La Diversità è Ricchezza
by Maurizio Dell'Aria https://alfiokrancic.com/2021/05/15/la-diversita-e-ricchezza/
Io non so se è una censura quella operata dalle librerie Feltrinelli ai danni del libro di Alfredo Mantovano sul ddl Zan. Certamente è un segnale, l'ennesimo. Se davvero i librai della nota catena non accettano ordinazioni di «Legge omofobia. Perché non va», come ha denunciato l'editore Cantagalli, potrebbe essere soltanto (soltanto si fa per dire) un caso di boicottaggio spontaneo. So per esperienza personale, confortata dalle autorevoli testimonianze di Milosz, Giorello, Calasso, Alvi, che la libertà di espressione non è, forse non è mai stata, il primo pensiero dell'ambiente culturale.
È noioso ripeterlo ma tocca: la maggioranza degli operatori del libro, dal direttore editoriale all'ultimo dei commessi, è da gran tempo composta da conformisti di sinistra e dunque, venendo all'oggi e al caso-Mantovano, da inflessibili omosessualisti. «Gli intellettuali sono molto più inclini al totalitarismo rispetto alla gente comune» scrisse Orwell in una lettera del 1944. Molti librai si considerano, per osmosi, degli intellettuali, e basta questo per renderli illiberali: pensano di dover guidare i propri clienti fino al punto di decidere cosa devono leggere e cosa no. Magari senza sapere nulla di Alfredo Mantovano che, detto fra noi, è un magistrato compassatissimo che mi è sempre parso fin troppo moderato. Ma contro di lui parla il suo titolo: «Legge omofobia. Perché non va». E nel mondo della cultura italiana, che è un mondo di censure, autocensure e tabù, il ddl Zan deve andare dritto alla meta senza obiezione alcuna. Se avete stomaco guardate l'ultima copertina dell'Espresso (nel riquadro a lato): è un altro segnale. Se non ne avete abbastanza fatevela descrivere da me: vi campeggia un uomo barbuto e incinto sul cui pancione è scritto «La diversità è ricchezza». Siamo in piena neolingua orwelliana (è noioso anche citare Orwell due volte nello stesso articolo ma non è colpa mia se lo scrittore inglese aveva previsto tutto). Siamo in pieno 1984 perché lo slogan dell'Espresso significa l'esatto contrario di ciò che dice: la diversità è interdetta, bisogna pensarla tutti allo stesso modo e guai a chi dissente. Chi tocca il ddl Zan forse non muore ma di sicuro rischia. Io l'altro giorno ho rifiutato di parlarne a Zona bianca (Rete 4) e credo sia un perfetto caso di autocensura. Sono stato vile? Sono stato saggio: se Cecchi Paone dice tutto ciò che pensa finisce tra gli applausi, se io dico tutto ciò che penso finisco con una denuncia. Il mio pensiero, che fra l'altro non è mio ma della Bibbia e dunque di Dio, già ora è fuorilegge. Ribadire televisivamente che «maschio e femmina li creò» già ora non è salutare. Così come scrivere un libro critico verso il ddl Zan ti esclude dalle grandi case editrici, dai grandi giornali, dal grande giro. La censura o boicottaggio o sabotaggio (vattelapesca) ai danni del libro di Mantovano è solo un segnale, una piccola anticipazione del grande bavaglio che ci aspetta.
Camillo Langone
https://www.ilgiornale.it/news/politica/i-veri-illiberali-sullomofobia-1946707.html
Milano, Migliaia di Persone in Piazza – Nonostante la Pioggia – contro il DDL Zan.
Carissimi Stilumcuriali, oggi a Milano si è svolta una manifestazione contro il DDl liberticida Zan, a cui hanno partecipato migliaia di persone, a dispetto della pioggia battente. Pubblichiamo due comunicati relativi alla manifestazione. Buona lettura.
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Omotransfobia, Pro Vita & Famiglia in piazza a Milano: “Ddl Zan ben sintetizzato da ultima copertina de L’Espresso”
“Oggi siamo scesi in Piazza del Duomo a Milano dalle ore 15.00 per la libertà di tutti gli italiani e contro il Ddl Zan che è ben sintetizzato dall’ultima copertina dell’Espresso dove si vede una donna, con la barba e con i seni asportati, incinta”: così, in una nota, l’onlus Pro Vita & Famiglia presente alla manifestazione con il vice presidente della onlus Jacopo Coghe e con il membro del direttivo Maria Rachele Ruiu che ha condotto la manifestazione.
“E adesso vi spiego perché – ha dichiarato il vice presidente Jacopo Coghe alla presenza di migliaia di persone nonostante la pioggia battente – le vere vittime del Ddl Zan saranno la libertà, le donne e i bambini. La libertà perché manifestazioni come queste saranno considerate legali o illegali a discrezione di un giudice. Le donne perché accadrà, come in Messico per esempio, che gli uomini si dichiareranno donne occupando così le quote rosa o gareggiando negli sport femminili come già sta accadendo. I bambini perché l’ideologia del gender, che per anni ci hanno detto non esistere, è teorizzata all’articolo 1 del testo di legge Zan. Fiore all’occhiello la Giornata contro l’omotransfobia da festeggiare nelle scuole di ogni ordine e grado. Noi #restiamoliberi e questo è solo l’inizio delle nostre proteste”.
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Manifestazione contro Ddl Zan. Gandolfini (Family Day): in piazza un popolo che non vuole bavagli, Paese riparta dalla famiglia non da legge divisive
Oggi da piazza del Duomo a Milano è partito un segnale di libertà contro il ddl Zan, un inemendabile legge bavaglio, inutile e liberticida. La manifestazione ha visto la partecipazione di migliaia di persone e di numerosi esponenti della società civile e della politica, fra cui il leader della Lega, Matteo Salvini.
“Nel rispetto di tutte le misure di sicurezza abbiamo dato voce ad un popolo che vuole continuare ad essere libero e che non vuole le colonizzazioni ideologiche previste dal Ddl Zan. Resta ferma la nostra condanna ad ogni forma di discriminazione e violenza a causa dell’orientamento sessuale, che sono già duramente punite dal nostro ordinamento, con tutte le aggravanti del caso, come dimostrano le numerosissime sentenze passate in giudicato”, afferma il leader del Family Day, Massimo Gandolfini.
“Identità di genere, la limitazione delle libertà di espressione messa nelle mani di un giudice e le iniziative gender nelle scuole di ogni ordine e grado per la giornata dell’omotransfobia, sono solo alcuni degli aspetti contestati da un eterogeneo fronte sociale che va dalle femministe a vescovi italiani, dagli ambienti liberali alle associazioni famigliari, fino a settori non minoritari del mondo lgbt come Arcilesbica”, prosegue Gandolfini.
“Le famiglie scese oggi in piazza hanno quindi espresso il netto rifiuto di questo disegno di legge. Tutti i parlamentari liberi nei prossimi mesi dovranno farsi carico del sentire di questa parte d’Italia che non accetta bavagli. In questo momento sarebbe un crimine spaccare ulteriormente il Paese che versa in condizione sociali drammatiche. Bisogna invece unire la nazione sui valori della famiglia che hanno reso grande la nostra società”, conclude Gandolfini.
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