ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 31 luglio 2017

Essi hanno innalzato il trono della loro abominevole empietà

LA PROFEZIA DI LEONE XIII CIRCA LA FUTURA APOSTASIA A ROMA L’ORAZIONE ORIGINALE A SAN MICHELE ARCANGELO …TUTTI NOI DOVREMMO RECITARLA A FINE SANTA MESSA… UN DOCUMENTO DA CONSERVARE E CONDIVIDERE IN ETERNUM …




L’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele: una profezia circa la futura apostasia a Roma.L’orazione originale di Papa Leone XIII all’Arcangelo San Michele fu profetica. Composta oltre 100 anni fa, dipoi soppressa dato il suo struggente contenuto, l’orazione originale di Papa Leone XIII a San Michele è una delle più interessanti e controverse preghiere colleganti alla presente situazione nella quale trovasi la vera Chiesa Cattolica. 

Pregate e il tempo passerà più veloce

IL PRODIGIO DI SAN NICOLA IN RUSSIA: MOSTRARE AL MONDO CHE C'È ANCORA CHI CREDE NELL'AIUTO DEI SANTI

Il prodigio di san Nicola in Russia: mostrare al mondo che c'è ancora chi crede nell'aiuto dei santi
Un avvenimento aspettato da tempo. Già in passato si era parlato dell’eventualità di una “visita” del santo più amato dagli ortodossi russi. Ma quando questa è finalmente divenuta realtà, la portata della devozione popolare ha superato tutte le aspettative.
Le code per venerare la reliquia di san Nicola nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca sono durate anche dieci ore. Nell’occasione, la Chiesa ortodossa aveva preparato anche alcune istruzioni: «Per non perdere tempo invano bisogna avere con sé il Vangelo, il libro delle preghiere, l’acatistos a san Nicola... Aspettando il vostro turno, fate il lavoro spirituale per il santo che vi vede e vi sente, che gioisce della vostra fede. Pregate e il tempo passerà più veloce.

Una noia mortale

La Messa dove l'hai messa? (Pungente ma veritiero)

Tra chitarre e aria fritta, la comunione e le minigonne, il segno della pace e i lunghissimi annunci finali
di Rino Cammilleri
L'altra domenica, nella chiesa dove vado di solito, agli annunci finali il prete si è scusato. Si era dimenticato di dire un pezzo della messa. Era troppo intento a dare il via a uno dei "canti" (il cui libro è l'unico che trovate sui banchi, al posto dell'ormai obsoleto Vangelo) e aveva saltato alcuni passaggi. Pazienza. Che volete che sia un pezzo di messa di fronte all'importanza del canto? Non lo sapete che come diceva sant'Agostino (solo Agostino per gli amici), chi canta prega due volte? Secondo me, però, si riferiva ad altro tipo di musica. Ma torniamo al pezzo di messa mancante. Ora, la cosa curiosa è che non se ne era accorto nessuno.

Come se facesse un'orgia


Il riassunto del lunedì. Vatican Sniper e il tempio maledetto


Il riassunto di questa settimana è piuttosto ricco, ma come sempre facciamo, cercheremo di trovare un filo conduttore. Andiamo con ordine.

Charlie Gard. Hanno staccato la spina al bambino inglese, che è morto. Questa storia dovrà essere studiata bene e valutata con cura nei prossimi tempi. Si sono scontrate infatti due concezioni dell'esistenza, quella della vita e quella della morte, dando vita ad un evento epocale. La mobilitazione globale per ribadire che l'uomo non è proprietario della vita che Dio ha donato.


Church exit


UK: 9 CRISTIANI SU 10 PENSANO CHE IL CRISTIANESIMO SIA MARGINALIZZATO. 7 SU 10: NON SI PUÒ MOSTRARE LA FEDE IN PUBBLICO.


