ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 maggio 2016

Caro fratello..


Ambiguità ed errori dell'Esortazione apostolica
“Amoris Laetitia” di Papa Francesco I



Il 19 marzo 2016 Francesco I ha promulgato una Esortazione post-sinodale sull’amore nella famiglia intitolata Amoris laetitia
Ci limiteremo a considerare alcuni punti di essa e a confrontarli con la Legge naturale e divina per mettere in evidenza la rottura tra questo documento post-sinodale e la teologia morale tradizionale. 

“umanamente parlando la Chiesa è perduta” ?


Un assalto lungo cent’anni 1° cap- dalla visione di Leone XIII ai moniti inascoltati dei profeti di sventura


La verità, soprattutto quando incombe un pericolo deve essere predicata pubblicamente, né deve farsi il contrario per il fatto che alcuni se ne scandalizzano” San Tommaso D’Aquino
PREMESSA Prima di cominciare vorremmo fare una premessa importante. Tutto ciò che è contenuto nell’articolo non sono degli scoop, ovvero delle verità che solo noi siamo riusciti a scovare. Non si tratta di documenti inediti o sensazionalistici. Il contenuto di questa serie di articoli sulla crisi nella Chiesa che pubblichiamo E’ RIGOSAMENTE documentato!
Molti Santi e profeti di sventura hanno cercato di avvisarci nel corso degli anni, a cominciare da quel messaggio di La Salette, ormai sconosciuto alla gran massa dei fedeli, fino ad arrivare a Fatima, il cui grave monito di penitenza e pentimento è stato ormai messo da parte a beneficio della Chiesa del falso misericordismo e della libertà senza la Verità. Sia chiaro che la responsabilità di tutto ciò non può essere addossata ad un singolo papa, ma a tutti i malvagi nemici che per anni hanno lavorato incessantemente per la distruzione della Verità contenuta nella dottrina cattolica. Se c’è qualcuno che dopo aver letto questo articolo penserà che si tratti di cieco complottismo non ha capito nulla sulla situazione che la Chiesa sta attraversando. Chi penserà di allontanarsi dai Sacramenti e dalla preghiera a causa delle corruzioni e delle mostruosità che si consumano all’interno del Vaticano altrettanto. Oltre ad una spiccata consapevolezza sulla situazione attuale, occorrono preghiera e pentimento e spirito di sacrificio, ormai dimenticati a beneficio dello stile di vita godereccio, liberale ed approssimativo. La Madonna ha promesso che quando tutto sembrerà perduto schiaccerà la testa del malvagio serpente, ma chi vorrà trovarsi dalla parte giusta della spartizione tra il grano e la zizania dovrà assicurarsi di lottare dalla parte della Verità come fecero San Giovanni Battista e tutti i Santi che imitarono la sua testimonianza.

Il discernimento delle visioni

Lungo i secoli di storia del Cristianesimo sono davvero numerosi gli episodi in cui Dio ha concesso ad anime privilegiate di “vedere” soprannaturalmente realtà altrimenti invisibili agli occhi umani. Non tutte le visioni però sono autentiche e vengono da Dio. Come fare per discernerle?

I tre tipi di visione

Le apparizioni fanno parte del genere delle visioni e, prima di parlare dei criteri di discernimento, vediamo di chiarire cosa esse sono davvero e in che tipologie possono dividersi.
Tanquerey in Compendio di teologia ascetica e mistica così definisce le visioni: «Percezioni soprannaturali di un oggetto naturalmente invisibile all’uomo». Sant’Agostino dice che le visioni possono essere di tre tipi: corporali, spirituali (o immaginarie) e intellettuali. Questa divisione è stata accettata anche da san Tommaso, ma nel tempo, per il secondo tipo, si è preferita la definizione di “immaginarie” a quella di “spirituali”. 

