtà il ragazzo è un ex attore di serie B in film italiani poco conosciuti, ma ha una laurea in igiene dentale e le giuste connessioni politiche gli sono valse un posto di alta reputazione come direttore dell’ISS (l’Istituto Nazionale di Salute) fino al 2018, quando si è dimesso dopo un’inchiesta che ha rivelato le sue collaborazioni (mentre ricopriva l’incarico di direttore) con le case farmaceutiche e i suoi sforzi per rendere obbligatorio un vaccino contro il meningococco B che si è rivelato completamente inutile.
Non ci vuole una laurea in scienze politiche per notare che si tratta di un governo fatto di patetici collaborazionisti, le cui uniche preoccupazioni sono di mantenere i loro (redditizi) posti il più a lungo possibile seguendo gli ordini loro imposti su base giornaliera da Bruxelles o Berlino. Quando altri paesi hanno offerto il loro aiuto come ad esempio la Russia, nonostante qualche dichiarazione di calorosa gratitudine da parte della maggior parte delle autorità locali più colpite dal virus, gli aggiornamenti sulle squadre russe che operano nel nord Italia sono praticamente scomparsi da media mainstream. Ciò è accaduto dopo che La Stampa, uno dei principali quotidiani europeisti con base a Torino, ha espresso dubbi aperti sulle “reali motivazioni” della Russia per essere così generosa con l’Italia.
Tutti concordano sul fatto che le restrizioni imposte agli italiani e alle loro libertà civili non sono solo draconiane: sono insensate anche dal punto di vista medico, implementate ufficialmente per far scendere la curva di diffusione del virus, ma in realtà per distruggere il morale e la volontà delle persone. Perché tutto ciò? Il peggio deve ancora venire. La volontà e la risoluzione degli italiani devono essere spezzate al fine di inaugurare tagli e “riforme” in stile greco che porteranno l’Italia in ginocchio, e quindi costretta ad accettare qualsiasi misura imposta dall’UE.
L’acronimo onnipresente in questi giorni in Italia non è Covid. È MES, che sta per Meccanismo europeo di stabilità. Saltando tutti i tecnicismi, vediamo cosa significherà per l’Italia in termini semplici. Questo governo collaborazionista, avendo ostinatamente rifiutato di adottare misure economiche che tutti gli altri paesi europei hanno implementato, sta semplicemente esponendo l’economia a grave rischio di default. Quando ciò diventerà inevitabile, allora il MES interverrà e costringerà l’Italia, al fine di “essere salvata” dal completo collasso, ad accettare una raccapricciante varietà di misure di “recupero” proprio come è accaduto in Grecia negli anni precedenti.
Ancora una volta, un déjà-vu. Proprio come nel 2011 le improvvise – forzate – dimissioni di Berlusconi alla carica di primo ministro italiano hanno visto l’allora presidente della repubblica Giorgio Napolitano formare un nuovo esecutivo non eletto incaricato di eseguire “riforme economiche” guidate dal tecnico europeo Mario Monti. Il calvario però si ripete nel 2020, per gentile concessione di un nemico invisibile (alias Covid-19), e l’inevitabile arresto improvviso dell’economia italiana: ecco che una “task force” di esperti, che sovrintende alle politiche economiche del governo, è stata nominata dal presidente Mattarella.
Prendi Vittorio Colao, il cui CV è praticamente un cliché che non varrebbe la pena menzionare. Ex CEO di Vodafone, MBA presso Harvard, esperienze in Morgan Stanley, McKinsey, Unilever e l’elenco potrebbe continuare all’infinito. Per non parlare del suo rapporto personale con Bill Gates, George Soros e simili.
Ecco, subito dopo essere stato nominato, Colao ha chiesto per sé e per gli altri “esperti” la completa immunità civile e penale. Pensate che una richiesta così particolare – come dire – abbia fatto notizia? A malapena. Dobbiamo a pochi rappresentanti dei partiti di opposizione che hanno storto il naso su una richiesta più unica che rara il fatto che in qualche modo la notizia sia trapelata. Silenzio completo, invece, da parte dei media principali. Cosa dovremmo dedurre? Come minimo, che questo gruppo di esperti stia evidentemente pensando di violare le leggi esistenti. Sarà interessante vedere cosa accadrà nelle prossime settimane. Nel frattempo, gli italiani sono sempre più stanchi di questo blocco brutale e inutile e molto probabilmente non aspetteranno il 4 maggio poter uscire.
https://www.byoblu.com/2020/04/25/benvenuti-nellitalia-orwelliana-del-2020-la-cruda-analisi-di-zerohedge/
di Sabino Paciolla
La pandemia di coronavirus che sta colpendo duramente l’economia mondiale sta approfondendo la crisi delle finanze della Chiesa cattolica, mettendo a repentaglio le sue vaste attività caritative e portando vescovi e parroci a tagliare le spese e a cercare fondi altrove.
