ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 31 dicembre 2011

Cronaca di una svolta cruciale


Il Meeting dell’Americanizzazione?
Cronaca di una svolta cruciale
 

Articolo di Giovanni Vinciguerra, tratto dal sito di Identità Europea, dicembre 2003.


Premessa
L'articolo che state per leggere racconta la svolta americanista diComunione e Liberazione. È particolarmente interessante perché proviene da persone che in passato sono state vicine all'organizzazione di Don Giussani. Personalmente, non sono d'accordo con l'eurocentrismo dell'autore, né con le sue preoccupazioni storiografiche, ma questo non è importante: non è necessario condividere tutto ciò che dice per capire che si tratta di riflessioni davvero importanti.
Le prime volte che ho incontrato Comunione e Liberazione, negli anni Settanta, mi sembrava un movimento certamente clericale e quindi lontano dalla mia esperienza e sensibilità; mi turbava l'aggressivo proselitismo e i discorsi di Don Giussani mi sembravano poi fabbriche di purissimo fumo. Però ammiravo l'entusiasmo sincero dei suoi seguaci, e mi rendevo conto che erano capaci di parlare con quella che potremmo chiamare l'anima profonda dell'Italia, mettendo insieme Don Camillo e Peppone. A volte con lucide intuizioni sulla malvagità del capitalismo trionfante.
CL ha fatto una lunga strada da allora. Mi chiedo se ciò sia dovuto all'accumulazione di capitali, oppure alle scelte del fondatore di Comunione e Liberazione; o al fatto che tutte le terze vie per uscire dal capitalismo sembrano destinate a finire nel grande alveo.
In ogni caso, vale un principio fondamentale: ciò che conta non è da dove viene un movimento, e nemmeno quale sia il suo linguaggio, ma la direzione che prende. Oggi Comunione e Liberazione, e il suo vasto contorno, sta prendendo una direzione davvero pessima: la direzione deicristianisti, di coloro che sentono più vicino un predicatore evangelico di Milwaukee che un ortodosso di Betlemme, solo perché occidentale.

ANGLICANORUM CŒTIBUS

Brunero Gherardini, “ANGLICANORUM CŒTIBUS”: Conversione o Trasloco? Osservazioni postume.

Ricevo con immensa gratitudine da parte di Mons. Gherardini e pubblico con grande interesse il seguente documento, inserendo, dal sito InternEtica, una serie di link utili ad una più proficua consultazione.

Con un po’ di ritardo, consigliato dall’opportunità di non dar corpo alle prime impressioni, decido di metter a fuoco alcune zone d’ombra, e relativi problemi, della Costituzione Apostolica “Anglicanorum cœtibus”.(1)

Oggi le zone d’ombra si sono sfumate, ma i problemi son rimasti: segno che non si trattava soltanto di prime impressioni. La conversione al cattolicesimo, quando di vera conversione si tratta, non lascia indifferenti i buoni cattolici, nei quali infonde una comprensibile gioia e dal cuore dei quali sprigiona la più viva gratitudine a Dio e sensi di fraterna accoglienza ai convertiti. Purtroppo, nella Costituzione in oggetto e nel caso che intende risolvere e regolamentare, gli elementi dottrinali e pratici della conversione son quasi del tutto assenti.

Com’è ormai risaputo, la Costituzione tutela e disciplina il passaggio – la cui notizia scosse alcuni anni or sono l’opinione pubblica ed i mezzi della comunicazione sociale, ma alla quale oggi più nessuno sembra interessato – d’intere comunità dall’anglicanesimo al cattolicesimo. Tale passaggio ha le sue premesse, anche se non esclusivamente, nell’aperta ribellione d’oltre 200 vescovi della comunione anglicana, i quali disertarono la “Conferenza di Lambeth” riunitasi a Canterbury dal 16 luglio al 3 agosto 2006, a motivo dell’avvenuta ordinazione d’un vescovo dichiaratamente gay (Gene Robinson) e della predisposizione di riti speciali per la benedizione di coppie omosessuali. A Lambeth il vuoto dei “ribelli” non poteva certamente esser colmato dalla presenza di ben tre cardinali cattolici (W. Kasper, I. Dias e Murphy O’Connor), i quali avevan semplicemente e cortesemente risposto ad un invito ufficiale. E’ tuttavia probabile che la loro presenza abbia in qualche misura concorso a creare l’atmosfera d’un incontro in famiglia, con soddisfazione d’alcuni e disappunto d’altri. Certo è che l’assenza dei “ribelli” e le stesse discussioni di quei giorni misero in risalto una situazione di gravissima crisi all’interno della comunione anglicana, già scossa sia dal sacerdozio femminile e da un suo possibile accesso all’episcopato, sia dall’urto tra anglicani tradizionalisti e liberali. Non fa, perciò, meraviglia che non pochi anglicani abbian allora considerato il passaggio alla Chiesa di Roma come la soluzione migliore.

