ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 15 dicembre 2015

L’angelo proveniente dal mare..

Le incredibili visioni profetiche di Teresa Neumann

Quando Pio XII concluse il suo cammino terrestre, nel 1958 venne chiesto a Teresa Neumann chi sarebbe salito al trono pontificio. E lei, dopo una breve meditazione disse:
"Sul trono di Pietro siederà l’angelo proveniente dal mare. Porterà il nome di un papa che non fu papa e regnerà oltre il mio tempo".

“Stare in prima linea”

Il battaglione di cristiane pronto alla guerra contro il Califfo in Siria

Le divisioni tra le gerarchie cattoliche locali, con vescovi che benedicono le milizie e altri che le definiscono "un suicidio"

Il gruppo di volontarie si addestra nel campo di al Qahtaniyeh, poche miglia a sud del confine turco
Roma. Sono poche – una cinquantina in tutto – ma determinate a combattere, kalashnikov in mano, contro gli spietati miliziani dello Stato islamico. Ormia, Babylonia e Lucia sono alcune delle giovani volontarie cristiano-siriache che hanno abbandonato casa, lavoro, famiglia e studi per andare in guerra sotto le bandiere delle “Forze femminili di protezione della terra tra i due fiumi”, battaglione creato lo scorso agosto che ha come obiettivo prioritario la difesa della provincia settentrionale di Hassaké, il cui capoluogo fu attaccato lo scorso giugno dai jihadisti e successivamente liberato dall’esercito regolare di Bashar el Assad.

Senza conseguenze?

La vergogna di Cristo non resterà senza conseguenze 

Vengono in mente Mosul, la Cina, la Corea del Nord ogni qual volta si apprende di scuole

cattoliche che rinunciano alla Messa di Natale e di presidi che rifiutano il presepe


Mosul, Nord dell’Iraq. La Messa vi era celebrata ininterrottamente da 18 secoli: una continuità sacramentale che in Europa forse vanta solo l’Italia. Nell’estate 2014, con l’insediamento dello Stato islamico, questa tradizione viva è stata brutalmente interrotta. L’intelligenza di monsignor Moshe, vescovo di quella diocesi, ha permesso ai 120 mila cristiani residenti in città e nei dintorni di non fidarsi delle assicurazioni dell’Is, e di procedere a un esodo veloce e di massa nella non distante Erbil. Ma la presenza eucaristica non è più garantita, e questa è una delle cause dell’impoverimento, anche materiale, di quel territorio. Nel resto dell’Iraq coloro che professano la fede di Cristo erano circa un milione all’inizio del 2003, sono scesi a 700 mila nel 2006, e attualmente sono 300.000: con questo ritmo scompariranno nell’arco di un quinquennio.

Miopia di calcolo, certezza di naufragio..

LA ROMA, LA CAPPELLA E UN'INTERVISTA AL CARD. RUINI

Una storia minore (o forse no?)  - che coinvolge l’Associazione sportiva Roma - e tuttavia emblematica dei nostri tempi di allentamento delle radici identitarie e quindi di scristianizzazione. Anche là dove regna ‘Maria Salus Populi Romani’ e dove siede il Successore di Pietro.
Ieri, 14 dicembre, abbiamo letto sul ‘Corriere della Sera’ un’intervista assai interessante al cardinale Camillo Ruini. Tra l’altro l’ex-presidente della Cei difende l’indizione del Giubileo della Misericordia, “perché affidarsi alla preghiera e alla misericordia di Dio è particolarmente necessario quando la fede e la vita cristiana sembrano indebolirsi”. Tra le cause dell’ “auto-annichilimento” il “cosiddetto politicamente corretto, l’idea cioè che i gesti, i simboli, i contenuti religiosi non abbiano diritto di cittadinanza sulla scena pubblica”.

San Pietro si era sbagliato?

Che la sua Basilica abbia voluto dire a San Pietro che si era sbagliato?

