Cronache dal pianeta Non / 2
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Papa Francesco non ha inviato un videomessaggio per la Giornata della Terra
dal nostro inviato sul pianeta Non
«In questa commemorazione della Giornata della Terra dobbiamo ripetere che la natura merita di essere protetta, che le interazioni umane con la biodiversità devono avvenire con la massima attenzione e con rispetto: prendersi cura della biodiversità, prendersi cura della natura. E tutto ciò in questa pandemia lo abbiamo imparato molto di più». Queste le parole che il papa non ha detto nel videomessaggio che non ha inviato per la Giornata della Terra.
Poiché il videomessaggio non c’è stato, non vi si trova il noto insegnamento papale secondo cui «la pandemia del Covid ci ha insegnato questa interdipendenza, questo condividere il pianeta. Ed entrambe le catastrofi globali, il Covid e il clima, dimostrano che non abbiamo più tempo per aspettare».
Il papa, inoltre, non avendo fatto il videomessaggio, non ha nemmeno ripetuto un vecchio detto spagnolo che gli è caro: «Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo di tanto in tanto, la natura non perdona mai». Veramente incredibile.
Fonte: nonvatican.no
https://www.aldomariavalli.it/2021/05/15/cronache-dal-pianeta-non-2/?
Tolkien e l’oscurità di questo mondo
di The Wanderer
È notevole come vari autori del secolo scorso abbiano potuto prevedere e perfino sperimentare in se stessi l’angoscia delle nuvole scure che vedevano avvicinarsi silenziosamente. Tra i nostri autori, ad esempio, Leonardo Castellani [saggista, poeta e teologo argentino, ndr], e ad altre latitudini T.S. Elliot, C.S. Lewis o J.R.R. Tolkien.
Ne Il Signore degli anelli, Tolkien fa cantare a Sam queste parole nella fortezza di Cirith Ungol.
Qui giaccio, alla fine del mio viaggio,
affondato nell’oscurità profonda:
oltre tutte le alte e possenti torri,
oltre tutte le aspre montagne,
Sopra tutte le ombre cavalca il Sole
ed eternamente dimorano le Stelle.
Non dirò che il Giorno è finito
né dirò addio alle Stelle.
Tolkien credeva che la storia umana, radicata in un mondo decaduto, fosse destinata a essere poco più che un susseguirsi di sconfitte e delusioni, e che anche le vittorie recassero l’ombra di perdite irreparabili. Ma la storia è temporanea, è tanto bloccata nel tempo quanto radicata nella Caduta, e di per sé non è che l’ombra dell’eternità. Al di là delle sconfitte della nostra storia c’è sempre la speranza della gioia eterna. Scrisse Tolkien: «Io sono cristiano, e cattolico romano, e quindi non mi aspetto che la “storia” sia qualcosa di diverso da una “lunga sconfitta”, benché contenga alcuni esempi e intuizioni della vittoria finale» (lettera al figlio, 1956).
Col passare del tempo, questa sensazione diventò quasi una certezza. In una lettera alla sua amica Amy Ronald, datata 16 novembre 1969, scrisse: «Che mondo orribile, oscurato dalla paura, carico di dolore, è il mondo in cui viviamo! Soprattutto per coloro che sopportano anche il peso dell’età, i cui amici e tutti coloro che si prendono cura in modo particolare soffrono dello stesso. Chesterton ha detto che è nostro dovere mantenere alta la Bandiera di Questo Mondo: ma oggi richiede un patriottismo più vigoroso e sublime rispetto ad allora. Gandalf aggiunse che non sta a noi scegliere l’epoca in cui nasciamo, ma fare ciò che è in nostro potere per comporla; ma lo spirito del male nelle alte cime è ora così potente e le sue incarnazioni hanno così tante teste, che sembra non ci sia nient’altro da fare se non rifiutarsi personalmente di adorare una qualsiasi delle teste dell’idra».