Nove cristiani su dieci in Gran Bretagna ritengono che la loro fede sia marginalizzata nel Paese. Sono risultati di un sondaggio condotto da Premier Christian Communication, di proprietà dal Premier Christian Media Trust, un ente che ha sede a Londra. Il sondaggio è stato condotto su una base di dodicimila persone.
Nel Paese che ha visto la battaglia per la vita – e la speranza – dei genitori di Charlie Gard, conclusasi tragicamente, il 93 per cento dei cristiani che hanno risposto “credono che il cristianesimo sia marginalizzato” in Graan Bretagna, mentre ben il 50 per cento afferma di aver sperimentato delle forme di pregiudizio a causa della sua fede.

Nemo?

DON MINUTELLA INTERVISTATO DALLA RAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! DIFFONDI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

06:46
Bellissima intervista al grande martire della Verità, e lungimirante teologo, Don Alessandro Maria Minutella sulla trasmissione Nemo. Assieme a lui, il Professor Roberto de Mattei, il più grande fra gli intellettuali cattolici 30/03/2017
Bellissima intervista al grande martire della Verità, e lungimirante teologo, Don Alessandro Maria Minutella sulla trasmissione Nemo. Assieme a lui, il Professor Roberto de Mattei, il più grande fra gli intellettuali cattolici 30/03/2017

Siamo cattivi !

PONTIFICAZIONI SINISTRE

    Siamo cattivi? Grazie tante, lo sapevamo già. Detto da voi "Buonisti" poi è una lode. E siamo cattivi, perché pensiamo che la migrazione in atto da parte di sedicenti profughi sia una invasione bella e buona del nostro Paese 
di Francesco Lamendola  





Qualcuno va dicendo in giro che siamo proprio cattivi. Siamo cattivi, perché pensiamo che la migrazione in atto da parte di sedicenti profughi sia una invasione bella e buona del nostro Paese, e vorremmo che qualcuno facesse qualcosa per fermarla. Siamo cattivi perché osserviamo che l’integrazione degli immigrati è una pia illusione (pia, si fa per dire: piuttosto truce, semmai), come lo è quella del dialogo con il cosiddetto islam moderato. E siamo cattivi perché diciamo che sbagliano quelle scuole che rinunciano a partecipare alla santa Messa, per non “offendere” gli immigrati di altra religione. Che sbaglia quella scuola di Corsico (vicino a Milano) che ha sanzionato il professore reo di avere “insultato” l’islam, su denuncia della famiglia di un’alunna musulmana che aveva incominciato la lezione restando seduta, mentre tutti i suoi compagni si alzavano in piedi all’ingresso del docente, sostenendo che non poteva farlo, perché si era in tempo di Ramadan. E che sbagliano (o peggio, molto peggio) quelle organizzazioni non governative che vanno a imbarcare i “profughi” nelle acque territoriali della Libia, dietro segnalazione telefonica o visiva, e poi li scaricano tutti nei porti italiani, perché tanto l’Italia è grande, buona e generosa. 

Il Trionfo del Cuore Immacolato…


I consacrati di Maria e il Trionfo del Cuore Immacolato. Urgenza profetica della consacrazione a Maria.