“Fil di Ferro”

Quando i poveri cattolici illusi di poter cattolicizzare Bergoglio mi vengono a dire con ingenuo entusiasmo che, in un discorso o in un’omelia, “il Papa ha parlato del demonio, degli angeli e della Vergine Maria”, mi chiedo sempre chi siano per lui il demonio, gli angeli o la Vergine Maria e davanti a chi inviti i poveri fedeli della nuova religione a inginocchiarsi.

Contro i naufragi nella fede

In Octava Concept. Immac. Beatae Mariae Virginis
Ad Matutinum
Lettura 4
Dalla Bolla dogmatica di Papa Pio IX

Fin dai tempi antichi Vescovi, ecclesiastici, ordini regolari e gli stessi imperatori e re presentarono vive istanze a questa Sede apostolica perché si definisse come dogma di fede cattolica l'immacolata Concezione della santissima Madre di Dio. E queste domande furono ripetute pure ai nostri tempi, e presentate specialmente, a Gregorio XVI, di felice memoria, nostro predecessore, e a noi stessi, così dai vescovi, e dal clero secolare, e dalle famiglie religiose, come dai principi sovrani e popoli fedeli. Noi pertanto conoscendo pienamente tutte queste cose e prendendole in seria considerazione, con singolare gioia del nostro cuore, appena innalzati, sebbene immeritatamente, per segreta disposizione della divina provvidenza a questa sublime Cattedra di Pietro, prendemmo in mano il governo di tutta la Chiesa, nulla certo avemmo più a cuore per la nostra somma venerazione, pietà e affetto fin dai più teneri anni verso la santissima Vergine Maria Madre di Dio, che di fare tutto quanto poteva essere ancora nei voti della Chiesa per accrescere l'onore della beatissima Vergine, e far risplendere di nuova luce le sue prerogative.

Neo Sillabo


Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al tribunale;
e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.

Mt. 5, 22

Ecco un elenco di insulti papali, raccolti nel The Pope Francis Little Book of Insults. E' una graziosa silloge, una preziosa antologia, una leggiadra raccolta di invettive che il sedicente Vescovo di Roma ha indirizzato ai Cattolici. Non una parola - ça va sans dire - contro i peccatori, gl'idolatri, i deicidi, gli eretici, gli scismatici, i nemici di Dio. Le preziose perle di saggezza del Nostro sono riservate a coloro che rimangono fedeli a Cristo ed alla Chiesa. Il testo in inglese è disponibile qui.

lunedì 14 dicembre 2015

La scomparsa del senso del peccato


COLPA O PECCATO ?





La società moderna laicizzata e secolarizzata non vuol più sentir parlare di "peccato", la parola è stata abolita sostituita da “colpa” o essendo troppo severa da "errore": l’essenza del peccato è il rifiuto dell’amore di Dio 
di Francesco Lamendola  


  
La società moderna, laicizzata e secolarizzata, non vuol più nemmeno sentir parlare di “peccato”; la parola, insieme al relativo concetto, è stata abolita e sostituita da quella, puramente giudica o, al massimo, ispirata ad un’etica laicista, dalla “colpa” – beninteso, quando anche questa espressione non suona un po’ troppo severa e arcigna, nel qual caso ci si affretta a sostituirla con “errore” (per il quale, ovviamente, ci sono mille attenuanti). Si tratta di una evoluzione normale, se “normale” è giungere a determinati esiti, una volta poste determinate premesse.
Ciò che appare un po’ meno normale, se la coerenza logica e quella concettuale hanno ancora un senso (il che potrebbe anche non essere vero, visti il relativismo, l’indifferentismo e il nichilismo imperversanti ovunque), è che una analoga evoluzione si sia verificata anche nell’ambito della cultura cristiana, nella pratica dei credenti, negli stessi teologi e negli stessi vescovi della Chiesa cattolica, o, comunque, in una parte non piccola di essi.

