AVVISO AI COMMERCIANTI (E NON SOLO)
Vorrei dire a tutti i commercianti italiani, e in particolare a quelli del settore ristorativo e turistico, ma anche culturale, che siete stati condannati a morte.
La sentenza è emessa.
Finora vi hanno messo in galera. Ora vi daranno una mezz’ora d’aria per l’estate, e pure molto condizionata e limitata.
Ma in autunno (e pure prima forse) sarete rinchiusi nuovamente, per tutto l’inverno.
E saranno rinchiusi tutti gli italiani, ovvero i vostri possibili ma ormai impossibili clienti.
La ridicola “potenza di fuoco” per “sostenervi” non sarà altro che una sorta di “reddito di cittadinanza” per non farvi morire di fame fisicamente, ma per equipararvi ai disoccupati e agli immigrati.
Si andrà avanti così per anni, fino alla vostra morte per consunzione.
Faccio un solo esempio pratico: quelli del settore turistico invernale e sciistico, hanno capito che sono condannati a morte o no?
Perché questo prevede il Grande Reset.
Voi tutti, commercianti, che vivete mascherinati, distanziati, tremebondi, chiusi dentro casa, a costo di fallire e distruggere attività costruite con tanta fatica contro il tiranno fiscale repubblicano, non avete capito che siete già morti: ma non per Covid, di cui non morirete mai, ma per condanna a morte.
E i vostri aguzzini sono i giornalisti e intellettuali – e tutto il sistema mediatico dell’indottrinamento popolare – che fanno ogni giorno il lavaggio del cervello per uccidervi dentro. I vostri boia sono i politici che voi avete votato (e pure quelli che non avete votato).
Il giudice che emesso la condanna, non è in Italia.
Naturalmente, ciò che vale in primis per i commercianti italiani, vale in secundis per tutti gli italiani.
Moriremo non di Covid, ma tramite il Covid (e i futuri virus) per condanna a morte.
Sto esagerando? Complottismo? Aspettiamo l’autunno 2021, poi quello del 2022, del 2023, e ne riparliamo.
Quando dicemmo questo nel marzo 2020, fummo tacciati di complottismo e derisi.
Siamo a maggio 2021. Siete ancora così ilari?
Vi credete che tutto finisce con questa estate?
Se non fate come la Rosanna Spatari, la proprietaria della torteria di Chivasso, non avete più nessuna speranza.
Pensateci, quando la mattina vi alzate e anziché preoccuparvi del vostro negozio o albergo serrato, dei pochi clienti, delle tasse che ovviamente dovete continuare a pagare, e di quello che accadrà da settembre in poi (se tutto va bene), vi mettete la mascherina e vegetate.
Pensateci.
E pensateci tutti voi che leggete. Una volta annientato il settore che regge l’intera economia italiana, la condanna a morte si estenderà a tutti gli italiani.
Tutti a casa e isolati con reddito di cittadinanza.
E’ questo che volete?
Questo è quanto stanno realizzando i nostri politici, tutti, specie chi ha aderito a questo governo.
Per tutto il resto… c’è il vaccino.
L’unica salvezza risiede nella nostra reazione generale. Nella nostra residua voglia di vivere, di costruire un futuro, di rimanere liberi.
Di reagire, appunto.
Pensateci. (MV)
Mauro Sandri: "I fatti di Chivasso rappresentano un punto di non ritorno"
All'indomani del sequestro della Torteria di Chivasso l'avvocato Mauro Sandri, legale insieme a Fusillo della titolare Rosanna, racconta ai nostri microfoni le iniziative giuridiche prese per difendere le ragioni di una donna che combatte una battaglia di civiltà: "Puntiamo al rapido dissequestro della struttura. L'utilizzo di una forza poliziesca spropositata rispetto alle contestazioni avanzate dimostra la deriva sudamericana che oramai attanaglia il nostro Paese"
Finora vi hanno messo in galera. Ora vi daranno una mezz’ora d’aria per l’estate, e pure molto condizionata e limitata.
Ma in autunno (e pure prima forse) sarete rinchiusi nuovamente, per tutto l’inverno.
E saranno rinchiusi tutti gli italiani, ovvero i vostri possibili ma ormai impossibili clienti.
La ridicola “potenza di fuoco” per “sostenervi” non sarà altro che una sorta di “reddito di cittadinanza” per non farvi morire di fame fisicamente, ma per equipararvi ai disoccupati e agli immigrati.
Si andrà avanti così per anni, fino alla vostra morte per consunzione.
Faccio un solo esempio pratico: quelli del settore turistico invernale e sciistico, hanno capito che sono condannati a morte o no?
Perché questo prevede il Grande Reset.
Voi tutti, commercianti, che vivete mascherinati, distanziati, tremebondi, chiusi dentro casa, a costo di fallire e distruggere attività costruite con tanta fatica contro il tiranno fiscale repubblicano, non avete capito che siete già morti: ma non per Covid, di cui non morirete mai, ma per condanna a morte.
