ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 11 agosto 2017

L’origine di tutti mali della Chiesa?

Concilio e storia



La settimana scorsa il Prof. Roberto de Mattei ha pubblicato sull’agenzia d’informazione Corrispondenza Romana, un breve articolo dal titolo “Il Concilio Vaticano II e il messaggio di Fatima”, nel quale, prendendo spunto da un recente intervento di Mons. Athanasius Schneider, ribadisce la propria posizione sul Concilio Vaticano II, per poi soffermarsi su un punto specifico: la mancata consacrazione della Russia al Cuore immacolato di Maria, richiesta dalla Vergine a Fatima e sollecitata, durante il Concilio, da un gruppo di oltre cinquecento Presuli, la cui petizione fu totalmente ignorata da Paolo VI e dalla maggioranza dei Padri.


Non intendo attardarmi su quest’ultimo aspetto, a proposito del quale mi trovo pienamente d’accordo col prof. De Mattei. Il Concilio Vaticano II sembrerebbe davvero una sequela di occasioni mancate: dalla mancata condanna del comunismo alla mancata consacrazione della Russia. Va detto però che la storia non si fa con i “se”; non ci si aspetterebbe di leggere da uno storico una frase del genere: «Se la consacrazione richiesta fosse stata fatta, una pioggia di grazie sarebbe caduta sull’umanità». Sarà anche vero, ma la consacrazione… non è stata fatta. E questo è l’unico dato storico che conta.

Uomo o papa?


BURKE: ATTENTI A NON CADERE NELL’IDOLATRIA DEL PAPATO. NON OGNI PAROLA DEL PAPA È MAGISTERO…

Il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano militare ordine di Malta, sta tenendo una serie di conferenze negli Stati Uniti. Il 22 luglio parlava al “Forum della Chiesa che insegna”. In quell’occasione ha notato che trattare ogni parola pronunciata dal Pontefice come se fosse insegnamento ufficiale della Chiesa sarebbe “cadere in un’idolatria del papato”.
I cattolici devono cercare di restare fedeli a Cristo e alla Chiesa che ha fondato e imparare a discernere fra “le parole dell’uomo che è papa e le parole del papa come vicario di Cristo in terra”.

Scottish not english

SCOZIA. MESSA IN RITO ANTICO DI FRONTE ALLE ROVINE DELLA CATTEDRALE DI ST ANDREWS, DISTRUTTA DAI PROTESTANTI

Scozia. Messa in rito antico di fronte alle rovine della Cattedrale di St Andrews, distrutta dai protestanti
Quella di San Ninian è una confraternita nata per promuovere la riconversione della Scozia alla fede cattolica. Lo fa attraverso le preghiere e dei pellegrinaggi nei quali vengono celebrate Messe secondo la forma straordinaria del rito romano.
Dal 5 al 7 agosto si è quindi svolto un pellegrinaggio a piedi da Edinburgo a St Andrews, sulle orme dei fedeli che nel Medioevo si recavano a chiedere l'intercessione del santo patrono della Scozia.
Al termine della tre giorni di cammino e litanie è stata celebrata la Messa di fronte alle rovine di quella che era la Cattedrale cattolica della città scozzese, saccheggiata durante la “Riforma” protestante nel 1560 e abbandonata fino a farla diventare un rudere.

A.A.A (ambiguo,atematico e apatico)

L'EQUIVOCO POST-CONCILIARE DEL «DIALOGO»: LECTIO MAGISTRALIS DEL CARDINALE BIFFI IN TRE MINUTI

Intervento a braccio del cardinale Giacomo Biffi a Bassano del Grappa (Vi), l'8 ottobre 1993, in occasione del conferimento del Premio Cultura Cattolica.
Quando il «colloquium» diventa un vocabolo a-patico

henri-de-lubac

Il dialogo si è arenato in uno sterile ed evidente convergere su convinzioni comuni e i collocutori sono sempre stati, in epoca postconciliare, più concentrati alla custodia della simpatia reciproca che alla ricerca del vero. Tutto cominciò con l’enciclica “Ecclesiam Suam” (1964) di Paolo VI. Poi ci si mise di mezzo il postconcilio e nonostante i vari tentativi di precisazione, come quello di De Lubac o di Ratzinger, il termine “dialogo” continua ad essere ambiguo, inteso come atematico e apatico.

