ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 1 dicembre 2017

Dubbi che sono dei veri e proprio errori























Presentazione



In questi giorni, il Professore Enrico Maria Radaelli, già ben noto ai nostri lettori quale valente teologo e per la pregnanza dei suoi scritti, ha pubblicato un nuovo saggio:
Al cuore di Ratzinger. Al cuore del mondo.
Il libro è edito a cura della testata Aurea Domus, come Pro manuscripto, ed è disponibile sia attraverso il sito corrispondente (e-mail), sia tramite l'Autore (info@enricomariaradaelli.it), sia in molte librerie, tra cui: Áncora, MilanoMonzaTrentoRomaHoepli, MilanoColetti, RomaLeoniana, Roma.

L’Autore accosta due realtà diverse eppure connesse: la fede proposta e insegnata da un importante Pastore della Chiesa, allora il Professor Joseph Ratzinger, nel suo Introduzione al Cristianesimo (1968); e la fede vissuta da una larga parte del mondo di oggi.

Nonostante la datazione, Introduzione al Cristianesimo è ancora venduto in tutto il mondo, al punto da aver raggiunto la cifra di milioni di copie, e da tempo è presente in tutti i seminari, conventi, istituti religiosi e librerie cattoliche del mondo, specie dopo che il suo contenuto è stato confermato dall’Autore, nell’anno 2000, allorché, ormai da tempo Cardinale e Prefetto della sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, lo corredò con un saggio di quasi venti pagine intitolato “Introduzione al cristianesimo”, ieri, oggi, domani.

Non v’è dubbio, quindi, che il contenuto del libro costituisce l’insegnamento formale del Cardinale Ratzinger, come specifica lui stesso nella detta “Introduzione” del 2000: «l’orientamento di fondo» resta «a mio avviso corretto» (p. 24).

E’ sulla base di tale valenza che il Professor Radaelli si è fatto carico di prendere in esame questo testo, composto dalle lezioni che il Professor Ratzinger aveva tenuto intorno al 1968 all’Università teologica di Tubinga, ed in cui si avanzavano in primo luogo dei terribili dubbi, che in ultima analisi non esprimono altro che l’incertezza assoluta e inestirpabile che Dio non esista.
Tali dubbi costituiscono di fatto la base della teologia del Professor Ratzinger, e il Professor Radaelli spiega come essi siano stati fatti proprî da esponenti altissimi della Chiesa, tra cui il Cardinale Carlo Maria Martini e il divenuto Papa: Cardinale Jorge Mario Bergoglio.
Dubbi, che sono dei veri e proprio errori, come quello sulla dottrina della Redenzione, in relazione alla quale il teologo di Tubinga sosteneva che la nota catena proposta nel Medio Evo: “tentazione, peccato, sdegno divino, cacciata dall’Eden, perdono, Olocausto di Cristo, grazia, Redenzione, gloria”, fosse solo un « inaccettabile meccanismo » (p. 221) inventato nell’Undicesimo secolo  da sant’Anselmo d’Aosta.

Et ne nos inducas in confusionem..

"La Chiesa non appoggi la legge sullo ius soli. E torni a parlare di fede"

Il cardinale dei "dubia": "Non vorrei far parte di uno scisma. Aiuto il Papa dicendo la verità"
«Bisogna articolare la fede e la sua prassi in modo chiaro. Questo è il dovere di un pastore delle anime: proclamare, presentare e spiegare la fede in modo che risulti comprensibile ai fedeli in modo tale da non indurre alla confusione o persino all'errore».
A parlare è il cardinale Raymond Leo Burke, uno dei firmatari dei dubia sull'esortazione Amoris Laetitia del Papa, che ci riceve nella sua casa romana.
Il cardinale Mueller si è spinto a parlare del rischio di uno scisma. Secondo lei questa è un'ipotesi possibile?

