ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 7 ottobre 2020

"Criticare il Papa non significa essere contro dl lui”

Francesco sotto assedio. Cardinali, presuli e emeriti: il fronte che si oppone al papa


In Vaticano è scoppiata una vera bomba. Lo scontro tra parte della Chiesa italiana e papa Francesco è ormai aperto e di dominio pubblico. Da mesi il fronte anti-Bergoglio preme sul Pontefice, sempre più, quasi con l’intenzione di metterlo all’angolo. I cardinali italiani accusano il papa di voler depotenziare la spinta italiana all’interno del collegio cardinalizio. Ma c’è altro, molto altro. Non è solo scontro di potere. Il primo fronte anti-Bergoglio – come ricostruisce Paolo Rodali su Repubblica, facendo una mappa di chi è contro il papa – è scoppiato nella vecchia dirigenza dell’Istituto Giovanni Paolo II su matrimonio e famiglia: qui si è insinuato che il magistero di Francesco tradisca quello di Giovanni Paolo II.

Molti presuli italiani scontenti del papato non escono pubblicamente allo scoperto. Ma lavorano dietro le quinte. “Così – scrive Rodali – mandano avanti gli emeriti, vescovi ormai in pensione che non hanno più nulla da perdere. Fra questi, l’ex nunzio a Washington Carlo Maria Viganò, che non ha esitato, nell’estate del 2018, mentre Francesco si trovava in una Irlanda ancora scossa dagli scandali della pedofilia, a chiedere le dimissioni del Papa per presunte coperture”. E poi ieri un’altra stoccata, stavolta di un altro big del clero, Camillo Ruini, ex presidente della Cei.   


In un’intervista al Corriere, ha detto che “non sarebbe bene che la Chiesa italiana fosse sottorappresentata. Poi la stoccata: “Criticare il Papa non significa essere contro dl lui”. Ruini è il “grande vecchio” a cui un certo mondo continua a riferirsi. E dentro la Cei alcuni fanno sapere che secondo loro “con Francesco al soglio di Pietro la Chiesa italiana è finita”.  Molto del dissenso contro il papa attinge energie nelle forze di destra italiane, non a caso proprio Ruini chiede ora dialogo sia con Matteo Salvini sia con Giorgia Meloni.

Ma la Chiesa nostrana, anche quella amica di Francesco, non prende posizione lasciando che lo stesso dissenso si diffonda. Più volte sono usciti allo scoperto altri vescovi emeriti. Tra questi, monsignor Luigi Negri, ex arcivescovo di Ferrara, che ha criticato il Papa, in particolare sulla concessione dell’eucaristia ai divorziati. Iacopo Scaramuzzi, autore di “Dio? In fondo a destra. Perché i populisti sfruttano il cristianesimo” rivela: “Quando Matteo Salvini indossa la t-shirt ‘Il mio papa è Benedetto’, quando Giorgia Meloni lancia il grido di battaglia ‘sono una madre, sono italiana, sono cristiana’, non improvvisano. Dietro di loro c’è una rete italiana e internazionale che prende di mira papa Francasco perché impedisce di appropriarsi del cristianesimo e di trasformarlo in una ideologia identitaria”.

Un luogo dove l’opposizione al papato è destinata a crescere, soprattutto in Italia, è l’Abbazia di Trisulti, scelta da Bannon come sede europea da cui lanciare i paladini della crociata per la salvezza dell’occidente giudaico-cristiano. Lì, i membri, più volte si sono espressi contro alcuni temi cardine del pontificato in corso. Il papa è all’angolo, riuscirà a resistere?

https://www.business.it/fronte-che-si-oppone-al-papa/?cn-reloaded=1      

Il giallo "dama di Becciu". Ora anche la massoneria si schiera nella disputa

Ora pure il Grande Oriente Democratico si schiera dalla parte di Cecilia Marogna, la "dama di Becciu" che avrebbe ricevuto mezzo milione di euro

"Cecilia? La conosco, è rigorosa, onesta, non avrebbe mai fatto affari loschi". Cecilia è Cecilia Marogna, colei che per le cronache giornalistiche è diventata la "dama" del cardinale Angelo Becciu, che nel frattempo ha perso i diritti derivanti dalla porpora per volere di papa Francesco, mentre il virgolettato appartiene a Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico.


La Marogna - come abbiamo appreso in queste ore - può vantare conoscenze ad alti livelli. Tra queste, appunto, quelle in Segreteria di Stato, l'istituzione di cui Becciu è stato sostituto prima di essere nominato al vertice della prefettura della Congregazione per le Cause dei Santi, incarico che oggi non ricopre più.

Trattasi, come sottolineato da La Nazione, di una difesa in piena regola. Pure la massoneria scende dunque in campo per segnalare come la Marogna possa dirsi estranea a quelle che la stessa "dama" ha chiamato "falsità". Il fatto è che dalla segreteria di Stato sarebbe stato inoltrato mezzo milione d'euro ad una società riconducibile alla Marogna. Si è parlato persino di "shopping" di lusso in queste ore, ma la "dama"ha parlato a Il Corriere della Sera di acquisti finalizzati a risolvere questioni diplomatiche: "Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso al fine di vigilare su rischi e pericoli per le Nunziature e le missioni vaticane...", ha dichiarato.

Cecilia Marogna è già stata accostata ad altri nomi di un certo peso. Per esempio a quello Flavio Carboni. Gioele Magaldicome ripercorso dall'Adnkronos, rivive la parabola, senza omettere particolari:" É stata nel movimento Roosevelt sin dal primo momento, ha organizzato anche la presentazione del mio libro ‘Massoni‘ con Pino Cabras, parlamentare dei Cinque stelle, a Cagliari. Un’amica con ruolo di dirigenza nel movimento Roosevelt". Poi la specificazione sul com'è continuato il percorso: "Non conosco bene le contestazioni che le vengono fatte ma ho stima di lei e non la vedo imbarcarsi in spese improprie". E ancora: "Fui io a metterla in contatto con Mario Ferramonti , primo segretario della Lega e amico di Carboni ma tutte cose abbastanza alla luce del sole. Cecilia aveva curiosità di quel mondo".

L'esperta di relazioni internazionali, peraltro, secondo Magaldi non appartiene alla massoneria. Tutto questo avviene mentre tra le mura leonine si discute sul da farsi. C'è chi, in specie nel "fronte tradizionale", pensa che un processo sul "caso Becciu" sia l'unico mezzo tramite cui accertare la verità. Intanto Bergoglio ha creato una commissione deputata ad occuparsi di "materie riservate", con più di qualche accento sugli appalti. I membri della nuova organizzazione sono tutti fedelissimi di papa Francesco, mentre mancherà in questa circostanza il contributo del cardinale George Pell, che nel frattempo è tornato a Roma, dopo essere stato scagionato dalle accuse di pedofilia che erano state mosse in Australia.

Il "caso Becciu", comunque sia, continua a far parlare di sé. La sensazione è che in Vaticano si stia combattendo una "battaglia" per la trasparenza. Il Papa, in tempi non sospetti, si è detto contento di aver scoperchiato "la pentola" dall'interno delle mura vaticane. E l'obiettivo di questo pontificato è anche quello di far emergere più problematiche possibili. Ma la gestione dell'Obolo di San Pietro è una di queste? Forse la realtà diventerà comprensibile davvero soltanto attraverso una fase processuale. Nel frattempo, il cardinale Becciu ha perso i suoi diritti da porporato.

https://www.ilgiornale.it/news/cronache/vaticano-ora-pure-gran-maestro-difende-dama-becciu-1894992.html

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