«L’emergenza sanitaria Covid-19 sta avendo a livello globale serie ripercussioni e le avrà ancora di più nei prossimi tempi, anche sulla realtà economica e finanziaria della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano». Inizia così una lettera firmata dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, inviata a tutti i superiori della struttura, al direttore amministrativo della Farmacia Vaticana e al direttore della Specola, l’osservatorio astronomico di Castel Gandolfo affidato ai gesuiti. L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ed il conseguente lock down ha imposto al Vaticano la chiusura al pubblico dei principali luoghi d’attrazione turistica come i Musei Vaticani, i Giardini, la cupola di San Pietro, ecc. che fino ad oggi, grazie ai biglietti venduti, avevano garantito la possibilità di presentare i bilanci annuali senza perdite disastrose.
I musei vaticani, ad esempio, ricevono in genere più di sei milioni di visitatori ogni anno, con entrate per circa 40 milioni di euro. Per questo, il «sindaco» del Vaticano, il cardinale Bertello, ha scritto a tutti i suoi collaboratori, chiarendo che «seppur non siano certi i tempi della inevitabile retrocessione economica, i Superiori della Santa Sede e del Governatorato, sono ben consapevoli che sarà necessario un periodo non breve per una piena ripresa delle attività». Il cardinale piemontese dà quindi il via ad un’operazione risparmio, elencando una serie di misure che «dovranno orientare la gestione economica di tutti gli organismi nei prossimi mesi». Il cardinale elenca una serie di poste di bilancio su cui intervenire: «drastica riduzione dei costi delle consulenze; sospensione, ove possibile, dei contratti a tempo determinato; blocco di promozioni e nuove assunzioni; cessazione di prestazioni di lavoro straordinario, salvo imprescindibili motivi, istituzionali, da attuarsi attraverso la flessibilità di orario o turnazioni. Ricorso a ferie residue e monte ore in eccedenza accumulato, avvalendosi eventualmente anche delle ferie dell’anno in corso; annullamento, nel corso dell’anno corrente 2020, di tutti gli eventi, ivi inclusi Congressi, Convegni, Mostre, Fiere, ecc.; cancellazione di tutti i viaggi e trasferte di lavoro; sospensione di tutti gli acquisti previsti per arredi e suppellettili».
Già a settembre del 2018 Papa Francesco aveva avuto a che fare con un deficit di 70 milioni di euro su un budget di 300 mln di euro, e per questo aveva chiesto al cardinale Gerhard Marx, coordinatore del Consiglio per l’economia, di trovare una soluzione per recuperare quel disavanzo nelle casse della Santa Sede, tutelando i padri di famiglia. A incidere particolarmente sulla voce negativa di bilancio le donazioni e i contributi economici degli enti interni (come lo Ior, nella foto) che diminuiscono sempre più.
“Il problema principale per la Chiesa cattolica è che è ricca di risorse ma povera di liquidità”, ha detto il reverendo Anthony Stoeppel al WSJ, che insegna finanza ecclesiastica al Seminario e all’Università di San Patrizio a Menlo Park, California.
Sempre secondo il WSJ, il Vaticano guadagna normalmente tra i 40 e i 50 milioni di euro in affitti di immobili, per lo più a Roma, ma è probabile che questi diminuiscano durante la recessione che si prevede durerà ben oltre la riapertura delle attività commerciali che a breve progressivamente comincerà. Tali entrate diminuiranno anche per un altro motivo. Il Vaticano, come hanno fatto sapere l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica e la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, abbasserà gli affitti di negozi, ristoranti, locali commerciali del Vaticano, di proprietà dell’Apsa e di Propaganda Fide, per far fronte alle difficoltà di tanti commercianti legate al crollo delle vendite causato dalla difficile situazione economica.
«I titolari della gestione degli immobili della Santa Sede, sono disponibili ad accogliere richieste di riduzione temporanea dei canoni di locazione commerciale. La decisione è stata presa in considerazione delle situazioni di particolare sofferenza economica che si trovano ad affrontare i conduttori, in conseguenza dei provvedimenti emanati dalle Autorità italiane per arginare la diffusione del Covid-19».
Per meglio affrontare la crisi, Papa Francesco ha voluto che fosse costituita una commissione interdisciplinare, la “Covid-19 Vatican Commission”. Il nuovo organismo è stato istituito in seno al Dicastero per lo Sviluppo umano integrale ed è presieduto dal cardinale Peter Turkson. Nella “cabina di regia” figura anche padre Augusto Zampini, recentemente nominato segretario aggiunto dello stesso Dicastero. Cinquant’anni, argentino di Buenos Aires. Ex avvocato specializzato in diritto bancario e finanziario, vanta infatti master internazionali e collaborazioni con la Banca Centrale Argentina e il prestigioso studio legale Baker & McKenzie; a 35 anni ha sentito la chiamata al sacerdozio.
Padre Augusto Zampini, ha detto giovedì ai giornalisti che il Vaticano ha sfruttato le riserve finanziarie di emergenza durante la crisi e che alcuni alti funzionari si sono offerti di accettare tagli agli stipendi per allentare la pressione finanziaria.
