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lunedì 13 ottobre 2014

C'era una svolta:poi il crash!A pastoral earthquake at the synod

UNA SVOLTA NELLO SPIRITO DEL CONCILIO

13/10/2014  Le aperture su gay e divorziati frutto di un “metodo” fondato su analogia e gradualità. Ovvero: elaborazione teologica che comprende e supera l’esperienza. Ma il porsi nell’ottica di discernere cosa vuole Dio nelle situazioni concrete non è altro che l’eredità più vera del Vaticano II.




Che una svolta fosse nell’aria al Sinodo dei vescovi su divorziati risposati, unioni di fatto e anche sulla questione degli omosessuali lo si era capito tra mercoledì e giovedì scorso, quando oltre 85 interventi di padri sinodali tra programmati e liberi hanno affrontato a fondo questi temi. Poi sono state la parole del cardinale Francesco Coccopalmerio in conferenza stampa a confermare che si stava approfondendo la linea del “caso per caso” e che quella rappresentata dai “rigoristi” era finita in minoranza.


Coccopalmerio aveva precisato che “non ci potrà mai essere una norma generale, ma casi singoli esaminati dal vescovo, a cui demandare una soluzione”. E poi aveva aggiunto: “Se il Sinodo comincia a pensare a questo, ottiene un grande risultato”. Coccopalmerio presiede la Pontificia commissione per l’interpretazione dei testi legislativi. Ma è uno che, per esperienza e per studio, ha sempre sostenuto la tesi della complementarietà tra norme giuridiche canoniche, riflessione teologica e prassi pastorale.
I rigoristi sono stati contestati proprio sulla base di questo argomento nell’aula del Sinodo. Il Papa non ha preso mai posizione e cioè non è intervenuto né per confermare, né per correggere alcuna posizione confermando il metodo che aveva chiesto all’inizio dei lavori e cioè dibattito franco, senza che nulla non possa essere discusso. Poi domenica nell’omelia per la messa dei santi canadesi ha ribadito, con una metafora, che il Regno di Dio e quindi verità e misericordia non possono essere costretti entro angusti confini della nostra “chiesetta”. Il riferimento al dibattito del Sinodo è apparso chiaro a tutti.

Negli ultimi giorni di discussione generale è cresciuta tale consapevolezza. Il cardinale belga Danneels ha addirittura pubblicato integralmente la sua relazione su un sito cattolico in inglese. E’stato lui a invitare a ragionare sulla benedizione di secondo nozze, dopo un serio cammino penitenziale”. E il cuore del suo intervento è stato ripreso dall’Osservatore Romano, senza citarne la fonte. Il quotidiano della Santa Sede aveva sottolineato l’importanza a questo proposito di una sorta di “catecumenato” o di “ordo penitentium”. E sempre Coccopalmerio confermava che “pur essendo questa una via difficile per la Chiesa latina” era argomento da “studiare”, poiché può “derivare qualcosa di importante”.

Qui sta il punto, che era tuttavia chiaro all’inizio del Sinodo. C’è sicuramente stato un tentativo di condizionarne subito i lavori, per evitare che arrivasse a qualcosa di nuovo. Ma l'idea di un muro contro muro, messa in atto dai rigoristi prima che iniziasse il Sinodo, è stata una trappola nella quale il Sinodo non caduto. Nessuno ha ridotto il dibattito al tutto o niente, al prendere o lasciare e ad uno scontro. Il metodo seguito è stato invece quello che ha permesso al Concilio di arrivare in porto e cioè quello di ragionare su due concetti-chiave: analogia e gradualità. Sono le categorie teologiche che sono alla base delle scelte di apertura pastorale della seconda relazione del cardinale Erdo. Significa che le decisioni non vengono prese solo sulla base dell’esperienza, ma sono frutto di elaborazione teologica, perché decine e decine di esperienze non fanno mai una teoria.
L’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin lo aveva confermato sabato parlando con i giornalisti: “Il Sinodo non può limitarsi a ripetere quanto è stato detto nel dibattito teologico negli ultimi vent’anni e dunque possiamo aspettarci uno sviluppo della dottrina”. La stessa cosa l’aveva anticipata il cardinale di Monaco di Baviera Reinhard Marx addirittura il primo giorno del Sinodo. Alla sera parlando con un gruppo di giornalisti tedeschi Marx aveva detto che “su tematiche che toccano questioni dottrinali non possiamo fare appello solo all’esperienza, ma dobbiamo procedere con l’elaborazione teologica. Ciò non significa che va cambiata la dottrina, ma la sua narrazione, la sua spiegazione, la sua interpretazione. Esattamente come è avvenuto al Concilio”.

