Vorremmo dire a Mons. Mogavero che:
Il Giudizio
temerario genera inquietitudine, disprezzo del prossimo,
orgoglio,compiacenza di sè e altri perniciosi effetti,vera peste della
conversazione Vorremmo ricordargli con le parole del Grande vescovo
Santo Francesco di Sales. Il Tuo dire sia dolce, franco
schietto,sincero, naturale, verace.Fuggi la doppiezza, i ragiri e le
finzioni.le scaltrezze mondane e gli umani artefizi appartengono ai
figli del secolo. I figli di Dio non fanno raggiri, e hanno il cuore
senza nascondigli. Chi cammina con semplicità dice il Savio procede con
sicurezza. Il Parlare di un Vescovo della Chiesa Cattolica deve essere
Si Si No No non si può servire due padroni se ne amerà uno e detesterà
l'altro non si può servire Dio e LE FOLLIE DEL MONDO.
Alessandra
Ancora Ferrara che
ripete la stessa posizione anche di fronte al dato schiacciante
proveniente dall'Europa che vede l'Italia arretrata sulla
regolamentazione.
Partono poi i sondaggi sul tema delle unioni civili: la percentuale aumenta ogni anno.
23:40 Ferrara
polemizza con il Vescovo:" Al di là dell'accoglienza e della
misericordia, ma si rende conto quello che ha detto?
Queste persone sono sposate, c'entra la questione famiglia e matrimonio". Piccola polemica con Giannini che non pensava di assistere a una lite tra Ferrara e il vescovo al quale risponde:" Giannini tu questo volevi. Come pure quello mandato fuori al Campidoglio a dire sono tutti froci, per far apparire bello quello che ha fatto Marino e me come cattivo". Breve replica del Monsignore che ripete ciò che ha detto prima.
Queste persone sono sposate, c'entra la questione famiglia e matrimonio". Piccola polemica con Giannini che non pensava di assistere a una lite tra Ferrara e il vescovo al quale risponde:" Giannini tu questo volevi. Come pure quello mandato fuori al Campidoglio a dire sono tutti froci, per far apparire bello quello che ha fatto Marino e me come cattivo". Breve replica del Monsignore che ripete ciò che ha detto prima.
23:35 La coppia
prende le distanze dall'affermazione di Ferrara "utero in affitto": "Se
fossimo stati in Canada l'affermazione di Ferrara sarebbe finita su
tutti i giornali. Forse lo faranno in Thailandia".
23:30 Ferrara ricorda la famiglia tradizionale. Il Monsignore Mogavero:
"La sacralità
della famiglia non è in discussione, non si parla di matrimonio o
famiglia. Noi possiamo dare accoglienza, lo stato dovrà fare il resto.
Non ci sarà ancora pronuncia ufficiale, ma sono d'accordo sulle tutele
per queste persone che non devono ricorrere ad autotutela".
23:25 Servizio
sulle trascrizioni delle unioni all'estero in Campidoglio, ad opera di
Ignazio Marino. Contestazioni da gruppi di estrema destra.
23:19 Ci pensa
Giuliano Ferrara a fare il bastian contrario: "La questione non è che si
amino. Tutto giusto la regolarizzazione di queste tutele. Il punto è un
altro, critico due cose: 1)Hanno trasformato loro amore in richiesta.
Cioè di equipararsi al matrimonio uomo- donna. 2) Hanno 3 figli avuti
con utero in affitto da donna che li ha prodotti per loro. Queste sono
le cose che critico intellettualmente".
23:15 La posizione
del Monsignore è conciliante: "E' un tema che si affronta ora senza
paure e pregiudizi. Papa Francesco ha portato il discorso sulla dignità
della persona. I limiti della dottrina della Chiesa sono sul matrimonio e
su questo il cammino è ancora lungo. Al Sinodo la linea della tenerezza
ha avuto consenso maggioritario.
23:13 La coppia
parla del valore fortemente simbolico del gesto di Marino: "La città in
cui viviamo, Roma, ha detto ci siete, esistete".