I suoi primi ultimi 4 anni


Il Papa dittatore. Il libro denuncia che spiega gli ultimi quattro anni del papato


Bastò un cardinale per svelare al mondo intero un progetto segreto, di quelli che appassionano gli amanti delle spy story e dell'intrigo internazionale. Non ci sono sparatorie, terroristi o spietati criminali né strani circoli economici, come la Commissione Trilateral o il Gruppo Bilderberg, ma alcuni cardinali decisi a cambiare le carte in tavola.
A partire dal 1996, a San Gallo, in Svizzera, costoro ogni anno si riunivano per pianificare una riforma ardita della Chiesa Cattolica: si doveva abbandonare l'ortodossia, i vetusti, a loro dire, rituali e l'antico e bacchettone magistero per modernizzarsi, diventando così più piacenti all'Occidente miscredente. Il capo della cordata era Carlo Maria Martini.

Grida & sussurri

VATICANO. UNA NOTIZIA AMBIGUA; UN’INDISCREZIONE E UNA VOCE CHE SPERIAMO NON SIA CONFERMATA SU MONS. GAENSWEIN. 

Dal Vaticano una notizia, un’indiscrezione e alcune voci, che speriamo non confermate. Ma andiamo per ordine.
Come vedete dalle foto postate sul sito Facebook di Radio Spada, negli Acta Apostolicae Sedis, fascicolo 10/2016 è stata pubblicata la lettera – privata – del Pontefice ai vescovi argentini, dopo che questi avevano emanato direttive per l’applicazione del capitolo 8 (quello delle famose noticine sulla comunione ai divorziati risposati) di Amoris Laetitia. Direttive che come è stato notato e sottolineato qui sono tutt’altro che limpide.

Come lupi fra le pecore

PERCHE’ MAI BERGOGLIO IN MYANMAR, SE NON IN MISSIONE “AMERICANA”?

(MB:  Che ci è andato a   fare El Papa in uno  stato buddhista, senza cristiani, per di più a prendere le parti della minoranza musulmana sovversiva, istigata dagli occidentali e dall’Arabia Saudita? Mi accingevo a scrivere un articolo per provare a spiegare – ma vedo che Federco Dezzani ne ha gà scritto uno molto  migliore. La sua frase chiave:
“Gli USA […] per aumentare la pressione mediatica su Rangoon si sono limitati ad inviare in viaggio apostolico Jorge Mario Bergoglio, che in Asia come in Medio Oriente, dimostra così di seguire pedissequamente l’agenda dei poteri che l’hanno portato al soglio petrino”.
 Esegue come un automa, o teleguidato, la politica che nell’area era stata dettata da Hillary e da Obama.  Una “politica papale” grottesca). 

“Crisi umanitaria” in Birmania: è sempre questione di petrolio e infrastrutture

In attesa della jorge-dance

  • SACRILEGIO AUSTRIACO

Electric church, l'ipocrisia della techno in chiesa

Una nuova esperienza mistica. L’ultima frontiera dell’ipocrisia ecclesialmente corretta passa dalla electric church. Il cattolicesimo che ha abbandonato i dogmi, la fede, la devozione e la verticalità produce mostri. L’ultimo in ordine di tempo ha il sapore amaro di una profanazione con tanto di bolla episcopale.
Austria. Le chiese principali diventano teatro di concerti di musica elettronica. Ma non chiese qualunque né, come succede in Italia, chiese sconsacrate. Il Duomo di Innsbruck, ad esempio. In San Giacomo sono già diverse le performance di artisti musicali con tanto di balletti, scenografie e soprattutto luci stroboscopiche o “psichedeliche”. Dicono che sia la nuova frontiera, quella della musica elettronica, altrementi detta techno. Insomma: la musica da discoteca, riveduta e corretta per sembrare più digeribile all'ascolto nel luogo sacro. E dato che la Chiesa deve essere al passo con i tempi, perché non ospitarla nei templi un tempo asburgici? Appunto. Ma non c’è soltanto Insbruck. Ci sono le cattedrali di Linz e Klagenfurt le cui diocesi non disdegnano di pubblicizzare le performance direttamente sui siti. 

giovedì 30 novembre 2017

Domande a cui non potremo mai rispondere?

Cronologia di quattro campagne d’occultamento: Lo scopo? Far tacere suor Lucia!


