DA RADIO DOMINA NOSTRA
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
giovedì 12 gennaio 2017
La verità è scappata fuori...
IL CANCRO DELLA NEOCHIESA
Se la rivista dei preti intona le lodi Lutero. Ormai il cancro della neochiesa o meglio della contro-chiesa modernista e progressista è talmente avanzato talmente in metastasi che difficilmente si può immaginare di arginarlo
di Francesco Lamendola
Ormai il cancro della neochiesa, o meglio della contro-chiesa, modernista e progressista, è talmente avanzato, talmente in metastasi, che difficilmente si può immaginare di arginarlo, di bonificarlo, di farlo retrocedere. È penetrato ovunque, dalle parrocchie alle curie vescovili, dalle facoltà teologiche ai seminari, dalle conferenze episcopali alle riviste cattoliche di maggiore tiratura, diocesane, missionarie e perfino quelle specificamente pastorali. La relativizzazione, la protestantizzazione e la giudaizzazione del cattolicesimo guadagnano posizioni ogni giorno, a passi da gigante. Son bastati pochi anni, e ormai si naviga nell’assurdo quotidiano: può capitar di tutto, sentire preti che, dal pulpito, scoraggiano il culto della Madonna, altri che lodano l’islam e bacchettano i fedeli, altri ancora che seminano dubbi di fede, mettono in forse la vita eterna, l’anima immortale, la divinità di Cristo, la redenzione dai peccati, anzi, il concetto stesso di peccato. Siamo arrivati allo sfascio pressoché totale; siamo arrivati alla frutta.
Una correzione fraterna
L'apostasia e l'ottenebramento delle coscienze è certamente un male, ed un male di gravità inaudita quando chi se ne fa promotore siede sul più alto Soglio. Lo ammette candidamente anche don Elia, nell'incipit del suo articolo La terza via, pubblicato sul suo blog alcuni giorni or sono.
Ma il riconoscere la crisi non deve autorizzare a volger immediatamente lo sguardo altrove, andando - per usare le parole del confratello - a far le pulci agli ambienti tradizionalisti. Poiché così facendo si rischia quasi inevitabilmente di assumere il comportamento di chi, volendo criticare qualcuno, inizia con la premessa opposta:
Non voglio mica dire nulla, per carità! Tu lo sai meglio di me che io e Tizio siamo amici, che lo stimo molto, che mi è caro. Però - e non mi fraintendere - se vogliamo dirla tutta...
Così la crisi della compagine ecclesiale - le cui basi filosofiche e teologiche dovrebbero essere oggetto della più aspra critica - finisce per costituire una breve petizione di principio, peraltro scarsamente indagata, da cui distogliersi in fretta per dedicarsi al ben più comodo - e meno impegnativo - ruolo di censori equanimi ed imparziali delle magagne del tradizionalismo.
Come se Dio non esistesse
"L'occidente è diventato la tomba di Dio". Il
j'accuse dal cardinale Sarah
"La cultura occidentale si è organizzata come se Dio
non esistesse. Siamo noi ad averlo ucciso. L'uomo non sa più né chi sia né dove
vada". Il testo completo sull'ultimo numero di Vita e Pensiero
Il cardinale Robert Sarah è prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti |
"La vera crisi che attraversa ora il nostro mondo non è
essenzialmente economica o politica, ma è una crisi di Dio e nello stesso tempo
una crisi antropologica", scrive il cardinale Robert Sarah prefetto della
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, in una
riflessione pubblicata sull'ultimo numero della rivista Vita e Pensiero, oggi
in uscita. "Certo, oggi si parla solo di quella economica: nello sviluppo
della potenza dell'Europa – dopo i suoi orientamenti originali più etici e
religiosi – l'interesse economico è diventato determinante, in modo sempre più
esclusivo".