A mo’ di epitaffio sulla santità laica


Pannella e la sua rivoluzione colorata


Pannella Giacinto detto Marco è dipartito e...requiescat. La Pannelliade santificatoria è finita poche ore fa a Piazza Navona con la "cerimonia laica" e tanto di feretro itinerante issato sul palco, orchestrina jazz che suonava "Quando i santi marceranno" (When the saints go marching in). Nel mentre, correvano sullo schermo installato, numerosi filmati in bianco e nero di lui da giovane, come si addice a una diva sul viale del tramonto. Avevamo un star hollywoodiana nella politica e forse non ce ne siamo accorti. Pannella fu il primo a introdurre la politica-spettacolo e il sensazionalismoall'americana nel nostro paese (si pensi alla candidatura a deputata della pornostar Ilona Staller detta Cicciolina o alla sua buffa Tribuna politica imbavagliata ai tempi della tv in bianco e nero),  costume che oggi si è diffuso al punto che molti politici fanno corsi di "immagine" in Usa. Lui era un bell'uomo, prima che i suoi digiuni e i suoi stravizi mandassero in rottamazione il suo fisico, e riuscì ad affascinare perfino J.P. Sartre e a far iscrivere Jonesco al Partito Radicale. Molti dei personaggi dello spettacolo ebbero trascorsi radicali (Enzo Tortora, Modugno, Pasolini, Mariangela Melato, Vasco Rossi, la stessa Oriana Fallaci, Vittorio Sgarbi, Gigi D'Alessio, Francesco De Gregori, Aldo Busi solo per citarne alcuni) . Pertanto usava e abusava del suo "carisma" anche e soprattutto per ottenere finanziamenti.

Impura utopia

FRANCESCO I IL  VANGELO E IL CORANO


Francesco I ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese La Croix il 9 maggio 2016  (vedi foto)sui rapporti tra Cristianesimo e Islam.
In Italia Fausto Carioti l’ha commentata in un articolo su Libero (17 maggio 2016) intitolato: “Bergoglio choc: il Vangelo come il Corano”.

La porta ad un futuro diverso..


 Dichiarazione di mons. Gänswein sulla istituzione del «Papa emerito»

Ieri 20 maggio alle ore 18, presso l’Aula Magna della Pontificia università Gregoriana, è stato presentato il volume “Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI (Lindau 2016, pp. 512) di Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di storia della Chiesa nella stessa Università.
L’incontro era moderato da Paolo Rodari, vaticanista di La Repubblica. Relatori: padre Nuno da Silva Gonçalves, decano della Facoltà di storia e beni culturali della Chiesa; monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia e lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. 
Nel darne notizia, col titolo: Gänswein: nessun corvo o traditore ha spinto Benedetto XVI alla rinuncia,  Radio Vaticana riporta, insieme ad altre sottolineature :

Chi aveva ragione?

CHIESA: DIALOGO O MUTAZIONE?

    La Chiesa deve dialogare con il mondo moderno? Se la civiltà moderna è l’abisso una Chiesa ipnotizzata dal miraggio del dialogo finirà per precipitare al suo interno divenendo qualcos'altro. Stanno stravolgendo il Vangelo? 
di Francesco Lamendola   

L'ultima delle ottanta proposizioni contenute nel Sillabo di Pio IX, pubblicato nel 1864, affermava essere falsa la dottrina secondo cui il Romano Pontefice può e deve riconciliarsi e venire a composizione col progresso, col liberalismo e con la moderna civiltà: e in tale prospettiva si è tenuto, pochi anni dopo, il Concilio Vaticano I, dominato dall'autorità del pontefice e dallo sforzo di restaurare la civiltà cristiana, contro gli errori del liberalismo, del socialismo, della secolarizzazione e del materialismo. Eppure, un secolo dopo, il Concilio Vaticano II è stato concepito e condotto, e viene tuttora presentato, come quello che ha aperto una nuova strada alla Chiesa, che le ha indicato una nuova prospettiva e che ha segnato una "svolta antropologica" nella stessa teologia cristiana: e ciò perché è stato il concilio che ha definito l'identità della Chiesa a partire dal suo rapporto, costruttivo e dialogante, proprio con il mondo moderno. E dunque, come stanno effettivamente le cose? 

sabato 21 maggio 2016

Là lo dico, qui lo nego?