23:10 Le unioni civili. Ospiti: una coppia la cui unione è stata trascritta da Marino, Andrea Rubera e Dario De Gregorio. Poi Giuliano Ferrara il Mons. Mogavero Parla come il rappresentante dei diritti degli omosessuali no come un Vescovo della Chiesa Cattolica.
http://intuajustitia.blogspot.it/2014/10/ballaro-giuliano-ferrara-e-monsmogavero.html
Ballarò. La figuraccia di Mogavero e la comunicazione del Sinodo che non funziona
E’ un’autentica rivoluzione via etere (il termine etero purtroppo è obsoleto): il vescovo Domenico Mogavero che si fa bacchettare dall’ ”ateo devoto” Giuliano Ferrara; il conduttore di Ballarò -nota penna economica e politica di Repubblica (la bandiera del progressismo borghese) - Massimo Giannini, che viene bacchettato dai due gay presenti in studio sulla parola “utero in affitto”, parola che non si deve dire, in omaggio alla dittatura lessicale del politicamente e culturalmente corretto (si legga ideologia gender).
Gay che, oltre ad essersi sposati all’estero, hanno visto la loro unione ratificata con fanfare e coccarde sabato scorso dall’atto illegittimo del sindaco romano Ignazio Marino (l’Italia non ha mai firmato trattati internazionali che cambiano il nostro diritto di famiglia, né ha mai modificato la Costituzione che è molto chiara sul matrimonio); primo cittadino che sull’argomento “unioni civili” si sta facendo campagna elettorale a costo zero (evitando di rispondere, invece, sul suo malgoverno, davanti agli occhi di tutti). Gay, tra l’altro, con figli avuti in provetta (la surrogata) che chiedono (giustamente) l’equiparazione con gli altri figli (i figli sono innocenti e vanno sempre tutelati).
Veniamo alla trasmissione. I due dopo qualche minuto di buonismo sentimentaloide, gentilezza apparente, dopo aver cercato di impietosire la platea sulle condizioni dei loro pargoli, hanno rivelato la loro vera natura di “nazi-buonisti”, obbligando Giannini ad una correzione in diretta: da utero in affitto a “maternità surrogata” (siamo alla pura eversione etimologica). E Mogavero? Il “nulla” ma assoluto. Un mix di ovvietà, buonismo e misericordia. Tanta enfasi sul Sinodo, sulla comprensione, sulla società che cambia e nessuna risposta, suscitando così le ire di Ferrara.
Questo è accaduto a Ballarò ieri, questi sono i danni di una Chiesa in puro stato confusionale, che sbaglia comunicazione, crea caos, oscilla tra nuovo Sessantotto, buonismo e tenerezza senza verità. Non è più un faro per le conversioni, ha paura dei messaggi forti, non delimita più il bene e il male, non ribadisce i valori non negoziabili, fa solo strategia, cerca il consenso. E’ diventata un partito anglicano?
Questo è il risultato del Sinodo sulla famiglia? Il timore tra i fedeli c’è, ci arrivano lettere e richieste di chiarimento. Sinodo che ha comunque ingenerato una sensazione: che la dottrina sia relativa, che la legge del Vangelo si possa mettere ai voti, che l’Eucaristia si possa banalizzare, che il peccato possa diventare imperfezione. Aspettiamo ora approfondimenti veri e seri, risposte concrete (su comunione ai divorziati, coppie di fatto etc), non atti di mera apertura e basta.
Insomma, i preti non più pastori, ma tutor dell’uomo buono in natura, figlio di Rousseau, traviato dall’economia, dalla politica e dalle istituzioni?
Peccato che così facendo si offra una pericolosissima sponda alla montante società “delle pulsioni dell’io” (la dittatura del relativismo, il nichilismo, l’individualismo assoluto, il materialismo, l’attenuazione tra il bene e il male, la deresponsabilizzazione personale), società in grande peggioramento, che non chiede altro che di essere capita, compresa, per sentirsi forte.