E i vostri aguzzini sono i giornalisti e intellettuali – e tutto il sistema mediatico dell’indottrinamento popolare – che fanno ogni giorno il lavaggio del cervello per uccidervi dentro. I vostri boia sono i politici che voi avete votato (e pure quelli che non avete votato).
Il giudice che emesso la condanna, non è in Italia.
Naturalmente, ciò che vale in primis per i commercianti italiani, vale in secundis per tutti gli italiani.
Moriremo non di Covid, ma tramite il Covid (e i futuri virus) per condanna a morte.
Sto esagerando? Complottismo? Aspettiamo l’autunno 2021, poi quello del 2022, del 2023, e ne riparliamo.
Quando dicemmo questo nel marzo 2020, fummo tacciati di complottismo e derisi.
Siamo a maggio 2021. Siete ancora così ilari?
Vi credete che tutto finisce con questa estate?
Se non fate come la Rosanna Spatari, la proprietaria della torteria di Chivasso, non avete più nessuna speranza.
Pensateci, quando la mattina vi alzate e anziché preoccuparvi del vostro negozio o albergo serrato, dei pochi clienti, delle tasse che ovviamente dovete continuare a pagare, e di quello che accadrà da settembre in poi (se tutto va bene), vi mettete la mascherina e vegetate.
Pensateci.
E pensateci tutti voi che leggete. Una volta annientato il settore che regge l’intera economia italiana, la condanna a morte si estenderà a tutti gli italiani.
Tutti a casa e isolati con reddito di cittadinanza.
E’ questo che volete?
Questo è quanto stanno realizzando i nostri politici, tutti, specie chi ha aderito a questo governo.
Per tutto il resto… c’è il vaccino.
L’unica salvezza risiede nella nostra reazione generale. Nella nostra residua voglia di vivere, di costruire un futuro, di rimanere liberi.
Di reagire, appunto.
Pensateci. (MV)
La Verità, vi Prego, su Covid, Speranza e i “Vaccini”…Vaccinano, Quanto?
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Il giudice condanna Speranza: "Deve mostrare i verbali segreti"
Montesano: “Sabato in piazza per inoculare il virus del dubbio”
Una manifestazione “politico satirica, pacifica, allegra, ironica e istruttiva”, nel corso della quale “farò un comizio ironico satirico sul fatto che dobbiamo stare attenti, come diceva Mark Twain ‘è più facile ingannare la gente che convincerla che è stata ingannata’. La gente vuole credere a quello che passano i media ufficiali, perché si sente più rassicurata, noi proveremo ad informare in libertà”. Così Enrico Montesano racconta, in una lunga intervista con l’Adnkronos, i motivi per cui ha deciso di ‘scendere in piazza: sabato 8 maggio l’attore romano sarà infatti in piazza Gaetano Mosca a Roma, nel quartiere di Montecucco, per una manifestazione che si preannuncia esplosiva dal sottotitolo eloquente: “Un comico ci ha distrutto, un comico ci salverà!”.
“Faccio questo incontro con la gente per inoculare il virus del dubbio, più che il vaccino -spiega Montesano- L’obiettivo è informare in modo libero, avvertendo che quando sentiamo parlare di alcuni concetti, come la quarta rivoluzione industriale, il World Economic Forum, il Nuovo Ordine Mondiale, transumanesimo, bisogna ascoltare e farci caso, perché noi non diamo credito alle dichiarazioni che vengono fatte durante il corso della storia, ma poi dopo vent’anni si realizzano. Di queste epidemie si parla da diversi anni, vorrei invitare la gente a riflettere”. E anche se “bisogna stare attenti a come si parla, perché si viene subito tacciati di negazionismo -scandisce l’attore- io sono per la libertà, senza negare nulla”. In particolare, ci tiene a sottolineare Montesano, “non nego certo che il virus c’è e ne subiamo l’influenza estremamente rognosa”.
Ma è importante capire che “c’è gente che decide per noi. Hanno deciso che dobbiamo stare a casa, che dopo le 22 non si può uscire, che dobbiamo andare un giro con una pezza in faccia, e tante altre cose -affonda l’attore- La cosa più pericolosa è la ‘carta verde’, verde come il semaforo del via libera. Il passaporto vaccinale è ora l’unica via per andare in albergo in vacanza. L’albergo, che avrà paura delle multe, esigerà il pass. È una grave, gravissima limitazione delle libertà costituzionali. E molti giovani, si sentiranno costretti a fare il vaccino non perché ci credono, ma per essere liberi di viaggiare e di muoversi”.