Le visioni ed i Segreti
Malgrado all’epoca avesse solamente 10 anni, Lucia dos Santos era la più grande dei tre pastorelli che ricevettero le visioni di Fatima, nel 1917. Ella fu l’unica dei tre che parlò in realtà con la Vergine, ponendole alcune sue domande e rispondendo a quelle della Madonna. Dopo la visione del 13 maggio, Lucia ed i suoi cugini più piccoli, Francesco e Giacinta Marto, concordarono di non rivelarlo a nessuno.

Tornare a Dio


DIO E IL PESSIMISMO CRONICO



Ottimismo o pessimismo cronico ? Tornare a Dio per poter amare la vita. La vita ha bisogno dell’ottimismo per potersi propagare; se le creature viventi non ne fossero dotate in misura sufficiente, la vita si estinguerebbe 
di Francesco Lamendola  


Se ci troviamo in presenza di una persona veramente pessimista, di un pessimista cronico e non di un pessimista occasionale, la sensazione che proviamo è un misto di tristezza, abbattimento e indefinibile disagio, e non desideriamo altro che di liberarci della sua presenza, aspettando con impazienza che se ne vada, oppure andandocene noi, magari con la prima scusa plausibile. C’è una ragione precisa per tutto ciò: il pessimismo cronico – che è cosa diversa, ovviamente, dalla depressione, essendo uno stato d’animo che si sovrappone permanentemente al carattere, e non una patologia specifica – è, puramente e semplicemente, contro natura; e tutto ciò che è contro natura suscita, nelle persone normali, una reazione di orrore, disgusto, rifiuto, per quanto la nostra parte razionale possa tentare di sdrammatizzare la situazione e per quanto la nostra pare affettiva possa provare un certo grado di compassione nei confronti di quella persona. Sì, lo sappiamo bene: sia l’espressione “contro natura” (che implica il concetto opposto, “secondo natura”), sia la parola “normale” (che evoca immediatamente l’aborrita parola “anormale”), suscita il prurito in tutte le persone politicamente corrette: pazienza. A loro non ci rivolgiamo, perché è inutile discutere con una persona che ha venduto il proprio cervello all’ammasso e che si crede intelligente solo perché riflette il pensiero dominante, credendosi, però una persona autentica, come il cane di Pavlov potrebbe credere di aver fame veramente allorché gli viene la saliva in bocca, anche se noi sappiamo che è solo un riflesso condizionato, prodotto dall’accostamento del suono di un campanello con l’arrivo puntuale della sua razione di cibo.

PP2?

PIROMANE E POMPIERE

Ovvero, come un ‘santo’ recita due parti.




Giorni or sono è apparso, sul quotidiano ‘La Verità’, e precisamente il 19 novembre, un servizio a firma di Francesco Borgonovo riportante, in esclusiva, un’intervista a Monsignor Mauro Longhi il quale narra di una visione notturna, manifestatasi a Papa Giovanni Paolo II, in vacanza nei giorni di marzo/aprile del 1993, sulle montagne del Gran Sasso nella zona di Montecristo.

Il Monsignore non racconta de relato ma assicura di averne avuta notizia, come confidenza, direttamente dallo stesso GP II durante una sosta della passeggiata mattutina. Diamo il nucleo più pregnante e significativo della visione così come Monsignor Longhi assicura di averla ricevuta e rammentata.
Giovanni Paolo II narra:
   “Ricordati queste parole, perché sono parole di un Papa. Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio. Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa, più mortale rispetto a quelle di questo millennio. Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’occidente all’oriente. Invaderanno  l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchî cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”. 

Pizzini?

UNA MADRE SCRIVE AL PAPA. DA TANTI MESI. È ANCORA IN ATTESA DI RISPOSTA, E MOLTI ALTRI COME LEI….




