ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 maggio 2016

Perplessi e stupiti?

Vaticanisti sbalorditi (il caso di Tosatti e Magister) e l’8 per 1000 alla Chiesa ortodossa

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Da un po’ di tempo, affermati vaticanisti si stanno chiedendo cosa accada nella Chiesa. Sono perplessi e stupiti, dopo i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, di vedere tanti mutamenti, nella dottrina, nella pastorale, nell’annuncio… Da laici, liberi, ma credenti, sono anche smarriti.
Tra costoro, tralasciando Vittorio Messori, Antonio Socci ed altri, ne cito solo due: Marco Tosatti e Sandro Magister.

Di Tosatti vorrei segnalare anzitutto la sua perplessità sul comportamento di mons. Galantino, presidente della Cei, nella vicenda legge Cirinnà:
Interessante anche il pezzo sulle dichiarazioni di mons. Bruno Forte, che fanno pensare ad un sinodo sulla famiglia il cui esito era già scritto prima del via, in barba a tante dichiarazioni sulla sinodalità:

Riguardo a Magister, in questi giorni ha sottolineato il fastidio di Francesco, peraltro molto aperto verso Scalfari, Bonino, Pannella… nei confronti della marcia per la vita (http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2016/05/10/piazza-san-pietro-inospitale-per-i-marciatori-quelli-per-la-vita/) e l’oggettiva stranezza di un papa che si dichiara disposto a mettere in dubbio l’autorità papale, ma governa con pugno di ferro, emarginando cardinali come Burke, Oullet ed in generale quanti non sono, precisamente, sulla sua linea: http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351290

Il sottoscritto ammette la sua confusione. Che lo porterà, per quest’anno,  per la prima volta, a negare l’8 per mille alla CEI, per darlo alla chiesa ortodossa. Un gesto di apertura che Galantino certamente apprezzerà, sia come dichiarazione di ecumenismo (una nella vita), sia perchè favorirà una CEI povera, che gli sta tanto a cuore. Sia, infine, perchè di una Cei che si espone solo sui temi che non le competono (trivelle ecc.), non so che farmene.

Antonio Righi11 maggio 2016

UNIONI CIVILI/ L'AVVENIRE GALANTINO? TAPPETINO PER PALAZZO CHIGI

Ieri 11 maggio la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva (salvo eventuali interventi del presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale) il disegno di legge Cirinà-Boschi sulle ‘unioni civili’522 i votanti, 372 i ‘sì’, 51 i ‘no’, 99 le astensioni. L’ “Avvenire” di oggi, a partire dalla prima pagina, certifica il disastro della linea seguita dalla Cei di Galantino, ma insiste su quella strada, che si può definire di sostanziale e vergognosa complicità con il Governo Renzi-Boschi-Alfano-Verdini.