“Sul vaccino le persone devono essere informate dei rischi, poi decidono liberamente”
Uno dei temi più spinosi che si affronteranno sabato in piazza, tra una battuta e un’imitazione, è sicuramente quello del vaccino anti Covid. “Premetto che tra il no e il si c’è dimezzo il free, quindi lasciateci la libertà di scelta, ma vorrei ricordare che doveva risolvere il problema -sottolinea Montesano- Prima hanno detto che immunizzava per un anno. Poi sei-otto mesi, poi che bisogna rifarlo ogni anno, poi ora avvertono di stare attenti perché si diventa infettivi, e addirittura che, vaccinandosi, si possono creare le varianti. Qualcosa non torna, le persone devono sapere, poi decidono liberamente. Le nostre nonne ci dicevano ‘senti tutte le campane’, bisogna seguire i consigli delle nonne”.
Montesano va ancora avanti nella riflessione: “Quando Jacques Attali (economista e banchiere francese, ndr) scriveva che siamo troppi sulla terra e che dobbiamo diminuire, bisogna prestare orecchio. Amici miei, ve vogliono elimina’: no perché siete ebrei, neri, poveri o brutti, perché siete troppi”, ironizza l’attore. Che torna anche sulla questione dei discussi protocolli di cura per il Covid: “I protocolli sono sbagliati, la famosa ‘vigile attesa’ ha creato un sacco di danni. Allora perché Speranza ha fatto ricorso al Consiglio di Stato per ripristinare questo protocollo? Sapevate che il vaccino è sperimentale, e che è ammesso solo se non ci sono valide cure alternative? Ecco, bisogna farsi qualche domanda”.
Montesano mette dunque a fuoco il senso dell’incontro di sabato, che potrebbe essere il primo di una serie: “Non ci riconosciamo in nessuno schieramento politico, anche perché sono tutti responsabili da quarant’anni a questa parte -precisa- Farò un excursus ironi-comico della nostra storia, far capire come siamo passati dal boom allo sboom, ho rielaborato molti temi del mio spettacolo È permesso“. Perché “il caso di Ciro Grillo, Fedez, lo scudetto dell’Inter, sono solo argomenti che servono per distrarre da quelli veramente importanti”, rileva Montesano. Che non anticipa i nomi di chi salirà sul palco (“ancora non sono confermati ma saranno persone del loro mestiere, un avvocato, un giornalista, un giovane attore e altri personaggi coraggiosi”, annuncia) ma rivela: “Canteremo la canzone di Giorgio Gaber-Luporini La libertà. Spero che la popolazione di questa borgata sofferente partecipi, e ascolti. Io vado a casa loro, e comincio con una periferia romana dimenticata”.
Fonte: adnkronos.com
Oltre.TV ha intervistato il professor Paolo Bellavite. È medico chirurgo, specialista in ematologia. Dal 1984 al 2017 è professore Associato di Patologia Generale presso l’Università di Verona. Ha conseguito il Master in Biotecnologia presso l’Università di Cranfield (Inghilterra) e il diploma di perfezionamento in statistica sanitaria ed epidemiologia medica presso l’Università di Verona. Qui trovate il suo curriculum.
Professore, la prima domanda è scontata: lei si vaccinerà?
No. Desidero comunque fare una precisazione, che serve anche da introduzione a quanto dirò poi: non sono contro i vaccini per partito preso. Ho insegnato Patologia Generale e Immunologia in corsi universitari e ho sempre trattato dei vari vaccini e della loro utilità nella prevenzione delle malattie infettive.
Mi sono vaccinato contro la febbre gialla per andare in Africa per lavoro di cooperazione. Nel libro “Vaccini Sì, obblighi No” (Edizioni Libreria Cortina, Verona 2017) non confuto i vaccini, ma l’obbligo vaccinale introdotto dalla legge 119/2017 in quanto inutile, incostituzionale e controproducente.
Chi vuole vaccinarsi fa bene a vaccinarsi, perché riduce il rischio di ammalarsi, assumendosi i rischi di effetti avversi del vaccino; chi non vuole vaccinarsi con validi motivi fa bene a non vaccinarsi, assumendosi un maggiore rischio di contrarre il microbo. L’importante è che la scelta sia INDIVIDUALE, LIBERA e BEN INFORMATA.
L’attuale campagna di vaccinazione è la prosecuzione di una sperimentazione. Ciò è legittimo, ma richiede partecipazione volontaria e consenso informato. Non c’è nulla di male nella sperimentazione, anzi!
Mi piace citare quanto scriveva Christof Wilhelm Hufeland (1762-1836), uno dei più insigni medici tedeschi, vissuto nel periodo in cui Jenner sperimentava sulla sua pelle e quella dei suoi allievi i vaccini:“Prova tutto e trattieni ciò che è buono: questo è e rimane il primo comandamento della scienza. La Medicina è scienza dell’esperienza, è pratica, è continuo esperimento e l’esperimento non è mai concluso. Solo l’esperimento, la discussione e la contro-discussione, il continuo e libero studio ed il tempo potranno separare il vero dal falso, l’utile dall’inutile.” (C.W. Hufeland, cit. nel libro “il Simile in Medicina” di L.J. Boyd, Ed. Libreria Cortina, Verona).
Perché non si vaccinerà contro la Covid?
