ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 29 ottobre 2020

“Poi alla fine non si può essere fregati nella vita”

Il vescovo D’Ercole si dimette. Aveva rivendicato il diritto alla libertà di culto


“Bisogna che ci diate il diritto al culto, sennò ce lo riprendiamo. Quella che impedisce il culto è una dittatura”. Era l’aprile scorso quando monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno, rivolgeva al premier Conte e al Comitato tecnico-scientifico queste parole. Lo fece con un videomessaggio quanto mai esplicito.

“Poi alla fine non si può essere fregati nella vita”, disse monsignor D’Ercole riferendosi al dialogo tra la Chiesa e Conte. “La Chiesa non è il luogo dei contagi. Non bisogna far passare questa idea. Comitato scientifico, ma chi ve l’ha detto che la Chiesa è il luogo dei contagi? Noi siamo persone serie, ci teniamo alla salute della gente, è un diritto per la gente andare in chiesa. Per cui è un arbitrio, è una dittatura questa di impedire il culto, uno dei diritti fondamentali. Su questo non si possono fare sconti”.

Rincarando la dose, D’Ercole ricordò anche l’abuso avvenuto a Soncino, in provincia di Cremona, dove un carabiniere obbligò il parroco a interrompere la celebrazione della Messa, e aggiunse: “Bisogna che il diritto al culto ce lo date, se no ce lo prendiamo. Se io riesco a tenere calma la gente è perché amo questo popolo, ma la gente è stanca. Sapete quanta gente ricorre a noi per turbe psicologiche in questo momento? Non ce la fa più a vivere in un lockdown che alla fine non so a che cosa porti. Noi abbiamo bisogno di recuperare spazio di libertà, e la Chiesa oltre a essere spazio di libertà è anche spazio di speranza. Non abbiamo bisogno di favori da voi, abbiamo solo un diritto da rivendicare. La figuraccia che avete fatto nel mondo intero bisogna che sia lavata da un gesto di semplice restituzione di dignità e di diritto”.

In mezzo a pastori silenziosi, D’Ercole fu l’unico ad alzare la voce. Parlò con l’autorità di vescovo, ricordando implicitamente che l’obbedienza non può essere assoluta, ma va ordinata al bene e alla verità.

E oggi, sei mesi dopo, sempre attraverso un video, monsignor D’Ercole ha annunciato le dimissioni: “In un momento difficile come questo, in cui regna confusione nella nostra società, in cui c’è tanta paura, io credo, sento profondamente il bisogno di dedicarmi alla preghiera. Una scelta difficile, sofferta ma profondamente libera, ispirata al servizio della Chiesa e non al mio interesse personale. Entro in un monastero, dove potrò accompagnare il cammino della Chiesa in un modo più intenso, nella meditazione, nella contemplazione, nel silenzio. Quando avrò percorso questo periodo in monastero, poi mi aprirò a tutte le prospettive che il Signore vorrà darmi. Sento che in questo momento Dio mi chiama a fare un passo perché possa rendere servizio in questo modo. In questo momento sento che solo Dio può essere la speranza affidabile su cui poggiare ogni nostro passo verso il futuro, che qualche volta appare molto incerto ma che la alla luce di Dio sarà sicuramente segnato dalla sua vittoria, la vittoria di Cristo”.

Don Giovanni D’Ercole, nato il 5 ottobre 1947, ha da poco compiuto settantatré anni. Era vescovo di Ascoli Piceno dal 12 aprile 2014.

A.M.V.

https://www.aldomariavalli.it/2020/10/29/il-vescovo-dercole-si-dimette-aveva-rivendicato-il-diritto-alla-liberta-di-culto/

I tre ossimori della Chiesa attuale

https://www.radioromalibera.org/i-tre-ossimori-della-chiesa-attuale/

Appello / Non rinunciamo alla Santa Messa! Diciamo no alle leggi inique



Ricevo da Maria Bigazzi, diciannove anni, questa riflessione. Le fa seguito una proposta di preghiera.

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Scriveva George Bernanos: “Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire”.

Come ragazza di diciannove anni, pensando anche ai tanti giovani cristiani della mia età, mi sono spesso domandata quale sia il nostro ruolo di fronte a tutto quello che si sta verificando nel mondo, e come dobbiamo comportarci dinanzi alle tante prove e tentazioni che incontriamo ogni giorno.

