ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 29 maggio 2012



MAGISTERO PONTIFICIO

    ESSERE  PAPA?   

    cosa afferma la bolla di PAOLO IV

"CUM EX APOSTOLATUS OFFICIO"
(1559)


IL DOCUMENTO


Qui di seguito è pubblicata integralmente (per la prima volta in lingua italiana), la Costituzione Apostolica emanata in forma Bullae “Cum ex Apostolatus officio” il 15 marzo 1559.
La traduzione della Bolla, a causa della grand’estensione dei periodi nell’originale in lingua latina, è parsa opera difficile, perciò certe traduzioni pubblicate in altre riviste appaiono scorrette. La causa di tale infedeltà è dovuta non solo alla tendenziosità di certi traduttori che distorsero il senso originale a favore di opinioni opposte, ma alla difficoltà di certi periodi latini, molto lunghi e di forme verbali assai complicate. Il testo in lingua latina è tratto dal “Bullarium Romanum” edizione tipica pubblicata a Torino nel 1860.


Paolo, Vescovo,

Servo dei servi di Dio

“Ad perpetuam rei memoriam”

Esordio :
Impedire il Magistero dell’errore

Poiché, a causa della carica d’Apostolato affidataci da Dio, benché con meriti non condicevoli, incombe su di noi il dovere d’avere cura generale del gregge del Signore. E siccome per questo motivo, siamo tenuti a vigilare assiduamente per la custodia fedele e per la sua salvifica direzione e diligentemente provvedere come vigilante Pastore, a che siano respinti dall’ovile di Cristo coloro i quali, in questi nostri tempi, indottivi dai loro peccati, poggiandosi oltre il lecito nella propria prudenza, insorgono contro la disciplina della vera ortodossia e pervertendo il modo di comprendere le Sacre Scritture, per mezzo di fittizie invenzioni, tentano di scindere l’unità della Chiesa Cattolica e la tunica inconsutile del Signore, ed affinché non possano continuare nel magistero dell’errore coloro che hanno sdegnato di essere discepoli della verità.

LA CATENA DI SAN GABRIELE


- SULLE CARTE SEQUESTRATIE A CASA DEL MAGGIORDOMO C’ERANO GLI INDIRIZZI DEI DESTINATARI: PRELATI, GIORNALISTI ED EMINENZE GRIGIE INSERITI IN AMBIENTI CATTOLICI - “PAOLETTO” ERA IL SOSPETTATO NUMERO UNO PER VIA DEL SUO RAPPORTO PRIVILEGIATO COL PAPA: SEI MESI FA LA PRIMA SEGNALAZIONE - IL CORVO AVREBBE GIÀ SPIFFERATO UNA VENTINA DI NOMI: L’INCHIESTA SI SPOSTA OLTRE LE MURA VATICANE (AVVISI DI GARANZIA ‘ILLUSTRI’ IN ARRIVO)…

Fiorenza Sarzanini per "Il Corriere della Sera"
PAOLO GABRIELE COPRE LE SPALLE DEL PAPA jpegPAOLO GABRIELE COPRE LE SPALLE DEL PAPA jpeg I tasselli che avevano raccolto nelle ultime settimane sembravano combaciare alla perfezione. E così, quando sono entrati nell'appartamento di via di Porta Angelica, gli agenti della Gendarmeria vaticana sapevano esattamente dove cercare, soprattutto che cosa. Erano consapevoli del clamore che quell'irruzione avrebbe suscitato in tutto il mondo e dopo aver ottenuto il via libera delle alte gerarchie, hanno pianificato i dettagli dell'operazione.
PAPA E PAOLO GABRIELEPAPA E PAOLO GABRIELE Nella consapevolezza di non poter fallire. Perché avevano già la conferma che lettere e documenti segreti erano custoditi tra quelle mura dove Paolo Gabriele vive con la moglie Manuela Citti e i tre figli. Ben prima di effettuare la perquisizione conoscevano gli atti che il maggiordomo del Papa custodiva a casa. E avevano la certezza che altre consegne stessero per essere effettuate.
IL PAPA PADRE GEORG E PAOLO GABRIELE jpegIL PAPA PADRE GEORG E PAOLO GABRIELE jpegI nomi dei destinatari
L'arresto è dunque servito a impedire che nuove carte riservate fossero portate all'esterno della Santa Sede e, presumibilmente, rese note. Comunque utilizzate in una guerra interna al Vaticano che ha già avuto numerose ripercussioni anche fuori da quelle mura. Misura preventiva che rappresenta soltanto una tappa in questa ricerca della verità avviata dopo la pubblicazione di carte riservate.
IL PAPA E PAOLO GABRIELE jpegIL PAPA E PAOLO GABRIELE jpeg E potrebbe non essere sufficiente a fermare ulteriori «fughe». Perché la «rete» che si è mossa all'ombra della segreteria di Stato e dell' entourage più stretto dello stesso Papa Benedetto XVI appare in parte ricostruita, però ci sono altri responsabili da individuare, altri presunti colpevoli da fermare.
Le indicazioni già raccolte dagli investigatori coordinati dal comandante Domenico Giani appaiono comunque sufficienti a comprendere quale fosse il «sistema» messo in piedi per veicolare informazioni e atti ufficiali.
PAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPAPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPA Su alcuni plichi c'erano infatti annotazioni che riguardano coloro che avrebbero dovuto ricevere gli incartamenti. Prelati, ma anche giornalisti e personaggi ben inseriti negli ambienti del mondo cattolico che avrebbero potuto utilizzare - ognuno con scopi diversi - i nuovi documenti trafugati all'interno degli uffici vaticani.
PAPA RATZINGER IN PREDA AL VENTOPAPA RATZINGER IN PREDA AL VENTO Una catena di cui Gabriele appare soltanto un anello e neanche quello più forte. Ma è proprio per chiarire il suo ruolo che bisogna ripercorrere quanto accaduto qualche mese fa, quando nessuno sapeva che i «corvi» avevano già cominciato a volare.
La vecchia segnalazione
Nei viaggi ufficiali come nella vita di tutti i giorni, nelle cerimonie ma anche durante le vacanze, Gabriele era sempre accanto al Pontefice. E proprio questa sua vicinanza può averlo trasformato in una fonte preziosa per chi - anche soltanto per riempire le cronache giornalistiche - aveva necessità di carpire un dettaglio inedito, una curiosità sulle abitudini private di Benedetto XVI.