Papa Ratzinger: “Il Terzo Segreto di Fatima è stato interamente pubblicato”
L'annuncio in un comunicato della sala Stampa vaticana dopo le dichiarazioni attribuite al professor Ingo Dollinger. Gaenswein: "Benedetto XVI sta bene e il 29 giugno festeggerà i 65 anni di sacerdozio".

"La pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa". A comunicarlo è stato il Pontefice emerito, Benedetto XVI, attraverso una nota del Vaticano. "Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni attribuite al prof. Ingo Dollinger, secondo cui il card. Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima (avvenuta nel giugno 2000), gli avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa". Nella nota, Ratzinger dice "di non aver mai parlato con Dollinger circa Fatima", affermando chiaramente che le esternazioni attribuite al prof. Dollinger su questo tema "sono pure invenzioni, assolutamente non vere".

Dio esige che vengano messi “i puntini sulle i”

http://www.lafedequotidiana.it/la-vignetta-del-giorno-di-francesco-gordon-21052016/
Tre riflessioni a margine della morte di Marco Pannella

Prima riflessione: La storia riserverà sorprese all’intellighenzia
Ci siamo mai chiesti perché quando si studiano i fatti storici, è facile conoscerli, anche analizzarli, sicuramente non è difficile poterli categorizzare, cioè collocarli all’interno di una visione più ampia della storia, ma è sempre estremamente difficile poter conoscere tutte le loro cause? Il che non vuol dire che non se ne possa conoscere nessuna, né tantomeno non si possa conoscere quella che può essere identificata come la causa principale. Ebbene, questa difficoltà è il segno manifesto che la storia ha un mistero in sé; è fondata sul mistero e in un certo qual modo strutturata su di esso. Ma perché questo? Perché al centro della storia ci sono le scelte individuali che sono prerogative di ognuno e non solo dei potenti, dei famosi, di coloro che gestiscono situazioni importanti. E così la Storia, che è in sé mistero, riserverà anche grandi sorprese.
La dottrina cattolica ci dice che oltre al giudizio particolare, che toccherà ad ognuno subito dopo la morte, ci sarà anche quello universale. Quest’ultimo però non sarà una sorta di giudizio nuovo, nel senso che potrebbe avere un esito diverso da quello particolare, no: si tratterà di una conferma del primo. Se l’anima è stata condannata alla dannazione dell’Inferno, continuerà a restare all’Inferno per l’eternità. Se l’anima è stata premiata alla beatitudine del Paradiso, continuerà per l’eternità a godere del Paradiso. Ma allora – verrebbe da chiedersi – perché c’è il giudizio universale? La risposta è molto semplice: perché Dio esige che vengano messi “i puntini sulle i”, cioè che la Giustizia trionfi… E trionfi dinanzi a tutti; ecco perché quel giudizio sarà “universale”, cioè riguarderà tutti, dinanzi a tutti. Il santo, anche se nascosto, anche se semplice, dovrà essere dinanzi a tutti glorificato; così il reprobo, anche se famoso, lodato e osannato dal mondo, dovrà essere, dinanzi a tutti, riprovato.
E così con il giudizio universale si vedranno crollare stazioni ferroviarie, aeroporti… E anche corsi, viali, piazze… Nel senso che si capirà quanti di quei personaggi a cui sono stati intitolate stazioni, aeroporti, piazze e strade hanno completamente fallito la loro esistenza. Mentre tanti uomini sconosciuti, povere madri che si sono sacrificate nel loro nascosto lavoro quotidiano, poveri padri che hanno fatto il loro dovere per amore di Dio e della famiglia, bambini innocenti la cui sofferenza è stata preziosa per compensare i peccati contro Dio, sconosciuti a cui il mondo non ha tributato nessun onore, verranno glorificati perché hanno completamente realizzato la loro esistenza.
Perché queste considerazioni? Perché la morte di Marco Pannella ci porta di suo a farle. Fermo restando che non siamo certo noi a dover giudicare la sua anima (anzi, a noi resta l’obbligo di affidarla alla misericordia di Dio), la morte del leader radicale ci conduce a queste riflessioni. La società italiana e la sua intellighenzia si sta prostrando dinanzi alla fresca memoria del defunto, eppure si tratta di colui, che politicamente, più di ogni altro, ha contribuito affinché l’Italia smarrisse la sua reale identità per disgregarsi nella dissoluzione morale e giuridica più tragiche.