Servi infedeli e presuntuosi
PRETI "SINISTRI"
La Chiesa dovrebbe buttar fuori a pedate questi preti di sinistra che sputano su di lei. Ci sono preti che non esitano a sparare giudizi temerari su uomini e cose anche su papi naturalmente su quelli che non riflettono la loro idea
di F. Lamendola
Pio XII? Un “imperatore”, un “faraone”, un narcisista, un uomo afflitto da manie di grandezza, che incoraggiò il culto della sua personalità. Nemmeno una parola sui molti aspetti ammirevoli del suo pontificato, sulla sua dedizione, sulla sua assoluta integrità; soltanto secchiate d’insulti contro gli aspetti di un papa che certi preti di sinistra proprio non possono digerire: il conservatorismo, o quello che essi giudicano tale; la scomunica ai comunisti e ai socialisti (anche se non esplicitamente ricordata: ma si vede lontano un chilometro che quello è il problema…); l’aver ostacolato tendenze e atteggiamenti che sarebbero poi “esplosi” con il Concilio Vaticano II, che, come è noto, è l’unico vero concilio nella storia della Chiesa che interessi ai cattolici progressisti, e che, per essi, si identifica con la Chiesa tout-court…
Il Pontefice del Dio ignoto
Note sull'attualità
Tutti siamo a conoscenza dello scandalo di Lund, dove Papa Bergoglio ha offeso Dio in mondovisione, ringraziandoLo per la Riforma protestante ("Ti ringraziamo, o Dio, per le tante intuizioni ispiratrici, teologiche e spirituali, che abbiamo ricevuro per mezzo della Riforma. Ti ringraziamo per le trasformazioni e le riforme positive che sono state promosse dalla Riforma o dalle lotte che le sue sfide hanno richiesto...").
Ringraziare Dio per il male, cioè ritenerlo la causa del medesimo, secondo la teologia morale è una bestemmia ereticale, anzi è l'esempio stesso della bestemmia ereticale in qualsiasi manuale.
La “Chiesa di Francesco”
Si capì subito la sera del 13 marzo 2013, quando si affacciò dalla loggia centrale di San Pietro presentandosi come vescovo di Roma piuttosto che come 266esimo Pontefice della Chiesa universale, che Jorge Mario Bergoglio, con l’inedito nome di Francesco, avrebbe diviso piuttosto che unire il mondo cattolico.
Pochi ne conoscevano la biografia, ancor meno quelli che avevano un minimo di dimestichezza con le sue inclinazioni teologiche e le sue maniere di pastore di anime. Ma non ci volle molto a rivelarlo al grande pubblico per via di un’atteggiamento davvero poco curiale, comunque discontinuo rispetto ai suoi immediati predecessori ed in particolare al dimissionario Benedetto XVI.
Vatican Sniper
Vatican Sniper, come ti abbatto i nemici della "rivoluzione"
Un nostro editoriale ha provocato la reazione scomposta di Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider, che mi ha accusato di scrivere il falso a proposito di un suo tentativo di estorcere una intervista al cardinale Brandmuller. Ma ecco le prove del "cecchinaggio" in corso....
Quando si sceglie il mestiere di cecchino (“sniper” in inglese) si deve essere consapevoli che si tratta di un lavoro pericoloso: basta un attimo di distrazione e si viene individuati, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider e principe dei vaticanisti (lo dico senza ironia), già da tempo ha scelto questo mestiere mettendo nel mirino di volta in volta tutti coloro che sono considerati una minaccia per la “rivoluzione” in corso nella Chiesa.
mercoledì 11 gennaio 2017
Come e perché
Il vaticano II e la Santa Vergine...
Come e perché il vaticano II ha bloccato l'esaltazione della Santa Vergine nella storia , conferenza di ( Padre Giulio Tam )
Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia
La cultura dello scarto
Francesco: come ti distruggo il bello dei musei vaticani
Da un servizio di Vatican Insider a firma di Andrés Beltramo Álvarez e pubblicato il 27 settembre 2016, apprendiamo che papa Francesco ha una sua personale idea dell’arte, e questo ci sembra legittimo e al tempo stesso fin troppo comune, ma quando leggiamo che egli vuole trasferire questa sua idea personale in Vaticano, ridimensionando l’impostazione dei musei vaticani per trasformarli in un luogo dove si espongono i lavori degli artisti moderni, soprattutto di provenienza “popolare” e di tendenza “innovativa”, ci siamo chiesti se Francesco non abbia trovato il modo di distruggere anche la memoria plastica di questa Chiesa che ha dato prova di odiare fin da quando ha messo piede nelle stanze vaticane.
Il piccone della misericordia!
La riforma della curia vaticana che papa Francesco sta attuando è compiuta in parte alla luce del sole e in parte nell'ombra.