Scrivo queste semplici righe come giovane cristiana che ama Cristo e la Chiesa, grata infinitamente a Dio per i miei genitori che fin dai primi anni di vita mi hanno trasmesso la Fede, dono che mi ha permesso di vedere il mondo con un altro sguardo.

Vediamo come ogni giorno si compiano sempre più attacchi al cristianesimo e, purtroppo, bisogna constatare che spesso durante la stessa giornata se ne verificano diversi. Profanazioni, sacrilegi, blasfemie, sfregi, aggressioni… Sono un dato di fatto, notizie che quotidianamente escono sui giornali e online, senza contare che molto spesso non vengono tutte riportate.

Molte volte di fronte a tutti gli orrori che ogni giorno si compiono nel mondo, si è tentati di cadere nella disperazione. Vedo quanto tra i miei coetanei si diffonda sempre più un senso di angoscia e paura di affrontare le sfide della vita.

San Giovanni Paolo II ricorda che solo con Dio è possibile combattere senza cadere nello sconforto, “perché”, ricorda, “non siete mai soli! Il Signore non mancherà di accompagnarvi, come ha promesso: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Come cristiani siamo a conoscenza del fatto che se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo anche noi prendere la nostra croce e seguire il nostro Redentore che per la nostra salvezza ha dato la vita.

Con il sacramento della Confermazione riceviamo i doni dello Spirito Santo e il sigillo che segna l’appartenenza totale a Cristo, l’essere al suo servizio per sempre, arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, per la quale siamo “obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l’opera la fede come veri testimoni di Cristo”. Ogni cristiano è chiamato a essere testimone di Cristo e suo “soldato”, difensore della Chiesa, della Fede e glorificatore della Vergine Maria. San Filippo Neri ripeteva spesso che “il Paradiso non è fatto per i poltroni”. La vita del cristiano, infatti, è una continua lotta che trova senso solo in Cristo.

Come ci ha detto Gesù, anche noi dobbiamo essere pronti ad affrontare il martirio, nel corpo o nello spirito, quando e se Dio vuole, con l’aiuto della Sua grazia. Questo non significa però che di fronte al male dobbiamo abbassare il capo assumendo un atteggiamento passivo. Il salmista ci ricorda che “il Signore ama la giustizia” (Sal 36,96) e che “giustizia e diritto sono alla base del suo trono” (Sal 88,15).

Ecco perché, come cristiani, siamo chiamati ad agire nella società in cui viviamo, opponendoci radicalmente a leggi e decisioni inique che vanno contro la vera libertà dell’uomo e soprattutto contro Dio.

Abbiamo sentito parlare molto di una proposta di legge, la legge Zan Scalfarotto, dal 3 agosto in discussione in Assemblea. A tal proposito sappiamo bene che ogni uomo e ogni donna hanno pari diritti e doveri di fronte alla legge e che non esistono categorie di persone differenti, poiché tutti siamo tenuti al suo pieno rispetto che ci garantisce protezione da atti che possono ledere alla nostra persona. Molte volte invece, a non essere tutelati nella nostra società sono i bambini che vengono privati, mediante l’aborto, di uno dei diritti fondamentali, il diritto alla Vita. Spesso le loro vite sono anche strumentalizzate per far passare determinati messaggi promossi dalla società. Ma vi è un’altra categoria di persone sempre più palesemente discriminate e abbandonate, ovvero gli anziani.

Come giovani cristiani dobbiamo riflettere circa quello che sta accadendo nella nostra società, tenendo a mente che vi sono principi non negoziabili e decisioni che vanno contro la legge di Dio. Inoltre, dobbiamo pensare ai nostri futuri figli, che si troveranno a vivere in un mondo che promuove sempre più una cultura della morte e di odio verso Dio.

Siamo anche chiamati a non rimanere indifferenti di fronte ai continui attacchi contro Dio e alle profanazioni della Santa Eucaristia.

Ogni volta che il Corpo di Gesù viene profanato, il Cuore Immacolato di Maria viene trapassato da una spada che le provoca dolori acerbissimi, proprio come ai piedi della Croce. Come la Vergine Maria è stata accanto al divin Figlio e alle anime pie che adempirono il doloroso compito della deposizione e della sepoltura, così Ella è accanto a ciascuno di noi quando, vincendo la paura e ogni rispetto umano, custodiamo con ogni riverenza il Sacratissimo Corpo di Gesù, pronti anche a dare la nostra vita.

