Ha suscitato un notevole clamore la censura della preghiera degli Alpini a una Messa nella chiesa di Passo San Boldo, provincia di Treviso e diocesi di Vittorio Veneto. Ma la decisione del celebrante, padre Francesco Rigobello, servita dell’Abbazia di Follina (TV), nella foto, non è stata proprio un “fulmine a ciel sereno”. Di seguito la cronaca di un’omelia tenuta dal religioso nel 2006, presso la chiesa di San Carlo al Corso, a Milano.
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
mercoledì 19 agosto 2015
La fede senza fede
Fiat, vescovo Melfi scrive a Sergio Marchionne per non far lavorare gli operai la domenica: "Non è per fede, ma per riposare"
Bloccare la produzione di Jeep Renegade e 500X nello stabilimento di Melfi (Potenza) di Fiat Chrysler Automobiles dalle 22 di sabato alle 22 di domenica, per permettere a "tutti i lavoratori" di "trascorrere l'intera giornata di riposo festivo assieme ai loro familiari". È la richiesta che il vescovo di Melfi, monsignor Gianfranco Todisco, ha fatto al direttore della fabbrica, inviando la lettera anche all'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne.
L'altra sponda?
Torna Ruini, libro-contrappunto su sinodo con altri 10 cardinaliRoma, 19 ago. (askanews) - Il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Conferenza episcopale italiana ed ex vicario del Papa per Roma, ha contribuito, insieme ad altri dieci cardinali di vari paesi, ad un libro che, in uscita a ridosso del prossimo sinodo di ottobre sulla famiglia, si pone, contestando il rischio di una "falsa compassione", come contrappunto alle tesi aperturiste di altri presuli, ritenuti più in linea con la "misericordia" caldeggiata da Papa Francesco, su tematiche come la comunione ai divorziati risposati, l'accoglienza per le coppie gay o il nodo della contraccezione.
Defensor fidei da epurare?
Sant’Elia: il Profeta degli ultimi tempi
Il 20 luglio, festa liturgica – nell’Ordine Carmelitano – del profeta Elia, il sacerdote sale all’altare con i paramenti rossi. Eppure sant’Elia non ha versato il sangue per la fede, anzi – come sappiamo dalla Scrittura – non è ancora morto. Egli tornerà negli ultimi tempi come precursore dell’anticristo a predicare e convertire il popolo ebraico, ed allora, secondo la tradizione, verserà il suo sangue nella città di Gerusalemme. È in vista di questo glorioso martirio che la Liturgia carmelitana adotta – in modo profetico per un profeta – i paramenti rossi.
Elia è il profeta del Dio vivente. Il suo stesso nome, che significa: “JHWH è Dio”, è il vero programma della sua vita.
Finirà nel water del Papa..
DALL'INFERNO AL WC DEL PAPA: SUMMA THEOLOGIAE DEL SERVITA CHE HA CENSURATO LA PREGHIERA DEGLI ALPINI
“Qualche volta ritornano”
IL '68 DELLA CHIESA
Il '68 della Chiesa leggere Capanna e Don Milani per capire Galantino. Il Segretario della Conferenza Episcopale è riuscito con le sue uscite clownesche fatte con un linguaggio rozzo e arrogante a mettersi contro tutta l’Italia di Pucci Cipriani
Il sessantotto della Chiesa… leggere Capanna e Don Milani per capire Galantino
di
Pucci Cipriani
Riscossa Cristiana
“Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall’impeto della valanga,
fa’ che il nostro piede posi sicuro,
sulle creste vertiginose, sulle diritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi,
rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,
la nostra millenaria civiltà cristiana”
(Preghiera dell’Alpino)
= = = = = = = =
Il bel tacer..