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Si vede troppo?

La copertina di un libro uscito in Usa.    

                      


Un’immagine da cui  energicamente ci dissociamo (solo con un modesto consiglio al Vaticano: ormai si vede troppo, santità)
Color Revolution in Eritrea, profughi qui

La tratta dei bambini

Le ONG puntano il dito sui cadaveri dei migranti annegati per segnalare ai loro fotoreporter da 120 scatti al minuto quelli da sbattere sulle prime pagine. Le ONG sono sbarcate sul mare perché non gli bastavano più i lauti finanziamenti che già prendevano con le loro campagne pubblicitarie: “Troppi bambini come Jon non hanno mangiato oggi aiutaci a farli mangiare domani” Quel bambino, dal volto scarno e dalla pancia gonfia, viene con violenza filmato in tutta la sua drammaticità per essere mostrato allo spettatore occidentale di cui si sfrutterà la pietà. L’unico obiettivo delle ONG sembra quello di arraffare soldi: “Dona 2 euro con un SMS, con il tuo aiuto gli garantisci un pasto al giorno”, “Donando 9 euro mangerà per un mese”. Ci hanno oramai abituati a vedere immagini di bambini sempre più cruente accompagnate da voci suadenti che recitano: “Mohammed non ha mangiato quest’oggi e non mangerà neanche domani!

Non si accorge o si accorge fin troppo?



Oggi sul Giornale in prima pagina scrivo contro l'invasionismo del giornale dei vescovi italiani: "Ma cos'è questa brama ecclesiastica di importare seguaci di Allah quando non si è più capaci di portare in chiesa nemmeno i battezzati? Poco dopo aver letto le parole di Tarquinio mi è caduto l'occhio sugli ultimi dati dell'anagrafe milanese: nei primi sei mesi del 2017 i matrimoni civili sono stati 1006, quelli religiosi 245 (poco più delle 214 unioni omosessuali)".

L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi

"Il Papa e la distruzione della cristianità": Mario Giordano, drastico attacco al Pontefice

Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla missiva di un lettore.
Caro Giordano, Bergoglio, nato e cresciuto in Sudamerica, non può conoscere fino in fondo né capire la storia e la civiltà europea e si adopra sistematicamente per favorire l’invasione musulmana, dimenticando che la religione cristiana, di cui dovrebbe essere il massimo rappresentante, non può che confliggere con essa. L’Italia, grazie alla politica folle e suicida di Renzi, sta subendo in prima linea quell’invasione mentre il Papa argentino se ne sta tranquillo al riparo delle alte e solide mura vaticane. Bergoglio condanna l’Europa perché non si lascia invadere (Socci), dimenticando, scientemente o meno, che esistono in Medio Oriente tanti Stati arabi, Qatar, Arabia Saudita, etc: spazi sconfinati, ricchi sfondati, e governati da loro fratelli in Allah. Perché non esorta i clandestini musulmani, a lui tanto cari da esserseli portati a Roma, lasciando nel fango e nella disperazione altrettanti profughi cristiani, a dirigere il loro cammino verso quegli Stati, che non aspettano che quel momento per erigere all’istante mura alte e solide sul modello del Vaticano?
Corrado Alessi
Milano

Che sperano..?


Papa Francesco:
profusione di bestemmie e di sollecitazioni al peccato.


Come si fa a qualificare cattolicamente questa nuova iniziativa sulfurea di Papa Francesco?
Costui, imperterrito, non perde occasione per offendere Dio e per incoraggiare il peccato, soprattutto se si tratta del peccato contro natura.
Qual è il suo scopo? Potremmo dire chissà che, ma ci sembra che sia necessario dire che il suo scopo è distruggere la Chiesa cattolica.
Stolto e illuso, come il demonio che lo ispira! Non sa che la Chiesa non può essere distrutta, perché Dio l’ha voluta e la conserva fino alla fine del mondo?
Ma in effetti, Bergoglio ha uno scopo più immediato e più pratico: condurre all’inferno quante più anime è possibile.

