ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 27 ottobre 2017

November adveniens

Cosa sono le Indulgenze e le preghiere per ottenerle da Filotea del 1889


Tutto il materiale qui riprodotto è stato da noi fedelmente scansionato dal Breviario “Manuale di Filotea” del sacerdote Giuseppe Riva del 1889 alla sua 22° edizione, con Imprimatur canonico. Il materiale esposto può essere copiato, divulgato e condiviso per la maggior Gloria di Dio e per il bene delle Anime.
Orazione a Maria
O Maria, Vergine dolcissima, madre di Dio, regina delle grazie, avvocata de’peccatori, rifugio dei tribolati, porgete le orecchie della vostra pietà ai preghi di me umile vostro servo, e concedetemi la grazia che io sia nel numero di quelli che voi amate e conservate scritti nel vostro verginal petto. Purificate, o Vergine immacolata, il cuor mio da ogni peccato. Levate da me tutto quello che dispiace agli occhi vostri, Purgate quest’anima dagli amori ed affetti terreni e vani, ed innalzatela all’amore dei beni celesti e sempiterni. Pregate, o Vergine santa, per me appresso il vostro Figliuolo, adesso e nel punto della mia morte, e in quel giorno tremendo e spaventevole del Giudizio, quando io sarò per render conto delle opere mie, acciocché per mezzo vostro io abbia a fuggire le pene del fuoco eterno, e così venire a godere con voi la gloria ineffabile del Paradiso. Salve Regina….
Aspirazioni
Con mio sommo piacere penso, o Maria, Che Madre siete ed avvocata mia.
Se pronta siete nel salvar chi v’ama. Salvate ancor chi Madre sua vi chiama.
Per le vostre virtù v’amo, o Maria, E vostro imitator fate ch’io sia.
Regina del ciel, sia vostro impegno Di farmi entrare nel celeste regno.
Per me pregate, o vergine Maria, Adesso e in fine della vita mia.
Dite a Gesù, vergin Maria, che l’amo, Ditegli ancor che di vederlo io bramo.
Gesù, Giuseppe, e voi, vergin Maria, Custodite ogni dì l’anima mia;
Grida sol per amor, anima mia: “Viva Giuseppe con Gesù e Maria!”
Per le Anime Purganti
No, non restin nell’obblio le Purganti abbandonate.
Abbia pace alfine, o Dio, Chi fu in guerra a te fedel.
Goda pur della vittoria I bei frutti e teco ognora,
Coronato alfin di gloria, tragga i giorni eterni in ‘ciel.

La divisione portata da Cristo


GESU' CRISTO O BERGOGLIO ?


O si sta con Bergoglio o si è con Cristo. Quando lo scrivere confuso è la spia di un pensare confuso: per il papa Gesù era un fanatico che usava il Vangelo per creare divisioni e introdurre fra gli uomini una nuova ideologia 
di Francesco Lamendola  

Nella meditazione mattutina dalla Casa Santa Marta, venerdì 19 maggio 2017, il papa Francesco ha detto, fra le altre cose:

Ma sempre c’è stata quella gente che senza alcun incarico va a turbare la comunità cristiana con discorsi che sconvolgono le anime: “Eh, no, questo che ha detto quello è eretico, quello non si può dire, quello no, la dottrina della Chiesa è questa”». […] Sono fanatici di cose che non sono chiare, come questi fanatici che andavano lì seminando zizzania per dividere la comunità cristiana. […] questo è il problema: quando la dottrina della Chiesa, quella che viene dal Vangelo, quella che ispira lo Spirito Santo — perché Gesù ha detto: “Lui ci insegnerà e vi farà ricordare quello che io ho insegnato” — diventa ideologia. [Ecco] il grande errore di questa gente: questi che andavano lì non erano credenti, erano ideologizzati, avevano un’ideologia che chiudeva il cuore all’opera dello Spirito Santo». Invece «gli apostoli sicuramente hanno discusso forte, ma non erano ideologizzati: avevano il cuore aperto a quello che lo Spirito diceva. […] Non dobbiamo spaventarci, quando sentiamo queste opinioni degli ideologi della dottrina. La Chiesa ha il suo proprio magistero, il magistero del Papa, dei vescovi, dei concili, e dobbiamo andare su quella strada che viene dalla predicazione di Gesù e dall’insegnamento e l’assistenza dello Spirito Santo: è sempre aperta, sempre libera. […] questa è la libertà dello Spirito, ma nella dottrina. [Invece coloro ] che sono andati lì, ad Antiochia, a fare chiasso e a dividere la comunità, sono ideologi. [Perché] la dottrina unisce, i concili uniscono sempre, la comunità cristiana. [Tuttavia] per loro è più importante l’ideologia che la dottrina: lasciano da parte lo Spirito Santo. Oggi mi viene di chiedere la grazia dell’obbedienza matura al magistero della Chiesa, quell’obbedienza a quello che la Chiesa ci ha insegnato sempre e ci continua a insegnare. [E così facendo] sviluppa il Vangelo, lo spiega ogni volta meglio, in fedeltà a Pietro, ai vescovi e, in definitiva, allo Spirito Santo che guida e sorregge questo processo. [Bisogna] anche a pregare per quelli che trasformano la dottrina in ideologia, perché il Signore gli dia la grazia della conversione all’unità della Chiesa, allo Spirito Santo e alla vera dottrina.

Un vecchio metodo


SEMINARI E COMUNISTI INFILTRATI

Quanti preti di sinistra sono massoni ed ex agenti sovietici infiltrati nei seminari? Come ha fatto la Massoneria a travasare i suoi programmi nel movimento comunista mondiale e per mezzo di esso nei vertici della Chiesa 
Francesco Lamendola  


È piuttosto diffusa l’opinione che una tendenza “di sinistra” sia sempre esistita all’interno del mondo cattolico e della Chiesa stessa; che una parte dei cattolici e del clero, a torto o a ragione (a torto, secondo il nostro punto di vista), ritengano esistere una consonanza di fondo e una logica, naturale convergenza strategica, fra la predicazione del Vangelo di Gesù Cristo e il Capitale di Karl Marx; e, inoltre, che si tratti d’un fenomeno assolutamente spontaneo, giusto o sbagliato che sia nel merito della questione, davanti al quale non si può fare altro che prenderne atto, più o meno come si prende atto del sole e della pioggia, o del succedersi delle stagioni. Vale tuttavia la pena di chiedersi se davvero si sia trattato di un fenomeno del tutto spontaneo e naturale; se i preti modernisti e i preti operai, o una parte di essi, non siano stati solo gli utili strumenti, diciamo pure gli utili idioti, di una manovra immensamente più vasta di quanto le loro menti “progressiste”, per quanto si credessero audaci, avrebbero mai osato immaginare.

giovedì 26 ottobre 2017

Superbia, orgoglio e lussuria: ecco la neochiesa


ROSMINI E LA NEOCHIESA

Se un Rosmini dei nostri giorni dovesse scrivere un libro equivalente del suo famoso "Delle 5 piaghe della Santa Chiesa", crediamo che il titolo potrebbe essere: "Dei tre peccati capitali della neochiesa gnostica e massonica" 
di Francesco Lamendola  

 
  
