Filastrocche e fanta-scienza per spingere l'obbligo vaccinale
Dalla trasmissione del virus con i peti ai tormentoni sui social che imputano ai non vaccinati la responsabilità delle varianti, è propaganda a tutto campo per creare quel clima di terrore per spingere la popolazione al vaccino entro la fine di settembre. È il trionfo dell'anti-scienza
Siamo in una fase di sforzo massimo da parte del Governo per aumentare il numero dei vaccinati. Il Green Pass con tutti i ricatti che comporta è stato pensato in questa ottica. Si continua a ripetere che gli obiettivi di copertura vaccinale previsti devono essere raggiunti entro settembre, una data diventata una dead line imprescindibile. Per quale motivo?
Ci si attende evidentemente una nuova ondata di casi, ma c’è anche chi ipotizza che le aziende farmaceutiche attualmente pressoché monopoliste del mercato vaccinale paventino l’arrivo di nuovi vaccini, come il francese Sanofi annunciato da tempo, così come l’americano Novavax.È chiedere troppo? Per il Governo sì: il suo obiettivo è fare in fretta, più in fretta possibile, con i vaccini che ci sono, quelli del dicembre 2020, sempre e solo loro. La motivazione, lo sappiamo, è quella del raggiungimento – sempre più solo ipotetico - dell'immunità di gregge. La strategia per arrivare al massimo possibile della copertura vaccinale (che tra l’altro lascerebbe ai nuovi vaccini in divenire solo le briciole del mercato) è duplice: bastone e carota, come in ogni scenario dispotico che si rispetti.
Il bastone è il Green Pass, ovvero la minaccia di conseguenze sociali, lavorative, personali, con la paura anche di non essere curati o di essere maltrattati in caso di ricovero. La carota è invece la propaganda che vuole convincere a vaccinarsi per scongiurare un virus che viene presentato come sempre più infido e diffusivo. A volte queste narrazioni raggiungono un livello semplicemente grottesco.
In Inghilterra i giornali nei giorni scorsi hanno parlato, citando alcuni studi, della possibilità della trasmissione del virus del Covid anche attraverso le flatulenze intestinali. Sembra una boutade di cattivo gusto, ma in realtà la paura di poter entrare in una toilette o in un ambiente pubblico dove possa esserci nell’aria il virus di provenienza intestinale è un ulteriore contributo al clima di paura e di terrore rispetto ad una normale vita sociale. Le mascherine sul volto non saranno più una protezione sufficiente. La soluzione - allora - non potrà che essere la vaccinazione universale che, secondo una narrazione che peraltro non è priva di incitamenti neanche troppo nascosti a comportamenti imprudenti, vede nel vaccinato un individuo totalmente protetto, blindato, pressoché invulnerabile.
In tal senso, sta girando sui social una sorta di filastrocca, dal titolo Repetita juvant, secondo la quale al vaccinato non può succedere niente. Peraltro la filastrocca ci dice anche cose vere: “Io sono vaccinato. Io entro in contatto con variante Delta e prendo il raffreddore...” Verissimo. Ma è quello che succede anche al non vaccinato. Fa piacere che finalmente qualcuno dica la verità sulla variante Delta, sottolineando che si presenta come un forte raffreddore e non una polmonite interstiziale bilaterale. Ma allora perché i Media la presentano in modo spaventoso e allarmistico? La realtà è che la Delta, come le migliaia di altre varianti del Covid-19, può diventare pericolosa solo se non è curata. Con le terapie domiciliari precoci sparisce in brevissimo tempo, anche nei non vaccinati.La filastrocca dal sapore saccente e paternalistico (si sa che i non vaccinati sono dei minorati mentali cui spiegare le cose con pazienza) inanella una serie di topiche antiscientifiche, come quella che nel non vaccinato il virus oltre che replicarsi riesce anche a mutare, ed è così che si producono le famose varianti che sono tanto brutte e cattive e che possono far male anche al vaccinato, che in tal modo - evidentemente - ha fatto la vaccinazione per niente, anche se per qualche tempo è stato assolutamente protetto e invincibile, come Superman. La sua Kryptonite è il famigerato non vaccinato, il quale non solo si ammala (e gli sta bene) ma può anche vanificare tutto l’immenso sforzo del Generale Figliuolo e soci.
