ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 24 luglio 2017

Nuoce gravemente alla salute!

BERGOGLIO MEGLIO DEL PROZAC

Bergoglio è meglio del Prozac. Contro il logorio della vita moderna: volete un consiglio per vivere sereni e da buoni cristiani? Adottate un po’ di sano menefreghismo: parola di papa. Di papa Bergoglio, naturalmente 
                                                                                                                                                                       di Francesco Lamendola  


Volete un consiglio per vivere sereni e da buoni cristiani? Adottate un po’ di sano menefreghismo: parola di papa. Di papa Bergoglio, naturalmente. Niente penitenza, né preghiera, né meditazione, né digiuno, e neppure opere buone: roba d’altri tempi, di altre ere geologiche, visto che implica il soccorso divino, oppure da praticare solo in dosi omeopatiche; in compenso, l’arte, esclusivamente umana, di fregarsene un po’ delle cose. Magari anche più di un po’, a giudicare dallo stile abituale di colui che distribuisce queste pillole di saggezza.
Non è certo la prima volta che il papa regnante ci somministra i suoi consigli contro il logorio della vita moderna (come recitava lo slogan pubblicitario di un Carosello di tanti anni fa, quello del liquore Cynar); invece di parlare di Dio, di Gesù Cristo, dell’anima immortale, della Grazia e del peccato, del pentimento e del giudizio, della vita eterna, dell’inferno e del paradiso, tutte cose d’altri tempi e che non interessano più a nessuno, tanto meno a lui, che ha ben altro di cui occuparsi, ci ammannisce consigli su come tenere a bada lo stress, il grande nemico della nostra pace interiore. Perché il nemico della pace del cristiano è lo stress, come sanno tutti; non certo il fatto di tenersi lontani da Dio; non la tentazione, non il peccato, non il rimorso, non la mancata espiazione del male commesso, non la consapevolezza della propria fragilità, non l’eredità dei nostri progenitori Adamo ed Eva, e neppure la presenza del diavolo, che, simile a un leone ruggente, se ne va in giro cercando anime da divorare: no di certo. Tutti questi pensieri e sentimenti amareggiavano la vita dei cristiani di molti secoli fa, e sono proprio quelli che hanno reso così triste e opprimente l’atmosfera sociale del Medioevo, come ben sanno tutte le persone colte che, del Medioevo, conoscono Il nome della rosa di Umberto Eco e, forse, qualche puntata di Superquark della premiata ditta Piero & Alberto Angela. Il vero nemico della pace, per un cristiano, è lo stress: l’affaticamento per il troppo lavoro, per la supercompetizione in ufficio, per l’eccesso di traffico urbano, per l’inquinamento acustico, per le cattive abitudini alimentari, e così via. Comunque, ecco i quattro aurei consigli di papa Francesco per combattere questo pericolosissimo avversario della nostra pace e del nostro benessere: essi sono, nell’ordine: 1) un po’ di relativismo “all’italiana”; 2) rivolgersi a san Giuseppe; 3) per chi ha la strana abitudine di praticare l’ascesi, farlo solo nelle giuste dosi, cioè senza strafare; 4) non essere attaccati ai soldi.

Se il Papa continua a fare il gesuita

Un metodo ancora valido?



Sono stati già versati fiumi d’inchiostro sulla foto che ritrae il Preposito generale della Compagnia di Gesú, Padre Arturo Sosa, in preghiera in un tempio buddista. Che altro aggiungere a quanto è stato scritto? A parte una grande tristezza per il declino di un Ordine glorioso, al quale per diversi motivi sono indissolubilmente legato, mi pongo una domanda: Ma come è stato possibile? Come è possibile che un Ordine religioso, che Sant’Ignazio ha voluto edificare sul solido fondamento degli esercizi spirituali, del silenzio, dell’orazione e del discernimento, potesse arrivare a questo punto?


Come l’arianesimo, o peggio?

