ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 29 luglio 2020

Questa terra devastata e venduta

Giorgia Meloni: "Conte cavalca una emergenza che non c'è per blindare il suo potere"

VOX ITALIA TV
https://www.youtube.com/watch?v=2PiXRlKz-QY

NOBILE: BASTERANNO LE ELEZIONI PER FERMARE L’UE SOVIETICA?

29 Luglio 2020 Pubblicato da  25 Commenti

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile compie nelle righe che state per leggere una riflessione amara sulla situazione della politica, della cultura, e della società nel nostro sciagurato Paese. E giustamente si chiede se, al punto in cui siamo arrivati, con la vergognosa complicità di quelli che dovrebbero essere i cani da guardia della democrazia, cioè i giornali e il Presidente della Repubblica, basterà un eventuale ribaltone elettorale per cercare di riportare su binari di razionalità e legalità questa terra devastata e venduta. Buona lettura. 

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Per fermare l’ideologia relativista non bastano le elezioni
Dagli anni sessanta i comunisti in Italia, poi diventati per incanto progressisti, hanno iniziato la scalata al potere riuscendo a imporre i propri uomini e donne nei gangli sociali più sensibili, compreso la magistratura. La sinistra, mentre massacra gli imprenditori che potrebbero far ripartire l’economia, ha reso l’Italia – una volta quarta potenza economica mondiale – un parcheggio per immigrati irregolari.
Chi non è di sinistra viene spesso emarginato nella scuola, nei grandi media nazionali e nel mondo cinematografico. Chi condivide l’etica cattolica è considerato il nemico da fascistizzare e da emarginare. La sinistra è organizzatissima. Appena qualche sparuto gruppo di cattolici manifestano per i diritti etici, arrivano i mastini sinistri che con le buone o con le cattive cercano di tappargli la bocca.
Se poi a farsi sentire è un prete, come don Lillo della diocesi di Palermo, la bile delle lobbies Lgbt e delle sinistre esplode in un tam-tam di contumelie e minacce.

Un altro aspetto antidemocratico da rilevare è il tritacarne mediatico. I quotidiani internazionali che trattano argomenti di politica italiana, fanno quasi sempre riferimento alla Pravda fondata da Scalfari, La Repubblica. Lascio immaginare quale tipo di pregiudizi si fanno nel mondo dell’italietta creata dalla cinica sinistra. Quando Berlusconi stravinse le elezioni, i media e i magistrati lo hanno demonizzato a tal punto che anche i tribali del terzo mondo che posseggono una tv lo odiavano. Chiunque incontrassi mi sparava in faccia il nome di Berlusconi con un sorriso beffardo. Oggi è la volta di Salvini.
Ma la categoria degli “artisti” è sicuramente la più determinante. Nessuno come loro ha la capacità d’influenzare milioni di giovani e di tv dipendenti. Tranne pochi che tacciono per non essere marginalizzati, rappresentano i soldati del pensiero unico. Raramente sentiremo un attore o cantante parlare contro l’aborto, l’utero in affitto o il matrimonio gay. È la tipologia più cinica del panorama mediatico, poiché non ci guadagna nulla. Se la maggioranza di questi “artisti” promuovesse i valori del buon senso certamente l’Italia sarebbe migliore.
Nel resto dell’Europa la sinistra utilizza gli stessi metodi minatori e antidemocratici, vedi il Parlamento europeo che, mentre sovvenziona a suon di milioni di euro le lobbies gay, impone leggi anti-famiglia. Tra le altre cose, il soviet di Bruxelles demonizza e mette continuamente sotto pressione i governi ungherese e polacco che difendono i valori cristiani. Tanto è vero che, grazie ai media, gran parte degli europei considera i due governi fascisti.
Avvalendosi di autorità corruttibili, i Dem americani hanno calunniato per quattro anni il difensore dei valori cristiani Donald Trump, montando il risibile Russiagate che alla fine si è dimostrato privo di fondamento. Se i giudici americani fossero stati potenti come i colleghi sinistri italiani, molto probabilmente Trump avrebbe fatto la fine di Berlusconi.
Ma per il presidente americano la cosa non finisce qui. I Dem hanno sguinzagliato gli Antifa e i BLM, e siamo sicuri che il Coronavirus continuerà a diffondersi perlomeno fino alle presidenziali del prossimo novembre.
Consapevoli di questi fatti dovrebbe essere chiaro che è pressoché impossibile lottare democraticamente contro un moloch che controlla politica, media, scuola e lavoro.
I lettori di SC, giustamente, si domanderanno: tutto questo lo sappiamo, ma cosa bisogna fare?
Se in Italia il centrodestra dovesse vincere le prossime elezioni (sinistra permettendo) con un largo vantaggio dovrebbero imitare i comunisti degli anni settanta. Creare una rete con tutti i partiti di ispirazione cattolica e emendare la magistratura, i media e la scuola dalla cupola rossa. Se non lo si farà la sovietizzazione dell’Europa è garantita.