Solo chi “entra” nel Cuore Immacolato di Maria, chi gli si affida, chi gli si consacra è certo, oggi, di ottenere salvezza, rimanendo invece a rischio di salvezza eterna chiunque rifiutasse questo mezzo eletto dal Cielo per la salvezza del mondo. Qualche riflessione conclusiva sulla relazione che intercorre tra consacrazione a Maria e Trionfo del Cuore Immacolato…
cuore immac
Una consacrazione autenticamente vissuta, come si diceva (1), abilita il consacrato di Maria ad operare per l’avvento del Trionfo iniettandogli nell’anima, come suo “effetto collaterale”, una carica di militanza spirituale assolutamente necessaria, anzi urgente, nella situazione presente. La promessa di Maria è incondizionata: il Trionfo verrà e i segni dei tempi indicano che all’orizzonte appaiono già le luci sacrali del Regno di Maria che è prossimo a venire.
 Se così stanno le cose, non vi è alcun motivo per adattarsi agli stereotipi religiosi, culturali, sociali e politici mondani; non vi è nessun motivo per accettare supinamente la mentalità rivoluzionaria trionfante perché questa scomparirà definitivamente, sarà precitata agli inferi “tutto d’un colpo” – e con essa tutti coloro che le permettono di incarnarsi nel tessuto della vita temporale e spirituale dei popoli – quando il Trionfo del Cuore Immacolato si compirà. Per cui vi è più ragione nel resistere allo spirito rivoluzionario che permea la Chiesa e la Società civile mondiale piuttosto che compromettersi con esso: la vittoria sarà di Maria e di tutti coloro che militano a suo servizio, segnati dal « marchio di fuoco » della totale dedizione a Lei. In questo modo la speranza nel compimento delle promesse di Maria è assolutamente benefica per gli Apostoli degli ultimi tempi, i veri figli di Maria: « La prospettiva del Regno di Maria è non solo lecita ma anche raccomandabile ed anzi potremmo dire doverosa, poiché è richiesta dalla fede nella Divina Provvidenza nell’attuale situazione storica […]. Essa svolge anche un prezioso ruolo pedagogico. Essa infatti, da una parte impedisce che i cristiani si adagino nella comoda illusione di poter sopravvivere adattandosi all’attuale situazione di apostasia; dall’altra impedisce pure ch’essi cadano in una sterile rassegnazione che li spinge al degrado e al fallimento. Se i fedeli ieri erano sottoposti soprattutto alla prima di queste tentazioni, oggi essi rischiano di cadere piuttosto nella seconda » (2).

domenica 30 luglio 2017

La parte più aggressiva della processione

All’indomani del 29 luglio riminese...

Ospitiamo questo scritto di un testimone.

Canto finale, “Noi vogliam Dio”.
In questo inno certamente si nascondeva la parte più aggressiva della processione.
Citiamo dal testo: “Noi vogliam Dio perché la Chiesa pasca le genti di verità”. 
Pascere le genti: che violenza!
E ancora: “Fratelli unanimi il patto antico stringiam gridando contro il nemico: 
«noi vogliam Dio, Iddio lo vuol!»”. Gridano contro il nemico il desiderio di Dio: 
che scandalo, che muri!
All’indomani del 29 luglio riminese appena trascorso, è utile tirare le somme e guardare i fatti per quello che sono.

Gli sfolgorati

AUGIAS VS SCALFARI/ Antonio Socci: “sfida a chi è più ateo e senza Dio”

Corrado Augias vs Eugenio Scalfari: sfida a Repubblica su atei, non credenti, agnostici e senza Dio. Antonio Socci attacca il giornalista e amico di Papa Francesco, ecco cosa è successo
Eugenio Scalfari, gli atei e i "non credenti"
Eugenio Scalfari, folgorato dall’amicizia e dal rapporto con Papa Francesco, non si definisce più “ateo” bensì “non credente” creandosi una sorta di categoria a metà tra l’ateo, il religioso e l’agnostico. Sempre su Repubblica un suo storico collega (ateo anch’egli) lo ha pubblicamente “ripreso” chiedendosi cosa realmente voleva dire Scalfari con quell’editoriale molto particolare apparso nei giorni scorsi. In tutto questo il giornalista Antonio Socci, oggi in prima pagina su Libero, tenta di fare un parallelo sulla “sfida tra chi è più senza Dio” nel mondo liberal-radical chic di Repubblica & L’Espresso: «l’ateo è una persona che non crede in nessuna divinità, dopo la morte, per l’ateo, non c’è che il nulla. Da questo punto di vista sono assolutisti, in un certo senso si potrebbero definire clericali perché la loro verità la proclamano assoluta». Queste alcune delle importanti e clamorose parole, dette da un ateo e storico militante in contrapposizione contro la Chiesa di Cristo e tutti gli ultimi papati; tutti, tranne Bergoglio che con il rapporto speciale nato in questi anni sta velocemente facendo “cambiare” idea al fondatore di Repubblica. 

