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domenica 10 marzo 2013

Vaticano, ultimi preparativi per il Conclave

Dopo giorni di pretattica, il 12 inizia la partita. Ma la tensione è alta sul toto-nome dopo la lunga stagione di scandali. Slovenia: Chiesa condannata a risarcire vittima di pedofilia.

Tutto è pronto. Le stufe sono state preparate. Le stanze sono state assegnate. L'ultimo dei 115 cardinali è arrivato nella Città eterna. E anche il camino da cui è destinato uscire il fumo bianco del nuovo pontificato ha fatto la sua comparsa sul tetto della Capella San Sistina. Le fumate sono previste ogni giorno alle 12 e alle 19. Ora l'unico conclave svolto sotto l'occhio vigile di un ex pontefice, o pontefice emerito, può iniziare.

Quello che si aprirà martedì 12 marzo è il conclave «più difficile» della storia recente della Chiesa. Secondo Peter Huenermann, docente all'università di Tubinga, tra i più stimati teologi tedeschi, in gioco c'è la credibilità dell'istituzione e quindi il futuro stesso della Chiesa.
Non si sa quanto durerà: se solo due giorni o cinque come il Conclave record che incoronò Pio XI nel 1922. Record sarà però la pressione mediatica sulla cupola di San Pietro, dopo una lunga stagione di scandali che ha investito la Chiesa a tutte le latitudini. Per la curia romana, che di quegli scandali è il fulcro, è l'esame più duro: quello in cui per la prima volta l'opinione pubblica ha un peso.
CANTIERE ALLA SISTINA. Intanto la cappella Sistina è diventata un cantiere in piena attività:  dopo aver posizionato le stufe che bruceranno le schede degli scrutini e i fumogeni bianchi o neri, le maestranze e tecnici vaticani stanno facendo del loro meglio per allestire la sede delle votazioni sotto il Giudizio universale di Michelangelo, nonostante l'anticipo del conclave rispetto alla normale durata della sede vacante, deciso dai cardinali, grazie alle disposizioni di Benedetto XVI prima di lasciare il pontificato.

Mahony: «Prendo il cappuccino con il nuovo papa ogni giorno»

I porporati hanno già la chiave della loro stanza a Santa Marta. Sono attesi nella residenza martedì stesso, al mattino di buon ora, per essere poi tutti alle 10 nella Basilica di San Pietro per la Messa 'pro eligendo Pontifice' che sarà celebrata dal cardinale decano Angelo Sodano. Poi il pomeriggio alla Sistina e con il «Fuori tutti» l'inizio ufficiale del conclave è fatto.
DISCUSSIONI SULLA CURIA.Il programma giornaliero è serrato con tempi scanditi dalle preghiere, dalle votazioni, ma anche dai momenti conviviali, molto utili, a volte, per trovare quegli equilibri che le urne del conclave non riescono a produrre. Nelle congregazioni generali, intanto, si è discusso anche della questione più scottante: il «miglioramento» della curia.
Fuori da San Pietro, invece, prosegue la ridda di ipotesi e desiderata sul nome del nuovo papa. Nessuno si tira indietro. Il cardinale Roger Mahony, al centro di furiose polemiche per aver deciso di partecipare al conclave dopo aver coperto centinaia di casi di pedofilia, ha scritto sul suo blog: «Quasi ogni giorno prendo il cappuccino con il nuovo Papa». E ha proseguito: «Quasi ogni giorno saluto il nostro nuovo Papa e forse prendo un cappuccino con lui. Il problema è che non so quale di questi cardinali sarà eletto la prossima settimana. Ma il Papa è uno di loro».
Mentre il cardinale in pole position per il seggio papale a lui più vicino, l'arcivescovo di New York, Timothy Dolan, lancia tutt'altri messaggi: «Mi manca New York. Sto finendo i calzini», ha mandato a dire ai suoi fedeli attraverso il Catholic Channel.

Huenermann: «Nel mondo le chiese si svuotano»

Per Don Albino Bizzotto, fondatore dell'Associazione Beati i costruttori di pace, il pontefice non dovrà più essere un Papa «della diplomazia e del rapporto con i potenti», ma una figura capace di camminare sulle strade della sofferenza «per dare un esempio di semplicità e ascolto».
Su chi tra i cardinali riuniti nella Cappella Sistina possa salire sul soglio di Pietro «rompendo gli schemi gerarchici che stanno frantumando la Chiesa», restituendole anche «una struttura più leggera», don Bizzotto non ha dubbi. «Potrebbe essere un Papa dell'America Latina», ha spiegato, «perché avrebbe alle spalle la storia di un continente sfruttato ma che ha avuto anche la speranza di uscire dalla povertà. Qualcuno che conosce, insomma, la realtà difficile di chi è sempre stato messo da parte». Un Papa, dunque, «che non impone e non ordina, ma vive la realtà delle chiese locali».
BENEDETTO CON I LEFEBVRIANI. La Chiesa, secondo il teologo Huenermann, lotta per la sopravvivenza. «Quello delle Chiese vuote», ha spiegato il teologo, «non è un fenomeno solo occidentale. Io l'ho visto in Argentina, in Perù e persino in Polonia». Secondo il teologo il conclave dovrà decidere anche in che direzione muovere la Chiesa, se lungo la via imboccata da Benedetto XVI, che fino all'ultimo ha cercato l'intesa con gli ultratradizionalisti lefebvriani o aprendo la Chiesa al mondo.
Dopo giorni di tensione intanto, il direttore della sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, nel briefing con i giornalisti si è lasciato andare anche a diverse battute - «Quasi mi dispiace che ci avviciniamo alla conclusione» - e  congedadosi ha detto: «Domani vacanza».

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