ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 6 aprile 2020

Dobbiamo essere vigilanti. …

Che strana Settimana Santa


Carissimi, mi è un po’ difficile parlare questa mattina. E’ la Domenica delle Palme, la grande Domenica delle Palme. Che strana Settimana Santa ci è data di vivere. Che strana Settimana Santa. Unica nella storia. Penso, nella storia, non soltanto nostra, ma delle nostre parrocchie, … è unica. Non poter accedere alle chiese, non poter venire nella nostra chiesa, per tanti, tanti di voi, per accompagnare Gesù nella Sua entrata a Gerusalemme.
Che cosa ci dice il Signore con tutto questo? Che cosa ci domanda? … Che cosa ci richiama? Perché il Signore permette. Che cosa dobbiamo fare? Che strana Settimana Santa!


Ma dobbiamo viverla, viverla fino in fondo. Ma senti bene: oggi e tutti i giorni della settimana che viene, e tutti i giorni della Settimana Santa, dobbiamo essere vigilanti. … Dio ha promesso la corona della vittoria a coloro che vigilano, a coloro che sono svegli, a coloro che non si lasciano andare, che non si lasciano andare.
E allora bisogna avere una cura particolarissima… in tutte le mattine di questi giorni: alzarsi presto, pregare subito, mettere in chiaro che cosa stiamo a fare al mondo… altrimenti, saranno giorni disastrosi.
I giorni della Settimana Santa o sono con Cristo o sono contro Cristo.
E allora, che cosa dobbiamo fare? Che cosa il Signore ci chiede? Di essere vigilanti.
Forse nella vita, non siamo stati mai sufficientemente serii nel vivere i giorni santi del Signore, i giorni della Settimana Santa. Forse non siamo stati sufficientemente vigilanti e serii.
Abbiamo sempre chiesto troppo l’aiuto degli altri, l’aiuto della Chiesa.
Adesso il Signore ci dice: sai tu com’è. Vigila, non dormire. Come adesso, il Signore Gesù, anche, agli Apostoli, nel Getzemani: non siete capaci di vegliare un’ora sola con me. E il Signore lo dice a ciascuno di noi: non sei capace di vegliare una sola ora con me.
Dobbiamo essere vigilanti, coraggiosi, forti. Domandiamo questa forza al Signore, nella preghiera. Per stare di fronte, in questa Settimana Santa, al mistero terribile del rifiuto di Cristo.

Vedete, la Domenica delle Palme inizia quasi festosamente, commemorando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: Gloria, laude ed honor tibi sit. Sia a Te, gloria ed onore, Signore.
Hosanna al Figlio di Davide. Ma subito la liturgia ritorna alla penitenza. Meditando il grande rifiuto che gli uomini hanno fatto di Cristo.
E questo avviene sicuramente nella lettura della Passione. La prima, lunga lettura della Passione, che si fa nella Settimana Santa, quella della Domenica delle Palme.
Lo acclamano Re, il popolo di Gerusalemme Lo acclama Re: Hosanna Figlio di Davide, hosanna Redentore. … Poi Lo abbandonano, Lo abbandonano a coloro che Lo condannano perché bestemmiatore, perché ha detto di essere Dio. Oggi Lo acclamano, e subito Lo abbandoneranno. Il popolo è sempre stato così. La turba, come dice la traduzione più vecchia dei Vangeli, questa massa che si entusiasma del Signore, la turba è stata sempre così: non ha consistenza in sé, non ha spina dorsale, non ha stabilità, non ha forza.
Questa massa, che non è popolo, non ha forza per difendere Gesù Cristo.
Scapperanno quasi tutti. Sotto la Croce ci sarà Maria Santissima, San Giovanni, la Maddalena … dove saranno tutti quelli che Lo hanno acclamato Re?
Ora, anche noi dobbiamo essere molto umili. Anche noi, se non stiamo con Cristo e se non domandiamo l’intercessione di Maria Santissima, di San Giovanni, della Maddalena, che sono rimasti ai piedi della Croce, anche noi non avremo forza, non avremo stabilità. E di fronte alla sofferenza che aumenta, e al mistero del rifiuto di Cristo, Lo abbandoneremo, scapperemo… senza rifiutarLo, he, ma scapperemo, non Lo difenderemo.

