Il luogo comune nuovo “luogo teologico”
Incredibile la superficialità con cui molti, anche nominalmente cattolici, sfornano giudizi (ovviamente negativi) sulla Chiesa.
I nostri sono tempi in cui, ahimé, il rimprovero e/o la censura di uomini di Chiesa è molto spesso dovuto, data l’eterodossia di molti (cfr. can 212, comma 3, Codice di Diritto Canonico).
Quel che trovo incredibile, quindi, non è la critica fondata e puntuale, bensì quella basata sul nulla, che purtroppo è quella che va per la maggiore. La fonte più “frequentata” per criticare la Chiesa, il Papa, un Vescovo, un semplice prete è il luogo comune!
Nessun approfondimento, nessuna verifica, nulla, subito a parlar male. Quindi i preti son tutti pedofili, la Chiesa è ricca e pensa solo ai soldi, ecc…
La critica a suon di luoghi comuni è il male del momento tra i “fedeli comuni”; male direttamente collegato alla mancanza di formazione, a quella paradossale carenza di conoscenza della propria fede tipica di oramai troppi cattolici.
Non è ovviamente qualcosa che si può diffondere tra chi, per lavoro per passione per studio, è a conoscenza delle norme, dei fatti, in genere delle “cose della Chiesa”. lì c’è solo mala fede quando si accusa senza motivo.
È dunque qualcosa che riguarda chi, come la maggior parte delle persone, non è addietro a certi argomenti: quelli che chiameremo “fedeli comuni”.
Un esempio mi è capitato proprio in questi giorni di mare e relax. Parlando di tutt’altro, il discorso ha sfiorato velocemente la Chiesa. In quel “velocemente” c’è stato comunque il tempo per sentirmi dire che la Chiesa aveva addirittura impedito la vaccinazione contro il vaiolo. Il tutto, probabilmente, per avallare la tesi che la Chiesa è contro la scienza.
Ammetto la mia ignoranza sull’argomento. Devo dire, però, che, per eliminare questo luogo comune, è bastato un sommario giro su internet. Se lo farete anche voi, scoprirete che non esiste nel magistero di Leone XII la frase che gira in alcuni siti (prevalentemente anticattolici, guarda caso!) con cui il detto Papa avrebbe condannato la vaccinazione contro il vaiolo. Mai detta, mai scritta. C’è solo la decisione di togliere l’obbligatorietà del vaccino e solo perché invisa a larga parte della popolazione che ne temeva la (presunta) pericolosità. Leone XII aveva però lasciato il carattere gratuito (cfr. Circolare legatizia del 15.9.1824).
Era d’altronde molto strano pensare che il Cristianesimo (la Chiesa cattolica) inventore degli ospedali e di tante altre opere a vantaggio degli ammalati, quindi attento alla salute fisica (oltre che a quella dell’anima), potesse prendere una tale decisione. Vi sono semmai documenti che attestano come si insistesse affinché continuasse la vaccinazione.
La Chiesa, come dimostrano centinaia di esempi riportati nel corso degli anni, non è mai stata contro la scienza e la medicina. Semmai ha sempre condannato quella scienza e quella medicina che portano l’uomo contro la natura, contro i principi naturali creati da Dio.
Quanto raccontato è l’esempio di come valga sempre la pena controllare, verificare le fonti di ogni notizia sulla Chiesa, soprattutto se critica. A non farlo si corre il rischio di perdere la fede o annacquarla.
Il far parte dei “fedeli comuni” non è un demerito. La maggior parte dei fedeli di tutti i tempi entrano in questa categoria, per ovvi motivi. Questo però non libera dagli obblighi base, in particolare dall’obbligo (anche morale) di approfondire, di conoscere, di capire. Tanto più quando si parla della Chiesa verso cui chi si dice cattolico ha dei precisi obblighi codificati dal Codice di Diritto Canonico (cfr. can. 225, comma 1); in particolare i fedeli «sono tenuti all’obbligo e hanno il diritto di acquisire la conoscenza di tale dottrina (cristiana, ndr), in modo adeguato alla capacità e alla condizione di ciascuno» (can. 229, comma 1).
Non si può cioè dire di credere senza prima conoscere quel che si dice di credere.
Il mio invito a formarsi almeno delle basi della dottrina cattolica, dunque, continuerà imperterrito, perché è palese, oramai, che la maggior parte dei problemi di fede che ravvisiamo dipendono dal non conoscere quel che si dice di credere. E dal non sembrare strano il non conoscerlo, quando invece ci si stupisce se questa contraddizione avviene per qualsiasi altra cosa terrena.
San Pio X, nell’enciclica Acerbo Nimis del 1905 sull’insegnamento della dottrina cristiana, denunciava che l’ignoranza della religione è la causa precipua dell’odierno rilassamento.
Preghiamo la Santa Vergine affinché aumenti sempre più nei fedeli la voglia e il piacere di riscoprire la dottrina che si segue nel momento in cui ci si dichiara cattolici, non cadendo più nei luoghi comuni tipici di chi combatte contro la Chiesa e la Fede.
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