Cei, Galantino voluto (e imposto) da Bergoglio. Ma i suoi toni non piacciono ai vescovi
Sono frequenti le polemiche che seguono le dichiarazioni del segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Chiamato da Papa Francesco mentre era vescovo di Cassano allo Jonio, nessuno tra i suoi predecessori si è espresso in toni così duri nei confronti della vita politica del Paese
Le critiche intorno alle dichiarazioni del segretario della Cei,Nunzio Galantino, dall’immigrazione ai giudizi sulla politica, sembrano non sfumare mai. L’ultimo episodio riguarda la rinuncia a partecipare alla Lectio degasperiana a Pieve Tesino, in provincia di Trento, per “evitare, con la mia sola presenza, di contribuire a rafforzare polemiche o anche semplicemente di allontanare il momento del rasserenamento di un clima invano esasperato”. Il segretario della Cei, però, ha voluto lo stesso inviare il testo che avrebbe letto, di cui ampi stralci erano stati anticipati nei giorni precedenti dal Corriere della sera. Un intervento in cui Galantino non ha risparmiato un nuovo duro attacco alla politica odierna paragonandola a “un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e furbi”. Se l’assenza del segretario della Cei avrebbe dovuto stemperare i toni, non poteva farlo la sua decisione di non restare in silenzio.
Le sue parole, infatti hanno scatenato un nuovo scontro con la classe politica, con il leader della Lega Matteo Salvini in testa. Una replica di ciò che si era verificato pochi giorni prima con l’intervista a Famiglia Cristiana in cui il presule pugliese attaccava il governo assente, a suo giudizio, sulle politiche sull’immigrazione. Intervista che poche ore dopo la sua pubblicazione sul sito del settimanale è stata cancellata e smentita dalla stessa rivista. In un comunicato a firma della direzione, il giornale spiegava che Galantino era stato “strumentalizzato”. Ma ciò non toglie due domande principali che ruotano a queste continue e dure esternazioni del segretario della Cei contro la politica. Galantino parla a nome dei vescovi italiani? E l’altra:Galantino interviene d’intesa con Bergoglio?
Quando lo chiamò da Cassano allo Jonio, dove era vescovo da poco più di due anni, Papa Francesco scrisse una lettera ai fedeli della piccola diocesi calabra “come chiedendo il permesso” spiegando che “per una missione importante” aveva bisogno che Galantino andasse a Roma “almeno per un periodo”. Era il tempo in cui la frattura tra Bergoglio e Bagnasco sembrava davvero insanabile e il ricambio ai vertici della Cei sembrava immediato. Cosa che poi è avvenuta soltanto in parte con l’ex segretario, monsignor Mariano Crociata, spedito come vescovo a Latina, e il cardinale Angelo Bagnasco confermato fino al 2017.
In più occasioni pubbliche Galantino ha affermato di essere il rappresentante della Cei, ruolo che però spetta al presidente della Conferenza episcopale italiana e non al segretario generale a cui compete la gestione degli uffici. Nessuno ricorda, tra gli ultimi predecessori del presule pugliese, Crociata, Giuseppe Betori,Ennio Antonelli e Dionigi Tettamanzi, tutti divenuti cardinali a eccezione del primo, toni così duri nei confronti della vita politica del Paese. Con l’avvento di Bergoglio sulla cattedra di Pietro, il “ruinismo”, ovvero gli ‘interventi’ della Chiesa nella vita politica italiana, vengono sempre più spesso giudicati negativamente. Dei 16 anni in cui Ruini è stato presidente della Cei rimangono indelebili, infatti, le sue forti prese di posizione in favore dei cosiddetti “valori non negoziabili”, espressione per niente amata da Papa Francesco.
Non a caso in queste settimane il presidente della Cei è rimasto a lungo in silenzio dinanzi al susseguirsi delle polemiche di Salvini con Galantino. Un silenzio percepito dall’episcopato italiano come indicativo di una totale mancanza d’intesa non tanto sui contenuti, ma sui modi aspri dello scontro. Tra i vescovi delPaese non c’è mai stato nessun gradimento per il segretario della Cei e soprattutto per la manovra papale con la quale è stato imposto ai danni di Crociata. Ne è stato più volte un eloquente segnale il fatto che il predecessore di Galantino, dopo la defenestrazione decisa da Bergoglio, abbia ottenuto i voti dall’assemblea della Ceiper essere eletto vicepresidente dell’area Centro della Chiesa italiana. Il segno di un episcopato che non si sente rappresentato da Galantino, ma che in fondo non è ancora entrato in sintonia con un Papa che a ogni assemblea della Cei non manca di dare le sue sferzate.
