ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 12 maggio 2020

Esempio di “compattezza” e coraggio,

Il regalo esotico di Silvia Romano
Questo 2020 è un anno bisestile, con l’aggravante della replica del 2. Un anno un po’ sfigato, come dice qualcuno. E in verità, con questa storia del virus, di cui non abbiamo capito il senso vero di quella “corona” che l’accompagna, e con quello che ne è seguito in termini di forzata carcerazione domiciliare, non si può dire che chi dice che questo 2020 è sfigato abbia torto.
Ce lo ricorderemo, quest’anno, come l’anno della svolta “zoo-antropologica”: della trasformazione dell’uomo in animale da gabbia; ma come se non bastasse, quest’anno ce lo ricorderemo per il più grande “spot” pubblicitario per propagandare l’Islam che sia stato mai realizzato dai mezzi di comunicazione, aiutati da una che non è neanche un’attrice, ma che ha fatto così bene la sua parte che è possibile che adesso possano chiamarla come protagonista per un lungometraggio o per una serie televisiva.



Stiamo parlando della spettacolare vicenda del rientro in Italia della “volontaria” che ha trascorso un anno e mezzo tra musulmani che prima l’hanno sequestrata e dopo essersela tenuta a lungo l’hanno poi dissequestrata.
Una gioconda ragazza 24enne che è arrivata all’aeroporto di Ciampino indossando un abito da donna musulmana – rigorosamente “verde”, che è il colore delle bandiere del profeta Maometto -, invero portato con una disinvoltura ed una competenza da fare invidia. L’unica nota stonata era quella mascherina antivirus che, pensiamo, le hanno fatto indossare gli italiani che l’hanno accompagnata.



Il fatto è avvenuto l’11 maggio e quindi è del tutto prematuro fare delle considerazioni serie e sufficientemente fondate. E tuttavia, grazie alla valente regia attuata dalla stessa interessata, come ci sembra di poter affermare senza allontanarci molto dalla realtà, un fatto eclatante si è verificato: adesso mi chiamo Aisha, ha subito dichiarato l’ex Silvia, quasi a fugare ogni dubbio e a confermare che l’abito da musulmana è proprio il suo, non lo ha avuto in prestito d’uso. Evidentemente i suoi vestiti da milanese li avrà lasciati o in Kenya o in Somalia.

Veramente non sappiamo se l’ex Silvia oltre al nome abbia mutato anche il cognome: adesso potrebbe anche chiamarsi Aisha Meccano, avendo rinnegato Roma e abbracciato La Mecca. Magari ne sapremo qualcosa nei prossimi giorni.

Per adesso atteniamoci ai fatti, e soprattutto ai fatti mediatici, alle foto e alle pubbliche dichiarazioni. Mi chiamo Aisha e mi sono convertita all’Islam. Non sono né maritata, né incintaSono solo una persona serena che ha cambiato religione e abito.
E non c’è stato giornale o tv o radio che non abbia raccontato la vicenda complimentandosi con la fortunata milanese rediviva in veste musulmana.

Nessuno mi ha costretta, ha ripetutamente dichiarato Silvia-Aisha, nessuna violenza, erano tutti uomini e uomini d’onore: mi hanno detto subito che non mi avrebbero uccisa e sono stati di parola.
Di fronte all’onestà e alla dirittura morale dei sequestratori, i 4 milioni di dollari, di cui si parla per il riscatto, appaiono come una sorta di mancia: una mancia ben povera. Meritano ben altro questi campioni dal piglio cavalleresco, e non pochi lo hanno notato.



Ci ricordiamo di un vecchio film in cui l’eroe fulgente era un capo musulmano che si innamorava della donna europea che aveva sequestrata, corrisposto con ammirazione ed entusiasmo dalla donna che in un primo momento aveva opposto resistenza.
Pochi spettatori, allora,  non si sono innamorati dell’eroe col cavallo bianco con indosso il thawb o barracano e con al fianco la scimitarra; e poche donne non hanno immaginato di come sarebbe stato bello trovarsi al posto della donna del cinema.

