Oggi, 10 maggio, con l’eventuale benedizione delle coppie omosessuali da parte di sacerdoti, potrebbe in Germania accadere l’irreparabile, un atto di disobbedienza alla Chiesa di Roma. Un atto che si configurerebbe come scappato di mano ai vescovi tedeschi. Ne scrivono Ed. Condon and JD Flynn nel loro editoriale apparso su The Pillar. Eccolo nella mia traduzione.

Bätzing Georg

mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale Tedesca

Il cardinale Camillo Ruini ha dipinto martedì un quadro franco e francamente tetro della situazione della Chiesa cattolica in Germania. Il cardinale ha messo in guardia da un rischio di scisma, pur affermando la sua fiducia che Dio proteggerà l’unità della Chiesa. 

“Stanno venendo a galla problemi che purtroppo esistono da tempo, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come dimostra la cosiddetta Assemblea sinodale tedesca attualmente in corso, che ha indicato chiaramente i suoi obiettivi: non solo la benedizione delle coppie omosessuali, ma anche il sacerdozio delle donne, l’abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, l’intercomunione tra cattolici e protestanti”, ha detto Ruini, ex capo della conferenza episcopale italiana e vicario della diocesi di Roma. 

“Non nego che ci sia un rischio di scisma, ma ho fiducia che, con l’aiuto di Dio, possa essere superato”, ha concluso il cardinale in un’intervista del 4 maggio.

La speranza di Ruini nella Provvidenza è ammirevole. Ma a meno di un intervento divino, sembra che ci sia poco per fermare lo slancio all’interno della Chiesa in Germania che mira a sfidare o ignorare la dottrina cattolica sia nelle parole che nelle azioni.

La “via sinodale” del paese, con cui i vescovi tedeschi mirano a una sfida sistematica alla dottrina e alla disciplina cattolica, sembra ora essere sfuggita al laboratorio ed essere diventata virale, ben oltre il controllo della gerarchia cattolica sia in Germania che a Roma.

La prossima settimana (cioè da oggi, ndr), il clero nelle diocesi di tutta la Germania prevede di benedire simultaneamente centinaia di coppie dello stesso sesso. Le benedizioni di massa sono intese come una risposta al recente documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha riaffermato la natura intrinsecamente disordinata degli atti dello stesso sesso, e l’impossibilità della Chiesa di offrire una benedizione liturgica a tali unioni

Mosse simili sono state annunciate dal clero di alcune diocesi austriache.

E nonostante il “no” di Roma all’intercomunione con i protestanti, un “Congresso eucaristico” cattolico-protestante in Germania, anch’esso fissato per la prossima settimana, ha detto che i partecipanti sono liberi di seguire la propria coscienza sul tema della condivisione sacramentale, indipendentemente dalla dottrina cattolica.

Negli ultimi due anni, i vescovi tedeschi hanno ignorato acutamente la “drammatica preoccupazione” del papa sulla loro direzione di marcia ecclesiologica, più esplicitamente esposta nella sua lettera pastorale del 2019 alla Germania, che li esortava a preservare la comunione con Roma e avvertiva che la discomunione è una spirale che si ripete. 

E i vescovi tedeschi sono stati inequivocabili sul loro desiderio di dare una sorta di esempio ai vescovi cattolici in altre parti del mondo. Tutti i documenti sinodali tedeschi, su una serie di questioni, tra cui l’ordinazione delle donne, la sessualità umana, l’intercomunione, il celibato clericale e così via, sono stati resi disponibili in più lingue. E i vescovi tedeschi sono ben consapevoli che sinodi o consigli nazionali stanno per iniziare in Irlanda, Australia e Italia. 

Inoltre, i vescovi tedeschi hanno speso una considerevole influenza diplomatica e finanziaria negli ultimi anni, sia a Roma che nelle diocesi di tutto il mondo, cercando di costruire un senso di inevitabilità e consenso intorno alla loro agenda. 

Tuttavia, c’è stata la speranza a Roma che i vescovi della Germania avrebbero mantenuto il controllo del loro progetto, prima che il diffuso disconoscimento della dottrina e della disciplina cattolica tra il clero portasse ad una situazione di evidente scisma. 

Fino ad oggi, i vescovi tedeschi si sono fermati senza provocare apertamente la Santa Sede e sono stati attenti a lasciare la palla nel campo di Roma mentre procedevano – effettivamente sfidando il papa a fermarli dichiarando che sono andati troppo lontano e innescando uno scisma impensabile.