GOTTI TEDESCHI SMS:


 ‘’PRONTO A FARMI INTERROGARE DA UNA COMMISSIONE SULLO IOR (CHE PERO’ RIFERISCA SOLO A PAPA RATZINGER)’’ - LO SCONTRO SUL SAN RAFFAELE TRA IL BANCHIERE MESSO ALLO IOR DA TREMONTI E BERTONE CHE VOLEVA SALVARE L’OSPEDALE A TUTTI I COSTI - GOTTI TEDESCHI, SUPPORTATO DAGLI ANTI-BERTONIANI SCOLA, BAGNASCO E SODANO, ERA GIA’ IN ALLARME PER IL BILANCIO IN ROSSO DEL POLICLINICO GEMELLI…

1- GOTTI TEDESCHI: PRONTO A FARMI INTERROGARE DA UNA COMMISSIONE SULLO IOR (CHE PERO' RIFERISCA SOLO A PAPA RATZINGER)
Michele Arnese per www.michelearnese.it - Stasera alcuni amici dell'economista Ettore Gotti Tedeschi, dimissionato da presidente dello Ior in maniera inusitata per le ovattate stanze vaticane, hanno ricevuto un sms scritto dall'economista e banchiere.
TARCISIO BERTONETARCISIO BERTONE GOTTI TEDESCHIGOTTI TEDESCHI

In Paradisum deducant te angeli..!



UNA TRAVE È CROLLATA GLI È FINITA ADDOSSO E LUI È DECEDUTO
Don Ivan, il parroco morto per aver tentato di portare in salvo la statua della Madonna
Il sacerdote stava perlustrando la sua chiesa lesionata, ma si è attardato per recuperare l'opera d'arte sacra

Don Ivan Martini (dal sito della Voce di Carpi)
MILANO - È morto per seguire quello che gli diceva il suo cuore e la sua fede. Don Ivan Martini è deceduto nel crollo della chiesa della Stazione di Novi, a Rovereto, nel Modenese, dove era parroco, perchè avrebbe tentato di mettere in salvo una piccola statua della Madonna durante il sisma che ha distrutto la sua chiesa.

IL CORVO GRACCHIA, IL VATICANO TRAMA

 - “PAOLETTO” PRONTO A COLLABORARE CON GLI INQUIRENTI “PER APPURARE LA VERITÀ”: CORVO ESPIATORIO O PEDINA DI MANDANTI OCCULTI? - PUR DI CUCCARSI I DOMICILIARI, IL MAGGIORDOMO INFEDELE POTREBBE ANCHE DECIDERE DI ‘CONFESSARE’ QUALCHE NOME - IL PORTAVOCE DEL PAPA: “NON CI SONO CORVI, TANTOMENO CARDINALI COINVOLTI. ATTENTI ALLE POLPETTE AVVELENATE”…

Pier Francesco Borgia per "il Giornale"
PAOLO GABRIELE COPRE LE SPALLE DEL PAPA jpegPAOLO GABRIELE COPRE LE SPALLE DEL PAPA JPEGPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPAPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPA
Il «corvo» potrebbe presto uscire di gabbia. E tornare al nido domestico. I legali di Paolo Gabriele, l'aiutante di camera di Benedetto XVI arrestato mercoledì scorso con l'accusa di aver trafugato documenti riservati dagli appartamenti papali, hanno annunciato che faranno richiesta dei domiciliari per il loro assistito, che per il momento rimane l'unico punto fermo dell'inchiesta. Pardon, delle inchieste, come tiene a precisare padre Federico Lombardi, responsabile della Sala stampa vaticana. Già, perché padre Lombardi sostiene che non c'è relazione tra le dimissioni del presidente dello Ior, Enrico Gotti Tedeschi, e l'arresto dell'assistente di camera del pontefice.

TRA CORVI


1-  CHE S'IMPROVVISANO DIFENSORI DEL SEGGIO DI PIETRO, SEGRETARI DI STATO AMBIZIOSI MA INCAPACI DI GOVERNARE E UN VICARIO DI CRISTO CHE APPARE DEBOLE PER GESTIRE LA SUA ANARCHICA CORTE, IL VATICANO APPARE SPACCATO IN DUE FAZIONI: DA UNA PARTE BERTONE, DALL’ALTRA LA VECCHIA GUARDIA DI SODANO E G.B. RE - 2- IL NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO, PER BERTONE, È SEMPRE STATO ANGELO SODANO, CAPO INDISCUSSO DELLA FAZIONE DEI "DIPLOMATICI" CHE DA SUBITO S'È OPPOSTA AL SALESIANO: NEL 2006 SODANO CERCÒ DI CONVINCERE TARCISIO A RINUNCIARE ALL'INCARICO E LUI HA REAGITO CON DUREZZA, ARRIVANDO A SPEDIRNE UNO IN AFRICA - 3- UN GRUPPO A CUI APPARTENGONO ANCHE BAGNASCO, ANGELO SCOLA E CARLO VIGANÒ - 4- SOLO LE DIMISSIONI DI TARCISIO BERTONE INGABBIERANNO PER SEMPRE I “CORVI” -

Emiliano Fittipaldi per l'Espresso
«Tarcisio Bertone è ormai troppo potente, troppo accentratore, troppo ambizioso. E' un uomo pericoloso, e va fermato». Così ripetono come pappagalli gli anonimi "corvi" che stanno spiegando ai giornalisti il motivo per cui fanno fuoriuscire documenti riservatissimi della Santa Sede, lettere personali e atti ufficiali usati come armi di una guerra combattuta «solo e soltanto per difendere il Papa».
PAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPAPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPATARCISIO BERTONETARCISIO BERTONE
A due giorni dall'arresto del maggiordomo di Joseph Ratzinger, è quasi certo che dietro Paolo Gabriele detto "Paoletto", considerato persino dai bertoniani un uomo buono «ma facilmente manovrabile», ci sono altri burattinai, e che il cameriere di Benedetto XVI probabilmente non sarà l'unico a finire nei guai nella spy story vaticana.