Dallo Ior ai preti pedofili, la Chiesa è scossa dagli scandali
Dopo le polemiche sui profughi monsignor Galantino perde la testa e definisce i polirici "harem di cooptati e furbi". Ma si dimentica tutti i guai della Chiesa
Dopo le polemiche sui profughi monsignor Galantino perde la testa e definisce i polirici "harem di cooptati e furbi". Ma si dimentica tutti i guai della Chiesa
Roma Ior Dal crac del Banco Ambrosiano (e il legame tra Roberto Calvi e monsignor Paul Marcinkus, «banchiere di Dio») fino ai recenti scandali finanziari e all'arresto di monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell' Apsa, l' Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica.
La banca vaticana è finita più volte nel mirino delle polemiche. Tra i casi più recenti, l'arresto di Scarano per truffa, corruzione e calunnia.
Pedofilia Lo scandalo pedofilia ha investito la chiesa americana dal 2002 fino al 2008-2009. Successivamente, Benedetto XVI ha iniziato un' opera di pulizia e trasparenza, continuata con forza da Papa Francesco. Ma i casi di abusi sessuali commessi dal clero continuano ad essere una piaga per la chiesa intera. Tra i casi più recenti quello di monsignor Jozef Wesolowski, ex nunzio nella Repubblica dominicana, che deve rispondere di gravi accuse di abusi sessuali su minori e detenzione di ingente materiale pedopornografico. E' la prima volta che in Vaticano viene processato penalmente un ex arcivescovo per il reato di pedofilia.
Vatilieaks Nel 2012 il Vaticano è stato investito dallo scandalo Vatileaks, ovvero la fuga di notizie e di documenti riservati e privati di Benedetto XVI e che hanno portato alla luce divisioni e scontri all'interno della Curia. La vicenda ha portato all'arresto dell'ex maggiordomo del Papa emerito, Paolo Gabriele, per furto aggravato. Gabriele è stato processato, condannato e poi graziato da Papa Ratzinger che ha deciso di condonargli la pena.
Unioni gay Sono continue le polemiche tra la Cei e il governo sui temi etici. Recentemente Bagnasco, presidente della Chiesa italiana, si è opposto con fermezza all'introduzione dell'insegnamento della parità di genere nelle scuole. Opposizione anche all'introduzione del divorzio breve e un no deciso sulle nozze gay.
Serena Sartini - Mer, 19/08/2015
http://www.ilgiornale.it/news/politica/dallo-ior-ai-preti-pedofili-chiesa-scossa-dagli-scandali-1161414.html
Patt: un partito imbarazzante
Al comando del Trentino c’è un partito, il Patt, che ha una storia molto precisa: è un partito autonomista, di ispirazione cattolica. In passato le sue battaglie più clamorose sono state proprio contro l’immigrazione,
considerata eccessiva e incontrollata. L’elettorato del Patt veniva soprattutto dalle valli, si professava cattolico e conservatore.
Si trattava, per molti aspetti, di una Lega locale, che avrebbe potuto assumere come motti “prima i Trentini” o “lontano da Roma”.
Non mille anni fa. L’attuale presidente, Ugo Rossi, nel 2010 si esprimeva così: “Stop all’ingresso di immigrati… Abbiamo 2.500 stranieri che prendono il reddito di garanzia perché sono disoccupati. Per questo motivo non possiamo permetterci di chiamare altri lavoratori immigrati. Ne abbiamo già tanti senza un lavoro…”
Poi tutto gira, i valori cattolici spariscono, gli interessi locali divengono gli interessi del partito.
E il Patt diventa, tra le altre cose, il partito anti-omofobia, che appoggia i disegni di legge, a riguardo, di Pd e Arcigay.
E respinge indignato l’intervento del vescovo Luigi Bressan, quando costui segnala il pericolo di una legge, dal Patt sostenuta, che vuole introdurre il gender nelle scuole.
Rossi, Panizza e Baratter in prima fila per qualcosa che non appartiene propriamente alla tradzione pattina: l’idea che ognuno possa scegliere di che sesso essere, magari più volte al mese.
La vicenda diventa imbarazzante, ma i politici non sanno cosa sia, l’imbarazzo e il pudore.
Così il capogruppo Baratter è diventato, da poco, il difensore di mons. Galantino, dell’immigrazione e della Chiesa. E il nemico di Salvini.