Sia per ragioni personali (ho un sistema immunitario molto attivo, una lieve tendenza ereditaria all’autoimmunità e la precedente esperienza col vaccino anti-febbre gialla, che mi ha causato forti reazioni avverse), sia perché ho maturato una posizione scientificamente critica verso i vaccini in commercio alla data della mia intervista.
Elenco alcuni punti, necessariamente semplificando:
1- I dati d’efficacia e sicurezza disponibili sono insufficienti. L’efficacia dei vaccini c’è, ma può essere inferiore a quanto dichiarato. Particolari di non poco conto sono un metodo di “doppio cieco” criticabile per tanti aspetti, l’interruzione precoce rispetto al protocollo, l’uso di antipiretici e antinfiammatori che potrebbe avere sopito sintomi lievi di COVID-19 nei vaccinati, riducendo visite e tamponi. Gli studi hanno riguardato i sintomi e non l’infezione (non hanno fatto i tamponi sistematicamente). Inoltre in tutti i trials i calcoli non hanno incluso gli asintomatici: se ciò fosse avvenuto, l’efficacia sarebbe stata minore.
2- La sicurezza è ancora molto incerta, nonostante i proclami. Negli studi pubblicati, i vaccini anti-COVID hanno dato effetti avversi nei primi giorni superiori a quelli del vaccino antiinfluenzale. Es. il vaccino Moderna ha dato effetti avversi gravi (di grado 3, “severe”) locali e/o sistemici inabilitanti (in età 18-65aa) nel 6,2% dopo 1a dose e 21,5% dopo 2a dose. Il vaccino Pfizer ha causato “grave spossatezza” nel 4% dei casi.
3- Il bilancio tra rischi e benefici attesi va poi stilato sul lungo periodo. Purtroppo la sperimentazione della Pfizer nel gruppo placebo è stata interrotta, quindi tali effetti a lungo termine non saranno conosciuti in modo rigoroso. Solo con buoni sistemi di sorveglianza “attiva” si evitano gravissime sottostime di frequenza e gravità delle reazioni avverse a breve termine, e si possono stimare gli effetti a medio-lungo termine. Non mi risulta che a questo problema si sia posto un rimedio, visto che nel primo report AIFA sull’anti-COVID solo il 4% delle segnalazioni deriva da sorveglianza attiva; il resto sono segnalazioni “spontanee” (quindi sicuramente sottostimate).
4- In casi di reazioni gravi al vaccino o decesso, si dovrebbe procedere a valutare il “nesso di causa”, ma per quanto ho avuto modo di constatare dalle notizie sui media, nel caso dell’anti-COVID-19 questa analisi viene fatta spesso in modo impreciso, per la scarsa conoscenza della patologia connessa. Ho trattato questo argomento in relazione ad altri vaccini (esavalente, morbillo-parotite-rosolia-varicella, pneumococco,papilloma) in due lavori pubblicati su rivista internazionale: Valutazione della causalità di eventi avversi a seguito di immunizzazione: il problema della patologia multifattoriale – Valutazione della causalità di eventi avversi a seguito di immunizzazione: il problema della patologia multifattoriale. In breve, questi lavori mostrano come le attuali linee-guida siano congegnate da OMS in modo da riconoscere un “nesso causale” tra evento avverso e vaccino solo se il vaccino è la sola “CAUSA” dell’evento. Ma ciò non si verifica quasi mai, ovviamente. Pertanto, ignorare che la vaccinazione possa contribuire agli eventi avversi come “concausa”, in soggetti predisposti per altre con-cause,si traduce in una sistematica sottostima delle sue possibili responsabilità. Recentemente ho scritto un lavoro, che ho sottoposto anche ad una rivista internazionale, in cui dimostro come il meccanismo d’azione dei vaccini a mRNA sia tale da poter alterare il sistema cardiovascolare e la pressione arteriosa Renina-angiotensina, COVID-19 e vaccinazioni: un “caveat”.
5- Al momento le prove di riduzione di trasmissione sono molto scarse e sono documentati asintomatici tra i vaccinati. Benché sia verosimile una minor trasmissione da vaccinati, gli asintomatici vaccinati potrebbero per altri motivi essere più pericolosi nel contagiare, riducendo le proprie precauzioni (e quelle di altri verso di loro), ad esempio in caso di sintomi lievi che attribuirebbero ad altre cause.
6- La protezione vaccinale può durare pochi mesi e potrà richiedere richiami periodici, come per l’influenza. Moderna sta già studiando una 3a dose, anche per fronteggiare le varianti emergenti. Le varianti stanno già riducendo l’efficacia dei vaccini: es. il vaccino Moderna ha indotto 6 volte meno anticorpi neutralizzanti verso la variante B.1.351. Quello AstraZeneca funziona meno sulla sudafricana. Le varianti possono ridurre anche l’efficacia di anticorpi da infezione naturale, ma in teoria è meno probabile (ad es. perché danno anche difese di superficie sulle mucose).