CASA CIELLE - ECCO DOVE I COMPARI DI “COMUNIONE E FATTURAZIONE” TRASCORREVANO LE VACANZE


BARCA E VILLA, VACANZE CIELLE - UNA MEGAVILLA DA 13 STANZE IMMERSA IN UNA DELLE PIÙ BELLE BAIE DELLA SARDEGNA - LA COMPRAVENDITA NERO SU BIANCO: DACCÒ VENDE A PEREGO PER 3 MLN € (“MENO DI UN TERZO DEL VALORE DI MERCATO”) MA 1 MLN E 100 MILA € PER IL “MUTUO CONCORDATO” CE LI METTE FORMINCHIONI: PERCHÉ TUTTA QUESTA GENEROSITÀ? - DENTRO LO YACHT ERA STATO REALIZZATO UN PICCOLO ALTARINO...

Paolo Berizzi per "la Repubblica"
ALBERTO PEREGOALBERTO PEREGOROBERTO FORMIGONI jpegROBERTO FORMIGONI JPEG
Eccolo nero su bianco, e fuor di «gossip», il pedigree della villa dove Roberto Formigoni trascorreva le sue vacanze a Porto Cervo. L´atto di «compravendita» è datato 28 ottobre 2011 e porta la firma di un notaio di Tempio Pausania. Sui quattro fogli intestati all´Agenzia del Territorio c´è il nome del venditore - la società «Limes srl» di Maria Erika Daccò (figlia di Pierangelo, l´uomo d´affari finito in carcere per il crac del San Raffaele e che pagava le vacanze al presidente della Lombardia) - e dell´acquirente, il commercialista milanese Alberto Perego, confratello di Formigoni nei Memores Domini e suo convivente nella ovattate stanze della comunità ciellina. Anche lui un uomo col fiuto per gli affari, non c´è che dire.
Il rogito di fine ottobre con cui i Daccó gli vendono la loro magione con vista sul golfo del Pevero viene depositato con un prezzo d´acquisto che qualunque immobiliarista della Costa Smeralda definisce, per usare un eufemismo, «poco congruo», o «fuori mercato». Tre milioni di euro. E cioè, spiega un operatore del settore che tratta solo megaville, «meno di un terzo del suo valore».

IOR ALL’OCCHIELLO

- LIN-GOTTI TEDESCHI NON CI STA A PASSARE PER IL PUZZONE DELLA BANCA DEL PAPA E CHIEDE UNA COMMISSIONE CHE VALUTERÀ LA SUA POSIZIONE PRESIEDUTA DAI TRE DELL’AVE MARIA DELL’ANTI-BERTONISMO: RUINI, SCOLA E SODANO - DALL’INCHIESTA SPUNTANO BONIFICI DA 20 MILA € PER “SANTE MESSE” IN AFRICA E 250 MILA € PER “VINO DA MESSA” IN SUD AMERICA - GOTTI TEDESCHI SCORGE NELLA DEFENESTRAZIONE “L’OMBRA DI GERONZI E DEL SUO FIDATISSIMO MARCO SIMEON”...
Giacomo Galeazzi per "La Stampa"
GOTTI TEDESCHIGOTTI TEDESCHI
Si sente colpito dalla nemesi che in poche ore l'ha trasformato da uomo della trasparenza a nemico della «glasnost» finanziaria della Santa Sede. Il presidente sfiduciato dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, non ci sta a passare per ostacolo alla «purificazione» delle finanze vaticane e annuncia battaglia.
TARCISIO BERTONETARCISIO BERTONE
Agli ex collaboratori che nell'Istituto gli sono ancora legati, spiega di attendersi una commissione di inchiesta che lo ascolti e chiarisca le accuse mosse alla sua gestione triennale.
A presiederla dovrebbe essere non un esponente dell'attuale dirigenza d'Oltretevere ma una figura indipendente, una «personalità di indiscusse autonomia e autorevolezza» come l'ex cardinale vicario Camillo Ruini, l'arcivescovo di Milano Angelo Scola o il decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano.

A CIASCUNO IL SUO “CORVO”/1 e 2

 - UNA GOLA PROFONDA PER “REPUBBLICA”: “SIAMO UN GRUPPO: LE VERE MENTI SONO PORPORATI, POI CI SONO MONSIGNORI, SEGRETARI, PESCI PICCOLI. IL MAGGIORDOMO È SOLO UN POSTINO CHE QUALCUNO HA VOLUTO INCASTRARE. LE CARTE ESCONO FUORI A MANO. L’INTELLIGENCE VATICANA HA SISTEMI DI SICUREZZA PIÙ EVOLUTI DELLA CIA” - “ RATZINGER HA PIANTO PER LA CACCIATA DI GOTTI TEDESCHI MA NON VOLEVA FRATTURE CON BERTONE”…
Marco Ansaldo per "la Repubblica"
PAPA E PAOLO GABRIELEPAPA E PAOLO GABRIELEPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPAPAOLO GABRIELE ASSISTENTE DI CAMERA DEL PAPA
Chi sono i "corvi" del Vaticano? 
«La mente dell´operazione non è una sola, ma sono più persone».
«Ci sono i cardinali, i loro segretari personali, i monsignori e i pesci piccoli. Donne e uomini, prelati e laici. Tra i "corvi" ci sono anche le Eminenze. Ma la Segreteria di Stato non può dirlo, e fa arrestare la manovalanza, "Paoletto" appunto, il maggiordomo del Papa. Che non c´entra nulla se non per aver recapitato delle lettere su richiesta».
Un quartiere alto di Roma nord, un tavolino di un bar, sempre un po´ di traffico intorno. All´ora di pranzo di una domenica mattina finalmente tersa uno dei "corvi", gli autori della fuoriuscita di lettere segrete dalla Santa Sede, spiega i dettagli dell´operazione.
«Chi lo fa - dice subito - agisce in favore del Papa».
Per il Papa? E perché?
«Perché lo scopo del "corvo", o meglio dei "corvi", perché qui si tratta di più persone, è quello di far emergere il marcio che c´è dentro la Chiesa in questi ultimi anni, a partire dal 2009-2010».

Anche gli eretici all'attacco...?!