Scrivendo sulla sua pagina facebook frasi come la seguente:
Comunque si vogliano giudicare le cose, fa riflettere il fatto che nel 2015 in Italia un alto esponente del mondo ecclesiastico decida di rinunciare a intervenire pubblicamente a causa dell’atteggiamento di un partito politico che ha deciso di fare della Chiesa il proprio bersaglio preferito… Non si cercano voti sulla pelle degli altri.
E questo, oltre a essere preoccupante, non può essere taciuto…
Se Baratter ha tanto a cuore il parere della Chiesa gli ricordiamo che per papa Francesco il “gender è un errore della mente umana“. E che il Patt sta facendo di tutto per promuoverlo, a fianco del Pd.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2015/08/patt-un-partito-imbarazzante/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=patt-un-partito-imbarazzante
SI SCRIVE GALANTINO, SI LEGGE BERGOGLIO - IL SEGRETARIO DELLA CEI, CHE IERI HA RINUNCIATO A TENERE LA LECTIO DEGASPERIANA A TRENTO, SPARIGLIA LE CARTE COME VUOLE IL PAPA: “IL VANGELO STA SEMPRE ALL'OPPOSIZIONE MAI COL POTERE”
Galantino ha maturato la scelta di non presentarsi a Trento da solo. Non ha chiesto il placet del Vaticano e nemmeno della presidenza della Cei. E l' ha fatto proprio per essere fedele alla linea del Papa - Per la Cei la politica, tutta la politica, non ha a cuore gli interessi del popolo, ma soltanto i propri…
Francesco Bei e Paolo Rodari per “la Repubblica”
Francesco gli uomini di Chiesa li vuole così. Capaci di parlare chiaro e comprensibile, e soprattutto che sappiano stare lontani dai giochi della politica. E fa niente se possono creare sconcerto anche dentro la stessa Chiesa, provocando non poca irritazione nel governo e tra i renziani. «È il Vangelo - dice un uomo di curia vicino al Papa - che esige che le carte vengano sempre sparigliate. Il Vangelo, del resto, sta sempre all' opposizione mai col potere».
Per questo ieri, la rinuncia del plenipotenziario di Francesco in Cei, il segretario generale Nunzio Galantino, a pronunciare personalmente la lectio degasperiana a Trento, non ha significato un arretramento sui contenuti. La Chiesa italiana, dopo anni di ammiccamenti coi governi di turno, non fa cordate, non promuove sottobanco accordi con nessuno, semplicemente dice quello che pensa. In questo caso, parole di fuoco per la classe politica tout court: «Un piccolo harem di cooptati e di furbi».
Galantino ha maturato la scelta di non presentarsi a Trento da solo. Non ha chiesto il placet del Vaticano e nemmeno della presidenza della Cei. E l' ha fatto proprio per essere fedele alla linea del Papa. Dal suo punto di vista, infatti, se fosse andato a Trento non si sarebbe potuto sottrarre alle domande dei media presenti e il contenuto di una lectio studiata a tavolino da giorni avrebbe corso il rischio di passare in secondo piano. Il messaggio è chiaro: per la Cei la politica, tutta la politica, non ha a cuore gli interessi del popolo, ma soltanto i propri.
Una condotta che deve avere una fine.
Certo, a parlare in questo modo c' è il rischio di farsi non pochi nemici. Ma così fu anche per De Gasperi, indicato ieri da Galantino come un «modello» da seguire. Patì l' incomprensione di Pio XII che, nel 1952, non capì l' opposizione netta dello statista all' idea di don Luigi Sturzo di un' ampia alleanza elettorale che coinvolgesse, oltre ai quattro partiti governativi, anche il Movimento Sociale Italiano e il Partito Nazionale Monarchico.
Soffrì per l' ostracismo pontificio, ma rimase fermo sulle sue idee. Così anche Galantino, che ha dichiarato di aver maturato la rinuncia proprio leggendo gli scritti autobiografici di De Gasperi, e che preferisce correre il rischio di essere criticato anche dentro la Chiesa da gerarchie abituate a rapporti più paludati e di compromesso, piuttosto che rinunciare a dire con franchezza ciò che pensa: «Se con parole forti ho potuto urtare la sensibilità di qualcuno, l' ho fatto per un' istanza che continuo a credere esclusivamente evangelica», ha detto nella nota con cui comunicava la decisione di non andare a Trento.