Il fascino della pellicola!
Rinnovato quest’11 maggio dalle onnipresenti tv, con una ragazza milanese in un tripudio di flash e primi piani sul corpo della ragazza leggiadramente avvolto in un nugolo di lunghe vesti verdi che la coprivano dai piedi alla testa, fascinosamente acconciate per far risaltare il volto illuminato da un sorriso accattivante.

Eppure, l’aereo dei servizi segreti che era stato mandato a prelevarla in Somalia per riportarla in Italia, ha avuto tutto il tempo per munirsi di uno dei vestiti della ragazza del Casoretto di Milano, e pensiamo che molto probabilmente la cosa sia stata fatta. Ma ecco che Silvia-Aisha scende dall’aereo a Ciampino abbigliata da Mille e una notte, novella Shahrazad fiera nel suo nuovo look, come si usa dire oggi con un termine improprio per la lingua italiana, che dopo Silvia-Aisha non è escluso che venga abbandonato perché obsoleto, per essere sostituito dal più fascinoso “nazra”.

Non poteva idearsi miglior servizio pubblicitario per promuovere l’avanzante cultura musulmana in Italia, per di più col protagonismo di una delle donne che, come si sa, sono all’avanguardia del progresso.
Chissà quanta soddisfazione tra i tanti sheyk nostrani, che non vedevano l’ora di poter ricoprire la loro apostasia con un bel manto esotico targato Allah.

Anzi, a proposito di Allah, già vediamo costoro al lavoro per “aggiornare” la vecchia shahada, la professione di fede islamica: con una opportuna esegesi che non reciti più “an lā ilāha illā Allāh - wa Muḥammad Rasūl Allāh” – Non v’è dio fuori che Allah e Maometto è il profeta di Allah - ; ma la più attuale “an lā ilāha illā Allāh - wa Aisha Rasūl Allāh” - Non v’è dio fuori che Allah e Aisha è il profeta di Allah.

Ci si scusi l’approssimazione linguistica, dovuta alla nostra impreparazione in materia, ma ci si dia atto che la nostra illazione non è gratuita o peregrina, perché il nuovo nome scelto dall’ex Silvia è ricco di significato storico, simbolico e religioso.
Aisha significa “madre dei credenti”, e fu il nome che Adamo (A-ish) diede ad Eva, A-isha, perché tratta da A-ish. E fu anche il nome della favorita di Maometto, che questi sposò per suggerimento dell’Arcangelo Gabriele; e fu il nome della primogenita di Abu Bakr, primo khalifa (califfo – vicario di Maometto) dell’Islam. Mica roba da poco!

Ed è giustamente con orgoglio che l’ex Silvia ha súbito voluto precisare: adesso mi chiamo Aisha. Che in tutta evidenza è molto di più della silvestre Silvia, abitante delle selve e dei boschi; oggi la tenebrosa Silvia ha lasciato il posto alla luminosa Aisha … come non imitarla in questa scelta così edificante!




Silvia-Aisha saluta i suoi concittadini, italiani, del Casoretto di Milano.
Un vecchio saggio proverbio ammonisce:
a donna alla finestra non far festa!


Vedete, care donne progressiste, quanti maggiori lustri si acquisiscono con l’abiura del cattolicesimo e l’abbraccio dell’Islam! E vedete come non può essere considerato un caso il fatto che Silvia-Aisha sia stata prelevata per essere riportata in Italia lo stesso giorno della “festa della mamma”, lei che adesso porta il nome di “madre dei credenti”!
Avreste mai immaginato che diventare musulmane avrebbe potuto comportare l’acquisizione di tanti benefici di stile e di immagine?

E voi, cari uomini moderni, vi rendete conto che abbracciare l’Islam può significare acquisire un’aura da Mille e una notte … altro che Pietro e Paolo, è molto più fascinoso e conturbante chiamarsi Muhammad o Abd-ullah – il nome del profeta o servo di Dio -; ed è perfino molto più serio dal punto di vista religioso.