KUNG-FU STENDE IL PAPA - L’ANALISI PIÙ SPIETATA DELLO SCANDALO DEL VATICANO ARRIVA DAL TEOLOGO TEDESCO HANS KÜNG - “QUESTI EVENTI DANNO L´IMPRESSIONE DI UNA INCAPACITÀ PAPALE” - “RATZINGER DEDICA ORE OGNI GIORNO ALLA SCRITTURA DI LIBRI, ANZICHÉ GOVERNARE LA CHIESA” - “IL VATICANO È RIMASTO UNA CORTE AL CUI VERTICE SIEDE ANCORA UN REGNANTE ASSOLUTO, CON COSTUMI E RITI MEDIEVALI”…
Andrea Tarquini per "la Repubblica"
«È una situazione molto grave e dolorosa, e come si dice in tedesco mancano cinque minuti alla mezzanotte: il tempo massimo non è ancora scaduto per salvare la Chiesa e la Fede dal sistema della Curia romana». Il professor Hans Küng, forse il massimo teologo ribelle del nostro tempo, in gioventù amico e compagno di studi di Benedetto XVI. Analizza così a caldo lo scandalo del Vaticano. Ascoltiamolo.
HANS KUNGHANS KUNG
Professor Küng, quanto è grave secondo lei la situazione creatasi in Vaticano con lo scandalo della fuga di notizie?
«È triste quando, proprio in coincidenza con la festa dello Spirito Santo, dal Vaticano apprendiamo di tanti eventi e comportamenti avvenuti là, che davvero non sono proprio qualcosa di santo né di sacro. Gli scandali relativi alle fughe di notizie confidenziali ad opera del servitore di camera, le questioni che hanno investito la banca Ior, e anche in contemporanea l´intenzione apparente di papa Benedetto di andare alla riconciliazione con la confraternita dei fratelli di San Pio X (ndr: gli ultraconservatori epigoni di monsignor Lefèbvre) secondo la mia opinione tutto questo purtroppo è un insieme di eventi, scelte, tendenze che fa parte di un tutto, non sono casi isolati l´uno dall´altro».

lunedì 28 maggio 2012

A CACCIA DI “CORVI”

- DOPO IL MAGGIORDOMO, TRA I SOSPETTATI UN CARDINALE ITALIANO - LA GENDARMERIA CONTROLLA TABULATI TELEFONICI, EMAIL, COMPUTER E LE “4 CASSE” DI DOCUMENTI TROVATI A CASA DI PAOLO GABRIELE - DURANTE LA MESSA, IERI, SI SONO NOTATE ALCUNE ASSENZE DI CARDINALI IMPORTANTI DELLA COSIDDETTA “VECCHIA GUARDIA”, COSA STRANA PER UNA CELEBRAZIONE COSÌ IMPORTANTE PER LA CHIESA: QUASI FOSSE UN ALTRO SEGNALE DI MALUMORE INTERNO…
Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"
PAPA RATZINGER AFFATICATO jpegPAPA RATZINGER AFFATICATO JPEG
Che nell'indagine sui corvi si facesse sul serio lo si era capito già il mese scorso, quando Benedetto XVI istituì la commissione cardinalizia con pieni poteri presieduta dal porporato dell'Opus Dei Julián Herranz e con il prefetto emerito di Propaganda Fide Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi, già arcivescovo di Palermo. In apparenza poteva sembrare pletorica, da settimane erano già in corso l'indagine penale del Tribunale vaticano e quella amministrativa della Segreteria di Stato.
PAPA CON IL SOMBRERO IN MESSICOPAPA CON IL SOMBRERO IN MESSICO
Ma una commissione simile ha due caratteristiche fondamentali: risponde direttamente al Papa e, con piena autorità, può indagare su chiunque. Gia allora si era messo in conto che l'inchiesta sulla fuga di notizie, al di là della manovalanza, potesse toccare livelli più alti, fino al Collegio cardinalizio: «Agirà in forza del mandato pontificio a tutti i livelli». E ora a quei livelli si è arrivati, almeno come «ipotesi investigativa» che riguarda un porporato, e non uno in astratto: nel linguaggio felpato di Oltretevere, «non si esclude» il coinvolgimento di «un cardinale» nel complotto.

Vatileaks

Cardinale italiano tra i sospettati. E i “corvi” formano uno stormo

Paolo Gabrile accompagna Papa Ratzinger sulla papamobile
ROMA – Dalla Città del Vaticano “non si esclude” il coinvolgimento di un alto prelato, di un cardinale nell‘inchiesta sulla fuga di notizie. Nel linguaggio felpato della diplomazia è una mezza conferma. Mentre l’unico arrestato, il maggiordomo Paolo Gabriele, è sempre rinchiuso in camera di sicurezza, filtra l’intenzione che cominci a collaborare, a fare qualche nome. Tuttavia, proprio il clamoroso arresto di Gabriel, fa ritenere che il quadro generale sia già definito. Di arresti se ne attendono altri, di “corvi” ce ne sarebbe addirittura uno stormo.

Indefessi noiosi


Marco Politi, Vito Mancuso e l’incoerenza di certi “cattolici”

Sull’ottimo blog “Campari E De Maistre” (tra pochi giorni celebrerà un anno di vita) è apparso un interessante articolo di Giuliano Guzzo il quale ironizzando sul teologo sedicente cattolico Vito Mancuso ha fatto notare come oggi la Chiesa sia nella sua impostazione ultima (un po’ meno nella gestione della Curia romana) davvero nel solco di Gesù.
E’ proprio l’adesione costante alla Tradizione e la sua superiorità al consenso popolare e alle pressioni sociali sulle “tematiche sensibili” a renderla stabile come la roccia, e anche affascinante.

La casa in rovina..