Ma le incomprensioni che vive Galantino sono le medesime che vive Francesco. Anch' egli è accusato di avere desacralizzato il papato, parlando troppo come un parroco di campagna, usando uno stile oltremodo vicino al popolo, un Papa «della prossimità». Eppure questa è la sua strada.
La bomba sganciata ieri da Galantino ha comunque prodotto scosse che sono arrivate fino a Roma. Anche se Renzi ha impartito ordine di non replicare, preferendo mantenere il governo fuori dalla polemica, il malumore nel Pd è palpabile per un giudizio considerato «ingeneroso» e soprattutto espresso in maniera grossolana, senza fare distinzioni.
«Ognuno risponde con la propria condotta - sostiene Giorgio Tonini, cattolico dem - e per noi parlano le tante cose fatte per contrastare la corruzione, soprattutto quella politica. Gli anticorpi adesso ci sono e sparare un giudizio morale su tutti non aiuta la politica a individuare gli obiettivi giusti».
Quanto al paragone tra i politici di oggi e lo statista trentino, avanzato dal monsignore in chiave spregiativa, Tonini ricorda che «anche De Gasperi fu oggetto di polemiche moraliste da parte del Pci, che lo accusava di essere a capo di un partito di "forchettoni". Per i comunisti di allora il "furbetto" era lui».
Davide Ermini, responsabile giustizia del Nazareno, dà voce all' irritazione dei renziani: «A Galantino si potrebbe rispondere che se in politica abbiamo avuto i De Gasperi e i Galan, anche nella Chiesa c' erano i don Milani e i Marcinkus. Generalizzare è sempre sbagliato».
Al comando del Trentino c’è un partito, il Patt, che ha una storia molto precisa: è un partito autonomista, di ispirazione cattolica. In passato le sue battaglie più clamorose sono state proprio contro l’immigrazione,
considerata eccessiva e incontrollata. L’elettorato del Patt veniva soprattutto dalle valli, si professava cattolico e conservatore.
Si trattava, per molti aspetti, di una Lega locale, che avrebbe potuto assumere come motti “prima i Trentini” o “lontano da Roma”.
Non mille anni fa. L’attuale presidente, Ugo Rossi, nel 2010 si esprimeva così: “Stop all’ingresso di immigrati… Abbiamo 2.500 stranieri che prendono il reddito di garanzia perché sono disoccupati. Per questo motivo non possiamo permetterci di chiamare altri lavoratori immigrati. Ne abbiamo già tanti senza un lavoro…”
Poi tutto gira, i valori cattolici spariscono, gli interessi locali divengono gli interessi del partito.
E il Patt diventa, tra le altre cose, il partito anti-omofobia, che appoggia i disegni di legge, a riguardo, di Pd e Arcigay.
E respinge indignato l’intervento del vescovo Luigi Bressan, quando costui segnala il pericolo di una legge, dal Patt sostenuta, che vuole introdurre il gender nelle scuole.
Rossi, Panizza e Baratter in prima fila per qualcosa che non appartiene propriamente alla tradzione pattina: l’idea che ognuno possa scegliere di che sesso essere, magari più volte al mese.
La vicenda diventa imbarazzante, ma i politici non sanno cosa sia, l’imbarazzo e il pudore.
Così il capogruppo Baratter è diventato, da poco, il difensore di mons. Galantino, dell’immigrazione e della Chiesa. E il nemico di Salvini.
Scrivendo sulla sua pagina facebook frasi come la seguente:
Comunque si vogliano giudicare le cose, fa riflettere il fatto che nel 2015 in Italia un alto esponente del mondo ecclesiastico decida di rinunciare a intervenire pubblicamente a causa dell’atteggiamento di un partito politico che ha deciso di fare della Chiesa il proprio bersaglio preferito… Non si cercano voti sulla pelle degli altri.
