ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 19 febbraio 2021

l Grande Fratello forse ha trovato casa all’ombra del Cupolone

CATTIVO ESEMPIO

O ti vaccini o ti licenzio: il Vaticano apre la strada

In Vaticano è stato emanato un decreto in materia di emergenza sanitaria che discrimina i lavoratori che non si vaccinano, con conseguenze che arrivano fino al licenziamento. Una decisione ingiustificabile dal punto di vista morale e giuridico, perché manca lo stato di necessità e non c'è certezza su efficacia e sicurezza dei vaccini. Una Nota vaticana successiva per smorzare le polemiche non cambia la sostanza del provvedimento.

   Passaporto vaccinale in Vaticano

Tira una brutta aria per i dipendenti del Vaticano. A causa della pandemia in corso, l’8 febbraio scorso il Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giuseppe Bertello, ha emanato un decreto in «materia di emergenza sanitaria pubblica».  Al comma due dell’art. 6 di questo decreto, articolo relativo ai rapporti di lavoro, si dichiara che il «lavoratore che senza comprovate ragioni di salute rifiuti» di sottoporsi agli accertamenti sanitari preventivi e alla vaccinazione potrà andare incontro, come prevede l’art. 6 del Rescritto "Ex Audientia Ss.Mi" del 2011 a cui rinvia lo stesso decreto, a «conseguenze di diverso grado che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro. Per i candidati all'assunzione, ciò equivale alla rinuncia alla costituzione del rapporto di lavoro». In breve il dipendente vaticano che non vuole vaccinarsi può rischiare il licenziamento e, per chi vuole lavorare in Vaticano, condizione necessaria per farsi assumere è quella di essere disposti a farsi vaccinare.

È condivisibile dal punto di vista morale e quindi giuridico questa misura così estrema? Come avevamo già avuto modo di spiegare, la risposta è negativa.  L’obbligo di sottoporsi alla vaccinazione, minacciando il licenziamento, non è attualmente giustificabile sotto il profilo morale. Questo essenzialmente per due motivazioni. La prima: manca lo stato di necessità. Il vaccino è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per combattere la pandemia? No. Tenuto conto del grado di efficacia delle stesse in rapporto ai vaccini, esistono anche le terapie, come ricorda all’art. 3 lo stesso decreto della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano. Appare quindi irragionevole costringere qualcuno a vaccinarsi, come se fosse l’unica scialuppa di salvataggio dentro cui rifugiarsi.

Secondo motivo: siamo certi che i vaccini ora in commercio siano efficaci, cioè siano capaci di contrastare l’infezione e non provochino più danni che benefici? No, allo stato attuale manca questa certezza perché, come è noto, non si sono aspettati quei 2-5 anni per le opportune verifiche.  Dunque non abbiamo quel grado di certezza o probabilità che ci permette di affermare che il vaccino sia efficace, sia in termini di tutela dal Covid per sé e per gli altri sia in termini di effetti indesiderati sulla salute. Anche in questo caso appare irragionevole obbligare qualcuno a fare qualcosa quando questo qualcosa non è certo che sia sicuro ed utile. In breve il decreto obbliga alla vaccinazione anche se mancano i criteri di necessità e di proporzione, criteri che il documento stesso, curioso a dirsi, ricorda al comma 3 dell’art. 1.

Che vaccinarsi non fosse obbligatorio, per paradosso, lo aveva ricordato nel dicembre scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) con la Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19«appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria» (n. 5). Gli estensori del decreto incriminato, di certo, si aggrapperebbero all’inciso «di norma», contenuto nella Nota, per legittimare l’obbligo di vaccinazione nei luoghi di lavoro, ossia affermerebbero che, come indicato dalla CDF, esisterebbero condizioni particolari, come quelle in cui versiamo noi oggi, che renderebbero moralmente lecito obbligare alla vaccinazione.