Agostino Nobile
Marco Tosatti
VITTORIO SGARBI scatenato in parlamento contro CONTE: "Ecco gli esperti che vi smentiscono!"



NUOVO STATO DI EMERGENZA ► SGARBI SPARA A ZERO CONTRO CONTE IN PARLAMENTO

L’emergenza di Conte – Danilo Quinto – 29 luglio 2020

L’”avvocato del popolo” non aveva alternative. Non per le ragioni che ha evocato al Senato (la prima: se non viene prorogato lo stato d’emergenza, decadono provvedimenti già presi; la seconda: il virus continua a circolare; la terza: la mancata proroga provocherebbe la cessazione dell’attività del commissario, che sta cercando i banchi per le scuole, dopo essersi occupato per mesi – e i risultati li hanno visti tutti – di guanti, mascherine e camici per i medici e gli infermieri, con i primi che hanno contato, al 31 maggio, 171 morti e i secondi, 40, più 4 suicidi), ma per garantirsi la sua permanenza a Palazzo Chigi.

Sta tutta qui la ragione della proroga dello stato d’emergenza al 15 ottobre.
Il dopo? Tutto sembra già previsto.

C’è chi – come Antonio Fauci, il consigliere sanitario di Donald Trump (non si comprende, peraltro, perchè il Presidente degli Stati Uniti lo tenga ancora al suo posto dopo la disastrosa gestione dell’emergenza) – ha dichiarato che “Un ritorno a una crescita dei casi è possibile quando in autunno e in inverno il clima cambierà. Potrebbe sovrapporsi alla stagione dell'influenza, complicando il quadro. Nel Nord Italia c'è la possibilità di una seconda ondata". Se lo dice, lui… La portavoce dell’OMS, Margaret Harris, dopo aver sollecitato l’applicazione di misure per rallentare la trasmissione che si sta diffondendo attraverso raduni di massa, ha messo in guarda dal pensare alla pandemia in termini di ondate, perché il Covid-19 non si comporta come l'influenza che tende a seguire l'andamento delle stagioni: "Sarà una grande ondata. Andrà un pò su e un pò giù. La cosa migliore è appiattirla e trasformarla in qualcosa che sfiori appena i nostri piedi", ha aggiunto. Walter Ricciardi, consulente scientifico del Ministro della Salute, dopo aver proposto un “sussidio di sostentamento” agli immigrati (sarebbe meglio dire “merce umana”, oggetto di tratta da parte delle organizzazioni criminali) contagiati dal coronavirus (non solo, quindi, li facciamo entrare nel nostro Paese, dal 20 al 27 luglio di quest’anno ne sono entrati 2.445 contro i 288 dello stesso periodo dell’anno scorso, ma dovremmo pure pagarli, oltre la diaria quotidiana che li forniamo, per poi vederli scappare dai Centri di Accoglienza, in modo da diffondere il contagio nel resto d’Italia), ha chiesto l’inasprimento delle sanzioni nei confronti degli italiani. Ha detto: “Purtroppo vedo che le multe sono lo zero virgola qualcosa rispetto al numero delle persone fermate. Così non va. Rischiamo di fare la fine della Catalogna o di Israele. Se i focolai crescono di numero e volume c’è il rischio di non riuscire più a tenerli sotto controllo. Allora potrebbe capitare di dover creare delle zone rosse anche in luoghi di villeggiatura dove si finirebbe per restare intrappolati”.