venerdì 30 dicembre 2011

LETTERA APERTA A "SI' SI' NO NO"

di P. Giovanni Cavalcoli, OP
Cari Amici,
ho letto l’articolo “Punti fermi” del 31 ottobre scorso. La firma “Dominicus” in una trattazione così sensibile al tema della verità in teologia e nella nostra santissima fede cattolica, con citazioni di autori tomisti, come è il vostro solito, mi ha fatto subito pensare alla mia missione di Figlio di San Domenico, che voi già conoscete e che avete citato altre volte nel vostro Periodico, per cui colgo l’occasione per ringraziarvi nuovamente, da Domenicano docente emerito di teologia a Bologna, che vi segue da molti anni, sin da quanto lavorò, negli anni ’80, in Segreteria di Stato, dove pure arrivava il vostro interessante Bollettino.
Da tempo c’è tra noi una franca discussione su temi importantissimi di attualità ecclesiale, in particolare come interpretare e che valore dare ad alcuni insegnamenti dottrinali del Concilio Vaticano II, i quali presentano una novità rispetto dalla Tradizione e al precedente Magistero della Chiesa, novità la quale fa pensare ad una “rottura” o ad una “contraddizione”, come a dire che il Concilio si sia sbagliato o insegni il falso, in riferimento alla verità immutabile ed irreformabile della dottrina precedente, la quale o è di fede definita (dogma) o comunque, anche se non definita come di fede, è comunque materia di fede. La prima, come sapete bene voi che conoscete l’ermeneutica tradizionale, è de fide credenda o fede divino-teologale, la seconda è de fide tenenda o di fede ecclesiastica.
So bene che voi insistete con molti argomenti tratti dalla Tradizione, dalla Scrittura, dal Magistero precedente e dai teologi, in particolare l’Aquinate, e più recentemente citando le opere di Mons.Gherardini, eminente e dottissimo teologo del quale mi onoro di essere amico, insistete, dicevo, nel sostenere la tesi della “rottura” o della “contraddizione”, cioè mi par di capire, anche se noto in voi un
certo pudore o ritrosia nel dirlo, che secondo voi il Concilio contiene delle eresie e quindi con esso i Papi e la Chiesa stessa docente hanno abbandonato il sentiero della verità di fede precedentemente definita, ci stanno guidando per sentieri fuorvianti, hanno tradito la Tradizione ingannandoci con vuote e non dimostrate assicurazioni di “continuità” adducendo il pretesto del “progresso” o “sviluppo” dottrinale che fa piacere ai modernisti, e questo si può capire perché il Concilio stesso ha ceduto al modernismo(1).

