Suore e Covid-19? I conti non tornano, i coronavirus sì: come mai sui giornali leggo solo di vittime nei conventi di "suore"? I monasteri e i monaci sono immuni? Hanno avuto una particolare benedizione e "dispensa papale"?
di Claudio Martinotti Doria
E’ risaputo che il virus COVID-19 colpisce in stragrande maggioranza gli uomini rispetto alle donne, infatti oltre i tre quarti dei contagiati e delle vittime sono uomini.
Allora come mai sui giornali leggo solo di vittime nei conventi di suore? I monasteri e i monaci sono immuni? Hanno avuto una particolare benedizione e dispensa papale?
Se si considera che tra conventi e monasteri l’età media dei loro occupanti stabili è simile a quella delle Case di Riposo (causa assenza decennale di vocazioni), e vivono inevitabilmente a stretto contatto tra loro, rientrano in pieno nelle categorie sociali particolarmente a rischio di contrarre il virus, pertanto in teoria, ma credo anche in pratica, dovrebbero seguire gli stessi esiti delle Case di Riposo, nelle quali vi sono state vere e proprie stragi, paragonabili alla Peste Nera medievale del 1347/52, quando falcidiava interi villaggi e città dimezzandone la popolazione. E se c’è una tale elevata contagiosità e mortalità nelle congregazioni religiose femminili, perché non sappiamo nulla su quelle maschili? Ad esempio qualcuno sa qualcosa sugli effetti del virus sui Gesuiti?
A dire il vero non sappiamo nulla su nessuna organizzazione religiosa, nulla sul Vaticano, tranne le solite baggianate sul Papa. Hanno pregato così intensamente e a lungo che sono riusciti a sgamarla? O più semplicemente erano meglio informati e preparati e attrezzati? Oppure stanno soffrendo e morendo in silenzio? In tal caso per quale motivo?
Nel Medioevo i frati, quantomeno quelli per vocazione, durante le varie epidemie cicliche si recavano tra la popolazione sofferente per portare un minimo di conforto ai sofferenti e anche ai sopravvissuti. Oggi sarebbe impedito dalle restrizioni governative, ma dubito ne vedremo qualcuno se anche così non fosse.
Se già prima regnava l’ambiguità, l’opacità, la mistificazione, la disinformazione, la propaganda, ecc., sia a livello mediatico che istituzionale a tutti i livelli, dopo la pandemia di COVID-19 temo che regnerà soprattutto il silenzio, come nei conventi e monasteri di clausura, approfittando del fatto saremo tutti separati, per ora alla distanza di 1 metro, prossimamente oltre (causa nuove scoperte sulla mobilità e permanenza del virus), ma soprattutto saremo sempre più distanti culturalmente e socialmente alimentando diffidenze reciproche. In compenso saremo tutti connessi tramite tecnologie avanzatissime sotto il controllo dei monopolisti di tali servizi, i quali a loro volta sono sotto il controllo o appartengono all’élite finanziaria globale, e la libertà e la privacy (che già erano ridotte ai minimi termini) diverranno solo un vago ricordo.
Direi che il virus ha svolto un ottimo lavoro per disciplinare il gregge, riaggregando le pecorelle smarrite o riottose, applicando loro un collarino elettronico con GPS, microfono e telecamera …
I conti non tornano, i coronavirus sì ...
di Claudio Martinotti Doria
Fonte: Cav. Dott. Claudio S. Martinotti Doria, blogger presente in rete dal 1996, ricercatore e divulgatore - www.cavalieredimonferrato.it del 05 Aprile 2020
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