Ecco quindi una eco popolare e semplicistica al proclama di Draghi. Non più dibattito scientifico, ma slogan e filastrocche. Come nel caso della minaccia dei peti, non cè uno straccio di evidenza scientifica; anzi, facendo credere a chi legge questi messaggi che un non vaccinato possa arrivare a determinare una mutazione del virus, siamo al ribaltamento di quei dati, provenienti da Paesi ad alto tasso di vaccinazione come la Gran Bretagna e Israele, o gli Stati Uniti dove sono state riscontrate nuove varianti nelle popolazioni dei vaccinati, che dimostrano che il fenomeno delle mutazioni è sostenuto dalla pratica della vaccinazione, in tempo di epidemia da sempre sconsigliata da epidemiologi e immunologi, come ha autorevolmente ricordato il Premio Nobel Montagnier. Più della metà dei ricoverati attuali in Israele è vaccinata: questo è un dato incontrovertibile. Non basteranno le filastrocche a negarlo.
Paolo Gulisano
https://lanuovabq.it/it/filastrocche-e-fanta-scienza-per-spingere-lobbligo-vaccinale
TOTALITARISMO ALLA CINESE
Perché è giusto aver paura del Green Pass
Green Pass, di cosa aver paura? Molti se lo chiedono e non capiscono dove stia il problema. Eppure è nato come mero lasciapassare per viaggiare in sicurezza, ma Francia e Italia lo hanno trasformato in uno strumento di controllo. In Cina è integrato col sistema dei crediti sociali, con cui lo Stato controlla e valuta ogni cittadino.
Cina, crediti sociali e sorveglianza
L’uso dei simboli nazisti per indicare il pericolo della dittatura, delle stelle gialle e del parallelo con le leggi razziali (che discriminavano gli ebrei, dal 1938) è ricorso molto spesso nelle proteste e ha provocato l’indignazione delle comunità ebraiche e dell’opinione pubblica più moderata. Il nazismo spunta sempre quando c’è da contestare un abuso di potere (reductio ad hitlerum) e il paragone con le leggi razziali viene spesso in mente, in caso di discriminazione, perché è una ferita indelebile nella storia italiana. Ma il parallelo è improprio, in effetti: qui non si sta preparando una discriminazione su base razziale, ma comportamentale. I fascisti, dal 1938, i nazisti dal 1933, perseguitavano gli ebrei a prescindere dalle loro idee o dai loro comportamenti. Allora di cosa aver paura? I difensori dell’obbligo di Green Pass ne sottolineano l’assoluta normalità: come ci si deve fermare se il semaforo è rosso, come per pilotare un aereo c’è bisogno di un brevetto, per guidare un’auto c’è bisogno della patente, per entrare in un ristorante hai bisogno, in tempi di pandemia, di un lasciapassare verde. Cosa c’è da aver paura? C’è eccome. Vediamo di cosa.
Il lasciapassare verde è un’idea europea, ma l’origine è la Repubblica Popolare Cinese. Benché altre piccole realtà lo avessero introdotto su scala ridotta, nel marzo scorso, il regime di Pechino si è fatto promotore dell’idea su scala globale. Lo scopo dichiarato, sia del “passaporto vaccinale” cinese che del pass verde europeo, era quello di poter viaggiare “liberamente” in sicurezza. Chi conosce, però, i metodi comunisti sa che uno strumento nato con uno scopo formalmente innocuo, può trasformarsi, in men che non si dica, in un altro dispositivo di controllo totalitario. Che tipo di strumento? In Cina, in particolar modo, è un’integrazione al sistema di crediti sociali, con cui lo Stato valuta ogni singolo comportamento del cittadino e gli assegna un punteggio positivo o negativo. Se il punteggio è troppo basso, il cittadino viene escluso da una serie di servizi, fino a diventare prigioniero in casa sua e privato dell’accesso ai suoi risparmi. Se è particolarmente basso, il cittadino viene esposto al pubblico ludibrio, a una gogna elettronica, su Internet, sui maxischermi nei luoghi pubblici e sui media. Se è sotto una soglia minima, il cittadino disobbediente finisce in campo di rieducazione.