Di fronte a tutto questo non poteva mancare la bavosa e strisciante presenza dei moderni cattolici apostatizzanti, rappresentati egregiamente dalla famigerata “Famiglia Cristiana”, che è stata subito distribuita nelle parrocchie.
Ecco cosa scrive questo giornale della indegna San Paolo:

Silvia può essere davvero considerata un esempio di “compattezza” e coraggio, molto vicina a quella di tanti altri ragazzi e ragazze che continuano a tenere alto lo sguardo e a trasformare la loro vita in un’opportunità.
[…]
Grazie Silvia. Oggi prendiamo le tue parole e le regaliamo a tutti i nostri figli. Perché le regalino a se stessi. Al loro presente così faticoso. E al loro futuro, che si sentono raccontare come minaccioso. Ma che, seguendo anche il tuo esempio, continuerà ad essere uno spazio da abitare con la forza dei sogni che ogni giovane non deve mai smettere di sognare”.

Questa una delle foto pubblicata da “Famiglia Cristiana”, con Silvia-Aisha Romano [Meccano?] a colloquio con Giuseppe Conte, Capo del Governo.
Ottimo servizio di persuasione occulta.



A quando la foto di Aisha e Jorge Mario?
Potrà l’istrione Bergoglio non approfittare di questa conversione per fare pubblicità al suo Alto Comitato per la Fratellanza Umana?


fotomontaggio


Un ultimo provocatorio pensiero. Le autorità, che ancora non trovano il modo per dare i quattrini promessi ai tanti italiani prostrati dalle restrizioni imposte a causa del virus coronato, hanno negato di aver pagato 4 milioni di dollari di riscatto.

Tutto è possibile, perché no! Anche che i soldi siano stati tirati fuori dall’Arabia Saudita, nota finanziatrice di ogni iniziativa atta a diffondere l’Islam nel mondo, come la costruzione della più grande moschea d’Europa, sorta a Roma con la benedizione dei falsi papi conciliari.

Si dice anche, ma non sappiamo se sia vero, che lo stesso regno di Saud finanzi l’immigrazione in massa verso l’Europa, in vista della islamizzazione del continente.
Adesso, con Aisha in testa, le cose diventano più facili, e il grande “spot” pubblicitario da lei lanciato non mancherà di dare i suoi frutti.   

Articolo di
 Belvecchio

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3554_Belvecchio_Regalo_di_Silvia_Romano.html

Silvana De Mari - Alle sciacquine in Africa lo stato non paghi la vacanza


https://www.youtube.com/watch?v=rVCo6S35go4


"Quali terroristi? L'hanno solo rieducata", le frasi choc degli islamici su Silvia Romano

Nella kasbah romana di Tor Pignattara nessuno crede che la conversione di Silvia Romano sia stata forzata e c'è persino che dà ragione agli al Shabaab: "Quali terroristi? Quella è gente che prega, i terroristi siete voi che lanciate le bombe sui bambini"