7- Infine, credo molto in altre forme di prevenzione, tra cui l’attenzione al distanziamento fisico (soprattutto da persone con sintomi), igiene delle mani, mascherine di buona qualità in ambienti chiusi con carente ricambio d’aria o in contatti prolungati all’aperto, arieggiamento dei locali e/o uso di apparecchi purificatori dell’aria.Una strategia importante è la protezione da questa e da altre infezioni con stili di vita salutari, che rafforzano lo stato di salute e le connesse difese immunitarie. Nei periodi di picco epidemico ho aumentato l’assunzione di flavonoidi (esperidina e quercetina) e acetilcisteina, che in base alla letteratura potrebbero avere proprietà anti-virali e anti-infiammatorie: Esperidina e SARS-CoV-2: nuova luce sulla funzione salutare degli agrumi e Rivalutazione dei fitochimici dietetici per l’infezione da coronavirus: focus su esperidina e quercetina.
Presto sarà pubblicato un mio nuovo libro sull’argomento.
Devo però di nuovo precisare: tutte le considerazioni derivano da idee ed opinioni personali e so che ce ne sono anche di diverse nel mondo medico-scientifico. Per ragioni di spazio non posso analizzare la materia in modo completo. Da queste risposte, che ho espresso su richiesta in un’intervista, non si deve trarre un’indicazione se vaccinarsi o meno. I vaccini presentano aspetti critici ma offrono certo un certo grado di protezione e possono essere visti come utili mezzi di prevenzione. Ogni scelta di cura medica va fatta in base alla situazione sanitaria personale e seguendo il consiglio del medico curante.
Digital green pass e medici denunciati
Cosa pensa del Digital Green Pass?
Penso molto male e spero che i politici più responsabili negli organismi europei si oppongano fermamente.Personalmente giudicherò i partiti anche su questo tipo di scelte che sono cruciali per la civile convivenza e la salute delle persone. Si tratterebbe di una misura ingiusta, inutile e dannosa.
Ingiusta perché penalizzerebbe chi per legittime ragioni personali (come quelle che ho elencato sopra) scegliesse di non aderire ad un piano vaccinale il cui risultato è comunque incerto, sia per il singolo, sia per la collettività.
Ingiusta sarebbe anche perché inevitabilmente da “passaporto” (controllo delle frontiere) diventerebbe “lasciapassare” ad uso interno e darebbe alle autorità lo strumento per controllare la vita delle persone nelle sue più varie attività.
Da questo punto di vista, appaiono penose e grottesche le assicurazioni che sarà rispettata la “privacy”. Sarebbe scelta inutile perché l’adesione ai vaccini è già notevole e il ricatto del passaporto vaccinale (“green pass” non mi piace perché non amo essere preso in giro) aumenterebbe di poco l’adesione, riuscendo a “costringere” alcune persone in più, che per necessità devono viaggiare magari per lavoro. Ma l’inutilità deriva soprattutto dal fatto che non c’è prova che questi vaccini riducano il trasporto di virus tramite soggetti infetti e rimasti asintomatici.
Le presunte dimostrazioni dell’efficacia dei vaccini che sono diffuse in questi giorni, basate sul calo delle infezioni nei Paesi in cui hanno cominciato prima a vaccinare, non hanno valore scientifico perché le serie temporali in epidemiologia non sono probanti.
Il primo picco del 2020 è calato fino a scomparire senza l’intervento di alcun vaccino. Il fatto che o si chiami “pass” va chiaramente ad indicare che sarà usato come “lasciapassare”, cioè un badge che consente l’ingresso in determinati locali, a scelta delle autorità.
Qualora fosse adottato per l’ingresso in locali pubblici o sui mezzi di trasporto, o persino per il supermercato, il “pass” sarebbe inutilmente discriminatorio: un vaccinato non deve temere nulla da un non vaccinato, tanto più se è sano e rispetta le regole. Uno scenario da incubo, che va oltre a quanto previsto da Orwell.
Il ricatto vaccinale sarebbe dannoso soprattutto nella convivenza sociale, perché oggi l’argomento del virus è carico di ansie, aspettative, promesse e ammonimenti, da Ursula von der Leyen a Bergoglio, da Draghi a Mattarella.
In caso di adozione generalizzata, con tanto di battage massmediatico filogovernativo, il “pass” sarebbe inevitabilmente equiparato ad un certificato di buona condotta e, viceversa, il non averlo diverrebbe marchio di devianza sociale e motivo di esclusione.
Il provvedimento dividerebbe la popolazione in “buoni” e “cattivi” sulla base di una sostanza al seguito del cui inoculo sono già state segnalate centinaia di morti “sospette” (il cui “nesso di causa” non è stato finora confermato ma neanche escluso) .
Spero che la nostre Corte Costituzionale sia in questo imparziale e vigili che sia applicato l’articolo 32 dove sta scritto “La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Ha visto il video dei medici denunciati dall’ASL? Cosa pensa di questa storia?
Sono professionisti (medici e farmacisti) che hanno voluto diffondere la loro legittima opinione e i loro dubbi sulla natura di questi “prodotti” e sul rapporto benefici/rischi.