A proposito della “Covid-19 Vatican Commission”, padre Zampini ha detto: «… Vogliamo però contribuire a dare una risposta globale a questa crisi che consideriamo multidimensionale per le cause e gli effetti sulla salute, sull’economia, l’ecologia e la sicurezza. Le decisioni che i leader mondiali oggi prendono influenzeranno profondamente il futuro dell’umanità. E la Chiesa può essere d’aiuto».
Come detto, la situazione delle finanze vaticane si presenta oramai da qualche anno in una situazione non florida. Si è parlato prima del “buco” di 70 milioni di euro del 2018. Ma per dare la dimensione di quanto detto, vale forse la pena menzionare quanto ha scoperto il Wall Strett Journal (WSJ), il più autorevole e diffuso giornale finanziario al mondo. In un articolo del dicembre scorso, Francis X. Rocca scriveva che: “Ogni anno i cattolici di tutto il mondo donano al Papa decine di milioni di dollari. I vescovi esortano i fedeli a sostenere i deboli e i sofferenti attraverso il principale appello caritatevole del papa, chiamato Obolo di Pietro. Quello che la Chiesa non pubblicizza è che la maggior parte di quella raccolta, del valore di oltre 50 milioni di euro (55 milioni di dollari) all’anno, va a colmare il buco nel bilancio amministrativo del Vaticano, mentre solo il 10% viene speso in opere di beneficenza, secondo persone che sono a conoscenza dei fondi”.
La recessione economica causata dalla pandemia, ancora in corso e dagli esiti potenzialmente catastrofici, non può che aggravare la situazione di emergenza per il Vaticano. In risposta all’attuale deficit, spiega il WSJ, il Vaticano ha tagliato i costi attraverso varie misure come indicato più sopra.I funzionari del Vaticano hanno però detto che i tagli alle retribuzioni o i licenziamenti dei circa 5.000 dipendenti del Vaticano non sono sul tavolo delle trattative.
Sempre il WSJ, scrive che “il Vaticano riceve regolarmente assistenza finanziaria dai vescovi dei Paesi ricchi, in particolare da quelli presenti negli Stati Uniti, in Germania e in Italia, le tre principali fonti che rendono regolarmente più di 20 milioni di euro. Purtroppo, anche le istituzioni ecclesiastiche e i donatori di quei Paesi sono stati colpiti dalla crisi attuale.
In Germania, le operazioni di servizio medico e sociale della Chiesa cattolica ne fanno uno dei maggiori datori di lavoro del Paese, finanziato in gran parte da una tassa governativa che ha portato più di 6,6 miliardi di euro nel 2018. L’attuale crisi economica ridurrà questi pagamenti di una grande quantità, anche se ancora non conosciuta, ha detto Matthias Kopp, un portavoce della Conferenza episcopale tedesca, in parte perché le tasse della Chiesa non vengono pagate sui pagamenti dei permessi statali.
In Italia, la principale fonte di finanziamento della Chiesa cattolica è una piccola percentuale dei pagamenti delle imposte sul reddito che i contribuenti possono destinare in beneficenza. Quasi l’80% (dei contribuenti, ndr) sceglie la Chiesa cattolica, fornendole l’anno scorso più di 1,1 miliardi di euro. Quasi 220 milioni di euro di questi soldi, la maggior parte dei quali destinati in precedenza alla costruzione e alla manutenzione della chiesa, sono ora destinati all’assistenza in caso di pandemia”, ha dichiarato Stefano Proietti, portavoce della Conferenza Episcopale Italiana.
La sospensione delle Messe in Germania e in Italia ha di fatto tagliato le entrate settimanali provenienti dalle questue e dalle varie celebrazioni dei Sacramenti, tra le principali fonti di finanziamento per le parrocchie che, in entrambi i Paesi, servono a coprire molte delle loro spese.
In Italia e in Germania poche parrocchie sono attrezzate per ricevere donazioni online, al contrario di ciò che avviene negli Stati Uniti, dove quasi il 90% delle 17.000 parrocchie cattoliche hanno un qualche metodo che consente loro di accettare donazioni online, secondo quanto riportato da un sondaggio del 2019 effettuato da I Give Catholic, una piattaforma online.
Dal momento che anche negli Stati Uniti tutte le diocesi il mese scorso hanno sospeso le messe pubbliche, le parrocchie, per ovviare allo scontato taglio delle entrate si sono affrettate ad aggiungere una funzione di donazioni online o a promuoverla presso i loro fedeli.
Purtroppo, gli effetti nefasti di questa crisi sono tali che anche le diocesi più ricche degli Stati Uniti, come quelle di New York e Los Angeles, stanno sperimentando una forte riduzione delle loro entrate che in media si aggira sul 50%. Infatti, il cardinale Timothy Dolan a capo della arcidiocesi di New York il mese scorso ha avvertito i suoi fedeli che l’arcidiocesi potrebbe temporaneamente dover tagliare gli stipendi, anche se questa opzione non è ancora in fase di valutazione attiva, ha detto il signor Zwilling.
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