Poco dopo le sette della sera di mercoledì 11 maggio 2016 la Camera dei deputati ha dato luce arcobaleno al disegno di legge Cirinnà-Boschi sulle ‘unioni civili’. Dei contenuti di tale articolo unico con 69 commi abbiamo già scritto dettagliatamente: sono tali da de facto equiparare le ‘unioni’ tra persone dello stesso sesso al matrimonio così come stabilito dai padri costituenti, mentre si rifanno alla situazione vigente in materia di adozioni (già vi sono giudici che riconoscono le adozioni per ‘unioni’ omosessuali); inoltre impongono alle coppie di fatto eterosessuali di registrarsi, se vogliono aver diritto a determinati vantaggi economici. Il tutto facendo strame di quanto prescrive la Costituzione italiana e tra errori marchiani di carattere tecnico-giuridico.
Naturalmente solo i fessi o gli ipocriti (soprattutto i ‘cattolici poltronisti’ e quelli “inciucisti”, spesso in talare o in clergyman) potevano supporre che la nota lobby si sarebbe accontentata del testo approvato ieri. Fin da subito è partito il tam-tam per propugnare l’equiparazione anche de jure delle ‘unioni civili’ al matrimonio e il riconoscimento dell’adozione per le ‘unioni’ omosessuali. A ruota si prevede l’approvazione di altre norme liberticide come la legge ‘contro l’omofobia’ di Scalfarotto o la legge pro-gender della Fedeli. Eutanasia e droga libera seguiranno. Così come le conseguenze sociali di gravità inaudita che gli irresponsabili di oggi fingono di ignorare.
Per il presidente del Consiglio è stato “un giorno di festa” e per la sua garrula ministra l’occasione per testimoniare la propria fede esibendo sulla giacca una coccarda arcobaleno. Ma Renzi e la Boschi in fondo piacciono a una parte del mondo cosiddetto ‘cattolico’. Il primo, come no, è “uno di noi”, viene dai boy-scout dell’Agesci (quelli ‘buoni’), va a messa e fa la Comunione tutte le domeniche; la seconda, beh, insomma, è pure “una di noi”, ex-madonnina del presepe, ex-catechista, ex-entusiasta delle GMG, assidua anche lei alla messa e alla Comunione, vera e propria innocenza primigenia e incarnata.  Per evocare Dante: la Maria Elena “par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare” e “mostrasi sì piacente a chi la mira/che dà per li occhi una dolcezza al core/ch’intender no la può chi no la prova”… le tante anime belle spuntate negli ultimi tre anni certo vanno in brodo di giuggiole davanti a tale dono del Cielo planato per vie celestiali su Palazzo Chigi.
Il quotidiano galantino (aggettivo) della Cei oggi, 12 maggio, naturalmente ‘apre’ con il disastro. Ma come ne riferisce? Al di là di schermaglie sostanzialmente salottiere, confermando di essere uno dei ‘tappetini’ di palazzo Chigi. Ma vediamo nei dettagli.

Titoli di prima pagina 
Titolo di apertura: “Una legge sbagliata”. Sbagliata? Una vera e propria galantineria, una notazione neutra, fredda per definire una legge vergognosa e incostituzionale,.
Occhiello: “Il Governo avrebbe potuto aprire una ‘via italiana’ per regolare i rapporti fra persone dello stesso sesso, ma ha blindato ambiguità e forzature”. Avrebbe potuto? ‘Via italiana’? Ambiguità e forzature? Ma com’è galantino l’ “Avvenire”!
Sommario: “Seconda fiducia e sì definitivo alle unioni civili. Renzi: giorno di festa. Nel testo restano criticità”. Restano criticità? Esemplare il linguaggio di “Avvenire”: “Restano criticità”… niente di più, perché altrimenti il linguaggio scadrebbe a livelli leghisti di comunicazione. Non sia giammai!”. Da notare anche la notazione sulla gioia di Renzi: ma qui è probabile che il tanto verboso quanto suscettibile segretario generale della Cei si sia infastidito personalmente per tale reazione. Eppure il povero Galantino ha fatto tanto per ostacolare e bloccare la reazione del popolo cattolico (quello che prende sul serio la Dottrina sociale della Chiesa): non si meritava una gioia renziana così plateale, ah...destino cinico e baro (che gli fa capire che il suo peso a Palazzo Chigi è irrilevante)!

