ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 17 gennaio 2012

LE VISIONI DI DANIELE - CAPITOLO 9


Il nono capitolo di Daniele è una delle profezie relative a un periodo di tempo più sorprendentemente precise e letterali dell'intera Bibbia.
Il capitolo ha inizio con Daniele che disperatamente implora Dio a favore del suo popolo Israele, che in quel tempo era prigioniero dell'Impero Persiano (circa il 538 a.C.).

E mentre io parlavo ancora, pregando.. quell'uomo Gabriele.. mandato con rapido volo, s'avvicinò a me, verso l'ora dell'oblazione della sera.
E mi ammaestrò.. e disse, ''Daniele, io son venuto ora per darti intendimento.'' (Daniele 9:20-22)

Daniele aveva pregato Dio di salvare la Sua città (Gerusalemme) ed il Suo popolo (verso19).
L'angelo ora appare per dire a Daniele quando e come Dio li salverà'. ''fa dunque attenzione alla parola, e intendi la visione!''(verso 23)

la predizione vera e propria comincia col verso 27. Come in altre profezie di Daniele, daremo prima la predizione e quindi l'interpretazione.

VISIONE:
''Settanta settimane son fissate riguardo al tuo popolo e alla tua santa città, per far cessare la trasgressione, per metter fine al peccato, per espiare l'iniquità, e addurre una giustizia eterna, per suggellare visione e profezia, e per ungere un luogo santissimo.'' (Daniele9:24)

Se questo è un vescovo..


Chiesa cattolica: il Vescovo di Ragusa ama il laicismo di Stato

(di Federico Catani«Uno Stato laico come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze, deve muoversi e definire diritti e doveri per i partner. Poi la valutazione morale spetterà ad altri». In queste parole di mons. Paolo Urso, vescovo di Ragusa, è ben espresso l’erroneo pensiero dominante al giorno d’oggi in campo cattolico. Il problema è che a pronunciare simili affermazioni è un vescovo che dovrebbe confermare nella fede il popolo lui affidato.
In un’intervista rilasciata lo scorso 11 gennaio alla testata on-line “Quotidiano.Net”, che compare anche nel sito di informazione della curia ragusana “Insieme”, il vescovo siciliano ha rilasciato alcune dichiarazioni gravemente contrarie a quanto insegna il Magistero della Chiesa. Dopo aver ammesso con tutta sincerità e senza alcun ripensamento che rifarebbe la scelta operata nel 2005, ovvero votare al referendum sulla legge 40 nonostante l’invito all’astensione formulato dal cardinal Ruini, allora presidente della Cei, con il sostegno del Papa, mons. Urso ha difeso le unioni omosessuali.

Neocatecumenali. Le illusioni degli “indignados”

neocat
L’articolo di pochi giorni fa di www.chiesa sul Cammino neocatecumenale ha puntualmente registrato una pioggia di reazioni da tutto il mondo:
Cestinati gli immancabili improperi, da anni sempre gli stessi anche nel formulario, emergono comunque dalle e-mail degli indignati alcuni elementi meritevoli di attenzione.
1. Resta confermato il dato di partenza dell’articolo di www.chiesa. Tra i neocatecumenali c’è l’effettiva attesa, alimentata dai loro capi, di un’imminente presa di posizione delle autorità vaticane e dello stesso Benedetto XVI sulla loro prassi liturgica. L’idea fatta circolare tra le fila del Cammino è che si tratterà di un’approvazione.

lunedì 16 gennaio 2012

Un capo molto elusivo


14 gennaio 2012 -
Cosa vuole fare veramente Andrea Riccardi, fondatore nel 1968 della Comunità di Sant’Egidio, movimento cattolico postconciliare, biografo di pregio del pontificato wojtyliano e dal 16 novembre scorso ministro (senza portafoglio) per la Cooperazione internazionale e l’integrazione? Quale il suo futuro ora che il governo presieduto da Mario Monti l’ha arruolato anche in virtù del suo essere organico alla chiesa cattolica? La risposta non è facile anche perché è lui, anzitutto, a eludere in vario modo la domanda.

Lefebvriani: perché è “segreta” la proposta vaticana?


Un messale in latino
UN MESSALE IN LATINO

In Francia fa discutere la segretezza del “preambolo dottrinale” sottoposto dalla Chiesa ai tradizionalisti per porre fine allo scisma

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
Può restare segreta la «proposta» vaticana ai lefebvriani? In Francia (patria dell’arcivescovo Marcel François Lefebvre scomunicato dalla Santa Sede) continua  a far discutere il carattere di segretezza del«preambolo dottrinale» che la Chiesa ha sottoposto ai tradizionalisti per porre fine allo scisma.