Se un Antonio Rosmini dei nostri giorni dovesse scrivere un libro che sia l’equivalente del suo famoso Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, crediamo che il titolo adatto potrebbe suonare più o meno così: Dei tre peccati capitali della neochiesa gnostica e massonica
La superbia consiste nel fatto che una pletora di pseudo teologi, di cardinali e vescovi massoni, di preti progressisti e modernisti, nonché di “fiancheggiatori” laici, storici, sociologi, psicologi, eccetera, sente di essere stata chiamata a una missione epocale: cambiare la Chiesa, perché la Chiesa, evidentemente, così come l’hanno trovata, non era più di loro gusto; e, insieme alla Chiesa, essi hanno deciso di cambiare la liturgia, la pastorale, la dottrina, la teologia. Nel loro atteggiamento di sufficienza, se non di vero e proprio disprezzo, verso quasi duemila anni di sacra Tradizione; nel loro ostentato snobbare la santità, l’acesi, la mistica, la morale cattolica così come essa è sempre stata custodita e insegnata dal Magistero; nella loro pretesa di aver capito di più, e meglio, di quanto non avessero capito, del Vangelo, i Padri della Chiesa, i Dottori, i Santi e le Sante, loro, codesti vescovi massoni e codesti preti “di strada”, invasati da una demagogia sfrenata e da un narcisismo senza limiti, che pure dovrebbero sentirsi piccoli come dei pigmei davanti a una santa Teresina del Bambino Gesù, a un san Massimiliano Kolbe, a un san Pio da Pietrelcina, arricciano il naso, aggottano le sopracciglia, assumono un’espressione sussiegosa, e obiettano che la Chiesa, oggi, non ha bisogno di mistici o di santi, quanti di preti che lavorano per i poveri, che si rimboccano le maniche per accogliere e ospitare i cosiddetti profughi, che si sporcano e s’impregnano dell’odore delle pecore. Come se i Santi non avessero amato e servito il prossimo quanto loro e più di loro, ma senza la loro superbia intellettuale, senza la pretesa di disprezzare la contemplazione di Dio e la preghiera, senza quell’aria di chi la sa più lunga di chiunque altro, solo perché appartiene al mondo moderno: circostanza che, semmai, dovrebbe suonare come una nota di biasimo per il vero cristiano, dato che la modernità è la massima espressione di una civiltà luciferina, anticristiana, sostanzialmente anche anti-umana; e un cristiano che appartiene alla mentalità del mondo attuale non è un vero cristiano, ma un apostata camuffato da seguace di Gesù Cristo.

In segno di compiacimento


Quando il sole danzò

    Il 13 ottobre scorso, a cent’anni dal «miracolo del sole» di Fatima, un fenomeno simile sarebbe avvenuto in Nigeria, ma non se n’è parlato molto.
Facciamo dunque un po’ di cronaca. Prima quella di un secolo fa, poi l’attuale.

Guidare le anime verso il caos e la perdizione..


Gregoriana e Angelicum: due opposte voci sull’Humanae vitae        


Cinquant’anni fa, con l’enciclica Humanae vitae, Paolo VI confermò in maniera vincolante la posizione della Chiesa sulla contraccezione. Nel documento pubblicato il 25luglio 1968, il Papa ribadì che «è esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione. (…) È quindi errore pensare che un atto coniugale, reso volutamente infecondo, e perciò intrinsecamente non onesto, possa essere coonestato dall’insieme di una vita coniugale feconda».
L’enciclica di Paolo VI provocò le ire dei cattolici progressisti e liberali dell’epoca, capeggiati dal cardinale primate del Belgio Leo Suenens. La contestazione fu violenta e l’enciclica criticata da vescovi e teologi, fu disapplicata da larga parte del mondo cattolico. Giovanni Paolo II però confermò la dottrina enunciata dal suo predecessore e nell’enciclica Veritatis splendor proclamò l’esistenza di verità morali assolute, valide in ogni tempo e in ogni luogo, che a nessuno è lecito trasgredire.

Per non scontentare nessuno

Lista degli eretici, per non scontentar nessuno celebrando solo Lutero


Siccome la neo-chiesa si dà un gran daffare per celebrare il quinto centenario della Pseudoriforma Luterana, non volendo discriminare alcuno degli eretici ed eresiarchi che sono stati condannati dalla Chiesa Cattolica, ci permettiamo di proporre un elenco dei principali tra essi, a partire dalla prima età cristiana sino ai giorni nostri. 

Questa lista potrà esser agevolmente compulsata in quel di Santa Marta, onde trovarvi riuniti insieme coloro che fino ad oggi, inspiegabilmente, non paiono meritare l'attenzione dei novatori, o quantomeno non sono stati ancora celebrati per le loro eresie. 

Il ponticarnefice infilzato?


