QUARESIMA : UNA CHIESA NEGOZIABILE DAI «PRODIGI» CONCILIARI (Bergoglio sbarca su iPhone)
Messaggio
video informale di Bergoglio riguardo l’Unità dei cristiani,
registrato con un iPhone per un convegno di evangelici pentecostali
di lingua inglese che si è svolto negli USA. Il video è stato
registrato a Santa Marta, in Vaticano dal vescovo pentecostale Tony
Palmer, amico di Bergoglio. Un modo decisamente inedito di
comunicazione per un
papa. http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=TsEJVP_eDAE
Uno
dei segni dati da Gesù per la fine dei tempi è quello dei prodigi,
i falsi miracoli dei falsi cristi e falsi profeti. “Allora
se qualcuno vi dirà: «Ecco qui il Cristo! Eccolo là!», non
credetegli. Infatti, sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, i quali
vi daranno a vedere segni e prodigi per sedurre, se possibile, gli
stessi eletti. Voi, perciò, state in guardia! Vi ho predetto ogni
cosa”. (Mc 13, 21-23)
Abbiamo
già parlato del prodigio» della “nuova Pentecoste”, che
potrebbe essere stata usata – diranno alcuni – come metafora.
Invece, fu usata proprio per varcare le frontiere del sacro con le
nuove idee ecumeniste; pur con l’immane inganno di nuove
rivelazioni dello Spirito Santo per “aggiornare” quelle
precedenti, al sapore dei “bisogni dei tempi” d’ispirazione
modernistica e massonica; la mutazione gnostica bloccata da venti
secoli da Gesù Signore. Ciò richiede ogni vigilanza cattolica, che
si deve riferire alla vera Pentecoste, suscitata da Dio dopo
l’Ascensione. Allora San Pietro fecce un discorso ispirato per
chiamare alla conversione che si può dire fondamentale per
riconoscere l’autenticità e continuità fedele dei suoi
successori: “Uomini d’Israele, ascoltate queste parole:
Gesù di Nazareth – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo
di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per
opera sua, come voi ben sapete -, dopo che, secondo il prestabilito
disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l’avete
inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo
ha risuscitato… Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele
che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete
crocifisso!” All’udir tutto questo si sentirono trafiggere il
cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo
fare, fratelli?». Pietro rispose: “Pentitevi e ciascuno di voi si
faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei
vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi
infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che
sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro”. Con molte
altre parole li scongiurava e li esortava: “Salvatevi da questa
generazione perversa”. Allora coloro che accolsero la sua parola
furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila
persone. (At. Ap. 2).
Ecco
una vera «Magna
Charta del futuro Pontificato». Ci
può essere una “nuova Pentecoste” per dire che la Casa d’Israele
non ha bisogno del battesimo di conversione a Gesù Cristo perché
fedele all’Antica Alleanza mai abrogata? Se così fosse,
l’espressione “nuova pentecoste” diverrebbe copertura per
alterare la fede fondata sulla necessità per tutti dell’Incarnazione
del Signore e dell’unica Redenzione nel Suo sangue. Eppure,
l’espressione “nuova Pentecoste” fu usata da Giovanni 23 in
avanti in vista del piano di nuova evangelizzazione del Vaticano 2º.
Quanto diceva della sua «ispirazione», rientrava nelle intenzioni
della mutazione modernista palesata nel discorso d’apertura del
Vaticano 2º, che risponde inoltre, indirettamente, alla questione
iniziale: perché un concilio? Ci aiuta ancora a capirlo San Pio X,
indicando l’idea modernista della Chiesa come frutto del bisogno di
seguire un’esperienza singolare, comunicandola alla collettività.
Ecco allora l’“ispirazione” di Roncalli: “Fu
un tocco inatteso, uno sprazzo di superna luce, una grande soavità
negli occhi e nel cuore. Ma insieme un fervore, un gran fervore
destatosi improvvisamente in tutto il mondo, in attesa della
celebrazione del concilio!”
Da
quel momento il volere della Chiesa sarebbe quello di Giovanni
23: “Essa ritiene di venire incontro ai bisogni di oggi…
preferisce far uso della medicina della misericordia… piuttosto che
della condanna”. Come se una giusta condanna fosse
contraria alla misericordia.
Tali
cambiamenti non potevano avvenire in nome dello Spirito Santo poiché
proclamato per la prima volta nella storia della Chiesa un concilio
ecumenico non dogmatico e perciò non infallibile, che faceva a meno
giustamente dell’assistenza dello Spirito Santo assicurata al Papa
e alla Chiesa.
