ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 15 giugno 2017

Dio ha deciso


Putin: E’ mio dovere attaccare il “Nuovo Ordine Mondiale” per aver fatto degradare i “valori della famiglia”.


Putin e l'arcivescovo di Mosca
Putin: E’ mio dovere attaccare il Nuovo Ordine Mondiale per aver fatto degradare i “valori della famiglia”.
La società sadica di de Sade e le basi del pensiero antinaturale-morale-etico-logico
Putin: Come capo di stato mio dovere mantenere i valori tradizionali e i valori della famiglia tradizionale. Questo perchè? Perchè i matrimoni dello stesso sesso non produrranno alcun bambino. Dio ha deciso e dobbiamo preoccuparci per il tasso di natalità nel nostro paese. Dobbiamo rafforzare le famiglie. Questo non significa che ci sia persecuzione contro alcuno”.

Essere svegli per il ritorno del Signore


Fatima e le parole di tre papi

In occasione del viaggio di Francesco a Fatima c’è stato un rinnovato interesse per le rivelazioni della Vergine ai tre pastorelli e per il contenuto dei segreti. Stando al libro di Georges Roche e Philippe Saint Germain «Pie XII devant l’histoire», nel 1933, sedici anni dopo le apparizioni, il futuro papa Pio XII, allora cardinale Eugenio Pacelli, segretario di Stato di Papa Pio XI, parlò di Fatima con il suo amico conte Enrico Pietro Galeazzi e disse che si trattava di un avvertimento contro il «suicidio» della Chiesa cattolica che sarebbe avvenuto mediante la distruzione della liturgia e l’alterazione della fede.

Un sacerdote della Chiesa fondata da Gesù Cristo?

Non sappiamo che farcene di preti come questi


La puntata di Cartabianca del 13 giugno scorso, su Raitre, a cura di Bianca Berlinguer, aveva come tema l’eventuale legge sullo ius soli e la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri che nascono in Italia; le due tesi contrapposte, contraria e favorevole, sono state rappresentate dal direttore del quotidiano Il Giornale, Alessandro Sallusti, e da un sacerdote, Fabio Corazzini, esponente del movimento cattolico Pax Christi, la cui storia comincia in Francia nel 1945, ma che viene introdotto in Italia nel 1954 ad opera dell’allora arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI.

Gesù Cristo presente in mezzo a noi


Solennità del Corpus Domini 15 Giugno 2017"Non è un fantasma il Dio del tabernacolo"!


Risultati immagini per solennità del corpo e sangue del signore pio xii

“Quando siamo davanti al SS. mo Sacramento, invece di guardarci attorno, chiudiamo gli occhi e la bocca; apriamo il cuore; il nostro buon Dio aprirà il suo; noi andremo a Lui. Egli verrà a noi, l’uno chiede, l’altro riceve; sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro”, queste erano le parole con le quali il curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, cercava di spiegare l’adorazione (Il piccolo Catechismo del Curato d’Ars, Tan Books & Publishers, Inc. Rockford, Illinois, 1951, p.42).


Tutti i beni ci vengono dalla Croce

IL DEMONIO CAUSA E PRINCIPIO DELLE MALATTIE -2-
CAUSA E PRINCIPIO DELLE MALATTIE.       MEZZI PER GUARIRLE. -2-
DI UN PRETE DEL CLERO DI PARGI
CAPITOLO III
POTENZA DEL SEGNO DELLA CROCE, DEL SANTO NOME DI GESU’, E DELL’ACQUA BENEDETTA.
Il lettore noterà indubbiamente che i segni della Croce sono moltiplicati nelle preghiere che noi inseriamo alla fine di questo libro. La ragione è che tutti i beni ci vengono dalla Croce. I santi di tutti i secoli e di rutti i paesi, si sono sempre serviti del segno della Croce per operare i loro miracoli e guarire i malati, e come insegna San Doroteo, abate d’Egitto, del IV secolo: « Il demonio perde tutta il suo potere alla presenza della Croce di Gesù-Cristo. » Ecco perché si legge nelle preghiere del breviario questa invocazione indirizzata a Dio: « Signore, con il segno della Croce liberateci dai nostri nemici – Per signum crucis, de inimicis nostris libéra nos, Deus noster. » Ed ancora: « Ecco la croce di Gesù-Cristo, fuggite parti avverse. – Ecce crucem Domini, fugite partes adversæ. » – È dunque vero che il segno della Croce fatto con fede può cacciare i demoni. L’invocazione del santo Nome di Gesù ha la stessa potenza.