Eppure, al di là delle tenebre e dell’angoscia, c’è sempre un motivo per incoraggiare «la speranza alla quale siamo stati chiamati» (Ef 1,18). In una lettera a uno dei suoi figli Tolkien scriveva: «Siamo nati in un’età oscura fuori dai tempi previsti (per noi). Ma c’è questa consolazione: diversamente non sapremmo cosa amiamo o non lo ameremmo così tanto. Immagino che il pesce fuor d’acqua sia l’unico che ha una vocazione acquatica. Di modo che nel Miracolo Primordiale (la Resurrezione) e anche nei miracoli cristiani minori, anche se in minor misura, non c’è solo uno scorcio improvviso della verità dietro l’apparente Ananke del nostro mondo, ma uno scorcio che è davvero un raggio di luce attraverso le crepe stesse dell’universo che ci circonda».
Fonte: caminante-wanderer.blogspot.com
https://www.aldomariavalli.it/2021/05/15/tolkien-e-loscurita-di-questo-mondo/
PG. Il Papa come Charlie Brown? “Ho Bisogno di Tutti gli Amici che Posso Trovare”.
15 Maggio 2021 28 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Pezzo Grosso rovistando in un baule semi dimenticato ha trovato una t-shirt degli anni ’70. E vedete un po’ che riflessione ne è nata….Buona lettura.
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Le illusioni pericolose di Bergoglio-Charlie Brown.
Caro Tosatti, ho trovato in un baule di robe vecchie una mia maglietta T-shirt, molto di moda nei primi anni settanta, che raffigura il famoso personaggio dei fumetti americani Peanuts, Charlie Brown. La sua immagine è stampata sul petto, mentre sul dorso c’è stampato un motto: “I NEED ALL THE FRIENDS I CAN GET” (Ho bisogno tutti gli amici che riesco a trovare).
Questo motto mi ha ricordato quei tempi e mi ha fatto pensare a Papa Bergoglio.
I ragazzi americani di quei tempi sono oggi, come me, piuttosto adulti, persino nonni; e immagino non si domandino se quegli amici di cui avevano bisogno, siano poi riusciti a trovarli e mantenerli.
La competitiva ed utopistica società americana, che ha riempito di coca cola, hamburger e peanuts le pance di questa generazione, l’ ha privata però dei valori morali, lasciandoli gestire a sette new age e a Scientology.
Così in cinquant’anni ha divorato i suoi figli, tanto che l’America ha perso la leadership mondiale, ha cacciato Trump, eletto Biden e non sa più risolvere un solo problema, né nazionale né internazionale.
Mi è sovvenuto Papa Bergoglio che sta riempendo la presente generazione di utopie economiche egualitaristiche, ambientalistiche, pauperistiche, ma anch’egli privandola di valori morali.
Come la civiltà americana si è suicidata in cinquant’anni negando la vita, le nascite, i valori morali, così sta succedendo alla civiltà cristiana in Europa e in specifico in Italia dove la massima autorità morale si occupa di economia, ma non per moralizzarla, bensì per utopistizzarla e incorporarla nel Magistero della Chiesa.
Si occupa (producendo confusione clamorosa) di degrado ambientale, immigrazione e vaccinazioni anti-Covid, ma non dello spirito dell’umanità creata da Dio.
Si compiace di essere acclamato dai nemici del cattolicesimo o da scaltri intermediari tra potere e religione e disprezza chi vorrebbe vivere la fede della tradizione bimillenaria, senza far del male a nessuno, peraltro.
E lo fa con un sempre più crescente spirito sincretistico, multireligioso, persino multipagano. Anche il Papa sembra aver indossato la T-shirt di Charlie Brown con la medesima scritta adattata a oggi: “ho bisogno di tutti i consensi che riesco ad trovare”.
Essendo egli certo che solo avendo consenso e simpatia possa esser ascoltato, e solo se ascoltato potrà finalmente allora “convertire”.
Convertire chi? E a cosa?
La generazione di Bergoglio-Charlie Brown, farà la fine delle generazioni a cui hanno riempito la testa di utopie e svuotato il cuore di valori morali.
Gli amici veri che si dovrebbe cercare, trovare ed ascoltare, non sono quelli che adulano e leccanoicalzini, son quelli che correggono.
Ma a Lui, chi glielo va a dire?
PG
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