ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 aprile 2021

“Questo è quello peccato che non è perdonato né di qua né di là"

 Se Gesù abbia perdonato Giuda e quale sia stata la sua destinazione eterna


Quesito
Caro Padre Angelo,
è la seconda volta che le scrivo e questa volta vorrei porle una domanda di una certa importanza per tutti noi cristiani. Riguarda la figura di Giuda Iscariota.
1) Gesù nell’esclamare "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno" ha rivolto la preghiera anche per il suo traditore?
2) Come ben sappiamo Giuda alle parole del Maestro "È con questo bacio che tu tradisci il Figlio dell’Uomo" e "Sarebbe stato meglio per quest’uomo che non fosse mai nato" e dopo aver saputo della condanna di Gesù decide di togliersi la vita: visto che il destino di Gesù era quello di sacrificarsi per la salvezza dell’umanità è possibile che Giuda fosse dannato fin dall’inizio? Cioè, Dio ha amato l’uomo a tal punto da lasciargli la libertà di scegliere tra il bene e il male;
Giuda ha commesso questo peccato di sua libera volontà consegnando Gesù nelle mani dei peccatori (nella Bibbia infatti è scritto che "Satana entrò in lui") ma essendosi pentito amaramente di quello che ha fatto è come se avesse provato a chiedere con tutto il suo cuore il perdono, Gesù l’avrà perdonato visto che era tutto scritto?
È un dubbio abbastanza forte, ma è una cosa a cui non so dare risposta. Io credo che Gesù nella sua infinità bontà e conoscendo il cuore di tutti lo abbia perdonato e magari, come è stato per Ponzio Pilato, Dio riserverà loro un giudizio particolare visto che hanno contribuito (nel male) all’azione salvifica di Gesù.
In attesa di una sua risposta, anticipatamente ringrazio e chiedo la sua benedizione.
Alessandro P.

Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,

1. Giuda non è stato dannato fin dal principio. Il Signore lo aveva chiamato ad un’altissima dignità.
Si è perso, pur stando accanto al Signore, per la bramosia delle ricchezze.
Il Signore gli aveva dato fiducia e l’aveva incaricato di tenere la cassa. Ma Giuda vi rubava, come ricorda San Giovanni quando in riferimento a Giuda scrive: “Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro” (Gv 12,6).

2. Certo, Gesù ha dato il suo perdono anche a Giuda e ha pregato per lui.
Potrei dire che Giuda ha sentito i richiami della grazia, ma è stato troppo orgoglioso per andarsi a umiliare davanti al Signore.
Li ha sentiti, dicevo. Ma li ha intesi malamente.
Anziché andare dal Signore, è andato dai sommi sacerdoti che l’hanno lasciato al suo destino.

3. Il Vangelo non dice esplicitamente che Giuda sia andato all’inferno.
Ma vi sono espressioni molto forti che lo lasciano intendere, come ad esempio quella che ha citato tu: “Sarebbe stato meglio per quest’uomo che non fosse mai nato”.
Ma c’è anche un’altra allusione alla perdizione e di Giuda: “Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte” (Gv 12,30). Non si tratta solo di un riferimento cronologico.
Nel cuore di Giuda erano scese le tenebre della notte.
Erano scese quelle tenebre di cui parla il Signore quando dice di colui che aveva osato entrare nella sala senza veste nuziale: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti” (Mt 22,13).
Le tenebre con pianto e stridore di denti sono un chiaro riferimento all’inferno.

4. Il Signore ha cercato di toccare il cuore di Giuda in tutte le maniere. Pensa quando nell’ultima cena Giovanni gli domanda chi sia il traditore. Il Signore gli risponde: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò” (Gv 13,26).
Dare il boccone da parte del capotavola era un segno di onore, come un nostro brindisi.
Gesù tratta Giuda in quel momento davanti a tutti con un tratto preferenziale.
Ma Giuda manifesta nel suo comportamento tutti i segni dell’ostinazione nel peccato.
Rimarrà in quella condizione fino all’estremo della sua vita, aggiungendovi un altro peccato molto grave: quello della disperazione della salvezza.

5. A questo proposito senti quello che dice S. Caterina da Siena, o meglio quello che S. Caterina da Siena si sentì dire dall’Eterno Padre: “Questo è quello peccato che non è perdonato né di qua né di là, perché il peccatore non ha voluto, spregiando la mia misericordia; perciò mi è più grave questo che tutti gli altri peccati che ha commessi. Unde la disperazione di Giuda mi spiacque più e fu più grave al mio Figliolo che non fu il tradimento che egli mi fece. Così sono condannati per questo falso giudizio d’aver posto maggiore il peccato loro che la misericordia mia; e perciò sono puniti con le dimonia e cruciati eternamente con loro” (s. Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza, c. 37).

6. Pertanto nel perdono di Gesù era incluso anche il perdono per il peccato di Giuda. Ma Giuda questo perdono non l’ha voluto.
Giuda rimane colui che viene chiamato “il figlio della perdizione” (Gv 17,12)

7. Secondo la tradizione Ponzio Pilato si sarebbe convertito. La Chiesa copta lo annovera tra i santi.

Ma se Ponzio Pilato si è salvato, come lo spero, non è perché tutto sommato “ha contribuito (nel male) all’azione salvifica di Gesù” come tu dici, ma perché si è lasciato raggiungere dalla grazia.
Sua moglie, Claudia Procula, è venerata come santa non solo dalla Chiesa copta, ma anche da quella ortodossa.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.

Padre Angelo Bellon o.p.

amicidomenicani.it

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