"Il Vaticano, è mio, mio!"

Il Vaticano inizia l’attacco contro gli Araldi del Vangelo




Su “Vatican Insider”, un portavoce non ufficiale di Papa Francesco, Andrea Tornielli attacca pesantemente l'associazione cattolica Araldi del Vangelo, presumibilmente per giustificare una imminente repressione di Bergoglio contro il gruppo.

Tornielli afferma che gli Araldi coltivano un «culto segreto» a una Trinità composta dal fondatore della Società brasiliana per la Difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà (TFP), Plinio Correa de Oliveira (+1995), la sua madre Donna Lucilia, e il fondatore degli Araldi, padre João Scognamiglio Clá Días (77anni).

Egli pubblica un lungo video che mostra padre Scognamiglio, visibilmente malato, non in grado di usare la mano destra, circondato da un gruppo di sacerdoti mentre uno di loro, in piedi accanto a Clà, legge da un protocollo di esorcismo un dialogo tra un sacerdote e un demone.

Il Diavolo nei dettagli

L'omoeresia è nella Chiesa: "Ecco da dove nasce, dove si nasconde e come si combatte"  
Sono anni ormai che vescovi e addirittura intere conferenze episcopali sponsorizzano idee sulla sessualità contrarie all'insegnamento cattolico e all'uomo, diffondendo l'ideologia gender nelle scuole. McCusker, attivista pro life americano, spiega le radici del tradimento, il problema dei pontificati e perché il cuore della Chiesa è malato, legando quanto sta avvenendo alle apparizioni della Madonna a Fatima "che lì ci spiegò cosa sarebbe accaduto e come bisognava lottare".
     

I risultati si vedranno presto

Non c'è più vita all'Accademia Pontificia
La nuova composizione della Pontificia Accademia per la Vita indica chiaramente che si vuole andare verso lo sdoganamento della contraccezione e la cancellazione di ogni eredità di san Giovanni Paolo II. Ma si tratta di obiettivi che avrebbero conseguenze gravissime  su ogni insegnamento della Chiesa.

La gravità delle nomine alla Pontificia Accademia per la Vita è tale che merita sicuramente una puntualizzazione oltre all’analisi già pubblicata ieri. Sono almeno due i punti di svolta che meritano una riflessione.
Anzitutto appare sempre più chiaro l’intento di rimettere in discussione l’enciclica di Paolo VI Humanae Vitae (1968) e, di conseguenza, l'istruzione Donum Vitae (1987) Di quest’ultima si è già detto tempo fa dando notizia dell’annullamento di una conferenza internazionale a 30 anni dalla sua promulgazione che la Pontificia Accademia per la Vita aveva già programmato (con tanto di relatori e temi assegnati), ovviamente prima dell’arrivo di monsignor Vincenzo Paglia alla guida dell’Accademia. Paglia ha quindi provveduto a cassarla.

mercoledì 14 giugno 2017

Le dette bestie

L'inferno visto e raccontato da Santa Veronica Giuliani

«Parvemi che il Signore mi facesse vedere un luogo oscurissimo; ma dava incendio come fosse stata una gran fornace. Erano fiamme e fuoco, ma non si vedeva luce; sentivo stridi e rumori, ma non si vedeva niente; usciva un fetore e fumo orrendo, ma non vi è, in questa vita, cosa da poter paragonare. In questo punto, Iddio mi dà una comunicazione sopra l'ingratitudine delle creature, e quanto gli dispiaccia questo peccato. E qui mi si dimostrò tutto appassionato, flagellato, coronato di spine, con viva, pesante croce in spalla. Così mi disse: "Mira e guarda bene questo luogo che non avrà mai fine. Vi sta, per tormento, la mia giustizia ed il rigoroso mio sdegno". In questo mentre, mi parve di sentire un gran rumore. Comparvero tanti demoni: tutti, con catene, tenevano bestie legate di diverse specie.