Non dobbiamo mai avere paura di testimoniare Cristo e di difendere la verità. Siamo chiamati a essere il sale della terra e portare il lieto annunzio. Rimaniamo uniti in Gesù e affidiamoci alla Vergine Maria. Solo così formeremo un piccolo esercito per la gloria di Dio.

Teniamo sempre a mente le parole dell’Apostolo Paolo: “Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come l’avete ricevuto, ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell’azione di grazie. Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo”.

Maria Bigazzi

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Non rinunciamo alla santa Messa. Rosario quotidiano a Maria santissima

Ci risiamo. Dopo l’ultimo Dpcm del governo Conte che ha segnato l’inizio di un semi-lockdown, nell’aria si avverte già un senso di insofferenza verso i cristiani che si recano alla Messa, ritenuta in modo blasfemo da alcuni “uno spettacolo non necessario”.

Secondo fonti sicure, questa settimana il comitato tecnico scientifico si dovrà pronunciare sulla questione delle celebrazioni, ovvero se limitarne il numero o, come abbiamo tristemente vissuto, sospenderle nuovamente.

Innanzitutto la Messa non è assolutamente uno spettacolo, per cui chiusi i cinema, chiuse anche le chiese. L’Eucaristia come tutti i cristiani dovrebbero sapere, è il Sacramento del mistero pasquale, il Sacramentum Passionis Christi come insegna san Tommaso d’Aquino. In esso si perpetua il memoriale della Passione e morte di Gesù, il quale si offre come Vittima innocente, Agnello senza macchia per la nostra redenzione. Essa è inscindibilmente Sacrificio e Sacramento: Sacrificio di Gesù che si immola sull’altare rinnovando misticamente e in modo incruento il sacrificio del Calvario; e Sacramento del Corpo e Sangue di Gesù immolato che rimane realmente presente in ogni Tabernacolo eucaristico.

Un Mistero talmente grande che non possiamo che rimanere ammutoliti di fronte a tanto Amore.

Diceva san Francesco d’Assisi che “L’uomo deve tremare, il mondo fremere, il Cielo intero deve essere commosso quando sull’altare, tra le mani del sacerdote, appare il Figlio di Dio”.

Come cristiani non dobbiamo scendere a compromessi, non dobbiamo accettare passivamente decisioni contrarie a Dio. Egli mai comanderebbe di sospendere le celebrazioni eucaristiche per paura di ammalarsi. Gesù Cristo rinnovando continuamente il sacrificio della Croce sull’Altare, ci ricorda che solo Lui è il vero Medico, solo Lui la nostra Salvezza, solo Lui il nostro unico e vero Dio, che può guarirci nello spirito e nel corpo. Le sole forze umane non sono nulla e non possono nulla senza Dio.

Non rendiamoci complici di un atto abominevole di cui ci sarà chiesto conto, perché Dio è padre misericordioso, ma anche giusto giudice. Prendiamo esempio dai nostri fratelli cristiani perseguitati, che ogni giorno rischiano la vita per recarsi al Sacrificio Eucaristico.

Non sposiamo l’idea che come cristiani dobbiamo essere i primi a dare il buon esempio rinunciando ad andare alla Messa per il bene di tutti. Teniamo bene a mente le parole di san Pio da Pietrelcina: “Sarebbe più facile che la terra si reggesse senza sole, anziché senza la Messa”.

La Messa è tutto, non possiamo rinunziarvi per paura. Dio non abbandona i suoi figli se questi lo amano e non temono di affrontare le numerose difficoltà del cammino che conduce a Lui. È Dio che ci dà la forza di superare le prove come quella che stiamo vivendo ora. Non possiamo pensare di salvarci senza di Lui. Dobbiamo fare attenzione, perché ci dice Gesù che “chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli” (Mt 10,32-33).

Dunque non accettiamo anche questa volta che le nostre chiese vengano chiuse, e che la santa Messa venga sospesa o limitata. Comportiamoci come veri soldati di Cristo che non temono nulla di fronte agli attacchi del nemico, perché “Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?”.

Appelliamoci alla Vergine Maria, chiedendole di intercedere per noi e di preservare l’Italia da questa grave decisione.

Ogni giorno di questa settimana preghiamo un santo Rosario con questa intenzione, perché la Vergine Maria ci ottenga la forza da Dio di non avere paura e di non accettare passivamente decisioni che vanno contro la Sua volontà.

A noi la battaglia, a Dio la gloria!

https://www.aldomariavalli.it/2020/10/29/appello-non-rinunciamo-alla-santa-messa-diciamo-no-alle-leggi-inique/

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