Dal quotidiano cattolico «La Croix» al sito d’informazione religiosa «Baptises» ci si interroga se «quello che riguarda tutti non debba poter essere discusso da tutti». La congregazione per la Dottrina della fede ha consegnato alla Fraternità Sacerdotale San Pio X il testo come base per una rappacificazione senza renderlo pubblico. E le polemiche in Francia si focalizzano ora sulla decisione di mantenere segreto il documento. Il comunicato ufficiale del Vaticano si limita a dire che «tale Preambolo enuncia alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al magistero della Chiesa e il “sentire cum Ecclesia”, lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del magistero successivo».

Enzo Bianchi: un eretico



(di Francesco Agnoli, Il Foglio) Sono reduce dalla lettura dell’ultimo libro di Enzo Bianchi, Per un’etica condivisa (Einaudi), e non posso non riflettere sulla  distanza che esiste tra il pensiero di questo famoso monaco mediatico e l’ortodossia cattolica. L’errore di fondo, che inficia tutto il ragionamento di Bianchi, è quell’ ottimismo mondano che si è insinuato profondamente nel pensiero ecclesiastico e cattolico nell’epoca del post Concilio. Mondano, intendo, perché ignora o sminuisce del tutto l’esistenza del peccato. “Quando la Chiesa, scriveva parecchi anni fa il Cardinal Journet al cardinal Siri, prenderà coscienza sino a che punto lo spirito del mondo è penetrato dentro essa, si spaventerà”.
Ma come è penetrato questa mentalità, di cui Bianchi è oggi uno dei massimi alfieri? A mio modo di vedere all’epoca del Concilio, allorchè in molti si diffuse l’idea che col mondo, inteso in senso evangelico, occorresse trovare un modus vivendi pacifico e conciliante, sempre e comunque. Bisognerebbe anzitutto ritornare a quegli anni, per evitare di costruire leggende e miti come quelli che piacciono ai vari Melloni, Mancuso e, appunto, a Enzo Bianchi: il concilio non fu una pacifica e simpatica riunione di vescovi e periti, tutti in perfetto accordo tra loro, ma fu una lotta dura, che vide la presenza di posizioni problematiche e critiche, rispetto alla volontà di “aggiornamento” e “innovazione”, di molti uomini di grande spessore, dal cardinal Siri, più volte papabile, ai cardinali Ottaviani, Ruffini, Bacci, sino al Coetus Internationalis patrum, formato da centinaia di padri conciliari, e raccolto intorno a mons. Marcel Lefebvre.

domenica 15 gennaio 2012

Attenti al rischio del concordismo


L'Osservatore Romano di oggi pubblica un bellissimo articolo di Inos Biffi, del quale ho riportato il titolo, sulleUrgenze da non sottovalutare per essere cristiani oggi.Esso esprime insegnamenti che sono carne e sangue della nostra Fede viva e che vanno sempre riproposti e meditati per non perderne la Verità e la Vita di cui sono pregni. Ed è per questo che desidero condividerli con voi e, soprattutto, fare da ripetitore in positivo. Involontariamente esso diventa oggetto di un piccolo mistero, perché -com'è correttezza- volevo fornirvi il link dell'originale. Ebbene, io l'ho preso qui, mentre sulla pagina on line di oggi non lo trovo e, purtroppo, non vien fuori neppure con le parole chiave giuste dal motore di ricerca neanche nei giorni precedenti (a meno che non appaia poi sul numero di domani). Comunque eccolo. Pregherei chi disponesse della copia cartacea di darmene cortese riscontro.


Attenti al rischio del concordismo
Nel clima di confronto di dialogo da parte dei cristiani -- e particolarmente dei cattolici -- con le altre religioni, appare necessario e urgente richiamare e rienunciare con chiarezza i contenuti propri del Credo. Non è, infatti, da trascurare il rischio di un concordismo, che smussa e attenua quanto è specifico della fede della Chiesa. In tal caso l'identità cattolica si annebbierebbe e si priverebbe della sua rigorosa e lucida coscienza e del suo vigore, con la conseguenza di trovarsi facilmente disponibile ed esposta all'assorbimento e all'appropriazione da parte di una professione religiosa più forte, più consapevole e più attiva.
Il richiamo e la rienunciazione dovrebbero partire dal dogma cristiano originario, ossia dalla Santissima Trinità.

