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domenica 14 marzo 2021

Churchdown

Lockdown illegittimi, un giudice dà l'esempio

Le limitazioni alla libertà personale possono essere decise soltanto dall'autorità giudiziaria per fondati motivi. Così un giudice di Reggio Emilia ha giustamente disapplicato il DPCM dello scorso marzo assolvendo due donne che giravano in violazione del lockdown.


C’è un giudice a Reggio Emilia. Si tratta del Dott. Dario De Luca, Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale reggiano, al quale va ascritto il merito di aver emesso una sentenza giusta e coraggiosa.

Questi gli antefatti. Ai tempi del lockdown 2020, due donne in auto vengono fermate dai Carabinieri di Correggio, i quali chiedono spiegazioni del motivo per cui circolano in violazione del DPCM 8 marzo 2020. Una delle due adduce come giustificazione il fatto di esser andata a sottoposi ad alcuni esami clinici, mentre la seconda sostiene di aver accompagnato l’amica. I militari dell’arma eseguono i dovuti accertamenti e riscontrano che le affermazioni delle due donne non corrispondono a verità. Da qui la denuncia ed il relativo processo a carico delle sventurate. Processo che, però, si è concluso con un’assoluzione.

Il giudice dott. De Luca, infatti, nella sua sentenza è partito dalla considerazione, «in via assorbente», della «indiscutibile illegittimità del DPCM del 8.3.2020», come «pure di tutti quelli successivamente emanati dal Capo del Governo», ove si prevede che le misure di contrasto e contenimento del virus Covid-19 siano «estese all'intero territorio nazionale». Secondo il G.I.P. del Tribunale di Reggio Emilia, tale disposizione «stabilendo un divieto generale e assoluto di spostamento al di fuori della propria abitazione, con limitate e specifiche eccezioni, configura un vero e proprio obbligo di permanenza domiciliare».

Questo, però, crea un vero problema perché, sempre secondo il dott. De Luca, «nel nostro ordinamento giuridico, l'obbligo di permanenza domiciliare consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale che viene irrogata dal Giudice penale per alcuni reati all’esito del giudizio (ovvero, in via cautelare, in una misura di custodia cautelare disposta dal Giudice, nella ricorrenza dei rigidi presupposti di legge, all’esito di un procedimento disciplinato normativamente), in ogni caso nel rispetto del diritto di difesa».

In pratica, le limitazioni alla libertà personale possono avvenire solo in base ad atto motivato della Autorità giudiziaria e non in base ad una atto amministrativo, e comunque nei casi e nei modi previsti dalla legge, ossia con provvedimento di natura singolare e non «con limitazioni generalizzate e assolute della libertà personale come sarebbe l'obbligo della permanenza domiciliare disposto nei confronti di una pluralità indeterminata di cittadini».

Il G.I.P. di Reggio Emilia, quindi, avvalendosi di una vecchia legge del 1865, ha disapplicato il D.P.C.M. in quanto palesemente incostituzionale. Infatti, poiché il D.P.C.M. non è una legge ma un semplice atto amministrativo non è la Corte costituzionale che deve dichiararne l’illegittimità, ma è il giudice ordinario che può semplicemente disapplicarlo.

Del resto, non c’è dubbio che l’obbligo l'obbligo di permanenza domiciliare costituisca una misura restrittiva della libertà personale. E secondo l’art. 13 della Costituzione le misure restrittive della libertà personale possono essere adottate solo su «atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge». Secondo il G.I.P. del Tribunale dei Reggio Emilia da tale principio costituzionale discendono due corollari. Primo, «un DPCM non può disporre alcuna limitazione della libertà personale», trattandosi di un semplice atto amministrativo, anche se emesso dal Capo del Governo. Secondo, «neppure una legge (o un atto normativo avente forza di legge, qual è il decreto-legge) potrebbe prevedere in via generale e astratta, nel nostro ordinamento, l’obbligo della permanenza domiciliare disposto nei confronti di una pluralità indeterminata di cittadini».

Come si giunge all’assoluzione delle due donne? Con la seguente ineccepibile conclusione del G.I.P. De Luca: la disapplicazione del DPCM, rende comunque la condotta di falso non punibile, perché  «è esclusa l’antigiuridicità in concreto della stessa condotta» e, perché, in ogni caso, si tratta di «un falso inutile». In pratica, sostiene il G.I.P., avendo disapplicato, perché costituzionalmente illegittimo il DPCM, il falso ideologico contenuto nell’autocertificazione appare «necessariamente innocuo». Da qui il proscioglimento delle due donne perché il fatto non costituisce reato.

Ogni tanto in Italia la giustizia batte un colpo.