Tovarish Bugniniskj?

Putin e l’anniversario dei vecchio-credenti, i ‘veri russi’


Frutto di uno scisma e di una scomunica nel XVII secolo, i vecchio-credenti si ritengono la “vera” Chiesa ortodossa russa. Ha comunità anche all’estero, in Uganda e Pakistan. In diversi momenti il presidente russo ha mostrato benevolenza e liberalità verso di loro.
 Un anniversario particolare è stato commemorato nei giorni scorsi: 350 anni fa, all’inizio di agosto del 1667, si chiudeva il “Grande Concilio di Mosca”, che sancì la scomunica del gruppo scismatico dei “vecchio-ritualisti” (staroobrjadtsy). I seguaci del leader di quelli che si ritenevano i “veri russi”, il protopop Avvakum Petrovič, rimasero fuorilegge in Russia fino al 1905. In seguito, come tutte le altre comunità religiose, subirono le persecuzioni del regime sovietico. Oggi, dopo anni di libertà e “rinascita religiosa”, la comunità dei vecchio-credenti sembra godere di nuove opportunità, anche per il favore a loro dimostrato di recente dal presidente russo Vladimir Putin.

giovedì 10 agosto 2017

Abbi pazienza, cara Madre.



Immaginaria preghiera di Papa Francesco

Vedevo in diretta la bianca figura del Papa in preghiera davanti alla statua della Madonna a Fatima e immaginavo che lui pregasse così:
«Cara Madre, eccomi, dopo aver riconosciuto l’indubitabile veracità dei bambini che trasmisero il tuo messaggio, carico dell’obbligo di risponderti con l’intera Chiesa.
Abbi compassione delle mie titubanze: Tu sai che quando il mio predecessore chiese a Mosca se fosse gradito l’atto di consacrazione si sentì rispondere male.
È vero che ora Cirillo a Cuba ha accettato di stare sotto il tuo mantello insieme a me, ma Tu sai bene che ha bisogno di proteggersi le spalle e rassicurare i suoi guardiani che stare sotto il tuo mantello non significa affatto unione delle Chiese. E se io consacrassi la Russia senza di lui, riemergerebbe subito la polemica con la Sede Apostolica e le sue presunzioni.
Bisognerebbe fare questa consacrazione insieme a lui, a nome di tutte le Chiese, possibilmente in Russia. Ma Tu sai bene che se io ho le mie spine cattoliche, Cirillo ha le sue spine russe.

Nuntereggae più

Medjugorje, Medjugorje, Medjugorje... ma non ce la faccio !


Ogni promessa è un debito.
Avevamo promesso ad alcuni fervidissimi "gospari" medjugoriani che, allentando  le nostre filiali posizioni, che debbono combaciare con quelle della  Santa Madre Chiesa, avremmo scritto qualcosa di positivo su quel grande evento estivo chiamato "Festival dei giovani".
Cosa c'è di meglio di prendere allora il testo da un qualificatissimo sito cattolico come La Nuova Bussola Quotidiana affidandoci alla saggezza di una giornalista che ci dona anche dei mirabili studi di arte e spiritualità cattolica?
Eppure.... non ne l'abbiamo fatta...
Non ce l'abbiamo fatta...
Neppure la Giornalista e studiosa Benedetta Frigerio è risultata del tutto immune dal virus propagato dalla potente organizzazione propagandistica dei gospari medjugoriani...
Per questo, continuando prudentemente e ostinatamente a seguire le indicazioni della Santa Madre Chiesa, ci siamo avvalsi della facoltà di postare solo alcuni passi  di un articolo della Dott.ssa Frigerio ( sotto linkato).
Sottolineiamo infine un aspetto positivo che ci è stato riferito: il miglioramento dello "stile" celebrativo e l'uso frequente della lingua liturgica del latino, divenuto alfiere e vessillifero della buona liturgia.
AC

Ma siamo veramente ridotti così?



https://www.youtube.com/watch?v=MdM4sIt_dk8

Il Puntatore. Alleluja delle lampadine



Ricordo molti anni fa, in una parrocchia di Moteverde Vecchio qui a Roma, che al tempo frequentavo. Ad un certo punto mi introducono l'Alleluia delle lampadine, titolo che al momento mi apparve arcano.