Seconda riflessione: La gravissima responsabilità della Chiesa
Ma non solo a questa riflessione ci conduce la morte di Pannella. Purtroppo c’è anche dell’altro. Quello che è stato detto da padre Lombardi in una sorta di dichiarazione ufficiale della Sala Stampa vaticana è scandaloso, nel senso letterale del termine, cioè nel senso di dare “scandalo”.
Non mi riferisco tanto all’affermazione secondo la quale nelle varie azioni politiche di Pannella ci sia stato anche qualcosa di buono. Non si tratta di questo, anche perché – si sa – il male assoluto non esiste; anzi, la pericolosità del male sta proprio nel fatto che ha in sé anche qualcosa che male non è; ovviamente ciò non basta: se in un  bicchiere di cianuro gettiamo una goccia di acqua limpida di montagna, certamente nel bicchiere non c’è più solo il cianuro, ma non per questo il cianuro non è più letale… Ma dicevo: il problema non sta tanto in quella affermazione, quanto nell’aver completamente taciuto la responsabilità morale del personaggio, le sue gravissime azioni politiche contro la famiglia, contro la vita, contro i giovani, contro la Civiltà.
Io non amo il linguaggio irrispettoso, figuriamoci nei confronti di chi è stato investito da Dio di un’autorità importante. Ma questo non solo non mi impedisce, anzi mi rafforza nell’idea che le persone vadano messe dinanzi alle loro responsabilità, le quali, più aumenta l’autorità, più diventano gravi. Nel caso di uomini di Chiesa aver parlato in questi termini di Pannella, tacendo ciò che egli ha fatto, significa assumersi una responsabilità gravissima dinanzi a Dio. La Verità non va mai taciuta, e non solo perché ha i suoi diritti, ma anche per la salvezza delle anime. Quante persone, sentendo le parole di padre Lombardi, potrebbero facilmente pensare che tutto sommato le politiche di Pannella siano state in un certo qual modo compatibili con la Legge Naturale e quindi con la Legge di Dio? Chi si è cronicizzato nell’errore, potrebbe facilmente trovare conferma per non cambiare opinione; e chi pensa tendenzialmente in maniera corretta potrebbe essere indotto a convincersi che tutto sommato certe questioni (divorzio, aborto, eutanasia, liberalizzazione di alcune pratiche pedofile, liberalizzazione delle droghe…) non sono poi tanto importanti.
Insomma, non riconoscere e mettere in pratica le opere di misericordia (in questo caso spirituale), soprattutto da parte di chi di dovere, è grave mancanza di cui si dovrà rendere conto a Dio.