Ma la mano calcolata che i vescovi tedeschi, guidati dal presidente della loro conferenza, il vescovo Georg Bätzing, hanno cercato di giocare contro Roma sta cominciando a rovesciarsi, e la misura in cui essi hanno veramente il controllo del processo che hanno messo in moto è sempre più in dubbio.

La benedizione di massa degli “amanti” dello stesso sesso da parte del clero tedesco, fissata per il 10 maggio, non è stata accolta dalla gerarchia locale. E i vescovi tedeschi potrebbero avere motivo di preoccuparsi che la loro strategia a lungo termine, aumentando lentamente l’aspettativa e la pressione affinché Roma accetti una Chiesa di fatto federalizzata, potrebbe essere fatta deragliare da atti tattici di provocazione da parte del loro stesso clero.

Bätzing stesso ha definito il piano per le benedizioni di massa “non un segno utile” e ha notato che “i servizi di benedizione hanno la loro dignità teologica e il loro significato pastorale. Non sono adatti come strumento per manifestazioni politiche della Chiesa o azioni di protesta”.

Bätzing è stato altrettanto chiaro che l’accoglienza di coppie dello stesso sesso nella Chiesa rimane una priorità per lui, e per la Chiesa in Germania, e che “da molto tempo si discute sul modo in cui la morale sessuale della Chiesa, anche riguardo all’omosessualità, possa essere ulteriormente sviluppata con argomenti validi.”

“Questo include anche una discussione appropriata sulla questione dei servizi di benedizione”, ha detto Bätzing, ma ha sottolineato che “nella situazione attuale, la via sinodale è un luogo centrale per discutere il tema… in modo completo.”

La nota di cautela di Bätzing e dei vescovi tedeschi sarà quasi certamente ignorata, così come questi stessi vescovi hanno ignorato gli avvertimenti romani per anni.

Mentre a volte sono apparsi bellicosi nel loro rifiuto di ascoltare le correzioni del Vaticano, sono stati attenti a mantenersi entro i limiti del loro cammino sinodale e a inquadrare la loro agenda in un processo di “dialogo”.

Mentre le benedizioni dello stesso sesso e l’intercomunione con i protestanti sono una realtà in molte parrocchie tedesche da qualche tempo, la politica dei vescovi è stata quella di non riconoscerle o incoraggiarle pubblicamente, e di insistere che le loro richieste di riforma sono ancora in fase teorica. 

Se, come suggerisce l’evento della benedizione di massa del 10 maggio, essi hanno attizzato troppo il fuoco del cambiamento tra il loro clero, potrebbero non essere più in grado di guidare il treno degli eventi che hanno messo in moto, o fermare quella che sembra essere un’inevitabile, violenta collisione con Roma.

Piuttosto che bollire lentamente una rana, i vescovi saranno costretti a scegliere da che parte stare, esattamente ciò che sembravano voler evitare.

Cardinali come Ruini, che sperano di evitare un totale conflitto tra Roma e i tentativi di riforma ispirati dalla Germania, hanno riposto le loro speranze nel “sinodo sulla sinodalità” del prossimo anno a Roma. La speranza è che una riunione di vescovi di tutto il mondo, guidata dal papa, chiarisca cosa è e cosa non è in discussione in una “Chiesa sinodale”. Alcuni vescovi tedeschi potrebbero aver silenziosamente sperato anche questo – che un recinto vaticano intorno alle loro attività avrebbe almeno stabilito un manuale da cui procedere. 

Ma i progetti messi in moto dai vescovi tedeschi sono ora ben avviati. La ribellione contro la gerarchia romana sembra aver fomentato la ribellione contro la gerarchia tedesca. Se la situazione è davvero fuori controllo, un incontro del 2022 a Roma potrebbe essere troppo poco e arrivare troppo tardi.

Di Sabino Paciolla


La Germania “sfida” Roma



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Potenza internazionale e impero universale. Germania e Vaticano tornano a incrociare i loro destini e a farlo con i toni dello scontro. Non una novità nella storia della Chiesa cattolica. Ma oggi la rivolta assume connotati diversi, che si inseriscono nel quadro di una guerra tra chiese all’interno della Chiesa, cambiamenti culturali e una lotta tra mondo progressista e conservatore che travalica la questione dottrinale per ergersi a problema di natura transnazionale e sociale.

La Chiesa tedesca e la spinta progressista

Da molto tempo una larga fetta della Chiesa tedesca si è imposta come alfiere delle visioni più moderniste. Una scelta di molti cardinali tedeschi, fra le quali spiccano eminenti personalità, in cui si inquadra l’idea della benedizione per le coppia omosessuale organizzata a partire da lunedì 10 in alcune diocesi.