Questa è solo una parte del quadro dei pareri scientifici che “contano”. Gli altri pareri – sempre scientifici – che pur esistono e che sono di segno opposto (nel senso che certificano che lo stato di emergenza non esiste più e che il virus è clinicamente morto, come si può constatare dai numeri dei ricoverati, compresi quelli in terapia intensiva), vengono silenziati dalla quasi totalità dell’informazione di regime. Come chiamarla in altro modo? Non solo.

Scienziati, professori universitari e clinici come Zangrillo e Bassetti, che hanno curato e assistito migliaia di pazienti affetti da Covid19, per non parlare di Tarro o Montaigner - che dovrebbero essere rispettati almeno quanto gli altri - vengono definiti “negazionisti” dall’opinione e dall’informazione mainstream, quella che esprime il punto di vista dell’OMS, colpevole di aver per lungo tempo tergiversato nel dichiarare la pandemia e che con le sue delegazioni nazionali condiziona le scelte dei Governi, nella fattispecie quello italiano.

Nè vengono valorizzate le cure, che pur ci sono e che sono state scoperte grazie alle autopsie disposte da medici liberi, che si sono così sottratti al “consiglio” di non effettuarle. Qualcuno ha mai spiegato perchè?

Chi propaganda farmaci che contribuiscono a salvare vite – come la idroclorochina – viene additato come diffusore di fake news. Bene ha fatto Donald Trump, allora, a dichiarare che ha usato questo farmaco in via preventiva, bene ha fatto a pubblicizzarlo, bene ha fatto a negare ulteriori finanziamenti all’OMS, come dovrebbero iniziare a fare tutti quei Paesi che si vogliono sottrarre a questa “dittatura sanitaria”, che ha conseguenze devastanti sulla libertà personale e sui diritti delle persone. Bene fa Trump a lottare, all'interno del suo Paese e in campo internazionale, contro la Cina, che con le sue mire espansioniste e nazionaliste, oltre che con la sua feroce dittatura (solo il Vaticano non se ne accorge) costituisce il più grande pericolo che il mondo vive in questo momento. Sul piano umano, molto dipenderà dall'esito delle elezioni americane di novembre, anche per quanto riguarda l'Italia. E' inutile nasconderlo.

Tenendo presente questo contesto, affermare che il “dopo” 15 ottobre sia già scritto, non è nè una boutade nè una forzatura. Anzi qualcosa di più, perchè a parere di Conte – l’ha sostenuto in Parlamento – “è grave convincere del nuovo lockdown”. Perchè sarebbe grave? Non viene spiegato. Eppure, sappiamo che fino al 15 ottobre continueranno ad essere diffusi dati tali da mantenere la situazione di paura in cui si trova la maggioranza della popolazione, in attesa della distribuzione del vaccino (sempre Fauci, che pare sappia tutto, ha detto nei giorni scorsi che il mese di ottobre potrebbe essere quello giusto per la sua messa in commercio) e continueranno ad essere in vigore misure restrittive della libertà personale in una situazione che non ha precedenti nel nostro Paese. Neanche negli anni ’70, nella stagione del terrorismo, sono state accantonate norme di valenza costituzionale così come si sta facendo ora, da ormai 5 mesi.

Scriveva così, Carlo Deodato, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, sul “Sole 24 Ore” del 16 aprile 2020, in un articolo intitolato “Stat, leggi e cittadini. Il nuovo dilemma di Antigone”: “Ci si deve astenere dal regolare i comportamenti dei cittadini per prevenire la diffusione dell’epidemia? No. Si deve, allora, disobbedire alle norme vigenti? Assolutamente no. Le leggi vanno rispettate, come ammoniva Socrate prima di bere il veleno di una condanna iniqua. Ma per evitare contrasti eccessivi ed insanabili tra le regole restrittive e la sfera incomprimibile della libertà dei cittadini, chi decide le prime deve farsi carico di questa preoccupazione: che le norme non vengano percepite dai cittadini come ingiuste, sproporzionate e lesive, oltre ogni ragionevolezza, della loro aspirazione naturale alla libertà. Perchè, se fosse così, non solo non produrrebbero l’effetto voluto, ma susciterebbero quello opposto: oltre alla disobbedienza, la sfiducia verso l’autorità. E lo Stato è destinato a sgretolarsi se i cittadini perdono il rispetto per l’equità (e, quindi, per l’esigibilità delle sue decisioni). Lo Stato è per l’uomo; non l’uomo per lo Stato”.

