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lunedì 4 agosto 2014

EMILIA PARANOICA (non solo)

“Matrimoni” omosessuali anche a Reggio Emilia?
"Matrimoni" omosessuali anche a Reggio Emilia?

Dopo Bologna è il comune guidato da un altro sindaco Pd a tentare la trascrizione dei “matrimoni” omosessuali sul locale registro delle “unioni civili”
Ricordando la famosa canzone dell’indimenticabile punk band CCCP-Fedeli alla linea “Emilia paranoica”, ci accingiamo ad assistere ad un altro paradossale e, forse isterico, scontro pro econtro il “matrimonio” omosessuale. Questa volta ha luogo nel Comune di Reggio Emilia, a guida, rinnovata alle ultime amministrative del 2014, di centro-sinistra.
EMILIA PARANOICA
La scorsa settimana era stata l’amministrazione comunale di Bologna che, come già accaduto per altre città italiane aveva, secondo alcuni illegittimamente, provveduto a dare il “via libera” alla trascrizione presso l’Ufficio dello Stato Civile dei matrimoni fra persone dello stesso sesso contratti all’estero, ricevendo fra l’altro una denuncia da parte dell’opposizione (cfr. Lorenzo Bertocchi, Golpe del sindaco sui matrimoni gay: denunciato, in La Nuova Bussola Quotidiana, 31-7-2014). Dopo questa contestata “disposizione organizzativa” del sindaco bolognese Virginio Merola (Pd), è ora quello di Reggio Emilia, il giovane esponente Pd Luca Vecchi, a “prepararsi il terreno”, pare, per fare la stessa cosa. Si è trovato, però, di traverso, tutta la Chiesa locale, guidata da monsignor Massimo Camisasca, vescovo della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Questo coraggioso presule, proveniente da Comunione e Liberazione, si era già “fatto notare” dalle sinistre locali per aver condotto in porto, lo scorso anno, la beatificazione del giovane seminarista emiliano Rolando Rivi (1931-1945), ucciso il 13 aprile 1945 in odio alla fede da partigiani comunisti ad appena quattordici anni. Monsignor Camisasca non solo aveva firmato l’introduzione al libro pubblicato in preparazione della sua beatificazione (cfr. Emilio Bonicelli, Il Beato Rolando Rivi – Io sono di GesùPiccola Casa Editrice, Milano 2013), ma ne aveva poi promosso al massimo e presieduto a Modena l’affollata celebrazione, impensabile fino a qualche anno fa’, il 5 ottobre 2013.
UN “PRE-REFERENDUM” SUI “MATRIMONI” OMOSESSUALI
Ora che il partito di Nichi Vendola Sel, ben rappresentato in Comune, ha chiesto all’Amministrazione di Reggio Emilia di riconoscere, tramite il registro delle unioni civili, i “matrimoni” gay celebrati all’estero, monsignor Camisasca ha espresso con chiarezza la contrarietà della Chiesa a tali tipi di proposte, ribadendo che l’unica famiglia naturale è quella fondata sul matrimonio di un uomo ed una donna. “Voi con chi state?”, chiede quindi il quotidiano più venduto a Reggio Emilia, cioè la Gazzetta di Reggio, in una sorta di “pre-referendum” on linesui “matrimoni” omosessuali che sta avendo un riscontro dagli esiti da molti imprevedibili. Infatti, i risultati finora registrati, sia quantitativamente (quasi 20mila risposte in neanche una settimana – è stato lanciato il 28 luglio -) sia qualitativamente (oltre il 55% si è espresso contro la trascrizione dei “matrimoni” omosessuali nei registri comunali), dimostrano che la maggior parte dei cittadini crede solo nel matrimonio costitutivo della «famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», come riconosce anche la Costituzione della Repubblica (art. 29). “Unioni gay, giusto riconoscerle?”, chiede la Gazzetta di Reggio, attendendosi probabilmente un “plebiscito” nell’Emilia rossa per i “matrimoni” omosessuali. Le cose, però, non stanno andando come previsto. Insomma, gli Italiani, se richiesti, stanno ancora una volta dimostrando di essere favorevoli al solo matrimonio naturale, quello in grado di assicurargli (ed assicurarci) un futuro.

04 - 08 - 2014Giuseppe Brienza


http://www.formiche.net/2014/08/04/matrimoni-omosessuali-anche-reggio-emilia/
Trascrizione
VATICANISTA DE LA STAMPA
Sulla presa di posizione della curia dalla comunità gay è arrivato il commento di un esponente "storico", Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia: «L'idea che la trascrizione sul registro di stato civile delle coppie dello stesso sesso violi la privacy è una tale assurdità che risulta persino avvilente commentarla. Il problema esisterebbe se la trascrizione fosse fatta all'insaputa degli interessati ma come tutti sanno succede esattamente il contrario ovvero sono le coppie gay sposate all' estero che chiedono la trascrizione e dando il loro consenso non esiste proprio un problema di privacy. È interessante quindi capire come mai la curia bolognese tira fuori argomenti puerili e palesemente inconsistenti sul piano giuridico pur di cercare di bloccare le annunciate trascrizioni». C'è tensione fra Chiesa e Palazzo a Bologna. La Curia della città "rossa e papale" è tornata infatti ad attaccare il Comune che dalla metà di settembre trascrivera' nei propri registri i matrimoni omosessuali contratti all'estero dai bolognesi. Una norma che ha un valore più simbolico che politico, che ha suscitato gli applausi degli esponenti del movimento gay (fra tutti il senatore bolognese Sergio Lo Giudice, che qualche anno fa ha sposato il suo compagno a Oslo) e infuriare gli ambienti vicini alla Curia. Annunciato settimane fa, il provvedimento era già stato bollato come pura propaganda politica dai vertici ecclesiastici cittadini. Che sono tornati alla carica con un attacco frontale al sindaco Virginio Merola su "Bologna Sette", il settimanale diocesano, allegato domenicale di "Avvenire". La trascrizione dei matrimoni, come si legge in un intervento affidato al giurista Paolo Cavana, violerebbe la privacy, visto che svelerebbe un dato sensibile come l'orientamento sessuale. Secondo la Curia il provvedimento «oltre a risultare in contrasto con la giurisprudenza di legittimità, sembra dimenticare che le informazioni idonee a rivelare la vita o l'orientamento sessuale delle persone, è consentito solo se autorizzato da espressa disposizione di legge o con atto adottato dal garante per la protezione dei dati personali». Il parere del garante, sostiene Cavana, anche se richiesto, senza una legge difficilmente potrà essere positivo. Secondo il giurista, quindi, il provvedimento in questione «che ordina l'inserimento nell'archivio informatico del Comune di atti privi di ogni rilevanza giuridica, ma tali da rivelare l'orientamento e la vita sessuale delle persone appare formalmente illegittimo se non, almeno in linea teorica, addirittura illecito». Merola ha già in più occasioni ribadito di voler andare avanti nonostante le osservazioni della Curia e nonostante la netta opposizione di alcune forze politiche, come il Nuovo centrodestra che contro il provvedimento ha presentato un esposto al ministro dell'Interno. Anzi la sua giunta prosegue anche con altre iniziative salutate con grande entusiasmo dalla comunità gay. Come quello, annunciato nei giorni scorsi, che prevede una modifica al regolamento di polizia mortuaria che consente a chi ha vissuto una vita insieme, omosessuale o no, di essere tumulato vicino al proprio compagno anche se non sposato. 

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