Terza riflessione: Pannella “icona” dell’errore liberale
Un’ultima riflessione. Se proprio a Pannella si vuole riconoscere un “merito” storico, questo è ovviamente nel male. Egli amava definirsi “liberale, libertario e liberista. Ebbene, egli ci ha fatto capire quanto non sia possibile arrestarsi ad una posizione “liberale” senza sfociare in quelle “libertaria” e “liberista”.
Se, come si fa con l’ideologia liberale, si nega il valore vincolante della Verità che giudica tutto, anche la libertà; anzi si pretende affermare che è questa (la libertà) a dover giudicare ciò che è vero e ciò che è falso, riducendo tutto ad opinione personale; allora la libertà diventa anche criterio della prassi e quindi oltre a ciò che è vero e ciò che è falso potrà giudicare anche ciò che è giusto e non ciò che non è giusto, riducendo tutto al desiderio individuale e agli istinti più sfrenati. Ed ecco l’esserelibertario. Da qui il passaggio al liberismo economico è facile: se non c’è una verità né una morale oggettive, ma esiste solo l’opinione e il desiderio personale, allora l’unico criterio diventa l’utilitarismo che in chiave economica non può che sostanziarsi nella deriva liberista.
Insomma possiamo dire che Pannella sta al nostro tempo come già de Sade stette all’Illuminismo. Come il riprovevole marchese francese seppe visibilmente e intellettualmente portare alle estreme conseguenze le istanze illuministiche, così il leader radicale ha saputo, altrettanto visibilmente e intellettualmente, portare a compimento le radici del pensiero liberale.
BY  · 21 MAGGIO 2016
Il simbolo della “quarta rivoluzione”
Giacinto Pannella detto Marco non era soltanto un uomo. Era un simbolo. Era il simbolo, in Italia, della quarta Rivoluzione, cioè di quel fenomeno che possiamo sintetizzare in due celebri slogan sessantottini: “proibito proibire” e “godere senza ostacoli”. Pannella era il simbolo del post-Sessantotto depurato dall’anticapitalismo, quindi nella sua pura essenza.
Sostenitore del divorzio, dell’aborto, degli esperimenti sugli embrioni, della liberalizzazione delle droghe, dell’eutanasia, della libera sodomia, della depenalizzazione dell’incesto, dell’immigrazione di massa, dell’abolizione dell’ergastolo, particolarmente “aperto” nei confronti del fenomeno della pedofilia, si è sempre definito “liberale, liberista, libertino e libertario”. Pannella riconobbe lucidamente che la società dei consumi, ben lungi da essere “repressiva”, liberava gli istinti delle masse e di questi istinti faceva mercato. A sua volta ne fece mercato politico.
A differenza di tante menti confusionarie a sinistra come a destra, Pannella il consumismo l’ha amato sempre e mai esecrato, consapevole del suo ruolo dissolutore. Globalista, americanista, sionista, non ha mai finto di combattere il regno di Mammona. Il pannellismo allo stato puro non è molto diverso dall’ideologia dei Gates, degli Zurckenberg, dei Rockefeller, dei Bloomberg e dei Soros (quest’ultimo anche generoso finanziatore del Partito Radicale).
A parte qualche mobilitazione azzeccata (come quella a difesa di Enzo Tortora contro la prepotenza di certa magistratura) il suo quasi unico merito si riduce nell’avere umanizzato – attraverso il suo istrionico e a tratti simpatico narcisismo estremo – il cinismo spietato dell’ideologia dominante, il cui slogan potrebbe essere “egoisti di tutto il mondo unitevi”. Nemico del sacro, della trascendenza, del legame sociale, dell’afflato comunitario, delle identità, delle radici, delle tradizioni, umanizzava nel suo istrionismo quel processo implacabile di massificazione e di emancipazione da tutti i vincoli umani e trascendenti così freddamente interpretato dalla sua arcigna sodale Emma Bonino.
Infine occorre riconoscere che Giacinto Pannella detto Marco muore da vincitore. Non solo perché l’ex Pci è divenuto – realizzando la nota profezia di Augusto Del Noce – il Partito Radicale di massa, come attesta anche la legge sulle unioni (in)civili. Ma perché la sua cultura politica nichilista si è imposta sia destra che a sinistra. L’estrema liberazione dell’individuo da ogni legame religioso, etnico, familiare e persino biologico procede inarrestabile a livello mondiale.
Possiamo solo sperare, pregando e lottando, che si fermi. E inizi la riconquista.
http://www.civiltacristiana.com/il-simbolo-della-quarta-rivoluzione/

