Alcune persone, purtroppo anche dei sacerdoti, hanno obiettato contro la devozione dello scapolare della Madonna del Carmine, per il suo carattere “superstizioso” e per il fatto che la salvezza del portatore di quest’abitino atterrebbe ad un’osservanza puramente esteriore, indipendente dalle disposizioni interiori dell’anima (Stato di grazia, virtù, ecc.). Ad esse rispondiamo con San Luigi Maria Grignion di Monfort:
“Le pratiche esteriori ben fatte aiutano le interiori, sia
perché esse fanno ricordare all’uomo, che si guida sempre coi sensi, di
quello che ha fatto e di quello che deve fare; sia perché esse sono
proprie per edificare il prossimo che li vede, cosa che non fanno quelle
che sono puramente interiori. Nessun uomo del mondo dunque critichi né
metta qui il naso per dire che la vera devozione è nel cuore, che
occorre evitare quello che è esteriore, che può esservi della vanità,
che occorre nascondere la propria devozione, ecc. io rispondo loro col
mio maestro: ...
... “Gli uomini vedano le vostre buone
opere, affinché essi glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Mt.
5, 16), non già, come dice San Gregorio, che si devono fare le proprie
azioni e devozioni esteriori per compiacere gli uomini e trarne delle
lodi, questo sarebbe vanità; ma le si fanno talvolta davanti agli
uomini, nella veduta di compiacere a Dio e di farlo glorificare per
questo, senza farsi scrupolo dei disprezzi e delle lodi degli uomini”.
Più avanti, lo stesso santo annota: “Una delle ragioni per le quali così
pochi cristiani pensano alle loro promesse nel santo battesimo e vivono
con tanta superficialità, è che essi non portano nessun segno esteriore
che glielo faccia ricordare”.
Ma, si insiste: lo scapolare (…) è una
“assicurazione-salvezza” ben meschina che dispensa dal santificarsi e
dall’obbedire ai Comandamenti di Dio. Diversamente detto, il peccatore,
dopo aver ricevuto lo scapolare, potrebbe darsi in perfetta sicurezza a
tutti i peccati dicendosi: “Poiché porto lo scapolare, sono certo di non
essere dannato”.
Occorre rispondere che colui che
abuserebbe così della devozione alla Santa Vergine, sarebbe indegno dei
suoi favori. E’ per questo che sarebbe bene a torto ch’egli conterebbe
sul suo scapolare per peccare più liberamente, poiché non si prende in
giro Iddio (Galati 6, 7).
Lo Scapolare della Madonna del Carmine
non è soltanto uno strumento che ci garantisce l’indulgenza divina
nell’istante dell’ultimo respiro affinché se andiamo in Purgatorio
possiamo al più presto andare in Paradiso. Esso è anche “un
sacramentale” che attrae le benedizioni divine, anche materiali, su chi
lo usa con pietà sincera e devozione ardente nei riguardi della Madonna.
Lungo i secoli innumerevoli miracoli e conversioni hanno dimostrato la
sua enorme efficacia spirituale tra i fedeli cattolici. Nelle “Cronache
del Carmelo” ne troviamo innumerevoli esempi. Vediamone appena qualcuno:
1. “Nello stesso giorno in cui San
Simone Stock, generale dei frati carmelitani, ricevette dalla Madre di
Dio lo Scapolare e la promessa, fu chiamato ad assistere un moribondo,
che era disperato a causa dei suoi molti e gravi peccati. Quando arrivò,
mise sul pover’uomo che era assai tentato dal demonio, lo Scapolare del
Carmine che aveva appena ricevuto, chiedendo alla Madonna che
mantenesse la promessa che gli aveva appena fatto. Immediatamente
l’impenitente si pentì di tutte le sue colpe, si confessò
sacramentalmente e morì nella grazia di Dio”.
2. – “Sant’Alfonso de’ Liguori,
fondatore dei Redentoristi, morì nel 1787 con lo Scapolare del Carmelo
addosso. Quando venne avviato il processo di beatificazione del santo
vescovo, fondatore dei Redentoristi e patrono dei teologi moralisti,
all’aprirsi del suo tumulo, si constatò che il corpo era ridotto in
cenere, così come il suo abito: soltanto il suo Scapolare era
completamente intatto. Questa preziosa reliquia si conserva nel
Monastero di sant’Alfonso a Roma. Lo stesso fenomeno di conservazione
dello scapolare si verificò quando venne aperto il tumulo di San
Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani, quasi un secolo dopo.”.