Non sono solo i cardinali, o i professori di università, o i teologi e comunque gli addetti ai lavori che scrivono al papa per esprimere perplessità e disagio, di fronte all’apparente scardinamento di principi basilari e consolidati. Anche semplici fedeli si sono fatti coraggio, e hanno indirizzato al papa i loro messaggi. Qualcuno di loro, non avendo risposta, si è rivolto a chi scrive queste righe, pensando che fosse possibile trovare in questo modo una via privilegiata. Gli ultimi due, nei giorni scorsi, dagli Stati Uniti e dall’Italia. Ma certamente sono numerosi quelli che hanno scritto e non se ne sa nulla.

Gesù Cristo? Non pervenuto.


Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida. Parola di Francesco.


«Le parole del Buddha offrono a ciascuno di noi una guida». C’è qualcosa di stranamente inquietante in questa breve affermazione; ed è che ad averla pronunciata sia stata non un intellettuale o un qualunque uomo della strada, bensì il pontefice regnante, durante il viaggio “apostolico” nell’ex Birmania. L’occasione era quella dell’incontro, il 29 novembre, con i monaci buddhisti riuniti nel supremo “Shanga”: ebbene, il lungo discorso è doppiamente inquietante perché, pur citando Buddha e i suoi insegnamenti, Bergoglio omette totalmente di pronunciare il nome di Cristo. In tutto il discorso il nome di Gesù non compare nemmeno una volta.

La responsabilità di chi ha tramato la manipolazione


LA NUOVA BIBBIA PROTESTANTE



Una Bibbia "farlocca"? Come la neochiesa manipola anche le Scritture. Alcuni passaggi in cui è particolarmente evidente se solo si ha la pazienza di fare l'operazione di confrontare il testo originale con la traduzione italiana 
di Francesco Lamendola  

 

Già lo sapevamo e abbiamo sempre tentato, nei limiti del possibile, di difenderci, ma la cosa non è sempre facile, anche perché, a chi usa parecchio la Bibbia, pur sapendola quasi a memoria, succede di dare più importanza al contenuto che alla forma e di tralasciare il doveroso confronto fra il testo originale e le traduzioni. Un dotto e intelligente amico, Ruggero, ci ha segnalato alcuni passaggi in cui la manipolazione è particolarmente chiara ed evidente, se solo si ha la pazienza di fare questa operazione: confrontare il testo originale con la traduzione italiana. No, non stiamo parlando di una questione puramente filologica; non stiamo facendo un discorso che riguarda solo i palati fini e i biblisti più o meno specializzati: riguarda tutti i fedeli cattolici. Stiamo parlando di come la neochiesa sta manipolando, sotto il nostro naso, il testo della Bibbia, che è la Parola di Dio, per trasformarla, pian pianino, un po’ alla volta, ritoccando qua e modificando là, in una parola puramente umana, secondo le intenzioni e gli obiettivi di chi vuole togliere al popolo dei fedeli il suo bene più prezioso, per sostituirlo con un libro umano, troppo umano, che, alla fine di questa lenta e sistematica strategia, di “divino” conserverà poco, e di cristiano, nulla o quasi nulla.

Che Dio ci aiuti..!


I cardinali Burke, Brandmüller e Müller e il “Papa dittatore”


(di Roberto de Mattei) Nelle ultime settimane, sono apparse tre interviste di altrettanti eminenti cardinali. La prima è stata rilasciata il 28 ottobre 2017 dal cardinale Walter Brandmüller a Christian Geyer e Hannes Hintermeier del Frankfurter Allgmeine Zeitung; la seconda è stata accordata il 14 novembre dal cardinale Raymond Leo Burke ad Edward Pentin del National Catholic Register; la terza, del cardinale Gerhard Müller, è apparsa il 26 novembre sulle colonne del Corriere della Sera, a cura di Massimo Franco.
Il cardinale Brandmüller ha manifestato la sua inquietitudine davanti alla possibilità che si apra una divisione nella Chiesa. «Il solo fatto che una petizione con 870.000 firme rivolte al Papa per chiedergli una chiarificazione resti senza risposta – come non ottengono risposta 50 studiosi di rango internazionale – suscita delle questioni. È veramente difficile da capire». «Rivolgere al Papa dei dubia, dei dubbi, delle questioni, è sempre stato un modo per dissipare le ambiguità assolutamente normale. Per dirlo semplicemente, la questione è la seguente: qualcosa che ieri era un peccato può essere oggi buono? Ci si chiede inoltre se ci sono realmente degli atti – è la dottrina costante della Chiesa – che sono sempre e in tutte le circostanze moralmente riprovevoli? Come, per esempio, il fatto di uccidere l’innocente o l’adulterio? È questo il punto. Se si dovesse rispondere effettivamente con un “sì” alla prima questione e con un “no” alla seconda, ciò sarebbe di fatto un’eresia, e quindi uno scisma. Una scissione nella Chiesa».

