IL FAMIGERATO ENZO BIANCHI CONTINUA A IMPERVERSARE
Per lui il peccato originale, la caduta degli angeli e l'autorità dogmatica
della Chiesa sono sorpassati... roba da medioevo
Il priore sta al gioco, sacrificando in nome del dialogo le basi stesse del cristianesimo e fa sapere al pubblico che c'è una «evoluzione
del mondo della fede» e che oggi la «teologia classica» ha delle risposte interessanti alle domande esistenziali. La prima: «La fede non sta nel piano della conoscenza, la fede sta sul piano delle convinzioni» perché «il cristiano non ha certezze» e «chi crede, non è che sa. Non è che conosce.
Chi crede è convinto, ha una convinzione dentro di sé»; inutile negare la forte carica relativista di un simile messaggio, un modo contorto e pasticciato di distinguere tra "scienza e fede" che finisce col fare torto alla tradizione cristiana, la quale ha sempre insegnato che «l'assenso della fede non è affatto un cieco moto dello spirito» (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 156).
Seconda: la Chiesa «in un primo tempo» ha insistito sul peccato originale
come spiegazione del male, ma, ci informa l'aggiornatissimo monaco, «oggi la Chiesa non è più su queste posizioni.