Il fatto che siano stati segnalati in Procura mi lascia esterrefatto e rafforza in me il sospetto che stiamo scivolando rapidamente verso la dittatura sanitaria del pensiero unico.
Si sentono tutte le propagande pro-vax possibili immaginabili a tutte le ore in tutti i canali di informazione, la maggior parte delle quali basate solo sul “sentito dire” e comunque su un’accurata selezione delle notizie da passare.
Che si voglia sopprimere una semplice voce di garbato dissenso mi sembra persino grottesco. Invece di apprezzare che si apra un dibattito nella società, in una condizione ideale, visto che non ci sono certezze e siamo in fase sperimentale, qualcuno ricorre allo strumento giudiziario verso chi legittimamente e in modo educato dissente. Siamo alla follia, a dir poco. Peggio, alla dittatura.
E’ tipico delle dittature iniziare con prendere possesso di TUTTI i mezzi di informazione e sopprimere sistematicamente e progressivamente tutte le voci contrarie. Si inizia con i ricatti economici (perdita del lavoro, radiazione dagli ordini professionali), poi si usano i mezzi giudiziari e il carcere (processi sommari con giudici fiancheggiatori del sistema), poi si finisce con la violenza pura e cruda (quando i dissidenti sono rimasti in pochi).
Il fatto che i dissidenti dicano la verità non ha la benché minima importanza, anzi. La storia della “Rosa Bianca” nella Germania degli anni ’40, insegna. Un aforisma spesso attribuito al gerarca nazista Joseph Goebbels (e non ha alcuna importanza che sia autentico) dice “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.
Purtroppo, quanto più il nuovo potere è scaltro, tanto più gradualmente e sottilmente si verificano i cambiamenti, cosicché la massa della popolazione neppure se ne accorge.
Recentemente Massimo Andreoni, Direttore della Uoc Malattie Infettive del Policlinico Tor Vergata, ha detto: «Se il coronavirus circola in maniera sostenuta fra la popolazione già vaccinata, che sta sviluppando la risposta immunitaria,
questo può facilitare l’emergere di ceppi virali resistenti agli anticorpi generati dal vaccino. In altre parole potrebbe accadere che nuove mutazioni prodotte in maniera spontanea e casuale, che normalmente, in gruppi di persone non vaccinate non prenderebbero piede, potrebbero invece diventare prevalenti». Ci aiuti a capire: le persone vaccinate potrebbero favorire l’insorgenza delle varianti?
Le varianti insorgono, sia coi vaccini che con i virus “selvaggi”, per un motivo abbastanza semplice e che ha a che fare con la “selezione naturale” darwiniana. I coronavirus mutano molto velocemente per loro natura, più dei virus influenzali.
Se esiste una resistenza immunitaria nella popolazione, i virus “cercano” ugualmente di infettare le cellule e, dopo molti tentativi, prevale naturalmente quel ceppo che riesce a superare le prime resistenze.
Di solito, ciò è dovuto ad una nuova forma della proteina spike, che riconosce il recettore ACE2 senza essere intercettata dagli anticorpi o dai linfociti T. Pertanto, è la stessa difesa immunitaria che “seleziona” le varianti, dando ad esse la possibilità di vincere la concorrenza dei ceppi normali, che invece sono bloccati o soppressi.
Ciò avviene anche con le malattie naturali, perché chi ha avuto la malattia è più resistente al ceppo che lo ha infettato in origine ed è invece suscettibile alle varianti.
Tuttavia esiste una differenza: la malattia naturale crea una barriera immunitaria in tutto l’albero respiratorio, a cominciare dal rinofaringe e dalla bocca (ghiandole salivari e tonsille), mentre il vaccino, che è iniettato intramuscolo, crea una difesa più “interna” e lascia maggiormente sguarnite le mucose.
Ecco quindi che (in teoria, ancora non ci sono chiari studi su questo) un virus potrebbe installarsi nelle vie aeree di un soggetto vaccinato, senza riuscire a diffondersi all’interno del corpo, ma avrebbe tutto il tempo per fare le mutazioni.
Queste ultime poi darebbero il vantaggio a un ceppo capace di diffondersi anche nell’organismo del vaccinato di essere trasmesso ad altri. Basta che questo succeda in pochissimi casi, perché il ceppo mutato si possa diffondere nella popolazione, vaccinati e non vaccinati.
Questo è uno dei motivi per non confidare solo nella vaccinazione di massa per superare il momento critico della pandemia. Meglio integrare con altre forme di prevenzione e terapie efficaci, anche se non risolutive, che impediscano l’aggravamento.
A ciò si aggiunga un corollario di natura tecnica, abbastanza importante: il fenomeno delle varianti non sarebbe così preoccupante sul piano epidemiologico se si riuscisse a “eradicare” il virus in poco tempo.