Poi cominciò la dimostrazione pratica del canto stesso e ricordo di aver provato una sensazione di agghiacciato imbarazzo. Ma siamo veramente ridotti così? E ricordo i vari preti che, per fare i "ggiovani", si dimenavano attirandosi la simpatia dei malaccorti e la commiserazione degli avveduti.

L' “angelo dei profughi”


Don Mussie Zeray e il network dei satellitari


Alarm Phone nasce, come una scatola cinese, nell’ottobre 2014. Alarm Phoneè un call center per i migranti organizzato da una coalizione di attivisti internazionali che da Tunisi a Chicago, da Tangeri e Melilla a Palermo, Berlino, Strasburgo, Barcellona, Bruxelles, Vienna, Zurigo, Amsterdam e Londra puntano lo sguardo direttamente sul Mar Mediterraneo. La coalizione vanta collaborazioni come WatchTheMed, Boats4People, Benvenuti in Europa, Africa Europe Interact, Borderline-Europe, No Borders Marocco, FFM e Voix des migrants. Ad ispirare Alarm Phone è stato il solito Don Mussie Zeray, per anni referente numero uno di chi era in pericolo in mare. Lui ha voluto condividere le sue esperienze e le sue competenze maturate in innumerevoli chiamate satellitari dal Mediterraneo.
Così Alarm Phone è partita con la partecipazione di 60 attivisti che nell’arco di un solo anno sono diventati 120. Molti di loro provengono dall’esperienza della campagna “Boats4people” del 2012. Sul loro sito c’è scritto: “Boats 4 People è una coalizione internazionale di organizzazioni della regione Mediterranea, dell’Africa e dell’Europa. È stata creata per impedire altre morti alle frontiere marittime e per difendere i diritti dei migranti in mare. Rivendica la libertà di movimento per tutti.”

don Musie Zerai  sempre col telefono

Una calma e una compostezza sovrumane


LE FAUCI DEL DRAGO   
          
E adesso, chi chiuderà le fauci al drago? Per impedirgli di appestare tutta quanta l’opera di Dio, chi farà quel che fece san Silvestro, scendendo i gradini uno a uno, per legargli il muso e ridurlo all’impotenza? 
di Francesco Lamendola  



 
  
In un pomeriggio di primavera, quasi nell’ultima luce del giorno, un ragazzo molto giovane aveva “scoperto”, praticamente per caso, una delle basiliche più famose della cristianità, quella di Santa Croce a Firenze. Non ne aveva mai sentito parlare, e, nella sua ignoranza, scusabile in parte data l’età, non aveva letto neppure I sepolcri di Foscolo. Si era recato, da solo, nella città sull’Arno per abbeverarsi alla storia dell’arte e per vagare da un museo a una pinacoteca, inebriandosi davanti a quei tesori d’incomparabile bellezza, allora tanto più facilmente accessibili di oggi: non si doveva prenotare, né fare la fila per visitare le Gallerie degli Uffizi (e neppure per entrare nella Basilica di San Marco a Venezia, del resto) e, con pochissimi soldi in tasca, dormendo all’ostello e mangiando qualche tramezzino, aveva vagato estatico da un dipinto all’altro, da un affresco all’altro, da una scultura all’altra. Infine, scendendo da San Miniato al Monte anziché arrivando dal centro cittadino, dove pure aveva l’alloggio, si era imbattuto in quella grande chiesa e vi era entrato, senza sapere nemmeno che conteneva le tombe dei grandi italiani. Ben presto era giunto nella Cappella Bardi di Vernio, nel transetto dell’edificio, davanti agli affreschi eseguiti da Maso di Banco nel 1340, che il Vasari aveva erroneamente attribuito a Tommaso di Stefano detto il Giottino. La luce della sera entrava obliquamente dai finestroni e si posava su quelle antiche scene, creando un’atmosfera suggestiva, che aveva trasportato il ragazzo quasi fuori del tempo e dello spazio.

