ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 5 giugno 2021

Le costanti dell’azione divina

«Quando tutto sembrerà perduto…»

 


Nella congiuntura altamente drammatica in cui ci troviamo, può esserci d’aiuto un confronto con il momento in apparenza più tenebroso della storia umana, la morte di Gesù in croce. San Matteo la descrive come un’ora di oscurità assoluta, al culmine di un processo di totale capovolgimento della realtà. 

Il Messia, con lo stratagemma di Caifa, è stato condannato dal sinedrio per bestemmia, pur non essendosi dichiarato espressamente Figlio di Dio, ma avendolo suggerito in una forma avente implicazioni inimmaginabili per gli accusatori (cf. Mt 26, 63-66). Poi è stato tradotto davanti al procuratore romano con un’accusa politica, ma nemmeno questa poggiava su fatti concreti; Gesù, anzi, si era decisamente sottratto al tentativo della folla di farlo re (cf. Gv 6, 15). Una volta estorta da Pilato la pena capitale per un innocente con la sobillazione della folla, che da lui non ha ricevuto se non del bene (cf. Mt 27, 11-26), le autorità giudaiche si beano con disumano cinismo denigrando un uomo martoriato e inchiodato nudo al patibolo.

I detentori del potere, credendosi ormai vincitori su tutta la linea, perdono ogni freno, manifestando così fino a che punto la loro mente sia pervertita dalla manipolazione del reale. La parola di Gesù viene distorta a bella posta per metterlo in ridicolo; la Sua potenza miracolosa, che innumerevoli atti han dimostrato in modo irrefragabile, è fatta oggetto di vilipendio perché non usata a Suo vantaggio; la Sua intimità con il Padre è contestata per la mancata liberazione (cf. Mt 27, 39-43). La ripugnante ironia è talmente oltraggiosa da far trapelare la sua origine demoniaca: come già nel deserto, anche ora si fa leva sulla figliolanza divina e sulla missione regale di Gesù, deformate nel loro significato autentico, per tentarlo in modo estremo a fare i propri interessi o a dubitare dell’amore paterno (cf. Mt 4, 1-11). Il grido del moribondo, pur essendo l’inizio di una preghiera sfociante in un inaspettato esaudimento, suona effettivamente come una disperata ammissione di essere stato abbandonato da Dio (cf. Mt 27, 46; Sal 21,2). Intanto sono calate le tenebre in pieno giorno; gli astanti sono così crudeli da frenare addirittura l’estremo atto di pietà di abbeverarlo di aceto (cf. Mt 27, 45.48-49).

Proprio nel momento in cui il ribaltamento dell’ordine raggiunge l’acme, però, il dispiegamento del male si arresta e il processo si inverte: il peggiore crimine della storia umana, l’uccisione del Figlio di Dio, suggella l’opera della Redenzione e dà l’avvio al trionfo del bene, non di per se stesso, ma in quanto disposto da tutta l’eternità nei disegni divini e accettato dalla vittima come volontario atto d’amore. San Matteo registra i fatti straordinari che, nell’istante della morte di Gesù, manifestano il soprannaturale cambio di corso. Il velo che chiudeva la parte più sacra e inaccessibile del tempio si squarcia da cima a fondo, indicando così che chiunque creda nel Cristo crocifisso avrà d’ora in poi accesso al mistero divino attraverso il costato trafitto del Verbo incarnato, vero tempio della Deità, distrutto dagli uomini ma riedificato in tre giorni (cf. Gv 2, 19; 19, 34). La terra si scuote e le pietre si spaccano, ad indicare che anche la natura partecipa all’inversione di tendenza che imprime al mondo una nuova direzione. I santi dell’Antica Alleanza risorgono e, per mostrare che la morte è sconfitta, dopo la risurrezione appaiono nella Città santa (cf. Mt 4, 5; 27, 53), testimoniando altresì la fedeltà di Dio alle promesse rivolte ai Suoi servi fedeli.

Solo i sinedriti rimangono volontariamente esclusi dall’onda della vita che risorge. La loro condotta, d’altronde, ha dimostrato ampiamente di chi sono effettivamente al servizio. La torva insensatezza dei primi negazionisti della storia non si vergognerà neppure di corrompere i soldati posti a custodia del sepolcro, spingendosi fino all’assurdità di produrre – pur di negare la risurrezione – testimoni addormentati (cf. Mt 28, 11-13). Oggi è ancora il denaro a persuadere i demolitori della fede: quello riversato nelle casse delle facoltà teologiche nelle quali si è formata la gerarchia tedesca apostata e, indirettamente, pure buona parte di quella italiana e di quella latino-americana, influenzate dalle teorie degli pseudoteologi germanici. Anche nella società civile il potere finanziario ha innescato un processo di stravolgimento della realtà che, con la complicità ideologica e pratica di ecclesiastici corrotti, ha toccato il culmine nella colossale mistificazione della pandemia, dopo più di cinquant’anni di sovversione sistematica di ogni ordine e valore. Per non destar l’impressione di un pregiudizio, non insisterò sulla provenienza dei quattrini corruttori da quei banchieri che si considerano, a torto o a ragione, eredi dell’antico sinedrio.