FqMillenniuM, il numero sui “nemici di Papa Francesco” nelle mani di Bergoglio




Il Pontefice riceve la copia del terzo numero dal vaticanista de ilfattoquotidiano.it Francesco Antonio Grana, che gli spiega le ragioni di questo monografico. Nessun disagio per il suo volto "montato" sul San Sebastiano di Mantegna. Anzi, un invito: "Siete bravi, andate avanti"

I vostri imbrogli saranno smascherati


CARI VESCOVI MASSONI
Cari vescovi massoni noi non ci arrenderemo mai. I vostri imbrogli saranno smascherati, le vostre frasi menzognere verranno denunciate, sempre, inesorabilmente: voi piccoli uomini superbi contro Gesù Cristo non ce la farete mai di Francesco Lamendola  

 

Credete ormai di aver vinto la partita, preti infedeli e vescovi massoni, nipotini di Carlo Maria Martini e orfanelli di Annibale Bugnini e di Paul Marcinkus; credete che la Chiesa sia diventata vostra, di esservene definitivamente impossessati, e che noi tutti, laici e sacerdoti, ci siamo arresi davanti alla vostra strapotenza. Ormai controllate tutto: le Conferenze Episcopali, il Collegio dei cardinali, la stampa, le televisioni, e adesso anche il papato. Però dimenticate un piccolo dettaglio, voi che vi credete tanto intelligenti: che la Chiesa non sarà mai vostra, perché essa appartiene a Gesù Cristo. È lui che l’ha fondata, è Lui che l’ha ispirata, è Lui che l’ha sostenuta per duemila anni; e ha promesso che le porte dell’inferno non prevarranno mai contro di essa. Perciò, levatevi quei sorrisetti compiaciuti dalla faccia. Siete comunque dei perdenti, perché potete, sì, corrompere o traviare qualsiasi natura umana, ma contro Gesù Cristo non ce la farete mai. Non ce l’ha fatta neppure satana in persone, che pur ebbe l’ardire di tentarlo, nel deserto; non ce la farete voi, piccoli uomini presuntuosi e superbi, che non siete degni nemmeno di baciare la terra su cui hanno camminato i Santi e le Sante in questi duemila anni di storia. Siete patetici, pur con tutta la vostra superbia. Ma siete anche dei malvagi impenitenti, e dovrete rendere conto a Dio delle vostre pessime azioni: nessuna supposta buona intenzione vi potrà giustificare. Avete dato scandalo alle anime dei piccoli e dei semplici, e questo, lo sappiamo dalle labbra di Gesù Cristo in Persona, è il solo peccato che non verrà mai perdonato. Eppure lo sapevate: ma nemmeno questo pensiero vi ha fermato, tanto grande era la vostra ambizione, la vostra folle superbia.

Scherzetti o firmetti?

In risposta alla Correctio Filialis: una lettera aperta dalla Germania pro Papa Francesco

La riproposizione post conciliare de Il Reno si getta nel Tevere





Si sapeva già che un bel po’ di cattolici tedeschi sono dei feroci progressisti, all’avanguardia in tutte le innovazioni conciliari, come se quasi rimpiangessero che i loro padri a suo tempo non abbiamo abbracciato il protestantesimo.
Nell’era Bergogliana, non smentiscono la loro reputazione: in risposta ai dubia ed alla Correctio Filialis, arriva da questa Germania sempre al limite dell’eresia una lettera aperta a sostegno del pontificato e delle azioni di Francesco.

Questa brevissima missiva, pubblicata in tedesco e in inglese, è accessibile sul sito internet aperto per promuovere questa iniziativa, che ha raccolto già più di 200 firme:
http://www.pro-pope-francis.com/

Gli autori fanno riferimento ai veementi attacchi «da parte di un gruppo nella Chiesa» che subirebbe il Papa argentino, e ai quali loro oppongono la loro «gratitudine» per la «coraggiosa e teologicamente sana autorità papale».

«In poco tempo Lei è riuscito» - scrivono questi sostenitori di Papa Francesco - «a rimodellare la cultura pastorale della Chiesa cattolica romana in accordo con le sue origini in Gesù».

Mettere in moto "processi"?


