Per
una volta mi trovo d'accordo con Richard Dawkins, il profeta
dell'ateismo militante, il quale ha affermato che i cattolici che non
credono nella presenza reale di Cristo nell'eucarestia non possono
onestamente chiamarsi cattolici.
Proprio questa settimana un sondaggio commissionato dall'Irish Times
rivela che ben il 62% dei cattolici irlandesi intervistati ritiene che
il pane e il vino consacrati durante la Messa siano soltanto un simbolo,
e non presenza reale di Cristo nel suo corpo e nel suo sangue. Di fatto
questi "cattolici" sono giá, senza rendersene conto, protestanti.
Una tragedia, ha commentato Nick Donnelly sul suo Blog,
se consideriamo i sacrifici immani e le persecuzioni che generazioni di
cattolici irlandesi dovettero sopportare per mantenere la fede
cattolica: la fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucarestia.
Come
si é arrivati a questa situazione disastrosa? Non sará forse perché per
decenni (guarda caso dal Concilio Vaticano II) sacerdoti, vescovi e
cardinali hanno continuato a descrivere la Messa come banchetto o cena
tra amici, come "incontro del popolo di Dio", e non come sacrificio
incruento di Cristo? Non sará per il florilegio di abusi liturgici
(palloncini, pupazzi, danze, ecc) che tutto sugggeriscono tranne la
presenza reale di Cristo nell'Eucarestia?
In questa festa del Corpus Domini, uno spunto per un serio esame di coscienza da parte di sacerdoti e vescovi.
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