Certamente la storia non si ripete mai in modo identico; si possono al massimo rilevare somiglianze tra periodi diversi. Ciò consente tuttavia di cogliere le costanti dell’azione divina e di presagire gli sviluppi, onde ricavare da questo motivi di speranza che spronino all’attiva collaborazione con la Provvidenza. Giusto una settimana prima che scoppiassero i moti parigini del 1830, la Madonna apparve a santa Caterina Labouré, nel cuore della notte, per predire le grandi sciagure che avrebbero colpito la Francia, rassicurandola al tempo stesso con la Sua promessa: «Verrà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi; abbiate fiducia». La rivoluzione, quella volta, durò solo tre giorni e si concluse con l’insediamento di un re di tendenze liberali; la Santa Vergine aveva però accennato anche agli sconvolgimenti ben più gravi che si sarebbero verificati quarant’anni dopo, in seguito alla pesante sconfitta subita da parte della Prussia. Nel giro di poche settimane, nel 1871, Parigi avrebbe rivissuto gli anni del Terrore, assistendo alla fucilazione del suo Arcivescovo nel terrificante bagno di sangue in cui sfociò l’esperienza della Comune. Qualche giorno fa, per inciso, una processione indetta per il centocinquantesimo anniversario di quel martirio è stata violentemente aggredita da militanti di estrema sinistra.

Le vicende del passato insegnano che anche gli imperi, per quanto sembrino potenti, possono crollare in un batter d’occhio, in modo del tutto inaspettato. Le svolte, normalmente, non avvengono senza grandi sofferenze per i cattolici, i quali, presi dai rivoltosi per capri espiatori, pagano in effetti per i peccati del loro popolo. Con le lacrime e il sangue, però, la Chiesa si purifica e rinnova, ritrovando così la freschezza del suo amore e lo slancio della sua missione. Anche l’attuale sistema di potere transnazionale sta dando evidenti segni di cedimento, malgrado l’apparenza di forza sventolata dalla propaganda. Se qualcuno decide di dare in pasto alla stampa le comunicazioni riservate del dottor Fauci, vuol dire che i capi occulti han cominciato a buttare a mare le pedine per salvare sé stessi. Se la Commissione Europea dispone il ritiro dell’ivermectina, capace di curare in pochi giorni le varianti più infettive del Covid, significa che l’impalcatura innalzata per convincere la gente a vaccinarsi sta vacillando. Qualora poi, come extrema ratio, provocassero una guerra con la Russia, la disarticolata politica estera dell’Unione ne farebbe una facile preda dell’avversario, dal quale, peraltro, diversi Paesi dipendono per l’approvvigionamento di gas e di materie prime.

Non lasciatevi quindi impressionare né dalle manovre politiche con cui il potere tenta di sottometterci completamente, né dall’aggressiva ostilità di parenti, amici e colleghi passati alla nuova religione del vaccino e aspramente intolleranti verso chiunque non li segua. Possiamo pur avere l’impressione che, come dopo la morte di Gesù, rimangano solo pochi discepoli affranti e dispersi, ma dobbiamo soltanto attendere il terzo giorno. Come Giuseppe d’Arimatea si prese cura del corpo esanime del Salvatore, ancora unito alla Persona divina del Verbo, così san Giuseppe si sta occupando di noi, membra terrene del Corpo Mistico, che appare privo di vita a causa della contraffazione della fede e dell’apostasia pratica dei costumi, ma è pur sempre unito al Capo in coloro che Gli sono fedeli. Con il notabile, giusto e buono, che non aveva aderito alla decisione del sinedrio (cf. Lc 23, 50-51), un altro nobile personaggio, Nicodemo, profuse la propria generosità nella sepoltura del Maestro (cf. Gv 19, 39), testimoniando così un indefettibile attaccamento a Colui che aveva invano cercato di difendere appellandosi al diritto, ma scontrandosi con un arrogante rifiuto di argomentare in modo pacato e ragionevole (cf. Gv 7, 50-52).

«Io sarò con voi; abbiate fiducia». Qualunque cosa sia prevista nei piani divini, stringiamoci alla Madre celeste con l’appoggio dello Sposo: la consacrazione al Cuore castissimo di Lui ci ha ancor più spalancato l’accesso al Cuore immacolato di Lei, nostro sicurissimo rifugio. Abbandoniamoci sulle ginocchia materne come Gesù deposto dalla croce o come la giovane novizia Caterina, quella notte di luglio in cui l’Angelo custode la condusse in cappella in risposta alla sua richiesta. Sotto la protezione della medaglia che la Vergine le avrebbe mostrato il 27 novembre successivo, lasciamoci inondare dal fiume di grazie che Maria e Giuseppe hanno in serbo per noi, capaci di prepararci a sostenere qualsiasi evenienza. Intensificando l’impegno della crociata di preghiera, imploriamoli poi di manifestare l’uomo scelto da Dio per restaurare le condizioni della Chiesa terrena e per chiamare l’umanità a quella pace che scaturisce dalla conversione alla verità e dal comune riconoscimento dell’unico Salvatore. Coraggio, dunque: quando tutto sembra perduto, è il momento in cui vira la storia.


COME DOVREBBE PARLARE IL PAPA:

https://www.youtube.com/watch?v=0jMgMwF36A8


PER GLI ADDETTI AI LAVORI:

La scure (lascuredielia.blogspot.com)


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