Un tradizionista


“Braveheart? Era un vero eroe cattolico”

Braveheart, eroe cattolico?
BRAVEHEART, EROE CATTOLICO?

William Wallace, il condottiero scozzese che ispirò il film di Mel Gibson, fu prima di tutto un fedele della Chiesa di Roma. Lo sostiene un sito tradizionalista

MAURO PIANTAROMA

Non indossava il kilt, ma il saio. Un po’ guerriero, un po’ monaco maarmato soprattutto di una «fervida fede cattolica»: questo era il veroWilliam Wallacel’eroe nazionale scozzese reso celebre da Braveheart, il kolossal interpretato da Mel Gibson nel 1995. A sostenerlo è il sito tradizionalista Pontifex.roma.it che riprende studi e ricerche condotte in Scozia dall’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, una realtà nata per diffondere il pensiero dell’intellettuale cattolico brasiliano, Plinio Corrêa de Oliveira.


Dalla frutta si conosce..

SIAMO ALLA FRUTTA...

Mons. Sanna: un pacifico Arcivescovo
di Francesco Colafemmina

I metodi propagandistici usati dalla Diocesi di Oristano rasentano il grottesco. A seguito della notizia data dal sottoscritto di una omelia nella quale Sanna invece di difendere il volto di Cristo dalla blasfemia di Castellucci, scambiava la blasfemia per una "ricerca di Dio", la reazione dell'Arcivescovo ha preso le forme dell'accurata operazione mediatica fondata sul vittimismo, dando il via ad una vera e propria caccia al "tradizionalista". Così, invece di spiegare pubblicamente di aver sottovalutato il peso di quell'opera teatrale e l'offesa a Nostro Signore che vi è contenuta - pur giustificata da qualcuno con la libertà dell'arte - Sanna ha preferito riversare fango sul sottoscritto. Lo ha fatto ieri, ad esempio, affermando a chiare lettere su La Nuova Sardegna:

"Sto ricevendo un'infinita quantità di messaggi di solidarietà e questo mi fa capire che la stima nei miei confronti non è intaccata dalle calunnie di persone senza dignità e credibilità."

Eccellenza, a tanto siamo arrivati? Io sarei una persona "senza dignità e credibilità"? La ringrazio, dopo anni di battaglia non pensavo che proprio un Vescovo sarebbe arrivato a dirmi questo. 

Introduzione a LA VERA NOZIONE DEL MAGISTERO

 
“O Signore, di cui i Santi Innocenti hanno confessato la lode, non parlando, ma morendo, mortifica in noi ogni male dei vizi;
affinché la Fede in Te, che è professata dalla nostra lingua, sia messa in pratica anche dalla nostra buona condotta”
(Messale Romano, Colletta della Messa dei Santi Innocenti, 28 dicembre).
*
Avvertenza

Introduzione per rendere accessibile a tutti quanto verrà scritto dalla Rivista quindicinale “sì sì no no” (del 15 gennaio 2012) e pubblicato anticipatamente (il 28 dicembre 2011), per gentile concessione, su vari blog circa il tema della Tradizione e del Magistero. Il sito “chiesaepostconcilio” lo ha già anche pubblicato, ma “in forma non ultimata. La questione è di massima importanza, specialmente in questi giorni in cui, anche in ambiente antimodernista, sono apparse pubblicazioni inesatte (per eccesso o per difetto) su questi due temi. Spero che questo breve sunto riesca a fare chiarezza e a rasserenare gli animi. 

Fine della ricreazione dottrinale nella Chiesa cattolica?


Il Concilio Vaticano II
IL CONCILIO VATICANO II

L’editorialista del Figaro si interroga sul vero significato della recente Nota sull’Anno della Fede inaugurato proprio nell’anniversario del Vaticano II

JEAN-MARIE GUÉNOISROMA


Se non si tratta di una vendetta della storia, poco ci manca. Il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II che sta per essere celebrato nella Chiesa cattolica nel 2012, potrebbe segnare paradossalmente il tramonto dello..."spirito del Concilio" che ne fu tuttavia la grande promessa.