Se non una risata ..tante lacrime



RVC: LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE DIVENTERANNO CINQUE. E MOLTO ECOLOGICHE E MIGRANTISTE.

Attenti, Stilumcuriali, si avvicina una settimana di vacanza per il vostro anfitrione. Che comincerà più o meno da martedì prossimo; e vi avverto che lascerò il computer a casa, per cercare di staccare veramente. Nel frattempo, posto che le notizie vere sono tutte piuttosto brutte, vi invito a fare se non una risata almeno un sorriso leggendo quello che Romana Vulneratus Curia ha saputo nei suoi colloqui riservati con gli spioni virtuali delle ipotesi di revisione della dottrina cattolica ….

La genialità del male ?

L'INGANNO MODERNISTA

L’inganno modernista: un trucco da quattro soldi. Fa rabbia pensare a come sarebbe facile vedere il trucco rendersi conto di che cosa si tratta, se solo si avessero occhi ancora capaci di vedere e orecchi ancora capaci di udire 
di Francesco Lamendola  

  
Verrebbe quasi da ridere, se la serietà, anzi, la drammaticità dell’argomento, lo consentisse, di fronte all’incredibile semplicità, alla banalità, alla semi stupidità del trucco fondamentale sul quale si regge tutto l’inganno modernista, che affligge, avvelena e devasta la Chiesa cattolica, o quel che ne rimane, ai nostri giorni. E fa rabbia pensare a come sarebbe facile vedere il trucco, rendersi conto di che cosa si tratta, se solo si avessero occhi ancora capaci di vedere, e orecchi ancora capaci di udire, e una mente ancora capace di pensare. È la genialità del male: servirsi di strumenti semplici, semplicissimi, talmente semplici e poveri, talmente rozzi, talmente banali, da parer quasi inoffensivi: chi andrebbe a pensare che un piano talmente vasto, un disegno così terribile, perseguito fin dalla notte dei tempi, il diavolo lo sta portando avanti per mezzo di idee così povere e di uomini tanto meschini? Eppure è così; senza ombra di dubbio, è proprio così. Da qualunque parte lo si consideri, il piano è di una semplicità tremenda, perfino disarmante. 

Athos, Porcus &..?


I tre moschettieri della corte di papa Francesco           

I partiti comunisti classici avevano i loro "intellettuali organici". Ma anche papa Francesco li ha. Si chiamano Antonio Spadaro, Marcelo Figueroa, Víctor Manuel Fernández.

Il primo è italiano e gesuita, direttore de "La Civiltà Cattolica". Gli altri due sono argentini e il secondo non è nemmeno cattolico ma pastore presbiteriano, e nonostante ciò Francesco l'ha messo a capo dell'edizione di Buenos Aires de "L'Osservatore Romano".

La via cattolica all'eutanasia

Vescovi inglesi, Avvenire, D'Agostino, Paglia: Charlie ci fa scoprire la via cattolica all'eutanasia

Il caso Charlie ha fatto emergere con chiarezza che oggi domina anche nel mondo cattolico una cultura favorevole all'eutanasia. Se il professor D'Agostino ridefinisce il concetto di accanimento terapeutico ed eutanasia, monsignor Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, chiede solo di evitare conflitti. E mentre il cardinale Nichols ringrazia i medici che hanno ucciso Charlie, Avvenire scandalizza i lettori negando l'evidenza di quanto accaduto.

sabato 29 luglio 2017

Il diavolo, comunque, è instancabile.