La qualità degli effetti


La Chiesa post-sessuale (II parte)


DAI FRUTTI RICONOSCERETE L’ALBERO

Per soppesare i fenomeni della storia, compresa la storia della Chiesa, vale sempre la Parola di Cristo il quale ci ha suggerito un metodo infallibile per valutare la bontà del decorso materiale e spirituale di una realtà: occorre osservare la qualità degli effetti per comprendere la qualità delle cause. Questo è il significato più trasparente della frase evangelica “dai loro frutti dunque li riconoscerete”.
Noi tentiamo qui di percorrere il medesimo itinerario proponendoci di osservare e valutare la qualità della causa a partire dagli effetti che ne sono scaturiti: ne risulta infine come l’iter di sterilizzazione indotta e spacciato da una parte della leadership cattolica come percorso di maturazione cristiana sia la causa scatenante dell’attuale impotenza e infecondità cattolica allo stesso modo in cui un albero infetto produce frutti atrofizzati.

L’analisi degli effetti prodotti dalla realtà cattolica attuale ci rivela dunque le seguenti evidenze tutte o quasi riconducibili a un cammino di depotenziamento in materia dottrinale, teologica, etica e devozionale:


La colpa non è loro, ma della Chiesa (o dei preti) ?..

Fai come se fossi a casa tua!


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Un paio di giorni fa il quotidiano Avvenire, tramite la sua pagina Facebook, ci ha regalato un’interessante notizia. Un parroco ha esposto fuori dalla sua chiesa il cartello di cui sopra. L’intento sembrerebbe essere chiaro: far sentire accolti tutti, in qualunque momento, in qualunque circostanza, in qualunque condizione. Meritevole l’intento, disastroso il metodo.

mercoledì 9 agosto 2017

I “filantropi”


ONG e flussi di immigrati: filantropia o ideologia?

ONG e flussi di immigrati: filantropia o ideologia?
(di Lupo Glori) Dalle infinite polemiche per l’introduzione dello Ius Soli al nuovo codice di condotta per le Organizzazioni Non Governative (Ong) che effettuano operazioni di soccorso in mare, il tema immigrazione continua ad essere al centro del dibattito politico italiano ed europeo e promette di essere l’ago della bilancia attorno al quale si giocheranno le prossime elezioni politiche.
Tutto nasce a fine aprile, quando il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, viene travolto dalle polemiche per aver avanzato, dai microfoni di Agorà su Raitre, alcune legittime perplessità riguardo presunte collusioni tra operatori umanitari e trafficanti libici: «A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune Ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi. Moltiplicate 8.500 per 600 euro circa che è il costo di ogni viaggio: sono cifre significative in tre, quattro giorni».

Non capisco dove siano gli ostacoli..?

Il cardinale Gerhard Müller: “il magistero del papa non ha l’autorità di correggere Gesù Cristo”