Nel presepe alternativo Gesù ha due papà

di Rino Cammilleri da La Bussola Quotidiana 

Su segnalazione di una lettrice, vado a vedere il sito Giornalettismo.com (sotto) del 27 dicembre 2011 e scopro che un centro sociale bergamasco, detto Paci’Paciana (boh) ha allestito un presepe «provocatorio» (e te pareva…) con due San Giuseppe attorno al bambino e niente Madonna.
Spiegazione dei portavoce: la Sacra Famiglia è una «coppia di fatto» che ha «usufruito delle fecondazione eterologa». E poi, giù con le solite lagne sulla «discriminazione» dei gay che in Italia, poveretti, non godono di una legge che aggravi le pene a chi li molesta. I cosiddetti centri sociali, si sa, sposano tutte le cause dei deboli e degli oppressi, purché siano di sinistra e politicamente corrette. Che ci volete fare, anche il fascismo aveva le sue squadracce che mandava a dare lezioni “a mano” a chi non si conformava. Questo è il motivo per cui in Italia vengono tollerati e addirittura finanziati.
Naturalmente, non possiamo aspettarci alcuno spessore culturale nei «ragazzi» ultraquarantenniche fanno l’antagonismo, la disobbedienza civile, la indignatión e lo spaccatutto di alto valore morale. Altrimenti saprebbero che Maria e Giuseppe erano regolarmente sposati in sinagoga, altro che coppia di fatto. Ma la Fantasia al Potere è sempre stata limitata, ottusa e di nessuna fantasia.
Così, il presepe centrosocialista bergamasco è solo un papocchio con due gemelli (Giuseppe + Giuseppe) a farsi scaldare le terga da un asino e un bue (suggerisco l’aggiunta di un fumetto in cui l’asino dice cornuto al bue). Ovviamente, avendo levato di mezzo l’unica donna del presepe, i «ragazzi» di cui sopra cozzano contro un altro dei capisaldi del politicamente corretto, il femminismo. Ma si sa: nei centri sociali le femmine non hanno mai contato molto: ci avete fatto caso che i loro portavoce e dirigenti sono sempre maschi? Così, anche il loro presepe «alternativo» è maschilista: maschi sono i pastori, maschi i Magi, maschio il Pargolo.
L’unica cosa di genere femminile è la mangiatoia, ma quella per i centri sociali è sempre stata sacra; anzi, è l’unica cosa sacra che abbiano. Pace & bene anche a loro, comunque, perché dimostrano che neanche loro possono togliersi dalla mente quel Bambino: o Lo si ama o Lo si odia. Per gli uomini di buona volontà è una rassicurante Presenza. Per tutti gli altri è un’Ossessione. Come Lui stesso aveva previsto.

Gesù Bambino ha due papà nel presepe gay

27 dicembre 2011
L’iniziativa è di un centro sociale bergamasco
Gesu’ bambino, il bue, l’asinello e due San Giuseppe. E’ l’iniziativa, destinata a far discutere, del piu’ frequentato centro sociale bergamasco, che ha allestito un presepe senza Maria, ma col bambinello accudito da genitori gay, rappresentati da due statuette di Giuseppe. Nella visione del centro, il Paci’ Paciana, la sacra famiglia e’ “una coppia di fatto” che ha “usufruito della fecondazione eterologa”, e’ “contro l’omofobia” e, per questo, solidale con chi ha “subito discriminazioni per il suo orientamento sessuale”.
ANCHE LORO - “Nel nostro Paese”, spiegano, in una nota i responsabili del centro, “non esiste nessuna legislazione penale ne’ contro la discriminazione ne’ contro gli atti di violenza e di incitamento all’odio sulla base dell’orientamento sessuale”. ”Per questo la Sacra Famiglia, in collaborazione con il Csa Paci’ Paciana, presentandosi per il Natale 2011 come famiglia omogenitoriale- si prosegue -, esprime piena solidarieta’ a tutti coloro che hanno subito qualunque tipo di discriminazione a causa del proprio orientamento sessuale o delle proprie scelte di vita”. “Cio’ non deve stupire – si conclude -: checche’ ne dicano porporati e politicanti la Sacra Famiglia, in quanto coppia di fatto che ha usufruito della fecondazione eterologa, e’ da sempre sensibile a queste tematiche”. (AGI
http://www.giornalettismo.com/archives/182681/gesu-bambino-ha-due-papa-nel-presepe-gay/

giovedì 29 dicembre 2011

Gli ispiratori del vaneggiamento pseudo-ecumenico

GUENON E HEIDEGGER, ABBAGLI GNOSTICI E LUMICINI FILOSOFICI PER INQUINARE LA VERITA' CATTOLICA 

di Piero Vassallo

Nel 1959, quando il delirio dei nuovi teologi stava uscendo dal margine in cui lo aveva relegato l'enciclica Humani generis di Pio XII, Gianni Baget-Bozzo pubblicò, nella rivista "Studium", un saggio, "Dal razionalismo alla gnosi", in cui erano puntualmente elencati i segnali della tempesta pseudo-ecumenica, che stava addensandosi sopra la Chiesa cattolica, in festoso cammino verso il Concilio Vaticano II.