La presa di coscienza della parte più ribelle del clero tedesco arriva in una fase storica di profonda crisi e trasformazione della Chiesa, che rischia di perdere completamente la linfa vitale nella grande “patria” europea. Un percorso che si va a intersecare tra l’altro con un pontificato considerato da più parti come profondamente innovativo rispetto a quelli precedenti anche sui temi come quelli dei diritti civili. Il regno di Francesco è stato per certi versi anche sovraesposto in questa narrazione da gran parte dei media. Molto spesso con l’interesse di portare il Papa dalla propria parte politica piuttosto che per un’attenta analisi delle affermazioni del pontefice.

La domanda, in ogni caso, sorge spontanea: perché proprio durante il pontificato che si è mostrato più aperto sulle tematiche sociali e dei nuovi diritti, una parte della Germania cattolica preme per avere nuove e rivoluzionarie aperture, a partire dalla “sfida” della benedizione delle coppie omosessuali? C’è solo un voler sfruttare i tempi?

Una potenza economica

Escludendo da questa analisi il dibattito dottrinale, la risposta può essere trovata sotto il profilo politico. La Chiesa tedesca è una delle grandi potenze della cristianità europea e mondiale. La sua forza non deriva soltanto dal legame con un Paese che rappresenta ancora oggi la locomotiva d’Europa, ma anche per una precisa questione di natura finanziaria. Croce e delizia della cattolicità tedesca, il finanziamento della Chiesa teutonica deriva, infatti, dall’imposta ecclesiastica. In pratica, le istituzioni religiose riconosciute come corporazioni di diritto pubblico hanno il potere di imporre ai fedeli che si dichiarano appartenenti a quella religione una sovrattassa sull’imposta sul reddito delle persone fisiche che sarà incassata dagli Stati federali e poi versata alle varie Chiese. Il sistema così studiato ha portato a due effetti: da un lato all’aumento esponenziale delle ricchezze (molto superiori a quelle della Chiesa italiana, per esempio); dall’altro alla perdita di fedeli che non avevano più intenzione di pagare questo surplus di tasse e che possono evitarlo solo abbandonando formalmente la Chiesa.

Questa vera e propria potenza finanziaria della Chiesa ha spesso creato non pochi imbarazzi. Lo stesso Benedetto XVI, figlio della Germania cattolica, aveva manifestato un certo dissenso per questa imposizione fiscale. Ma il sistema è rimasto invariato continuando a riversare miliardi in una formazione che si è così resa non solo sempre più indipendente economicamente da Roma, ma anche politicamente. E oggi, il frutto di questa forza economica e politica è anche nella scelta di imporre continuamente un pressing sul Vaticano su temi particolarmente delicati e su cui sta invece puntando la parte ultraprogressista della Chiesa tedesca che si erge a tutela non solo delle coppie omosessuali nella cattolicità, ma anche di una serie di fenomeni sociali e culturali che sono sempre più simili alla new left mondiale.

Una sfida anche geopolitica?

Il connubio tra potenza economica, visione culturale progressista e convergenza con una certa leadership politica, in particolare della nuova amministrazione americana, è interessante anche dal punto di vista geopolitico. La Germania di oggi sembra potersi ergere, sia con l’avvento dei Verdi come potenziale partito leader, sia con l’avvento di una visione progressista, come nuovo modello. Un nuovo paradigma europeo che piace all’America di Joe Biden e che si contrappone a tutto quel cosmo conservatore più affine ai rivali dei democratici ma anche ai rivali strategici degli Stati Uniti.

La svolta ecclesiastica non può essere considerata decisiva, né estremamente repentina. Anche parlare di scisma per quanto riguarda la benedizione delle coppie omosessuali in alcune parrocchie rischia di essere frutto di una sopravvalutazione. Tuttavia, è abbastanza evidente che dalla Chiesa cattolica tedesca sia partito un input da non sottovalutare anche in funzione di un nuovo assetto culturale europeo e della stessa cristianità nel Vecchio Continente. L’apertura a nuovi modelli culturali e ai temi dei diritti civili può essere considerata, da alcuni, come un modo di aprirsi a un cambiamento in atto nella società per cercare di fermare l’emorragia di fedeli. Ma non va sottovalutato anche il piano più pragmaticamente politico: con l’evoluzione nel campo progressista, il clero tedesco, forte anche finanziariamente, diventa anche il simbolo di una nuova Ecclesia. E la nuova Ecclesia può simboleggiare un cambiamento anche politico della Germania, e quindi dell’Europa. L’impero universale della Santa Sede rischia dunque di trasformarsi nel teatro di una sfida ben più complessa e articolata del puro dibattito di dottrina sulle persone omosessuali.

Lorenzo Vita

9 MAGGIO 2021