Con l’aiuto di Dio

PER I PRETI PERSEGUITATI DALLA GERARCHIA

Società di San Martino di Tours e di San Pio da Pietrelcina. Continua l’aiuto ai sacerdoti in difficoltà
By Redazione On 28 novembre 2017 · Add Comment
Un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto, sia per i sacerdoti, sia per i molti laici che hanno trovato un saldo punto di riferimento. Abbiamo visto crescere il bene e ora chiediamo a tutti coloro che ritengono importante un lavoro come questo di continuare con lo sforzo generoso di sostenere un’iniziativa tanto fruttuosa.
Cari amici,
è trascorso un anno da quando abbiamo chiesto il vostro aiuto per sostenere i sacerdoti in difficoltà dentro la Chiesa a causa della loro manifesta e pervicace fedeltà alla fede cattolica. Molti di voi hanno contribuito subito, altri lo hanno fatto inseguito e tutti generosamente. Così generosamente che abbiamo potuto contribuire alla nascita di un’iniziativa che, con l’aiuto di Dio, sta mettendo radici e sta dando frutto. Ma, oltre a questo, è stato possibile aiutare altri sacerdoti in diverse parti d’Italia e, cosa non meno importante, metterli in contatto tra di loro.

mercoledì 29 novembre 2017

Recitano una macabra sceneggiata..


LA MANIPOLAZIONE DI DIO


La Chiesa vuole innalzare l’uomo fino a Dio, la neochiesa vuole abbassare Dio e l’uomo. Dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica che ha tuttavia l’ardire di spacciarsi per quella vera 
di Francesco Lamendola   



Ormai è divenuto evidente, purtroppo, che dentro la vera Chiesa si è insediata una chiesa falsa, eretica e apostatica, la quale tuttavia ha l’ardire di spacciarsi per quella vera: una neochiesa che è fonte di errori e che spinge i cattolici nella direzione opposta a quella che conduce al vero Dio. E il pericolo per le anime, oltre che lo scandalo continuo e la confusione sempre più dilagante, è divenuto gravissimo. Se volessimo sintetizzare in una formula breve, ma chiara ed incisiva, ciò che permette di riconoscere la vera Chiesa cattolica da quella falsa, potremmo dire così: lo scopo della vera Chiesa è quello d’innalzare gli uomini fino a Dio, il nostro Signore Gesù Cristo; l’obiettivo della neochiesa, invece, è esattamente l’opposto: degradare il sacro e abbassare Dio al livello dell’uomo, non per redimerlo, ma per scusarlo nei suoi peccati – ovvero, naturalmente, per dargli l’illusione che i suoi peccati siano scusati e giustificati - senza bisogno né di un vero pentimento, né di un cammino di conversione. Il che significa abbassare anche l’uomo. La neochiesa, davanti al peccatore, dice, con un sorriso furbo: Chi sono io per giudicare?, e intanto se ne lava le mani. Ma Gesù non agiva in tal modo; Gesù giudicava, eccome, non per durezza o per il gusto di affaticare e umiliare l’uomo, ma per salvarlo. Alla donna adultera, sorpresa in flagrante adulterio e minacciata di lapidazione dalla folla, Egli rivolge queste semplici, ma chiarissime parole:Nemmeno io ti giudico; ora vai, ma non peccare più! Gesù chiama l’adulterio “peccato”, e le raccomanda di non ricadervi. Ma non peccare più: questa seconda frase della sua raccomandazione, nel linguaggio della neochiesa, chi sa come, sparisce, forse dentro qualche cappello di prestigiatore, o in qualche doppio fondo della valigia; e resta solo la prima: Io non ti giudico.