Conte, però, può dormire sonni relativamente tranquilli, perchè alla maggioranza degli italiani sembra stia bene così, considerati i sondaggi che circolano sulla sua popolarità e sul consenso che riceve la sua azione di governo.

Dal “fronte” economico e sociale provengono le verità più evidenti della necessità di dichiarare un nuovo “lockdown”. Dopo poche ore dai “festeggiamenti” per la decisione dell’Europa d’iniziare ad erogare, a partire dalla metà del 2021, 209 miliardi, in prestito e condizionati all’assenso degli organismi europei sulle riforme che saranno proposte, si è compreso che l’euforia fosse fuori luogo.

Come ha documentalmente dimostrato Carlo Calenda nei giorni scorsi, “l’Italia

ha ‘parcheggiati’ 6,7 miliardi di fondi europei senza cofinanziamento», che potrebbe usare per l’emergenza coronavirus. Il dato corrisponde ad una stima riportata nelle ultime settimane da diverse fonti sulla quantità di risorse tra i fondi comunitari che l’Italia potrebbe riprogrammare, senza cofinanziamento nazionale, grazie alla maggiore flessibilità concessa, tra marzo e aprile, dall’Ue. La riprogrammazione di queste risorse è ancora oggetto di trattativa tra lo Stato e le amministrazioni, centrali o regionali, che le gestiscono.

Stiamo parlando di 6,7 miliardi, lo ripetiamo. Si può ragionevolmente pensare che uno Stato che da mesi non riesce ad utilizzare queste risorse, uno Stato che è in grado di utilizzare solo una parte dei fondi strutturali europei (migliaia di miliardi) relativi alla programmazione prevista ogni 6 anni, possa – dalla mattina alla sera – pur considerando, con tutto il rispetto, l’autorevole apporto che alla maggioranza potrà essere assicurato dal professor Brunetta, rappresentante di Forza Italia, che è incline a dar manforte, possa – dicevamo – presentare all’Europa un piano di riforme strutturali che riguardino i campi della giustizia, della semplificazione burocratica, degli investimenti per le grandi opere pubbliche e via dicendo?

Come vivono oggi gli italiani?


In base al Rapporto Confcommercio-Censis quasi 6 famiglie su 10 temono di perdere il posto di lavoro e il 23% ha dovuto rinunciare definitivamente all’acquisto già programmato di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto). Il 48% ha rinunciato alle vacanze (week end, ponti, Pasqua, vacanze estive). Oltre la metà delle famiglie non ha programmato nulla e circa il 30% rimarrà a casa non avendo disponibilità economica (percentuale che sale al 57% per i livelli socio economici bassi). Il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività e il 23,4% è finito in Cig. In base ad un’analisi dell’Ufficio Studi Fipe, diffusa il 21 luglio, i fatturati dei pubblici esercizi italiani registrano perdite del 40%. Ad essere soddisfatti di aver riaperto poco più di 6 imprenditori su 10, circa il 61%, mentre sale la percentuale di chi ritiene che non riuscirà a tornare ai livelli di attività pre-covid (68%). Diminuisce di circa 4 punti rispetto a giugno la percentuale di chi valuta positivamente l'andamento dell’attività dopo la riapertura. Si passa dal 22,2% all’attuale 18% circa. Nel primo semestre 2020, secondo i dati del quinto “Osservatorio congiunturale dei Trasporti” elaborato dall’Ufficio studi di Confcommercio per Conftrasporto, il traffico passeggeri è calato del 53% e quello delle merci di quasi il 25%. Nonostante i 17,6 miliardi stanziati dai decreti Cura Italia e Rilancio, ci sono 2 milioni di lavoratori in attesa della cassa integrazione. Di questi, 1,5 milioni dipendono dall’Inps, mentre i restanti 500 mila circa dal Fondo degli artigiani. In molto aspettano ancora i soldi di marzo o aprile, o di entrambi i mesi. L’Istat ha diffuso a maggio le stime preliminari su occupati e disoccupati: il tasso di disoccupazione risale al 7,8%. Rispetto a maggio 2019 gli occupati in meno sono 613 mila. La Coldiretti stima in un suo rapporto che saranno 4 milioni gli italiani che rimarranno senza cibo in autunno. Il 38,4% degli italiani avrebbe risorse liquide disponibili per non più di 3 mesi per spese essenziali come cibo o riscaldamento, secondo l’indagine ISF Bankitalia condotta a maggio, dalla quale emerge anche che il 40% degli individui indebitati dichiara di avere già difficoltà nel sostenere le rate del mutuo. Fra i nuovi poveri nell’autunno 2020 – ha sottolineato la Coldiretti – ci saranno coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie.