Gianfranco Amato

https://lanuovabq.it/it/lockdown-illegittimi-un-giudice-da-lesempio

PRUDENZA

San Tommaso avrebbe condannato il lockdown

"La salute prima di tutto" è il ragionamento con cui il governo Conte, il suo successore Draghi e il govarnatore lombardo Fontana hanno ordinato sempre le chiusure, anche se impopolari e distruttive per la società. Ma "la salute prima di tutto" è un principio morale valido? San Tommaso d'Aquino condannava la "prudenza della carne" che fa dimenticare il fine ultimo.

Un giorno ero a pranzo con un amico, anch’egli collaboratore della Nuova Bussola Quotidiana. Ovviamente si chiacchierava delle nostre comuni passioni, la più grande delle quali è la filosofia di san Tommaso d’Aquino. Il mio commensale, ad un certo punto, commentò: «È davvero incredibile… qualsiasi cosa abbia bisogno, sfoglio la Summa e trovo la risposta. San Tommaso ha davvero scritto tutto, su tutto!». Lì per lì mi sono trovato d’accordo: più volte ho risolto un dubbio o una domanda grazie al mio filosofo preferito. Tuttavia, recentemente, ne ho avuto una imprevista conferma.

Stavo leggendo le recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Lombardia a proposito della «zona arancione rinforzata». Il politico ha dichiarato: «Io lo so che è impopolare. So che la gente se la prenderà con me. Ma se devo scegliere tra le decisioni di consenso e quelle necessarie alla salute, io sceglierò sempre quelle per la salute». Dichiarazioni in perfetta sintonia con quanto aveva dichiarato, nell’ottobre scorso, il Presidente del Consiglio Conte: «Noi abbiamo sempre adottato una linea coerente: la tutela della salute e' al primo posto». Sulla stessa linea d’onda il suo successore Mario Draghi: la priorità del (nuovo) governo è la tutela della salute. Sembrano affermazioni di buon senso, anzi: prudenti! Scegliamo la salute, la tutela della salute è al primo posto.

Ora: se è vero che san Tommaso ha detto tutto su tutto, avrà detto qualcosa anche che possa aiutare a giudicare queste affermazioni. Certo, il Covid-19 non esisteva, ai tempi del mistico filosofo; però le malattie esistevano, le epidemie pure. Quindi… proviamoci.

Apriamo la Summa… secunda secundae… quaestio 55, articolo 1… Taaaac! «[…] per prudenza della carne s'intende propriamente quella di colui che considera i beni della carne come il fine ultimo della propria vita. Ora, è evidente che questo è peccato: perché distoglie l'uomo dall'ultimo fine, che non consiste nei beni del corpo, come sopra abbiamo dimostrato. Dunque la prudenza della carne è peccato».

Per usare un’espressione del filosofo Agamben, mettere al primo posto la «nuda vita» non è solo triste; è peggio. Considerare il bene del corpo al primo posto, prima del culto, prima della vita sociale, prima del lavoro e della libertà, è un peccato. Quindi, dal punto di vista morale, sia l’ex premier Conte che il suo successore Draghi, che il Presidente della Regione Lombardia hanno torto marcio. La loro non è una posizione prudente, ma peccaminosa.

Bene, aveva ragione quel mio amico: nella Summa c’è ogni risposta; san Tommaso ha già scritto tutto. Quello che non capisco, a questo punto, è perché la Summa non sia un best seller...

Roberto Marchesini

https://lanuovabq.it/it/san-tommaso-avrebbe-condannato-il-lockdown

Lockdown: è ora di dire basta

renovatio 21

di Roberto dal Bosco

Il governo Draghi – la compagine politicamente più estesa della storia d’Italia – ha deciso di perseverare nella politica della clausura indiscriminata.

È bene capire che stavolta è forse perfino peggio che con Conte: se prima lo scusante era la saturazione delle terapie intensive – e quindi un problema di allocazione di risorse che sovraccaricate potevano far collassare l’intero sistema sanitario e sociale – questa volta nemmeno c’è più quello.

Non può non essere chiaro che un lockdown di tre settimane non potrà che mettere totalmente in ginocchio il Paese. Del resto, non stupiamoci: è in ginocchio che ci vogliono

Ci sono i numeri, buttati lì, dei «casi». I «contagi». Questi numeri non indicano né «morti» (il cui numero abbiamo ragione di ritenere gonfiato dalla diagnosi COVID piuttosto facile fatta su qualsiasi decesso) né tantomeno i «malati»: si tratta in larghissima parte di asintomatici, paucisintomatici, nel peggiore dei casi si tratta di una stragrande maggioranza di persone che guariscono, come si guarisce dall’influenza, la quale – ricordiamolo – uccide ogni anni decine di migliaia di persone.