Eminenza, si è fatto un’idea del perché il Papa abbia deciso di rimuoverla dalla guida della congregazione per la Dottrina della fede? “No, non lo so, perché il Santo Padre non me l’ha detto. Mi ha solo informato che il mandato non sarebbe stato rinnovato. Ci sono state molte speculazioni sui mass media negli ultimi tempi, e direi che la nomina del nuovo segretario della congregazione (mons. Giacomo Morandi, ndr) resa nota martedì scorso è un po’ la chiave per comprendere queste manovre”. E’ sereno il cardinale Gerhard Ludwig Müller, teologo tedesco e per cinque anni prefetto di quello che fu il Sant’Uffizio, nominato da Benedetto XVI,confermato da Francesco che però lo scorso 30 giugno gli ha comunicato la decisione di fare a meno di lui.
Con il Foglio ripercorre le tappe che hanno portato al suo allontanamento, alle controversie sull’interpretazione dell’esortazione post sinodale Amoris laetitia e, più in generale riflette sullo stato (pessimo) della religione in Europa. Eppure di un suo congedo si parlava da tempo, tant’è che erano perfino state ipotizzate dai media eventuali destinazioni diocesane per il curatore dell’opera omnia di Joseph Ratzinger. “Io sono sempre stato tranquillo”, risponde però Müller: “Ritengo di aver adempiuto a tutti i miei compiti, e anche più del necessario. Della mia competenza teologica nessuno nutriva dubbi. Io sono sempre stato leale con il Papa, come richiede la nostra fede cattolica, la nostra ecclesiologia. Questa lealtà è sempre stata accompagnata dalla competenza teologica, per cui non si è mai trattato di lealtà ridotta a pura adulazione”. E questo perché “il magistero ha bisogno di competenti consigli teologici, come del resto è ben descritto in Lumen gentium n. 25 e come prevede in modo chiaro il carisma dello Spirito santo attraverso il quale agiscono i vescovi e il Papa stesso come capo del collegio episcopale. Ma tutti noi siamo uomini e abbiamo bisogno di consigli e il contenuto della fede non si può spiegare senza un chiaro fondamento di studi biblici. La stessa cosa – prosegue – vale per lo sviluppo del dogma. Nessuno può elaborare un documento magisteriale senza conoscere i Padri della Chiesa, le grandi decisioni dogmatiche sulla teologia morale dei vari concili. Per questo esiste la congregazione per la Dottrina della fede, che è la più importante congregazione della curia romana. Conta due commissioni teologiche oltre ai consultori. Insomma, ha un compito chiaro e una grande responsabilità riguardo all’ortodossia della Chiesa”. Ma è vero che come s’è letto da qualche parte, il suo ultimo colloquio con Francesco è stato teso e gelido? “Sono ricostruzioni totalmente false. Il Papa mi ha semplicemente informato della sua decisione di non rinnovarmi il mandato. Nulla di più. E’ stata un’udienza di lavoro, normale, alla fine della quale il Santo Padre mi ha comunicato la scelta. Il giorno dopo, sono stato congedato”.



Qualche ipotesi però è stata fatta sulle ragioni della rottura e oltre alla presunta lentezza nel perseguire i casi d’abuso nel clero diversi organi di informazione hanno scritto di un’eccessiva esposizione mediatica, spesso a fare da contraltare al Papa. Un modus operandi diverso rispetto a quello dei suoi predecessori più immediati. Il cardinale Müller sorride: “Mi sembra di poter dire che la presenza mediatica del cardinale Ratzinger fosse molto evidente, anche solo con i suoi grandi libri-intervista. E questo fa parte dell’incarico di prefetto, che non è un puro e semplice lavoro burocratico. Io, poi, ero conosciuto anche prima come teologo, contando numerose pubblicazioni. E comunque, me lo si consenta, anche il Papa usa il mezzo delle interviste. Il fatto è che oggi dobbiamo usare gli strumenti della comunicazione moderna, i giovani non sempre leggono i libri e i giornali. Utilizzano i social network, internet. E se vogliamo promuovere la fede – che è, ricordo, il compito principale della congregazione – dobbiamo entrare in dialogo con loro su queste piattaforme. Io non ho mai parlato del mio pensiero, della mia persona, in queste interviste. Ma della fede! E poi, ricordo, io sono vescovo e un vescovo ha l’obbligo di diffondere il Vangelo e non solo nelle sue omelie, bensì anche attraverso le discussioni scientifiche con i contemporanei”. Noi, aggiunge, “non siamo una religione ristretta, un club. Siamo una Chiesa dialogante, la religione della Parola di Dio, che Cristo stesso ha consegnato ai suoi apostoli, esortando a insegnarla e predicarla in tutto il mondo”.
Va bene, però qualche tensione intra ecclesiam c’è, lo si può constatare facilmente. Si prenda ad esempio Amoris laetitia, il documento prodotto dal doppio Sinodo sulla morale famigliare. L’eminentissimo Christoph Schönborn, teologo pure lui e ispiratore della soluzione aperturista, ha di recente ribadito quanto la sua posizione sia opposta rispetto a quella di Müller. Dunque? “Può darsi che il cardinale Schönborn abbia una visione opposta alla mia, ma forse ne ha una opposta anche a quella che aveva lui prima, visto che ha cambiato posizione. Io penso che le parole di Gesù Cristo debbano essere sempre il fondamento della dottrina della Chiesa. E nessuno, fino a ieri, poteva dire che questo non era vero. E’ chiaro: abbiamo la rivelazione irreversibile di Cristo. E alla Chiesa è affidato il depositum fidei, cioè tutto il contenuto della verità rivelata. Il magistero non ha l’autorità di correggere Gesù Cristo. E’ Lui, semmai, che corregge noi. E noi siamo obbligati a obbedirgli; noi dobbiamo essere fedeli alla dottrina degli apostoli, chiaramente sviluppata nello spirito della Chiesa”.