Lo schiaffo di Francesco al cardinale Sarah. Il retroscena

La lettera con cui nei giorni scorsi Francesco ha contraddetto e umiliato il cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il culto divino, è l'ennesima prova di come questo papa esercita il suo magistero.
Quando Francesco vuole introdurre delle novità, non lo fa mai con parole chiare e distinte. Preferisce far nascere discussioni, mettere in moto "processi", dentro i quali le novità man mano si affermino.
L'esempio più lampante è "Amoris laetitia", di cui infatti si danno interpretazioni e applicazioni contrastanti, con interi episcopati attestati sull'uno o sull'altro fronte.
E quando gli si chiede di fare chiarezza, egli rifiuta. Come nel caso dei cinque "dubia" sottopostigli da quattro cardinali, nemmeno degnati di una risposta.
Quando però un cardinale come Sarah, autorevole per ruolo e per competenza, interviene a dare di un motu proprio papale riguardante la liturgia l'unica interpretazione che ritiene corretta e quindi da praticare da parte della congregazione di cui è prefetto, Francesco non tace, ma reagisce con asprezza, in difesa di quei passaggi del motu proprio – in effetti tutt'altro che chiari – che contengono le liberalizzazioni a lui care.

Potrebbero. Forse. Chissà...

Se Bergoglio ammette che il paradiso non è granché

Stavolta il Papa non è accusabile di irenismo, relativismo, pauperismo, peronismo, panteismo, o di un altro degli innumerevoli ismi che i suoi discorsi spesso costeggiano per la disperazione di noialtri conservatori che vorremmo come unico ismo il catechismo.


«Il paradiso non è un luogo da favola e nemmeno un giardino incantato», ha detto il Santo Padre in udienza e non è una forzatura rispetto a quanto fissato nel Nuovo Testamento. Gesù cita il paradiso una volta sola, promettendolo al Buon Ladrone poco prima di spirare, e senza specificare alcunché. San Paolo dedica alla beatitudine eterna qualche parola in più, nella Seconda Lettera ai Corinzi, facendoci sapere che si trova «al terzo cielo». Nulla di materiale, sembra di capire, bensì qualcosa di etereo. Stavolta nelle parole di Papa Francesco è impossibile anche agli osservatori più malevoli cogliere divergenze con i predecessori: in un documento di Papa Benedetto XII, Quattordicesimo secolo, è scritto che «le anime di tutti i fedeli morti sono state, sono e saranno in cielo, associate al Regno dei cieli e al Paradiso celeste con Cristo, insieme con i santi angeli». 

“Foi sans descaler”

San Francesco di Sales e la vera lotta contro il Protestantesimo (inedito)



LA DOTTRINA CATTOLICA E’ COME UNA RADICE NELLA TERRA piantata dalla Divina Provvidenza nella sua Chiesa“. Ma questa radice necessita di nutrimento e non di cambiamento; per crescere è necessario che LE MEMBRA si attivino e per nutrirla bisogna esserne testimoni fedeli e santi.
San Francesco di Sales, come la maggior parte dei Santi, non nasce con l’aureola in testa, ma se la dovrà guadagnare strada facendo (come dovremo anelare tutti noi, il cui scopo della nostra vita è la santificazione) in un percorso ad ostacoli, combattendo e vincendo la “buona battaglia”, giammai contro le persone, ma contro le eresie del suo tempo, contro gli spiriti delle tenebre, contro le tentazioni personali.

mercoledì 25 ottobre 2017

Quando tutto sembrerà perduto


Sermone della 24° Domenica dopo Pentecoste
25 novembre 2013

Le profezie sul castigo di Dio




Nella Catena Aurea di San Tommaso troviamo, nel Commento su Matteo 8: 23-27, queste parole: “Allora, Nostro Signore comanderà ai venti - cioè ai diavoli – a quelli che suscitano le persecuzioni - e che Egli darà grande pace alla Chiesa e al mondo”.

Si possono fare queste domande: questo comando porterà fine all’odierno tormento che assilla la Chiesa e il mondo? Vorrà installare Dio una grande e improvvisa pace?