La zona rossa in partenza il prossimo lunedì – che in Alta Italia è pressoché totale – avverrà per decreto leggo invece che per DPCM: Draghi ha recepito la lezione, i decreti boriosi del Conte-Casalino vengono disapplicati come è accaduto ieri con il giudice di Reggio che ha smontato il DPCM sulla base della costrizione anticostituzionale del non uscire di casa. Il decreto legge ha un valore diverso, e ce ne accorgeremo.

Non può non essere chiaro che un lockdown di tre settimane non potrà che mettere totalmente in ginocchio il Paese. Del resto, non stupiamoci: è in ginocchio che ci vogliono. Si tratta con ogni evidenza, a questo punto, di una guerra di sterminio – la distruzione definitiva di ciò che resta della classe media italiana dopo due decenni dall’inoculo di un altro virus cinese, quello economico della delocalizzazione e della deindustrializzazione.

Si tratta con ogni evidenza, a questo punto, di una guerra di sterminio – la distruzione definitiva di ciò che resta della classe media italiana dopo due decenni dall’inoculo di un altro virus cinese, quello economico della delocalizzazione e della deindustrializzazione

Stupisce la presenza in questa manovra genocida di Salvini e della Lega Nord. Abbiamo visto chat di elettori leghisti increduli, inferociti. Il partito della classe media, il partito delle partite IVA, partecipa a questa lotta di classe con armi biologiche – una lotta impari in cui il Golia dello Stato, del para-Stato, del Superstato e con annesso il sistema di boiardi di mega-industrie e mega-banche schiaccia il Davide privato, per decreto legge, anche della fionda.

È vomitevole il paradosso per cui all’assenza totale di carisma del Presidente del Consiglio, circondato dal vuoto pneumatico ideale e morale dei partiti che lo sostengono, si corrisponda quest’Inferno punitivo e totalizzante.

È rivoltante che, in questi giorni, nemmeno si parla nemmeno più di «ristori» o delle altre balle con le quali promettono di darci qualche soldo pescandolo dalle nostre stesse tasche. No, non c’è più nemmeno il pudore di fingere che lo Stato esista per favorire – anzi, più primordialmente, proteggere – i suoi cittadini.

Lo Stato moderno è Moloch: un idolo pagano crudele alla cui fornace di fuoco sacrificare i nostri figli. (Del resto, è lo Stato dei milioni di feti ed embrioni uccisi a getto continuo; è lo Stato dei vecchietti ammazzati per legge e fra poco anche dei bambini; è lo Stato dello squartamento a cuor battente delle vittime di incidenti stradali).

Lo Stato-moderno, lo Stato-Moloch rivela tutta la sua malvagità proprio in questo momento: l’idolo demoniaco, a cui bisogna obbedire e basta, pretende ogni cosa, in cambio non dà nulla.

Vuole i nostri figli, sì. Quelli che grazie alla follia psico-pandemica (non solo la DAD, ma tutto il mondo di separazione e incertezza in cui li abbiamo gettati) stanno ammalandosi nel corpo e nella psiche, stanno regredendo in modo violento, stanno diventando ancora più dipendenti dagli schermi, stanno tentando il suicidio in numeri mai prima d’ora veduti.

Lo Stato moderno è Moloch: un idolo pagano crudele alla cui fornace di fuoco sacrificare i nostri figli, e rivela tutta la sua malvagità proprio in questo momento: bisogna obbedirgli e basta, pretende tutto, in cambio non dà nulla

Primogeniti, secondogeniti, terzogeniti: Moloch ora vuole tutto. Dimenticate il fatto che con la Zona Rossa, non potendoli portare a scuola o all’asilo, non saprete dove metterli mentre lavorate. Il danno è ben maggiore, la ferità interiore non è conosciuta. E ulteriori ferite saranno letteralmente d’obbligo: tamponi su per il naso ogni settimana, magari qualche prelievo, e ovviamente il bel vaccino giovanile in arrivo, anche oggi che – incredibile dictu – qualcuno sta iniziando a pensare (non a dire, ovvio) che in giro c’è un vaccino che potrebbe aver ammazzato un bel po’ di persone. (Inciso per gli ingenui: tutti i vaccini ammazzano le persone, soprattutto i vaccini COVID, tutti, che sono terapie geniche mai approvate prima per uso umano).

Il vaccino, il suo fallimento, è l’altro grande motivo che indica la ferrea volontà di morte che guida il nuovo lockdown. Avevamo pensato che, una volta vaccinati, saremmo tornati liberi. Per chi come noi è antivaccinista, era un bel problema, tuttavia mai avremmo immaginato che nemmeno a fronte dell’avvenuto siringamento della popolazione questi osassero continuare con la proterva clausura imposta alla Nazione tutta.