E questo, oltre a essere preoccupante, non può essere taciuto…
Se Baratter ha tanto a cuore il parere della Chiesa gli ricordiamo che per papa Francesco il “gender è un errore della mente umana“. E che il Patt sta facendo di tutto per promuoverlo, a fianco del Pd.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2015/08/patt-un-partito-imbarazzante/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=patt-un-partito-imbarazzante
Versus populum
Piove, la maxi tombola si fa in chiesa
L’iniziativa di Mori Vecio ha creato qualche malumore. Gli organizzatori si difendono: «Non era uno spettacolo di cabaret»
MORI. Al posto dei vari “ascoltaci o Signore”, “il corpo di Cristo” e “Amen”, l’altra sera nella chiesa di Mori Vecchio sono risuonati gli “ambo”, “terno”, “quaterna” e così via. Il luogo di culto è stato infatti adoperato per ospitare la tombola (che in teoria si sarebbe dovuta svolgere in piazza, a pochissima distanza) della tradizionale sagra della frazione, dopo che un temporale aveva reso impraticabile lo svolgimento all’aperto.
martedì 18 agosto 2015
Martiri di Cristo
Giovanissimi Martiri
Non basterebbero libri per ricordare gli innumerevoli Martiri di Cristo Re che hanno dato il sangue per la difesa della Fede cattolica, per la libertà religiosa, perché Cristo e la Vergine regnino ovunque. Ne abbiamo dunque scelti alcuni fra i tanti, degni di memoria.
In Messico, dal 5 febbraio 1917 al 1927, sotto il governo dei tre “presidenti” Carranza, Obregon e Calles, si fece di tutto per “strangolare” la Chiesa Cattolica. La quale fece di tutto per condurre a ragione costoro. Non servì a nulla. Furono ignorate la Lettera pastorale dei Vescovi messicani e la vibrante protesta di papa Pio XI.
“Cristeros”
Allora i Cattolici, davanti alla persecuzione dilagante in tutto il Paese, si organizzarono e insorsero con coraggio nell’esercito dei Cristeros: un gruppetto all’inizio di poche persone, che diventò presto di alcune decine di migliaia di soldati di Cristo Re, bene addestrati, che avrebbero dato filo da torcere ai governanti con la loro azione di veri eroi capaci di giungere alla vittoria.
“Cristeros”
Allora i Cattolici, davanti alla persecuzione dilagante in tutto il Paese, si organizzarono e insorsero con coraggio nell’esercito dei Cristeros: un gruppetto all’inizio di poche persone, che diventò presto di alcune decine di migliaia di soldati di Cristo Re, bene addestrati, che avrebbero dato filo da torcere ai governanti con la loro azione di veri eroi capaci di giungere alla vittoria.
“Il settenario arcangelico”.
Successo per l’edizione 2015 del Meeting sugli angeli.
Studiosi, scrittori e sacerdoti provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento anche quest’anno a Campagna, in occasione dell’ XI edizione del Meeting Nazionale sugli angeli che si è svolto presso la chiesa di Santa Maria La Nova l’1 e 2 giugno.
La città di Campagna, meglio conosciuta come “la città degli angeli”, è protagonista da ben 11 anni del Meeting nazionale di angelologia. Il tema dell’edizione 2015 è stato “il settenario arcangelico”.
Studiosi, scrittori e sacerdoti provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento anche quest’anno a Campagna, in occasione dell’ XI edizione del Meeting Nazionale sugli angeli che si è svolto presso la chiesa di Santa Maria La Nova l’1 e 2 giugno.
La città di Campagna, meglio conosciuta come “la città degli angeli”, è protagonista da ben 11 anni del Meeting nazionale di angelologia. Il tema dell’edizione 2015 è stato “il settenario arcangelico”.
Intervista a don Stanzione - M.S.M.A. Meeting Angelologico 2015 |
Il gambero rosso..
Galantino fugge ma attacca: "La politica è harem di furbi"
Dopo lo scontro sugli immigrati il vescovo annuncia che non terrà la lectio magistralis a Trento: "Fare un passo indietro è la via migliore". Poi, però, fa uscire lo stesso l'intervento in cui attacca a testa bassa la politica: "Un popolo non è soltanto un gregge da tosare"
Dopo lo scontro sugli immigrati il vescovo annuncia che non terrà la lectio magistralis a Trento: "Fare un passo indietro è la via migliore". Poi, però, fa uscire lo stesso l'intervento in cui attacca a testa bassa la politica: "Un popolo non è soltanto un gregge da tosare"
Monsignor Nunzio Galantino fugge ma attacca. Dopo il duro botta e risposta con Matteo Salvini sull'emergenza immigrazione, il segretario della Cei rinuncia a prendere parte all'evento pubblico su Alcide De Gasperi.