CASA CIELLE - DA 20 ANNI, PEREGO E FORMINCHIONI VIVONO IN UNA CASA A MILANO INSIEME CON I MEMORES DOMINI - LA CRICCA CELESTE: PER L’AMICO E CONQUILINO CIELLINO, COMPAGNO DI CAPODANNI, BARCHE E VIAGGI, APPALTI MILIONARI ASSEGNATI SENZA GARA E UN POSTO NEL CDA DELLA CONTROLLATA DALLA REGIONE CON UNO STIPENDIO DA 130 MILA € L’ANNO - AFFARI DI ‘FAMIGLIA’: IL COGNATO DEL FORMIGA CHE DIVENTA ASSESSORE…
Mario Gerevini e Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"
È un piccolo insignificante appalto, «infilato» a pagina 20 di una delibera della giunta della Regione Lombardia del 18 gennaio scorso. Si dice che il servizio di «supporto al monitoraggio» per il programma dell'«Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea Spazio Alpino» è stato appaltato alla Soges di Torino per 25.960 euro in 4 anni. L'oggetto della commessa non è chiarissimo né importante. È più interessante chi se l'aggiudica.
ALBERTO PEREGOALBERTO PEREGO
La Soges è un'azienda torinese di consulenza direzionale. Non ci sarebbe nulla da aggiungere se non fosse che è gestita (e posseduta al 50%) da uno dei più cari amici di Roberto Formigoni, Alberto Perego, 64 anni, convivente, compagno di capodanni, barche e viaggi, come ha raccontato Pierangelo Daccò. E se non fosse che quel mini appalto non è l'unico con la Regione. Ce ne sono altri, di ben altra entità.
FORMIGONIFORMIGONI
Non è un giudizio sulla regolarità delle assegnazioni o sulla competenza della Soges, è un fatto: si finisce sempre lì quando si osserva da vicino l'attività degli amici del Celeste. Si finisce, cioè, in quella fitta foresta di affari e incarichi all'ombra della Regione.
Perego non è uno qualsiasi, lo sanno bene all'Istituto nazionale di genetica molecolare o alla società Sviluppo Fiera, entrambe partecipate dalla Regione che ha spedito l'amico di Formigoni in consiglio di amministrazione.
Da vent'anni Perego vive con il governatore nella casa milanese di via Villani assieme a una manciata di Memores Domini, laici ciellini riuniti in un'associazione riconosciuta dalla Santa Sede nel 1988. Castità, povertà, obbedienza, dedizione totale a Dio vivendo nel mondo.

D’AMORE E DACCÒ - CHI È ALESSANDRA MASSEI, LONGA MANUS DI DACCÒ ALL’INTERNO DEL PIRELLONE - ASSUNTA DALLA FONDAZIONE MAUGERI, È DIRIGENTE DELLA SANITÀ PUBBLICA IN REGIONE LOMBARDIA - DACCÒ CON LEI CONDIVIDEVA CENE E FESTE, OLTRE CHE LE OPERAZIONI IMMOBILIARI IN SUDAMERICA CON LA SOCIETÀ “AVENIDA” - DACCÒ SI FIDAVA SOLO DI LEI: DOPO IL SUO ARRESTO, L’UFFICIO DELLA MASSEI FU SUBITO PERQUISITO…

Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"
MARIA ALESSANDRA MASSEIMARIA ALESSANDRA MASSEI
«Daccò non ha tratto indebiti vantaggi da Regione Lombardia per il fatto di conoscermi» e «io non sono oggetto di indagine come non lo è nessun dirigente di Regione Lombardia», è la nuova linea Maginot di Formigoni. Trincea che però è possibile si riveli friabile proprio come accaduto alle iniziali (e via via modificate) versioni del presidente sulle asserite «vacanze di gruppo», rivelatesi in realtà un cumulo di benefit (soggiorni, aerei, barche, cene) complessivamente del valore di alcune centinaia di migliaia di euro. Perché c'è già un punto debole in questa Maginot, e sta in Alessandra Massei. O, più precisamente, nella natura una e trina di questa ex dirigente del Fatebenefratelli.
ROBERTO FORMIGONIROBERTO FORMIGONI
Prima veste: assunta per un periodo da quella Fondazione Maugeri che negli anni ha dato a Daccò 70 milioni come compenso per la sua capacità di sbloccare pagamenti in Regione. Seconda veste: funzionaria poi proprio di Regione Lombardia, dirigente nell'unità organizzativa di Programmazione sanitaria, occupatasi anche dell'«accreditamento e trasferimento di posti letto in relazione all'immobile di via Dardanoni» comprato dalla Fondazione Maugeri con maxi profitto per la coppia Daccò-Simone. Terza veste: grande amica e socia di Daccò in investimenti immobiliari in Argentina con la società «Avenida».

Pecunia laica


Il primo golpe laico allo IOR
Bisogna aver seguito – come il vostro anziano cronista – le vicende dell'Istituto per le Opere di religione dall'inizio degli anni '80, dall'era Marcinkus, per poi continuare fino a oggi, per capire appieno il valore di quello che è successo qualche giorno fa al Board della banca vaticana.



                       
Bisogna aver seguito – come il vostro anziano cronista – le vicende dell’Istituto per le Opere di religione dall’inizio degli anni ’80, dall’era Marcinkus, per poi continuare fino a oggi, per capire appieno il valore di quello che è successo qualche giorno fa al Board della banca vaticana. Un vero e proprio “golpe” laico, assolutamente impensabile fino a qualche anno fa, quando il card. Sodano, che aveva un interesse preciso e particolare per lo Ior aveva re-instaurato la figura del “prelato”, non casualmente caduta in disuso dopo la stagione di mons. Donato De Bonis.

Bertone, il “marziano” in bilico fra la pensione e la riconferma.


Estraneo alla curia e poco diplomatico, il Segretario di Stato è dato in uscita entro dicembre, quando compirà 78 anni. Ma finora Ratzinger gli ha sempre dato fiducia

27 maggio 2012 -
Molti osservatori lo danno «in uscita» entro il 2012. «Compirà 78 anni a inizio dicembre prossimo e poi se ne andrà» dicono. Ma dentro il Vaticano c’è chi dice «no».
«Tarcisio Bertone è saldamente in sella al governo della Chiesa al fianco del Papa e lì rimarrà ancora per molto tempo». Ma, al di là delle previsioni, la verità è una: Bertone, col suo stile così anti curiale e diacronico rispetto ai tempi e ai modi lenti e paludati della diplomazia vaticana, divide la curia romana e le gerarchie rimanendo un unicum nella recente storia della segreteria di stato vaticana.