Interpretazione del Concilio Vaticano II
e della sua relazione con la crisi attuale della Chiesa

di Mons. Athanasius Schneider


Articolo pubblicato sul sito spagnolo Adelante la Fe


Pubblichiamo il seguente articolo sia per l'interesse che riveste la posizione critica di Mons. Schneider nei confronti della crisi che attanaglia la Chiesa cattolica, sia per le posizioni qui espresse dal vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana (Kazakhstan). La lettura di questo articolo permette di comprendere la forma mentale di tanti vescovi cattolici conservatori, com'è Mons. Schneider, i quali tengono la loro posizione sulla base del riconoscimento positivo del Vaticano II. Essi disconoscono la perniciosità di questo Concilio, che è stato il punto di arrivo di un processo teso a distruggere la Chiesa cattolica per sostituirla con una neochiesa più o meno protestante e in palese rottura con duemila anni di storia e di insegnamento della Chiesa cattolica.
Il fatto che Mons. Schneider, come ha fatto altre volte, auspichi il rientro della Fraternità San Pio X nella ufficialità della Chiesa attuale, non deve ingannare circa le reali intenzioni dei vescovi conservatori. Come dice qui Mons. Svhneider, il rientro della Fraternità agevolerebbe l'instaurazione di un clima atto a sviluppare un dibattito costruttivo circa il valore e la portata dei documenti dei Vaticano II.
Sono passati 50 anni, eppure ancora si parla di dibattito teologico, senza rendersi conto che l'unica soluzione alla crisi che attanaglia la Chiesa sta nella cassazione di questo nefasto Concilio, esattamente come la crisi ariana del IV secolo, qui richiamata da Mons. Schneider, venne risolta con la cassazione dell'Arienesimo.
Non ci sono soluzioni intermedie e ancor meno soluzioni “canoniche”: il rientro della Fraternità San Pio X nell'ufficialità della Chiesa attuale non sarebbe un bene per la Chiesa, ma solo un triste destino per la Fraternità.


Ad Minora!!

Otto per mille, in caduta la Chiesa cattolica In 3 anni oltre un milione di  firme in meno  

ilmesaggero


(Giusy Franzese) Lo potremmo definire l'effetto melting pot sulle dichiarazioni dei redditi. In particolare sulla scelta  della destinazione dell'8 per mille dell'Irpef. Ebbene, pur continuando a incassare l'assegno  nettamente più sostanzioso, la chiesa cattolica in questi ultimi anni sta perdendo donatori. Crescono  invece le altre religioni, buddisti soprattutto. I dati emergono dalle analisi statistiche del Ministero  dell'Economia e delle Finanze. Naturalmente l'Italia resta un Paese per la stragrande maggioranza cattolico. 
 Nel 2016 (ultimi dati  disponibili relativi ai redditi 2015) tra le 17 milioni e 443.907 scelte valide (il 60% dei contribuenti  non fa nessuna scelta), quasi 14 milioni di contribuenti pari all'80% delle scelte valide ha voluto  destinare il suo 8 per mille Irpef alla Chiesa cattolica. Ma nel 2014 erano 15 milioni e 181.000. 


Ci mancava giusto un cinghiale del bosco

Se il Papa è un drago, un elefante o un orso


Il nuovo libro di Agostino Paravicini Bagliani, edito da Einaudi, analizza storia e simboli dell’antica tradizione che per secoli ha associato animali e romani Pontefici


Colombe, draghi, serpenti, cavalli, asini, muli, pecore, agnelli, cammelli, tori, pappagalli, fenici , pavoni, aquile, grifi, unicorni, cervi, cani, lupi, conigli, scimmie, tartarughe, volpi, ghepardi, leoni, leopardi, orsi, rinoceronti, elefanti e romani pontefici. È una tradizione antica e ininterrotta, quella che apparenta animali reali e immaginari (decine e decine, ma solo alcuni rilevanti) e Papi (non pochi) in un rapporto simbolico e metaforico, ora coerente, ora mutevole. Ma tutti questi animali in quale modo nel tempo hanno accompagnato l’autoaffermazione simbolica del papato? O, al contrario, come sono stati usati - e da chi - per attaccare o delegittimare i “Vicari di Cristo” e le loro aspirazioni? Se è vero che alcune associazioni fanno parte della memoria collettiva (si pensi alla colomba simbolo dello Spirito Santo, che ispira e legittima le elezioni; ai Papi a cavallo raffigurati da grandi maestri, magari con gli imperatori a tener le briglie, e più tardi anche la staffa; ad animali esotici come il leone o l’elefante presenti davvero nei serragli papali o metafore di profili immaginari di Pontefici), altri accostamenti invece richiamano animali - pavoni, fenici, grifoni, leopardi - di cui si è perduto il significato o la storia. 