In Europa non esiste (ancora) un sistema di crediti sociali. Il Green Pass doveva essere solo un modo per viaggiare in sicurezza, senza subire quarantene o l’obbligo dei tamponi alla partenza e al ritorno. Ma la Francia e, subito dopo, anche l’Italia, lo hanno trasformato in uno strumento di controllo e valutazione. Chi non ha seguito determinati comportamenti, come vaccinarsi, è escluso, per motivi sanitari, da una serie di servizi a cui, fino al giorno prima, poteva avere libero accesso. E’ diventato già un piccolo sistema di crediti sociali. E’ vero che viene presentato come uno strumento ad hoc, giustificato dalla pandemia (in un periodo, però, in cui le ospedalizzazioni sono al minimo) e per questo viene accettato di buon grado da cittadini che non si fanno troppe domande. Ma può degenerare e diventare uno strumento di controllo, tout court? A questo punto sì. Basta poco. Se si sdogana questa logica, non ci vuole molto per arrivare a un sistema di crediti sociali alla cinese.
Prima o poi l’emergenza pandemica finirà, ma c’è già “l’emergenza climatica”. Anche per affrontare l’emergenza climatica la libertà individuale è vista come un ostacolo. Nella pandemia si dice che la tua libertà deve essere limitata per proteggere il resto della comunità dal contagio, perché chiunque può essere portatore inconsapevole della malattia. Dopo l’introduzione dei vaccini, si dice anche che non puoi scegliere di non vaccinarti, perché si deve raggiungere collettivamente l’immunità di gregge. Per combattere l’emergenza climatica, allo stesso modo, si dice che la tua libertà debba essere limitata ancor di più, perché consumi, spostamenti e stili di vita moderni producono esternalità che diverranno sempre più inaccettabili, come l’emissione di CO2 o la mera “impronta ecologica” (quanto “pesiamo” sulle risorse del pianeta). Se il Green Pass venisse un domani applicato per imporre un comportamento ecologicamente corretto, escludendo da ogni servizio chi non ha i requisiti necessari? Basterebbe un piccolo aggiornamento del software. Non si dovrebbe neppure cambiargli il nome. Quello della lotta al cambiamento climatico è solo un esempio, ma i motivi per sottrarre punti a un cittadino del futuro potrebbero essere molti di più. Basti vedere per quante cause, apparentemente insignificanti, si viene già bannati d'autorità dai maggiori social network...
I manifestanti contro l’obbligo di Green Pass, è questo che temono. Contrariamente alla maggioranza dei giornalisti e degli intellettuali, vedono il pericolo che arriva. Lo chiamano “nazismo”, perché è la tirannia che tutti noi abbiamo in mente. Ma è del modello cinese che dobbiamo aver seriamente paura.
Stefano Magni
https://lanuovabq.it/it/perche-e-giusto-aver-paura-del-green-pass
Anche Cacciari contro il Green Pass (con Agamben)
Pubbblicato da Istituto Italiano di Studi filosofici
A proposito del decreto sul green pass
La discriminazione di una categoria di persone, che diventano automaticamente cittadini di serie B, è di per sé un fatto gravissimo, le cui conseguenze possono essere drammatiche per la vita democratica. Lo si sta affrontando, con il cosiddetto green pass, con inconsapevole leggerezza. Ogni regime dispotico ha sempre operato attraverso pratiche di discriminazione, all’inizio magari contenute e poi dilaganti. Non a caso in Cina dichiarano di voler continuare con tracciamenti e controlli anche al termine della pandemia. E varrà la pena ricordare il “passaporto interno” che per ogni spostamento dovevano esibire alle autorità i cittadini dell’Unione Sovietica. Quando poi un esponente politico giunge a rivolgersi a chi non si vaccina usando un gergo fascista come “li purgheremo con il green pass” c’è davvero da temere di essere già oltre ogni garanzia costituzionale.