VERITA' E SELEZIONE DEI MIGLIORI

    La ricerca della verità crea la selezione dei migliori. Abbiamo deriso e svalutato per decenni l’idea che la verità esiste. E applaudito qualunque imbecille che gridasse che esistono tante verità quanti sono gli esseri umani                                                                                                                            di Francesco Lamendola  
    

  
È un errore pensare che la ricerca della verità sia una cosa che riguarda solo poche persone, cioè i filosofi di professione, mentre la gran parte degli esseri umani ha cose più concrete e più importanti da sbrigare, come sbarcare il lunario, mantenere una famiglia, occuparsi dell’educazione dei bambini e dell’assistenza ai vecchi. Al contrario, non c’è nulla che sia più importante della verità, nulla che venga prima di essa. E, del resto, la ricerca della verità non è un’altra cosa rispetto alle normali e necessarie attività della vita quotidiana, ma è la stessa cosa, solo fatta con piena ed intera consapevolezza, laddove, molto spesso, quelle attività vengono espletate alla meno peggio, come si sa e come si può, cioè senza consapevolezza autentica di quel che si sta facendo, e del perché lo si stia facendo.
Ma facciamo un passo alla volta. Una società sana è una società nella quale le singole persone cercano di realizzare il loro fine individuale, ma anche il fine proprio dell’essere umano: nella quale, cioè, ciascuno è aiutato a trovare e costruire se stesso, non solo come un atomo disperso e isolato, ma come parte della famiglia umana, dalla quale riceve gli strumenti per diventare ciò che deve essere, e alla quale restituisce, a sua volta, tali strumenti, nelle persone dei propri figli, amici, colleghi, eccetera. In una società di questo genere, la verità è percepita come un elemento essenziale per orientarsi nella vita, sia a livello individuale, sia a livello collettivo: il solo fatto di credere che essa esiste crea una interazione virtuosa fra il singolo individuo e la società nel suo insieme, a cominciare dalla sua cellula fondamentale e naturale, che è la famiglia. Ovviamente parliamo della famiglia vera, quella formata da un uomo, una donna e, possibilmente, dei bambini; non delle sue sconce contraffazioni odierne, e meno ancora di una famiglia “aperta”, “fluida” e fluttuante, secondo gli umori e gli orientamenti psicologici e quelli sessuali, più o meno transitori, più o meno durevoli, dei suoi membri.

E questa é casa mia, gospa o non gospa la devi piantàr


                                      https://www.youtube.com/watch?v=7Vh5UjL7WA8

La forza di Medjugorje va oltre il riconoscimento del Vaticano

Giuseppe Colombo/Huffpost
Il giudizio di Papa Francesco, chiamato a pronunciare la parola definitiva sull'autenticità delle apparizioni a Medjugorje, segnerà inevitabilmente uno spartiacque nella valutazione che non solo la Chiesa, ma anche i pellegrini, faranno di un luogo di preghiera che dal 1981 registra migliaia di visite ogni anno. Il "marchio" del Vaticano sdoganerebbe per sempre Medjugorje, mettendola sullo stesso piano dei santuari che sono nati dalla stessa matrice, quella cioè delle apparizioni mariane: Lourdes e Fatima. Ma non è affatto detto che la forza spirituale che pervade quel piccolo centro sulle colline della Bosnia-Erzegovina dipenda, in modo esclusivo, dalla decisione della Santa Sede.

Secondo i desideri del loro cuore

Ditemi voi se questa è Chiesa cattolica!

Alcuni giorni orsono mi sono imbattuto in un messaggio di padre James Martin. Sono rimasto pietrificato. Cercando di saperne di più su questo sacerdote (gesuita, è stato nominato nell'aprile 2017 consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede! ) ho scoperto altri scritti e dichiarazioni dal contenuto osceno, del tipo: "Alcuni Santi erano gay", "In Paradiso saremo salutati da uomini e donne Lgbt"... e mi fermo qui perchè è tutto un richiamare la tanto "misericordiosa" pastorale di papa Bergoglio e il suo ambiguo "Chi sono io per giudicare?". Pare che un numero enorme di sacerdoti, oggigiorno, sia su questa linea... 

“Tuttoattaccato”…?


