Suaviter in modo, fortiter in re
Ancora su mons. Lefebvre, il Concilio e mons. Schneider
Circola in questi giorni in rete un articolo di mons. Athanasius Schneider sull’«interpretazione del Concilio Vaticano II e la sua relazione con l’attuale crisi della Chiesa»[1]. Non è la prima volta, nel corso degli ultimi anni, che il Vescovo ausiliare di Astana interviene sull’argomento. È però la prima volta che afferma esplicitamente che il Concilio Vaticano II contiene delle proposizioni erronee (che ce ne fossero di ambigue, lo aveva già ripetuto a più riprese) su temi di notevole importanza della dottrina cattolica – l’ecumenismo, la collegialità, la libertà religiosa, le relazioni con il mondo moderno – e individua in questi errori del Concilio i prodromi della crisi attuale.
Nell’articolo cerca anzi di fare una sintesi generale del suo pensiero attuale sul Concilio. L’evento non può lasciare indifferente il mondo tradizionalista. Che pensarne, dunque? Un paragone con le parole e l’operato di quella che è stata indiscutibilmente la principale figura di riferimento del movimento di reazione alle riforme conciliari, mons. Marcel Lefebvre, ci sarà di ausilio per trovare una risposta.