Una sintesi che riesca a conciliare gli opposti?


Il piano di “reinterpretazione” della Humanae vitae

(di Roberto de Mattei) Sarà mons. Gilfredo Marengo, docente al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, il coordinatore della commissione nominata da papa Francesco per “reinterpretare”, alla luce della Amoris laetitia, l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, in occasione del cinquantenario della sua promulgazione, che cadrà il prossimo anno.
Le prime indiscrezioni sull’esistenza di questa commissione, ancora “segreta”, riportate dal vaticanista Marco Tosatti, erano di buona fonte. Possiamo confermare che esiste una commissione, composta da mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, dal prof. Philippe Chenaux, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e da mons. Angelo Maffeis preside dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Il coordinatore è mons. Gilfredo Marengo, docente di Antropologia teologica del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II e membro del Comitato Direttivo della rivista CVII-Centro Vaticano II Studi e ricerche.

Marpioni collaudati



ACCATTOLI-RUSCONI: QUINTO ROUND, CON UNA SQUADRA IN AFFANNO

Quinto dibattito Accattoli-Rusconi presso l’Università popolare Upter di Roma. Al centro dell’incontro le considerazioni sul viaggio del Papa in Egitto, i rapporti con l’Islam, il pellegrinaggio a Fatima. Si è discusso tra l’altro  della ‘libertà di parola’ - a titolo anche personale - in pubblico di cui fa ampio uso Jorge Mario Bergoglio. Prossimo appuntamento presso la Cappellania Universitaria de ‘La Sapienza’ di Roma martedì 27 giugno alle 18.30.

Sapete com’è. C’è una partita e c’è la squadra del tic-toc, che, giocando prevalentemente a centrocampo, è molto brava a imporre un ritmo lento, ‘nascondendo’ nel contempo la palla. Marpioni collaudati. E c’è l’altra squadra, che cerca invece di rubar palla e, riuscendoci a volte assai spesso, punta direttamente alla porta ‘nemica’, costringendo l’avversaria a retrocedere precipitosamente, buttare la palla in tribuna, salvarsi in calcio d’angolo, rischiare l’autogol, raccogliere comunque ogni tanto il pallone in fondo alla rete.
In sintesi è quello che è accaduto durante il quinto dibattito su papa Francesco tra Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi, dove il primo è andato più volte in affanno per gli affondi del secondo. L’incontro si è svolto martedì 30 maggio, mentre fuori Roma soffocava già per la prima ondata di calore, dentro lo stadiolo dell’Università popolare Upter di Roma, situato sopra Piazza Venezia, là dove via IV Novembre sta per trasformarsi in via Nazionale.

Eccolo di nuovo..: brutto, sporco e cattivo!

Enzo bianchi e la liturigia, storia di una stereotipata (e noiosa) visione modernista

Fratel Enzo Bianchi
Ci risiamo! Ancora una volta ci dobbiamo sorbettare l’ennesimo pistolotto pseudo-teologico del sig. Bianchi sulla liturgia, conferma di sua visione superficiale e stereotipata, lontana, non solo dalla realtà, ma dal senso stesso che la liturgia ha per la Tradizione cattolica.  È dalle pagine di Avvenire, con uno articolo del 1 giugno, che Bianchi si è cimentato in una analisi nella quale si fa la distinzione, ormai diventata un cavallo di battaglia per i cattolici modernisti, di una chiesa (e conseguentemente una liturgia) brutta, sporca e cattiva pre-Vaticano II e una buona, cosciente e purificata post-Vaticano II. Peccato che quasi tutti i fatti teologici e pastorali degli ultimi cinquant’anni gli diano pesantemente torto. Non solo e non tanto perché le chiese locali, seguendo le scellerate visioni pastorali avanguardiste, si sono svuotate portando tante persone lontane dai sacramenti, primo fra tutti quello dell’ordine sacro, ma soprattutto per l’ostinata convinzione che questa rivoluzione debba essere portata ancora avanti, senza aver la minima idea di dove essa debba realmente condurre. Ma veniamo alle parole dell’onnipresente Bianchi.