sabato 14 gennaio 2012

RIFLESSIONI CONTROCORRENTE SULLA POLITICA DI SAN TOMMASO


    Un passaporto per il futuro dell'Italia

di Piero Vassallo


Prima riflessione. "Il bene della moltitudine associata èche si conservi la sua unità, ossia la pace; poichéquando questa venga a mancare finisce l'utilità dellavita sociale, perché la moltitudine in disaccordo ègravosa a se stessa" (De Regimine Principum, I, 2, trad. diRenato Tamburrini).
L'onesto benessere dei popoli dipende anzi tutto dalla solidità delle unioni familiari e dalla pace interna.
"I tiranni invece seminano discordia tra i sudditi,fomentano litigi e proibiscono tutto ciò che incremental'alleanza tra gli uomini, come nozze, conviti ecc." (De Regimine Principum, I, 3).
Sulla finalità disgregatrice e tirannica delle leggi che vanificano la società familiare non è possibile nutrire dubbi. La legge divorzista è la principale causa della massificazione e del degrado sociale in atto nei paesi intossicati dalla cultura impropriamente detta liberale.
Non meno disgraziata è la tendenza delle tirannie ad approvare e sostenere gli intellettuali che diffondono il manicheismo storiografico.

FACTA LEX INVENTA FRAUS


 (Come non lasciarsi boiccotare il Mutu Proprio)
Fatta la legge, trovato l’inganno. Questo adagio compendia l’opera di chi non intende sottomettersi alla mens, cioè allo spirito della legge, ma simula una farisaica obbedienza alla lettera. Talvolta l’obbedienza è soltanto apparente, e nei fatti la legge è sostanzialmente infranta. Non fanno eccezione le leggi della Chiesa, specialmente quelle che obbligano e vincolano il reverendo Clero: non è un caso se in passato la saggezza dei Pastori accompagnava i sacri canoni con le pene per chi li avesse infranti: ad esempio, il chierico che partecipava al Carnevale era colpito da scomunica, e da una ammenda in denaro. Così, o per sacro timor di Dio, o per non dover pagar la multa, la disciplina era praticata dai più. D’altra parte, nullum jus sine poena: promulgare una norma che non preveda una sanzione equivale a non darle forza cogente. Per questo motivo, quando Giovanni Paolo II promulgò una legge che obbligava i sacerdoti all’uso dell’abito ecclesiastico, il card. Oddi ebbe a dirgli che, non essendo prevista alcuna sanzione canonica comminata ai trasgressori, difficilmente avrebbe trovato pronta esecuzione. E difatti oggi è raro veder sacerdoti e prelati in clergyman, ancor più raro in veste talare.

Cristo contro l'Europa



Frontiera Budapest
VATICANISTA DE LA STAMPA
Il vescovo ausiliare dell`arcidiocesi di Esztergom-Budapest, monsignor Janos Szekely, elogia la nuova Costituzione ungherese ("legge fondamentale") oggetto di critiche in ambito europeo su libertà di espressione e di religione, nonché sull'autonomia della Banca centrale. "La nuova Costituzione di Ungheria approvata nel 2011, che inizia con il nome di Dio nel preambolo - afferma il presule ai microfoni di 'Radio vaticana' - afferma che la vita umana è da difendere fin dal concepimento e dichiara che l`Ungheria difende l`istituzione familiare, la quale è un`alleanza di vita fra un uomo e una donna. La Costituzione precisa inoltre che la famiglia è il fondamento della sopravvivenza del popolo, e che nello stabilire delle tasse, anche i costi dell`educazione dei figli devono essere presi in considerazione.

venerdì 13 gennaio 2012

Ecco cinque motivi per essere anti-relativisti…

Francesco D’Agostino, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI), membro della Pontificia Accademia per la Vita nonché del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, ha scritto un interessante articolo su Avvenire intitolato: “Perché non possiamo non dirci antirelativisti”.  Sul nostro sito avevamo già affrontato il tema inUltimissima 19/12/11Pochi giorni dopo ne ha parlato anche Padre Giovanni Cavalcoli sul sito “Libertà e Persona, dicendo: «Si sostiene che tutti cerchiamo la verità, ma in maniere diverse: ciò che è vero per me non lo è per te». Ma ciò non fa problema, dice Padre Giovanni. «E’ segno di libertà e di pluralismo. E guai a chi pretende “confutare”, “correggere” o “condannare” in base al proprio concetto di verità, chi ne avesse uno “diverso”. La “diversità” (scambiata con la contrarietà e il falso), si dice, è una ricchezza, è un valore. Non dobbiamo essere tutti fatti con lo stampino. Ognuno dev’esser libero di concepire la verità come crede, “secondo la propria coscienza”. E’ chiaro – dico io – che la legittima diversità è un valore. Ma non va scambiata col falso e con l’errore. Anche il malato è “diverso” dal sano. Ma chi avrebbe piacere di essere malato e di godere di questa “diversità”?». 