«Il nemico dell'Immacolata»

«L'ecumenismo è il nemico dell'Immacolata»


Nel 1933, quando il movimento ecumenico iniziò la sua avanzata, San Massimiliano Kolbe lo vide per quello che era e definì l’ecumenismo come il nemico della Beata Vergine Maria; un movimento da combattere e distruggere.
La missione che San Massimiliano affidò ai suoi Cavalieri dell'Immacolata era quella di convertire il mondo intero alla Chiesa cattolica.
Diceva: «Soltanto quando tutti gli scismatici e i protestanti professeranno il Credo cattolico con convinzione e quando tutti gli ebrei chiederanno volontariamente il Santo Battesimo, solamente allora l’Immacolata avrà raggiunto i suoi obiettivi».

Opus Schei

Vatileaks, altro che Chaouqui: la chiave di tutto è monsignor Balda, "Il broker di Dio"

La rete di potere di Lucio Angel Vallejo Balda, tra Opus Dei, multinazionali, e amicizie miracolose, dalla Spagna all'Italia



Non è una storia di gossip quella del secondo Vatileaks, esattamente come non lo era il primo. E se le cronache di queste settimane hanno dato spazio soprattutto alle continue esternazioni di Francesca immacolata Chaouqui o a brani di intercettazioni meglio se soffusi di pruriginose luci rosse, l'altro imputato nel processo istruito in Vaticano - monsignor Lucio Angel Vallejo Balda – è finito un po' nell'ombra. Tanto da sembrare, alla fine, un personaggio da feuilleton rimasto vittima di eventi più grandi di lui: ambizioso, anche bravo nel suo campo, ma un po' sprovveduto. Le cose stanno davvero così? Se ci si avvicina di più ad alcuni protagonisti di questa storia, emerge un quadro più articolato in cui s'incontrano poteri finanziari, politici, ecclesiali e non solo italiani. Una fitta rete di rapporti che colloca i “corvi” e alcune personalità a loro vicine, in uno scenario assai più ampio di quanto fin ad ora non sia emerso.

Dalla piccola Astorga alle finanze vaticane
Cominciamo dalla fine e andiamo nella cittadina di Astorga, nel nord della Spagna, provincia di Leon, circa 12mila abitanti, un passato medioevale, dotata di cattedrale e imponente palazzo episcopale. Astorga è anche sede vescovile. Ed è appunto qui che Vallejo Balda cominciò ad emergere come “el cura broker”, il prete broker, mostrando quelle capacità di gestione e moltiplicazione del denaro, di messa a reddito delle proprietà della Chiesa, che lo resero prima famoso nel suo Paese e poi gli aprirono le porte del Vaticano dove è salito fino al grado di segretario della Prefettura degli affari economici della Santa Sede; dicastero quest'ultimo, incaricato, prima della riforma di papa Francesco, di revisionare e preparare i bilanci vaticani (nella scalata gli furono d'aiuto anche le sue relazioni con l'Opus Dei). Fra i suoi sponsor e amici figura ai primi posti monsignor Camilo Lorenzo, vescovo della cittadina spagnola per vent'anni, dal 1995 allo scorso 18 novembre, quando il papa ha accettato la sua rinuncia. Mons. Lorenzo aveva compiuto in effetti 75 anni, raggiungendo così l'età della pensione secondo la legge della Chiesa. Tuttavia, di norma, il pontefice prolunga il mandato del vescovo oltre la scadenza ufficiale per un tempo più o meno lungo, non in questo caso però; la rapidità della sostituzione è stata messa in relazione, da diversi osservatori, con lo scandalo di cui si è reso protagonista Vallejo Balda il cui stretto legame con il vescovo era noto.