Ma in realtà quel «di norma» rimanda alla presenza dei due criteri prima indicati e presenti nella stessa Nota della CDF. E dunque quando si potrebbe lecitamente obbligare una persona a vaccinarsi? Quando il vaccino fosse l’unica soluzione adottabile e certamente efficace. Nella generalità dei casi questi due criteri non sussistono congiuntamente e quindi «di norma» l’obbligo alla vaccinazione non scatta. Sarà perciò la singola persona a valutare la propria condizione, supportata ovviamente dal consiglio di persone esperte, e così decidere se, nel suo caso, sia preferibile vaccinarsi o meno, come abbiamo già avuto modo di spiegare in un articolo precedente.

Un’altra obiezione per difendere il contenuto del decreto su questo aspetto specifico potrebbe essere la seguente: le autorità del Vaticano non obbligano nessuno a vaccinarsi, solo indicano a quali conseguenze potrebbe andare incontro il dipendente che si rifiutasse di vaccinarsi. Spetta a lui la scelta. Dunque, a seguire questa logica, il rapinatore che intimasse a Tizio: «O la borsa o la vita», non obbligherebbe Tizio a dargli il portafogli, ma solamente comunicherebbe a Tizio a quali conseguenze egli andrebbe incontro se si rifiutasse di consegnargli i suoi averi. Vero è che, in senso stretto, la libertà di scelta sopravvive in capo al dipendente e in capo a Tizio, ma è una libertà fortemente coartata da – e qui sta il punto – una minaccia ingiusta. Bene in certi casi coartare la libertà altrui con una minaccia di un provvedimento giusto – se rubi sul posto di lavoro ti licenzio – male comprimere la capacità di scelta con una minaccia di un male ingiusto – se non ti vaccini ti licenzio.

Il decreto, ovviamente, ha creato molto clamore dato che nell’immaginario collettivo il Magistero attuale insiste molto sulla misericordia e sulla cosiddetta inclusività. A fronte di questo clamore ieri pomeriggio il Governatorato ha diffuso una Nota esplicativa del decreto in cui teneva a precisare che la normativa del 2011 richiamata nel documento e che prevede anche il licenziamento è «uno strumento che in nessun caso ha natura  sanzionatoria o punitiva, piuttosto destinato a consentire una risposta flessibile e  proporzionata al bilanciamento tra la tutela sanitaria della collettività e la libertà di  scelta individuale senza porre in essere alcuna forma repressiva nei confronti dei lavoratori».

Concordiamo che il possibile licenziamento non abbia natura sanzionatoria, ma ciò che critichiamo è appunto l’asserita proporzionalità di questa misura: è eccessivo licenziare qualcuno se non vuole vaccinarsi proprio perché la vaccinazione non è l’unica soluzione, né la più sicura per affrontare la pandemia.

Inoltre la Nota cerca di buttare acqua sul fuoco laddove afferma che «per colui che rifiuti la  vaccinazione in assenza di motivi sanitari» si adotteranno misure che «consentano di trovare comunque soluzioni alternative per lo svolgimento del lavoro da parte dell’interessato». Ma nel decreto oltre a questa opzione, che vede il lavoratore conferito ad altre mansioni, è presente anche la misura del licenziamento, misura che invece non viene esplicitata nella Nota.

Tommaso Scandroglio


- VAXTICANO, DECISIONE SCIENTIFICAMENTE INSENSATAdi Paolo Gulisano

https://lanuovabq.it/it/o-ti-vaccini-o-ti-licenzio-il-vaticano-apre-la-strada

Covid, linea dura del Vaticano: "Chi non si vaccina mette a rischio la salute pubblica"

Un decreto stabilisce che i dipendenti del Vaticano che non intendono vaccinarsi contro il Covid subiranno "demansionamento" o addirittura il "licenziamento"

Fa discutere la linea adottata dal Vaticano nei confronti dei dipendenti che rifiutano il il vaccino anti Covid.



Nonostante la vaccinazione sia volontaria, un decreto in materia di emergenza sanitaria pubblica dell'8 febbraio 2021, firmato dal presidente della Pontificia Commissione della Città del Vaticano, card. Giuseppe Bertello, prevede una serie di misure che vanno dal demansionamento fino al licenziamento.