UNA CHIESA È ANCORA UN LUOGO SACRO? I PRETI CHE NE PENSANO? LA BONINO, E UN PICCOLO EPISODIO ALTROVE…


Un lettore di Stilum Curiae ci ha mandato una serie di fotografie e una piccola storia. Una compagnia probabilmente amatoriale di teatro-danza organizza con l’appoggio del comune e evidentemente dei responsabili di Chiesa uno spettacolo che ha come palcoscenico il sagrato di una chiesa in provincia di Parma. Il problema è che come backstage viene usata la chiesa stessa; con tutta la libertà che un backstage comporta: comprese ragazze in slip e reggiseno.

Un’ottusa ‘hybris’

Senzaparole


Pubblicato da 

http://querculanus.blogspot.it/2017/07/senzaparole.html 

A Dio piccolo Charlie:il nuovo Stato eugenetico
ha deciso che è legale uccidere un disabile
Charlie è stato ucciso. Ha combattuto su questa terra prima che un’umanità spietata gli staccasse la ventilazione. Morto soffocato nel lettino di un hospice lontano da casa. Messo a morte perché questo nuovo Stato eugenetico ha deciso che è legale uccidere un disabile. 
di Ermes Dovico

Un generalato più che un pontificato


Non è più il Santo Curato d’Ars il modello di prete della “nuova Chiesa”

È più che mai evidente che a papa Francesco — il cui governo della Chiesa assomiglia più ad un generalato che ad un pontificato — piace come modello di sacerdote quello che viene chiamato il “prete scomodo”, ovvero quel prete politicamente corretto che non ama la Chiesa cattolica così com’è, ma vuole cambiarla. Eppure i pontefici degli ultimi 150 anni, immediati predecessori di Francesco, hanno indicato in San Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, il modello del sacerdote cattolico, fedele a Cristo e innamorato della Chiesa.

L’anello debole che ha ceduto


IL TRADIMENTO PEGGIORE
Neochiesa modernista il tradimento peggiore. La costruzione giorno dopo giorno di una neochiesa modernista e progressista sulle rovine della vera Chiesa ha rappresentato forse il tradimento più subdolo e più perfido 
di Francesco Lamendola  


La Chiesa odierna è massicciamente infiltrata dal modernismo; la cultura cattolica odierna è impregnata d’idee moderniste: al punto che ci si può domandare se si possa parlare ancora dell’una e dell’altra come se siano ancora se stesse, benché alterate, o se non siano già diventate qualcos’altro: una neochiesa modernista e una cultura falsamente cattolica, ma anch’essa, in sostanza, modernista. Fare una diagnosi esatta è di fondamentale importanza, anche  e soprattutto in vista di una possibile terapia. Se si scambia una polmonite doppia per un banale raffreddore, si rischia di compromettere la vita del paziente. Dunque, è essenziale capire se la Chiesa è stata infiltrata dal modernismo o se il modernismo ha inglobato in sé la chiesa e ne ha fatto una cosa sua (e, a questo punto, la scriviamo con la lettera minuscola), cioè una cosa tutta umana; e se la cultura cattolica odierna ha subito il fascino e le suggestioni del modernismo, magari – e almeno in parte - senza accorgersene, oppure se la cultura modernista ha divorato, un boccone alla volta, quella cattolica, lasciando sussisterne soltanto l’involucro. Ma c’è un’altra domanda, ancora prima di queste, che è di fondamentale importanza per formulare la diagnosi e prescrivere l’eventuale terapia: quale sia l’anello debole che ha ceduto, permettendo dapprima l’infiltrazione, poi una vera e propria invasione e occupazione, da parte del modernismo; in che cosa, esattamente, la Chiesa e la cultura cattolica abbiano abbassato la guardia e si siano lasciate sorprendere. Perché, in apparenza, fin verso la metà del XX secolo, entrambe sembravano salde e vitali; entrambe avevano una spiccata coscienza di sé, una autonomia, una fierezza, si vorrebbe dire, che poi si sono squagliate come nebbia al sole. E che si sia verificata una invasione, e, successivamente, una occupazione, non c’è dubbio: Jacques Maritain, che pure è stato uno dei massimi ispiratori del Concilio Vaticano II, nel 1966 – cioè appena un anno dopo la sua conclusione – scriveva, sconsolato, nel libro Il Contadino della Garonna, che, in confronto al modernismo penetrato allora nella Chiesa, quello dei primi del Novecento, condannato da Pio X con l’enciclica Pascendi, era stato una semplice febbre da fieno. E ne è corsa di acqua sotto i ponti, e pure di modernismo, dal 1966…