3. “Nell’ospedale di Belleview, di Nuova
Yorka, fu ricoverato un anziano. L’infermeria che lo assistette,
vedendo sopra le sue vesti uno Scapolare colore castagno scuro, pensò
subito di chiamare un sacerdote cattolico. Mentre questi recitava la
preghiera degli agonizzanti, il malato apri gli occhi e disse: “Padre
io, non sono cattolico”. “Allora, perché usa questo Scapolare?” “Ho
promesso ad un amico che l’avrei usato sempre e di pregare tutti i
giorni un’Ave Maria”. “Ma sei in punto di morte. Non vuoi diventare
cattolico?”. “Si, Padre, lo voglio. L’ho desiderato tutta la mia vita”.
Il sacerdote lo preparò rapidamente, lo battezzò e gli somministrò gli
ultimi sacramenti. Poco tempo dopo l’anziano moriva serenamente. La
Santissima Vergine aveva preso sotto la sua protezione quella povera
anima che indossava il suo scudo” (Lo Scapolare del Monte Carmelo –
Edizioni Segno, Udine, 1971).
L’Ordine dei frati della Madonna del
Carmelo si installò in Portogallo quando lo spirito cristiano della
nazione era ancora diffuso anche con la spada da santi ed eroi. Il suo
maggior protettore fu il Beato Nun’Alvares Pereira, chiamato Nuno di
Santa Maria perché il tenero amore per Maria santissima fu il più
elevato e sublime ideale della sua vita. Da giovane, Nuno si era
dedicato interamente a Lei e tutto ciò che faceva era in nome e onore di
Maria. Dopo essere stato armato cavaliere, incise sulla sua spada il
nome di Maria e nel suo stendardo la sua immagine.
Nelle sue grandi lotte, riponeva sempre
la speranza nella Madre di Dio e da Lei attendeva la vittoria. Come
ringraziamento per i grandi benefici ricevuti ordinò di costruire chiese
e conventi, come il Monastero della Battaglia e il Convento del Carmelo
a Lisbona, dove, a 70 anni, entrò come fratello converso unitamente ad
altri compagni d’arme. Si può persino considerare il Beato Nuno come
fondatore dell’Ordine in Portogallo, poiché fu grazie a lui, per la sua
influenza, che si stabilì in questo paese una Provincia Carmelitana nel
1423. Nel 1250, i Cavalieri di S. Giovanni avevano donato ai carmelitani
un convento a Moura, ma fu la fondazione di Lisbona che diede loro
slancio.
A partire da allora, lo Scapolare fu
molto diffuso in Portogallo, come in tutta l’Europa. Ma, il tempo e
l’incostanza di tanti cattolici lo fece gradualmente relegare
nell’oblio. Nel 1917, a Fatima a conclusione delle apparizioni, durante
le quali la Madonna proclamò la verità della sua sovranità e profetizzò
il trionfo del Suo Cuore Immacolato. Ella apparve rivestita dell’abito
della sua più antica devozione – quello del Carmelo. E, in questo modo,
mostrò come una sintesi tra lo storicamente più remoto (il Monte
Carmelo), il più recente (la devozione al Cuore Immacolato di Maria) ed
il futuro glorioso, che è il trionfo di questo stesso Cuore (Fatima e la
Madonna del Carmelo, P. Higino di santa Teresa , Coimbra, 1951).
Lo Scapolare è un segno inequivocabile
che il cattolico zelante nell’adempimento delle richieste della Madre di
Dio troverà in questa devozione una fonte abbondante di grazie per la
sua conversione personale e per il suo apostolato, specialmente della
nostra società che oggi è estremamente secolarizzata e rozzamente
materialista e chiusa ai valori dello spirito.
Questo “Vestito di Grazia” fortificherà
la sua certezza che, quando per lui arriverà la morte nel chiudere gli
occhi a questa vita e all’aprirsi all’al di là , troverà il suo fine
ultimo, Gesù Cristo, nella Gloria Eterna insieme alla Beata Vergine
Maria.
don Marcello Stanzione
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