Riporta Adnkronos che per i dipendenti che non faranno il vaccino per ragioni di salute è previsto il demansionamento con il mantenimento dello stipendio. Mentre chi si rifiuta di sottoporsi a vaccinazione “senza comprovate ragioni di salute", rischia il licenziamento. Il decreto della Santa Sede sottolinea che "si ritiene il sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica". Le sanzioni elencate nel decreto fanno riferimento ad una legge vaticana del 2011, che prevede per i dipendenti che non intendono sottoporsi “agli accertamenti sanitari d'ufficio, responsabilità e conseguenze fino all'interruzione del rapporto di lavoro".

Tra le norme da seguire si rammenta il “divieto di assembramenti, la necessità del distanziamento fisico, l'adozione di dispositivi di protezione personale, le norme igieniche, i protocolli terapeutici e i protocolli di vaccinazione". Sono previste multe pari a 25 euro per chi non indossa la mascherina e fino a 1500 euro per chi vìola la quarantena. Ma i provvedimenti vaticani sono stati già criticati da chi ritiene le misure "punitive”. Per tutta risposta, il Governatorato vaticano spiega che la linea adottata dalla Santa Sede non intende essere "una forma repressiva nei confronti del lavoratore”, ma una linea di protezione sanitaria della collettività.

Si legge nella nota che “il decreto del Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano dell'8 febbraio 2021 in materia di emergenza sanitaria è stato emanato per dare una risposta normativa urgente alla primaria esigenza di salvaguardare e garantire la salute ed il benessere della comunità di lavoro, dei cittadini e dei residenti nello Stato della Città del Vaticano”.

E ancora: “Il presupposto è quello della tutela individuale del lavoratore e quella collettiva dell’ambiente lavorativo in caso di un evento che possa configurarsi come emergenza sanitaria pubblica. In particolare, la disposizione riguarda tutte le misure idonee dirette a prevenire, controllare e contrastare situazioni eccezionali di emergenza sanitaria pubblica e vengono diffusamente indicati tutti gli strumenti per una adeguata e proporzionale risposta al rischio sanitario".

https://www.ilgiornale.it/news/mondo/covid-linea-dura-vaticano-chi-non-si-vaccina-mette-rischio-1925179.html


Vaticano, ipotesi licenziamento per no-vax/ Pugno duro di Papa Francesco

Il Vaticano ha disposto rigide sanzioni per i dipendenti che non si sottopongono al vaccino anti-Covid: ecco cosa è previstoNo-vax a rischio licenziamento in Vaticano, linea dura di Papa Francesco. Come riportato dai colleghi de Il Fatto Quotidiano, sono state previste delle rigide sanzioni per i dipendenti che non si sottopongono al vaccino anti-Covid. Nonostante la vaccinazione sia volontaria e non obbligatoria, il decreto del presidente della Pontificia commissione dello Stato, cardinale Bertello, dispone una serie di provvedimenti, fino appunto al licenziamento.

Previsto il trasferimento «a mansioni differenti, equivalenti o, in difetto, inferiori, garantendo il trattamento economico corrispondente alle mansioni di provenienza» per coloro che non possono sottoporsi alla somministrazione del vaccino per comprovate ragioni di salute. Discorso diverso per chi non si vaccina senza motivi di salute: come dicevamo è possibile arrivare «all’interruzione del rapporto di lavoro».

Vaticano, ipotesi licenziamento per no-vax

Come riporta Repubblica, il decreto del cardinale Bertello precisa che «si ritiene il sottoporsi alla vaccinazione la presa di una decisione responsabile atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri e che tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica». Tra le varie norme citate nel documento del Vaticano troviamo «il divieto di assembramenti, la necessità del distanziamento fisico, l’adozione di dispositivi di protezione personale, le norme igieniche, i protocolli terapeutici e i protocolli di vaccinazione». Non mancano le sanzioni economiche che vanno dai 25 ai 1.500 euro.

Pubblicazione: 18.02.2021 - Carmine Massimo Balsamo


https://www.ilsussidiario.net/news/vaticano-ipotesi-licenziamento-per-no-vax-pugno-duro-di-papa-francesco/2132192/


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