Ad posterum rei memoriam

Chiunque sia, non dico cattolico, ma perlomeno una persona che vive cercando di perseguire un criterio di razionalità e onestà, non può apprezzare quasi nulla di quest’uomo, tanto meno elogiarne gli atti. Se poi è un ecclesiastico a elogiarlo, diviene scandaloso l’elogio. Un ecclesiastico, dovrebbe pregare per la sua anima (in quanto fino all’ultimo istante di vita ci si può salvare) ma al contempo condannare pubblicamente tutto l’immenso male compiuto da costui, a partire dalla corresponsabilità nell’uccisione di milioni di bambini nel grembo delle madri per arrivare a quella di decine di milioni di giovani rovinati o uccisi dalla droga, a partire dall’aver dissolto ogni senso di morale pubblica nella società italiana per arrivare all’appoggio dato per far entrare in parlamento assassini, terroristi e prostitute, a partire dal sostegno dato a qualsivoglia pratica frankeinsteiniana ed eugenetica per arrivare alla normalizzazione della sodomia, dell’incesto, e di quant’altro possibile e immaginabile. A partire dalle sue campagne per il divorzio e la distruzione della famiglia per arrivare – pochi lo sanno o lo ricordano – alla proposta della legalizzazione della pedofilia “pacifica”… E potremmo continuare a lungo con le malefatte di questo nemico del bene e degli uomini. Tutti ricordano Cicciolina, ma pochi ricordano Toni Negri…
Quanta morte sulla coscienza di quest’uomo, e quanti morti. Quanta corruzione morale, e quanti moralmente corrotti.
Chi lo elogia, si rende complice di tanta infamia. E se ecclesiastico, la complicità è mostruosa, come e più del corruttore. Chiunque sia.
Certamente, su una cosa sono d’accordo con tutto l’elogio laico e non laico di queste ore e dei prossimi giorni: è stato senza dubbio un altissimo esponente di questa Repubblica Italiana. Su questo, non vi può essere dubbio alcuno.
Ora è al cospetto di Dio. Ed è al cospetto di tutte le sue vittime e delle vittime delle sue battaglie e dei suoi complici.
A Dio la sentenza. A noi la memoria imperitura dei suoi atti pubblici.

Il novello Mosé e il vitello di Joao



Francesco come Mosè. Concede il divorzio ai "duri di cuore"


santamarta
Il 20 maggio papa Francesco ha invitato alla sua messa mattutina a Santa Marta otto coppie attempate di sposi. E per l'occasione, prendendo spunto dal Vangelo del giorno, ha travasato nell'omelia la sua personale esegesi della "Amoris laetitia".

Sic transit gloria mundi?

Pannella, santo subitoGiusta la pietà per un defunto e anche la comprensione per il peccatore, ma non si può confondere con un giudizio storico su quanto operato. I cattolici hanno tutti i motivi per restare scandalizzati davanti allo sbracamento di vescovi e preti che esaltano le "battaglie" di Pannella, che pure per 60 anni ha perseguito l'obiettivo di eliminare la Chiesa.
Marco Pannella
Per una curiosa coincidenza, ieri mattina nella consueta omelia a Santa Marta, papa Francesco ha commentato - riporta Radio Vaticana - il brano del Vangelo di Marco in cui Gesù spiega l’indissolubilità del matrimonio affermando che la comprensione per i peccatori va di pari passo con l’affermazione senza compromessi della verità. Dico una curiosa coincidenza perché tale importante distinzione arriva nel giorno in cui si è registrato un totale sbracamento di alte gerarchie ecclesiastiche nel commentare la morte di Marco Pannella, dove quella che appare chiara è la confusione tra la dovuta pietà – e in alcuni casi l’amicizia – verso un defunto e il giudizio storico su quanto dallo stesso defunto realizzato in vita.

Chi oserà dire che non avvengono più miracoli?

Basta coi populismi: Roundup è buono e fa’ bene


La commedia è finita.


Il modernista
 
La disgustosa farsa cui assistiamo da almeno cinquant’anni si avvia verso l’epilogo. Il modernismo, pur con le sue fasi successive, contiene in se stesso il principio della propria dissoluzione. La sua essenza, infatti, va individuata nello scetticismo radicale di chi nega a priori la possibilità di conoscere la realtà – soprattutto quella divina – e ripiega quindi sull’esperienza e sulla prassi. La fede non è più intesa, in questo contesto, come adesione della coscienza alla verità oggettiva rivelata da Dio, ma come sentimento irrazionale o come opzione puramente volontaristica. La Chiesa si identifica con il proprio divenire storico e non può affatto, di conseguenza, fissarsi nelle sue dottrine e nei suoi riti: in questa visione tutto deve necessariamente evolversi senza posa in conformità allo spirito del tempo. In poche parole, è il cristianesimo reinterpretato con la chiave della gnosi contemporanea, ovvero il suo auto-annullamento.

venerdì 20 maggio 2016

Puer flevit (..et Dominus!)