In pratica, se una campagna vaccinale fosse efficace e veloce (aggiunta all’immunizzazione naturale di molti soggetti che hanno contratto la malattia), non si lascerebbe al virus neanche il tempo di inventarsi le varianti e la battaglia sarebbe vinta. Nella storia della medicina ciò è successo solo una volta, con il vaccino antipolio orale: la malattia scomparve dall’Europa in pochi anni.
Il vaccino Sabin aveva però una caratteristica che i vaccini attuali non hanno: si trattava di un virus vivo e attenuato, che seguiva la via di contagio naturale e, soprattutto, contagiava gli altri per la via naturale (oro-fecale).
Quindi, non si può escludere che la vaccinazione di massa, se non consente la rapida “eradicazione” della malattia, favorisca la formazione di varianti resistenti al vaccino. Ciò è già avvenuto con la vaccinazione anti-pertosse nell’uomo e anti-Marek nei polli.
Notizie degli ultimi giorni segnalano che la variante sudafricana (resistente al vaccino Pfizer) si sta rapidamente diffondendo in Israele, il Paese più vaccinato del mondo.
Ritorno alla normalità e nuovi social
Secondo lei si tornerà alla vecchia normalità?
Non sono un profeta! Personalmente, nutro dubbi riguardo alla possibile eradicazione di questi coronavirus con questi vaccini, anche se le campagne vaccinali fossero molto più veloci.
Senza tener conto del fatto che si stanno vaccinando solo i Paesi ricchi del mondo, per cui se eliminassimo il virus da noi, esso potrebbe tornare domani, tramite l’immigrazione. Cercando di essere realista, risponderei che dovremo convivere a lungo con le varianti e prepararci quindi ad ammalarci e più volte, con i minor danni possibili se avremo un discreto stato di salute di base e buoni farmaci.
Non escluderei, però, sviluppi più favorevoli, perché l’epidemiologia è una disciplina “complessa” e sono in gioco tanti fattori. Tante epidemie e persino pandemie del passato si sono esaurite da sole. Anche il banalissimo morbillo si stava riducendo al minimo alla fine degli anni ’80, ben prima che arrivassero i vaccini MPR.
Si può sperare che questo coronavirus si possa controllare, anche senza eradicarlo, mediante l’effetto “gregge” (quello secondo cui le persone immuni raggiungono una percentuale tale da interrompere la diffusione del virus): se Rt si mantiene attorno al valore di 1 o poco superiore (mediante altre misure di prevenzione), la percentuale di persone da immunizzare (o guarite naturalmente) necessaria per raggiungere la soglia dell’immunità di gregge potrebbe essere molto più bassa di quanto si creda.
Poi c’è da dire che le persone più vulnerabili al virus sono (purtroppo) via via eliminate e quindi la popolazione rimanente sarà “selezionata” nel senso della sopravvivenza dei più resistenti. Ma la selezione naturale non è l’unico meccanismo cui siamo soggetti.
La complessità epidemiologica è strettamente legata alla teoria del caos (e questo spiega la pressoché totale incapacità di fare previsioni degne di questo nome) e tale teoria postula che se si realizzano determinate condizioni, una modifica anche di un solo piccolo fattore potrebbe avere grandi conseguenze sull’intero sistema. Ne ho trattato nel libro “La complessità in Medicina” (Ed. Libreria Cortina, Verona, 2009).
Inoltre, la resistenza alle malattie infettive non è legata solo all’immunizzazione individuale o all’effetto gregge, si può instaurare mediante modifiche “epigenetiche” trasmissibili da una generazione all’altra.
In altre parole, i figli di mamme che hanno avuto il COVID-19 o vaccinate, potrebbero nascere già più resistenti al virus, avendo “ereditato” la maggiore resistenza non mediante genetica “mendeliana” ma mediante modifiche epigenetiche, che sono molto più veloci ad instaurarsi. Per ora si tratta di speculazioni e teorie, sia chiaro.
Lei ha chiuso il suo profilo su Facebook. Dove possiamo seguirla adesso?
Mi è spiaciuto chiudere l’esperienza di Facebook, che mi ha dato moltissimo sul piano professionale e umano, ma era diventato impossibile gestire le complicazioni dovute a malfunzionamenti, furti di identità e hacker. Mi aveva dato molto fastidio la crescente censura “a senso unico” operata anche da Facebook.
Approfitto comunque per ringraziare tutte e tutti coloro che hanno seguito i miei post, mi hanno sostenuto e incoraggiato. Ora ho pensato di continuare a comunicare idee, opinioni e scoperte tramite un canale Telegram e SFERO.
Cerco anche, nei limiti delle mia possibilità, di collaborare con La Nuova Bussola Quotidiana
E’ una nuova avventura e non posso prevedere attualmente se e come continuerà.