Scusi, ma allora perché anche lei ha votato la relazione del circolo minore in lingua tedesca, scritta dallo stesso Schönborn e approvata da Walter Kasper? “Il Sinodo ha chiaramente detto che i singoli vescovi sono responsabili di questo cammino, per portare le persone alla piena grazia sacramentale”, risponde il cardinale Gerhard Ludwig Müller al Foglio. “Questa interpretazione c’è, senza dubbio, ma io la mia posizione – privata e soggettiva – non l’ho mai cambiata. Ma come vescovo e cardinale lì rappresentavo la dottrina della Chiesa, che conosco anche nei suoi sviluppi fondamentali, dal Concilio di Trento alla Gaudium et spes, che rappresentano le due linee guida. Questo è cattolico, il resto appartiene ad altre credenze. Io – spiega – non capisco come si possano concordare diverse posizioni d’interpretazione teologica e dogmatica con le chiare parole di Gesù e di san Paolo. Entrambi hanno chiarito che non ci si può sposare una seconda volta se il legittimo partner è vivente”.
Comprende le ragioni che hanno portato i cardinali Burke, Brandmüller, Caffarra e il defunto Meisner a presentare al Papa cinque dubia sull’esortazione?
Non capisco perché non si avvii sui dubia un dialogo sereno. Finora ho sentito solo invettive e offese contro questi cardinali
Io non comprendo il motivo per cui non si avvii un dialogo con calma e serenità. Non capisco dove siano gli ostacoli. Perché fare emergere solo tensioni, anche pubbliche? Perché non organizzare una riunione e parlare apertamente su questi temi, che sono essenziali? Fino a oggi ho ascoltato solo invettive e offese contro questi cardinali. Ma questo non è né il modo né il tono per andare avanti. Noi siamo tutti fratelli nella fede e io non posso accettare discorsi sulle categorie ‘amico del Papa’ o ‘nemico del Papa’. Per un cardinale è assolutamente impossibile essere contro il Papa. Cionostante – prosegue l’ex prefetto del Sant’Uffizio – noi vescovi abbiamo il diritto direi divino di discutere liberamente. Vorrei ricordare che nel primo concilio tutti i discepoli hanno parlato in modo franco, favorendo anche controversie. Alla fine, Pietro ha dato la sua spiegazione dogmatica, che vale per tutta la Chiesa. Ma solo dopo, al termine di una lunga discussione animata. I concili non sono mai stati raduni armoniosi”.

Il punto è se Amoris laetitia rappresenti o meno una forma di discontinuità rispetto al magistero precedente. E’ così o no? “Il Papa – dice Müller – tante volte ha dichiarato che non c’è un cambiamento nella dottrina dogmatica della Chiesa, e questo è evidente, anche perché non sarebbe possibile. Francesco voleva attrarre di nuovo queste persone che si trovano in situazioni irregolari rispetto al matrimonio, cioè come farli avvicinare alle fonti della grazia sacramentale. Ci sono i mezzi, anche canonici. A ogni modo, chi vuole ricevere la comunione e si trova in stato di peccato mortale deve ricevere sempre prima il sacramento della riconciliazione, che consiste nella contrizione del cuore, nel proposito di non peccare più, nella confessione dei peccati e nella convinzione di agire secondo la volontà di Dio. E nessuno può modificare questo ordine sacramentale, che è stato fissato da Gesù Cristo. Possiamo semmai cambiare i riti esterni, ma non questo nucleo sostanziale. Ambiguità in Amoris laetitia? Può darsi e non so se siano volute. Se ci sono, le ambiguità hanno a che vedere con la complessità della materia e della situazione in cui si trovano gli uomini di oggi, nella cultura in cui sono immersi. Quasi tutti i fondamenti e gli elementi essenziali, oggigiorno, per popolazioni che superficialmente si definiscono cristiane, non sono più comprensibili. Da qui – aggiunge il cardinale – nascono i problemi. Noi abbiamo avanti due sfide, prima di tutto: chiarire qual è la volontà salvifica di Dio e interrogarci sul modo di aiutare pastoralmente questi nostri fratelli a camminare lungo la via indicata da Gesù”.