E non è così la situazione di oggi? Di fronte al dolore e alla morte di tanti, per quest’epidemia, stiamo solo ad ascoltare i medici, come se avessero il miracolo in tasca. E dopo i medici ascoltiamo coloro che devono detenere l’ordine pubblico, come se avessero il segreto per far risorgere la società.
Muoiono, muoiono. E noi domandiamo: perché muoiono? E loro ci spiegano, come muoiono. Ma, non serve sapere, come muoiono, noi vogliamo sapere perché. Cioè, che senso ha la loro morte, che senso ha tutta questa sofferenza. Perché, perché questa sofferenza è permessa da Dio.
Allora, il Signore, di fronte a questa domanda del perché… non del come.
Se tu domandi ad un medico: perché muoiono? Il medico ti risponde, come muoiono. Ti dice: questo non andava bene, quest’altro referto era sballato, quest’altro… Ma non è questa la domanda. Perché? Che senso ha la vita dell’uomo?
Perché c’è la morte? … Domanda di significato. Dentro questa domanda di significato, se tu domandi: perché Signore, perché? Il Signore ti dice: stai con me, accompagnami, fino al Calvario, e vedrai la salvezza, la salvezza che io ho portato. Non scandalizzarti, non spaventarti, stai con me, guarda le mie piaghe, guarda la mia corona di spine, guarda il mio costato, guarda il mio volto sfigurato, guarda la mia Croce.
Ma occorre domandare di essere vigilanti, essere amatori, ma con forza, con vigore, con passione, nei giorni della Passione. Solo con passione umana si può vivere la Passione di Dio. Dobbiamo mettere tutta la mente, tutto il cuore, ogni fibra del nostro essere.
Domandiamo la grazia, al Signore, perché questo avvenga, per mezzo di Maria Santissima.
Sia lodato Gesù Cristo.






A causa dell'attuale emergenza, il numero di Radicati nella Fede di aprile non è stato possibile stamparlo, quindi non ne possiamo pubblicare l'editoriale.
In sostituzione pubblichiamo il contenuto dei video che sono stati messi in linea e che contengono gli interventi di Don Alberto Secci.
In questa pagina quello del 5 aprile 2020.
Il video può essere visto su YouTube
https://www.youtube.com/watch?time_continue=
21&v=IDKBPAoCkok&feature=emb_logo

L'immagine è nostra
E' stato mantenuto lo stile parlato.


 Radicati nella Fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (
dove si celebra la S. Messa tradizionale)




CHE STRANA SETTIMANA SANTA
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3472_RnF_Strana_Settimana_Santa.html

Messe a Pasqua, un diritto che non si deve negare
Non c'è un motivo serio che impedisca l'accesso del popolo ai riti della Settimana Santa e soprattutto della Pasqua pur nel rispetto di tutte le misure cautelative previste per il contenimento dei contagi da coronavirus. È incomprensibile l'insensibilità della politica all'esercizio della libertà di culto quando in tanti si spendono per le sale da gioco o per le librerie.


Ieri in occasione della Domenica delle Palme, con l’apertura della Settimana Santa che ci condurrà alla Santa Pasqua, l’evento più importante dell’anno liturgico, si è tornato a parlare della possibilità di riaprire le Chiese almeno il giorno di Pasqua, anche per consentire ai fedeli di fare la Comunione dopo settimane di sospensione pressoché totale della libertà di culto.
La questione è controversa, come è stato più volte chiarito dalla nostra testata, a fronte di contenuti assai contraddittori come quelli delle varie ordinanze governative in materia di misure di contenimento.