CORRIERE TV




Non è mai troppo tardi


Petizione popolare per
la beatificazione di Giacinto Pannella, detto Marco

Abbiamo saputo, per caso, da tutti i mezzi di comunicazione, compreso “radio bar dello sport”, che è morto un certo Giacinto Pannella, detto Marco, notissimo personaggio ammirato e venerato ovunque, soprattutto nel nuovo Vaticano.

Per prima cosa abbiamo detto una preghiera: “che il Signore abbia misericordia della sua anima.

Poi abbiamo letto e sentito che subito il nuovo Vaticano ne ha tessuto gli elogi, per bocca del portavoce ufficiale, tale Federico Lombardi, di professione prete moderno, il quale ha dichiarato ufficialmente, anche con una registrazione diffusa da Radio Vaticana:

Marco Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si poteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause, ad esempio quella a cui si è molto dedicato negli anni recenti, in favore dei carcerati.

Sorella morte del Fratello

IL DIAVOLO, PROBABILMENTE

    In morte di Pannella. Il diavolo probabilmente. P. è morto pace all’anima sua se ne possedeva una. Gran sacerdote di un'ideologia di morte negli ultimi anni il suo aspetto aveva assunto tratti satanici almeno così io immagino il male 
di R. Pecchioli   
  
Un vecchio proverbio spagnolo ammonisce “non si fa legna con l’albero caduto”. Marco Pannella è morto, e sia dunque pace all’anima sua, se ne possedeva una. Tra le idiosincrasie di chi scrive c’è il fastidio per l’unanimità: il coro di elogi, il “coccodrillo” dolciastro nei confronti dell’icona radicale mi è estraneo. Da cristiano, ho l’obbligo di pregare per lui, ma, parlandone da vivo, come diciamo dalle mie parti, mi spiace soltanto che Pannella sia campato così a lungo.
Pure il Dalai Lama si mostra dispiaciuto per la dipartita di Pannella, e la sala stampa vaticana elogia il suo lavoro politico. L’Osservatore Romano si limita a titolare che le sue battaglie furono “talora discutibili”. Incredibilmente, il presidente Mattarella ne sottolinea “la distanza dal potere”, tutti parlano di un guerriero non violento.  Non ci sto, non sono d’accordo su nulla, e se anche fossi l’unico italiano anti-pannelliano, ne sono orgoglioso.

Come il Battista

Sarah nel corso del suo intervento a Washington
Il prefetto del Culto Divino si scaglia contro il gender e l'attacco alla famiglia: "La battaglia per preservare le radici del genere umano è forse la più grande sfida che il nostro mondo ha dovuto affrontare fin dalle sue origini". Poi ha invitato a combattere testimoniando come il Battista: "In nome della tolleranza, gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio, la sessualità e la persona umana vengono smontati". 

Lo spirito galantino

UNIONI CIVILI/ALTE ACROBAZIE DI CEI E ' AVVENIRE', MA POI SI CONFERMA GALANTINO


L’assemblea della Cei e la legge Cirinnà-Boschi: un giorno qui e un giorno là. Ma alla fine c’è chi vince (ormai da un paio d’anni) e c’è chi perde. Come traspare chiaramente dalla lettura di ‘Avvenire’.
Da lunedì 16 a giovedì 20 maggio l’Aula Sinodale ha ospitato la 69.ma assemblea della Conferenza episcopale italiana (277 i presenti). Di seguito diamo conto di quanto successo intorno ad un argomento scottante come la nuova legge sulle unioni civili, approvata dal Parlamento italiano e in attesa di eventuali rilievi di natura costituzionale da parte sia della Consulta che del presidente della Repubblica. Possibile anche il lancio di un referendum abrogativo della parte che riguarda le unioni tra persone dello stesso sesso (da cui però la Cei già si è distanziata nella conferenza-stampa fi giovedì 19 maggio).