Contro i poteri forti


La devozione agli angeli antidoto contro i poteri forti

(di Roberto de Mattei su Radici Cristiane di gennaio 2012) Di fronte alla dittatura del relativismo e allo strapotere dei “poteri forti”, un senso di sgomento e di impotenza assale talvolta i cattolici e gli uomini di buona volontà. Eppure la storia non è irreversibile e chi combatte in difesa dell’ordine naturale e cristiano può ottenere vittorie inaspettate, confidando nell’aiuto della Divina Provvidenza.

UBI MAJOR MINOR CESSAT

il perché della Resilienza Cattolica e dei Borghi di Xenobia


Articolo di Marco Turi Daniele
Di fronte al male maggiore, il minore scompare”. E’ dura a dirlo, ma che senso ha non spiegare anche quale è il male maggiore? San Paolo lo aveva previsto e prima di lui San Daniele: è la rimozione del katechon, dell’ultimo ostacolo al “male”. Chi è il male per noi figli degli ultimi tempi? Per alcuni è il non trovare lavoro e quindi non avere i soldi per arrivare alla fine del mese. Per altri sono le guerre che distruggono tutto. Per altri ancora è il progetto luciferino che ci vuole tutti uguali per indurci a vivere secondo le matrici di mammona e quindi prosciugarci l’anima a dispetto di Dio. Potremmo fermarci. Ebbene no, oggi, nel limite delle nostre possibilità c’è un estremo male a cui dobbiamo tutti porvi rimedio: ripristinare il Katechon, l’ultimo ostacolo, che è il Papato di Roma.

Il potere di Bertone e la fronda dei vescovi

Il potere di Bertone e la fronda dei vescovi
di Massimo Franco
in “Corriere della Sera” del 12 gennaio 2012
La crescita numerica dei cardinali italiani decisa all'ultimo Concistoro non è destinata a pesare più
di tanto sul prossimo Conclave. E la vittoria del segretario di Stato Tarcisio Bertone insieme con la
Curia sta provocando una scia di polemiche velenose. Il cardinale è accusato di avere
monopolizzato il potere finanziario del Vaticano.
Sullo sfondo, l'uscita di scena della cordata bertoniana dal San Raffaele e i contrasti con la
Conferenza episcopale italiana.

Placebit..placebit..!Modernismus vincit!

"Placet" o "Non placet"? La scommessa di Carmen e Kiko
I fondatori del Cammino neocatecumenale puntano a ottenere l'approvazione vaticana definitiva del loro modo "conviviale" di celebrare le messe. Il documento è pronto. Ma potrebbe essere modificato o bloccato in extremis. Il 20 gennaio il verdetto

di Sandro Magister

ROMA, 13 gennaio 2012 – Come già altre volte negli anni passati, anche in questo mese di gennaio, venerdì 20, Benedetto XVI incontrerà in Vaticano, nell'aula delle udienze, migliaia di membri del Cammino neocatecumenale, con i loro fondatori e leader, gli spagnoli Francisco "Kiko" Argüello e Carmen Hernández.

Un anno fa, nell'udienza del 17 gennaio del 2011, il papa comunicò alla platea entusiasta che i tredici volumi del catechismo in uso nelle loro comunità avevano ricevuto la sospirata approvazione, dopo un lunghissimo esame cominciato nel 1997 da parte della congregazione per la dottrina della fede, e dopo che vi erano state introdotte numerose correzioni, con circa 2000 rimandi a passi paralleli del catechismo ufficiale della Chiesa cattolica.

giovedì 12 gennaio 2012

Non siamo più grandi dei nostri Padri

[L’ultimo numero della rivista internazionale 30Giorni dedica un reportage di quindici pagine (anno XXIX, n. 11, dicembre 2011, pp. 31-45) ‒ a firma di Giovanni Ricciardi, e con un ampio servizio fotografico di Massimo Quattrucci ‒ all’abbazia benedettina Sainte-Madeleine di Le Barroux, che trascriviamo integralmente]


All'alba, i monaci di Le Barroux cantano l'Ufficio delle Lodi (fotografia di Massimo Quattrucci)

«La liturgia tradizionale è più ricca di segni che ci ricordano da dove proviene la fede, e ci insegna che noi non siamo più grandi dei nostri Padri, ma trasmettiamo solamente ciò che abbiamo ricevuto».
A Le Barroux, vicino Avignone, da quarant’anni la comunità benedettina fondata da dom Gérard Calvet fiorisce nel segno della stretta osservanza della Regola e dell’amore all’antica tradizione liturgica della Chiesa