Quest’elenco di criticità e di conseguenti – facilmente intuibili – drammi sociali, rispetto ai quali non esiste uno straccio di consapevolezza politica e di relative, necessarie e urgentissime misure per evitare che la situazione precipiti e diventi del tutto ingovernabile, potrebbe continuare a lungo. E’ inevitabile che se rispetto a questa situazione non venissero presi provvedimenti immediati, l’unica soluzione praticabile per il potere è reinnescare il meccanismo del “coprifuoco”. Una specie di “lockdown permanente”. Un nuovo modo di governare. Sarebbe “grave”, come sostiene il Presidente del Consiglio, pensare che così sia? Quali alternative e quali misure di Governo sono state presentate finora in grado di arginare una situazione la cui gravità non ha confronti con nessun periodo della storia d’Italia, neanche con il periodo post-bellico? Sono state diffuse promesse, è vero, ma le promesse non producono pane, non sfamano. Sono un’”arma di distrazione di massa”, se non hanno alcun ancoraggio – e così è – con la realtà.

L’unica certezza che si ha, in termini di produzione legislativa, non riguarda questa situazione di pre-rivolta sociale (chi deve sfamare i propri figli e non avrà risorse per farlo, non potrà rimanere ancora indifferente), ma a parte i DPCM – criticati dalla stessa Presidente del Senato: “In emergenza”, ha detto, “ricorso esagerato ai DPCM e troppe fiducie, a rischio democrazia parlamentare” – riguarda una legge su cui si è già trovato un compromesso e che sarà approvata (si stia pur certi) il prossimo 3 agosto: quella sull’omofobia.

E’ questo il “destino” che Gesù aveva previsto per Roma quando duemila fa Pietro insediò la Sua Chiesa in questo territorio? Non è grande, da questo punto di vista, la responsabilità di coloro che hanno fede? Si può continuare a rimanere inerti e indifferenti o la fede impone di testimoniare la Verità e di gridarla dai tetti, al prezzo della stessa vita, se occorre? O, invece, si deve seguire l’esempio delle guide spirituali, così ossequiose e succubi del potere civile?
Danilo Quinto