Uditore e divulgatore dei lungimiranti discorsi del cardinale Giuseppe Siri sugli estremi languori del pensiero moderna e sulla riemersione della gnosi ereticale, Baget-Bozzo definiva l'umiliante metamorfosi delle verità fino ad allora portate in trionfo dagli atei filosofanti: "Fallito il grandioso tentativo hegeliano di ridurre alla ragione la natura e la storia, ritorna drammatica l'esperienza della dualità, il pensiero ricorre a una conoscenza metalogica (l'apertura all'essere di Heidegger, l'intuizione bergsoniana) distinta e parallela alla conoscenza scientifica".
Congedate le filosofie in discesa dall'illuminismo, il pensiero dei moderni apostati si rifugiava nel teatrino della doppia verità: difendeva la granitica fede nella Scienza sovrana (una mitologia oggi sopravvivente soltanto nei comici pistolotti dei darwinisti) ma ammetteva l'eventualità di una conoscenza personale del soprarazionale o la tradizione di esso.
Lo sdoppiamento del pensiero moderno aprì un varco ai fumi tossici dell'esoterismo di stampo massonico.

Sant'Egidio in libertà vigilata (..?..)

La segreteria di Stato autorizza "La Civiltà Cattolica" a pubblicare un articolo elogiativo della Comunità. Ma con numerosi tagli al testo originale, sui punti di disaccordo. Eccoli a uno a uno. Quanto al fondatore Riccardi...

di ***



CITTÀ DEL VATICANO, 29 dicembre 2011 – “Sant’Egidio: profilo di una comunità cristiana”. È questo il titolo di un articolo de "La Civiltà Cattolica" sulla comunità fondata a Roma nel 1968 da Andrea Riccardi, uscito proprio nei giorni in cui questi è diventato ministro di governo.

I giudizi dell'articolo sono elogiativi anche riguardo alla "diplomazia silenziosa" praticata dalla Comunità. E già questo desta sorpresa, dal momento che le bozze de "La Civiltà Cattolica" sono riviste dalla seconda sezione della segreteria di Stato, cioè dal ministero degli esteri vaticano, dove la diplomazia di Sant’Egidio continua ad essere considerata più di intralcio che di aiuto all'attività istituzionale della Santa Sede nel mondo.

L'articolo ha per autore non uno degli "scrittori" del quindicinale dei gesuiti di Roma, ma padre Andreas R. Batlogg, direttore delle rivista "Stimmen der Zeit" dei gesuiti tedeschi: una rivista notoriamente più "liberal" della consorella romana e più in linea, semmai, con altre testate della Compagnia di Gesù come la statunitense "America", la francese "Études" o la milanese "Aggiornamenti Sociali".

Il negazionismo

QUANDO ALBERTO MAGGI NEGO' LA RESURREZIONE DI LAZZARO. SCEMPIAGGINI VS MAGISTERO

Pontifex.RomaPadre, con il dovuto rispetto che si deve ad un uomo di Chiesa, mi perdoni. Premetto che io non sono nessuno, mentre padre Alberto Maggi è fine teologo, biblista e sobillatore di popolo ma ... leggiamo insieme: Incontro di approfondimento biblico “L’ultima beatitudine”, con Alberto Maggi (dal 27 al 28 gennaio 2007). Dice Alberto Maggi: "...Al che ci si chiede: ma ha fatto loro un favore Gesù allora? Se noi lo crediamo, se con la morte si entra in una condizione di vita che non ci sono parole per definirne la pienezza, la felicità, la gioia...se con la morte si entra in una dimensione di vita che è di una pienezza incredibile, ma Gesù ha fatto loro un favore o ha fatto loro un dispetto risuscitandoli?" [Innanzi tutto è bene ricordare che prima della Passione del Signore i giusti che morivano non accedevano alla beatitudine, ma andavano nel seno di Abramo]. Continua l'aspirante Martin Lutero: "E una volta risuscitati come sarà stata la vita di queste persone sotto l’incubo di sapere che prima o poi sarebbero poi dovuti rimorire un’altra volta?" [Se una persona che è morta, ed ha visto Dio, viene da questi risorta, e ricorda l’esperienza, è altamente probabile che abbia appreso un po’ di pazienza e di pacifica uniformità alla volontà di Dio, visto che le avevano i santi prima ancora di vedere Dio dopo la morte]. Continua Alberto Maggi: "Le risurrezioni nei vangeli sono appena 3, un po’ poche. Se Gesù aveva il potere di risuscitare i morti,..." [Sta dicendo quindi che Dio non aveva il potere di farlo!]