Le perle ai porci
– Danilo Quinto – 7 maggio 2021
Da mesi, è ormai evidente che la partita del Covid si gioca su un unico punto: le cure domiciliari ai primi sintomi, in base all’esperienza ed al protocollo di medicinali che professionisti liberi dai condizionamenti del potere – da candidare al Premio Nobel! – praticano gratuitamente (sopportando, in alcuni casi, inchieste a loro carico da parte degli Ordini professionali) nei confronti dei pazienti, come fa la rete di Ippocrate.org. (che ha finora curato – in base ai dati diffusi e documentati – 60.000 pazienti, con soli 5 decessi, di persone che si erano a loro affidati dopo 5 giorni dall’insorgenza della malattia). Così, si evitano i ricoveri in ospedale, le intubazioni e le morti. I dati esperenziali e scientifici – anche se non randomizzati, come si dice in termini tecnici, ma qualitativamente e quantitativamente molto significativi – relativi a questa possibilità, sono quindi noti. Incredibilmente, però, ignorati dal potere, che si ostina a porre ostacoli su ostacoli perché queste cure siano conosciute, favorite e praticate dai medici del territorio, proponendo perfino un ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar relativa alle cure domiciliari. Tachipirina e vigile attesa sono le uniche cure possibili per il Ministero della Salute.
Quest’intollerabile opposizione, ha concorso o no a produrre oltre 125.000 morti attribuiti al Covid-19? Ognuno ha il dovere di farsi un giudizio. Il mio giudizio è che qualcuno pagherà, in questa vita o nell’altra.
Perché quest’accanimento contro le cure domiciliari ai primi sintomi? Se fosse dimostrata – come di fatto è dimostrata – la possibilità che la malattia si può curare (con farmaci largamente conosciuti e che costano pochi euro), verrebbe meno la scelta di sottoporre la popolazione alla sperimentazione di uno pseudo-vaccino, grazie ad una campagna pedagogica, martellante ed ossessiva, che ora si vuole estendere anche alle giovani generazioni e verrebbero anche meno – di conseguenza – tutte le misure che il potere ha preso per limitare e annullare le libertà. Tutte le libertà, compresa la libertà di cura.
I morti causati dagli pseudo-vaccini? Non esistono. Così com’è irrilevante, dal punto di vista morale, l’utilizzo di cellule di bambini fatti abortire volontariamente per la produzione di questi farmaci, sono irrilevanti: gli eventi avversi; l’aumento dei contagi a causa delle somministrazioni; i rischi sulla fertilità per gli uomini e di sterilità per le donne (e poi, alcuni pusillamini, dicono che questa pseudo-pandemia non ha l’obiettivo di ridurre la popolazione mondiale); il fatto che questi farmaci non siano mai stati sperimentati sull’uomo e che le conseguenze nel medio-lungo periodo siano sconosciute (infatti – sostengono i medici che non vengono invitati a parlare in televisione – sono filamenti di mRNA che vanno ad introdursi nel DNA e gli ordinano di produrre una proteina che non aveva mai prodotto) E’ irrilevante che non sia possibile scegliere il vaccino da farsi inoculare, a virus inattivato – come spiegano i medici di Ippocrate.org – simile a quello che siamo stati abituati ad usare nel passato, disponibile in alcuni Paesi europei, ma non in Italia. I benefici della sperimentazione di massa superano i costi, dicono. Domanda: se i costi non esistessero, perché è stato previsto lo scudo penale per i somministratori dello pseudo-vaccino?
Alla plebe questa domanda non interessa, così come non interessano le decine di altre domande che rimangono senza risposta. Attende quello che è stato già programmato, sul piano sanitario, economico e sociale. Rifiuta d’informarsi e di approfondire. Esegue scrupolosamente gli ordini. Il potere gioca sulla sottomissione dei suoi sudditi, allevati nell’ideologia catto-comunista, che nei decenni passati ha divorato tutto – la loro fede, la loro ragione, la loro cultura, la loro dignità – e li ha resi ignavi, pavidi, tiepidi, pronti ad essere vomitati dalla bocca di Dio, come dice l’Apocalisse. Per questi individui non c’è più nulla da fare. Vivono nella palude, nella loro melma fangosa. Tolgono le museruole ai loro cani e le indossanno loro. Sopravvivono nell’attesa che i demiurghi terreni che loro stessi si sono scelti, indichino la strada da percorrere. S’inchinano al potere e si rifiutano di vivere nella Verità. La disprezzano. Hanno paura della morte, perché non hanno fede in Dio e nella vita eterna. In molte parti del territorio italiano, per garantirsi un futuro, consegneranno le loro vite alle mafie e alle organizzazioni criminali. Si cannibalizzeranno tra loro, quando – tra breve – scoppieranno le rivolte sociali per il cibo da mettere sulla tavola per i propri figli. L’elite l’ha messo nel conto e si è già preparata ad affrontarle.
E’ doloroso dirlo, perché Dio vuole tutte le sue creature convertite e salve, ma continuare a dare le perle ai porci – come dice Gesù (Mt 7, 6) – è imprudente, oltre che inutile. Facciano la fine che hanno scelto di fare. E’ vicino – per grazia di Dio – il momento della separazione tra la zizzania e il grano. Ci sarà da tremare.
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