domenica 27 maggio 2012

CORVO O NON CORVO, IN VATICANO E’ GUERRA PER BANDE


1-  TRA IL CLAN DEI BERTONIANI E LA CURIA CHE SI RICONOSCE NELLA PARROCCHIA DI BAGNASCO-RUINI-BOFFO-SODANO - 2- LA VICENDA IOR E’ STATA L’ULTIMA BATTAGLIA CHE HA SPACCATO LA CURIA. AL DI SOPRA DEL CONSIGLIO DEI LAICI CHE HA SEPPELLITO GOTTI TEDESCHI C’È LA COMMISSIONE CARDINALIZIA DI VIGILANZA CHE VENERDÌ SI È RIUNITA SENZA RIUSCIRE AD APPROVARE UN COMUNICATO. UN FATTO SENZA PRECEDENTI: I PORPORATI NICORA E TAURAN HANNO CONTESTATO A BERTONE LA GESTIONE DELLA CACCIATA DI GOTTI TEDESCHI E LA GESTIONE DELLA TRATTATIVA CHE DOVREBBE PORTARE LA SANTA SEDE NELLA LISTA DEI PAESI “VIRTUOSI” DELL’OCSE - 3- DALLA NOMINA DEL NUOVO CAPO DELLO IOR SI CAPIRA’ SE BERTONE HA VINTO O HA PERSO - 4- “REPUBBLICA” IN TESTA, DILAGA IL ROSICAMENTO-STAMPA PER IL LIBRO-SCOOP DI NUZZI -

Giacomo Galeazzi per La Stampa
sodano papa ratzingersodano papa ratzinger I Cardinali Bertone e BagnascoI Cardinali Bertone e Bagnasco La vicenda Ior divide i cardinali. Giovedì il consiglio laico di sovrintendenza della banca vaticana ha seppellito il suo presidente Ettore Gotti Tedeschi sotto una raffica di addebiti. Ma, ai più non è noto, la «cassaforte del Papa» è in realtà gestita con un regime «duale». Al di sopra del consiglio dei laici c'è la commissione cardinalizia di vigilanza che venerdì si è riunita senza riuscire ad approvare un comunicato.
Un fatto senza precedenti, segno che non è stato trovato un accordo all'interno del direttorio guidato dal segretario di Stato Tarcisio Bertone e composto dai porporati Attilio Nicora, Jean-Louis Tauran, Telesphore Placidus Toppo e Odilo Pedro Scherer. Secondo quanto si apprende, Nicora e Tauran hanno contestato a Bertone la gestione dell'uscita di scena di Gotti Tedeschi e l'intera conduzione della trattativa che dovrebbe portare all'ammissione della Santa Sede nella «white list» dell'Ocse, cioè nella lista dei Paesi «virtuosi».

Quanti i corvi?

VATICANO-ANO-ANO - C'È ANCHE UNA DONNA TRA I "CORVI" DEL VATICANO. UNA LAICA CHE LAVORA NEL PALAZZO APOSTOLICO E CHE HA CERCATO DI INCHIODARE ALCUNI CARDINALI (NON TEME UN'INCRIMINAZIONE, PERCHÉ È CITTADINA ITALIANA) - UNO DEGLI OBIETTIVI, OLTRE ALLA SEGRETERIA DEL CARDINALE BERTONE, SAREBBE QUELLO DI COLPIRE MONSIGNOR GEORG GAENSWEIN, L'ASSISTENTE PERSONALE DI BENEDETTO XVI – NEL MIRINO DI BERTONE IL CARDINALE ATTILIO NICORA…
Marco Ansaldo per La Repubblica
VATICANOVATICANO C'è anche una donna tra i "corvi" del Vaticano. Una laica che lavora nel Palazzo apostolico e che, facendo emergere carte interne alla Santa Sede ha cercato di inchiodare alcuni cardinali. È un dettaglio nuovo che emerge nella vicenda dei Vaticanleaks, la fuga di documenti segreti vaticani. E che rivela che la battaglia feroce tra fazioni diverse dentro le Sacre Mura è tuttora in pieno svolgimento, mentre l'inchiesta predisposta dalla Commissione cardinalizia e dalla Gendarmeria prosegue. I "corvi" sono più d'uno e diversi.

Comincia a crescere il naso?


IL VERBALE DI DACCÒ CHE ACCUSA FORMINCHIONI - “HO SOSTENUTO IO TUTTE LE SPESE DI ALLOGGIO PRESSO LE VILLE PRESE IN AFFITTO AI CARAIBI. FORMIGONI E ALTRI AMICI HANNO ALLOGGIATO SENZA CORRISPONDERE ALCUNA QUOTA" - PARLA DI CONTRATTI FASULLI INTESTATI AD ALBERTO PEREGO, AMICO DEL CELESTE - DI UN VOLO PER ST. MARTEEN, PARI A 100MILA EURO - DELLA VENDITA DI UNA VILLA IN SARDEGNA. DEL MEETING DI CL - QUASI 400MILA EURO DI "BENEFIT" PER LE VACANZE…