Tra i provvedimenti presi recentemente nell'ombra ve ne sono due emblematici.
*
Sul primo ha sollevato il velo il vaticanista Marco Tosatti, quando il 26 dicembre diede notizia dell'ordine dato dal papa a un capo di dicastero di licenziare in tronco tre suoi ufficiali, ordine dato senza spiegazioni e senza accettare obiezioni.
Oggi si sa che il dicastero in oggetto non è di second'ordine, è la congregazione per la dottrina della fede. E i tre licenziati godevano del pieno apprezzamento del loro prefetto, il cardinale Gerhard L. Müller, a sua volta fatto segno di ripetuti atti di umiliazione, in pubblico, da parte del papa.
In cauda tantum?
BURKE: LA CORREZIONE CI SARÀ. CONFUSIONE E DIVISIONE DI A.L.
SONO OPERA DEL DEMONIO. BISOGNA RIMEDIARE.
Passer mortuus est meae puellae…
Echi dell’incontro di martedì 10 gennaio in Sala Stampa vaticana per la presentazione del nuovo settimanale de “L’Osservatore Romano”, con il Sostituto Segretario di Stato Angelo Becciu e il direttore Giovanni Maria Vian. In sala anche il prefetto della Segreteria per la comunicazione vaticana Dario Edoardo Viganò.
Lugete o Veneres Cupidinesque/et quantum est hominum venustiorum/passer mortuus est meae puellae… Calma, ragazze e ragazzi: non siamo ancora a questo punto. Se Catullo piangeva la morte del passero della sua morosa, non è ancora il caso di mettersi in gramaglie per il trapasso de “L’Osservatore Romano” come è universalmente conosciuto, anche se…il rischio incombe minacciosamente. Quello cioè che il glorioso quotidiano cartaceo della Santa Sede venga ridotto in quanto tale ai minimi termini, quelli delle poche decine di copie per edicole e Congregazioni attorno a piazza San Pietro.
Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?
OCCHIONERO, OCCHIO-PIRAMIDE, OCCHIO A RAVASI. MA E’ ANCORA PRESTO.
Mi hanno telefonato in cento: il mio parere sui fratelli spioni Occhionero, che hanno infiltrato le mail di Mario Draghi, Ravasi, Monti, massoni sciolti e a pacchetti. Cosa ne penso. Cosa volete ne pensi. E’ troppo presto per capire i media riempiono il vuoto con fuffa e polvere negli occhi, interviste a Genchi e altri depassés, il consueto rumore di fondo utilissimo.
Io dico: aspettiamo. La sola cosa che sembra certa è che i due Occhionero sono: amici dell’ambasciatore Usa a Roma. Residenti a Londra. Interni a potenti ditte finanziarie della City. Con aiuti tecnici e politici in Usa per la loro impresa di hackeraggio. La moglie, cittadina americana. Il fratello Occhionero, oltre che gran maestro della loggia romana, è anche introdotto nella gran loggia dell’illinois.
“E’ stato beccato grazie alla collaborazione dell’Fbi con la polizia italiana, ma NON delle altre agenzie americane”, mi dice il noto amico di Washington: “il repulisti dell’intelligence Usa”! (voluto da Trmp e dal suo quartier generale) “ha raggiunto l’Italia?”. Si noti il punto di domanda. E’ troppo presto per farne a meno.
Ricordiamo solo che una parte dell’Fbi ha forzato il suo direttore, Comey, ad aprire controvoglia le indagini sulla Clinton in piena campagna elettorale (Comey poi le ha subito chiuse: lì si arrivava al Pizzagate attraverso il computer del marito sessuomane di Huma Abedin). E’ quell’ FBI che oggi apre agli inquirenti italiani i servi dell’occhio della piramide? Sembra ragionevole.
A me personalmente interesserebbe molto vedere le liste che ing. Occhionero ha stilato, in ordine alle caratteristiche dei personaggi: “politici”, “cardinali”,”masson”… Per esempio monsignor Ravasi è catalogato come massone? E Monti? E Draghi?