In questa sede non intendiamo ripercorrere la “telenovela” delle acrobazie dialettiche e delle aporie interpretative dei testi dei divieti governativi, ma semplicemente richiamare il valore dell’esercizio della libertà di culto, prevista dalla Costituzione e la scarsa sensibilità sin qui dimostrata rispetto all’ipotesi di introdurre una disciplina più flessibile dell’accesso alle liturgie, almeno dal Giovedì Santo alla Domenica di Pasqua o anche solo il giorno della Resurrezione di Cristo.

Anzitutto non si capisce perché da taluni sia stata criticata perfino la chiusura delle sale da gioco autorizzate, decisione che secondo alcuni favorirebbe le bische clandestine, e non sia stato affrontato con serietà ed equilibrio il tema della celebrazione delle Sante Messe feriali e del libero accesso alle Chiese per una breve preghiera quotidiana.

Negli ultimi giorni si è parlato della possibilità di riaprire gradualmente alcune attività produttive e commerciali, ma in pochi hanno posto il problema dello smarrimento di milioni di fedeli, abituati a frequentare i luoghi di culto da sempre e ora costretti a limitare le loro uscite ai motivi lavorativi o di approvvigionamento di cibo e beni di prima necessità. Alcuni scrittori si sono spesi in appelli alle autorità governative affinché valutino l’eventualità di riaprire le librerie, definite “indispensabili luoghi dell’anima” in una fase storica di profonda depressione e ripiegamento su se stessi, fenomeni indotti dall’emergenza Covid-19 e dalle conseguente prolungata quarantena.

E allora cosa osta all’apertura controllata delle Chiese e allo svolgimento dei riti della Settimana Santa in un contesto di ferreo rispetto delle misure limitative della libertà personale dettate a protezione della nostra salute?

Ogni giorno i telegiornali ci mostrano immagini di persone in coda per ore ai supermercati con i carrelli per la spesa. Che cosa impedisce ai decisori istituzionali di consentire, almeno il giorno di Pasqua, che i credenti facciano la coda fuori delle Chiese e, a turno, in gruppi non numerosi, accedano alla Chiesa per assistere a una breve cerimonia Pasquale con somministrazione della Comunione? Superfluo precisare che tutto ciò avverrebbe in una cornice iper-protetta da mascherine e guanti, con distanziamento rassicurante tra le persone sedute ai banchi o in piedi.

Sono giorni decisivi per riflettere su questa eventualità, che introdurrebbe almeno un elemento di riparazione rispetto al vulnus inferto alla libertà di culto in questo periodo. Con troppa leggerezza si è acconsentito alla chiusura generalizzata delle Chiese e all’interdizione dell’ingresso nei luoghi di culto, con una supina acquiescenza alle norme governative davvero disarmante e offensiva nei confronti della fede di milioni di italiani.

Sarebbe davvero opportuno che i politici di ispirazione cattolica, o quelli che si dichiarano tali in campagna elettorale e si impegnano a difendere i valori cattolici nella loro attività quotidiana, si battessero in queste ore per una conquista del genere, che peraltro sarebbe la soluzione più ragionevole, dopo la rigidità sul tema dimostrata da fine febbraio.

Matteo Salvini ha lanciato un appello all’apertura delle Chiese il giorno di Pasqua. Tra le reazioni contrarie quella del sindaco di Milano, Beppe Sala, che si è detto contrario. Il dibattito è aperto, e ognuno è libero di esprimere il suo punto di vista, ma ora più che mai ci sarebbe da aspettarsi coerenza e ragionevolezza.

Sulla pagina Facebook Diritto dell’Informazione – Ruben Razzante il mio video contenente l’appello per l’apertura delle Chiese

Ruben Razzante
https://lanuovabq.it/it/messe-a-pasqua-un-diritto-che-non-si-deve-negare

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