Davide Carlucci e Piero Colaprico per la Repubblica
formigoniformigoni Il verbale è di diciassette pagine. Pierluigi Daccò è un uomo che secondo un funzionario svizzero gode di "proprietà immobiliari nei Caraibi per un valore di oltre 40 milioni di dollari". E Daccò, come racconta ai giudici, ha "un'agenda dalla quale provvedo a staccare i fogli giorno per giorno per motivi di riservatezza". Prudentissimo, dunque, e attento anche alle parole che usa.
FORMIGONI IN BRASILE FOTO ESPRESSOFORMIGONI IN BRASILE FOTO ESPRESSO Ma, come anticipavamo ieri, è proprio lui, detenuto nel carcere di Opera, a buttare giù la vacillante autodifesa di Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia e turista a spese altrui per parecchi anni. Parla Daccò di contratti fasulli intestati ad Alberto Perego, amico di Formigoni, per le estati in barca. Della vendita di una villa in Sardegna. Di nuovi viaggi, del meeting di Cl. I detective hanno contato quasi 400mila euro di "benefit" per le vacanze. Leggiamo i passi principali.
FORMIGONIFORMIGONI Il capodanno 2010/2011
I magistrati mostrano una fattura. Riguarda un volo per St. Marteen, pari a 100mila euro. L'ha pagata Daccò e sul volo "oltre me e mia moglie, vi erano - dice il detenuto dal 15 novembre - (Alberto) Perego, (Roberto) Formigoni, il maestro Villa e un amico di Bassano, don Giulio Randon nonché Willy". Gli vengono mostrate allora altre due fatture, di 114mila euro e di 38mila euro. Daccò china il capo: "Si tratta delle spese per l'affitto della villa in cui abbiamo alloggiato durante il capodanno del 2011 (...)
Ho sostenuto io tutti i costi".
Gli altri capodanni gratis
Quella di Daccò è una verità semplice: "Oltre al capodanno 2010/2011, ho passato con Formigoni anche il capodanno 2009/2010 e 2008/2009. In occasione di tutte le vacanze di fine anno, ho sostenuto io tutte le spese di alloggio presso le ville prese in affitto ai Caraibi. Formigoni e altri amici hanno alloggiato in tali ville senza corrispondere alcuna quota".
Roberto FormigoniRoberto Formigoni Le versioni di Formigoni
È il caso di ricordare invece quanto aveva detto Formigoni: "Non ricordo dove ho passato le vacanze di capodanno, devo consultare l'agenda", era l'esordio. Aveva aggiunto: "Quando si va in vacanza tutti insieme alla fine si fanno i conti ed eventualmente si pareggia". Benissimo, ma le ricevute?, gli era stato chiesto. "Le ho buttate", dirà poi in una lettera al settimanale "Tempi". In realtà, non c'erano. E non ci sono mai state.
formigoniformigoni Che cosa paga Formigoni?
"Per quanto riguarda i viaggi aerei", e sono quelli di alcuni capidanno, "sono certo che Formigoni mi ha rimborsato tramite Perego, ma non sono in grado di riferirvi con quali modalità, forse anche in contanti. Ricordo che mi disse che voleva assolutamente rimborsarmi perché era un personaggio pubblico".
formigoni_e antonio simoneformigoni_e antonio simoneComunque, "il volo aereo del capodanno 2010/2011 per il quale ho sostenuto la spesa di euro 100mila" Formigoni non lo rimborsa, "così come per le spese di alloggio, Formigoni non mi ha rimborsato alcunché". Daccò sa di essere una specie di "cassa continua", l'oliato meccanismo si replica per le ferie estive in barca del "personaggio pubblico", con l'aggiunta di contratti fittizi.

La barca "ad maiora"
Daccò aveva provato a tergiversare, cominciando col dire che Eurosat, società del coindagato Antonio Simone, ex assessore alla Sanita in Lombardia, ciellino, paga l'affitto della barca Ad maiora: "Circa 80mila euro al trimestre". Spiega che è lui l'utilizzatore delle barche, compresa la Mi amor. A questo punto il procuratore aggiunto Francesco Greco cala uno dei suoi assi.
I FRATELLI FORMIGONII FRATELLI FORMIGONI Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero DaccoRoberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco Il verbale del marinaio
"Voglio premettere per chiarezza che l'imbarcazione Ad Maiora veniva abitualmente utilizzata dal signor Perego e dal signor Formigoni. Entrambi - racconta il 15 maggio il comandante S. P. - disponevano, in forma autonoma, dell'impiego della barca ovvero l'uscita dal porto, le destinazioni da raggiungere, portando con sé ulteriori ospiti (...)". Prima di Ad Maiora c'erano due altre barche, Cinghingaia e Ojala, "anche queste due imbarcazioni sono state ad uso esclusivo di Perego e Formigoni (...) Nei miei cinque anni di servizio le tre imbarcazioni (...) sono state utilizzate per circa l'ottanta per cento delle volte da Perego e Formigoni". Una volta l'anno l'usavano altri, come Gaetano Cantoni e l'attore Renato Pozzetto.
FORMIGONI SU YOUTUBEFORMIGONI SU YOUTUBE Le spese della barca
Quando scopre il racconto del marinaio, Daccò ammette: "Ero io a sostenere tutte le spese connesse all'imbarcazione: spese di noleggio, dello staff, di cambusa e mantenimento (...) Posso provare a quantificare a spanne i costi sostenuti: 30mila euro per i mesi di marzo e aprile e 50mila per i mesi estivi. Mi chiedete quali costi ha sostenuto Formigoni e rispondo che non ha pagato nulla perché era mio ospite".
FORMIGONI hFORMIGONI h Altri voli e "contratti mai eseguiti"
Formigoni non paga nemmeno nell'aprile dell'anno scorso. C'è un volo privato Linate-Nizza che costa 51mila e 750 euro, i pubblici ministeri lo sanno e Daccò, preso in contropiede, ancora una volta ammette: "Sì, Formigoni partecipò a quel viaggio. Siamo poi andati a Cannes".
formigoni scolaformigoni scola I pubblici ministeri mostrano anche alcuni contratti di noleggio arrivati in Italia dalla Svizzera per rogatoria: "Dovendo ospitare per alcune settimane Formigoni e Perego, il mio fiduciario mi ha consigliato di stipulare contratti di questo tipo, in modo che in caso di controlli da parte delle autorità Perego e Formigoni potessero giustificare l'utilizzo della barca. (..) Sono - dice Daccò - (...) quattro contratti necessari a giustificare l'utilizzo dell'imbarcazione per quattro mesi da parte di Formigoni e Perego in via esclusiva e comunque senza la mia presenza (da luglio a ottobre dell'anno 2007). Non è stato pagato alcun corrispettivo per l'utilizzo dell'imbarcazione, nonostante nei contratti che mi avete mostrato sia previsto un corrispettivo di euro 36mila mensili a carico di Perego".
Alberghi e cene di Cl
Daccò è una "cassa continua" anche durante il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini: "Prenotavo sempre presso il Meridien circa dieci stanze che poi mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre, organizzavo sempre, durante ogni Meeting, una cena presso il ristorante Lo Squero alla quale invitavo circa 50 persone. Tuttavia, spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18mila euro".
FORMIGONIFORMIGONI FORMIGONI E LARA COMIFORMIGONI E LARA COMI Il cottimo umano
Daccò prendeva il 25 per cento di tutte le somme che riusciva a sbloccare in Regione per i rimborsi alle strutture sanitarie che lo impiegavano come consulente di alto livello: "Si trattava di giocare nell'ambito della discrezionalità amministrativa dell'ente pubblico". Muovendo quali leve? "L'assessore per gli aspetti politici, il direttore generale per le questioni più tecniche (...) Ho rapporti con Lucchina e con l'assessore alla Sanità Borsani nonché con i loro predecessori... Ho avuto rapporti anche con Abelli per l'assessorato alla famiglia".
Gli interlocutori in Regione
"La mia attività consisteva nel parlare con il direttore generale Lucchina o con l'assessore in carica e nel cercare di convincerli della bontà delle richieste ed esigenze rappresentante dalla fondazione Maugeri. Quanto al ruolo di Simone, effettivamente ho corrisposto allo stesso fra il 40 e il 50 per cento di tutti i compensi ricevuti dalla Maugeri perché svolgeva in mio favore attività di consulenza in materia polito-tecnico-sanitaria".
formigoni sirenetto e la bruna misteriosaformigoni sirenetto e la bruna misteriosa FORMIGONI BALLOTTAGGIOFORMIGONI BALLOTTAGGIO L'amica dirigente
In Regione, nel frattempo, è arrivata Alessandra Massei, reduce da un ruolo di primo piano in una Asl a Venezia: "Con lei - racconta Daccò - c'è un rapporto di amicizia profonda. Siamo soci con la sua famiglia per un'operazione immobiliare in Argentina". Il manager della Maugeri, Costantino Passerino, racconta di una cena organizzata per festeggiare l'assunzione della Massei in Regione. Ma Daccò dice di non ricordare. Sui conti correnti della Massei sono spuntati molti versamenti in contanti. "Non ne so niente - assicura Daccò - quei contanti non glieli ho dati io".