Il “parroco partigiano”


A Pisa il “parroco partigiano” promuove raccolta firme pro mondialismo accanto al Presepe
Da anni siamo abituati ai deliri mondialisti e terzomondisti perpetrati da esponenti della “chiesa conciliare” in nome di un non ben definito senso di fratellanza che nulla ha a che fare con l’amore del prossimo per amor di Dio insegnato dal Vangelo e dal Magistero Perenne di Santa Madre Chiesa.
Tali deliri mondialisti sono le applicazioni pratiche delle indicazioni dei vertici conciliari, come spesso abbiamo avuto modo di denunciare. Assisi III è stato, quest’anno, il più triste epilogo dello slancio mondialista, che offende Nostro Signore e l’umanità.
Il parroco di Perignano in provincia di Pisa, “don” Armando Zappolini, per il Natale 2011 ha pensato forse di realizzare una Natività in chiesa, che servisse a tutti, italiani e stranieri come rappresentazione dell’Incarnazione del Dio che si fa uomo per la nostra redenzione? Certo che no. Questo sarebbe stato troppo cattolico, diremmo quasi integralista. E così, in linea col mondialismo vaticano secondista, ha fatto un “presepe” –  udite udite - “antirazzista”… nel classico stile catto-comunista. 

Longarone: il parroco registra Gesù all’anagrafe


DAL CORRIERE DELLE ALPI DEL 27-12-2011
Don Gabriele Bernardi s’è presentato all’anagrafe comunale per l’atto formale. Il sindaco Padrin ha sottoscritto
LONGARONE All’ufficio anagrafe di Longarone devono aver sgranato gli occhi quando hanno visto arrivare don Gabriele Bernardi con una richiesta tanto singolare: il parroco era lì per registrare ufficialmente la nascita di Gesù. D’altra parte, avranno pensato, non c’è nulla di strano: si sa che il pargoletto è venuto al mondo nella notte del 25 dicembre. Per di più, proprio come duemila anni fa, siamo in tempi di censimento della popolazione. Se si tiene poi conto del fatto che nel documento di nascita non è previsto l’inserimento né della paternità né della maternità del neonato, allora la cosa assume contorni ancora più verosimili. Così gli impiegati sono corsi a chiamare il sindaco, perché ponesse firma ed ufficialità all’atto. E alla fine Gesù bambino è stato registrato all’anagrafe di Longarone; data di nascita: 25 dicembre.

"Sindone,oggetto impossibile"



Monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della commissione diocesana torinese per la Sindone, dichiara all'Osservatore Romano:«La Sindone continua a essere, per la scienza, un "oggetto impossibile", impossibile anche da falsificare».
VATICANISTA DE LA STAMPA
I risultati degli studi condotti per cinque anni sulla Sindone da un'equipe dell'Enea (l'Ente nazionale italiano per le nuove tecnologie e lo sviluppo sostenibile) rendono ancora più improbabile la tesi
secondo cui il telo custodito al Duomo di Torino, che secondo la tradizione cristiana avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione, possa essere un «manufatto», realizzato in epoca successiva al primo secolo. Degli esiti delle ricerche dà conto l'Osservatore Romano nell'edizione di domani, che sostiene che per la scienza la Sindone sarebbe ormai un oggetto «impossibile da falsificare».

ABBAGLI E ILLUSIONI

ABBAGLI E ILLUSIONI ALLA VIGILIA DEL CONCILIO VATICANO II

di Piero Vassallo
Nella seconda metà degli anni Cinquanta, solo gli esponenti cattolici fedeli alla dottrina ortodossa e perciò indenni dall’influsso della chiacchiera giornalistica, osavano proporre una interpretazione realistica e anticonformistica dei segni del tempi, nei quali si contemplava l’inarrestabile movimento sovietico di liberazione dell’umanità. “Liberazione” che Pio XI aveva puntualmente definito “rimedio peggiore del male”.
Esponenti e guide della minoranza refrattarie alle illusioni e ai miraggi di giornata erano i cardinali Ernesto Ruffini, Alfredo Ottaviani e Giuseppe Siri, e i filosofi Cornelio Fabro, Antonio Messineo, padre Julio Meinevielle, Michele Federico Sciacca e Augusto Del Noce.

mercoledì 28 dicembre 2011

Appello personale di don Markus

Appello personale di don Markus, programmatore di Gloria.tv
Cari amici,

Un giovane sacerdote sogna di convertire un villaggio, come il curato d'Ars, o di dare l'assoluzione a lunghe file di peccatori come S. Leopoldo Mandic.