Ma soprattutto Ravasi. Forse si ricorderà che pubblicò su 24 Ore, il 14 febbraio 2016, un inatteso invito ai “cari fratelli massoni” a cui la nuova Chiesa di Begoglio, dopo 500 condanne in due secoli, allarga le braccia tutte misericordia. Il papa che è stato salutato ufficialmente dal Grande Oriente a poche ore dalla sua elezione,, come quello sotto il quale “la Chiesa non sarebbe più stata come prima”. Il papa che, quando atterra in qualche paese estero, la massoneria locale gli fa trovare manifesti di benvenuto. Il Papa che pochi giorni fa ha di nuovo invocato (come l’ha già fatto in Laudato Si) “una autorità politica mondiale” nuova, “per ridurre l’inquinamento”, munita di una banca centrale globale emettitrice di una moneta unica, “per la salvezza dell’umanità” e “lo sviluppo”. Il Papa che ha compassione per l’ambiente e nessuna per i Francescani dell’immacolata…
Secondo una vocina interna al Vatiano, sarebbe Ravasi, in realtà, il grande promotore degli eventi che portarono alle dimissioni di Benedetto XVI. La sua appartenenza alla lista Massoneria sarebbe di notevole significato.
Lo sapremo presto? Lo sapremo mai?
CHIESA E MASSONERIA, LE AMBIGUITÀ DEL CARDINALE
Padre Rosario Esposito (1921-2007),
religioso paolino che alla fine della vita ha deciso di rendere pubblica la
propria affiliazione alla massoneria, ha calcolato che la Chiesa ha emesso 586
condanne contro l’ordine dei liberi muratori. Moltissime. La ragione di tanto
reiterato interesse da parte dei Papi è principalmente dovuta all’instancabile
azione lobbistica dei fratelli che non smettono mai, all’indomani di ogni nuova
condanna, di professarsi tutt’altro che ostili alla Chiesa cattolica.
I Papi non avrebbero visto giusto e, in ogni caso, il nuovo
tipo di massoneria avrebbe abbandonato ogni forma di ostilità nei confronti
della Chiesa.
La prima condanna antimassonica è emessa da Clemente XII nel
1738 solo pochi anni dopo la fondazione della Gran Loggia di Londra nel 1717.
Tenuto conto che ripetuti giuramenti vincolano al segreto i fratelli massoni
per tutto quanto riguarda la vita di loggia, tenuto conto anche che la
violazione del patto stipulato comporta la pena di morte, la tempestività della
condanna è prodigiosa. Nella lettera apostolica In Eminenti papa Corsini
specifica che il suo pronunciamento riguarda tutte le associazioni di tipo
massonico, indipendentemente dal nome con cui vengono chiamate. Particolare di
non poco conto.
L’ultimo pronunciamento a carico della massoneria è emesso
il 26 novembre 1983 dal cardinal Ratzinger, allora Prefetto della Congregazione
per la dottrina della fede, che scrive con l’esplicita approvazione del Santo
Padre Giovanni Paolo II. La secolare condanna è ribadita nei termini più netti.
La motivazione della reiterazione del pronunciamento è dovuta –una volta di
più- al non aver il Codice di Diritto Canonico del 1983 esplicitamente
condannato la massoneria: dalla mancata ripetizione della scomunica le logge
deducono (meglio, affermano e divulgano di dedurre) che l’ostilità
ecclesiastica nei loro confronti è finita.
Questo rapido excursus è necessario per cercare
di capire l’articolo (“Cari fratelli massoni”) che è stato pubblicato da Il
Sole 24 Ore domenica 14 febbraio a firma del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente
del Pontificio Consiglio della Cultura. Il cardinale dà risalto a «un
interessante volumetto» che, oltre alla Dichiarazione di Ratzinger, riporta
«due documenti di altrettanti episcopati locali, la Conferenza episcopale
tedesca (1980) e quella delle Filippine (2003)». A partire dall’analisi di
questi testi Ravasi giunge alla conclusione che, proprio come scrivono i
vescovi tedeschi, «bisogna andare oltre “ostilità, oltraggi, pregiudizi”
reciproci, perché “rispetto ai secoli passati sono migliorati e mutati il tono,
il livello e il modo di manifestare le differenze” che pure continuano a
permanere in modo netto».