Le mega-speculazioni immobiliari
Simone e Daccò, che avevano già guadagnato 5,5 milioni di euro per far acquistare una clinica alla fondazione a Milano nel 2004, in via Camaldoli, ripetono l'operazione nel 2011. Mediano tra il costruttore Zammarchi e Maugeri per la compravendita di una clinica, questa volta in via Dardanoni. Nell'intermediazione guadagnano più di 4 milioni di euro. C'entra Alessandra Massei in queste operazioni? L'indagine sembra aver scoperto di sì, ma Daccò "non ricorda".
FORMIGONIFORMIGONIFORMIGONI MORATTIFORMIGONI MORATTI La villa in Sardegna
Estate 2011, Daccò vende ad Alberto Perego una villa in Sardegna, della quale anche Formigoni aveva da tempo disponibiolità. Per i pubblici ministeri è una "vendita sottocosto" e sospetta: "Li ho ospitati anche prima che Perego acquistasse la villa (...) Ho fissato il prezzo a 3 milioni di Euro e Perego ha accettato", ma i magistrati indagano ancora sugli spostamenti finanziari.
La chiave Formigoni
"Formigoni sapeva della sua attività di intermediario nella sanità?", gli chiedono i pm. "Sì, sapeva che svolgevo questo tipo di attività ma - precisa Daccò - non ho mai parlato con lui di queste questioni. Ovviamente, negli anni, ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi di fronte ai miei clienti (...) Abbiamo un rapporto di grande amicizia, tanto che Formigoni viene sempre a pranzare con la mia famiglia in occasione del pranzo di ogni Natale".
formigoni tareq aziz sole24oreformigoni tareq aziz sole24ore formigoni contratti Oilforfood sole24oreformigoni contratti Oilforfood sole24oreDaccò descrive la casa in cui Formigoni vive con gli altri confratelli di Cl: "Si tratta di un immobilie di Ligresti in cui abitano 5-6 memores domini. Sono tutti miei amici (...) Sono stato decine di volte a casa di Formigoni". L'amicizia non è reato, sembra dire Daccò. Ma è quel rapporto ad aver fatto la sua fortuna? E quel vorticoso giro di soldi intorno a lui, ad Antonio Simone, al presidente e alla sanità lombarda che cosa significa? È questo che i pubblici ministeri vogliono sapere.





roberto formigoni
Roberto Formigoni (foto Lapresse)
MILANO – Il 26 maggio Roberto Formigoni aveva detto: “Se dimostreranno che Daccò ha ottenuto dei favori da me per le spese che aveva sostenuto, mi dimetterò”. Il giorno successivo l’Ansa e i principali giornali italiani hanno dato la seguente notizia: Pierangelo Daccò avrebbe detto al procuratore aggiunto di Milano e ai pm di aver “sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni per accreditarmi con i miei clienti”. alla sua presunta attività di intermediario nel settore della sanità, Daccò, scrive l’Ansa, ha precisato che ”Formigoni sapeva che svolgevo questo tipo di attività ma non ho mai parlato con lui di queste questioni”.
Ma Daccò avrebbe precisato anche di avere organizzato in più di un’occasione cene per i partecipanti al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini:

”Prenotavo sempre presso il Meridien circa dieci stanze che poi mettevo a disposizione dei miei ospiti. Inoltre, organizzavo sempre, durante ogni Meeting, una cena presso il ristorante Lo Squero alla quale invitavo circa 50 persone. Tuttavia, spesso tali cene si allargavano anche agli amici dei miei ospiti, per cui vi partecipavano anche 180 persone. Per tali cene, sostenevo spese in ciascuna occasione di circa 18.000 euro”.
Daccò avrebbe precisato che il governatore della Lombardia ”frequenta la mia famiglia da molti anni, per esempio pranza il giorno di Natale con me, mio padre e tutta la mia famiglia”. E alla domanda se prima del 2008 avesse trascorso altre festività con il presidente della Lombardia, Daccò avrebbe risposto: ”Non ricordo, credo un’altra volta, ma ci siamo incontrati direttamente sul posto. Tuttavia – ha aggiunto – non posso escludere che anche durante i capodanni precedenti Formigoni ne abbia trascorso qualcuno in mia compagnia. Posso dire che, negli ultimi anni, ho trascorso sia le festività pasquali che quelle natalizie con Formigoni”
Daccò avrebbe poi raccontato ai giudici che il presidente della Lombardia Roberto Formigoni partecipò ad un viaggio aereo Linate-Nizza il 21 aprile 2011. Per il noleggio dell’aereo, Daccò ha detto di aver pagato 51.750 euro. Alla precisa domanda se Formigoni partecipò a quel viaggio, Daccò avrebbe risposti risposto: ”Sì, partecipò. Siamo andati a Cannes dove si trovava la barca e dove abbiamo dormito e trascorso tutte le vacanze di Pasqua per poi tornare a Milano con lo stesso aereo preso a noleggio”.

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