Benedetto e Francesco si completano a vicenda



il rapporto tra Papa Benedetto e Papa Francesco, e l’arroganza di Andrea Grillo …


Benedetto XVI ragionò troppo in termini umani, pensò eccessivamente alla sua debolezza umana ― come risulta dal motivo ufficiale del suo atto di rinuncia – e troppo poco in termini di fede, ossia pensò troppo poco alla forza soprannaturale del carisma di Pietro. In ogni caso, non ce l’ha fatta. Difficile sapere se per limiti oggettivi insuperabili, indipendenti dalla sua volontà, per umiltà o per mancanza di coraggio e fede nel carisma di Pietro. Lasciamo a Dio il giudizio sulla sua coscienza e sulle sue responsabilità. Ma il fatto in se stesso resterà alla storia. Benedetto ci è stato di esempio di fedeltà alla dottrina, ma non di esempio nel coraggio.


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  Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio
Rm 15,7
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il Sommo Pontefice Benedetto XVI e il Sommo Pontefice Francesco I, ritratti entrambi in tempi diversi sulla stessa cattedra


A voce alta…


CARDINAL SIRI – ESERCIZI SPIRITUALI (I)


Comincio col dirvi qual è il tema di questi Santi Esercizi, poi ve lo illustro brevemente. Il tema è questo: la perfezione. Di che? La perfezione della vita cristiana.
Noi dobbiamo arrivare alla fine di questi Esercizi con la volontà precisa, inderogabile, concreta, e per noi cogente, di essere più perfetti. Non con la presunzione di essere perfetti, è una cosa diversa, ma con la volontà di esserlo, perché la volontà è umile ed è sempre un dono; la presunzione è superba ed è sempre presunzione. La prima è un dare, l’altra è un rubare. Dobbiamo fissare il punto a cui dobbiamo arrivare. Io vorrei che questi esercizi vi portassero in quella atmosfera spirituale – non sarò certo io a farlo e per questo mi affido alla Grazia di Dio – nella quale si sente che a questo mondo si perde il tempo se non ci si studia di arrivare alla perfezione.
Voi sapete bene che io faccio gli Esercizi con voi e li predico a me stesso; soltanto li predico a voce alta.  […]

Come eravamo..


Preti trendy? Non pigliateli sul serio, pigliateli per il culo, è un atto estremo di perfetta carità cristiana. E adesso vi spiego cos’è davvero volgare …

Oggi, dinanzi a certi preti, per un verso, non ci resta che piangere, per altro verso, non ci resta che prenderli per il culo, perché posta la questione in questi termini, la presa di culo risulterà l’atto estremo, più perfetto e amorevole della carità cristiana, ve lo dice un pretaccioscurrile, che resta intimamente troppo preoccupato di non ingoiare ilcammello dell’eresia [cf. Mt 23,24], per preoccuparsi dell’innocuomoscerino di una salutare parolaccia..
Caro Padre Ariel,
non sono un vecchio nostalgico, ho appena compito 24 anni, e alla mia età le dico che oggi un prete come don Camillo, nato dalla fantasia del mio conterraneo emiliano Giovannino Guareschi, riempirebbe le chiese, specie di giovani. Mentre i preti in abiti casual, tutti ecologiapace e amorevenite immigrati che c’è posto per tutti e via cantando a seguire, le chiese le hanno vuotate. Dentro le chiese oggi sono rimasti quelli che vent’anni li avevano nel 1970, oggi sono in cammino per i settanta, ma sono sempre lì, a strimpellare con le chitarrine. Sa che le dico, forse il mio linguaggio sarà volgare e gliene chiedo perdono, ma i don Camillo di una volta erano uomini con le palle che ispiravano rispetto anche in quelli che non credevano. Oggi tanti preti trendyfanno proprio venir voglia di prenderli per il culo, specie da parte di chi crede ancora, perché a un prete si può perdonare tutto, ma non che sia diventato prete perché totalmente privo di palle […]
Edoardo M. (Modena)
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… i modi all’occorrenza garbati e persuasivi di Don Camillo …

La vita di paglia

QUESTA SÌ CHE È UNA NOVITÀ IN VATICANO. C’È UN ABORTISTA ALLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA.