Mogavero a Ballarò faceva tristezza o tenerezza: incapace di efficacia culturale, comunicazione evangelica. E’ l’eterogenesi dei fini: la Chiesa sta diventando una onlus buonista, almeno questo è il prodotto percepito.
Di fronte alla “cultura prefabbricata della vita” di chi, sterile (fino a prova contraria il dono della vita ce l’hanno l’uomo e la donna), obbliga il mondo, lo Stato e le leggi, ad assecondare le proprie pulsioni (matrimoni gay, adozioni, uteri in affitto, maternità surrogata, genitori che non generano, ma sono i donatori senza diritti, genitori che acquisiscono il diritto di esserlo solo perché tengono a casa un figlio, come l’usucapione, ossia il possesso che vale titolo), ottenendo come risultato la parodia dei matrimoni, la parodia delle adozioni, la parodia della figliolanza, chi difenderà ancora la cultura della vita?
Non viene il sospetto che la società tradizionale tanto arcaica fosse giusta, visto che tutti la vogliono riprodurre a tavolino, in laboratorio?
Allora la sapienza del Vangelo non era e non è poi così male.
http://www.intelligonews.it/ballaro-la-figuraccia-di-mogavero-e-la-comunicazione-del-sinodo-che-non-funziona/
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/122132/rubriche/basta-ipocrisie-mogavero-usa-le-parole-di-un-attivista-lgbt-non-di-un-vescovo-cattolico.htm
L'intervento di Giuliano Ferrara a Ballarò di ieri. Coppie gay e matrimonio, non è questione di amore, ma appiattimento delle diversità.
Si ringrazia la Rai e la redazione di Ballarò per la concessione del filmato. Qui potete trovare la puntata integrale della trasmissione.
Basta ipocrisie: Mogavero usa le parole di un attivista lgbt, non di un vescovo cattolico
di Giuliano Ferrara | 22 Ottobre 2014 ore 20:34
http://www.ilfoglio.it/articoli/v/122132/rubriche/basta-ipocrisie-mogavero-usa-le-parole-di-un-attivista-lgbt-non-di-un-vescovo-cattolico.htm
L'intervento di Giuliano Ferrara a Ballarò di ieri. Coppie gay e matrimonio, non è questione di amore, ma appiattimento delle diversità.
Si ringrazia la Rai e la redazione di Ballarò per la concessione del filmato. Qui potete trovare la puntata integrale della trasmissione.
Parole piane e sincere per dire no a figli e matrimoni finti
Al direttore - Sono una donna di 37 anni e vivo in Francia; ieri sera ho seguito il suo intervento su Rai2 e ho sentito la necessità di scriverle. Lei ha intelligentemente messo il dito sui due punti fondamentali del dibattito sui diritti omosessuali: il concetto di base del matrimonio e la questione della procreazione. Vede, qua in Francia ci siamo già passati e rivedo lo stesso film. Il marketing passa dalle parole come “diritti, uguaglianza, amore”. Chi direbbe “no” a tali pretese?
Il punto da argomentare invece è il tipo di società che consegue da una apertura dell’istituto del matrimonio. Non le scrivo nulla di nuovo, ma desidero scriverlo.
Il punto non è l’affettività che lega due persone, ma se essa è sufficiente come base del matrimonio: se fosse così, paradossalmente, chi potrebbe rifiutarsi di far contrarre matrimonio a un fratello e una sorella o a un padre con la figlia se per varie alchimie della natura essi si scoprissero innamorati. Basare il matrimonio solo sulla relazione affettiva slega inoltre dalla responsabilità della procreazione, aprendo a tutte quelle pratiche che conosciamo.
Il primo punto fondamentale è che innegabilmente, de facto, una coppia etero e una omo sono diverse: non nei sentimenti, per carità, ma per il fatto che la prima può naturalmente procreare e la seconda no. E già dalle scuole superiori ci insegnano che il diritto regola differentemente fenomeni diversi. Già questa diversità di fondo sarebbe sufficiente a non utilizzare lo stesso istituto giuridico per le due unioni.