Morti che parlano e camminano

 
La sindrome dell’eletto
Non si creda che ce l’abbiamo con qualcuno in particolare: sono semplici osservazioni di vita su un difetto che si riscontra fra militanti di fronti opposti, ma accomunati da atteggiamenti analoghi. Proviamo, per cominciare, a fare una breve lista di sintomi caratteristici (simili nella sostanza e differenziati nell’apparenza), descritti con brevi proposizioni alla prima persona singolare, quasi dando voce ai segreti pensieri di due rappresentanti delle rispettive categorie.
- Mi faccio la legge a modo mio; decido io quali norme osservare e quali no.
- Nel sistema che ho in tal modo costruito, osservo con il massimo scrupolo le più piccole regole, ma il mio cuore può pure essere di ghiaccio verso Dio e verso il prossimo.
- Può anche non importarmi nulla dell’amore, l’importante è che io mi senta a posto.
- Qualsiasi cosa faccia o non faccia, ho sempre una giustificazione.
- Chi non ha esattamente le mie idee, anche in cose secondarie o inessenziali, è eretico, perché mette in discussione il mio sistema.
- Tutto mi è dovuto, mentre io non devo niente a nessuno.
- Mi faccio la legge a modo mio; decido io quali sono i veri valori.
- Nel sistema che ho in tal modo costruito, sono convinto di avere tanto amore per il mondo e per il prossimo quanto più i miei princìpi sono trasgressivi.
- Può anche non importarmi nulla della correttezza, l’importante è che io mi senta a posto.
- Qualsiasi cosa faccia o non faccia, ho sempre una giustificazione.
- Chi non ha esattamente le mie idee, anche in cose secondarie o inessenziali, è reazionario, perché mette in discussione il mio sistema.
- Tutto mi è dovuto, mentre io non devo niente a nessuno.

venerdì 28 luglio 2017

E si vanta..

UN PAPA MODERNISTA

Il papa almeno è sincero si dichiara modernista. Cosa vuol dire rileggere il Vangelo alla luce della cultura contemporanea: il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze da toglierci ogni raziocinio 
di Francesco Lamendola  



  
Nel corso della conversazione con il gesuita Antonio Spadaro, direttore della rivista La civiltà cattolica, da cui è stato poi tratto il libro: Papa Francesco, La mia porta è sempre aperta (Milano, Rizzoli Editore, 2013), il neoeletto Bergoglio, invitato a esprimere il suo giudizio sul significato del Concilio Vaticano II per la storia della Chiesa, testualmente ha affermato (op cit., p. 68):

Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta. Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata proposta dal Concilio è assolutamente irreversibile. Poi ci sono questioni particolari come la liturgia secondo il “Vetus Ordo”. Penso che la scelta di Papa Benedetto [allusione alla lettera apostolica “Summorum pontificum” pubblicata in forma di “motu proprio” il 7 luglio 2007; nota nostra]  sia stata prudenziale, legata all’aiuto ad alcune persone che hanno questa particolar sensibilità. Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del “Vetus Ordo”, la sua strumentalizzazione.

Prendiamo buona nota di questa affermazione: Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea.Se questa frase non ci fa saltare letteralmente sulla sedia, se non ha provocato alcuna reazione nella Chiesa e nel mondo cattolico, ciò si deve unicamente al fatto che il veleno modernista è ormai penetrato così a fondo nelle nostre coscienze, da toglierci, alla lettera, la facoltà del raziocinio.