Il riaccostamento alla comunione dei divorziati risposati era una vecchia richiesta di parte dell’episcopato tedesco. “E’ vero, furono tre vescovi tedeschi, Kasper, Lehmann e Saier, che all’inizio degli anni Novanta lanciarono la proposta. Ma la congregazione per la Dottrina della fede la respinse definitivamente. Tutti hanno convenuto che bisognava discuterne ancora e finora nessuno ha abrogato quel documento”.
“Si parla di responsabilità della Chiesa nella cultura e nell’ambiente, ma ci sono tanti laici competenti in questo campo”
A proposito di Chiesa tedesca: da lì, negli ultimi tre anni, sono giunti i venti più forti del cambiamento, con il cardinale Marx che diceva davanti ai microfoni che “Roma non potrà mai dirci cosa fare o non fare in Germania”. Ma com’è la situazione, oggi, in quella terra? “Drammatica”, dice subito Müller, che per dieci anni è stato vescovo di Ratisbona, prima di essere chiamato a Roma da Benedetto XVI. “La partecipazione activa e actuosa è molto diminuita, anche la trasmissione della fede non come teoria ma come incontro con Gesù Cristo vivo è calata. E così le vocazioni religiose. Questi sono segni, fattori da cui si vede la situazione della Chiesa. ma è tutta l’Europa che vive ormai un processo di decristianizzazione forzata, che va ben oltre la semplice secolarizzazione. E’ – dice il nostro interlocutore – la decristianizzazione di tutta la base antropologica, con l’uomo definito strettamente senza Dio e senza la trascendenza. La religione è vissuta come un sentimento, ma non come adorazione di Dio creatore e salvatore. In questo grande quadro, tali fattori non sono buoni per la trasmissione della fede cristiana vissuta e per questo è necessario non perdere le nostre energie in lotte interne, in scontri l’uno contro l’altro, con i cosiddetti progressisti che cercano la vittoria cacciando tutti i cosiddetti conservatori. Se si ragiona così – dice Müller – si dà un’idea della Chiesa come di qualcosa di fortemente politicizzato. Il nostro a priori non è l’essere conservatore o progressista. Il nostro a priori è Gesù. Credere nella resurrezione, nell’ascensione o nel ritorno di Cristo nell’ultimo giorno è fede tradizionalista o progressita? No, questa è semplicemente la Verità. Le nostre categorie devono essere la verità e la giustizia, non le categorie che vanno secondo lo spirito del tempo”. Il cardinale definisce “grave” la situazione corrente, perché “si è ridotta la prassi sacramentale, l’orazione, la preghiera. Tutti gli elementi della fede vissuta, della fede popolare, sono crollati. E il dramma è che non si sente più il bisogno di Dio, della parola sacra e visibile di Gesù. Si vive come se Dio non esistesse. Rispondere a tutto ciò è la nostra grande sfida. Noi non siamo agenti propagandisti delle nostre proprie verità, bensì testimoni della verità salvifica. Non di un’idea della fede, ma della realtà vissuta della presenza di Cristo nel mondo”…
Il Foglio, 21/7/2017
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/07/21/news/chiesa-non-puo-essere-solo-applausi-intervista-al-card-gerhard-muller-145614/


Libertà e Persona9 agosto 2017