Due pesi e due misure


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I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I 


I “SILENZI” DI PIO XII ED I “SILENZI” DI FRANCESCO I
Nota sul diverso destino di Papa Pacelli e Papa Bergoglio
Ieri – è notizia data da tutti i tg – Papa Francesco in Birmania ha fatto un discorso contro le persecuzioni etniche e religiose, senza nominare la minoranza islamica perseguitata in quel Paese, attualmente governato in condominio dalla sua Premier, nobel per la Pace, e dai militari al potere da sessant’anni. I tg hanno commento il “silenzio” del Papa regnante – ossia il fatto che non ha menzionato esplicitamente la minoranza mussulmana perseguita – osservando che ragioni diplomatiche e di opportunità, per non inasprire la situazione già difficile, hanno consigliato Papa Bergoglio a dire sottendendo. Tanto – hanno affermato i giornalisti di commento – tutti hanno capito lo stesso a cosa ed a chi si riferiva il Papa.
Ebbene, nel 1943, nel suo radiomessaggio natalizio, Papa Pio XII deplorò “la persecuzione di tanti per la sola ragione della loro appartenenza ad un stirpe“. Le notizie che si avevano di quanto stava accadendo in Germania erano del tutto frammentarie e nessuno, neanche le diplomazie occidentali, avevano sicuri riscontri del genocidio in atto. Si avevano solo notizie di massacri, di imprecisata consistenza, e di deportazioni. Era già accaduto, un anno prima, che i vescovi olandesi avevano pubblicamente criticato i metodi della Gestapo contro gli ebrei con il risultato che i nazisti, penetrando nei conventi, deportarono, per rappresaglia , anche gli ebrei convertiti al Cattolicesimo. Tra i quali la nota mistica e filosofa Edith Stein che si era fatta monaca. Fu per questo che i vescovi polacchi sconsigliarono a Papa Pacelli di fare una denuncia pubblica troppo esplicita.

Nei momenti più critici della storia

Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima



Il 7 ottobre 2017, nel Santuario della Madonna delle Grazie di Montenero, Livorno, in occasione del decimo pellegrinaggio del Coordinamento toscano Summorum Pontificum, il vescovo ausiliare di Maria Santissima in Astana S.E.R. Monsignor Schneider ha dato una conferenza dal titolo: Il significato straordinario del messaggio profetico di Fatima.
di S.E. Mons. Athanasius Schneider ORC*
L’ineffabile sapienza e misericordia della provvidenza divina dona ad ogni epoca della storia umana e della storia della Chiesa quei mezzi d’aiuto, che sono più necessari per sanare le piaghe spirituali e salvare gli uomini da grandi disastri spirituali e materiali. Di solito Dio interviene nei momenti più critici della storia umana e sacra per mezzo di quelle profezie autentiche che sono esaminate ed accettate dalla Chiesa. Tali interventi divini sono avvenuti nel corso della storia della Chiesa e avverranno fino alla fine del tempo.

Le grandezze del Signore

NOVENA ALL'IMMACOLATA CONCEZIONE (29 novembre - 7 dicembre) IN PREPARAZIONE ALLA SOLENNITA'

        

Immacolata Concezione della beata Vergine Maria, che veramente piena di grazia e benedetta tra le donne, in vista della nascita e della morte salvifica del Figlio di Dio, fu sin dal primo momento della sua concezione, per singolare privilegio di Dio, preservata immune da ogni macchia della colpa originale, come solennemente definito da papa Pio IX, sulla base di una dottrina di antica tradizione, come dogma di fede, proprio nel giorno che oggi ricorre.