Guai se il vaccino si trasforma in una sorta di simbolo politico-religioso. Ciò non solo rappresenterebbe una deriva anti-democratica intollerabile, ma contrasterebbe con la stessa evidenza scientifica. Nessuno invita a non vaccinarsi! Una cosa è sostenere l’utilità, comunque, del vaccino, altra, completamente diversa, tacere del fatto che ci troviamo tuttora in una fase di “sperimentazione di massa” e che su molti, fondamentali aspetti del problema il dibattito scientifico è del tutto aperto. La Gazzetta Ufficiale del Parlamento europeo del 15 giugno u.s. lo afferma con chiarezza: «È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, anche di quelle che hanno scelto di non essere vaccinate». E come potrebbe essere altrimenti? Il vaccinato non solo può contagiare, ma può ancora ammalarsi: in Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 avevano ricevuto la doppia dose. In Israele si calcola che il vaccino copra il 64% di chi l’ha ricevuto. Le stesse case farmaceutiche hanno ufficialmente dichiarato che non è possibile prevedere i danni a lungo periodo del vaccino, non avendo avuto il tempo di effettuare tutti i test di genotossicità e di cancerogenicità. “Nature” ha calcolato che sarà comunque fisiologico che un 15% della popolazione non assuma il vaccino. Dovremo dunque stare col pass fino a quando?
Tutti sono minacciati da pratiche discriminatorie. Paradossalmente, quelli “abilitati” dal green pass più ancora dei non vaccinati (che una propaganda di regime vorrebbe far passare per “nemici della scienza” e magari fautori di pratiche magiche), dal momento che tutti i loro movimenti verrebbero controllati e mai si potrebbe venire a sapere come e da chi. Il bisogno di discriminare è antico come la società, e certamente era già presente anche nella nostra, ma il renderlo oggi legge è qualcosa che la coscienza democratica non può accettare e contro cui deve subito reagire.
Diario della crisi
È possibile trovare le parole per esprimere lo smarrimento che proviamo, in questa sospensione del tempo attraversata da vertiginosi cambiamenti? Per dare voce all’esperienza della separazione dai nostri prossimi, che pure ci accomuna a tutti gli abitanti del pianeta? Per restituire le domande che ci poniamo, immersi in una sfera cognitiva dissonante, con la sensazione che ci sveglieremo da questo incubo in un mondo trasformato e da trasformare? Proviamo a trovare insieme queste parole.
I Padroni del Discorso lo dirigono
https://twitter.com/Musso___/status/1419724057084403717
https://www.maurizioblondet.it/anche-cacciari-contro-il-green-pass-con-agamben/
Speranza: “Il green pass è la più grande opera di digitalizzazione mai fatta”
Speranza a Bologna, 26 luglio 2021: “Il green pass è la più grande opera di digitalizzazione mai fatta”
https://www.bolognatoday.it/politica/ministro-salute-speranza-romano-prodi-bologna.html
Biometric Update, 20 settembre 2019: “ID2020 e partners lanciano programma per fornire ID digitale con i vaccini”
Money.it, 20 aprile 2020: “L’ID2020, infatti, è un programma di identificazione elettronica che punta ad includere ogni persona sulla terra; un programma che come piattaforma andrebbe ad utilizzare la vaccinazione generalizzata.”
https://www.money.it/ID2020-identita-digitale-cosa-e-legami-COVID19
Tornano gli incubi del passato - Dietro il Sipario - Talk Show
Per la prima volta dopo le dittature novecentesche in Italia si consolida la discriminazione a norma di legge. Il green pass rappresenta un punto di non ritorno rispetto alla tenuta delle nostre istituzioni democratiche. Tornano quindi i fantasmi peggiori che pensavamo sepolti dalla storia. Il popolo riconosce il pericolo e protesta in piazza. La democrazia è oramai perduta per sempre? Ne parliamo a "Dietro il Sipario" in compagnia di Ilaria Bifarini, Enzo Pennetta e Alessandro Fusillo
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