L’editoriale a firma di Francesco D’Agostino

L’editoriale racchiude la ‘summa’ del pensiero galantino in materia. Già a partire dal titolo: “Ora e sempre resilienza”. Resilienza? Un termine che non è di comprensione immediata come “resistenza”? Si vede che mettere “resistenza” nel titolo avrebbe potuto irritare qualcuno, almeno a Palazzo Chigi… e allora mettiamo “resilienza”… che pochi lo capiscono.
L’editorialista è l’illustre Francesco D’Agostino, naturalmente ‘allineato’ al nuovo corso, la penna galantina giusta per erudire i lettori con i termini giusti sulla via giusta da percorrere. Qualche assaggio.
D’Agostino mette subito le cose in chiaro. Da una parte c’è chi esulta per “la definitiva approvazione”, dall’altra “coloro che si sono opposti nelle più diverse maniere” e “manifestano sentimenti di sconcerto e ancor più di desolazione, propri di coloro che non possono non riconoscere la sconfitta”. E lui, D’Agostino, che parla in nome di “Avvenire” - un quotidiano in cui lavorano ancora diversi bravi colleghi a partire dal direttore, purtroppo tutti costretti all’obbedienza galantina (perché “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”- da che parte sta? Per D’Agostino-Galantino (mettiamoci magari anche Carron e….) c’è una terza categoria in campo: “Sconfitti sono anche coloro che, in particolare da queste pagine (NdR: di ‘Avvenire’) avevano auspicato una ‘via italiana’ alla regolazione ‘solidale’, ma limpidamente ‘non matrimoniale’ dei rapporti tra persone dello stesso sesso”. Una frase sublime per illustrare un’ “arrampicata sui vetri” da Guinness dei primati.
Continua l’ ‘allineato’ D’Agostino: “E’ facile prevedere quali saranno le prossime mosse di ambedue gli schieramenti”, di cui evidentemente ‘Avvenire’ non fa parte. Qui ci trapassa la mente il richiamo a Dante nell’Anti-inferno, che incontra gli ignavi, “a Dio spiacenti e a nimici sui’ “. Che cosa scrive D’Agostino sulle ‘prossime mosse’ dello schieramento ostile alla Cirinnà-Boschi? Rileva che”potrebbe far riferimento allo slogan (sia pur nato e usato in ben altro contesto) resistere, resistere, resistere”. Da notare qui il velato disdegno di D’Agostino verso gli oppositori della deriva antropologica, che per lui è meno preoccupante della lotta alla corruzione (sviluppatasi “in ben altro contesto”; certo più grave, si sottintende).
Considera D’Agostino: “Le possibilità di fare resistenza da parte di chi lotta per la famiglia (…) possono essere diverse e utilmente creative”. C’è tuttavia un ‘ma’ di non poco conto.
Sentenzia (e par di vedere lo sguardo severo e il dito ammonitore) D’Agostino-Galantino: “Pare altrettanto utile, però, segnalare con franchezza che non appaiono tali la prospettiva  - evocata da alcuni – di una battaglia referendaria per abolire totalmente la nuova legge né quella di fare appello all’obiezione di coscienza di quanti saranno chiamati a registrare (come a celebrare, come qualcuno pretenderebbe) le unioni civili previste e regolare dalla legge: non è questa la strada maestra lungo la quale sviluppare un impegno “contro” nessuno, “per “ la famiglia e “per” un umanesimo che custodisce l’originalità della persona”.
E’ questo un passo estremamente rivelatore del pensiero galantino di D’Agostino. Primo: D’Agostino è contro il referendum. Secondo. D’Agostino è contro il richiamo all’obiezione di coscienza. Mica si vorranno seguire gli inviti di un barbaro leghista come Salvini, di decine di sindaci, di diverse associazioni cattoliche all’obiezione di coscienza (e anche di mons, Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale) contro una legge contraria alla dignità umana? Guardate invece a come si comportano statisti alla Renzi o alla Boschi, che già – nella sua innocenza celestiale – ha avvertito i sindaci che devono rispettare le leggi dello Stato. Poi: bisogna essere “per”, non “contro”, preposizione da inserire nel nuovo Indice delle locuzioni proibite, emanato dagli Amici di Santa Marta.
Prosegue D’Agostino-Galantino: “Da una parte e dall’altra, quindi, c’è un ribollire di progetti, prospettive, appelli propagandistici”. Da notare che l’editorialista di “Avvenire” qui ribadisce la distanza, venata da una sfumatura di disprezzo, anche dal movimento del Family Day, considerato nello stesso modo che la nota lobby.
Come fare allora per “resistere”? Ecco la ricetta di D’Agostino-Galantino: “Soprattutto, come questo giornale ha scritto e riscritto anche negli ultimi mesi , non possiamo che vivere in modo buono e giusto la famiglia”. Traduzione: scegliamo i focolari domestici, le sacristie, ripieghiamo sul vissuto familiare, senza coinvolgere la piazza. Ovvero, diciamo noi per concludere, mandiamo in soffitta la Dottrina sociale della Chiesa, che richiede un impegno chiaro e palese nella comunità per affermare i valori antropologici di tutta una civiltà giudaico-cristiana che anche l’ Avvenire galantino (insieme con Renzi, Boschi, Alfano, Verdini) ritiene manifestamente ormai obsoleta.  
P.S. Da segnalare una risposta in materia, data stamattina 12 maggio dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, a margine di una conferenza-stampa in Vaticano su ‘Casa Italia paraolimpica a Rio 2016’: “Ci sono visioni diverse e lo Stato è giusto che faccia la sua parte. Vorremmo ci si impegnasse tutti di più per la famiglia, ma diciamo anche che lo Stato fa delle scelte che sono sue proprie”. Ognuno commenti da sé.