I° GIORNO: INVOCAZIONE D'AIUTO A MARIA

O Vergine Immacolata, primo e soave frutto di salvezza, noi ti ammiriamo e con Te celebriamo le grandezze del Signore che ha fatto in Te mirabili prodigi. Guardando Te, noi possiamo capire ed apprezzare l'opera sublime della Redenzione e possiamo vedere nel loro risultato esemplare le ricchezze infinite che Cristo, con il suo Sangue, ci ha donato. Aiutaci, o Maria, ad essere, come Te, salvatori insieme con Gesù di tutti i nostri fratelli. Aiutaci a portare agli altri il dono ricevuto, ad essere "segni" di Cristo sulle strade di questo nostro mondo assetato di verità e di gloria, bisognoso di redenzione e di salvezza. Amen. 3 Ave Maria

La stoffa di un Vicario di Cristo?

IL PAPA DITTATORE: UN LIBRO SUL PONTIFICATO DI JORGE MARIO BERGOGLIO. UNA LUCIDA SCALATA AL POTERE.


 Da qualche giorno è presente su Amazon un libro il cui titolo dice già tutto: “Il Papa dittatore”. L’autore è Marcantonio Colonna, che viene descritto come un laureato a Oxford, con una profonda esperienza nel campo della ricerca storica, e in altri campi. Vive a Roma dall’inizio del pontificato di papa Bergoglio, e ha – dice la breve biografia che accompagna l’opera – “stretti contatti con molte persone che lavorano in Vaticano”. 

Essi stanno mentendo


LA NUOVA RELIGIONE DEL DIALOGO

È un non senso il “dialogo” fra Cristo e mondo. Oggi pare che dialogare sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo: Lui però "il Maestro" non dialogava bensì insegnava 
di Francesco Lamendola  





Da molto, troppo tempo, i teologi neomodernisti ci rintronano gli orecchi con la parola “dialogo”, e il clero della neochiesa dietro ad essi, ripetendolo sempre più forte, come un mantra, martellandocela a un punto tale che molti fedeli, in buona fede, avendola sentita ripetere un milione di volte, fin da quand’erano bambini, hanno finito per crederci, anzi, per ritenerla una delle cose più normali, nonché più belle e buone, che un cattolico possa fare: “dialogare” col mondo. Pare infatti che il cattolicesimo, grazie a questo coro assordante, ma sempre più stonato, sia, per definizione, la “religione del dialogo”; e pare che “dialogare” sia il supremo dovere, anzi, la naturale ragion d’essere di quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo. Strano, perché nei quattro Vangeli e in tutto il Nuovo Testamento la parola e il concetto del dialogare non ricorrono affatto. Gesù non era un Socrate della Palestina e non si dilettava per niente a dialogare con la gente. Nossignore: Gesù era un maestro spirituale, era – per chi crede in Lui – il Maestro; e quel che faceva con la gente, non era affatto dialogare, bensì insegnare, il che è una cosa molto, ma molto diversa.

La chiesa universale prega per bocca dei suoi figli

 Le ragioni del ritorno del latino in chiesa

Da milleseicento anni la lingua ufficiale della Chiesa cattolica romana è il latino, come della Chiesa di Costantinopoli è il greco antico, di quella di Mosca lo slavo ecclesiastico, dei luterani il tedesco medievale. Il latino è quindi anche la lingua della liturgia romana, come di altre liturgie occidentali: segno di unità ecclesiale che travalica tempo e spazio, perché collega le generazioni cristiane dai primi secoli sino ad oggi, e perché permette a tutti i cattolici di unirsi in una sola voce; è la chiesa universale che prega per bocca dei suoi figli senza distinzione di razza e cultura.

Che cosa è successo con la riforma liturgica? Per quanto siano stati tradotti nelle lingue parlate, molti testi liturgici non si potevano rendere con la stessa efficacia; per non parlare del canto gregoriano e polifonico legato ad esso. Inoltre, la tesi in sé positiva dell’inculturazione della liturgia in un luogo e cultura - per la quale fu promulgata l'Istruzione Varietates legitimae, da leggere complementariamente a Liturgiam authenticam - non può offuscar l’altra che la precede e la segue: la liturgia deve esprimere l’unità e la cattolicità della Chiesa. Joseph Ratzinger osservava che tradurre la liturgia nelle lingue parlate sia stata una cosa buona, perché dobbiamo capirla, dobbiamo prendervi parte anche con il nostro pensiero, ma una presenza più marcata di alcuni elementi latini aiuterebbe a dare una dimensione universale, a far sì che in tutte le parti del mondo si possa dire: "io sono nella stessa Chiesa" …per avere una maggiore esperienza di universalità, per non precludersi la possibilità di comunicare tra parlanti di lingue diverse, che è così preziosa in territori misti. Col latino i sacerdoti possono dire messa per qualsiasi comunità nel mondo ed essere compresi.