Il fatto che ci sono state opposizioni non deve scandalizzare, perché anche al Concilio ce ne furono e di molto forti. Adesso la svolta è certificata dalla relazione di mezzo del cardinale Erdo. Significa che i padri sinodali si sono posti un problema e stanno cercando di arrivare ad una risposta. Non sarà un percorso breve e se ne discuterà ancora nel Sinodo del prossimo anno. Ma la strada è tracciata. Ed è quella della comprensione e del discernimento di cosa vuole Dio per queste situazioni. E quasi nessuno ha scelto di dire che Dio non ha una soluzione. E lo si è fatto sulla base dell’utilizzo di categorie già sperimentate come esatte e condivise, in quale modo certificate, dal dibattito conciliare. E la natura del Concilio Vaticano II è stata insieme dogmatica e pastorale.
In pratica gradualità significa che c’è un cammino attraverso cui i credenti cristiani si avvicinano a quello che è l’ideale della famiglia cristiana e del matrimonio cristiano nella presentazione del Magistero della Chiesa. Mentre la categoria dell’analogia serve per spiegare, come ha fatto il Concilio, che la Chiesa sussiste in pienezza nella Chiesa cattolica, ma che ci sono pure degli elementi preziosi e importanti per la santificazione anche al di fuori della Chiesa cattolica. Così, per analogia, si può ragionare sul fatto che c’è una visione piena, ideale del matrimonio e della famiglia cristiana, ma ci sono elementi assolutamente validi e importanti, anche di santificazione in altri tipi di unione.

Alberto Bobbio
Sinodo: svolta su divorziati e gay; Francesco, "la Chiesa si apra"
AGI

(Salvatore Izzo e Eliana Ruggiero) "Le persone omosessuali hanno  doti e qualita' da offrire alla comunita' cristiana". Con queste parole, contenute nella "Relatio post-disceptationem" del Sinodo, la ChiesaCattolica ha avviato oggi una vera e propria "conversione pastorale" che  appare clamorosa specie in un paese come l'Italia dove i vescovi si erano opposti ai Dico: "senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto - si legge infatti nella 'Relatio' proposta dal presidente dei vescovi europei Peter Erdo - che  vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un  appoggio prezioso per la vita dei partners".
Inoltre, "la Chiesa ha attenzione speciale verso i bambini che vivono con coppie dello stesso  sesso, ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli". Seguendo questa stessa logica, la gran parte dei  padri ha preso posizione, in tema di riammissione ai sacramenti dei  divorziati risposati, "per una maggiore apertura a condizioni ben  precise quando si tratta di situazioni che non possono essere sciolte  senza determinare nuove ingiustizie e sofferenze". In sostanza, afferma il documento intermedio del Sinodo, "non e' saggio pensare a soluzioni uniche o ispirate alla logica del tutto o niente", ma "l'eventuale accesso ai sacramenti occorrerebbe fosse preceduto da un cammino penitenziale, sotto la responsabilita' dal vescovo diocesano, e con un  impegno chiaro in favore dei figli". "Si tratterebbe - dunque - di una possibilita' non generalizzata, frutto di un discernimento attuato caso  per caso, secondo una legge di gradualita', che tenga presente la  distinzione tra stato di peccato, stato di grazia e circostanze  attenuanti". ".
Siamo davanti a grandi cambiamenti, che stanno avvenendo seguendo la spinta di Papa Francesco ma soprattutto da una riscoperta del Concilio Vaticano II: la "gradualita'" dell'etica proposta dal Sinodoriconoscendo cioe' che esiste "un modo articolato di partecipare alMysterium Ecclesiae da parte dei battezzati" e' la stessa che 50 anni fa riconobbe "semi di verita'" nelle altre fedi rendendo possibile il dialogo interreligioso. In buona sostanza e' questa indicazione il datoprincipale del documento intermedio del Sinodo Straordinario, perche' e' il criterio che sara' seguito da qui in avanti nelle situazioni concrete, che i vescovi dovranno affrontare nella realta' concerta delle loro diocesi. Da notare che questa dottrina della gradualita' nel dibattito che ha preceduto il Sinodo, a partire dalla innovativa iniziativa di Papa Francesco del questionario delle 38 domande, e' stata teorizzata dai cardinali teologi Christopher Schoenborn e Walter Kasper.
Quest'ultimo ha commentato oggi: "la Chiesa e' una luce che cammina in un mondo che si muove". E Papa Francesco, nell'omelia di oggi alla Domus Santa Marta ha invitato ad "aprirsi alle sorprese di Dio e non chiudersi ai segni dei tempi" cioe' a "non rimanere attaccati alle proprie idee, ma camminare con il Signore trovando sempre cose nuove".
(AGI)

4 commenti:

  1. ormai non parlano più di religione cattolica......Signore pietà di noi peccatori....ti raccomandiamo le nostre anime!!!!!

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  2. quindi le parole di Paolo che diceva di non parlare neanche di impudicizie... ormai sono superate ora ci impongono le foto dei baci lesbo etc...che schifo...povere anime che costano il PREZIOSISSIMO SANGUE DI CRISTO e stanno avviandosi verso la dannazione eterna...ma con la benedizione della pastorale x la famiglia.....ora capisco cosa intendeva il vescovo di roma quando diceva ai pastori che si dovevano sporcare.....ma questo è sterco di satana!!!!l Domine converte nos Domine ad te et convertemur innova dies nostros sicut a principi........Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo; rinnova i nostri giorni come in antico amen!

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  3. "gli omosessuali, che hanno “doti e qualità da offrire alla comunità cristiana” e danno un “appoggio prezioso” al partner quando sono legati in unione."....quindi son da imitare!!!!!!!mi sembra un incubo...non posso credere a quello che leggo!!!!

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  4. Che schifo! Che schifo! Che schifo!!!

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