https://gloria.tv/post/t1PnY9Sf7Fti4pA1X2nVRLSoL

Radio Radio TV  https://www.youtube.com/watch?v=isdgjEizqVE

La destra che piace a lorsignori

Non c’è giorno che un editorialista, un corsivista, un curatore di rubrica coi lettori su un giornalone o nelle sue periferie conformi, non elogi la buona destra che non c’è. È una storia vecchia, che si acutizza ogni volta che nel nostro paese o nel mondo la maggioranza dei consensi va alla destra, per definizione cattiva. Il connotato principale di una buona destra per lorsignori, lo ripetiamo, è quella di essere minoritaria, perdente, subalterna all’establishment e alla sinistra, che ne è il suo braccio politico-ideologico; e i suoi migliori riferimenti sono sempre morti. E anche stavolta (l’ultima sul Corriere della sera l’altro giorno) il copione si ripete. Di solito i riferimenti positivi che si riescono a pescare tra i viventi sono reduci dalla disastrosa esperienza finale di Fini e ora si collocano nell’area del Pd. Curioso, no?
Ma non voglio scendere sul terreno della politichetta, dei casi personali e degli interessi passeggeri, e prima di tornare allo scenario politico presente, alle destre in tutto il mondo, vi chiedo: ma secondo voi qual è il tratto tipico e generale della destra, ciò che la caratterizza e la distingue, a livello di principio e di sensibilità popolare? A me pare evidente. Piaccia o non piaccia ogni destra popolare che ha vinto o è vincente è una variazione sul tema Dio, patria e famiglia. Variazione aggiornata o degradata, volgarizzata o modernizzata, comunque l’asse su cui ruota la destra nel mondo è quella. Poi ci possono essere destre più laiche che lasciano in secondo piano il connotato religioso, altre che attenuano l’aspetto nazionalista o altre che declinano in modo più soft i diritti civili. Il tema portante è la tradizione, il comune sentire, il realismo unito alla meritocrazia; poi le declinazioni possono essere di tipo conservatore o sovranista, social-riformatore e perfino rivoluzionario-conservatore. Ma se guardate alla realtà anziché al pozzo nero dei vostri desideri, la destra è quella, sono quelli i suoi punti fermi che la oppongono al politically correct dell’ideologia global. A me non dispiace una destra con quei connotati ma ho la preoccupazione opposta: quei temi sono troppo grandi, sensibili e toccano l’animo umano per ridurli solo a merce elettorale, slogan e gesto volgare. Vanno dunque salvati, lo scrissi in un libro intitolato proprio Dio patria e famiglia, dalla loro banalizzazione strumentale.
Ma i miei pensieri sono una cosa e la realtà è un’altra: e ogni destra al mondo che abbia conquistato il consenso dei popoli e il governo, sempre detestata e delegittimata da lorsignori, ruota intorno a quei principi messi su strada.
Dio si traduce in difesa della civiltà cristiana e dei suoi valori, senso religioso e rispetto del sacro; Patria si traduce in sovranità nazionale, etica comunitaria, rispetto della memoria storica e dell’amor patrio; famiglia si traduce in difesa della società naturale, priorità alle famiglie costituite da padre, madre e figli, denuncia dell’uso ideologico e penale delle tutele di omo, trans, e dintorni. Questa è la destra, signori, la destra reale. Poi ci sono modi degni e indegni di interpretarla, volgari e nobili, decenti o grossolani. Ma qui avviene la mistificazione o il fraintendimento della “buona destra”. Quell’asse portante sparisce nelle prescrizioni mediche della buona destra. E spariscono le traduzioni di quei principi nella realtà:
La buona destra di lorsignori dev’essere genericamente liberale, libertaria, europeista nel senso di questa UE, globale, moderatamente progressista, e moderna, ripudiando i temi anzidetti e le loro derivazioni. E deve accettare lo statuto di perdente. Una destra così è pensata su misura per l’establishment in cui lorsignori sono inseriti. È l’opposizione di sua maestà, ossequiosa al Canone Regio.
Ora, il principio primo di ogni destra, come di ogni sinistra, è che deve piacere a quelli che la votano e vi si riconoscono in lei. Non deve piacere a chi non la voterà mai o è dall’altra parte. Non mi sognerei mai di stabilire il perimetro entro cui la sinistra sia buona o no; posso criticarla duramente o no, ma la sinistra se la scelgono quelli che la fanno e la votano. Questa è la base elementare della democrazia e della libertà, non potete prescrivere voi il perimetro lecito della buona destra. L’importante è che ripudi la violenza, l’intolleranza e le tentazioni dispotiche e totalitarie; che, come è storicamente noto, possono sorgere a destra come a sinistra, o in ambito tecnoliberale, antipolitico e perfino sanitario (lo abbiamo testato di recente).
Ho un giudizio differenziato, a volte critico, se non di antipatia, verso alcuni leader di destra vincente, trumponi o trumpini nostrani: ma negli Usa come in Gran Bretagna, nei paesi di Visegrad come in altri grandi paesi d’Oriente e in Brasile, il consenso popolare su cui si fondano quelle esperienze di governo è su quell’asse portante.
Ma per lorsignori il rappresentante ideale della destra global è quel filosofo taroccato di nome Francis Fukuyama che ha scritto banalità cosmiche sulla fine della storia e oggi firma il manifesto dei 150 intellettuali liberal per frenare il politically correct, e intervistato da la Repubblica, aggiunge tre notazioni: a) il politically correct è positivo, bisogna solo frenare i suoi eccessi sennò si fa un favore a Trump; b) lui in America vota progressista, vota Biden perché la buona destra fa così; c) la terza, ridicola: il politically correct sorge in reazione a Trump, quando tutti sappiamo – e lo ammette pure lui – che Trump ha vinto proprio perché reagiva al politically correct. Invece, il filosofo-funzionario inverte la sequenza e attribuisce a Trump il male contro cui ha riscosso consensi: è come accusare l’autan perché ci sono in giro troppe zanzare. No, Fukù, ci sono troppe zanzare e perciò tanti comprano l’autan.
MV, La Verità 26 luglio 2020

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