Un altro santo, S. Massimiliano Kolbe, non ha convertito alcun villaggio e non ha dedicato tutta la sua vita ai penitenti. Come apostolo della buona stampa, per diffondere il Vangelo passava giorni e notti a posizionare i caratteri sulle macchine di stampa dell'epoca.

Chi li chiama fratelli maggiori..? -2

THE OTHER ISRAEL – documentario molto istruttivo sulla storia d’Israele e del sionismo(Eng)

Chi li chiama fratelli maggiori...? - 1

Il ruolo nello schiavismo di eminenti rabbini


I RABBINI ANTI-NERI NELLA STORIA AMERICANA[1] 

La pubblicazione nel nostro blog “On the Contrary” di questo estratto di uno studio di Jackie Muhammad non deve essere considerata un’approvazione delle sue idee o di quelle di TheNation of Islam. Viene qui pubblicato per stimolare ricerche, indagini e discussioni fuori dagli stretti confini di ciò che i custodi dell’Establishment considerano ammissibile. 

***

Esaminato il ruolo nello schiavismo di eminenti rabbini

Di Jackie Muhammad

Tratto da Nation of Islam Research Group [Gruppo di ricerca della Nazione dell’Islam], volume 2, numero 20, 2011

Mosè Maimonide
Uno dei rabbini più famosi del mondo fu Mosè Maimonide, un rabbino del dodicesimo secolo  considerato uno dei più grandi pensatori dell’Europa medioevale. È chiaro che non pensava quando disse che i neri erano “biologicamente inferiori” e che gli africani neri erano “più in basso degli uomini ma più in alto delle scimmie”. 

È molto interessante che Maimonide fece queste osservazioni quando gli africani neri, conosciuti come i mori musulmani, esercitavano un’egemonia economica, politica, intellettuale e culturale sulla maggior parte dell’Europa occidentale. Il rabbino Maimonide è considerato “il simbolo della fede pura e ortodossa”, e i suoi scritti sono considerati “l’opera più grande della filosofia religiosa ebraica”. 

Non succede alle false gospe..

Il mantello della Vergine di Guadalupe
E' veramente incredibile quello che la scienza ha scoperto su questa tilma, che avrebbe dovuto distruggersi dopo 20/30 anni!

1. Studi oftalmologici realizzati sugli Occhi di Maria hanno scoperto che avvicinando loro la luce, la retina si contrae e ritirando la luce, torna a dilatarsi, esattamente come accade a un occhio vivo.

2. La temperatura della fibra di maguey (ricavata da una pianta) con cui è costruito il mantello mantiene una temperatura costante di 36.6 gradi, la stessa di una persona viva.

martedì 27 dicembre 2011

Si può ancora credere nell’Angelo custode?

di Francesco Lamendola - 27/12/2011            Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte] 

È ancora possibile parlare agli uomini dell’Angelo custode?
È “ancora” possibile, vogliamo dire, dopo il disincanto dell’età adulta, che ripudia come “favola” e come “leggenda” tutto ciò che, nell’infanzia, è stato presentato e recepito come appartenente all’ordine soprannaturale della realtà?
Ed è “ancora” possibile farlo, dopo tutte le sdolcinatezze che la cultura New Age, precipitatasi su questo ghiotto boccone per sfruttarlo al massimo, ha ricamato intorno al ruolo svolto nella vita umana dalla presenza dell’Angelo Custode?
C’è, in un paese a pochi chilometri da qui, una edicola sacra, sulla quale è stata affrescata, a grandezza naturale, la classica iconografia dell’Angelo custode: una creatura splendente, alata, immensamente benevola, che prende per mano un bambino e lo accompagna con passo sicuro lungo i sentieri della vita, incontro al mistero finale di Dio.