Nel caso di una coppia omosessuale la filiazione biologica significa solo, ripeto, solo, ricorrere alla Pma (Procreazione medicalmente assitita) e alla Gpa (Géstation pour atrui, la gestazione è di altra persona). Se dovesse esserci il matrimonio omosessuale, poiché la Pma è praticata in Italia, le coppie lesbiche potranno ricorrervi con più facilità. Le coppie gay, in virtù di un diritto negato, richiederanno la legalizzazione della Gpa. Nel frattempo potranno, come fanno già ora molte coppie, praticare la Gpa in altri paesi stranieri. Si pone poi il problema giuridico del riconoscimento di questi bambini nati all’estero con Gpa. Si procederà giuridicamente a tali riconoscimenti creando un assurdo giuridico, cioè il fatto che una pratica sia illegale nel proprio paese ma che viene giuridicamente “regolata” a posteriori . Ciò porta sicuramente alla fine alla legalizzazione della Gpa. E’ il percorso francese in corso.
Ora, mi spieghino i signori parlamentari e la società civile che tanto si scandalizzano per il pagamento del corpo femminile per un’ora di piaceri maschili (reato di sfruttamento della prostituzione) come può accettare per coerenza il pagamento di una parte del corpo femminile, l’utero, per 9 mesi.
Questa apertura alla filiazione di tipo produttivo è il modello che vogliamo?
Avremo due tipi di famiglie, una naturale e una artificiale intesa come costruzione sociale. Vede questo non è tanto importante per i moduli cartacei; io ogni volta che ricevo i moduli di iscrizione scolastica dei miei figli con l’indicazione “genitore1” e “genitore2” scrivo tra parentesi in alto “maman” e “papa”, ma il mio comune è governato dall’Ump e sono ancora tollerata, un domani se passerà a gauche qualcuno forse mi denuncerà come sovversiva dell’ordine religioso francese supremo, i “valori della République laica”. Pazienza, le scriverò perché mi spedisca delle arance siciliane ai domiciliari.
Dicevo non è importante per i moduli, ma anziché parlare come in Francia di “diritto ad avere un bambino” parliamo di diritti del bambino. Nessuno ha diritto ad avere un altro essere umano.
Anche qui torna l’amore come argomento. Ok. Presupponendo che amore ci sia per un bimbo che cresce in una coppia etero, in uno che cresce con un solo genitore, in uno che cresce con una coppia gay, in uno che cresce con i nonni, in uno che cresce in una casa famiglia, non è uguale il contesto. Che effetti ha quindi un diverso contesto? Vediamo fra 30-40 anni cosa ci dirà la scienza dei bambini vissuti in tal contesto e non fermiamoci al bambino che sorride a tre anni. Dopo valuteremo se affrontare questo tipo di modello societario. C’è sempre tempo per farlo, ma una volta passato il guado non si torna più indietro.
Concludendo, questa rivendicazione delle coppie omosessuali è figlia del tempo odierno, del relativismo e della de-responsabilizzazione delle azioni. Come sosteneva Ousset, fino a quarant’anni fa le persone rispettavano dei valori comuni anche se di facciata per poi agire in altro modo nel privato, oggi il mio agire privato e difforme deve essere riconosciuto da tutti.
C’est la vie. Ma la verità deve superare la costruzione artificiale, e se è vero che la verità ci farà liberi c’è ampio margine di riflessione, anche teologica. Buona giornata.
Monica Scarano, Lille (Francia)
Il punto da argomentare invece è il tipo di società che consegue da una apertura dell’istituto del matrimonio. Non le scrivo nulla di nuovo, ma desidero scriverlo.
Il punto non è l’affettività che lega due persone, ma se essa è sufficiente come base del matrimonio: se fosse così, paradossalmente, chi potrebbe rifiutarsi di far contrarre matrimonio a un fratello e una sorella o a un padre con la figlia se per varie alchimie della natura essi si scoprissero innamorati. Basare il matrimonio solo sulla relazione affettiva slega inoltre dalla responsabilità della procreazione, aprendo a tutte quelle pratiche che conosciamo.