Cosa dicono i vescovi tedeschi? Ripercorriamo i punti
salienti della Dichiarazione nell’ordine in cui vengono menzionati: è possibile
ipotizzare un nuovo rapporto fra Chiesa cattolica e massoneria, si domandano i
presuli? «L’opinione che la Libera Muratoria si fosse a tal punto trasformata,
che la precedente posizione della Chiesa fosse superata» è stata diffusa
tramite «un’ampia attività rivolta alla pubblica opinione, in forma di
convegni, sedute aperte di logge, pubblicazione di libri, articoli in giornali
e riviste» (curiosamente la Dichiarazione parla di articoli in giornali). I
vescovi precisano: l’opinione menzionata fu favorita da un certo modo,
completamente falso, di interpretare l’ultimo Concilio «come se la Chiesa
avesse abbandonato l’idea orientatrice di una verità obiettiva, sostituendola
con quella della dignità umana. Ne conseguirebbe un rapporto di vicinanza fra
la Chiesa cattolica e la Libera Muratoria».
Le cose non stanno così perché «la Libera Muratoria mette in
questione la Chiesa in modo fondamentale».
É vero che «sono migliorati e mutati il tono, il livello e il modo di
manifestare le differenze» come è vero che la Chiesa sa di dover collaborare
«quando si tratta del raggiungimento di fini umanitari e caritativi» (e quando
mai è successo il contrario?), ma è altrettanto vero che «La Libera Muratoria
non è mutata nella sua essenza» e che quindi «l’appartenenza contemporanea alla
Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa». Le dichiarazioni di
incompatibilità non «impediscono, però, il dialogo», scrive Ravasi. La
notazione è curiosa perché non c’è periodo storico in cui la Chiesa non sia
stata aperta al confronto. E questo vale dall’inizio.
A cominciare dalla Prima lettera di Pietro («pronti sempre a
rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia
questo sia fatto con dolcezza e rispetto»), per continuare con tutto il
pensiero filosofico cristiano (vedi la Città di Dio di Agostino o la Summa di
Tommaso). Alla massoneria appartiene invece la teorizzazione di un tipo di
dialogo particolare, funzionale alla scomparsa della verità cattolica: «Il gran
punto sta nel dividere dal Papa il maggior numero possibile di cattolici […]
Modo lento, ma certo, a combattere e spegnere il mostro chiamato superstizione
cattolica, il quale s’incarna nel Papa e nell’esercito clericale, sì numeroso e
sì bene ordinato, è la libera discussione, il cui suono rintrona ormai fin
entro le mura del Vaticano», scrive nel 1871 il massone Giuseppe Ricciardi.
Dopo aver parlato di dialogo, il cardinale scrive una frase
allusiva che risulta incomprensibile: bisogna «superare quell’atteggiamento di
certi ambienti integralisti cattolici che –per colpire alcuni esponenti anche
gerarchici della Chiesa a loro sgraditi- ricorrevano all’arma dell’accusa
apodittica di una loro appartenenza massonica». A chi si riferisce Ravasi? Chi
sono coloro che screditano alcuni membri della gerarchia (quali?) addebitando
loro un’appartenenza massonica non dimostrata? L’arma di cui parla Ravasi ha un
nome preciso, si chiama calunnia. L’accusa andrebbe pertanto circostanziata,
trattandosi di materia grave. Altrimenti si tratta di fare di tutta l’erba un
fascio.
Forse non sarebbe stato male, oltre alla citazione di un
documento prodotto da una singola Conferenza episcopale, fare qualche cenno al
ricchissimo, sempre chiaro e netto magistero pontifico, magistero che mette
ripetutamente in evidenza anche il carattere satanico del progetto massonico.
Cosa rimane dalla lettura dell’articolo di Ravasi? La sensazione che il dialogo
fra massoneria e Chiesa cattolica vada ufficializzato, superando la secolare
contrapposizione frontale. Non sarebbe male se, per l’ennesima volta, la Santa Sede
tornasse a pronunciarsi contro la massoneria.
Percussoris laetitia
ULTIM'ORA Card. Burke sconfessa Müller: "Amoris
Laetitia è pericolo perla fede. La correzione del Papa ci sarà. Non temo di
perdere la porporama temo di più il giudizio di Dio"
Dopo le recenti dichiarazioni del Card. Müller con cui
escludeva pericoli per la dottrina e la fede, e le minacce paventate dal decano della Rota Romana sullo
"scardinalamento" dei 4 porporati dei dubia, il Card. Burke ha
dichiarato che se il papa non provvederà a rispondere sulle 5 domande, l'atto
di correzione formale del papa ci sarà. Eccome.
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