Monsignor Lorenzo, come il suo pupillo Vallejo Balda, erano amici e consiglieri di una formidabile Ong cattolica iberica, una grande e ricca organizzazione filantropica assai nota in Spagna e diffusa in decine di Paesi chiamata “Mensajeros de la paz”. In Italia la presidente dei “Messaggeri della pace” è la contessa Marisa Pinto Olori del Poggio, chiamata in causa dalla Chaouqui come sua referente e guida nel bel mondo, amica di cardinali ben introdotta in Vaticano; che sia di casa Oltretevere non c'è dubbio, per esempio lo scorso 11 novembre ha preso parte al ricevimento annuale dell'Ordine equestre del santo sepolcro di Gerusalemme, con nobili, potenti vari e alti prelati; fra gli altri erano presenti all'evento mondano il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le chiese orientali, e monsignor Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme.

Messaggeri della pace e del Partido Popular
Ma torniamo ai Messaggeri della pace. L'organizzazione dicevamo origina in Spagna dove fu fondata nel 1962 da un prete, Angel Garcia Rodriguez, sacerdote intraprendente e multiforme che ha dato vita a una sorta di holding della carità impegnata a sostenere famiglie, bambini, anziani. Ma padre Angel per costruire il suo piccolo impero ha goduto pure di ottime entrature con il potere politico che contava in Spagna, popolari e socialisti senza distinzione, e tuttavia la sua predilezione andava evidentemente ai primi se si considera che Ana Botella, ex sindaco del Partido Popular di Madrid e moglie di José Maria Aznar, ha ricoperto l'incarico di “Presidenta de honor de los Mensajeros de la paz”. In anni ormai lontani padre Angel era in buoni rapporti con il generalissimo Francisco Franco, e si dice anche con Luis Carrero Blanco, ammiraglio e capo del governo sotto il franchismo poi morto in un attentato dell'Eta (l'organizzazione basca). Tuttavia l'eclettico sacerdote dice di aver ammirato come politico il socialista Felipe Gonzales. E appunto con “i Mensajeros de la paz” (fra i cui partner spicca il Banco Santander, da sempre vicino all'Opus Dei), erano in stretto contatto in Spagna sia il vescovo di Astorga che il suo economo plenipotenziario partecipando attivamente alle iniziative e alle opere dell'organizzazione, e fornendo l'aiuto necessario. Vallejo poi era legato anche al cardinale Antonio Maria Rouco Varela, fino a non molto tempo fa arcivescovo di Madrid.
Che partita sta giocando l'Opus Dei? I legami fra Vallejo Balda e “la Obra'”sono un fatto
Ernst & Young è un po' dappertutto

Il 24 maggio del 2013 – papa Francesco era stato eletto appena il 13 marzo la Fondazione EY (Ernst & Young) insieme a Banca Sistema, offrivano un concerto di beneficenza con l'obiettivo di raccogliere fondi in favore dei Messaggeri della pace italiani, presieduti dalla contessa Pinto Olori del Poggio, presso l'ambasciata di Spagna presso la Santa Sede. L'ambasciatore di Madrid in Vaticano era Eduardo Gutierrez Saez de Buruaga, in ottimi rapporti personali e familiari con l’Opus Dei; si pensi che il fratello Angel fu sposato dal vicario generale della Prelatura per la Spagna (don Tomas Gutierrez Calzada) con tanto di lettura di messaggio e benedizione papale (il diplomatico era testimone dello sposo, era il 1999).

«La nostra presenza a fianco dei Messaggeri della Pace è parte di un percorso che abbiamo già intrapreso da tempo e che ci vede attivi anche attraverso la Fondazione EY, nata proprio per rafforzare il nostro impegno nel sociale» dichiarava a proposito dell'iniziativa Donato Iacovone, amministratore delegato di Ernst & Young Italia. È appena il caso di ricordare che Francesca Immacolata Chaouqui lavorava nel settore pubbliche relazioni appunto per Ernst & Young; il 18 luglio del 2013, poi, Bergoglio istituiva «una Pontificia Commissione referente sull’Organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede», la famosa Cosea della quale furono membri sia Vallejo Balda – con ruolo di segretario - che Chaouqui. Per altro come ha detto con chiarezza Francesco tornando dall'Africa, fu il prelato spagnolo a indicare la giovane PR come persona capace.