UNIONI CIVILI/ L’ AVVENIRE GALANTINO? TAPPETINO PER PALAZZO CHIGI  - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rosssoporpora.org – 12 maggio 2016
http://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/592-unioni-civili-l-avvenire-galantino-tappetino-per-palazzo-chigi.html


BXVI: POSSIBILE E NECESSARIA LA CRITICA A PRONUNCIAMENTI PAPALI SENZA COPERTURA NELLA SCRITTURA E NEL CREDO

BXVI: possibile e necessaria la critica a pronunciamenti papali senza copertura nella Scrittura e nel Credo

«Si dovrebbe evitare soprattutto l’impressione che il papa (o l’ufficio in genere) possa solo raccogliere ed esprimere di volta in volta la media statistica della fede viva, per cui non sia possibile una decisione contraria a questi valori statistici medi (i quali sono poi anche problematici nella loro constatabilità).
La fede si norma sui dati oggettivi della Scrittura e del dogma, che in tempi oscuri possono anche spaventosamente scomparire dalla coscienza della (statisticamente) maggior parte della cristianità, senza perdere peraltro in nulla il loro carattere impegnante e vincolante.
In questo caso la parola del papa può e deve senz’altro porsi contro la statistica e contro la potenza di un’opinione, che pretende fortemente di essere la sola valida; e ciò dovrà avvenire con tanta più decisione quanto più chiara sarà (come nel caso ipotizzato) la testimonianza della tradizione.
Al contrario, sarà possibile e necessaria una critica a pronunciamenti papali, nella misura in cui manca a essi la copertura nella Scrittura e nel Credo, nella fede della Chiesa universale.
Dove non esiste né l'unanimità  della Chiesa universale né una chiara testimonianza delle fonti, là non è possibile una decisione impegnante e vincolante; se essa avvenisse formalmente, le mancherebbero le condizioni indispensabili e si dovrebbe perciò sollevare il problema circa la sua legittimità».
Fede, ragione, verità e amore, p. 400 (Lindau 2009) 
http://www.iltimone.org/34694,News.html
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Cosa resta il giorno dopo la festa prevedibile sulle unioni civili

di Antonio Gurrado | 12 Maggio 2016 ore 18:13

Monica Cirinnà durante i festeggiamenti per l'approvazione del ddl sulle unioni civili alla Fontana di Trevi (foto LaPresse)
Ieri era il giorno della festa prevedibile, oggi è il giorno delle interviste impossibili. Mara Carfagna dichiara che le unioni civili hanno colmato un vuoto giuridico irrispettoso della dignità umana. Michela Marzano lascia il Pd perché la nuova legge amplia sì i confini del diritto di amare, ma non abbastanza da includere tutti i diritti di tutti gli amori. Emma Bonino minaccia di procedere col conseguimento di altri diritti apocalittici, dalla cannabis all'eutanasia. Barbara d'Urso esulta perché finalmente l'Italia cessa di essere fanalino di coda d'Europa in materia di diritti umani.