Si scusa con la Fondazione per la decisione, "soppesata con cura al fine di evitare, con la mia sola presenza, di contribuire a rafforzare polemiche" in "un clima invano esasperato", ma fa comunque uscire in agenzia la lectio magistralis che avrebbe pronunciato a Pieve Tesino.
Non c’è più posto per Dio
Il cardinale Robert Sarah: “Basta con l’intrattenimento nelle liturgie, così non c’è più posto per Dio”
Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti, nel corso di un intervento sull’Osservatore Romano, si è espresso in maniera dura nei confronti delle modifiche liturgiche che in molte chiese vengono introdotte dai sacerdoti: “Su questi punti – scrive – l’insegnamento del Concilio Vaticano II è stato spesso distorto.
Il sacro (?) fuoco della censura
La Preghiera dell’Alpino
… siccome ci sono preti che la proibiscono ed altri che invece nulla hanno da obiettare, viene da chiedersi se nella Chiesa esistano ancora “regole” alle quali vescovi e sacerdoti e religiosi devono attenersi… però, gli ambienti clericali non rifiutano quel che gli Alpini fanno per loro, o spontaneamente o dietro precisa richiesta. Offerte in danaro per parrocchie, iniziative di solidarietà, opere in muratura (costruzione o restauro di edifici di proprietà di diocesi o di istituzioni religiose)…
di Giovanni Lugaresi
.
In tante manifestazioni delle Penne Nere in congedo iscritte all’Ana, alla fine della Messa viene letta la “Preghiera dell’Alpino”. A leggerla non è il sacerdote celebrante la liturgia, ma un presidente di sezione, un capogruppo, o un socio all’uopo incaricato.
Di quando in quando, però, ci si trova di fronte a sacerdoti che magari accettano in chiesa ogni tipo di laica “creatività”, per non parlare dei canti, ma non tollerano la “Preghiera dell’Alpino”, se non… mutilata di un passo.
E la mutilazione è la seguente (rivolti a Dio Onnipotente): “… Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.
di Giovanni Lugaresi
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In tante manifestazioni delle Penne Nere in congedo iscritte all’Ana, alla fine della Messa viene letta la “Preghiera dell’Alpino”. A leggerla non è il sacerdote celebrante la liturgia, ma un presidente di sezione, un capogruppo, o un socio all’uopo incaricato.
Di quando in quando, però, ci si trova di fronte a sacerdoti che magari accettano in chiesa ogni tipo di laica “creatività”, per non parlare dei canti, ma non tollerano la “Preghiera dell’Alpino”, se non… mutilata di un passo.
E la mutilazione è la seguente (rivolti a Dio Onnipotente): “… Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.
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In tante manifestazioni delle Penne Nere in congedo iscritte all’Ana, alla fine della Messa viene letta la “Preghiera dell’Alpino”. A leggerla non è il sacerdote celebrante la liturgia, ma un presidente di sezione, un capogruppo, o un socio all’uopo incaricato.
Di quando in quando, però, ci si trova di fronte a sacerdoti che magari accettano in chiesa ogni tipo di laica “creatività”, per non parlare dei canti, ma non tollerano la “Preghiera dell’Alpino”, se non… mutilata di un passo.
E la mutilazione è la seguente (rivolti a Dio Onnipotente): “… Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana”.
Vescovi (solo loro?) molto confusi
Lgbt: la retta Dottrina è molto chiara, ma i Vescovi molto confusi
Pessime notizie. Da una parte un Vescovo, che afferma la retta Dottrina, viene perseguitato; dall’altra un Vescovo, che tradisce la retta Dottrina, viene osannato. Incredibile, ma vero.
Il caso del Vescovo di Chur
Partiamo col primo caso. In Svizzera, un gruppo di attivisti omosessuali, denominatoPink Cross, appartenente alla Swiss male homosexuals, ha annunciato di aver sporto querela nel Canton Grigioni contro il Vescovo Vitus Huonder di Chur, accusato come al solito di «omofobia» e giudicato “reo” di aver citato il Libro del Levitico nel corso di una conferenza tenuta lo scorso 31 luglio a Fulda, in Germania, conferenza dal titolo «La gioia nella fede», promossa da un’organizzazione laicale, il Forum Deutscher Katholiken. Al termine dell’evento, è stato emesso un comunicato, in cui sostanzialmente si ribadisce la retta Dottrina della Chiesa in fatto di morale sessuale.
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