In ogni caso di tratta di animali tutti legittimati a stare dentro un “bestiario del Papa” . Con la loro presenza reale . Con la loro carica simbolica da decifrare. 

Un’immensa confusione pastorale

DEPOSITUM CUSTODI

 
Depositum custodi: custodisci il deposito della fede. Il testamento di Pio XII e la demolizione sistematica, implacabile e incalzante della dottrina: un’immensa confusione pastorale; un’anarchia liturgica pressoché totale
 di Francesco Lamendola  




Negli ultimi anni della sua vita, e già seriamente ammalato, Pio XII, nel congedare un presule, gli raccomandò, quasi una sorta di testamento spirituale, di tener saldo il deposito della fede: quella fede che egli aveva costantemente corroborato con centinaia e migliaia di discorsi - la raccolta completa consta di venti volumi - e ben quarantatre encicliche: tale era l’importanza che quel pontefice attribuiva alla dottrina, a differenza dell’attuale, che la considera una cosa da fanatici (vedi omelia di Santa Marta del 19 maggio 2017); e non a una dottrina qualsiasi, ma alla vera, sola, sana e santa dottrina della Chiesa cattolica, vale a dire il Magistero di sempre, fondato sulle due basi granitiche della divina Rivelazione: la Scrittura e la Tradizione.
L’episodio è stata raccolto dal cardinale Siri nel corso di una commemorazione del defunto pontefice (Giuseppe Siri, Pio XII a 25 anni dalla morte, discorso tenuto nel’Aula del Sinodo l’8 ottobre 1983; cit. in Andrea Tornielli, Pio XII. Eugenio Pacelli, un uomo sul trono di Pietro, Milano, Mondadori, 2007, p. 525):

La dimensione di custode della tradizione è sottolineata anche dal cardinale Siri: “Questa opera magisteriale si volse in più direzioni tra loro collegate. La prima fu quella della verità rivelata. Essa è intoccabile. Quando Pio fu gravemente ammalato, nel 1954, ricevendo per brevi istanti un prelato e stringendogli le mani, disse: “Depositum custodi” [“Custodisci il deposito della fede”], Paolo, Prima lettera a Timoteo, 6, 20; n.d.a.]. Lui era la scolta vigilante. Della Rivelazione toccò in maniera decisa i punti fondamentali, intaccati i quali, tutto poteva essere intaccato. Questa opera magisteriale fu disegno e non pura casualità”.

L “opera“ che sta compiendo



MARTINI, IL CONCLAVE E PAPA BERGOGLIO. CI HA SCRITTO UN PEZZO GROSSO, CON UNA SUA TESTIMONIANZA.

Cari amici del blog, ieri ho avuto una sorpresa. Avete letto – e alcuni di voi anche discusso – il messaggio che mi ha mandato don Ariel Levi di Gualdo. Ho trovato nella mia casella di posta una lettera scritta da un Pezzo Grosso; un nome molto noto, un cattolico, che però non ha niente a che fare direttamente con il Vaticano o la Cei. Ve la giro. E approfitto dell’occasione per ricordare che Stilum Curiae, ospita contributi esterni perché gli sembrano interessanti. Non perché li condivida in tutto o in parte; se sembra che possano arricchire la nostra informazione e dibattito trovano spazio in questo piccolo blog.

Perché, da soli, voi non potete fare nulla...

UNA SINISTRA COMMEDIA

«Una sinistra commedia di tremila buoni a niente». Di cui la maggior parte, sebbene porti la croce d’oro sul petto non crede né alla Trinità né alla Vergine: il “pesante” e profetico j’accuse del 1964 di monsignor Romeo 
di Francesco Lamendola  