Aveva ormai completato la sua missione

                 MISSION ACCOMPLISHED

Il coro ufficiale di compianti, all’unisono, senza nemmeno una voce discordante, ci dice che Marco Giacinto Pannella aveva ormai completato la sua missione. Qui non glli restava da fare più niente.  Divorzio, aborto, droga libera,  nozze omosessuali,  sono ormai solida parte del costume di tutti: tutti i partiti, di ‘destra’ e ‘sinistra’, tutti i media,  Confindustria, Unione Europea,   persino il Vaticano ormai le considera “battaglie liberali e di civiltà”.  Padre Lombardi,  il capo della sala stampa vaticana,  si è inchinato davanti  alla “eredità  umana e spirituale” che Pannella lascia  e al suo “impegno totale e disinteressato per nobili cause”. In fondo, ormai, anche il Papa  ha sposato il radicalismo: anche più di Pannella detesta i cattolici perché “fanno figli come conigli”,  dichiara che “non esiste un Dio cattolico”, e nell’ultimo documento Amoris Laetitia  ha lanciato un inno al libero amore:  alla sezione  “Amore Appassionato”  ha scritto infatti: “Bisogna avere la libertà per accettare che il piacere trovi altre forme di espressione  nei diversi momenti della vita, secondo le necessità del reciproco amore  (…) non rimanere prigionieri di un’esperienza molto limitata che ci chiuderebbe le prospettive”.

E' l’onore del nostro serafico Padre che è in gioco

Da san Francesco all'ecologia

Il 24 maggio 2015 è apparsa l’enciclica Laudato si' nella quale Papa Francesco chiama tutti i cristiani ad una spiritualità ecologica (n 216) fondamento di una conversione ecologica che modifichi le relazioni con il mondo che ci circonda (n 217), tutto ciò reso più concreto da direttive pratiche. Il santo Padre propone san Francesco d’Asissi come modello (n 218) per suscitare questa fraternità sublime con tutta la creazione che egli ha vissuto in maniera così luminosa.
La pubblicazione di questa enciclica ha potuto causare sorpresa, tanto per il soggetto (l’ecologia), poco corrente nel magistero pontificale, che per il coro di lodi provenienti dai grandi del mondo (come ad esempio Barack Obama) che operano in senso opposto a quello del regno di Nostro Signore.
Possiamo immaginare san Francesco come patrono dell’ecologia tale come è concepita oggi dai grandi del mondo? Figli di san Francesco, noi non possiamo restare indifferenti a questa questione; è l’onore del nostro serafico Padre che è in gioco.

giovedì 19 maggio 2016

Conto alla rovescia?


Fatima, profezia di una crisi annunciata e promessa di un trionfo atteso

R.I.P.??


Vaticanate, la “canonizzazione” di Pannella

È morto Giacinto Marco Pannella ferocemente anticattolico, nonché simbolo di tutte le leggi contro Dio approvata in Italia negli ultimi 50 anni (divorzio, aborto, etc.). Eppure, il portavoce della Santa Sede, il gesuita Federico Lombardo, lo ha elogiato pubblicatemene in quanto “ammiratore di papa Francesco”.

Sinceramente parlando non volevamo dare alcuna voce al fatto, ma la canonizzazione di padre Lombardi alla memoria di Giacinto Marco Pannella (vedi qui) no davvero, è un inaccettabile delirio di onnipotenza! Questo è davvero abuso di potere.

Utopica armonia?

La chiesa insegna che la guerra può essere giusta e necessaria

L’Europa va difesa, non sacrificata in nome di una utopica armonia. Per sant’Agostino, le autorità civili hanno il dovere di proteggere l’ordine sociale e i popoli loro affidati

Papa Francesco (foto LaPresse)
Il Mediterraneo non ha mai impedito lo spostamento delle popolazioni. Al contrario, nel corso della storia esso ha funzionato come un’autostrada, e non come una barriera, permettendo intense interazioni commerciali e integrazione politica, ma anche movimenti di massa e proiezioni di potenza che hanno destabilizzato ambedue le coste. Il V secolo dopo Cristo costituisce un caso emblematico. Scendendo dal nord, i vandali attraversarono in massa lo stretto di Gibilterra, devastando le province del nord Africa (in un rovesciamento della storia, che aveva visto le minacce provenire dal nord Africa, come quella dei cartaginesi nel III e II secolo a. C.). Ne risultarono disordini, devastazione, indebolimento dell’autorità civile e guerra, che mandarono in rovina la più ricca e sicura area dell’impero romano.