Ma attenzione, la sequenza dei fatti interessanti non finisce qua: il 18 novembre del 2013, Ernst & Young riceveva l'incarico di revisionare le finanze del Governatorato dello Stato vaticano (il cuore della cittadella del papa), incarico concordato – come affermava il comunicato dell'epoca – dallo stesso Governatorato con la Cosea (la commissione cessò poi di esistere al principio del 2014). Una serie infinita di coincidenze si dirà, il che ovviamente è possibile. Eppure le strane concomitanze non finiscono qua.

La contessa e “Diplomatia”
Gli incroci fra la contessa Pinto Olori del Poggio e la società di consulenza internazionale Ernst & Young, infatti, proseguono. La prima la ritroviamo vicepresidente senior di “Diplomatia”, potente associazione (quasi una super lobby) dove s'incontra il gotha del mondo economico e politico con diramazioni internazionali. Ne sono membri diversi ministeri, ambasciate, molte delle maggiori imprese pubbliche e private nazionali. Ai vertici dell'esclusivo club troviamo rappresentanti di Finmeccanica, Fincantieri, d'Intesa San Paolo, di JP Morgan, ambasciatori di Marocco, Messico e così via. Spicca anche la presenza di Allianz (società fra le prime al mondo nel campo delle assicurazioni); en passant ricordiamo che Carlo Salvatori, presidente di Allianz Italia, è il membro italiano del consiglio di sovrintendenza dello Ior. Ma sopratutto a capo dell'Advisory board dell'organizzazione ritroviamo quel Donato Iacovone, capo di Ernst & Young Italia, di cui abbiamo già parlato. A iniziative promosse da “Diplomatia” (in Vaticano, 11 luglio 2013) ha preso parte anche il cardinale Jean Louis Tuaran, chiamato in causa ancora da Vallejo Balda come trait d'union fra la contessa e la Chaouqui.

Fra le imprese socie di “Diplomatia” risultano ci sono anche Kpmg e Pwc, entrambe società multinazionali esperte di gestione finanziaria che hanno avuto negli ultimi anni importanti incarichi di revisione dei conti d'Oltretevere: dall'allineamento agli standard internazionali della contabilità vaticana fino alla revisione (per Pwc) dei bilanci consolidati della Santa Sede, decisione quest'ultima presa nei giorni scorsi (un incarico arrivato dopo che, qualche settimana fa, era stata diffusa la notizia mai confermata né smentita dalla Santa Sede, di una violazione del computer del revisore generale del Vaticano). Resta da dire che anche Stefano Fralleoni, ragioniere contabile della Prefettura per gli affari economici della Santa Sede e stretto collaboratore di Vallejo, vanta un passato professionale alla EY.

Punti da chiarire ricordando Gordon Gekko
Restano a questo punto alcune considerazioni e domande non retoriche. Di certo l'azione di pulizia del papa è andata avanti spedita e moltissime cose sono cambiate in poco tempo. Ne è conferma il terzo “progress report” di Moneyval (di questi giorni) - l'organismo internazionale che valuta la normativa antiriciclaggio – che valuta positivamente il cammino compiuto dalla Santa Sede. D'altro canto i lavori proseguono se papa Francesco e i suoi collaboratori hanno appena istituito un nuovo gruppo di lavoro sull'andamento complessivo delle finanze vaticane.

Resta da chiedersi se il Vaticano abbia valutato non solo i pro (professionalità, rottura di vecchi schemi) ma anche i rischi nell'aver affidato in modo così massiccio a multinazionali della finanza (anche Promontory Group e Deloitte figurano fra i consulenti della Santa Sede) il controllo su procedure e conti tenendo presente che, come spiegava trent'anni fa da Gordon Gekko-Michael Douglas in Wall Street, “l'informazione è potere”, figuriamoci quella proveniente dal Vaticano.