Monsignor Antonino Romeo (Reggio Calabria, 8 giugno 1902-ivi, 22 settembre 1979), insigne biblista e professore di Sacra Scrittura, autore d’una quantità di opere scientifiche e lucido, intrepido campione della sana esegesi cattolica contro le deviazioni e le aberrazioni moderniste, provenienti soprattutto dalle facoltà cattoliche tedesche degli anni ’60, è una figura oggi pressoché dimenticata. Anzi, peggio che dimenticata: è una figura che viene ricordata quasi solo per una intervista, a proposito del Concilio Vaticano II, allora in corso: un giudizio che aveva immediatamente suscitato uno scandalo enorme, che aveva fatto indignare e infuriare tutti i progressisti e che non gli è mai stato perdonato (oh, sanno essere estremamente rancorosi e vendicativi, questi progressisti che hanno sempre in bocca la misericordia di Dio e invocano sempre la comprensione, il dialogo, la pace, la solidarietà e l’inclusione nei confronti dell’universo mondo). Eppure quest’uomo era un gigante, e la neochiesa modernista ha fatto in modo di appenderlo alla croce di quel giudizio, che, nella prospettiva dei progressisti, concentra in sé tutta l’ottusità, l’acredine, l’incomprensione dei “tempi nuovi” che essi, invece, annunciavano, e che vollero imporre al Concilio stesso e alla Chiesa tutta, negli anni seguenti. Poiché, sostanzialmente, sono riusciti nell’intento, e si sono impossessati di quasi tutti i centri nevralgici della Chiesa, e di quasi tutta la stampa e l’editoria cattoliche, sono liberi di raccontarci le cose in regime di monopolio, praticamente senza contraddittorio; e la figura di monsignor Romeo è stata seppellita per sempre sotto un cumulo di disapprovazione così grande, da non poterne essere mai più liberata. E invece, è proprio quel che noi vorremmo poter fare.
Innanzitutto, vediamo di che cosa si tratta, quale fosse il giudizio incriminato. Il 14 ottobre 1964, il giornale Le Monde di Parigi riproduceva, dopo Il Giornale d’Italia, la seguente dichiarazione di monsignor Romeo, che veniva definito il capofila, nella Curia romana, dell’opposizione al Concilio (cit. in: Neophytos Edelby, Il Vaticano II nel diario di un vescovo arabo, a cura di Riccardo Cannelli, Cinisello Balsamo, Milano, Edizioni San Paolo, 1996, p. 255; ma la frase è riportata anche più recentemente, nel libro di Roberto De Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino, Lindau, 2010): Il Concilio è una sinistra commedia di tremila buoni a niente, di cui la maggior parte, sebbene porti la croce d’oro sul petto, non crede né alla Trinità, né alla Vergine.

domenica 23 luglio 2017

Il segno della croce



Il marchio degli eletti: il mistero del « sigillo » di Apocalisse 7, 2-3


In Ap 7, 2-3 si parla di un misterioso “sigillo” che l’Angelo di Dio imprime sugli eletti. In virtù di questa “spirituale impressione”, i giusti appartengono al Signore, si riconoscono a vicenda e militano per un fine comune e il Pastore supremo non dimentica che si è impegnato a proteggerli e salvarli… Cerchiamo di scoprire qualcosa di più circa questo segno di salvezza …
Se, come si diceva, i figli prediletti di Maria saranno in grado di compiere la profezia che li vede protagonisti nell’ultimo scontro vittorioso contro il serpente-drago è, certamente, in virtù di quel misterioso « sigillo » di cui si parla nell”Apocalisse, ultimo libro della Bibbia (l’unico libro di carattere profetico del Nuovo Testamento) in cui sono contenuti i vaticini riguardanti la vita della Chiesa negli ultimi Tempi.

La neo-religione olocaustico-modernista

Shoah e Vaticano II – Cosa c'è da sapere?

Dal caso Williamson (2009) all'accordo olocaustico/modernista (2017)
Video in allegato 
            “L’olocausto non è semplicemente un esempio di genocidio,
                ma un attacco quasi riuscito alla vita dei figli eletti di Dio,
                                           e perciò a Dio stesso"
                                          Abraham H. Foxman
                 direttore dell’Anti Defamation League of B’naiB’rith
 di Don Curzio Nitoglia
SHOAH E VATICANO II —  ACCORDO OLOCAUSTICO-MODERNISTA