Ci sono tanti aspetti della storia di Silvia Romano ancora da chiarire, ma uno di quelli che sembra aver suscitato maggior interesse nell'opinione pubblica è il segreto della sua conversione.
La scelta di abbracciare la stessa religione dei suoi carcerieri, di quelli che hanno fatto irruzione nella sua vita strappandola alla libertà e agli affetti per 18 mesi, è una cosa che sfugge all'umana comprensione. Non esistono spiegazioni razionali che ci mettano al sicuro da ciò che non riusciamo a decifrare. E così ognuno ricorre alla sua suggestione.
Chi prega Allah se ne compiace e lo prende come un segno della sua grandezza. È il caso dei tanti utenti che in queste ore stanno commentando la notizia sui social arabi tirando in ballo la divina provvidenza: "Grazie ad Allah che le ha indicato la retta via dell'Islam". Qualcun altro, come riferisce Askanews, esulta per "l’impresa dei giovani mujaheddin". "Le strade del Signore sono infinite", ci dice un giovane studioso del Corano che incrociamo davanti alla moschea di via della Marranella, nel quartiere romano di Tor Pignattara, dove la concentrazione di musulmani è altissima. Impossibile, secondo il ragazzo, che la sua conversione sia stata forzata. "È stata una sua decisione, nell'Islam la conversione forzata - spiega - non esiste". E poi, aggiunge: "Se fosse stata costretta, perché quando è tornata in Italia non si è tolta il velo?".
È la stessa versione che ci dà Omar, un medico libico sulla trentina che frequenta la moschea di via Capua. "La prova è stata il suo rientro in Italia, era velata e sorridente, credo che Allah le abbia toccato il cuore", spiega. "Secondo me - aggiunge - ha trovato qualcosa che forse le mancava". Il giovane non crede alla versione del rapimento né che il governo italiano abbia pagato un riscatto ai terroristi. "Non sono convinto, per ora le informazioni sono poche e non ci sono certezze, per come la vedo io la ragazza non sembrava particolarmente provata". In ogni caso, ci tiene a precisare, "se si fosse trattato davvero di un sequestro è chiaro che lo condannerei". Ma non tutti qui la pensano così.
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Nella kasbah romana c'è anche chi legittima i jihadisti somali di al Shabaab e si surriscalda quando ci sente chiamarli "terroristi". "Quali terroristi? Quella è gente che prega, i terroristi siete voi che lanciate le bombe sui bambini assieme agli americani", ci risponde piccato un musulmano sulla settantina. "Lei è andata lì per seminare discordia e invece ha ricevuto un'educazione e si è arricchita spiritualmente, adesso è libera e felice", continua. Capito come? Secondo il nostro interlocutore ci sarebbe pure da ringraziarli questi tagliagole per aver "educato" Silvia all'Islam facendola uscire dal "buio". "Non è stata una conversione - insiste - ma un ritorno alle origini, il battesimo e la cresima quelli sì che sono atti terroristici perché tutti noi nasciamo musulmani". Nel momento in cui Silvia ha sposato la fede coranica, ci assicura, "è diventata come una sorella, ed i mujaheddin morirebbero per lei". L'anziano non ha dubbi: "È stata trattata da signora, noi le donne le rispettiamo".
Affermazioni forti da cui Siddique Nure Alam, presidente dell'associazione Dhuumcatu e punto di riferimento della comunità islamica di Tor Pignattara, che lo conosce come Batchu, prende le distanze. "La questione della conversione di Silvia è stata esasperata, si sono create delle tifoserie da stadio, io - spiega - sono contento che sia stata liberata, il resto sono affari suoi". "Non credo - aggiunge - che l'abbiano trattata male, sennò non si spiegherebbe il suo atteggiamento disteso". Il fatto che la cooperante si sia uniformata ai costumi religiosi dei suoi carcerieri, per Batchu, potrebbe essere dovuto anche al vuoto di valori della società occidentale. "Secondo me - conclude - questa ragazza ha sentito una mancanza di spiritualità, ci sono tanti cattolici che si definiscono tali ma non praticano, credo che venendo in contatto con una religione più forte abbia finito per esserne ispirata".

1 commento:

  1. Purtroppo mi pare che Silvana de Mari sia tra coloro che scagionano gli ebrei dalla responsabilità del deicidio,addossandone ai romani l'unica responsabilità,per la costruzione di una destra filo-israeliana,che unisca il cristiano e l'ebreo e laddove l'arabo o l'immigrato è comunque sempre funzionale alle politiche immigrazioniste volute dai grandi sionisti d'Italia,per tenere alto il livello del teatro della politica partitocratica. De Benedetti e Berlusconi,Salvini e Boldrini ecc... ecc... Tutto comincia dalla questione del deicidio,negandolo,così che si crei una politica acquiescente al sionismo. Tra l'altro gli ebrei non difendono l'uguaglianza come dicono. La massoneria è un ammasso di evasori fiscali. Non bisogna avere il timore di criticare.

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