La Pontificia Accademia per la Vita ha da ieri quarantacinque nuovi membri ordinari. La cosa straordinaria è che uno di questi, il professore Nigel Biggar, è abortista. Secondo quanto riporta il Catholic Herald insegna ad Oxford, dove è Regius Professor of Moral and Pastoral Theology. In dialogo con il filosofo Peter Singer, nel 2011, secondo quanto ha scritto la rivista Standpoint, Biggar ha detto: “Sarei propenso a tracciare una linea per l’aborto a diciotto settimane dopo il concepimento, che è più o meno il primo periodo in cui c’è qualche evidenza di attività cerebrale, e quindi di coscienza. In termini di mantenere un forte impegno sociale a conservare la vita umana in forme limitate, e in termini di non diventare troppo casual per ciò che riguarda la vita umana , abbiamo bisogno di tracciare una linea in maniera molto conservative”.

martedì 13 giugno 2017

Meglio soli, che mal accompagnati..?



IL PAPA VUOL SAPERE, PER ISCRITTO, DOVE VANNO I CARDINALI ROMANI D’ESTATE. CHISSÀ PERCHÉ. TRE IPOTESI.

Erano molti anni, se non addirittura decenni, che questo non accadeva.
I cardinali che abbiamo consultato, così come altre vecchie lame di Curia, sono umanamente certi che questa consuetudine non era in corso durante il regno di Benedetto XVI; e molto probabilmente non accadeva neanche in quello, molto più lungo, di San Giovanni Paolo II.
Quindi, eventualmente, bisogna tornare a Paolo VI; che come sappiamo, è venuto a mancare nel 1978.
Ci riferiamo alla lettera che su impulso della Segreteria di Stato, e probabilmente su impulso del Papa, e probabilmente su impulso di – chi? Uno esperto di Curia, certamente – uno dei suoi consiglieri, forse quello dedito a giocare a Laurenti Beria, ha inviato ai cardinali residenti a Roma.

Non siamo soli..!

DIO BLOCCA MANO Jihadista pronta a Sgozzare FRATE!


"Caino e Abele" di Sebastiano Ricci  (1659-1734)

Ciò che riporto è solo un esempio di come la Fede Vera possa essere determinante e miracolosa per affrontare qualsiasi pericolo si presenti all'uomo, sia di ordine naturale (cfr. QUI statue), che derivante dai nostri simili, a volte demòni incarnati. (Cfr. anche QUI, prete fucilato).

Questi casi passano inosservati ai più, ma non a coloro che conservano nel proprio intimo la CERTEZZA ASSOLUTA di Non Essere Soli.

Essi alimentano costantemente in sé quella Fiamma Viva che li mette al riparo da qualsiasi minaccia e con lo sguardo fisso al Cielo veleggiano su altri livelli, rendendosi irraggiungibili al Male, che al massimo può toglier loro il soffio della vita, ma NON OLTRE!

E mentre i cristiani di tutto il mondo vengono barbaramente perseguitati, oppressi ed uccisi nell'indifferenza pressoché generale, ci ritroviamo con un Pontefice indegno di rappresentare il Cristo in Terra e la Sua Chiesa bimillenaria... ma di questo ne accennerò brevemente poi, perché il Falso Profeta continua imperterrito la sua opera di demolizione, nell'incredibile acquiescenza planetaria.

Strano, no?

Il dr. Gagliardi: "Non abbiamo potuto accertare la sincerità dei veggenti, ma sulle estasi sincronizzate mentivano"


GagliardiIl dottor Giorgio Gagliardi è stato collaboratore del secondo gruppo di studio su Medjugorje (1985) e coordinatore scientifico del terzo (1998).
Dal 1985 al 2002 ha ricoperto l'incarico di vicedirettore del Centro Studi e Ricerche sulla Psicofisiologia degli Stati di Coscienza di Milano e, per l'esperienza maturata in questo campo, rappresenta un'eccezione quasi assoluta nell'ambito delle équipe che sono state impegnate a Medjugorje.