 La neo-religione olocaustico-modernista             
Roma – di Don Curzio Nitoglia – Abraham H. Foxman (direttore dell’Anti Defamation League of B’naiB’rith) ha detto: “l’olocausto non è semplicemente un esempio di genocidio, ma un attacco quasi riuscito alla vita dei figli eletti di Dio, e perciò a Dio stesso"(1)Per il giudaismo talmudico la shoah ha una valenza religiosa poiché Israele è il “dio” dell’umanità e Gesù un impostore. Perciò il cristiano non può non interessarsi di questo falso “dogma” (nascondendosi dietro la scusa che è solo una questione storica di cui la Chiesa non si occupa…), il quale distruggerebbe la Fede del Vangelo. Rifiutarsi di farlo significherebbe rinnegare implicitamente l’unicità dell’Olocausto di Cristo unico Redentore dell’umanità intera. La teologia cattolica insegna che il giudaismo è responsabile della morte del Verbo Incarnato, vero Dio e vero uomo. Tutti i Padri della Chiesa (Tradizione) fondandosi sulla S. Scrittura e sul Magistero che è l’interprete ufficiale delle due fonti (Tradizione e Scrittura) della divina Rivelazione (cfr. Pio XI, Mitbrennender Sorge, 1937) lo asseriscono (2). Il neo-modernismo, a partire dalla Dichiarazione Nostra aetate (1965) ha cercato di negare la dottrina del deicidio, contenuta nella Scrittura e nella Tradizione (Rivelazione divina) ed insegnata dal Magistero tradizionale della Chiesa (ufficio della retta interpretazione della Rivelazione divina). Il cattolico che vuol conservare la Fede integra e pura, senza la quale è impossibile piacere a Dio (S. Paolo, Rom., X, 9), non può aderire per il principio per sé noto di non-contraddizione, assieme e sotto lo stesso rapporto, a Nostra aetatee alla Rivelazione divina, contenuta nella S. Scrittura e nella Tradizione, interpretate dal Magistero tradizionale.
(1) Citato in Peter Novick, Nachdem Holocaust, Stuttgart, Deutsche Verlags-Ansalt, 2011, p. 259. (2) Il Dottore Ufficiale della Chiesa, san Tommaso d’Aquino, spiega: “sebbene i giudei non abbiano potuto uccidere la divinità di Cristo, tuttavia essi hanno ucciso la sua umanità, che sussiste nella Persona divina del Verbo. Quindi il peccato dei giudei è di tentato deicidio” (In Symbolum Apostolorum, a. 4, n. 912). Perciò conclude: “quindi i giudei peccarono non solo contro l’umanità di Cristo, ma come crocifissori del Dio incarnato” (S. Th., III, q. 47, a. 5, ad 3) e aggiunge: “i giudei hanno crocifisso Dio-Figlio in quanto facente sussistere in Sé la natura umana e quella divina” (S. Th., III, q. 47, a. 5, in corpore).

La guerra ai cattolici conservatori


Il giornale del Papa attacca i dissidenti nella Chiesa
L'Osservatore Romano richiama all'ordine il clero spiegando cosa significa la "fedeltà" al Santo Padre

Il cardinale prefetto della Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller (LaPresse) 

L'ostacolo maggiorare al cambiamento, alla "conversione" che Papa Francesco sta chiedendo alla sua Chiesa? Il clero
"dissidente". A dirlo non è un pulpito qualunque, ma L'Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, che ieri ha pubblicato un estratto del volume “Bellezza del gaudio evangelico. Al centro della vita Cristiana”, di Giulio Cirignano. La pubblicazione del testo (il volume è uscito un mese fa, il 20 giugno ndr) è arrivata a 24 ore di distanza dell'intervista rilasciata al Foglio dal cardinale Gerhard Ludwig Müller. “Io sono sempre stato leale con il Papa - aveva detto l'ex prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede -, come richiede la nostra fede cattolica, la nostra ecclesiologia”.

Nel brano si critica l'atteggiamento di “ostilità e chiusura” di buona parte del clero e si legge: “Il Sinedrio è sempre fedele a se stesso, ricco di devoto ossequio al passato scambiato per fedeltà alla tradizione, povero di profezia”.
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/07/23/news/il-giornale-del-papa-attacca-i-dissidenti-nella-chiesa-145841/
Ecco chi vuole la guerra ai cattolici conservatori

Galantino è un fenomeno?


Come nel film di Spielberg anche da noi c’è un soldato da salvare ed è lui: Nunzio (Ryan) Galantino: uno più divisivo del rottamatore di Rignano. Perché finge di non sapere che gran parte dei nostri connazionali hanno seri problemi
 di Luigi Iannone  



Come nel film di Steven Spielberg anche da noi c’è un soldato da salvare, ed è lui: Nunzio (Ryan) Galantino, segretario generale della Cei, combattente indefesso della più retorica delle battaglie, quella per l’accoglienza illimitata di tutti i migranti del globo terraqueo. Campione di ecumenismo e di rimbrotti. Giudice moralista che si erge una decina di metri dal suolo per impartire lezioni di politica alle classi dirigenti mentre infuriano tempeste impetuose da cui nessuno riesce a tirarsi fuori.
Ma lui ha la soluzione ed è quella più netta e definitiva. Ogni sua dichiarazione è una sentenza ed ogni intervista un Trattato sulla tolleranza.