“Sempre indietro, mai avanti”

La balcanizzazione della liturgia


Forse qualche lettore si chiederà come mai non ho ancora scritto nulla sulla recente lettera di Papa Francesco al Cardinale Sarah, pubblicata dalla Nuova Bussola QuotidianaIn questo momento preferisco astenermi da qualsiasi commento. Ciò che avevo da dire sul motu proprio Magnum principium l’ho detto a suo tempo (qui). L’inusuale intervento pontificio non fa che confermare la mia interpretazione del motu proprio, che si differenziava da quella dei soliti bene informati, che all’epoca si sforzavano di minimizzare la portata del documento. Mi sembra invece utile mettere a disposizione di tutti la mia traduzione di un’intervista sull’argomento al Dott. Peter Kwasniewski del Wyoming Catholic College, pubblicata ieri sul sito LifeSite.
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Non volevamo crederci..


COME DISTRUGGERE LA CHIESA

Come distruggere la morale cattolica dall’interno. Nessuno può servire due padroni: Amoris laetitia è in stridente contraddizione con duemila anni di Magistero e, guarda caso, soprattutto con le precise parole di Gesù Cristo di Francesco Lamendola  

 

 Tutti sanno chi è il professor Josef Seifert, austriaco, insigne pensatore, uno dei massimi teologi dei nostri tempi; e tutti sanno, crediamo, come recentemente è stato licenziato dalla sede spagnola dell’Accademia Internazionale di Filosofia, con sede nel Liechtenstein, da lui stesso fondata, per decisione dell’arcivescovo di Granada, monsignor Martinez. È stato lo stesso Martinez a spiegare le ragioni del licenziamento: l’essersi posto fuori della comunione con la Chiesa e aver sminuito il prestigio dei “successori di Pietro”, cioè, in effetti, dell’attuale pontefice, Francesco. La ragione di questo inusuale e dispotico provvedimento è altrettanto nota, almeno crediamo: l’avere il professor Seifert, con logica inoppugnabile e con autentico coraggio e passione di credente, criticato il “famoso” paragrafo 303 di Amoris laetitia, nel quale il papa dice testualmente che, in certi casi, non solo il peccatore (il divorziato risposato, nella fattispecie) può decidere di rimanere nella propria condizione di peccatore, perché non potrebbe fare di meglio, ma che Dio stesso, forse, gli chiede proprio questo, cioè di restare nel peccato. Concetto assurdo, intollerabile, sacrilego, dalla portata sconvolgente: esso equivale a sostenere che Dio stesso autorizza il peccato e non chiede al peccatore di convertirsi, ma lo incoraggia a persistere nel suo peccato. 

Il problema è che si è smarrito il Pastore


NELLE MANI DI PAZZI SCATENATI

Solo dei traditori? Un nuovo tipo antropologico sta venendo avanti: il fanatico buonista e progressista con la sindrome del Buon Samaritano il Redentore laico dell’umanità il Raddrizzatore di tutti i torti e ingiustizie globali 
di Francesco Lamendola  




Un nuovo tipo antropologico sta venendo avanti, ogni giorno più loquace, più rumoroso, più invadente, non di rado aggressivo, sentendosi forte del sostegno di tutto l’establishment politico e culturale, dal Presidente della Repubblica al papa, dagli intellettuali di grido ai direttori dei giornali e delle televisioni: il fanatico buonista e progressista con la sindrome del Buon Samaritano, il Redentore laico dell’umanità, il Raddrizzatore di torti e ingiustizie globali. Ha occupato tutte le posizioni chiave e, adesso, comincia a risalire dal basso, a partire dalle posizioni minime, diffondendosi come un virus, come un’epidemia, e riproducendosi come le zanzare in uno stagno nel caldo dell’estate; posizioni minime, ma non ininfluenti, perché ha la legge dalla sua, i tribunali dalla sua, il parlamento dalla sua, i mezzi d’informazione dalla sua, il progresso e la giustizia dalla sua, e, naturalmente, anche dio dalla sua. Non il Dio vero, probabilmente; non il Gesù Cristo del Vangelo, come ci è sempre stato insegnato e tramandato dalla Chiesa cattolica, ma un altro dio e un altro Gesù, quello della neochiesa gnostica e massonica, un dio che perdona tutti, peccatori compresi (anche se non si pentono) e un Gesù che non ci chiede alcuno sforzo per santificarci, ma ci viene incontro anche se siamo in peccato mortale, anzi, ci domanda perfino di restare in peccato mortale (si veda il paragrafo 303 della esortazione apostolica di papa Francesco Amoris laetitia, che di apostolico, se le parole hanno un senso, non ha praticamente nulla, bensì una malizia e una capacità di confondere e adulterare la verità, che sanno piuttosto di diabolico).