Inoltre: è possibile che nei primi 6-8 mesi di pontificato, quando ancora i nuovi assetti non si erano stabilizzati, ci siano stati tentativi di infiltrarsi nel processo di riforma con l'obiettivo di rallentarlo o almeno pilotarlo, e di cui il passaggio di documenti rappresenta l'epilogo? E' una domanda reale che sarebbe a questo punto ingenuo non porsi. Ancora: che partita sta giocando l'Opus Dei? I legami fra Vallejo Balda e “la Obra'”sono un fatto (oltretutto il monsignore appartiene alla Fraternità sacerdotale della Santa Croce, una struttura opusiana),ma è un fatto che anche il ministro per l'Economia del papa, il cardinale George Pell, è amico dell'Opus Dei, mentre un membro della Prelatura, il cileno Mauricio Larrain (gruppo Santander), fa parte del board dello Ior. Esiste una spaccatura all'interno della Prelatura rispetto al pontificato di Francesco?

Infine appare evidente una cosa: se il papa vuole ridurre ruolo e peso della 'corte' pontificia, questo lavoro dovrà avere avere un suo inevitabile prolungamento nei palazzi nobiliari esterni alla città del Vaticano, in quell'intricato intreccio di antichi ordini, titoli onorifici roboanti, poteri economici, finanziari e mediatici (molti dei quali italiani), in quelle serate di gala e beneficenza in cui il prelato di turno sfoggia l'abito migliore. E non sarà impresa semplice.


Eretici affamati saranno saziati



«La riforma del nostro Papa deve iniziare dalla dottrina»


Lo scrittore Vito Mancuso e la sua «rifondazione del progetto di Dio» E sottolinea il bisogno di una leadership che ristabilisca i valori fondamentali


Chiude in grande stile la rassegna “Se una domenica d’inverno uno scrittore…”, curata dal docente Fabrizio Fiocchi, che oggi, alle 17, all’Ibs+Libraccio presenterà l’ultimo saggio del teologo Vito Mancuso, Dio e il suo destino (Garzanti). Ed è lo stesso Mancuso a raccontarsi.
È ancora concepibile un Dio che non sia solo rito?

Il solco è tracciato e indietro non si torna..

 Tante cose sono successe nei due anni caratterizzati dallo sviluppo del dibattito sinodale sulla famiglia. Cerchiamo di ripercorrere sinteticamente il biennio - in sé non ancora concluso poiché si attende il documento magisteriale conclusivo di papa Francesco – evidenziandone i  momenti che riteniamo più significativi di un itinerario molto tormentato.
 Nel momento in cui scriviamo queste righe ancora le bocce non sono ferme. Il lungo percorso sinodale incominciato con l’annuncio del 2013 attende di concludersi con il documento magisteriale che papa Francesco promulgherà, secondo le previsioni, in tempi non lunghi e probabilmente in relazione con il Giubileo iniziato l’8 dicembre. Per il momento Jorge Mario Bergoglio si vuole prendere un certo tempo per ulteriori riflessioni in materia, almeno stando a quanto ha detto egli stesso. In ogni caso suscita attenzione, dati gli stretti rapporti dell’autore con Casa Santa Marta, l’ampio commento ragionato sul Sinodo che padre Spadaro ha pubblicato recentemente sul quindicinale di cui è direttore, ‘La Civiltà Cattolica”. Nella sua interpretazione l’autore evidenzia tra l’altro che il Sinodo avrebbe aperto le porte nella Relazione finale all’accesso dei divorziati risposati ai sacramenti.  Dunque il solco è tracciato e indietro non si torna: questa la linea dettata da padre Spadaro (e seguita pedestremente da non pochi massmedia turiferari, come già è accaduto a partire dall’annuncio stesso dei due Sinodi sulla famiglia). Spadaro è corroborato nella sua tesi dallo stesso suo Generale, padre Adolfo Nicolas, che – in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ del 26 ottobre - così definisce il documento conclusivo del recente Sinodo: “Il fatto che la relazione finale sia stata approvata, che tutti i punti abbiano superato i due terzi, è importante. E’ un documento che lascia le mani libere a Francesco. Il Papa può fare ciò che considera buono, opportuno o necessario. Nella mente di tutti, in commissione, c’era l’idea di preparare un documento che lasciasse le porte aperte: perché il Papa potesse entrare o uscire, fare come crede”. E’ chiaro? 