Catto-fluidità

http://www.intopic.it/rdr.php?go_njs=11827661

ALTRE NOTE SPARSE E UN BEL QUADERNO DI LIMES SUL MEDITERRANEO


E’ in edicola il numero 6 della rivista di geopolitica ‘Limes’, dedicato al Mediterraneo. Tante le riflessioni stimolanti sul tema migratorio nei suoi aspetti più complessi. Un progetto interessante di Renzi, caduto insieme con il referendum del 4 dicembre 2016. La Chiesa e i migranti, firmato Gianni Valente.

Anche negli ultimi giorni la capacità si sopportazione dei cattolici fedeli alla dottrina sociale della Chiesa è stata messa a dura prova da episodi gravi di catto-fluidità, purtroppo assai significativi del diffondersi di tale patologia catastrofica nel corpo ecclesiale. Pensiamo ad esempio alla rivelazione che domenica 4 giugno, durante la Messa (senza Gloria, Credo, Santo!) per la chiusura dell’anno scout dell’Agesci di Staranzano (Gorizia) il capo-scout Di Just e il suo compagno di vita (reduci dai festeggiamenti per l’ ‘unione civile’ del giorno precedente) hanno ricevuto la Comunione dalle mani dell’assistente ecclesiastico don Eugenio Biasiol: presumiamo in amore e letizia.

“Non si sa però cosa sia peggio”?

Scalfari e il Papa


Gran interrogarsi tra monsignori intorno alle conversazioni di Francesco con il fondatore di Rep.

                                          Eugenio Scalfari. Foto LaPresse/Fabio Cimaglia

Davanti al negozio bengalese di via di Porta Angelica l’altro giorno era un gran ridere e interrogarsi tra monsignori sulla surreale conversazione tra il Santo Padre Francesco e l’augusto interlocutore prediletto, Eugenio Scalfari. “Mò siamo a che Gesù è diventato Dio solo quando è morto”, diceva un giovane in clergy con sobrio occhiale da sole Ray-Ban, commentando il dialogo tra i due. 

sabato 22 luglio 2017

Una preghiera dalla gente ignorante.


Il Rosario. Ogni nostra preghiera passi dal Cuore Immacolato



Il santo rosario è stato per moltissimi decenni la preghiera per eccellenza.
Lo stesso P.PIO lo considerava la sua “arma” e ai suoi figli spirituali ne imponeva la recita tutti i giorni.
Tantissimi papi da Giovanni xxiii a Benedetto xvi, passando dall’indimenticabile Giovanni Paolo ii hanno trascorso il loro papato con il rosario in mano e insegnando al popolo di Dio quanto questa preghiera fosse importante.

Ma negli ultimi anni il Rosario viene sempre più messo da parte, considerato una preghiera antica principalmente usata dalla gente ignorante.

Tornare a Dio

CIVILTA' MODERNA E' L'INFERNO

La civiltà moderna è l’inferno perché nasce dal rifiuto di Dio e dall’odio dell’altro. E' il modello dello sfrenato edonismo individualista ma come si esce da un tale inferno? Solo facendo a ritroso la strada e ritornando a Dio 
                                                                                                                     di Francesco Lamendola  



In che cosa consiste l’inferno, in buona sostanza? Il Catechismo della Chiesa cattolica, fin da bambini - quello di san Pio X, per intenderci - ci ha insegnato che esso consiste essenzialmente nella lontananza da Dio: è la condizione di quelle anime che rifiutano ostinatamente, pervicacemente, l’amore di Dio; condizione che deriva dal cattivo uso della libertà umana, e che neppure Dio stesso, nella sua infinita bontà e misericordia, può modificare, perché, se lo facesse, andrebbe contro la volontà delle Sue creature. A questa prima risposta, adatta alle capacità di comprensione di un bambino di otto o nove anni, ma tutt’altro che sciocca o banale, raramente fa seguito, nel corso degli anni successivi, una riflessione personale e più matura, come se la questione avesse perso tutta a sua importanza. Sono ben poche, infatti, le persone adulte le quali ritengono che valga la pena di riprendere il discorso lasciato aperto allorché, generalmente subito dopo la Cresima, hanno interrotto, di fatto se non in via di principio, i rapporti con la Chiesa, riducendo al minimo la pratica religiosa, tralasciando la consuetudine della preghiera e restando anche per periodi lunghissimi, magari per parecchi anni, lontano dai sacramenti della Confessione e della santa Comunione.