How are you?

Come sta il mondo? … E la Chiesa? 

Notizia



Il capo arringa i suoi demoni prima di inviarli in missione


Subito viene da rispondere: male!
Ma poi ci scappa un sorriso, un sorriso un po’ amaro, invero, un po’ beffardo, ma un tocco di leggerezza per mitigare l’amarezza e considerare che come stanno ormai le cose oggi, benché si sia ben poco da ridere, guai a perdere il sorriso.
Col sorriso si può esprimere di tutto, ci si può schermire, ci si può ben disporre, ci si può consolare, si può trasmettere fiducia e perfino aiutarsi a vivere.

Ed è quello che suggeriamo di fare ai lettori, perché in questo senso noi tutti abbiamo un gran bisogno di aiuto, anche di un aiuto umano che ci accompagni mentre ci affidiamo supplici alla grazia di Dio e fiduciosi all’ausilio della Vergine Maria.

Ma, allora: come sta il mondo? … e la Chiesa?

Tutto ciò che accade è "opera" dello Spirito Santo..


UN NUOVO VANGELO "ERETICO"

È il Vangelo di Gesù, questo che viene annunciato? Ormai non passa giorno, senza che esponenti della neochiesa gnostica e massonica non scandalizzino i fedeli con nuove sparate, sempre più temerarie e ai limiti dell'eresia 
di Francesco Lamendola  



 
  
Ormai non passa giorno senza che gli esponenti della neochiesa gnostica e massonica non scandalizzino i fedeli con una nuova sparata, sempre più temeraria, ai limiti dell'eresia e della bestemmia, e, non di rado, anche oltre. L'ultima è di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della C.E.I. Oltre a essersi pesantemente immischiato in una questione squisitamente politica, quella della cittadinanza agli stranieri, che dovrebbe riguardare solo il Parlamento italiano, ed essersi chiesto, enfaticamente, come mai tanto ritardo nell'approvazione di una legge che la regali a tutti, dando così per scontato che la legge ci sarà (il tutto sempre per via d'interviste a mezzo stampa, perché i vescovi della neochiesa, a quanto pare, non conoscono altra modalità di comunicazione, e infatti i loro interlocutori non sembrano essere più i fedeli, ma gli uomini di governo e l'opinione pubblica, quella laica più che la cattolica), oltre a ciò, dicevamo, Galantino ha anche definito la cosiddetta "riforma" di Lutero, che è  stata, invece, in tutto e per tutto, un’eresia e uno scisma, opera dello Spirito Santo. 

Bersaglio mobile?

  • LA GUERRA INTERNA AL PORPORATO

Sarah isolato e umiliato, ma combatte da solo

Ora che il cardinale Gerhard Mūller non è più il Prefetto della Congregazione della Fede il nuovo bersaglio principale del gruppo di potere che agisce intorno al Pontefice regnante è il cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino. Il Pontefice nei giorni scorsi ha firmato una lettera di correzione a una nota che il cardinale Sarah gli aveva fatto pervenire e che era stata pubblicata da alcuni mass media in Italia, Francia e Spagna.
Il motivo del contendere era questo. Il Pontefice ha emanato un “motu proprio”, “Magnum Principium” con cui permetteva alle singole conferenze episcopali di fare proprie traduzioni dei testi sacri e liturgici. Roma doveva avere solo il compito di ratificare quelle traduzioni, e non di verificare la loro fedeltà al testo originale. In questo modo alcune conferenze episcopali potenti, e insofferenti del controllo di Roma, come quella tedesca acquistavano maggior potere. Il cardinale Sarah, nella sua lettera al Pontefice, cercava di limitare questa indipendenza; il Papa gli ha risposto pubblicamente che non è così, che le Conferenze Episcopali hanno la libertà e la responsabilità e che a Roma spetta solo una ratifica in maniera vaga.