Il primo punto fondamentale è che innegabilmente, de facto, una coppia etero e una omo sono diverse: non nei sentimenti, per carità, ma per il fatto che la prima può naturalmente procreare e la seconda no. E già dalle scuole superiori ci insegnano che il diritto regola differentemente fenomeni diversi. Già questa diversità di fondo sarebbe sufficiente a non utilizzare lo stesso istituto giuridico per le due unioni.
Nel caso di una coppia omosessuale la filiazione biologica significa solo, ripeto, solo, ricorrere alla Pma (Procreazione medicalmente assitita) e alla Gpa (Géstation pour atrui, la gestazione è di altra persona). Se dovesse esserci il matrimonio omosessuale, poiché la Pma è praticata in Italia, le coppie lesbiche potranno ricorrervi con più facilità. Le coppie gay, in virtù di un diritto negato, richiederanno la legalizzazione della Gpa. Nel frattempo potranno, come fanno già ora molte coppie, praticare la Gpa in altri paesi stranieri. Si pone poi il problema giuridico del riconoscimento di questi bambini nati all’estero con Gpa. Si procederà giuridicamente a tali riconoscimenti creando un assurdo giuridico, cioè il fatto che una pratica sia illegale nel proprio paese ma che viene giuridicamente “regolata” a posteriori . Ciò porta sicuramente alla fine alla legalizzazione della Gpa. E’ il percorso francese in corso.
Ora, mi spieghino i signori parlamentari e la società civile che tanto si scandalizzano per il pagamento del corpo femminile per un’ora di piaceri maschili (reato di sfruttamento della prostituzione) come può accettare per coerenza il pagamento di una parte del corpo femminile, l’utero, per 9 mesi.
Questa apertura alla filiazione di tipo produttivo è il modello che vogliamo?
Avremo due tipi di famiglie, una naturale e una artificiale intesa come costruzione sociale. Vede questo non è tanto importante per i moduli cartacei; io ogni volta che ricevo i moduli di iscrizione scolastica dei miei figli con l’indicazione “genitore1” e “genitore2” scrivo tra parentesi in alto “maman” e “papa”, ma il mio comune è governato dall’Ump e sono ancora tollerata, un domani se passerà a gauche qualcuno forse mi denuncerà come sovversiva dell’ordine religioso francese supremo, i “valori della République laica”. Pazienza, le scriverò perché mi spedisca delle arance siciliane ai domiciliari.
Dicevo non è importante per i moduli, ma anziché parlare come in Francia di “diritto ad avere un bambino” parliamo di diritti del bambino. Nessuno ha diritto ad avere un altro essere umano.
Anche qui torna l’amore come argomento. Ok. Presupponendo che amore ci sia per un bimbo che cresce in una coppia etero, in uno che cresce con un solo genitore, in uno che cresce con una coppia gay, in uno che cresce con i nonni, in uno che cresce in una casa famiglia, non è uguale il contesto. Che effetti ha quindi un diverso contesto? Vediamo fra 30-40 anni cosa ci dirà la scienza dei bambini vissuti in tal contesto e non fermiamoci al bambino che sorride a tre anni. Dopo valuteremo se affrontare questo tipo di modello societario. C’è sempre tempo per farlo, ma una volta passato il guado non si torna più indietro.
Concludendo, questa rivendicazione delle coppie omosessuali è figlia del tempo odierno, del relativismo e della de-responsabilizzazione delle azioni. Come sosteneva Ousset, fino a quarant’anni fa le persone rispettavano dei valori comuni anche se di facciata per poi agire in altro modo nel privato, oggi il mio agire privato e difforme deve essere riconosciuto da tutti.
C’est la vie. Ma la verità deve superare la costruzione artificiale, e se è vero che la verità ci farà liberi c’è ampio margine di riflessione, anche teologica. Buona giornata.
Monica Scarano, Lille (Francia)
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