ARTICOLI CORRELATI Che cosa ancora non va nel testo sulle unioni civili (e perché c’è chi lo userà per votare no al referendum) Le unioni civili sono un'arma di distrazione di massa Le unioni civili sono uno scherzo crudele. Rileggere Meneghello Via libera alle unioni civili. Ecco cosa c'è da sapere sul ddl CirinnàIvan Scalfarotto smaschera “un'aberrante par condicio” per la quale, spiega a titolo di esempio, si affianca sempre un nazista a un ebreo o un membro del Ku Klux Klan a un nero; il corollario di Scalfarotto è che “non si mette sullo stesso piano chi chiede più diritti e chi li vuole negare”. Se dunque non sono d'accordo con Scalfarotto, con la Bonino o con Barbara d'Urso, altro non posso che attaccarmi al tram: sotto il proclama di voler affermare i diritti di tutti si cela la brama di limitare i miei, di sbattermi in faccia che alcuni diritti sono più dritti degli altri.

Papa Francesco apre al diaconato femminile

Bergoglio: "Le donne devono essere coinvolte nei processi decisionali della Chiesa"


Il diaconato femminile è "una possibilità per oggi". Lo ha detto Papa Francesco che ha annunciato l'istituzione di una Commissione di studio sulle donne diacono come esistevano nella Chiesa primitiva.







"Che cos'erano questi diaconi femminili?", ha detto il Papa ricordando di aver chiesto a un "buon, saggio professore" quando aveva affrontato la materia qualche anno fa. "Avevano l'ordinazione o no? Era un po' oscuro", ha aggiunto, "Qual era il ruolo della diaconessa in quel tempo? Costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione? Credo di sì. Sarebbe bene per la Chiesa chiarire questo punto. Sono d'accordo. Io parlerò di fare qualcosa del genere".
Poi Bergoglio - che oggi ha incontrato 900 suore - ha parlato anche del ruolo delle donne in Vaticano: "La Chiesa ha bisogno che le donne entrino nel processo decisionale", ha detto, "Anche che possano guidare un ufficio in Vaticano. La Chiesa deve coinvolgere consacrate e laiche nella consultazione, ma anche nelle decisioni perché ha bisogno del loro punto di vista. E questo crescente ruolo delle donne nella Chiesa non è femminismo ma la corresponsabilità è un diritto di tutti i battezzati: maschi e femmine- Troppe donne consacrate sono’donnette piuttosto che persone coinvolte nel ministero del servizio. La vita consacrata è un cammino di povertà, non un suicidio".
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-francesco-apre-diaconato-femminile-1257882.html

Contro la Fornicationis Laetitia

"La lettura dell'Amoris Laetitia suggerisce la conclusione che sarebbe oggi permesso, perlomeno in alcuni casi confusamente definiti, l'accesso all'Eucarestia dei fedeli civilmente divorziati e risposati: ciò anche senza l'impegno a vivere come fratello e sorella, e anche quando si fosse ben consapevoli di violare il comando divino circa l'indissolubilità del matrimonio e la gravità dell'adulterio.

Tale conclusione, ancorché autorevolmente avallata, è contraria alla fede cattolica, così come contraria alla fede cattolica sarebbe qualunque prassi che vi si adeguasse.
È dovere inderogabile di ogni pastore, nessuno escluso, respingere espressamente tale conclusione siccome errata, e, in ragione della propria autorità, inibirne l'applicazione e impedire che essa venga ritenuta dai fedeli.

È parallelamente diritto, anzi dovere, di ogni fedele - laico o chierico - resistere all'errore di cui sopra e ad ogni sua applicazione, sia nella propria personale condotta, sia nella testimonianza pubblica del Vangelo, sia nell'esercizio dell'autorità o dei ministeri di cui sia legittimamente titolare nella Chiesa.

Di tale dovere, con l'aiuto di Dio, noi tutti - laici e chierici - intendiamo dare espressa testimonianza, e chiediamo al Signore la grazia di potervi adempiere in ogni occasione in cui vi saremo chiamati. Preghiamo incessantemente affinché ogni Vescovo della Chiesa cattolica, nessuno escluso, ogni religioso, ogni sacerdote, si impegni in quest'opera di inderogabile testimonianza della verità. A questa preghiera, che affidiamo fiduciosi all'intercessione di Maria Santissima, e alla protezione di S. Giuseppe, invitiamo tutti i fedeli ad associarsi"
 








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