Bollettino di guerra contro Gesù

TE PIACE ‘O PRESEPE? LA SCENA DELLA NATIVITA’ E’ TOTALMENTE FALSA, MEMORABILE MA ASTORICA, COSI’ OGNUNO LA REINVENTA A MODO SUO, IN VERSIONE ZOMBIE, GUERRE STELLARI O DA MACELLERIA - INTANTO A NEW YORK SPUNTA UN GIGANTESCO PENE NATALIZIO ILLUMINATO

Gesù non nacque in una mangiatoia, tantomeno era biondo e la sua sacra famiglia di carnagione chiara. I tre che hanno seguito la cometa con turbanti, abiti in seta e gioielli, non erano re orientali ma “magi”, cioè saggi, probabilmente preti persiani o studenti di astrologia. Il presepe è il risultato di secoli di speculazione e invenzione artistica...

Di flop in flop?


E' stata pubblicata sul giornale cattolico The Remnant una petizione con la quale si chiede a Jorge Mario Bergoglio di cambiar rotta o di dimettersi. 

Il testo in italiano è disponibile qui.
E' inoltre possibile sottoscrivere la petizione, inserendo il proprio nome alla fine della pagina. 

domenica 13 dicembre 2015

In attesa del ritorno del Re


Tolkien ispirato dalle profezie sui Tempi Ultimi


Ci salvi Chi può.

Coscienza o Verità?


Sempre nette le interviste del card. Burke, un tempo cardinale cattolico e oggi cardinale tradizionalista (simile sorte capitò a mons. Lefebvre, la mediti chi non ha paraocchi o pregiudizi troppo spessi a riguardo): “The fact is that the synod could not open a door which does not exist and cannot exist, namely, a discernment in conscience which contradicts the truth about the supreme sanctity of the Most Holy Eucharist and the indissolubility of the marriage bond”.
Merita notare il doppio scacco denunciato dal prelato americano:

Un necessario discernimento

Gravità e compostezza comportamentali. Le grandi dimenticate. 

Immagini ieratiche del tempietto longobardo di Cividale del Friuli
La liturgia tradizionale, che ha così fortemente influito sull'arte sacra occidentale e orientale, ha un modus essendi tale da orientare gli spiriti per cui le persone in essa hanno sempre assunto un comportamento composto e grave. Non s'intende un comportamento triste e depresso, perché ogni liturgia ricorda che Cristo, risorgendo dai morti, ha in sé anticipato la sorte futura degli uomini che lo seguono. Si parla di comportamento composto che non conosce le reazioni disordinate riscontrabili talora nella gente di piazza. 

« Società dei veri cristiani »

Le note della Chiesa militante “Credo la Chiesa Una”

San Pio X
La Chiesa cattolica, per istituzione divina, è una società visibile, conoscibile anche dalla ragione umana; il Catechismo di San Pio X ne dà la definizione seguente: «Società dei veri cristiani, cioè dei battezzati che professano la fede e la dottrina di Gesù Cristo, partecipano ai suoi sacramenti e ubbidiscono ai pastori stabiliti da lui».