Differenze colossali

Il Generale dei Gesuiti, il buddismo e il cristianesimo 


Sono rimasto alquanto perplesso quando ho recentissimamente visto una foto del generale dei Gesuiti, Padre Arturo Sosa Abascal che in Cambogia in un tempio pregava insieme ai monaci buddisti. Il gesto di Padre Sosa  alimenterà una grande confusione….
In Italia e in altri paesi di antica tradizione Cattolica, come la Francia e la Spagna, da qualche tempo sembra esserci un certo interesse da parte dei giovani e dei ceti colti verso il Buddismo. In certi ambienti “in” dichiararsi oggi buddisti è molto alla moda. Il film di Bernardo Bertolucci, “Piccolo Buddha”, di qualche anno fa ebbe un grande successo di pubblico e di critica, e ha ulteriormente moltiplicato le inchieste sul Buddismo occidentale.

«Finora ho sentito soltanto insulti».

IL FUMO DI SATANA – Il Foglio intervista il card. Muller: La Chiesa non può essere sostenuta dagli applausi del mondo


Matteo Matzuzzi, vaticanista de Il Foglio, intervista in esclusiva l’ormai ex prefetto della Congrazione per la Dottrina della Fede. «Sono leale al Papa, ma non sono un adulatore», afferma il porporato tedesco. Dice la sua anche sui dubia: «Non capisco perché non si avvii sui dubia un dialogo sereno. Finora ho sentito soltanto insulti».
di Matteo Matzuzzi (21-07-2017)
cardinale mullerRoma. La verità sull’ultima udienza tra l’ex prefetto della congregazione per la Dottrina della fede e Francesco, le divisioni nella Chiesa dopo il Sinodo. «Il Magistero non ha l’autorità di correggere Gesù Cristo, semmai è il contrario». Eminenza, si è fatto un’idea del perché il Papa abbia deciso di rimuoverla dalla guida della congregazione per la Dottrina della fede? «No, non lo so, perché il Santo Padre non me l’ha detto. Mi ha solo informato che il mandato non sarebbe stato rinnovato. Ci sono state molte speculazioni sui mass media negli ultimi tempi, e direi che la nomina del nuovo segretario della congregazione (mons. Giacomo Morandi, ndr) resa nota martedì scorso è un po’ la chiave per comprendere queste manovre».

Poteva scegliere peggio

Lettera di felicitazioni a padre Sosa.

(Non sghignazza nemmeno. Congratulazioni)

La nuova Compagnia delle Indie


ARIEL LEVI DI GUALDO: MARTINI SAREBBE USCITO DAL CONCLAVE PER NON VOTARE PER BERGOGLIO PAPA.


Ci ha scritto un vecchio e stimato amico sacerdote, Ariel Levi di Gualdo, in relazione all’ultimo articolo che abbiamo felicemente ospitato di Romana Vulneratus Curia (RVC per gli amici). È una lettera interessante, perché offre squarci di informazione, e spunti di riflessione, sulle vicende di Chiesa che stiamo vivendo in questi tempi. Ma non c’è bisogno di nostri commenti: lasciamo la parola ad Ariel.
Caro Marco,
dopo avere letto il tuo articolo «Martini non voleva Bergoglio Papa», ero tentato di chiamarti per fare due chiacchiere, che in ogni caso faremo comunque.
Tu ed io ci conosciamo da molti anni, siamo amici e ci leggiamo vicendevolmente, pertanto ti è noto quanto sia mia abitudine trattare la Compagnia di Gesù con estrema durezza da alcuni anni a questa parte. Forse perché ce l’ho fina con i gesuiti? No, non potrei avercela, perché verso i Gesuiti della vecchia scuola formatisi prima degli anni Sessanta e appartenenti alla vecchia Compagnia di Gesù, nutro invece profonda gratitudine, perché sono stato loro allievo. Non nutro invece alcuna stima verso i membri di quella che mi sono dilettato a chiamare la nuova Compagnia delle Indie, oggi capitanata da un eretico palese e manifesto: Padre Arturo Sosa.