Non sanno nemmeno, oggi, se il vaccino uccida o no le schiere di poliziotti, insegnanti, soldati, medici, bidelli, anziani che stanno morendo come mosche, giusto il tempo di scrivere «fatto» su Facebook per poi ritrovarteli, a mazzi, sui necrologi di tutta Italia

Sì, impongono il lockdown nonostante il vaccino.

Il lockdown, si diceva nel 2020, serviva ad aspettare il vaccino, a prendere tempo. Ora nemmeno più la ridicola foglia di fico.

Del resto non solo non sanno nemmeno se il vaccino protegga dal contagio (inciso per gli ingenui: i vaccini non proteggono dai contagi, chiedetelo alla Mongolia vaccinata al 99% per il morbillo eppure teatro di una epidemia notevole; chiedetelo all’Africa dove la polio è tornata proprio grazie ad un vaccino finanziato da Bill Gates), non sanno nemmeno, oggi, se il vaccino uccida o no le schiere di poliziotti, insegnanti, soldati, medici, bidelli, anziani che stanno morendo come mosche, giusto il tempo di scrivere «fatto» su Facebook per poi ritrovarteli, a mazzi, sui necrologi di tutta Italia.

Privazione dei diritti costituzionali, dei diritti umani, financo della nostra stessa natura di esseri viventi: la facoltà di muoversi per, ad esempio, fuggire, è una libertà nemmeno inquadrabile nelle carte costituzionali e nei «diritti umani», è pre-politica, pre-statale, pre-umana, è il grado zero della legge naturale,  che vige persino per le bestie dei boschi, ma non più per i cittadini italiani

Non c’è più nemmeno la finzione della legittimità di ciò che stanno facendo – di ciò che ci stanno infliggendo. Privazione dei diritti costituzionali, dei diritti umani, financo della nostra stessa natura di esseri viventi: la facoltà di muoversi per, ad esempio, fuggire, è una libertà nemmeno inquadrabile nelle carte costituzionali e nei «diritti umani», è pre-politica, pre-statale, pre-umana, è il grado zero della legge naturale,  che vige persino per le bestie dei boschi, ma non più per i cittadini italiani.

Davvero, non è rimasto più nulla di sostenibile. Nulla di razionale, nulla di giustificabile. Nulla di tollerabile più.

Per questo chiediamo a tutti, ora di dire basta. Non possiamo scrivere qui come organizzare la protesta (anche quella, un tempo, era un diritto), ma vi possiamo dire di aderirvi, con tutto il vostro cuore, la vostra rabbia, con tutta la miseria in cui ci hanno piombato.

I partiti sono in piedi per miracolo. Il PD ha finalmente mostrato la sua natura di piovra acefala: solo lunghi tentacoli e nemmeno più una testa. I 5 stelle non esistono più, e da qui in avanti, tramite statisti come Casaleggio-Grillo-Di Maio assisteremo a scene sempre più degradanti. Forza Italia va lasciata perdere nel buco nero delle Carfagne e dei Tajani. La Lega può essere corretta, perché non può non sapere che la sua base questo non può più accettarlo.

Draghi non ha esperienza, la sua politica non ha carisma, sa che è sostenuto dal nulla dei partiti, per cui – anche se sentisse il sostegno della sovrastruttura mondialista occulta e non – giocoforza deve temere l’unico fattore reale, imprevedibile, adirato, di tutta questa equazione:  il popolo

E poi Draghi: non ha esperienza, la sua politica non ha carisma, sa che è sostenuto dal nulla dei partiti, per cui – anche se sentisse il sostegno della sovrastruttura mondialista occulta e non – giocoforza deve temere l’unico fattore reale, imprevedibile, adirato, di tutta questa equazione:  il popolo. Draghi può aver affamato la Grecia, ma l’Italia non è la Grecia.

Il Drago è vuoto: in pancia non ha fuoco da sputare, e basta aver ascoltato l’inascoltabile vuotezza del suo discorso di insediamento per comprenderlo. Non può non saperlo: le fiamme potrebbe essere che le sputerà qualcun altro – non il Drago di nome, ma il Drago di fatto.

Ora, ci aspettano tre settimane orrende, ma il peggio verrà poi. Le forme che assumeranno le proteste non ci sono note, ma noi vi preghiamo: aderite.

È ora di dire basta a Moloch. Si è preso i nostri stipendi, la nostra salute, la nostra gioia, i nostri figli. Non vuole fermarsi. Dobbiamo fermarlo noi

È ora di dire basta a Moloch. Si è preso i nostri stipendi, la nostra salute, la nostra gioia, i nostri figli. Non vuole fermarsi. Dobbiamo fermarlo noi.

Roberto Dal Bosco

https://www.maurizioblondet.it/lockdown-e-ora-di-dire-basta/


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