Tale
dispensa oggettiva, associata all’evocazione soggettiva di
una nuova
Pentecoste,
è servita al «superstizioso» aggiornamento conciliare, la cui
applicazione fu consumata, perfino in termini espliciti, nel Sinodo
straordinario del 1985 conclusosi col seguente Messaggio dei padri al
popolo: “Come
agli Apostoli nel Cenacolo con Maria, lo Spirito Santo ci ha
suggerito quello che Lui voleva dire alla Chiesa in cammino verso il
3º millennio… Il messaggio del Vaticano 2… resta la
Magna Charta del futuro. Finalmente
s’è realizzata nei nostri giorni la nuova Pentecoste,
di cui ha parlato Giovanni 23 e che insieme ai fedeli attendevamo
dallo Spirito Santo”.
In
verità, nel Cenacolo a Gerusalemme lo Spirito Santo ispirò agli
Apostoli l’intelligenza della Rivelazione, che si chiuse con la
morte dell’ultimo di essi.
Poteva
il Vaticano 2º riaprirla con le novità dei suoi lumi modernistici?
Ora
è Bergoglio/Francesco che parla in un video girato da un vescovo
pentecostale suo amico, Tony Palmer, che lo va a trovare. La
registrazione è artigianale, ma a detta dello stesso pastore,
chiesta proprio dal Papa per mandare un appello per l’unità dei
cristiani destinata al congresso di pentecostali in Usa. Il video
postato su YouTube e «spopola».
Su
YouTube ci sono anche le immagini del Congresso americano dei
pentecostali in cui il vescovo Palmer, introducendo il
videomessaggio, racconta nei dettagli, trasmettendo la sua
incredulità per quanto avvenuto, l’incontro con il Papa. Bergoglio
lo chiama al telefono, si danno appuntamento a Roma, a Santa Marta.
“Mi ha chiesto – riferisce il pastore – se per me andava bene
l’appuntamento alle 10. Tu, il capo della chiesa cattolica
italiana, che conta 1,2 miliardi di persone, chiedi a me se va bene
l’appuntamento alle 10?”, racconta trasmettendo ancora la sua
meraviglia. Poi l’incontro a Santa Marta e l’amico pentecostale
chiede l’”agenda”, il motivo, dell’incontro. Il Papa gli
risponde, sempre nel racconto di Palmer, di non avere un’agenda ma
di voler parlare da fratelli. Poi l’idea del messaggio per il
congresso. Al vescovo che gli chiede se può inviare qualcosa di
scritto, Bergoglio avrebbe replicato: perché non mi fai un video? “E
allora – racconta il vescovo Palmer amico del Papa – ho tirato
fuori dalla tasca il mio iPhone”. Bergoglio parla in italiano ma
pronuncia inizialmente qualche parola in inglese solo per dire:
“Scusate se non parlo inglese”. E aggiunge: “Non parlo inglese,
non parlo italiano, ma voglio parlare la lingua del cuore”… “Vi
parlo come un fratello – dice il Papa nel video – con gioia e
nostalgia” per l’unità dei cristiani. “Dobbiamo trovarci come
fratelli, dobbiamo piangere insieme, il pianto che unisce”. E
aggiunge “il miracolo dell’unità è cominciato”. L’invito è
a far “crescere la nostalgia, perché questo ci spingerà –
afferma – a trovarci, ad abbracciarci e a lodare Gesù Cristo, come
unico Signore della storia”. La preghiera comune al Signore,
allora, sarà “perché ci unisca tutti”: “Siamo fratelli e ci
diamo spiritualmente quest’abbraccio elasciamo che il Signore
finisca l’opera che ha cominciato, perché questo è un miracolo”.
E
il Signore, aggiunge Bergoglio citando Alessandro Manzoni, “finirà
bene questo miracolo dell’unità“.
Dunque
il «miracolo» mancante di Dio era – niente meno - l’unione
dei credenti di diverse credenze dette cristiane, ma che non
riconoscono l’autorità della Chiesa Cattolica come Chiesa di
Cristo. Se ciò non è un’eresia esplicita è, come minimo,
gravemente ambigua e ingannevole, che fa dell’opera ecumenista il
«miracolo»; non più l’unità nella Fede, ma la buona volontà di
qualche nostalgica ammucchiata religiosa. Ecco quale sarebbe il buon
esito voluto da Dio secondo gli anticristi in Vaticano! Ed ecco la
nuova «missione» dell’uomo che, vestito da Vicario di Cristo,
pone la sua opinione al posto di quel che Dio avrebbe voluto: la
«fede ecumenista» invece della conversione al Vangelo del Signore!
Quale
scempio può superare tale culto dell’uomo in una chiesa tanto
negoziabile, ora sbarcata con Bergoglio su iPhone.
Per
il modernismo conciliare, da Roncalli a Ratzinger, la verità era
relativa; per l’attuale post-poster-modernista, la verità è
irrilevante.
Quindi,
se qualcuno cerca, in uno sforzo di conversione (pensiamo a Giuliano
Ferrara), il Pontefice della verità non negoziabile, inutile
guardare in Vaticano; più facile sarebbe stato trovarla a telekabul.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
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