Sacrilegio a Trento

Sacrilegio a Trento: la ‘chiesa’ di S. Simonino diverrà ‘sinagoga’

Martirio di San Simonino
“HAEC EST ORA VESTRA ET POTESTAS TENEBRARUM!”
d. CURZIO NITOGLIA – 27/12/2011
Il caso “S. Simonino”: un fatto storico
●«Simonino di Trento, Santo, Martire» (I. Rogger, voce Simonino, “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, 1953, vol. XI, col. 640). La S. Sede, con papa Sisto IV, ha permesso il culto privato di Simonino come Martire il 10 ottobre 1475, soli sette mesi dopo il suo martirio. Mentre per l’iscrizione di Simonino col titolo di “Santo” al “Martirologio Romano”: «San Simonino da Trento crudelissimamente trucidato dai Giudei in odio alla Fede» bisogna attendere il 1584 e per il culto liturgico pubblico a Simonino bisogna attendere il 1588 con papa Gregorio XIII. Ora il “Martirologio Romano” è un Libro Liturgico della Chiesa Universale ed ha un’importanza dogmatica e magisteriale enorme, che secondo alcuni confina con l’infallibilità, poiché rappresenta la “Fede pregata” secondo l’adagio “lex orandi, lex credendi”. In senso stretto anche se Simonino è chiamato “Santo” nel Martirologio non si tratta di canonizzazione, ma solo di Beatificazione, tuttavia è una Beatificazione sui generis poiché concede al Beato non solo un culto locale nella Diocesi di Trento, ma un culto universale in tutta la Chiesa, come al canonizzato. I teologi spiegano che Simonino pur se non è stato canonizzato de facto è canonizzabile de jure (cfr. Divinitas 2/2003, “Canonizzazione e infallibilità”).
●Annibale Bugnini alla voce “Martirologio” sulla “Enciclopedia Cattolica” (Città del Vaticano, 1953, vol. VIII, coll. 244-258) spiega che «Il Martirologio è un Libro liturgico della Chiesa universale e ne ha tutto il valore dogmatico». Ossia rientra nell’oggetto secondario dell’infallibilità in quanto Legge ecclesiastica universale.
●Simonino fu martirizzato il 23 marzo 1475 ed il 23 giugno 1475 il processo contro gli omicidi era terminato. Appena un mese dopo la fine del processo, il 20 luglio, papa Sisto IV nominò una ‘Commissario pontificio’ per esaminare accuratamente l’operato del Vescovo di Trento e del processo contro gli assassini di Simonino. Per andare ancora più a fondo il Papa, cinque mesi dopo, dovette nominare una ‘Commissione cardinalizia’, che lavorò dal dicembre del 1475 sino al 20 giugno del 1478. I sei cardinali che componevano la ‘Commissione’ nominata da Sisto IV emisero la seguente sentenza, approvata dal Papa stesso con una ‘Bolla pontificia’: “il processo si è svolto giuridicamente bene e correttamente”.

Teologi (?) furbetti à la coque


CHIESA CATTOLICA: Gesù Cristo e il teologo moderno

Sabato 10 dicembre, a Belluno, il teologo friulano don Rinaldo Fabris, invitato dalla Fondazione Liberal, è venuto a presentare il suo ultimo ponderoso lavoro a cui ha dato il titolo Gesù Nazareno. Sono andato a sentire questo teologo con apprensione ma anche con speranza. Con apprensione perché, negli ultimi tempi, dai teologi sono venute tante di quelle idee confuse e contraddittorie che ci hanno allarmato sino a porci la domanda se essi credono veramente nella divinità di Gesù; con speranza perché, dopo l’uscita del secondo volume su Gesù da parte del Papa teologo, era venuta una folata di vento chiarificatore a spazzare le nubi dell’incertezza.
L’inizio è stato promettente. Il prof. Fabris ha spiegato il perché di quel suo titolo in apparenza riduttivo: Gesù Nazareno, senza alcun altro aggettivo. La spiegazione che ne ha dato mi ha rincuorato, perché essa si rifaceva a quanto sostenuto da Israel Zolli, il rabbino di Roma durante i difficili anni di guerra, poi convertitosi al Cristianesimo assumendo il nome di Eugenio in omaggio e in riconoscenza verso Pio XII. Nazareno significa, infatti, sotto l’aspetto semantico aramaico, “Oratore affascinante e trascinatore”.
Le apprensioni hanno preso corpo subito dopo, quando il professore è passato a ripetere la domanda che Gesù rivolse ai discepoli in quel di Cesarea di Filippo, l’odierna Banias: «Chi dite voi che io sia?»