Gran Maetro dell'Oriente

Discorso del Gran Maetro dell'Oriente di Roma
in occasione della sua visita a Nay Pyi Taw,capitale del Myanmar 28 novembre 2017


Pubblichiamo il discorso pronunciato dal Dott. Jorge Mario Bergoglio,
nell'incontro di benvenuto con le Autorità del Myanmar
svoltosi all'“International Convention Centre” della capitale Nay Pyi Taw

martedì, 28 novembre 2017
I lettori ci perdoneranno la licenza di un titolo tanto ironico, ma la nostra intenzione è di mettere in risalto la totale acattolicità di questo intervento del vescovo di Roma, nel quale il Dott. Bergoglio, biancovestito, non solo non parla di Dio, limitandosi a parlare genericamente di “religioni”, ma elenca una serie di obiettivi, non tutti lodevoli, che sono propri della Massoneria universale e del suo relativo strumento: il Nuovo Ordine Mondiale; nei cui confronti  il cattolicesimo avrebbe solo il ruolo di collaboratore.


Signora Consigliere di Stato,
Onorevoli Membri del Governo … bla, bla, bla…

martedì 28 novembre 2017

Se le parole hanno un senso


EPPURE LO AVEVANO DETTO


L'intervista sul Concilio e le affermazioni sempre più ambigue o scioccanti di altissimi esponenti del clero, sedicente cattolico: "Si direbbe che costoro si ritengano degli iniziati, membri di una chiesa che non è la nostra" 
di Francesco Lamendola   


  

Nel libro-intervista che Jean Guitton ha pubblicato con il titolo Il secolo che verrà (Le siècle qui s'annonce; traduzione di Antonietta Francavilla, Milano, Bompiani, 1997, pp. 141 sgg.), in cui risponde alle domande di Philippe Guyard, parlando del Concilio Vaticano II e del cardinale Newman, di cui era un grande ammiratore e che considerava come il precursore di quell'evento, il filosofo francese, fra l'altro, diceva: 
Penso che il Concilio attuale, nei tempi futuri, considererà con ragione che il personaggio che lo ha più ispirato e meglio spiegato a quelli che non lo comprendono sia il cardinale Newman. Perché? Perché un Concilio ha due aspetti: è un agente della verità, e la verità è che "due più due fanno quattro". Di conseguenza il Concilio è newmaniano nella misura in cui si dedica alla ricerca della verità. Però nel XX secolo la verità è cambiata. E la difficoltà di questo Concilio consiste nell'armonizzare l'identità col cambiamento, cioè nell'adattamento; quello che il papa Giovanni XXIII chiamava l'aggiornamento. [...]
[Alla domanda se la santa Messa esprima il ministro dell'eternità nel tempo] Sì, però penso che la messa attuale sia una messa di decadenza, e che la formula "wonderful solemnity" [di Newman] non possa applicarsi alle messe sconsacrate che ci hanno presentato talvolta dopo la fine del Concilio. [...]

Per significare lo straordinario


L’Antico Rito della Messa è incomprensibile! Ti diciamo come rispondere a chi afferma questo  


Quando si parla dell’Antico Rito della Messa l’attenzione va senz’altro alla questione della lingua, cioè del latino. Tant’è che questo Rito è da tutti ricordato come “Messa in latino”.
Prima di tutto va detto che questa questione della lingua è secondaria e non primaria. Come abbiamo avuto modo di dire, la differenza tra Antico e Nuovo Rito non sta essenzialmente nella lingua ma in ben altro. Visto però che dobbiamo trattare questa questione, è bene che la capiamo nella maniera più corretta.