Le nuove teorie sulla Chiesa

Nuova e antica dottrina a confronto La Chiesa, il Papa e i Vescovi 


Di fronte agli attacchi al Papa e alla Chiesa, è forse giunto il momento di rivedere alcune tesi, di avere l’umiltà e l’onestà intellettuale di ammettere che proprio le nuove dottrine ecclesiologiche introdotte dal Vaticano II hanno aperto le porte ai nemici della Chiesa per cercare di distruggere quella Roccia voluta da Cristo per sostenerla e quell’Autorità stabilita per governarla. 

Il peccato é voluto da Dio?: pecca fortiter!

GIUBILEO E SACRAMENTO DELLA PENITENZA

Dalla Porta Santa alla Confessione

Papa Francesco si confessa. © OSSERVATORE ROMANO / ANSA / CORBIS
LA Chiesa non è un’associazione di perfetti, ma una comunione di peccatori perdonati, cioè di persone che hanno conosciuto il fascino ingannevole del peccato, ma anche la gioiosa e liberante esperienza del perdono. La Chiesa è chiamata ad incarnare la misericordia di Dio, diventando «luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo » (Papa Francesco). E ciò a cominciare dalla celebrazione della Penitenza, dove il sacerdote è chiamato ad essere più un padre che non un giudice. Il perdono dei peccati è la missione che il Risorto affida ai suoi discepoli la sera di Pasqua (Gv 21, 23). Missione misericordiosa della Chiesa che trova la sua espressione sacramentale nel rito della Penitenza con l’umile confessione dei peccati e la riconciliazione con Dio e con i fratelli. Il pentimento sincero e il rinnovato impegno a vivere secondo il Vangelo, sono essenziali per dare verità e piena efficacia al sacramento.
La presenza del peccato nella nostra vita fa parte di un imperscrutabile e provvidenziale disegno di Dio.

Righe dritte/righe storte?


APOSTASIA O PROFEZIA?


L’articolo di Maurizio Blondet “Sono quasi contento. Tutto ciò sta per finire. Buon Giubileo” è foriero di molte riflessioni che gli avvenimenti più recenti, dal canto loro, sollecitano alla nostra coscienza cristiana. Blondet si chiede se l’affermazione di Papa Bergoglio a proposito del primato della Misericordia sul giudizio sia ortodossa. Nell’articolo si da voce anche ad altri cari amici, molto preoccupati della potenziale apostasia papale, che ricordano il limpido insegnamento dell’Aquinate per il quale la misericordia senza giustizia è principio di dissoluzione. Considerati poi altri fatti, non ultimo lo spettacolo di dubbio buon gusto (per non dire di peggio) messo in scena sulla facciata di san Pietro, c’è in effetti molto da preoccuparsi se non fosse per la fiducia che i cristiani ripongono in Dio. Quella fiducia che proprio da Dio viene provata, nella sua sostanza, nei momenti difficili della vita personale e comunitaria.

Cambiare rotta

Lettera aperta a Papa Francesco


The Remnant implora Papa Francesco
di cambiare rotta oppure di rinunciare all’ufficio Petrino




O Maria concepita senza peccato,
pregate per noi che ricorriamo a Voi.



8 dicembre 2015
Festa dell'Immacolata Concezione


Santo Padre,
Papa Celestino V (r. 1294), riconoscendo la sua incapacità di ricoprire l’ufficio al quale era stato così inaspettatamente chiamato quand’era ancora l’eremita Pietro di Morrone, e comprendendo i gravi danni che le sue scarse capacità di governo avevano causato alla Chiesa, decise di dimettersi dal suo incarico dopo soli cinque mesi di pontificato. Egli venne canonizzato da Papa Clemente V nel 1313. Successivamente, Bonifacio VIII tolse qualsiasi dubbio in merito alla validità di un atto pontificio così straordinario, confermando per sempre(ad perpetuam rei memoriam) che “il Pontefice Romano può liberamente rinunciare al pontificato”.