Tali équipe, infatti, sono state formate, in stragrande maggioranza, da medici che non si erano mai avvicinati a fenomeni simili. 
Ciò è dipeso essenzialmente da due motivi: gli studi scientifici delle manifestazioni di tipo mistico sono tuttora in una fase embrionale e i ricercatori con una certa esperienza sono, di conseguenza, molto pochi; inoltre, i team che hanno eseguito, con strumentazione medica, test sui veggenti di Medjugorje non sono stati accuratamente selezionati da un'autorità esterna e al di sopra delle parti, ma sono stati spontanei ed autocostituiti.

Massoteologia e "teologi" all'ammasso


Chi c’era e cosa si è detto al convegno sull’eutanasia promosso dal Grande Oriente d’Italia


I massoni del Grande Oriente hanno deciso di trattare l’argomento scottante dell’eutanasia, nel convegno pubblico “Morire con dignità. Prospettive sull’eutanasia” che si è svolto sabato 10 giugno nel salone della Società Umanitaria di Milano, sullo sfondo di un grande affresco della Crocifissione.

Quo ibĭmus?

Lo hanno detronizzato

Dove andiamo? Quale sarà il termine di tutti gli sconvolgimenti attuali? Non si tratta tanto di guerre, di catastrofi atomiche o ecologiche, ma soprattutto della rivoluzione all'esterno e all'interno della Chiesa, insomma dell'apostasia che conquista popoli interi un tempo cattolici e anche la gerarchia della Chiesa fino al suo vertice.
Roma sembra piombata in un totale ottenebramento, la Roma di sempre è ridotta al silenzio, paralizzata dall'altra Roma, la Roma liberale che la occupa.
Le fonti della grazia e della fede divine si inaridiscono e le vene della Chiesa assimilano ovunque in lei il veleno mortale del naturalismo.
È impossibile comprendere questa crisi profonda senza tener conto dell'avvenimento fondamentale di questo secolo: il secondo concilio del Vaticano.
I mie sentimenti a suo riguardo sono sufficientemente noti, credo, perché io possa esprimere di primo acchito il nocciolo del mio pensiero: senza rigettare in blocco questo concilio, penso che sia il più grande disastro di questo secolo e di tutti i secoli passati, sin dalla fondazione della Chiesa. In questo, io non faccio che giudicarlo dai suoi frutti, utilizzando il criterio che ci ha dato Nostro Signore (Mt 7,16).

Il punto cruciale

Il cristiano non ripone la sua speranza nel mondo



Non dobbiamo riporre la nostra speranza nel mondo: lo ha detto e ripetuto, anche recentemente, monsignor João Scognamiglio Clá Dias, il fondatore degli Araldi del Vangelo, il quale, raggiunta l’età di 77 anni, si è dimesso dalla carica di superiore generale di questa Associazione, specialmente impegnata nel campo della cultura, dello studio e dell’evangelizzazione, che conta migliaia di aderenti, nei due rami maschile e femminile, sparsi su tutti e cinque i continenti.
Veramente tira una brutta aria verso di loro, da quando il famigerato cardinale brasiliano João Braz de Aviz, colui che ha svolto un ruolo di primo piano nell’incomprensibile, e, per taluni aspetti – come la soppressione della Messa in latino, espressamente concessa da Benedetto XVI – illegittimo commissariamento dei Francescani dell’Immacolata,  che perdura ormai da quattro anni e che non è mai stato spiegato ad alcuno, ha lasciato trapelare l’intenzione del Vaticano di procedere ad altre “indagini” su realtà religiose come quella, appunto, degli Araldi.  Noi abbiano una nostra idea sulle ragioni che possono aver determinato questa nuova strategia di attacco, che poi sono le stesse che stanno alla base dell’azione contro i Francescani dell’Immacolata: gli Araldi del Vangelo rappresentano una concezione del Vangelo e della Chiesa che è letteralmente agli antipodi di quella di papa Francesco. La loro impostazione è antimoderna e tradizionale, beninteso nel senso migliore, cioè nel senso autenticamente cattolico, del termine: non ammettono cedimenti, sono molto determinati e molto coerenti nel sostenere che l’evangelizzazione deve dispiegarsi al massimo, senza compromessi e senza cedimenti con il mondo, e con una visione integrale della realtà religiosa: insomma, l’opposto di un certo ecumenismo, di un certo dialogo inter-religioso, di un certo sottile, strisciante secolarismo della neochiesa post-conciliare, impregnata di concezioni laiche e più che disposta a chiude un occhio, se non entrambi, sulla deriva laicista del mondo cattolico, compresa la gerarchia e, per certi aspetti, lo stesso magistero ecclesiastico.

Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia»


TREDICI GIUGNO

La notizia dell’apparizione della bianca Signora ai tre bambini di Fatima si era diffusa. Essi cominciarono ad avere le prime difficoltà, ad essere trattati da alcuni come degli ingannatori, ma anche ad essere creduti da altri. Non potevano essere falsi quei tre “angeli” come Lucia, Francesco e Giacinta.
         Arrivò così il 12 giugno 1917, vigilia della festa del Patrono della loro Parrocchia, Sant’Antonio da Padova, che però è nato in Portogallo. Tutti i bambini sognavano la musica, i mortaretti, i dolci. «Va bene così, domani c’è gran festa – disse Rosa, madre di Lucia, alle figlie più grandi – la gente non parla d’altro che di Lucia e della Cova da Iria. Noi non le parliamo che della festa e forse Lucia non si ricorderà. Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia».
       

Anche Fatima ebbe la sua acqua «curativa»

L'acqua di Fatima che dissetava i pellegrini
Quando appare, la Madonna non di rado lascia dietro di sé una fonte miracolosa. Non fa eccezione Fatima, dove però non si tratta di una fonte taumaturgica, ma comunque prodigiosa. Il vescovo di Leira fece scavare dei pozzi per i pellegrini e nonostante l'aridità del terreno si riuscì a trovare l'acqua. Che ristorò i primi pellegrini sulla Cova da Iria.

lunedì 12 giugno 2017

I vari costumi della Madonna



Celeste educazione dei veggenti di Fatima                      

I bambini, che ebbero il privilegio santificante di diventare, da Fatima, missionari della Vergine per il mondo, furono cristianamente educati da una famiglia fervidamente apostolica e da un parroco, che era una barriera contro la rivoluzione massonica. Il cielo, però, intervenne direttamente per prepararli al contatto con la Vergine Santa.
Nella loro intatta ingenuità essi sapevano d’essere sempre accompagnati dall’Angelo custode, perciò non si stupirono troppo quando, nel 1916, ebbero la visione dell’Angelo che li istruì a proposito della protezione celeste sul Portogallo, dell’adorazione dovuta a Dio, specialmente presente nel sacramento dell’altare, e del dovere di essere caritatevolmente solidali nell’espiare i peccati degli uomini in unione col Redentore. Essi non parlarono con nessuno di questo eccezionale catechismo che completava quello familiare e parrocchiale.

La venuta dello Spirito Santo era necessaria

Capitolo II  MISTICA DEL TEMPO DOPO LA PENTECOSTE
Scopo di questo periodo.
Per comprendere bene l'intento e l'importanza di questa stagione dell'Anno liturgico alla quale siamo giunti, è necessario rendersi conto di tutta la serie dei misteri che la santa Chiesa ha celebrati dinanzi a noi e con noi. La celebrazione di questi misteri non è stata un vano spettacolo posto sotto i nostri occhi. Essi hanno apportato con sé ciascuno una grazia speciale che produceva nelle anime nostre ciò che significavano i riti della Liturgia. A Natale, Cristo nasceva in noi; nel tempo della Passione, ci incorporava alle sue sofferenze e ai suoi meriti; nella Pasqua, ci comunicava la sua vita gloriosa; nell'Ascensione, ci trascinava al suo seguito fino al cielo; in una parola, per usare l'espressione dell'Apostolo, "Cristo si formava in noi" (Gal 4,19).
Ma la venuta dello Spirito Santo era necessaria per accrescere la luce, per riscaldare le anime con un fuoco permanente, per rafforzare e mantenere in noi l'immagine di Cristo. Il Paraclito è disceso, si è dato a noi, e vuol risiedere nelle anime nostre e dominare la nostra vita rigenerata. Ora, questa vita, che deve svolgersi conforme a quella di Cristo e sotto la guida del suo Spirito, è raffigurata ed espressa dal periodo che la Liturgia designa con il nome di Tempo dopo la Pentecoste.